L’India, leader nella crescita economica e demografica
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L’India, leader nella crescita economica e demografica
I temi affrontati nel panel hanno riguardato una serie di questioni complesse e attuali relative al ruolo e alle relazioni dell'India nel contesto globale. È stato discusso, ad esempio, il desiderio dell'India di assumere un ruolo di leadership nel Global South, nonostante le sfide nell'identificare il concetto di Global South come un'entità geopolitica ben definita.
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sempre interessante, c'è la Cina tanti amici, qualche nemico nessun alleato, questo valeva anche i tempi del Congress non solo del BJP, però fa politica andando, ho partecipato ai Raisina a una trilaterale a Delhi, andando lì la Nemesi cinese la Nemesi per l'India e la Cina spinge l'India in realtà ad essere molto ma sempre più vicina agli Stati Uniti e al fonte occidentale d essere sempre più protagonista nell'area dell'Indo Pacifico com'è questa presenza di superpotenza ma credo che siano già aperti sì, grazie si sente, perfetto intanto buongiorno a tutti naturalmente cercherò di definire un pochino il ruolo dell'India a livello internazionale nei confronti della Cina, in rapporto agli Stati Uniti in rapporto alla Russia, perché sono questi i giocatori poi direi anche il secondo piano il Giappone che è molto importante per quel che riguarda i rapporti con l'India perché l'Asia è un luogo di triangolazioni molto interessanti al di là di quelle che sono apparentemente le alleanze importanti che sembrano naturalmente allinearsi in modo binario Cina, Stati Uniti le uniche due superpotenze bbene poi c'è tutto un gioco di medie potenze che in realtà cerca un proprio spazio, un proprio ruolo allora rispondo subito alla tua domanda ma l'India si propone come leader del Global South a prescindere appunto che dovremmo definire che cos'è il Global South poiché nel Global South ci sono interessi diversi tuttavia devo dire che in questo è stata già preceduta dalla Cina la quale porta avanti una politica dichiaratamente multilaterale poi possiamo andare a esaminare che cosa significa per i cinesi multilateralismo che forse è qualcosa di diverso dal multilateralismo che noi pensiamo in occidente in ogni caso è vero quello che tu dicevi l'India è un paese indiano che in fondo sembra allinearsi più con gli Stati Uniti ma solo perché come lo stesso Ministro degli Esteri Indiani ha dichiarato l'India è un paese internazionalista in questo quindi ha un cote come dire di similitudine se vogliamo con gli Stati Uniti questo naturalmente nel concetto tuttavia le prezze dell'India che tu prima rilevavi sono importanti perché la Cina ha sconfitto la povertà estrema l'India no e questo è ancora un dato che fa pensare come la Cina ha province molto diverse fra loro con dialetti, lingue diciamo dialetti tra loro questo è tanto più vero in India sappiamo che ci sono delle differenze enormi tra uno stato e l'altro detto questo allora come questo grande norme paese che effettivamente dal punto di vista diciamo numerico di popolazione è l'unico al mondo che ha lo stesso peso della Cina come si propone sullo scenario internazionale in fondo è vero che c'è una linea di continuità col passato nero e così via venendo avanti come storico devo ricordare che negli anni 50 c'era la conferenza dei paesi non allineati che iniziò con la conferenza di Bandung e poi questi paesi che erano numerosi appunto fra cui c'era India la vecchia Jugoslavia di Tito sì non si erano allineati ma avevano delle simpatie perché il rapporto dell'India con la Russia è antico perché l'India di Nero e successivamente diciamo la dinastia indira Gandhi e così via hanno sempre seguito una politica che almeno all'epoca di Nero ra socialismo fabbiano lo chiamiamo così quindi dare una grande importanza all'industria di stato questo viene considerato da molti economisti oggi come dire un lassito che è anche un difetto dell'organizzazione conomica del sistema economico indiano ormai sono tre decenni che in India si è liberalizzato si dà molta importanza all'industria privata ci sono grandi gruppi all'industria privata però certi residui del passato non si possono cancellare e questo secondo alcune analisi ha lasciato il paese con delle difficoltà dal punto di vista dell'organizzazione economica Modi si presenta sulla scena internazionale dicendo che lui ritiene che non debbano esserci schieramenti contrapposti perché di fatto siamo un'unica umanità, abbiamo interessi unici dobbiamo lottare contro cambiamenti climatici, pandemie e così via quindi non ci deve essere una contrappostia perciò sceglie una politica che qualcuno definisce ambigua altri la chiamano ancora di non allineamento ma in realtà io preferisco la definizione che mi sembra più puntuale di paesi che sono allineati con tutti ogni allineamento perché l'India è presente sia nelle istituzioni multilaterali che fanno capo a Pechino sia in quelle che fanno capo a Washington più gioca diciamo le sue carte a latere anche con il Giappone con cui ha fatto da poco mi pare a marzo un accordo molto importante per quel che riguarda la cooperazione, l'economia anche la difesa, la sicurezza più correttamente ma c'è stato anche un incontro a margine della conferenza sulla sicurezza di Moraco fra la Cina, i representanti cinesi e indiani che hanno deciso di ritrovarsi la prima volta dal 2019 per parlare di sicurezza. Non è il quadro così semplice l'Africa è sicuramente uno scacchiere su cui Cina e India giocano ma questo risale a molti secoli a dietro le comunità indiane di mercanti presenti sulla costa orientale dell'Africa sono antiche i cinesi hanno con l'Africa un rapporto anch'essi molto, diciamo, datato fra virgolette io ricordo di aver visto dei documenti dichiarazioni di Enrico Mattei il fondatore dell'ENI in cui Mattei spiegava ai funzionari ad altri funzionari americani come i cinesi fossero assolutamente presenti in Africa i cinesi riuscivano a vendere le loro mercanzie a basso prezzo quindi ottenevano valuta estera che poi incameravano quindi stiamo parlando degli anni 50 la storia conta quali sono i rapporti antichi tra la Cina e l'India perché se l'India vuole essere un paese non allineato anche se è incline agli Stati Uniti vuoi perché è una ancora democrazia diciamo ancora con qualche riserva scusa ho detto India? se vuoi poi parliamo anche di questo ma io stavo pensando adesso al fatto che ci sono in discussione delle leggi che limitano di fatto la cittadinanza dei musulmani in India ma i musulmani in India sono 200 milioni quasi quasi quanto gli abitanti dell'Indonesia che è il primo paese musulmano del mondo questa politica di modi che vuole riscrivere la storia dell'India nel senso sui libri di storia quello che poi i ragazzi imparano a scuola d è una pratica che ama anche Putin in un altro luogo solo per citare due nomi famosi perché abbiamo fatto anche noi a suo tempo in Italia voglio dire vuole riscrivere un po' la storia liminando, cancellando il ruolo storico della cultura musulmana in India ma questo è un capitolo enorme perché dobbiamo parlare del Bangladesh se invece ai rapporti dell'India con Cina e Stati Uniti allora prima la collega diceva importantissimo il ruolo dell'Unione Europea in India con il Global Gateway sì, però Biden ha siglato un accordo nel maggio 22 quindi pochi mesi dopo l'inizio della guerra in Ucraina con l'India un accordo fondamentale perché i settori privati di entrambi i paesi rafforzino l'industria dei semiconduttori in India si creerà un ecosistema per la produzione di semiconduttori in India ci saranno opportunità spaziali commerciali di collaborazione soprattutto sui computer ad alta prestazione perché in India ci sono moltissimi giovani ingegneri io ho trovato dati diversi ma forse voi potrete confermarlo comunque quando parliamo dei laureati in ingegneria ogni anno in India siamo o dal mezzo milione al milione e mezzo, non so quale di due sia il più corretto in ogni caso sono quantità che noi in Europa non riusciamo neanche a comprendere nel senso latino della parola proprio sono enormi per noi quindi è un accordo che è più difficile rispetto alla quantità di popolazione perché come dicevi tu è una popolazione giovane poi l'altro accordo importante sottoscritto dagli Stati Uniti con l'India del gennaio 23 d è proprio stato siglato un accordo hanno stabilito una tabella di marcia per la cooperazione industriale nel settore della difesa per creare e produrre nuovi motori a reazione munizioni, strumenti di sicurezza marittima sistemi di intelligence, sorveglianza e ricognizione tutti strumenti ad alta tecnologia con intelligenza artificiale che sono fondamentali e cruciali per la sorveglianza di quel lunghissimo confine fra India e Cina perché i due paesi hanno un confine enorme non solo ma anche per rivolte interne per la sicurezza in generale forse adesso è bene che mi fermi ancora un minuto, ok il rapporto con la Russia quindi l'India è incline a appoggiarsi sugli Stati Uniti perché in questo momento sono il paese con la tecnologia più avanzata e l'India vuole raggiungere l'autosufficienza tecnologica questo è il suo obiettivo strategico il rapporto con la Cina è sì di contrapposizione ma l'India cerca di evitare scontri con la Cina vediamo come si è comportata non condannando splicitamente la guerra in Ucraina cerca di non infastidire il suo vicino potente per quel che riguarda la Russia abbiamo fatto un grande fornitore di armi all'India, il primo fornitore di armi ancora oggi anche se dopo la guerra in Ucraina ha ridotto notevolmente l'export verso l'India di armi e lo ha aumentato ben di più verso la Cina però il secondo esportatore di armi in India almeno l'anno scorso è stata la Francia che ha preso il posto degli Stati Uniti quando parliamo di commercio di armi noi vediamo come la Cina si muove in poche parole prima della pandemia l'India importava 10.000 barili di petrolio russo al giorno oggi ne esporta quotidianamente 1.600.000 ambasciatore, ci diamo del tuber per dirla come trotto è quasi come se avessimo fatto insieme il militare a Culeo in tutti questi anni venendo in India ho sempre avuto la sensazione già andando anche in altri paesi che gli imprenditori italiani avessero sempre qualche reticenza nell'investire in India mentre preferivano di Garlunga e Rattorno più facilitato investire in Cina forse anche perché la Cina era più aperta dal punto di vista industriale ma molto più chiusa in India invece c'è una catena di poteri ora però sta cambiando qualche cosa secondo te soprattutto dopo la caduta di un paio di ostacoli importanti la crisi dei Due Marò, Sonia Gandhi l'origine italiana non era un facilitatore per gli imprenditori italiani ma anzi era una questione politica molto sensibile c'è stata la visita di diversi primi tu vedi qualche cambiamento, qualche interesse maggiore degli imprenditori italiani in India oppure è come prima ancora? Sì grazie Hugo e saluto i relatori il pubblico presente io la metterei così, intanto gli imprenditori italiani hanno seguito più o meno il comportamento degli imprenditori europei perché in India tanto per dirne una l'Italia esporta più della Francia che pure è un partner strategico dell'India devo dire l'interscambio negli ultimi anni è cresciuto enormemente, è cresciuto da 9 miliardi prima del Covid da 15 miliardi del 2021 detto questo siamo ben al di sotto ovviamente del potenziale di integrazione tra i due sistemi produttivi uropeo parlo e indiano teniamo conto di una cosa si propone come una piattaforma manifatturiera globale però ha molta strada davanti ancora perché il peso della manifattura nell'economia indiana è ben al di sotto di questa ambizione quindi io penso, parlando dell'Italia ma anche della Germania ancora di più che se vogliamo integrare i sistemi produttivi in una riorganizzazione delle catene del valore c'è ancora molta strada da fare c'è un potenziale perché la manifattura europea ha tecnologia molto avanzata ha sistemi produttivi molto innovativi penso che possano combinarsi un'esigenza dell'India di crescere la manifattura non soltanto per il mercato interno ma anche con ambizioni con altri paesi si è parlato del Global South e la manifattura europea come pure riprendendo una parte del discorso di Stefania Benaglia quando si parla di connettività di standard, di tecnologie quando si parla di transizione energetica perché questa è la vera sfida dell'India da qui al 2050 al 2070 l'India sarà uno dei paesi più impegnati nella transizione energetica nella transizione energetica noi abbiamo tecnologia sistemi, esperienza, expertise da vendere perché siamo stati il continente che si è posto prima il tema del cambiamento climatico le nostre imprese stanno introducendo innovazione non ancora abbastanza perché sappiamo che su alcuni settori noi dipendiamo ancora molto dalla Cina però il potenziale e le capacità che abbiamo sia sulla connettività che sulla transizione energetica sono molte ora sulla connettività vorrei dire, importantissimo il gateway teniamo anche conto che il privato si sta già muovendo perché il più grande cavo di connessione in Europa e l'India lo stanno portando avanti una società italiana che è Team Sparkle, Google è una società umanita insieme al Catel allora ci sono già dei segnali in questo senso c'è un interesse accresciuto delle imprese naturalmente quali sono gli ostacoli da superare? Dovremo integrare di più i mercati e dovremo favorire di più i flussi di merce e di investimenti tra Europa e India in corso un negoziato come sapete per l'accordo di libero scambio un negoziato per la protezione degli investimenti un negoziato per le denominazioni d'origine tutto questo è partito l'anno scorso i tempi sono stretti, stiamo cercando di accelerare però io vorrei segnalare un elemento di cui ancora non si parla molto nella stampa economica si è creato il consiglio per il trade e la tecnologia per il commercio dell'economia questo può essere uno strumento fondamentale che si fa in questo senso tra Europa e Stati Uniti un consiglio tra trade e tecnologia significa che noi abbiamo uno strumento per promuovere investimenti in settori tecnologici avanzati anche in una logica di diversificazione delle innovazioni tecnologiche dimessa a fattore comune di alcuni aspetti di ricerca siccome la transizione energetica è la sfida per l'Europa e per Livia quando parliamo di smart grid quando parliamo di idrogeno abbiamo tanto da poter condividere e promuovere con Livia con tutte le sfide del caso io penso che per l'India una delle maggiori questioni sarà come riesce a superare un certo chiusura del mercato che c'è stata fino adesso però c'è una volontà, alcuni accordi li hanno firmati con l'Australia, con gli Emirati Arabi questo secondo me determinerà molto anche una maggiore focalizzazione della comunità d'affari non solo italiana ma europea perché la consapevolezza che l'India è la potenza economica in prospettiva c'è e i dati sono quelli che hai detto tu ma potrei anche aggiungere che l'ultimo anno l'Inte è stato l'unico paese che è cresciuto il doppio della crescita mondiale l'Inte è cresciuta attorno al 7% quindi è chiaro che i dati sono questi ha superato la confusione della Cina ha un volume di investimenti, e questo è un dato molto significativo di 500 miliardi di dollari l'anno è una cifra enorme devo dire che nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia anche il ritmo di implementazione dell'infrastruttura sta migliorando negli ultimi tempi l'Inte è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono accumulati nel tempo per le procedure, per una certa burocrazia è una cifra enorme nonostante i ritardi che si sono 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rispetto alla Cina, ma qual è la posizione, tu che vivi a Bruxelles, puoi sapere meglio di chiunque altro, quali sono le ambizioni, quali sono le prospettive dell'Unione Europea nei confronti dell'India? Può essere un partner dello stesso livello della Cina? Per esempio l'ambasciatore ha citato l'accordo di Bruce Kammerer, una Never End His Story, sono vent'anni che discutono di questo ma ancora non si arriva. Cioè come si pone l'Unione Europea? Grazie perfettamente perché avevo in mente di fare eco a quello quanto l'ambasciatore aveva giusto detto e questo è esattamente in linea. Quello che volevo dire era appunto che la narrativa di come leggiamo l'India mettiamo negli ultimi dieci anni, non voglio andare ulterior, ma è proprio fondamentalmente cambiata. Prima la narrativa era molto in termini economici. L'India veniva vista come questo grosso mercato dove c'era un potenziale economico per un accordo commerciale. Adesso la lettura è cambiata in termini politici e strategici, tant'è che è stato citato l'accordo di libero scambio. Il Parlamento ha fatto una ricerca nel 2020 cercando di misurare l'impatto che potrebbe avere questo accordo di libero scambio e il risultato di questa ricerca e di queste simulazioni fa vedere che in realtà a livello economico, quindi a livello di soldi che vengono mossi di più rispetto alla situazione del momento della ricerca, è sostanzialmente insignificante perché sì c'è un incremento ma non della dimensione che potesse giustificare diciamo lo sforzo del questo accordo. Questo cosa vuole dire della stessa conclusione a cui giunge questo studio? Che il valore politico del accordo di libero scambio è molto più grosso del valore semplicemente commerciale. Leggere le relazioni tra Unione Europea e India adesso in valenza geopolitica e geostrategica lì è la valenza dell'importanza come tutte le varie misure che sono state messe annunciate dall'ambasciatore ma ce ne sono veramente tante e ha citato il Trade and Technology Council, è significativo il fatto che l'Unione Europea ce l'abbia solo con gli Stati Uniti, solo con l'India, non è un caso, non è un council qualsiasi, lì vengono discusse non solo le questioni più spinose attuali perché ovviamente quello è usando la tecnologia come modo per discutere anche il dual use ad esempio è un modo per circonscrivere le discussioni difficili sulla democrazia perché ovviamente la tecnologia artificial intelligence eccetera sono un modo diverso per discutere noi gestiamo i nostri valori democratici perché ovviamente la tecnologia entra nei discorsi di tutti noi, adesso non voglio entrare troppo in questo però voglio sottolineare quanto tutti questi strumenti sono degli strumenti profondamente importanti per sistemare delle questioni che sono spinose perché al momento quando il presidente von der Leyen e Modi si incontrano la prima frase che viene detta e che è sempre quella costantemente the two greatest democracies le due più grandi democrazie, allora che cosa vogliono dire queste due più grandi democrazie, qual è il valore di questa frase che noi mettiamo lì quindi noi abbiamo una serie di strumenti che stanno cercando di vedere come in realtà dare consistenza a questa frase e appunto la lettura politica e geopolitica e geostrategica è quello il vero valore perché a seguito di questa vengono tutte le altre varie strumenti e investimenti che vengono fatti a livello economico. Safane ha citato la questione democratica in India che diventa una questione sempre più importante, è vero che in India ci sono, me lo sono segnato, in tutta l'India esistono quasi 3000 partiti praticamente una media per i 28 stati e i territori del paese praticamente siamo a 200 partiti, 150-180 partiti per stato, l'Uttar Pradesh che è quello più popoloso ne ha 600-700, però la questione democratica c'è, l'India vuole essere un padre per noi, l'India è un paese importante nella geopolitica per me dico occidentale, Stato Unito e Europa, però poi la questione della democrazia diventa sempre più importante, sempre più sensibile in India. Sì, è così in effetti perché è un luogo comune parlare dell'India come la più grande democrazia, in realtà chi ha avuto modo di studiare l'India, di osservarla dall'interno ha molte obiezioni su questa definizione, si parla ormai di democratura o di tendenze autocratiche dell'India, dell'India è guidata naturalmente dal nazionalista Modi, perché poi questo è il punto. D'altro canto è proprio il partito di Modi, è stato un partito che ha rivendicato insieme alla Russia, alla Turchia, all'Iran, alla Cina anche, ma in modo diverso, di essere uno stato per così dire civiltà, cioè una civilizzazione diversa che si contrappone in qualche modo a quella occidentale, ma nel caso dell'India una civilizzazione che si vuole ridisegnare come dicevo prima sostanzialmente sulle basi dell'induismo e questo deve far riflettere perché una democrazia deve tutelare naturalmente tutti i suoi cittadini e noi sappiamo che l'India ha una presenza di molte religioni al suo interno, quindi teoricamente non dovrebbero esserci discriminazioni su quella base e pare che non sia proprio così, soprattutto sono avvenuti episodi gravissimi, persecuzioni proprio nello stato di cui Modi è stato governatore, si riportano cose molto brutte che non voglio adesso rievocare, ma che riguardano anche in particolare il ruolo delle donne in India, perché ci sono stati come il Kerala che sono stati dove l'istruzione femminile è molto avanzata e che sono anche stati che sono divenuti più ricchi in tante altre regioni, ma nella stessa Goa se si va nelle zone più povere le donne sono quasi schiave, soprattutto l'istruzione femminile è molto molto scarsa. D'altro canto Amartya Senna, il premio Nobel indiano, ha destinato a scrivere bene queste differenze fra uno stato e l'altro e come le identità siano state utilizzate già all'epoca della seconda guerra mondiale, lui ricorda appunto questo pisodio perché è stato testimone da bambino di come un musulmano fosse pugnalato e ucciso dagli Hindu vicino a casa sua e lui ricorda come in realtà queste identità, queste religiose, questi nazionalismi siano esasperati dalla politica, sono manipolati dalla politica. Diciamo che come dice anche Francis Fukuyama, la nazionalità non è biologica, è una costruzione culturale, è una costruzione culturale che può essere utilizzata a seconda delle circostanze politiche per rafforzare diciamo un nucleo rispetto ad un altro e quindi in quel caso non c'è più democrazia, quindi c'è questa tendenza. L'India perciò ha un grave problema nei confronti delle donne, continuano ad esser circaste nei confronti appunto di minoranze diciamo etnico-religiose al suo interno e questo deve essere tenuto presente insomma un discorso di tutela dei diritti, l'Europa si è sempre distinta diciamo a livello internazionale come l'Unione che appunto rivendica la democrazia rispetto ai diritti e beh questo deve essere per tutti gli Stati. Grazie. Di nuovo ambasciatore, Make in India è lo slogan anzi il mantra di Marindra Modi, il mantra economico-industriale, però la mia sensazione è che non sia cambiato molto rispetto anche ai tempi del Congress, nel senso che Make in India è un invito agli imprenditori indiani che con le riforme degli anni 90 sono diventati grandi investitori all'estero, ai Maindra, ai Tata, a tornare in India, per sempio quando si è trattato di vendere Air India, Air India l'hanno venduta a Tata, non l'hanno messa sul mercato globale. Continua ad esserci secondo te questa reticenza culturale oltre che economica e politica indiana a chiunque governo ha comunque a non aprire completamente l'economia come invece l'hanno fatto i cinesi in passato. Per esempio in Vietnam 100 milioni di abitanti ci sono più investitori internazionali che in India 1.400.000.000. Prego. Sì grazie Ugo. Questa è stata un po' la storia dell'India negli ultimi 30 anni, anche se negli ultimi 30 anni ci sono state delle aperture come si era detto prima. Io penso che nel Make in India ci sono anche delle possibilità per investitori internazionali una volta che questi processi negoziali, sì è vero che l'accordo di libero scambio con l'Europa si ra chiuso nel 2013, però è stato riaperto dopo otto anni proprio in questa fase, perché non c'è dubbio che in questa fase l'India intuisce che c'è una finestra di opportunità per attirare più investimenti e per far crescere la manifattura. Lo vediamo anche con Apple, Apple ha spostato una parte della produzione dell'ultimo iPhone 14 proprio in India e ce sono altri di esempi, come pure parte alcune industrie europee stanno pensando di investire di più in India. Quello che sarà determinante in questo processo sarà la capacità dell'India di da un lato avere più dinamica nel mercato interno, perché il mercato si è sviluppato molto con il settore privato, però ha una struttura ancora relativamente oligopolistica dal punto di vista dei settori regolati, mentre è estremamente competitiva nel settore digitale, di cui non si è parlato fino adesso, ma il settore digitale è la chiave, è stata la chiave dei successi dell'India negli ultimi anni e non solo per l'India, ma per il digitale globale. Se voi andate a prendere le prime dieci società di digitali al mondo, anche la Silicon Valley, sono indiani i CEO di molte di queste e molto della capacità digitale a livello globale viene da quella che può essere considerata la Silicon Valley dell'Asia che è Bangalore e il Karnataka, dove tra l'altro si è potato da poco e c'è stato anche successo il partito di opposizione, questo per dire che poi c'è una dinamica interna di democrazia che complessa ma che va analizzata in tutte le sue sfaccettature. Ora il digitale significa che qui c'è una dinamica di nuove imprese, startup che diventano unicorni, unicorni significa una startup che arriva a un miliardo, gli ultimi due anni sono stati 101 startup che sono diventate unicorni, quindi teniamo presente di una situazione molto articolata nella quale è vero che permangono ancora dei nodi da affrontare per quanto riguarda l'apertura al commercio e agli investimenti, come si è detto prima, ma esiste anche un potenziale tra digitale e manifattura che è un po' una sua unicità e che l'Europa, l'Italia, gli Stati Uniti stessi farebbero un grave errore a non considerare, a non cogliere come grandi opportunità. Ripeto non tanto e non solo per il mercato indiano ma anche per la riorganizzazione delle catene del varuolo, è un processo lungo, il processo si è visto anche che nell'ultimo G7, nelle ultime incontri internazionali il de-coupling è complicato, si può parlare di de-risking più che di de-coupling, però in una prospettiva di de-risking c'è anche un aspetto tecnologico diceva anche Stefano e di opportunità diciamo di partnership che va conto con un paese come l'India con tutte le sue sfide, con tutte le sue complicazioni, con tutte le sue articolazioni, dall'altra parte non è che esistano aree al mondo in cui non ci siano sfide su tutti i fronti, in Europa, in Stati Uniti e in India sicuramente e anche in altri paesi. Però io penso che siamo in una fase estremamente interessante dei rapporti tra Italia, Europa e India e siamo da questo punto di vista anche come ambasciata, come sistema Italia, siamo molto attivi per cogliere tutte queste opportunità e stiamo insistendo molto da questo punto di vista. Terrete conto che i rapporti tra Italia e India poi ci hanno anche una base di simpatia nel punto di vista proprio del rapporto personale, della storia, della cultura, abbiamo ieri avuto un'inaugurazione straordinaria della collezione Farnesina che abbiamo portato a Delhi con un pubblico meraviglioso che ha goduto di questa possibilità di vedere anche un'Italia del contemporaneo oltre l'Italia classica e questo è un tema anche per l'India. L'India è una grande civiltà di storia millenaria ma è anche un paese che esprime una creatività contemporanea nel digitale, nel design, nella moda che forse non è pienamente conosciuta ma che è normemente importante per l'India ma anche per paesi e regioni importanti come l'Europa e come gli Stati Uniti. Grazie, tra l'altro Gioarlalnero quando era giovane pensava a Garibaldi per l'indipendenza della lotta per l'indipendenza indiana, Garibaldi era un suo punto fermo. Bene, domande, vi invito per favore a fare domande non discorsi, dividiamoci i compiti, prego il signore. Buongiorno, mi rifaccio a quanto ha detto l'ambasciatore diciamo così, qui parliamo del mondo, delle paesi che intendono imposti in questo mondo, evidentemente di quello che sarà il futuro del nostro mondo. Si sa che gli Stati Uniti sono una prima superpotenza mondiale dal punto di vista militare in modo netto dal 1945 però mi rifaccio e questo rimane tale, anche se videntemente la Cina sta moltiplicando i suoi esforzi per non dipendere negli Stati Uniti, per poi evidentemente poter dominare il mondo. Però c'è un punto che ha toccato l'ambasciatore, che è importante e che per me non mi è molto chiaro, è che il modo principale in cui gli Stati Uniti dominano il mondo è attraverso il sistema finanziario. Qualunque transazione a livello mondiale per esempio fatta dall'Italia in ogni caso passano attraverso il sistema finanziario americano. Quindi se noi paghiamo un milione di dollari di qualcosa all'Iran, gli Stati Uniti lo sanno e quindi intervengono e ci dicono sì, no, eccetera. Questa è la base della mia conoscenza. L'Europa non ha ancora un sistema finanziario indipendente per poter connettersi con tutti i paesi del mondo. Mi è sembrato di sentire tempo fa in una conferenza che si sta facendo o ha fatto la Cina. Vorrei sapere in effetti oggi dal punto di vista finanziario se esiste solo quel sistema dominato degli Stati Uniti oppure se effettivamente ci sono degli altri sistemi che possono rendere indipendenti uno più paesi, qual è la Cina, rispetto alla dominanza totale e assoluta degli Stati Uniti? Grazie. Mettiamo insieme tre domande. Un attimo arriva il microfono. Buongiorno intanto, la mia domanda è molto più semplice della precedente. In molte altre parti del mondo abbiamo visto come i giovani comunque abbiano un impatto anche all'interno della discussione politica e civile su certi temi. La dottoressa Castagnoli aveva menzionato le disuguaglianze di genere e sociali. Quali sono i giovani indiani come si pongono rispetto a queste disguaglianze che comunque sembrano essere molto evidenti in India? Grazie. Gli altri non chiedo di presentarsi a lei però credo sia doveroso chiedere di presentarsi al signore in prima fila. Buongiorno, sono Gaud che ci siamo conosciuti da anni lì a Expo. Volevo chiedere una domanda. G20 di quest'anno e che volevo fare lì a Cascimile perché è un luogo molto strategico. Sei esattamente ancora deciso di farlo lì oppure hai cambiato il posto? Solo questa domanda. Di solito i ministri cinesi quando parlano fanno discorsi. La ringrazio, è una domanda stupenda, è stata una brevità che nemmeno in Italia, nemmeno in Svizzera avrebbero. Grazie mille. Allora, non mi smentisca. No, no, no, volevo presentarmi. Sono Sergio Gaud che vive più di trent'anni qui in Italia. Io mi sento sia cinese ma anche italiano e del Presidente dell'ASECI, associazione per gruppo economico culturale internazionale. Allora, l'ambasciatore ha fatto una domanda specifica però risponde prima. L'ambasciatore, visto che ha avuto una domanda specifica, poi se volete fare un follow up su quello, su le altre domande. Vengo da quest'ultima, io su due cose dovevo rispondere, su quella questione del G20 e Cascimi. Sì, c'è una riunione del gruppo di lavoro del turismo prevista nei prossimi giorni, è confermata che ci sarà questo gruppo di lavoro del turismo, ma non ci sono state più di tante discussioni, qui a dele al meno su questo. Per quanto riguarda invece il sistema finanziario internazionale, quello di cui si sta discutendo non è tanto il problema di creare un altro polo del sistema finanziario internazionale, si tratta di capire come rendere più efficace, più inclusivo, più capace di rispondere alle domande globali questo sistema finanziario che è esistito dal dopoguerra. Oggi parliamo in fondo monetario internazionale e banche di sviluppo. Di che cosa si sta parlando? Si sta parlando dei diritti speciali di prelevo per i paesi in via di sviluppo, si sta parlando della leva che possono fare le banche mondiali di sviluppo per aumentare la capacità di finanziare. Si sta parlando, e secondo me questo forse è il tema più importante, di come creare sinergie tra i diversi soggetti finanziari internazionali in un'epoca in cui si stanno assumendo molti impegni di finanziamento. Penso soltanto al climate change fund, sono 100 miliardi impegnati dai paesi sviluppati per i paesi in via di sviluppo. Ora come si combinano e come si rendono efficaci? Quali sinergie si creano? Come si crea più leva? Come si riesce ad assicurare un trasferimento e poi un'utilizzazione di queste risorse ai paesi sviluppo? Questi sono i temi che pone un po' il global south e che abbiamo posto anche noi quando abbiamo avuto la presidenza del G20 e che stiamo proponendo insieme agli indiani anche in questo G20. Sono temi aperti su cui stanno discutendo gli Stati Uniti, stiamo discutendo in Europa, stiamo discutendo in tutto il mondo. Questo è il tema di oggi, non è tanto quello di creare dei sistemi di trasferimento diversi, almeno non è in discussione questo né in ambito G20 né in ambito europeo. Quello di cui si sta discutendo è come costruire condizioni finanziarie più sostenibili sul medio e lungo periodo e più capaci di rispondere alle domande fondamentali che vengono dai paesi meno sviluppati dai vesi più poveri dei paesi emergenti. Grazie, Stefania. Vorrei giusto fare, le istituzioni finanziarie possono anche essere definite come standard, alla fine quello è il macro gruppo dove finiscono, è un modo di affrontare gli standard quindi questo si riferisce a quello che cercavo brevemente di illustrare prima col Global Gateway, cioè c'è una consapevolezza di far lavorare gli standard in una situazione di cooperazione verso una direzione comune. Questo è il presupposto del Global Gateway che a sua volta è un presupposto, questo è un altro punto per me fondamentale. Bisogna trovare il modo di cooperare perché dobbiamo raggiungere degli obiettivi globali e quelli devono essere per noi veramente il faro guida. Gli obiettivi globali appunto nella crisi climatica ma sono stati stabiliti dall'ONU e li conosciamo un po' tutti, dobbiamo trovare il modo di cooperare per raggiungere questi obiettivi. All'interno di questo obiettivo macro si inserisce e direi anche all'inizio la questione degli standard, la questione normativa è fondamentale perché solo così noi potremo raggiungere questi obiettivi, all'interno degli standard c'è anche l'infrastruttura finanziaria. Quindi è tutto un po' un discorso che ha coerenza e ha modo di lavorare verso il raggiungimento di un obiettivo ma c'è del lavoro da fare ovviamente anche perché ci sono cose che funzionano, altre che funzionano meno e quello che è soprattutto da evitare è la competizione negativa, quindi una contrapposizione, arrivare a due dei sistemi che si contrappongono c'è da fare quindi una scelta, opzione A o opzione B dove non c'è compatibilità tra l'opzione A e l'opzione B e questo è secondo me lo scenario assolutamente da evitare perché in questo caso non potremo certamente raggiungere gli obiettivi globali che ci siamo posti. Grazie. A piacere. Vorrei fare una considerazione su ciò che ha detto l'ambasciatore a proposito dell'industria dei servizi digitali che è veramente un'industria chiave in India, è un'industria assolutamente chiave e che occupa appunto i giovani che hanno studiato, che ci sono laureati in ingegneria o che hanno dimostrato particolari talenti in questo settore, però è un'industria che occupa pochi giovani, la grande massa dei giovani indiani in realtà non ha un'istruzione adeguata ed è questo uno dei problemi, l'India stando alla riflessione degli economisti ha due fondamentali problemi, uno quello di attrarre capitali importanti per la sua transizione energetica anche se negli ultimi anni ha aumentato del 50% gli investimenti nell'industria, nel green in generale, però continua a utilizzare molto carbone come peraltro, la Cina perché si tratta di un fossile a buon prezzo per questi due paesi. I giovani indiani quindi non sono come dire, questo è anche comprensibile dato i numeri dell'India, non hanno tutti la stessa posizione, dipende ovviamente dal livello di istruzione, dalle classi sociali a cui pertengono, eccetera, la sfida è riuscire a creare un sistema di istruzione adeguato anche per aiutare quel passaggio al make in India, make for world che è lo slogan di Moni che vuol fare dell'India appunto un hub globale, ma che non ha al momento le capacità diciamo di una enorme classe operaria, manufacturiera che invece ha avuto la Cina e che è stata così, una tu per la Cina importante, quindi è un discorso molto complesso quello di come governare, come istruire questa enorme massa di giovani che come ricordava mi pare anche prima Trambali insomma costituiscono la maggioranza della popolazione indiana. Grazie e dopo breve negoziazione abbiamo conquistato altri cinque minuti, se c'è un'altra domanda, prego, due, un'altra, ce n'è un'altra, basta poi ci fermiamo, vi chiedo brevità. Buongiorno innanzitutto, una domanda lampo, dal punto di vista delle emissioni globali, come siamo messi per l'India, una superpotenza che deve crescere, emergente, come si sta in qualche modo muovendo, sta riducendo le emissioni globali, si no? E la relazione con la transizione energetica. Grazie, l'altra domanda è qui. Buongiorno, è il fatto che gli Stati Uniti abbia fatto un accordo per i semiconduttori, sta portando l'India a sostituire Taiwan per quanto riguarda la domanda globale, più occidentale diciamo? Grazie, brevissimamente un secondo per ciascuno. L'India sta riducendo le emissioni, no, è stata abbastanza breve, nel senso che prima si sviluppa poi dopo si riducono le emissioni, se guardiamo le emissioni a persona ovviamente siamo dei razzi bassissimi, quindi al momento il punto ufficiale non è in realtà, poi ovviamente in realtà l'obiettivo c'è e si stanno facendo degli sforzi, però ci stiamo lavorando. Sostituzione dell'India come produttore globale, l'ambizione magari ci può essere, non domani, questo rientra un po' nella categoria che dicevo all'inizio, abbiamo magari alcune certezze, quello che rimane come punto interrogativo è quando questo succederà. Nello specifico di questa industria che è particolarmente sensibile, consideriamo che comunque nel contesto, praticamente nel contesto indiano abbiamo ancora dei problemi di provvigionamento energetico, per cui ci sono delle energy cuts, quelle che sono strutturali, quindi anche mantenere una produzione di così alto livello ad oggi è problematico. L'ambizione c'è, magari tra dieci anni ci arrivano, cosa succede tra qui ai prossimi dieci anni è un altro discorso per un altro panel. Sì, quello che posso dire è che effettivamente si prevede che questo sia un decennio chiave per tutti i giochi diciamo, quindi anche in campo climatico e anche per quel che riguarda la produzione di semiconduttori. Difficilmente a brevissimo l'India potrà sostituire Taiwan, d'altro canto c'è una tendenza importante a diventare più autosufficenti o a ridisegnare le catenelle del valore per quel che riguarda appunto i semiconduttori. D'altro canto la stessa Cina ha posto a questo punto dei divieti all'import, in una parte particolare di semiconduttori, perché non tutti i semiconduttori sono uguali, ci sono semiconduttori molto high-tech, diciamo così molto avanzati, che vengono ancora prodotti negli Stati Uniti e altri che sono quelli più di utilizzo diciamo diffuso che vengono prodotti anche all'interno della stessa Cina. Quindi il discorso dei semiconduttori è un pochino più complesso, la stessa Europa d'altro canto cerca di diventare anche un luogo di produzione. Per quel che riguarda dunque l'altra domanda era la finanza, scusate mi ricordo, il sistema finanziario? Sì, Cina e Russia però hanno questa ambizione scusate di voler sostituire un sistema finanziario basato sul dollaro, hanno incrementato notevolmente gli scambi rubli in questi ultimi tempi, ma da tempo, non soltanto in quest'ultimo anno di crisi ucraina. Su questo non ci sono dubbi, bisogna vedere come si muoveranno i BRICS, cioè alcuni dei paesi che ormai sono dei colossi dal punto di vista diciamo economico. Quindi il discorso è riuscire a livello internazionale, come è stato già detto mi pare qualcuno, a armonizzare tutto perché altrimenti si va allo scontro e questo deve essere evitato. Lo scontro deve essere evitato perché non è nell'interesse di nessuno, finora c'è stata una forte componente anche nella rappresentazione della visione dei leader, una forte componente di rivalità, contrapposazione fra Stati Uniti e Cina, ma la verità è che hanno ragione i leader che sostengono che in fondo il pianeta è comune, quindi abbiamo degli interessi comuni che dobbiamo cercare di conciliare, anche se restano le competizioni naturalmente. Io proprio su questo punto vorrei chiudere, non puoi fare a meno dell'India sulle sfide globali, sulle sfide del clima, sulle sfide della salute, sulle sfide della finanza, sulle sfide dei paesi in via di sviluppo e questo è un dato di fatto. Per quanto riguarda le emissioni, è vero che l'India non riesce ancora a ridurle, però l'India pur essendo insieme alla Cina tra i più grandi emittori in senso assoluto, in senso pro capita, sta nella scala bassa della claviatura, quindi è chiaro che c'è anche una realtà oggettiva di un Paese che deve crescere, che deve togliere ancora dalla povertà centinaia di milioni, che deve far crescere una classe media e quindi deve combinare l'esigenza di crescita con l'esigenza del contrasto al cambiamento climatico. Questo è il punto, quindi dobbiamo renderci conto di questa situazione, dobbiamo ingaggiare sempre di più l'India in una prospettiva globale come stiamo facendo come Europa e l'India sta ingaggiando anche l'Europa d'alcantò suo e penso che sia questa la prospettiva. Bisogna guardare al medio lungo periodo perché inevitabilmente queste sfide globali non hanno un esito a breve, dobbiamo seguire un processo che è iniziato però e sul quale noi siamo tutti lavorando, Italia, Europa, l'India. Grazie mille, grazie. Bene, nel PCC il Partito Comunista Cinese ha già stabilito per decreto che nel gennaio 2049 cento anni della proclamazione della Repubblica Popolare la Cina sarà una superpotenza. Narendra Modi per il 75° anniversario lo scorso agosto dell'indipendenza indiana dal Forte Rosso ha proclamato che nel centesimo anniversario nel 2047 l'India si è stuplicato il suo pil pro capita a 12.000 dollari l'anno. Come vedete sono due aspirazioni molto diverse l'uno dall'altro ma dubito che l'India crescendo non avrà anche aspirazioni geopolitiche. Se devo giornalisticamente concludere, sintetizzare la nostra interessante chiacchierata mi pare di capire che non è in discussione qualsiasi cosa l'India, qualsiasi campo, qualsiasi cosa farà l'India non è in discussione che la farà e la domanda è quando la farà. Vi ringrazio per l'attenzione, buona giornata e buona continuazione di Festival. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org
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