L’Italia e il suo ambiente
Incorpora video
L’Italia e il suo ambiente
La storia del nostro Paese è fortemente segnata dalle caratteristiche specifiche del suo ambiente: dalla modalità in cui nei secoli è avvenuta l’urbanizzazione allo sviluppo territoriale dell’industria, dalla costruzione delle catene alimentari alla cementificazione delle coste.
buongiorno buongiorno a tutti dalla sala dei vescovi del castello del buonconsiglio di trento e benvenuti a questa seconda giornata del festival dell'economia oggi a trento abbiamo il piacere di ospitare piero bevilacqua superiori d'acqua buongiorno rossore storico scrittore e saggista che ha iniziato ad occuparsi dei temi diciamo del rapporto tra ambiente economia e sviluppo sostenibile in tempi in cui queste questioni non erano diciamo ha fatto centrali nella nell'agenda politica del paese non c'erano festival che se ne occupavano e probabilmente non c'erano nemmeno folle di persone che scendevano in piazza per reclamare diciamo un ambiente il diritto ad avere in eredita un ambiente più sano e più pulito ma mi verrebbe da dire anche che forse nemmeno le coscienze individuali erano così sensibili come forse lo sono adesso una breve brevissima presentazione professore bevilacqua pensate che è del 1969 un suo scritto dal titolo agricoltura e capitalismo ma scorrendo la sua produzione letteraria sterminata oserei dire e ci sono troviamo diciamo titoli che sono che possono essere anche anticipato profondamente anticipatori del dei temi di cui parliamo oggi al festival ne cito uno per tutti la terra è finita del 2006 nel quale il professor bevilacqua si chiede cito cito testualmente quali sono le ragioni che hanno condotto ad una così grave alterazione della natura e dell'ambiente intorno a noi ecco le risposte possibili che professore fornisce o comunque le tesi sono tante disparate si va dalla questione demografica le bocche da sfamare sono sempre di più ma anche ad uno sviluppo molto potente della tecnologia e della scienza fino ad arrivare anche alla diciamo alla tesi che vede nel nella nell economia capitalistica una società che diciamo violenta quasi la natura e addirittura risaliamo nel tempo fino alla genesi quando addirittura si diceva che l'uomo era stato creato come uomo dominatore rispetto a tutti gli altri mali quindi le questioni di queste questioni si parla ormai da tempo e sono questioni che il professore bevilacqua affrontava in modo come dicevo molto approfondito già da molti anni e che sono ritornato egidio attualità sono di particolare attualità e di particolare importanza per un territorio come l'italia che è come dire strutturalmente fragile e delicato un territorio che negli anni è stato profondamente costruito e plasmato dall'uomo e dalle sue dalle sue fatiche un territorio in quelle le varie generazioni si sono prese cura della della terra delle regioni in cui vivevano ma che ora rischia l'abbandono e in cui le scelte di sviluppo industriale negli anni hanno condizionato in modo forse irreversibile la crescita ma forse sarebbe meglio dire la non crescita di alcune di alcune regioni in particolare del mezzogiorno ed è quello che vedremo ecco di queste cose in particolare il professore bevilacqua ci parlerà oggi nella sua lezione una lezione che so già essere molto ricca di materiale con tanta carne al fuoco e quindi io non mi dilungo oltre e gli cedo la parola prego professore buongiorno grazie buongiorno allora potete osservare quella immagine satellitare un pò stilizzata dell'italia dove appare in maniera marcata la presenza preponderante delle alture delle montagne a proposito di questa realtà potete leggere questa osservazione di meuccio ruini e del 1919 se il mare alzandosi di pochi metri ricoprisse quel golfo di terra che la valle padana l'italia sarebbe una sola grande montagna allora ruini ricordo è stato un grande come data del primo novecento molto attivo come tecnico all'interno del ministero dei lavori pubblici ed è stato anche nel secondo dopoguerra uno aveva partecipato alla alla costituente ed è stato anche ministro dei lavori pubblici questa osservazione oggi appare in maniera ambivalente per un verso è un ovvia constatazione cioè il fatto che l'italia è un paese prevalentemente collinare e montuosa sappiamo che l'ottanta per cento delle nostre terre e composta da colline e da montagne e quindi diciamo l'osservazione di ruini e serve a indicare sotto il profilo diciamo più generale che questo carattere prevalentemente montuoso del nostro paese comporta una difficoltà economica specifica vale a dire poche pianure e quindi poca possibilità di un'agricoltura avanzata moderna meccanizzabili e così via ma anche elevati i costi infrastrutturali non è la stessa cosa diciamo poggiare dei binari per costruire le ferrovie in un territorio pianeggiante o dovere affrontare la montagna e quindi doverla perforare con lunghi con lunghe gallerie i nostri i nostri diciamo padri della patria e soprattutto gli ingegneri civili all'indomani dell'unità d'italia dovettero constatare quale grande differenza di costi assistesse tra il costruire ferrovie nell'italia padana o lungo le valli pianeggianti o doverle costruire in calabria o in liguria che di dover attraversare l'appennino ecco oggi all osservazione di ruini però anche anche diciamo un sentore di profezia inquietante no per molti versi perché vedete se il livello dei mari lì è un'ipotesi per assurdo diciamo che che ruini avanza ma se il livello dei mari si alzerà secondo le previsioni espresse dal eyed peas si il comitato intergovernativo dell'onu che studia i fenomeni climatici se questa questa indicazione questa predizione se il livello dei mari si innalzerà secondo secondo queste indicazioni l'italia resterà una sola grande montagna cioè cesserà di essere un grande prospero paese industriale dobbiamo dobbiamo capire questo perché le industrie gli abitati gli insediamenti industriali i servizi e le infrastrutture viarie e ferroviarie sono tutte sono tutte collocate in quella in quella fascia di terra e lungo lungo le pianure e le valli litoranee e allora tutto diciamo tutta la ricchezza del paese la polpa è concentrata in questo ecco lo vedete tutta tutta la polpa del nostro paese la ricchezza è concentrata in queste esigue realtà costiere e pianeggianti e quindi si arriva se questa se questa profezia diciamo si avvera resterà soltanto soltanto l'osso allora io voglio farvi qui per rendere diciamo ai mei questa profezia una possibilità drammaticamente realistica vi farò un po di geografia è un po di storia del nostro del nostro territorio allora la prima cosa da dire è solitamente poco conosciuta perché è patrimonio dei geologi e la geologia e scienza allegretta in questo paese e che il nostro è un paese geologicamente molto giovane gran parte delle terre sono emerse non più di un milione di un milione di anni fa e vedete la questo comporta alcune inquietanti presenze per esempio noi ospitiamo ben quattro vulcani attivi e il vesuvio latina lo stromboli e vulcano ma la giovinezza la giovinezza e irrequieta e la giovinezza del suolo significa terremoti e noi ogni 100 anni nel nostro territorio si verificano cento terremoti di magnitudo tra 5 e 6 e ben 10 terremoti di magnitudo superiore a 6 queste sono dati forniti dall'istituto nazionale di geofisica di bologna all'interno di alcuni cataloghi dei terremoti che partono dalle tanti che arrivano all'età contemporanea che rappresentano i cataloghi e più ricchi completi affidabili di tutta la letteratura mondiale sui terremoti è davvero un vanto del nostro paese quanto hanno fatto questi questi geologi e vulcanologi e qui notiamo una cosa che va sottolineata cioè il fatto che questi cataloghi sono costruite sulla storia cioè noi conosciamo la la nostra struttura diciamo che l'unica la nostra mappa la mappa tellurica del nostro suolo grazie all'esame del passato alla ricorrenza nei secoli precedenti di questi fenomeni di questi fenomeni diciamo devastatori e la storia e magistra vitae una volta tanto no perché non è che c'è un'indagine che ci mostra dove sono i punti deboli del nostro il territorio lo dobbiamo alla storia è la storia la storia che insegna io sottolineo questo perché poi cercherò di dire che anche la vicenda storica del nostro territorio al di là dei terremoti dovrebbe insegnarci qualcosa per l'immediato e per il futuro naturalmente qui non mi soffermo su altri caratteri e disastrosi del territorio le frane non punterò a sottolineare diciamo come come anche i terremoti incidono sulla diciamo sull'instabilità di al suolo vorrei ricordare però un aspetto cioè i costi economici di queste ricorrenze no devastatrici nella nostra storia naturale civile non sono mai stati calcolati non vengono calcolati nella storia economica la stella economica degli storici dell'economia ha sempre trascurato diciamo di calcolare gli effetti sulla vicenda economica complessiva del paese di questi disastri ricorrenti che hanno significato morti distruzione di abitato di infrastrutture e così via e come se l'economia si fosse come dire è svolta all'interno di un sopra mondo del tutto astratto e lontano dal territorio allora devo ricordare e qui dalla geografia passa alla storia debbo ricordare che le poche pianure quel golfo di terra e naturalmente le pianure litoranee voli e vallive sono state sono state recuperate a una all'abitabilità umana a un'agricoltura prospera e naturalmente anche al processo di industrializzazione dopo millenni e secoli di bonifiche di lavori di bonifica allora pochissimi dati vi ricordo che la valle padana ancora nel medioevo era in larghissime zone ancora allagata molte abitati villaggi monasteri si raggiungevano in barca si raggiungevano in barca è stata necessaria per tutto il medioevo per tutto il basso medioevo l'opera dei benedettini i quali attraverso dei contratti e di facilitazione date assegnata ai contadini e contratti diciamo fissati con i contadini concedevano la possibilità alle famiglie rurali di risanare le terre e è di fare e di fare agricoltura si è trattata di un'opera che non ha mai conosciuto diciamo soste per che nell'età moderna sono stati gli stati preunitari a continuare a continuare quest'opera nella valle padana come come nel nel regno di napoli ma per darvi un'idea di questa avversità ambientale diciamo presenti nel nostro paese vi ricordo che nel 1865 raffaele pareto era il papà del più famoso noto economista vilfredo per conto del ministero dell'agricoltura condusse un'indagine sulle paludi in italia ebbene da quell'indagine risultò che ancora un miliardo un milione di ettari di terra era acquitrinosa e ben il 48 per cento di questi acquitrini erano concentrati nel mezzogiorno ma le terre in assoluto più impaludate d'italia erano le province di balls di bologna di ferrara di modena e di e di ravenna cioè che la bassa pianura padana era era ancora nel 1865 in gran parte è invasa dalle tagliati trini naturalmente questo disordine idraulico ha significato agricoltura estensiva e fragile e sporadica ma anche avversità la presenza umana perché lo debbo ricordare anche questo una pagina di storia dimenticata gli acquitrini significavano anche malaria significavano la presenza della malaria una endemia questa che ha condizionato pesantemente per secoli la produttività del lavoro umano il controllo del territorio l'abitabilità la struttura demografica perfino la struttura demografica e ricordo che la malaria non era insediata ascoltanto nel sud era presente con diversi gradi di intensità e di nocività nella bassa valle padana nella valle dell'adige nelle mare tirreniche nella costa laziale e poi naturalmente nel sud nelle isole soprattutto soprattutto in sardegna ancora a fine ottocento pensate morivano in media ogni anno di malaria 15 mila italiani ma questa è una cifra molto difettosa perché in gran parte non morivano per malaria morivano per altre malattie indotte dalla malaria che naturalmente debilitava gravemente il fisco morivano di polmonite di bronchite eccetera e questo potete immaginare morivano i lavoratori e quanto influiva quando influiva sulla produttività del lavoro complessivo degli italiani questa malattia che oggi siamo immersi nella pandemia vediamo quanto quanto diciamo incide sui costi economici sulla vita economica dell'intero paese una popolazione ammalata una popolazione che minaccia di ammalarsi voglio rendere onore in questo in questa occasione a franco bonelli uno dei più valenti storici dell'economia italiana che ha scritto un saggio secondo me magistrale negli annali della storia d'italia einaudi il quale nel 1966 su studi storici e non a caso dedicò un saggio il grande rilievo a questo problema il saggio si intitolava la malaria nella storia demografica ed economica d'italia dove dove bonelli mostrava quanto ha pesato sulla nostra storia economica questa malattia questa malattia mi ha stupito devo dire vedere i nostri virologi e medici presenti in televisione tutte le sere negare radicalmente ogni legame possibile tra la mortalità da compiti 19 elevatissima in lombardia e diciamo l'inquinamento di quell'area no cioè con una separazione tra malattie territorio che diciamo in italia dovrebbe suonare strana perché noi abbiamo avuto proprio a causa della malaria e lo sviluppo di una medicina soprattutto i medici provinciali del novecento molto attenta al al territorio perché la malaria era una malattia legata alle condizioni alle condizioni del territorio oggi limper specialismo della medicina ha negato ogni legame tra il morbo tra le patologie e diciamo è l'habitat in cui veniamo viviamo che è veramente paradossale no è uno dei caratteri di astrazione delle scienze contemporanee che hanno che hanno abolito l'ambiente dalla dalla loro dalla loro dal loro raggio diciamo visivo allora restando restando sempre alla storia devo aggiungere debbo anzi ricordare un un elemento di lungo periodo no un elemento di lungo periodo della nostra storia ma lari è uno di questi ma c'è c'è un aspetto interessante e qui voglio voglio ricordare una notazione che fernando rodel uno dei più grandi e storici del novecento nella sua magistrale opera sul mediterraneo e il mondo mediterraneo nell'età di filippo ii ha fatto questa osservazione dicebre del la l'agricoltura la nuova agricoltura agricoltura dell'età moderna conquistato i suoi nuovi spazi le sue nuove terre in maniera e con modalità diverse e nel nord europa e nell'area mediterranea nel nord europa l'agricoltura è avanzata è cresciuta attraverso diboscamento con l'abbattimento delle foreste invece nella nell'europa mediterranea gli agricoltori hanno guadagnato nuovi spazio alle colture attraverso i prosciugamento delle paludi attraverso le bonifiche una una verità ineccepibile io tuttavia i miei recenti mi sono accorto che in realtà brew del fotografava una spazzatura storica perché in realtà nell'area mediterranea e quando brodeur parla di harem aiuteranno si riesce soprattutto all'italia in italia i disboscamenti c'erano state già in età antica e avevano provocato un disastro avevano provocato un disagio e adesso di rho dirò anche perché vedete ci sono alcuni storici tedeschi che hanno parlato per il mondo antico di eco catastrofi cioè ci sono state le catastrofi legate al al diboscamento perché si di boss cava per gli usi civili per costruire casa eccetera e soprattutto per le flotte per armare le per costruire le imbarcazioni così via e questo aveva effetti diciamo effetti devastanti e d'altra parte devo ricordare che in italia soprattutto nel nostro mezzogiorno di boscato fino fino all'ottocento mille 1800 eccetera e quindi diciamo che continuato questa questa questa forma di sfruttamento di sfruttamento della montagna ora vedete chi devo fare l'osservazione che di cui di cui dicevo prima di boss care in italia e nel bacino del mediterraneo in genere non ha le stesse conseguenze che tipo scanu in francia e in germania o in spagna diciamo perché la montagna appenninica porta a valle quando è denudata materiali franosi che finiscono con lo street e il corso dei fiumi finiscono con arrivare a valle e impedire che le anche arrivino alle foci naturalmente quindi credono nei piani nella valle impaludamenti e disordine e disordine idraulico perché la montagna mediterranea e il nostro appennino anche per la sua composizione geologica per la sua giovinezza eccetera esposta al clima mediterraneo cioè a pioggia intensa e violente ea estati molto calde che alterano gravamente gravemente la composizione delle rocce e la rende le rendono sgretola bill e ai fenomeni ai fenomeni atmosferici quindi ecco noi d'altra parte io ricordo che ho citato avvocato in maniera molto rapida gli storici ambientali tedeschi ma anche il nostro lucio gambi uno dei maggiori geografi del del secondo novecento ricordava che il diboscamento della sila è iniziato coi romani alla sila ma si sa la calabrese ma quindi nel quello quello che rode le diciamo attribuisce alla all'europa del nord era stato anticipato era stato anticipato in in italia allora diciamo da questo insieme di notazioni da questa questo rapidissimo escursus geografico storico emerge una cosa molto importante e cioè che l'italia le popolazioni italiane hanno dovuto ricostruire il proprio habitat lo hanno dovuto ricostruire perché non era dato no quando parliamo della germania della francia parliamo di grandi pianure e soprattutto non parliamo di una montagna eccoli si può vedere di una montagna soprattutto guardate la calabria nel caso forse più estremo di una montagna così vicina al mare no per cui le acque che precipitano a valle hanno hanno una forza e una lenza speciale perché arrivano subito e in pianura e nella valle non accade come diciamo in altri paesi dove le montagne sono no sono poi diciamo seguite da pianure molto lunghe in cui le acque possono naturalmente fruire in maniera meno meno meno rovinosa allora noi abbiamo dovuto costruire un territorio salubre e adeguato all'abitabilità umana adeguato a un'agricoltura moderna agli insediamenti industriali alle infrastrutture viarie e ferroviarie e importante stabilirlo perché questo significa che tutta la nostra economia è tutta la nostra società poggia su un'impalcatura artificiale e la seconda natura in qualche misura di cui parlava goethe no osservando osservando le rovine le rovine del mondo del mondo romano pensate per darvi un'idea di che cosa ha significato di che cosa è questa questa seconda natura di che cos'è questa impalcatura artificiale e di quello che è costato anche alle popolazioni a fine ottocento c'erano ancora nell'italia padana ingegneri idraulici i quali sostenevano che il po così come loro lo conoscevano era una costruzione umana il po prima era una massa d'acqua disordinata che si espandeva per migliaia di chilometri quadrati e solo l'opera paziente lunga secolare di regimazione delle popolazioni ne aveva fatto un corso unico pensato il nostro maggiore fiume è un fiume costruito è un fiume costruito allora queste considerazioni ci portano a una a una formazione obbligata cioè l'italia è necessitata a mantenere questo equilibrio artificiale costruito nel set siamo obbligati e siamo obbligati a una manutenzione costante del territorio una manutenzione costante del territorio questo significa e ritorniamo alla frase di meuccio ruini e alle prospettive dell'organismo della ips6 dell'organismo intergovernativo dell'onu e cioè che se lo scioglimento dei ghiacciai continuerà con questo ritmo diciamo la la valle di terra e le pianure e litorali e saranno saranno sommerse questo significa allora che noi non possiamo guardare più all'appennino e alle aree collinari e montuose come un territorio residuale come oggi facciamo queste sono le cosiddette aree interne dove nascono sempre meno bambini ci sono sempre più persone anziane si spopolano progressivamente i paesi si abbandonano boschi agricolture terre e questo non ce lo possiamo permettere le aree interne le colline e le montagne rappresentano delle aree strategiche per il nostro futuro dove noi dobbiamo impiantare economie dove noi dobbiamo piantare economie nonno per diciamo immaginando utopisticamente delle possibilità diciamo fantasiose perché per per millenni per secoli la nostra è stata prevalentemente un'agricoltura al collinare collinare e montuosa l'italia è diventato anche un grande paese ha sviluppato la più straordinaria ricca agricoltura del pianeta perché vedete la l'eccellenza alimentare del nostro paese finalmente riconosciuta a livello a livello mondiale deriva dalla grande varietà dei prodotti agricoli che i nostri coltivatori sono riusciti a produrre e questa è legata per un verso la geografia cioè alla varietà degli habitat che sono diciamo collocati nel lungo lo stivale nelle isole pensate dalla dalle alpi sino alla sicilia noi abbiamo una varietà straordinaria di climiti e qualità delle suole di regime pluviometriche così via e poi naturalmente c'è la storia sapete l'impero romano è la prima grande globalizza sono agricola della nostra storia perché i romani ritornando che hanno avevano occupato gran parte del mondo occidentale e orientale ad allora portavano hanno portato in italia e le avevano acclimatate le piante di tutte le agricolture diciamo dei paesi conquistati per cui noi ci ritroviamo con un patrimonio botanico immenso a cui si sono aggiunte poi aggiunti il patrimonio degli arabi nel medioevo è infine quello americano dopo le scoperte delle americhe patate pomodori granturco eccetera eccetera che sono hanno arricchito se sono per fini fichi d'india diciamo impossibilitati certamente a crescere in germania o in olanda o in francia e noi nel nostro territorio sono te chi ti quindi noi abbiamo noi abbiamo una una opportunità straordinaria abbiamo un'opportunità straordinaria e devo dire devo dire che qui occorre che sia cambiata la politica agricola comunitaria la pac cioè bisogna bisogna non è possibile premiare in maniera diciamo sommaria diciamo sostenere l'agricoltura sulla base della della superficie aziendale dei singoli imprenditori bisogna bisogna premiare i contadini che stanno sulla terra perché operano un presidio territoriale controllano il suolo lo difendono difendono il paesaggio svolgono una funzione importante io io credo che bisognerà assegnare un reddito di base a chi resta in campagna nelle colline del nelle montagne perché queste figure svolgono un ruolo prezioso che diventerà sempre prezioso man mano che noi avremo problemi nella gestione delle terre delle terre di pianura ora io vorrei vorrei approfittare è qui lamenta anche il fatto consente questa notazione politico cronachistica nel recovery fund non si parla minimamente di di territorio non c'è una parola riferita al territorio eppure e l'avete visto il territorio la salute del territorio un equilibrio artificiale ci ha consentito di diventare un grande paese industriale ricco e moderno quale noi quale noi siamo e questo è veramente grave ora approfitto dei diciamo questa di questa coda del della lezione per mettere in evidenza un problema specifico vedete si parla tanto di riconversione ecologica un'espressione di moda ma che torna anche utile e noi abbiamo un grande problema di riconversione intanto industriale e poi più generalmente ecologica bisognerebbe dire per la verità riconversione ambientale ecologica si riferisce alla disciplina la scienza la conoscenza pensiamo pensiamo alla alla industria dell'italia meridionale soprattutto alle industrie petrolchimiche non mi riferisco soltanto poi a taranto industria siderurgica di taranto eccetera il discorso su tanto dovrebbe essere è un discorso un po a parte perché questa città aveva aveva una tradizione industriale con l'arsenal è già a fine ottocento eccetera mi riferisco ai siti di brindisi di manfredonia di gela di siracusa di porto torres eccetera cioè a località che con ogni evidenza avevano una vocazione economica diversa da quello di diventare sede di dossier petrolchimiche ora io dico con grande onestà che quando si trattano questi temi si rischia l'anacronismo cioè si rischia di pretendere dai protagonisti del tempo un atteggiamento ambientalista che non potevano avere no perché la cultura del tempo era quella che era poi quando si parla di mezzo al giorno bisogna onestamente tenere conto anche della grande fame di lavoro no che c'era in quelle terre in quelle regioni che ahimè c'è ancora più drammaticamente di prima e per certi aspetti allora tuttavia bisogna fare per quanto possibile una sede come questa è una storia più più completa e una storia più accurata perché vedete se è comprensibile che a bagnoli diciamo agli inizi del novecento si impianta spagnoli un posto geograficamente e paesaggisticamente fra i più belli del nostro paese che nei primi del novecento si instaurasse si stabilisse una un'industria un'industria siderurgica ma nel secondo dopoguerra e esistevano esistevano culture esistevano culture che si contrapponevano alla visione dominante della diciamo dell'industrializzazione che alla fine si è affermata perché vedete nelle nel secondo dopoguerra subito dopo il 1957 quando dopo il programma di infratture infrastrutturazione avviato dalla cassa per il mezzogiorno si è passata direttamente allo sviluppo industriale delle regioni meridionali e passata una concezione che non è stata felice cioè quella di diciamo calare dall'alto nel territorio meridionale delle grandi e dei grandi complessi industriali dei nuclei industriali dei poli dei poli industriali con diciamo l'intenzione con la speranza che da quei poli partisse in maniera molecolare spontanea una diffusione in senso e di trasformazione industriale del territorio questo non è avvenuto si è parlato si è parlato poi giustamente di cattedrali nel deserto perché queste aree che certo hanno avuto anche loro rilievo hanno creato occupazione hanno portato alcune novità anche culturali all'interno di tante regioni tuttavia sono rimaste delle isole non hanno prodotto una diffusione ne diciamo di carattere economico nè di carattere sociale e culturale allora noi ci dobbiamo chiedere ma in quell'epoca esisteva una visione alternativa a quella di un'industrializzazione dell'al dall'alto cioè quello di portare una nuova economia forzando diciamo le culture locali e imponendo un modello un modello di sviluppo dall'altra ebbene devo dire devo dire di sì esisteva una cultura alternativa vedete nelle negli anni negli anni 50 e 60 mentre era fine 50 e soprattutto anni 60 e poi ne statale mentre era in corso o questa questa industrializzazione dall'altra nell'italia meridionale c'erano alcuni gruppi politici e qui devo dire i gruppi del partito comunista italiano soprattutto il gruppo un altro napoletano con generato chiaramonte george amendola la rivista cronaca e meridionale che si contrapponeva a a un'altra importante rivista meridionale nord e sud rosario romeo e altri diciamo grandi personaggi e grandi studiosi i quali invece sostenevano la necessità di una di una forte industrializzazione e accusavano i comunisti di allora di essere degli agrari sti cioè dei fautori dei fautori dell'agricoltura perché come sostenevano i comunisti italiani i quali devo dire avevano anche delle ingenuità nelle loro posizioni a volte c'era c'era della ideologia e soprattutto non avevano la benché minima diciamo preoccupazioni di carattere ambientale questo non esisteva nell'orizzonte della loro cultura tuttavia tuttavia avevano una posizione giusta che oggi appare moderna avanzata da dire la necessità che il mezzogiorno si industrializzate senza ripercorrere le stesse strade del triangolo industriale ma valorizzando l'economia agricola quindi una industria di trasformazione un'industria di trasformazione alimentare che non facesse concorrenza all industria del nord e naturalmente non creasse i problemi sociali loro non parlavano appunto di problemi ambientali i problemi sociali che nel triangolo industriale erano sorti al momento del boom vi ricordate i problemi della casa a torino a milano ea genova grazie anche i conflitti che che ne erano che ne erano succeduti eccetera e quindi diciamo questi questi dirigenti politici puntavano puntavano su una economia che sfruttavano lo diciamo oggi diciamo con un di più di consapevolezza i saperi locali il saper fare locale in maniera tale che dalla diciamo dalla capacità produttive tradizionali emergesse un'attività industriale di tipo nuovo di tipo moderno e capace di irraggiare si su un territorio in maniera vasta in maniera che diciamo le attività produttive non destassero delle cattedrali nel deserto ebbene noi possiamo dire oggi che in fondo possiamo portare a sostegno di questa tesi che è stata battuta che è stata sconfitta e che non si è realizzata possiamo portare sostegno l'industrializzazione della the r's italia alla di reindustrializzazione delle marche dell'umbria della toscana del veneto cioè di quelle regioni del centro nord italia dove non c'è stata l'industrializzazione del triangolo industriale di torino milano e genova ma è nata una nuova economia fondata sulla piccola e media industria legata al territorio legata alle culture locali legata alle strutture e ai saperi e alle tradizione di queste di queste regioni ed è e damon a una un tipo di industrializzazione che è stata studiata a livello internazionale presa a modello e una sorta di miracolo una un'industrializzazione tutto sommato a basso impatto ambientale e nel mezzogiorno questo poteva poteva verificarsi se si fosse scelto un'altra strada se se se diciamo le classe dirigente avessero avuto anche una visione più lungimirante del territorio pensate noi abbiamo assistito ad un fatto oggi dimenticato e cioè la piana di gioia tauro la piana di gioia tauro doveva ospitare una nuova industria siderurgica e per fare è posto a questa industria altamente inquinante sarebbe stata furono abbattute migliaia e migliaia di ettari di una delle agricolture più ridenti e prospere del nostro paese grazie al clima straordinaria dello straordinario della provincia di reggio calabria oggi oggi c'è un porto certo un porto importante ma che non è decollato come si sperava che soprattutto non pare abbia irrorato nuove economie in quella provincia tanto meno in quella in quella regione quindi io credo io credo che su quel fallimento storico noi oggi dovremmo ritornare tanto più che oggi l'agricoltura non è più diciamo semplice produzione di beni agricoli l'agricoltura è una attività economica multifunzionale no perché ad essa si associa si associa il turismo si associa l'enologia sostanza la ristorazione l'alimentazione addirittura anche le attività didattiche grazie alle fattorie didattiche oppure diciamo la cura dell'antica tutta una serie di attività che fanno dell'agricoltura un centro dell'azienda agricolo fanno un centro di servizi i servizi avanzati senza dire quello che ho già sottolineato prima vale a dire la protezione del suolo del territorio del paesaggio e della bellezza del delle nostre campagne e della senza considerare visto che siamo diciamo in in una fase di crescente riscaldamento climatico ricordo che il verde la campagna un mitigatore queen climatico e il verde protegge protegge dalle dalle fenomeni e dai fenomeni violenti a cui siamo ormai sempre più continuamente sottoposti a allora anche il mezzogiorno oggi potrebbe secondo me conoscere una nuova una nuova via una rinascita straordinaria puntando puntando su un'agricoltura di tipo nuovo no un'agricoltura di qualità perché tra l'altro dove posso soffermare ma oggi ci sono dei prodotti come il sesamo il lino la canapa eccetera che fanno parte non solo di una nuova farmacopea pensiamo alla lo è in questo caso no che entra anche nella cosmetica nella cosmetica biologica e sempre più destinato ad affermarsi ma diciamo si tratta di prodotti salutistici che hanno un mercato remunerativo e crescente diciamo ricco ricco di prospettive per cui l'agricoltura rappresenta rappresenta una possibilità economica non trascurabile certo no no no non sarà la produzione di computer e tuttavia questo legato legato al turismo legato ai servizi legati a tutta una serie di altre attività può configurare un tipo di crescita economica del mezzogiorno che salvaguardia nello stesso tempo il clima è l'habitat e la salubrità e la salubrità ambientale bisogna naturalmente naturalmente crederci bisogna bisogna puntare ma bisogna fare anche uno sforzo questo lo dico ha detto bisogna fare uno scorso con la nostra gioventù naturalmente non è che possiamo aspettare che i bambini diventano nuova classe dirigente perché i tempi i tempi del clima sono molto stretti ma non è possibile che in un paese come il nostro che deve tutto alla alla diciamo alla costruzione artificiale del territorio la geografia sia scomparsa delle scuole che nessuno nessuna italiana a meno che poi all'università non scelga di fare geologia agronomia o ingegneria civile nessuno nessun nessun giovane nessuno diciamo nessuno cittadino italiano si possa formare nel corso dei propri studi un minimo di idea su qual è la storia del nostro territorio e qual è la sua drammatica vicenda e non è possibile perché allora torniamo politici e dirigenti che continueranno ad ignorare questo immenso patrimonio questo questo diciamo lascito straordinario che è frutto del sacrificio e immenso di di tante generazioni e che però ci offre anche tante grandi opportunità grazie professore allora abbiamo circa 10 minuti per magari una o due domande molto brevemente lei ci ha parlato ci ha fatto un excursus di cui ci ha parlato di storia di geografia di sviluppo industriale di tutela idrogeologica del territorio che è stata fatta male bene insomma ci sarebbero tanti argomenti da approfondire e ci ha parlato sostanzialmente di un grande cantiere che ha l'italia no che va avanti da tanti da da tanti anni i cantieri come si sa per andare avanti bene possibilmente hanno bisogno di risorse lei ha citato prima recovery fund è una un'occasione unica straordinaria e forse irripetibile per avere risorse come dire inattesi da spendere sul nostro territorio lei ha detto che insomma non è che come dire non si parla proprio di territorio nella conversione quindi non è particolarmente ottimista rispetto all'utilizzo in questa chiave di quelle risorse però se dovessimo noi se lei dovesse dare un suo consiglio una mettere sul tappeto un'idea da consegnare magari domani al premier conte che sarà in collegamento è con noi e da dove da dove bisognerebbe partire per utilizzare una parte di queste risorse nell'ottica di una tutela del territorio e per mantenere in piedi in questo cantiere ma guardi io io credo che si potrebbe fare un'operazione politicamente difficile per le condizioni del governo e della situazione italiana ma noi noi mandiamo via migliaia di giovani che provengono soprattutto dall'africa e magari li costringiamo a vivere illegalmente come schiavi nelle bidonville no intorno alle nostre città a fare i braccianti ma tanti di questi giovani se aiutati se aiutati potrebbero costituire delle cooperative e coltivare le terre che sono abbandonate nelle aree interne lo potrebbero fare subito ci sono tante aree abbandonate e non solo naturalmente del mezzogiorno ma è nell'est e d'italia alcune sono demaniali alcuno sono di proprietà comunali altre sono private sono abbandonate eccetera occorrerebbe una grande operazione di recupero e tra l'altro ci sono patrimoni abitativi straordinari in abbandono cioè casi palazzi eccetera che potrebbero essere restaurate diventare sedi di centri di ricerca e centri studi biblioteche cioè c'è da diciamo far rivivere un pezzo d'italia perché io credo credo molto alla al fatto che la manutenzione quotidiana degli abitanti può fare molto di più del cantiere ma il cantiere si fa laddove esiste una situazione drammatica le frane eccetera per intervenire sui disastri ma in realtà bisogna essere sul luogo e giorno per giorno diciamo riparare un muretto no ripulire un bosco e così via e questo lo si fa con con l'economia no no con noi i trasferimenti basterebbe poco già già un reddito di base una specie di premi ai giovani che vanno a lavorare per rendere dare loro un minimo di sicurezza di non fallire farebbe farebbe la differenza perché tanti giovani hanno voglia di misurarsi in questa è una sfida cioè andare andare oggi in campagna se fosse diciamo un'idea dentro un progetto più generale di salvaguardare l'intero ambiente italiano cioè mai ea produrre ne vai a a trovare un aiuto per te ma vai anche a fare una grande opera di salvezza del nostro habitat nazionale allora dentro dentro questo orizzonte sia i giovani immigrati preparati naturalmente acculturati minimamente io pero ho sempre pensato a un grande spreco noi abbiamo delle competenze organizzative per la costruzione di cooperative insediate in emilia romagna una grande tradizione cooperativistica che potrebbe essere impiegata molti tecnici molto bravi manager dirigenti potrebbero essere chiamate è messo al lavoro per organizzare queste cooperative utilizzando i tanti giovani che noi cacciamo via mentre la nostra popolazione invecchia mentre e ci sono più morti che vivi ogni anno in italia come pensiamola questo però professore è un cambio culturale a cui siamo pronti secondo lei e bisogna no non siamo pro però esistono esistono diciamo a macchia di leopardo come si dice zone esiste anche un ritorno alla terra di tanti di tanti giorni dovrebbe diventare dovrebbe diventare un mainstream e culturale anche come dire pubblicitario siamo più messaggi da un messaggio generale un messaggio generale che anche il governo potrebbe potrebbe fare perché perché quelle sono aree le pen si pensi solo all'articolo allevamento allevamento di volatile eccetera tra l'altro io ho visto alcune realtà dell'appennino ma poi tutte le zone le zone diciamo nonno vocate all'agricoltura possono essere riempite di pannelli solari produrre energia e invece sono terre vuote abbandonate dove non si produce nulla allora andare andare verso verso la collina andare verso la montagna dovrebbe essere un messaggio per preparare per prepararsi anche nell'eventualità che tra 70 anni noi non potremmo stare nelle pianure certo che saranno ci sarà l'acqua questo è il questa prospettiva va bene il professore noi siamo siamo in orario abbiamo abbiamo occupato in maniera molto intensa e molto densa questo questo spazio e che ci è stato dato dagli organizzatori io la ringrazio molto per la sua lezione per questo excursus come dicevo prima a 360 gradi sulla nostra italia sul territorio e su come anche siamo sulle opportunità che abbiamo avuto e le tante opportunità che abbiamo anche perso nel corso nel corso degli anni e io la saluto e la ringrazio del suo intervento e mi fermo qui auguro a tutti un buon festival buona giornata grazie a voi arrivederci
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}