Merito
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Merito
L'Italia sembra essere un paese dove il merito conta poco. Ma qual è l’origine del merito? Può essere considerato un “dono di natura” o un frutto della cultura? Ed è preferibile premiare i talenti naturali – quali ad esempio i campioni sportivi – o piuttosto premiare l'impegno a parità di condizioni di partenza, in nome dell'uguaglianza delle opportunità?
bene buongiorno a tutti si sente in fondo mimì fatto un cenno se in fondo riuscita a sentire ok grazie bene buongiorno benvenuti a questa sessione del festival dell'economia di quest'anno dedicata a una parola chiave quest'anno la parola chiave è il merito diamo il benvenuto anche a daniele checchi che è un nostro gradito ospite chi sono io io sono roberto gabriele lavoro qui alla facoltà di economia quindi per l'ennesima volta faccio un po gli onori di casa fatemi però dire due parole ha proposto di daniele checchi per chi è daniele checchi beh lui è un professore di economia politica di milano è anche preside della facoltà di scienze politiche di cosa si occupa dei pro tempore dice lui pro tempore in attesa di rielezione giusto sì sì quali sono gli interessi di ricerca beh diciamo che lui si occupa di economia delle istituzioni guardando il suo sito web si trovano diversi filoni uno relativo alla disuguaglianza l'altra relative al mercato del lavoro e ad esempio il ruolo dei sindacati un altro filone di ricerca e sul ruolo dell'istruzione e così via non vi sto a dire la messe di pubblicazione di daniele e su quale rivista perché sarebbe un perder tempo e non dico nemmeno che con quanti e quali e istituti di ricerca e collabora ad esempio centro ricerca di sempre di londra isa di berlino eccetera eccetera veniamo ora al tema dell'incontro il tema dell'incontro il merito all'opa ho pensato ma devo introdurre sia daniele che il tema dell'incontro come faceva ho pensato due modi un primo moto che mi era venuto in mente era quello di prendere il dizionario e recitarvi una definizione di merito però poi ho pensato ma questa è una roba veramente troppo generica che forse non rende l'idea di quello che significa merito in relazione a quello che ci interessa cioè il suo ruolo nell'economia un secondo modo era un po più diciamo polemico era quello di chiedere alla platea ma voi siete d'accordo che il merito sia una componente essenziale ad esempio nell'assumere qualcuno in un posto di lavoro avrei potuto farvi alzare le mani contare le mani poi dopo la seconda domanda poteva essere ma chi è che sarebbe d'accordo a lasciare un posto di lavoro per qualcuno che è più qualificato di lui beh qui forse le mani sarebbero state un po meno però ho pensato no anche questo è troppo polemico per cui la scelta finale è stata quella di lasciare una sorta di campo libero a daniele per fare introdurrà lui completamente tutto l'argomento per cui prego in difficoltà a fare una presentazione stando seduto e con la giacca per cui almeno se la giacca mi permettete di toglierla chiarirò subito che come in tutti i seminari vale la pena di dire qual è la conclusione modo tale che chi poi se ne va prima sa come va a finire il il tema del merito è un tema estremamente scivoloso ed estremamente ideologico ci sono buone ragioni dal punto di vista teorico per cui si può invocare il merito come principio allocativo e ci sono enormi difficoltà dal punto di vista empirico nell'applicazione di questo stesso principio io ho articolato alla presentazione che credo voi abbiate anche diciamo in copia cartacea in sette punti in cui ho cercato di me più che altro di fornire spunti di discussione partendo da una definizione su cui occorre che ci intendiamo smontando e l'argomento in due pezzi dal punto di vista dell'economista e dal punto di vista del filosofo io ovviamente sono totalmente ignorante su questo terreno quindi mi perdonerete se posso dire delle cose inesatte e poi i punti successivi tentando di far vedere come si cerca all'interno dei dati qualcosa che assomiglia al principio meritocratico dedico anche un un punto al problema della selezione delle classi dirigenti che è un tema su cui per esempio anche la fondazione de benedetti ha fatto recentissimamente il proprio convegno annuale e alla fine lascia una serie di domande che vanno in seguito a quello che appena detto adesso e roberto se valga o non valga la pena di espandere la meritocrazia partiamo col definire che cosa possa essere il principio meritocratico mi sembrerebbe che sia possibile fare tre affermazioni il primo è che quando tutti pensano un principio meritocratico dicono che ovviamente il successo che può essere successo scolastico può essere il trovare un lavoro migliore può essere la remunerazione che uno ottiene deve essere massimamente legato al merito è minimamente legato a qualunque altra caratteristica che sia esso il genere la famiglia di provenienza all'età o qualunque altra cosa per la quale la persona non ha titolo per rivendicare alcunché implicazioni del primo principio è che a questo punto le porte del successo sono aperte per chiunque nel senso che nel momento in cui conta il merito diciamo chiunque può competere seconda implicazione del primo punto è anche che a questo punto se tu non hai successo quella colpa tua diciamo questo sono due implicazioni necessarie del primo principio ovviamente il primo principio richiede in qualche modo che sia possibile intendersi su che cosa sia merito perché se non riusciamo a misurare il merito gli altri due di fatto non hanno non hanno seguito un modo diciamo poi per tradurre da un punto di vista delle politiche attuabili questi principi sono innanzitutto che deve essere garantito a tutti uguaglianza delle opportunità il principio dell'uguaglianza delle opportunità è diverso dal principio dell'uguaglianza tukur l'uguaglianza di opportunità dice che tu livelli il campo di gioco e dopo di che le persone a quel punto competono tra di loro e competendo si ottiene come risultato benefico di questa competizione il fatto che i migliori emergono ci sono alcune diciamo implicazioni tecniche che sono la prima è che la competizione diciamo non necessariamente può avvenire attraverso incentivi monetari noi siamo abituati a pensare alla competizione di mercato come forma principale ma si possono tranquillamente immaginare altri meccanismi di allocazione tipicamente nelle carriere interne alle imprese cer incentivo monetario ma normalmente quello che conta per esempio molto all'interno della pubblica amministrazione e la promozione alla qualifica superiore quello è un torneo in cui di fatto cioè una o più posizioni che vengono messe in palio la gente compete su qualche cosa normalmente legata alla produttività e poi c'è un vincitore ci sono dei perdenti questo non necessariamente diventa una competizione sul mercato non ho bisogno di trovare qualcuno che compri la mia prestazione un prezzo più alto e nello stesso tempo l'esito è comunque una locazione meritocratica l'altra implicazione che vorrei che diciamo avessimo sempre in mente è che nel momento in cui il principio meritocratico entra come regola allocativa a l'implicazione non solo verso l'alto di selezionare i migliori ma di targare i peggiori come responsabili della loro situazione cito questa questo pezzo diciamo che viene da da uno studio di glaser è una voce di un ebook su inequality in cui questo sono dati noti ma diciamo vidal idea di che cosa voglia dire l'implicazione 3 precedente se voi chiedete a un campione rappresentativo di italiani descriva the di europei e di americani che cosa pensino dei poveri allora gli americani tendono a pensare che i poveri siano persone che non si impegnano gli europei tendono a pensare che i poveri siano persone sfortunate e ovvio che il principio di responsabilità spinge nella prima direzione cioè spinge nella direzione di dire nel momento in cui c'è una competizione aperta e qualcuno perde è perché non si è impegnato la questione cruciale a questo punto diventa come misuriamo il merito a una delle definizioni su cui credo che moltissima gente possa essere d'accordo è che il merito ha in realtà al suo interno due componenti a una componente relativa all'impegno che la persona ci mette è una componente relativa alla dotazione di cui la persona portatrice quando parliamo di principio meritocratico spesso non siamo in grado di distinguere tra i due tant'è che michael young che scrisse questo libro abbastanza citato su verizon meritocrazia e sosteneva che fondamentalmente il merito può essere pensato come una somma di queste due componenti non dedico tempo al fatto se il talento e l'impegno siano tra di loro perfettamente sostituti come questa formula di per se stesso implicherebbe ma abbiamo in testa che in qualche modo il merito è una combinazione di queste due componenti allora che cosa possiamo dire di queste due componenti e soffermiamoci in particolare a me piace la parola talento ma in letteratura trovate tranquillamente anche la parola ability questa componente naturale genetica ha in realtà al suo interno a sua volta due sottocomponenti c'è una componente veramente naturale essere belli o brutti è una questione su cui ha ammesso che sia possibile trovare un accordo sul classificare le persone su belli e brutti è una caratteristica che in qualche modo è abbastanza indipendente dalle condizioni di origine anch'essa non è vero perché di fatto c'è una selezione naturale anche secondo questa caratteristica ma in qualche modo c'è una componente realmente genetica e c'è una componente invece ambientale quando si dice che una persona parla bene allora può essere che sia una persona che particolarmente loquace ma può essere anche una persona che sia cresciuta in un ambiente familiare particolarmente favorevole quando si dice che una persona ha un bel portamento può essere che sia una persona che ha una struttura ossea diciamo particolarmente adatta ma può anche essere una persona che è stata nutrita bene e via di questo passo quindi dentro la componente talento in realtà a nostra volta potremo andare a distinguere tra queste due componenti la se il secondo problema è che in realtà queste due componenti tendono a muoversi insieme cioè persone che hanno una sufficiente dotazione di talento sono anche persone che tendono a impegnarsi più facilmente perché hanno una più elevata probabilità di successo quindi quando io poi vada a cercare di distinguere tra quello che è merito reale cioè quello che deve essere remunerato che chiaramente la componente di impegno e quella che invece è una caratteristica che l'individuo si ritrova ad avere indipendentemente dalla propria volontà sono in difficoltà terzo è più grave problema è che se questo talento non è misurabile esattamente ma per esempio è bidimensionale cioè a all'interno due caratteristiche la creatività e la caparbietà la franchezza e la mobilità eccetera di fatto quello che succede e che diventa difficile allocare le persone c'è molta letteratura su come si possa misurare il talento negli anni sessanta c'era un grande ottimismo all'interno della letteratura perché si riteneva che con la comparsa della docimologia si potesse in realtà misurare il talento di testa iq diventavano in qualche modo il grimaldello attraverso il quale la società meritocratica avrebbe potuto affermarsi in realtà poi quello che è venuto fuori negli studi nel corso degli anni 80 e che in realtà la misurazione delle intelligenze le persone attraverso i test iq lascia diversi dubbi questo lavoro famoso d mi sfugge il nome verrà in mente tra un attimo in cui fa vedere che c'è un trend crescente nella iq della popolazione americana dagli anni cinquanta in avanti come se la popolazione diventasse in modo crescente sempre più intelligente dimostrando in questo modo che anche le misurazioni di iq sono fortemente influenzate dal contesto in cui vengono svolti questi test e quindi in qualche modo il loro potere di misurazione fosse molto basso un caso estremo è a mio parere deleterio di utilizzo di questo tipo di approccio a questo libro che è uscita una decina di anni fa the banker di uno psicologo e di un sociologo and stein e murray è quello di prima si chiamava flynn i quali sostanzialmente prendono delle misure iq e vanno a studiare le differenze per ritmi all'interno degli stati uniti mettendo in correlazione ai chiude i genitori e chiude i figli e arrivando alla proposizione che siccome la popolazione nera a degli iq misurati più bassi di quella bianca la diseguaglianza che ne emerge è ovviamente una diseguaglianza di tipo genetico su cui non c'è niente da fare la critica più forte comunque verso i iq è stato il far vedere che gli iq sono fortemente correlati con l'istruzione dei genitori quando sono hanno cominciato a venir fuori questi studi come al meglio che voi possiate misurarlo like you do riuscite a fare a 6 anni a sei anni la formazione dell'individuo è abbastanza completate quindi gli effetti familiari si travasano negli iq strategia di ricerca alternativa è stato quello di dire impariamo da dei medici della medicina andiamo a prendere individui che siano geneticamente uguali in modo tale da poter misurare effettivamente non qual è il grado di talento delle persone ma almeno qual è il contributo del talento al successo delle persone e qui i dati sui gemelli sono utilissimi nel senso che se voi prendete due gemelli che sono monozigoti per costruzione hanno lo stesso patrimonio genetico se prendete dei gemelli che sono di zigoti hanno un patrimonio genetico differenziato ma lo stesso ambiente familiare allora in questo modo voi potete misurare attraverso il metodo delle differenze qual è il contributo esplicativo di un talento che non riuscite a misurare sul successo scolastico e lavorativo i risultati ci dicono che like you in questo tipo di esercizi conta per circa il 10 per cento del successo delle persone quindi vuol dire che il restante 90 per cento dipende o dalla carriera scolastica degli individui o dall'ambiente familiare di provenienza ci sono poi gli sviluppi più recenti che tendono a dire e qui riprende il discorso della monodimensionalità o bidimensionalità ma guardate che quando io vado a misurare il like you delle persone tendo a misurare delle capacità cognitive in realtà sul successo lavorativo magari contano delle capacità non cognitive per esempio il fatto se uno è capace di eseguire gli ordini che sapere eseguire gli ordini suona male ma diciamo dall'idea di una capacità che non è strettamente misurata dal patrimonio delle conoscenze può essere remunerata sul mercato all autonomia di lavoro se volete può essere misurata dal mercato indipendentemente dall'essere con correlata col patrimonio cognitivo della persona ecco allora che ci sono diversi studi che vanno a prendere le determinanti delle retribuzioni gli psicologi ci danno delle misure del per esempio della self fi che si del del surf concept cioè misura in qualche modo del grado interiore di solidità di una persona e ci fanno vedere che queste caratteristiche normalmente spiegano le retribuzioni ben di più del punteggio ottenuto da questi stessi individui nei test cognitivi allora a questo punto diventa un po difficile capire che cosa possiamo intendere per talento è più facile invece l'altra componente perché l'impegno in qualche modo è misurabile lo possiamo misurare a livello di carriera scolastica attraverso misure legate al quanto tempo uno ha investito nello studio lo possiamo vedere a livello di lavoro nel nell'orario di lavoro nella disponibilità a muoversi lo possiamo anche misurare dall'out delle persone in alcuni tipi di prestazione lavorativa ci sono alcune prestazioni lavorative su cui l'out produttivo e facile da misurare da lì possiamo risalire all'impegno delle persone ci sono altre prestazioni lavorative in cui invece questo è abbastanza difficile avevo preso però il tempo sta scorrendo un esempio di questa cosa questi sono dati di un'indagine cognitiva sugli adulti fatta nel 2003 c'è l'italia c'è la provincia di trento che parte ha partecipato a questa rilevazione la sono diciamo il contributo in termini di incremento della retribuzione delle caratteristiche che vedete l'istat e sulla colonna verticale e qua ci sono due misure anzi tre misure che in qualche modo possono avere a che fare col merito se uno sceglie di lavorare part time o full time se ha studiato più o meno lungo e poi c'è anche questa misurazione delle competenze matematiche che in qualche modo è una misura se volete delle capacità delle persone poi ci sono misure del background familiare allora uno che volesse domandarsi c'è o non c'è meritocrazia in italia o cia non c'è meritocrazia a trento può andare a guardare questi numerini e vedere per esempio che gli anni di istruzione rendono di più nel resto dell'italia rispetto alla provincia di trento dove addirittura in queste specificazioni non sono significative oppure che le competenze matematiche rendono i più in un mercato del lavoro piuttosto che in un altro detto questo quando noi vogliamo andare a vedere quali sono le proprietà allocative del del talento c'è il problema che già pareto aveva intuito di andare a studiare come mai il talento che teoricamente dovrebbe essere distribuito in modo casuale come una normale poi dà esito di una distribuzione dei redditi che assolutamente non normale ma anzi tende ad avere una lunga coda a destra e dal dopo pareto altri sono andati avanti a domandarsi su questa cosa qui e ci sono c'è modellistica economica su questo tema il più famoso questo modello di roy è scritto in modo totalmente non formale ma è un paper degli anni cinquanta molto citato in cui lui dice immaginiamo ci sia una popolazione in cui alcuni sanno cacciare e alcuni sanno pescare e questo è un caso di talento bidimensionale allora chi fa il pescatore chi fa il calciatore ovviamente se queste due dimensioni sono correlate negativamente cioè chi è bravo a cacciare non è bravo a pescare viceversa la regola allocativa tende a diciamo generare una distribuzione efficiente le persone ma cosa succede se immaginate che a1 e a2 siano queste due dimensioni se le curve di probabilità sono distribuite in questo modo cioè chissà cacciare bene sa anche tendenzialmente pescare bene a questo punto quello che succede che c'è quello che si chiama un una locazione gerarchica per cui il mercato tende a prendere quello che sa cacciare bene per stare bene e a seconda del fatto che sappia cacciare meglio pescare meglio in questo caso gli individui di questa regione sono quelli che prendono i redditi più alti perché in qualche modo c'è concorrenza sul mercato per offrire loro sia lavori da cacciatore che lavori da pescatore e poi via via scelgono gli altri in alcuni casi il mercato è da solo capace di ripartire i talenti cioè un mercato concorrenziale in cui il talento sia osservabile perché questo è l'altro requisito importante cioè si sappia e tutti siano concordi con chi è capace di pescare chi è capace di cacciare a questo punto il mercato alloca meritocraticamente le persone migliori nei posti migliori tuttavia questa possibilità di allocazione è molto legato alla tecnologia c'è questo esempio tra l'altro se qualcuno di voi ha visto recentemente l'ultimo film di clooney in cui c'è analizzato questo passaggio del football da un sport dilettantistico uno sport professionistico capisce l'esempio numero uno roczen ha scritto questo paper molto citato sull'economia delle superstar perché i calciatori guadagnano tanto se avete scorso i dati sui redditi 2005 che sono comparse usciti dai siti in cima ai diciamo ai percettori di redditi alti ci sono moltissimi calciatori perché la logica è che nel momento in cui la tecnologia permette di potenziare al massimo la audience di una persona cosa che la tecnologia non permetteva trent'anni fa conviene dal punto di vista degli imprenditori dello spettacolo investire in una singola persona che ha una quota di audience molto elevata permessa dalla tecnologia e quindi nel momento in cui la tecnologia permette di far salire i diritti di vendita del calciatore famoso ecco che quello guadagna una cifra stratosferica anche se il suo contenuto di talento non è probabilmente molto dissimile da quello di uno stesso calciatore 50 anni prima quindi la tecnologia modifica le remunerazioni dei talenti esempio diciamo di applicazioni di questo principio la produttivi se la produttività aziendale è legata al talento dell'imprenditore avete avuto qui marchionne che probabilmente un buon esempio di questa cosa qui e chiaro che c'è una convenienza collettiva essere comandati da una persona che abbia un elevato contenuto di talento perché questo tende in qualche modo a beneficiare tutti gli altri shriver che parlerà domani a una produttività una produzione scientifica su questo tema proprio sulla locazione dei talenti è il riflesso che questo ha sulla produttività dei sottoposti per dirlo in uno slogan è meglio essere governati da un capo intelligente gran capo stupido terzo esempio il problema delle promozioni all'interno dell'azienda allora se un'azienda è tendenzialmente diciamo fedele al principio meritocratico applicherà questo principio nella scelta in qualche modo delle progressioni di carriera al suo interno questo ha dei vantaggi ma anche dei limiti il limite più grosso e note né letteratura con il principio di peter o peter secondo il quale uno viene promosso fino al livello della massima incompetenza cioè usando e principio della progressione meritocratica c'è un punto oltre il quale uno non riesce a procedere e quindi resta a governare non avendo diciamo le caratteristiche che motivano a questa scelta l'altra cosa e che di fatto questo scatena attività anti cooperative all'interno del diciamo del gruppo su cui viene posto il torneo e quindi il risultato può essere che in realtà il principio meritocratico produca dei danni giusto per darvi un'idea di come in qualche modo questo tipo di fenomeno si stia verificando guardiamo diciamo questo dato qui viene da uno studio di thomas piquet team sono il top per i redditi dello 0,01 per cento più ricco degli stati uniti e sono distribuiti per fonte del reddito allora la cosa che stupisce che i ricchi all'inizio del secolo scorso erano persone in cui il reddito principalmente derivava da rendite finanziarie questa zona grigia i ricchi di oggi e vedete che grosso modo la quota di reddito questa è la quota del reddito nazionale detenuta dallo 0,01 per cento vedete che dal punto di vista della diseguaglianza tra inizio il fine secolo non ci sono grossissime differenze cioè i top ricchi sono intorno al 3 x 3 mezzo per cento del reddito nazionale tuttavia il loro reddito oggi come oggi non viene più da rendite di posizione diciamo da redditi da lavoro questi sono i ceo delle grosse aziende che in qualche modo ottengono redditi che nella diciamo vulgata poi dalla stampa vengono giustificati come redditi attribuiti al loro merito tuttavia se così fosse cioè se il mondo stesse andando in una direzione meritocratica questo è un fenomeno che si osserverebbe su scala mondiale invece sempre in uno studio analogo fatto da toni atkinson quello che si vede che questo è vero per gli stati uniti i triangolini ma per esempio non è vero per la francia quindi vuol dire che in qualche modo contano anche le istituzioni e non solo in qualche modo la dinamica del mercato e della tecnologia passiamo molto velocemente al principi filosofici e giusto o non è giusto il principio meritocratico qui i filosofi hanno idee molto diverse il principale autore di riferimento qui a john rohmer il quale diciamo da marxista liberale si è fatto portatore di questo principio secondo il quale quello che conta in una società liberale è l'uguaglianza delle opportunità non dobbiamo occuparci degli esiti nel momento in cui noi possiamo considerare la diseguaglianza come frutto esclusivamente di scelta delle persone la società garantisce agli individui un equità di trattamento per applicare questo suo principio lui ha bisogno di due condizioni la prima è poter dire che il risultato degli esiti insomma delle persone tipicamente i redditi dipendano da due cose delle circostanze la famiglia in cui sei nato e dall'impegno nella misura in cui le due caratteristiche sono tra di loro indipendenti noi possiamo misurare qual è l'uguaglianza delle opportunità che viene offerta agli individui come si fa a be fondamentalmente si prendono gli individui si dividono per circostanze di provenienza dentro le circostanze cioè se tu hai un genitore laureato sei donna o sei uomo vivi in una certa regione supponiamo che queste circostanze siano uguagliati tutta la differenza che c'è all'interno di quel gruppo è una differenza attribuibile all'impegno e quindi giustificabile noi abbiamo fatto un esercizio di applicazione del modello di rohmer in cui abbiamo considerato come circostanze parlo della popolazione italiana come circostanze abbiamo considerato il titolo di studio dei genitori il genere della persona e la regione dove abita è la cosa che viene fuori che data una diseguaglianza generale la diseguaglianza delle opportunità e circa un quinto in italia tuttavia quando lo si disaggrega per genere e per regione la cosa che viene fuori è che questa diseguaglianza dell'opportunità e distribuita in modo molto diseguale essere donne nel sud vuol dire in particolare nei decide di reddito più bassi vuol dire sperimentare tantissime diseguaglianza delle opportunità essere uomo del nord nei decidi più alti vuol dire avere una quota di incidenza delle disuguaglianze dell'opportunità molto bassa analogamente si può fare lo stesso esercizio questo è un lavoro di pistolesi è in cui misura la diseguaglianza delle opportunità nel corso del tempo negli stati uniti dove vedete che in qualche modo contrariamente alla pubblicistica la diseguaglianza e l'opportunità negli stati uniti non sta omen non sta diminuendo e anzi in caso eventualmente sta aumentando questo tipo di approccio a una serie di limiti e tuttavia è l'approccio diciamo più vicino al principio della misurazione della della meritocrazia che abbiamo quali e qual è il suo problema è che oltre all'impegno e il talento delle persone ci sono gli eventi imprevedibili della vita la fortuna allora questa fortuna la vogliamo considerare merito delle persone quindi gliela mettiamo dentro nell'impegno o lo consideriamo circostanze estranee e che quindi vanno lasciate fuori e questo è abbastanza rilevante perché nell'applicazione di questo metodo di fatto questo è il problema tecnico più grosso ma l'altra cosa rilevante ma vogliamo davvero premiare il talento di cui l'individuo non hanno alcun merito essere nati belli deve rendere sul mercato del lavoro e che merito a uno che è nato bello ha fatto qualche cosa per questo e amartya sen su questo è durissimo lui dice non c'è nessuna giustificazione filosofica per premiare le caratteristiche che un individuo ottiene alla nascita e per le quali non può vantare alcun merito per l'appunto è la teoria del terzo come misurare il grado di meritocrazia beh qui ieri chi era quale ha già sentito john golf si guarda normalmente o alla decomposizione che ho fatto veder prima o alternativamente si guarda alla mobilità intergenerazionale mobilità intergenerazionale andare a vedere fondamentalmente quanto del tuo reddito oggi è spiegabile dal reddito dei tuoi genitori questa è in qualche modo la tecnica che viene utilizzata immaginando che y tp1 sia il reddito del figlio y t e il reddito del padre si va a guardare questo numerino qua che ci dice qual è la componente di persistenza nel tempo il principio dovrebbe essere che più una società meritocratica meno il reddito dei figli dovrebbe dipendere dal reddito dei padri a quello che tipicamente l'opinione media delle persone ha in testa è che la società più meritocratica e gli stati uniti e gli stati uniti dovrebbero avere un coefficiente beta molto basso questo è quello che c'è scritto anche molti libri in realtà l'evidenza empirica ci dice che gli stati uniti sono una delle società più in meritocratiche o se volete in cui la persistenza intergenerazionale dei redditi è più elevata rispetto alle misure che vedete riportate qui sopra dei paesi nordici nei paesi nordici questa persistenza meno del 20 per cento negli stati uniti e in gran bretagna due società normalmente considerate meritocratiche questa persistenza nell'ordine del 50 per cento tuttavia ci sono una serie di problemi tecnici anche su questo perché perché per misurarlo esattamente tu dovresti avere un campione longitudinale che segue i figli e poi i figli dei figli in modo tale da poter avere l'osservazione del reddito in una generazione in quella precedente c'è un problema di distanza in termini di età più la gente misurata tardi nella vita più a dei redditi alti e diseguali e poi c'è un problema di che cosa vuol dire famiglia famiglia molti di questi studi fanno padre e figlio maschio con l'idea che in qualche modo la trasmissione patrilineare è quella che conta è in realtà uno può pensare ad altri modi di misurare ovviamente vengono fuori altre misure si può anche provare a smontare questa persistenza nel tempo per esempio si possono scrivere dei modellini in cui si va a vedere da che cosa dipende questa persistenza da che cosa dipende fondamentalmente dipende da quanto tuo padre e tua madre sono altruisti e ti lasciano in termini di risorse di quanto il mercato premia queste risorse pensate ad una situazione in cui i genitori in veste di loro dei loro soldi nell'istruzione dei figli allora genitori ricchi investono molto se il mercato premia molto l'istruzione se lo stato spende poco in istruzione ecco che li avete una società come quella americana in cui la persistenza e molto elevata se tuo padre propagare le tasse di harvard probabilmente tu hai successo nella vita come tuo padre che si può permettere di pagarti dilettarsi ad harvard qui ci sono una serie di grafici che però devo saltare in cui in qualche modo vedete questi tre elementi che vi ho appena raccontato le politiche che vengono fuori da questo tipo di raccomandazioni di queste analisi sulla mobilità sono che oggi come oggi ai quattro politiche che puoi fare la prima e che deve investire molto nella formazione pre scolare perché quella che ha una resa più elevata dal punto di vista delle capacità devi garantire borse di studio perché i meno abbienti comunque riescono a scavalcare l'ostacolo rappresentato dai redditi delle famiglie puoi anche però fare delle politiche per comprimere i divari salariali nel momento in cui quello che conta è che la situazione di una generazione non venga trasferita in modo simmetrico sulla generazione successiva tu puoi avere degli azzerato ri nel passaggio intergenerazionale uno degli azzerato ri sono i sindacati in tutti i paesi qui avete il tasso di sindacalizzazione e qui avete la misura del rendimento dell'istruzione dove i sindacati sono più forti il rendimento dell'istruzione sul mercato del lavoro più basso lo fanno apposta cioè una delle loro mission quindi in qualche modo se tu vuoi avere una situazione di minore persistenza rafforza i sindacati ultimo la tassazione sulle eredità a ogni passaggio di generazione to tagli una parte della ricchezza che viene trasferita a ultimo punto è quello che conta non è solo andare a guardare i redditi possiamo anche guardare alla formazione delle classi dirigenti la formazione di classe dirigente un altro diciamo dei canali che viene citato come uno dei principali benefici della applicazione del principio meritocratico perché esso è importante avere delle buone classi dirigenti pareto diceva perché questo dà la stabilità sociale se l'accesso alla classe dirigente è impedito ai membri delle classi inferiori prima o poi i talenti elevati nascono anche nelle classi inferiori rovesciano rivoluzionariamente la situazione quindi pareto che era un forte conservatore dice molto meglio tirare su ogni tanto della classe inferiore qualche elemento buono in modo tale da garantire il ricambio sociali l'ho detto in modo banale ma diciamo ha scritto dei pezzi sulla teoria della circolazione dell'elite lifer ve l'ho già detto prima questo è un esercizio che ho fatto insieme ad una collega il dizionario della treccani ci hanno chiesto di guardare alla formazione delle classi dirigenti adesso che cosa definiamo come classi dirigenti prendiamo i primi due gruppi occupazionali i legislatori dirigenti gli imprenditori e le professioni intellettuali vedete che grosso modo sono il 5 per cento prendiamo quattro paesi europei grossi e la cosa che viene fuori confrontando la composizione delle classi dirigenti col resto della popolazione e che le classi dirigenti in questi quattro paesi sono tipicamente più istruite e più vecchie ma la cosa che a noi interesserebbe è capire qual è il meccanismo che seleziona cioè quanto conta essere vecchio e quanto conta essere istruito in questi paesi per diventare classi dirigenti la cosa che prima vi faccio vedere la figura poi tornano sullo slide questo è il contributo in termini di probabilità nel diventare classe dirigente allora quello che viene fuori ci sono tre elementi che contano essere donna essere laureato e l'età che ha e allora essere donna è uno svantaggio sistematico ma in alcuni paesi più che in altri essere vecchi in alcuni paesi in particolare l'italia questa curva qua è un vantaggio più invecchia e più è probabilità di diventare classe dirigente in gran bretagna è uno svantaggio passati 40 anni invecchiando perdi probabilità di diventare classe dirigente mentre invece il titolo di studio in italia declina in gran bretagna cresce allora è chiaro che i meccanismi che in qualche modo portano alla selezione delle classi dirigenti hanno a che fare con le filiere formative di questi paesi in italia e in germania noi non abbiamo un buon sistema universitario in grado di produrre un segnale certo in gran bretagna in francia diciamo con meccanismi diversi hanno due sistemi universitari che sono selettivi fortemente selettivi all'ingresso e che quindi hanno un valore di certificazione poi c'è il problema diciamo del glass ceiling cioè del dei tetti alla carriera infine l'altra conseguenza sono le furie dei cervelli nel momento in cui tu hai un meccanismo di selezione che ti taglia fuori persone portatrici in qualche modo di talento quello che succede questa tabellina che si legge poco questa è la quota di laureati stranieri residenti in un paese che dice la capacità di attrazione di un paese e quindi la capacità di portare dentro persone portatori di talento in questo caso misurati col titolo di studio e poi invece la capacità di esportazione cioè quanti dei tuoi laureati sono fuori dal paese allora è un cattivo sistema di selezione della classe dirigente produce come risultato che tu perdi quindi se è un esportatore netto di cervelli è invece un buon meccanismo selettivo implica che tu sia un attrattore ultima slide chiedo scusa se sono andato per le lunghe punti di forza e punti di debolezza e allora mi sembra che i punti di forza stiano nel fatto che nel momento in cui viene applicato un principio meritocratico che spero di avervi convinto non è facile da applicare perché non è chiaro che cosa andiamo a misurare quando parliamo della parola merito comunque ammesso che qualcosa si possa fare questo ovviamente amplia le possibilità di scelta degli individui e mette enfasi su la dimensione della responsabilità individuale a questo scopo come si può fare ad andare in quella direzione beh insomma far circolare l'informazione sulla qualità della formazione fornita fare valutazione degli esiti retribuire la produttività questi sono tutti esempi ho messo anche un esempio di che si può misurare il contributo alla retribuzione degli individui del essersi laureato in un'università piuttosto che in un'altra all al netto di tutte le altre caratteristiche tecnicamente questo è l'effetto fisso di ateneo al netto della facoltà frequentata della votazione presa e del mercato del lavoro in cui lavori quindi vuol dire che ci sono alcune università che premiano in qualche modo il sul mercato del lavoro più di altri tuttavia ci sono delle considerazioni a mio parere che avviene conviene tenere presente insomma nel momento in cui si va nella direzione della meritocrazia noi diamo più spazi e un principio individualistico e andiamo a confliggere con un principio solidaristico principio solidaristico che in qualche modo è un riflesso di preferenze sociali e che almeno nella cultura del welfare europeo è abbastanza radicato nella testa delle persone quindi il problema la domanda finale con cui chiudo e come facciamo a combinare maggior fluidità sociale con il principio assicurativo perché ovviamente i due tra i due c'è un trade off grazie di del conte bene grazie a daniele io direi che abbiamo dieci minuti un quarto d'ora per qualche domanda buongiorno sono davide studio qui all'università di trento e volevo chiederle che impatto possono avere sistemi distorsivi della concorrenza penso agli ordini professionali e cose di questo tipo e al libero dispiegarsi della meritocrazia per esempio nel mercato italiano salve poc'anzi le accennava riportando l'esempio del calciatore come impatto sulla performance in epoche diverse lui rispetto a 50 anni fa in relazione alla unità di tecnologia disponibile oggi è di 150 anni fa magari lui era bravo quanto pelè per opel e voleva molto meno mi domando la stessa e l'impatto sulla performance correlata con l'andamento il ciclo economico quanto incide essere bravi dotati in un contesto in cui il pil tir al 4 per cento all'anno e quando la stessa cosa avviene in un contesto di recessione quello chiare se li sono fare i padrini lavoro al dipartimento del tesoro a roma se vi sia evidenza fra un di una relazione fra crescita e uguaglianza delle opportunità perché se vi è con tutto il rispetto del premio nobel lei ha fatto l'esempio del tecnico la bellezza in quel caso mi sembra ovvio a meno che si lavori in un campo dove la bellezza un rendimento negli altri campi non ci dovrebbe essere proprio l'intelligenza è un talento naturale oltre che acquisita con l'impegno però penso ci sia anche in quel caso remunerare questo talento naturale porta più crescita e quindi se vi fosse una relazione positiva con le opportunità diciamo l'argomento un po s'indebolisce salve volevo chiederle se si sente la struttura familiare quanto incida sulla meritocrazia nel senso natura familiare nucleare oppure con famiglia allargata a un impatto sulla meritocrazia oppure ci sono studi che comunque dimostrano che ciò non ha non ha nessun impatto grazie qualche risposta la domanda sugli ordini professionali lei questo ovviamente è antitetico al principio meritocratico nel senso che non permette manifestarsi di almeno che uno non voglia sostenere che i con i concorsi di ammissione agli ordini professionali siano diciamo di tipo meritocratico e su questo c'è evidenza in qualche modo che tendono non esserlo non tanto perché siano truccati quanto piuttosto perché c'è il modo in cui è strutturata la prova di ammissioni tende a privilegiare il background delle persone ci sono degli studi che ha fatto per esempio tullio jappelli che era qui l'anno scorso che fanno vedere che la quota di coloro che è iscritta all'ordine professionale e diciamo fortemente sovrarappresentata la componente di figli di coloro che erano iscritti agli ordini professionali precedenti quindi questo ci dice che qualche modo delle prove di ammissioni sono disegnate in modo tale da favorire questo tipo di cose sulla questione superstar e contesto diciamo macroeconomico e è ovvio in realtà il lavoro di rose tende a sottolineare non tanto la componente ciclica quanto la componente strutturale però evidente che essere un buon calciatore in un paese in via di sviluppo a parità di talento come qualunque si possa misurare a una resa molto più basse tant'è che non è un caso che questi vengono tutti comprati e portati finora sulla questione non conosco lavori empirici che mettano in relazione uguaglianza delle opportunità e crescita ho visto qualche cosa in cui il tasso di crescita era messo in relazione al coefficiente di persistenza intergenerazionale tuttavia lì il problema grosso è legata al fatto che diciamo non abbiamo un numero di osservazioni sufficienti per paesi per poter guardare questa cosa ci sono invece dei lavori di anice che bossman in cui sono andati a cercare di vedere quali era la qualità dei sistemi formativi e la crescita e questo tende invece a far vedere che sistemi formativi che garantiscono una minore dispersione degli apprendimenti in questi test internazionali hanno un tasso di crescita a parità di altre caratteristiche quindi nella misura in cui l'uguaglianza delle opportunità è associata alla riduzione della dispersione nella qualità degli apprendimenti allora questa relazione che lei mi citava sta in piedi e chiaro ovviamente che se l'uguaglianza delle opportunità forse misurabile e con verrei sul fatto che questo garantisce una locazione più efficiente dei talenti naturali vuotava dehar a questo punto è chiaro che la relazione starebbe in piedi sulla dimensione familiare non conosco lavori e se non lavori che tendono a far vedere che siccome per date risorse familiari più largo il numero dei figli minori sono risorse pro capite in generale alla cosa che viene fuori che il vincolo di liquidità morde di più quanto maggiore il numero dei fratelli con cui si compete per l'allocazione delle risorse e quindi in generale questa è una delle variabili che tende a spiegare il minore accesso alle opportunità di istruzione c'è qualche anno un paio di interventi possiamo raccogliere volevo chiedere soltanto una cosa non so se questo è il posto comunque io vorrei chiedere quanto incide sui talenti sulla riuscita poi in seguito no l'amore familiare è senz'altro tutto in un contesto anche di una cultura cultura nel loro senso della parola come identità volevo dire che mi sembra che alcune valutazioni tipo quella del fatto che più la famiglia è allargato pigino fratelli e più c'è competizione nell'arrivare a o perlomeno a dividere io credo che dipenda anche dalla situazione sociale in cui ci si trova se si fosse fatta questa analisi negli anni cinquanta sessanta io credo che sarebbe risultata diversa da quello che risulta in questo momento perché ritengo che allora ci fosse la una propensione delle classi meno abbienti anche delle classi meno abbienti pur avendo un certo numero di figli a far studiare tutti i figli per dire o per far raggiungere questo credo che fosse una situazione che è come dire sociale è diversa non lo so però questa è la mia opinione l'altro fatto secondo me c'è una componente fondamentale direi dai bisogni dell'uomo che sottostanno a tutte queste analisi socio economiche anche ieri sera per dire la primo ministro parlava naturalmente in monzambico diceva qui bisogna mangiare e fare fare titoli welfare di base e poi si fa arresto io credo che questo concetto a diversi livelli valga in tutte le società allora il problema il problema vero è credo che ci debba essere un welfare di base che garantisca tutti cioè la persona che nasce in quella società deve avere garantito i genitori devono sapere che è garantito un livello minimale e poi alla carbonara che è nata lì in avanti altrimenti tutte le componenti socio economiche secondo me saltano perché ci sono sottostanti bisogni di altro genere cioè alla sul primo punto diciamo la cultura come identità e chiaro che le ha perfettamente ragione ci sono n altre motivazioni che possono spingere le persone a muoversi per cui possiamo tutti possiamo avere degli esempi di meriti riconosciuti cioè persone che hanno avuto successo o meriti non conosciuti persone che non ce l'hanno avuto queste misurazioni sono misurazioni del dell'effetto medio e quindi in quanto effetto medio tende ad annullare queste che sono le caratteristiche individuali quali bisogno di identità che in qualche modo sappiamo che ci sono ma sono così eterogenee tra gli individui che diventa difficile in qualche modo da poterne dar conto in un'analisi generale colgo l'occasione per diciamo soffermarmi su una slide che prima ho saltato in risposta alla seconda domanda allora questo è quel famoso coefficiente beta che abbiamo detto prima misura il grado di persistenza tra le generazioni per cui una società e più meritocratica quanto più questo numero è basso allora una delle politiche e quindi il riallaccio all'ultimo intervento una delle politiche che si può fare qual è quella di spendere soldi nell'istruzione i paesi che spendono più soldi nell'istruzione sono paesi in cui a parità di altre caratteristiche la meritocrazia tende a essere più elevata mi potreste obiettare che comunque questo è un caso di un outlier molto netto un paese in cui la persistenza tra generazione molto alta eppure si spende tantissimo però nella media diciamo del comportamento di questi paesi tenderebbe a visualizzarsi una relazione tra i due fenomeni analogamente questo che cosa diciamo in verticale abbiamo sempre questa misura di meritocrazia in orizzontale abbiamo qual è l'impatto della istruzione dei genitori sulla formazione delle conoscenze dei figli che quindi ci dà una misura di come di quello che succede dentro le mura domestiche quanto conta in qualche modo la formazione all'interno della famiglia versus la formazione in qualche modo fuori dalla famiglia allora nei paesi in cui la formazione all'interno della famiglia a degli impatti più elevati sono anche paesi in cui poi misuriamo un grado di persistenza di minor mirò meritocrazia più alta quindi è un po come se giocassimo tra tra due elementi una formazione dentro la famiglia una formazione fuori dalla famiglia a seconda di dove scegliamo di collocare il nostro sistema di welfare otteniamo dei risultati diversi bene grazie daniele grazie a tutti voi che avete reso vivace la sessione
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