L'export dell'Italia, il motore del Paese
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L'export dell'Italia, il motore del Paese
Il Festival dell'Economia di Trento si è concluso con la partecipazione di tre Premi Nobel (Lech Walesa, Muhammad Yunus e Adam Riess) e importanti figure come il Ministro per l'Estero Antonio Tajani e il Vice Presidente del Consiglio Matteo Salvini. La chiusura dell'evento ha visto il presidente di Confindustria Carlo Bonomi parlare dell'importanza del cambiamento per l'Italia, in dialogo con la corrispondente del Financial Times Silvia Siorilli Borrelli.
Buongiorno, buongiorno a tutti. Presidente Taiani, buongiorno Presidente. Faremo questa chiacchierata fino all'una col Presidente Taiani. Io sono Pietro Senaldi, codirettore di libero. Il tema della chiacchierata è l'export dell'Italia, motore del paese. Però noi sappiamo anche che il Presidente ha molti ruoli. Siamo tutti Vice Premier, Ministro degli Esteri, coordinatore di Forza Italia, Vice Presidente del Partito Popolare Europeo. Quindi io sono un cronista e non posso che partire uscendo dal tema, perché oggi c'è questo editoriale di Repubblica firmato dal direttore Maurizio Molinari che dice che la trattativa per l'alleanza fra conservatori e partito popolare rischia a un punto di svolto. Ovverosia i popolari vorrebbero che la Meloni levasse la fiamma dal simbolo, la Meloni ci starebbe pensando, non lo si può dire, io Presidente non posso non chiedere a lei. Intanto buongiorno a tutti, grazie per l'invito. Ma che dopo le elezioni europee del 2024 si debba fare una profonda riflessione per arrivare a un bipolarismo anche a livello europeo è una cosa assodata. Noi che siamo il Partito Popolare Europeo, io in modo particolare, teniamo che si debba vedere se ci possono essere maggioranze alternative a quelle di compromesso che si sono spesso avute. Io penso ad una maggioranza simile a quella che ha portato la mia elezione nel 2017 da Presidente del Parlamento Europeo. Era una maggioranza composta da popolari, conservatori e liberali. Io credo che quel percorso si possa ripetere per dare chiarezza anche alla politica europea. È ovvio che la trattativa è una trattativa politica. Pensare che si fa una trattativa sul simbolo, te leva quello, metti quell'altro al di fuori del reale, non si è mai parlato di simboli di questo o di quel partito, nessuno ha mai chiesto nulla a nessuno, si sta soltanto valutando come si possa governare l'Europa, le istituzioni comunitarie, con una maggioranza che risponda al principio del bipolarismo, che in Italia ha avuto dei buoni effetti, quindi creare una alternanza tra forze di centrodestra e centrosinistra, con ovviamente il Partito Popolare Europeo, con la più grande forza come perno centrale, ma nessuno ha mai parlato di simboli, posso smentire assolutamente, non corrisponda a verità. Però mi permetta un'ulteriore domanda, siccome lei visse l'approdio di Forza Italia nel PPE, i tedeschi non volevano, poi ci fu un plebiscito in Italia a favore di Forza Italia, i tedeschi ammisero. Anche adesso mi sembra che i tedeschi siano divisi su questa opzione. Allora io volevo sapere se ci sono delle differenze, se è stato più facile allora, sarà più facile adesso, in virtù dell'opzione tedesca. Sono due cose completamente diverse. All'epoca si trattava dell'ingresso di Forza Italia nel Partito Popolare Europeo, ma poi i tedeschi hanno ben compreso che Forza Italia era la forza che più di ogni altro era coerente con la linea del Partito Popolare Europeo, tant'è che l'allora Presidente Pettinge scrisse a Berlusconi ringraziandolo per l'assoluta coerenza e serietà dei parlamentari europei di Forza Italia che all'epoca io guidavo. Quindi non c'entra assolutamente nulla quello che accade allora con quello che accade adesso. Il dibattito è sul tipo di maggioranze da costruire, è un dibattito aperto. Io ritengo che questo dibattito concludere con un accordo a tre popolari conservatori liberali. È un dibattito, ripeto, aperto, ma io per quanto mi riguarda ritengo che questa sia la strada giusta da perseguire per dare una linea chiara alle politiche europee. Oggi ci sono molte contraddizioni che non fanno comprendere bene i cittadini, a volte allontanano anche i cittadini dalle istituzioni comunitarie. Invece, qualora ci fosse chiarezza, ci fosse anche un Parlamento Europeo con più poteri e ci sarebbe probabilmente anche un riavvicinamento dei cittadini europei, dei cittadini italiani alle istituzioni comunitarie. Ecco, Presidente, sterzando sui temi economici, per esempio la prossima campagna elettorale giocherà anche il tema ambientale un ruolo decisivo. Noi sappiamo che per esempio la Schlein si sta schierando sulle posizioni di Timmermans, il centrodestra è accusato di non prestare la dovuta attenzione ai temi ambientali, che saranno però uno dei temi e hanno poi tutti, noi sappiamo, un riflesso economico determinante. La nostra posizione è molto chiara. Noi siamo impegnati fortemente nella lotta contro il cambiamento climatico, vogliamo ridurre le emissioni di CO2, vogliamo puntare su un'economia verde perché la green economy è anche foriera di grandi opportunità. L'importante per quanto ci riguarda è avere una visione non ideologica ma pragmatica della lotta al cambiamento climatico, cioè dobbiamo dare obiettivi all'agricoltura, all'impresa che possono essere raggiunti, perché se noi fissiamo obiettivi che non possono essere raggiunti rischiamo di creare gravi problemi sociali. Guarda la questione dell'auto elettrica che l'Unione Europea vuole rendere obbligatoria dal 2035, vuole rendere obbligatoria la produzione noi diciamo che così si perde in Italia 70.000 posti di lavoro questo è inaccettabile. Abbiamo fatto una proposta di buon senso, riduciamo soltanto del 90% le emissioni di CO2, non del 100%, lasciando una porta per la produzione ancora di auto elettrica per permettere all'impresa di raggiungere l'obiettivo. Lo stesso discorso vale per l'agricoltura, lo stesso discorso vale per un'altra parte industriale, pensiamo a quella dell'imballaggio. Stanno arrivando le norme che metterebbero in serie difficoltà nel mondo impreditoriale italiano. C'è anche una visione per quanto riguarda l'alimentazione. Noi siamo strenni difensori della dieta mediterranea, non vogliamo imporla nessuno, ma non posso neanche dirci che il vino fa male e è cancerogeno, perché già il Parlamento lo aveva dato contro, ma quando vediamo che in un paese come l'Irlanda si decide di mettere una sorta di bolino rosso sul vino, dicendo che altamente è cancerogeno, questo va contro qualsiasi analisi di tipo scientifico, basta parlare con qualsiasi medico che dirà che è ovvio che se uno beve cinque litri di vino fa male a se stesso, ma bere un buon bicchiere di vino rosso a pranzo, un buon bicchiere di vino rosso a cena, fa bene anche alla circolazione. Quindi c'è una visione completamente diversa. Io non condivido molto delle posizioni di Timmermans, credo che l'uomo sia il miglior difensore della natura, che si debba lavorare molto per l'assetto idrogeologico, sono convinto che l'agricoltore è il miglior difensore dell'ambiente, quindi noi abbiamo una visione che mette al centro l'uomo, che mette al centro la natura, non una visione ideologica, perché abbiamo di fronte a noi una sorta di nuovo panteismo che mette al centro di tutto l'ambiente. L'ambiente è parte della natura, ma al centro della natura c'è l'uomo. Ma lei pensa che questa possa anche essere una base programmatica per un'alleanza, appunto per quella che può essere il futuro dell'Europa, che questo poi alla fine sarà uno dei temi dirimenti dello scontro politico l'anno prossimo? Questo certamente è un punto importante. Io ho notato con grande soddisfazione che il presidente francese Macron il presidente del Consiglio Belga abbiano dato un alto là a questa posizione ambientalista che non tiene conto dell'economia, non tiene conto delle questioni sociali. Ripeto, noi siamo fortemente impegnati nella lotta contro il cambiamento climatico, ma, ripeto, deve essere fatta per permettere alle imprese e all'agricoltura di essere competitivi. Perché vede, se io fisso una regola, è irraggiungibile, è un'applicabile da parte di un'industria europea per combattere il cambiamento climatico. E cosa succede? Quella azienda chiude in Italia, in un'altra parte d'Europa, se ne va magari in Cina, dove non ci sono regole ne così ferme per le missioni di CO2. Quindi che cosa succede? Si perdono posti di lavoro non si combatta il cambiamento climatico, anzi si continua ad inquinare di più il mondo, anche perché poi non ci sono frontiere aeree che bloccano la circolazione dell'inquinamento. Quindi bisogna sempre veramente essere pragmatici, seri, equilibrati. Ecco, l'equilibrio a volte manca, ma mi pare che alcune scelte di Timmermans siano scelte legate più a vicende politiche che a vicende legate sul sero, a lotta al cambiamento climatico. Rispetto tutte le posizioni, ovviamente, ma non le condivido. Il governo italiano non condivide molto di queste proposte che vengono dalla Commissione Europea, tant'è che i parlamentari italiani si stanno battendo per avere una lotta al cambiamento climatico, quilibrata, seria, che tenga conto anche della questione sociale. Perché il lavoro è fondamentale, non possiamo dimenticarci che in Italia ci sono 60 milioni di cittadini che devono guardare anche la loro questione economica. Però mi sembra di capire che stiano cambiando le cose, che siamo in buona compagnia, ovverosia che il fronte degli scettici rispetto agli ultraambientalisti stia aumentando. Assolutamente, ma non è questione di essere scettici nella lotta contro il cambiamento climatico. Siamo tutti impegnati nella lotta contro il cambiamento climatico, perché è una cosa giusta, sacrosanta, io non sono un negazionista. Dico soltanto, diciamo soltanto, che bisogna lavorare con prudenza, con saggezza, con intelligenza, per sconfiggere il cambiamento climatico, per dare una risposta positiva, per ridurre l'inquinamento. Ma, ripeto, bisogna farlo senza una visione ideologica quasi religiosa a volte poi, per rendere anche un po' di voti, perché mi pare che c'è anche un interesse lettorale da parte di Timmermans che credo voglia essere il candidato Presidente della Commissione dei Socialisti, quindi spinge molto su questa questione. Noi non condividiamo tante quelle proposte, ma ci troviamo fortunatamente al nostro fianco da qualche tempo anche la Francia e il Belgio, ripeto, sono posizioni di buon senso che non sono contro il cambiamento climatico, sono posizioni contro il cambiamento climatico tengono conto anche delle questioni sociali, dell'economia, perché noi, soprattutto l'Italia, ma anche la Francia, hanno un'economia basata sull'industria sull'agricoltura che non possono essere distrutti da scelte fondamentaliste. E qui veniamo al tema dell'incontro, che è l'export, un affare da 600 miliardi. Ecco, quale strategia abbiamo per la promozione del prodotto italiano, per il Made in Italy, che è un elemento qualificante della nostra economia? Guardi, io come responsabile del commercio internazionale sto facendo di questa parte, la competenza del mio ministero, un punto di forza importante, anche perché poi sono convinto che una buona politica estera non la fa soltanto il ministro degli esteri, non la fanno soltanto i diplomatici, ma la fanno anche i nostri imprenditori che esportano prodotti di qualità. Lei ha detto giustamente la cifra esatta. Ci sono state le esportazioni per oltre 600 miliardi nel 2022. Questo è un fatto straordinario, perché è un record. L'export è quasi il 40% del nostro PIL. Noi dobbiamo lavorare per incrementare l'export. Stiamo facendo una politica estera che ha proprio questo obiettivo. Pensate, sta aumentando l'export anche in Africa. Quindi ci sono mercati importanti. Io ritengo che si debba ad esempio andare ad attaccare quello che è il mercato dell'Italian Sounding, cioè della copia del prodotto italiano. Questo rappresenta un'opportunità, perché evidentemente sul mercato internazionale piace il prodotto italiano. Quindi comprano anche il finto italiano. Ma se noi riuscissima ad arrivare alla vendita del buon italiano, del vero italiano, del Made in Italy, otterremmo risultati straordinari. Anche perché i nostri prodotti sono di qualità. Sono apprezzati ovunque, dall'Oriente all'Occidente, dal Nord al Sud del mondo. Quindi abbiamo delle frontiere da esplorare, dei territori da esplorare enormi. Stiamo organizzando business forums in tutto il mondo. Stiamo guardando con grande attenzione anche i Balkani, ma stiamo guardando in attenzione all'Africa. E lo facciamo in perfetta sintonia con i miei colleghi dell'agricoltura, il ministro Lollobridge, del ministro del Made in Italy, l'onorevole Adolfo Urso. Perché riteniamo che è un lavoro coeso, un lavoro solidale tra ministri possa ottenere dei risultati maggiori, cioè lavorare insieme. Quindi stiamo organizzando missioni industriali, commerciali, agricole insieme per esportare i nostri prodotti, ma anche per esportare i macchinari che servono, penso, al settore agro-alimentare. Ieri ho partecipato a un importante vento all'Università Federico II su Agritech, che è un grande progetto, con il ministro Bernini, perché c'è anche la ricerca. La nostra qualità e il nostro saper fare anche nel settore della ricerca può essere utile per accrescere sportazione di quali prodotti di qualità anche dal punto di vista tecnologico, esportare anche la tecnologia. Ecco, quindi una visione a 360 gradi, abbiamo fortunatamente il sostegno delle tre aziende, che sono Ich, Sach Siemest, che lavorano in perfetta sintonia con il Ministero degli Estri, che coordina loro attività per quanto riguarda il sostegno alla sportazione. Li voglio ringraziare anche per la grande determinazione, la grande disponibilità, la grande capacità di rieperire fondi anche in occasione del disastro che ha colpito l'Italia, parte delle Romagne, parte delle Marche, parte della Toscana. Quindi abbiamo posto sul tavolo 705 milioni di euro per le popolazioni colpite dalle alluvioni. Quindi un grande ringraziamento a Ich, Sach e Siemest per il lavoro che stanno facendo anche in questa fase. Il loro compito ovviamente è quello di favorire le esportazioni e lavoriamo con il sistema bancario, perché in modo che ci possa essere anche una presenza, come c'è per esempio in Serbia, ma non solo delle banche italiane, per far sì che ci sia un accompagnamento del nostro sistema finanziario per sostenere le nostre imprese. Ci sono grandi operazioni, grandi interventi, grandi opportunità. Io sarò negli Stati Uniti il 12, il 13 di giugno, affronterò anche la questione dell'esportazione di alcuni prodotti dell'agroindustria. Ci sono sempre a volte i problemi di barriere doganali, ma sono trattative che si devono fare. Noi siamo determinate nel raggiungere l'obiettivo, stiamo lavorando col Brasile, stiamo lavorando con gli Stati Uniti, con tanti altri paesi, in modo da avere regole che possono favorire il nostro xport, perché se abbiamo fatto 600 miliardi lo scorso anno credo che si possa cercare di essere più ambiziosi e alzare il livello. Esattamente sono stati 624,7. Senta, lei ha parlato a lungo di agroalimentare. Noi sappiamo che l'Unione Europea ha dato il via libera all'etichettatura dell'Irlanda sul vino, che paragona praticamente i danni del vino a quelli delle sigarette sul fisico. Ecco, c'è una difficoltà, prevede una difficoltà per i nostri prodotti, sia per il vino, poi noi sappiamo anche per i formaggi, perché c'è per le carni, c'è un'attenzione alla salute e quindi ogni cibo potenzialmente può essere tossico, quindi anche il vino. Lei è preoccupato... Anche l'acqua, se bevo 15 litri d'acqua... Certo, questo sì, ma dico, lei è preoccupato da questo sentiment uropeo che può danneggiare... Io sono liberale, credo nel libero mercato, a volte ci sono delle decisioni che contrastano con i valori del libero mercato, che sono il fondamento della Unione Europea. Cercare di mettere in difficoltà l'esportazione di un prodotto, penso al vino, che non è vero, che è cancerogeno, significa fare della concorrenza sleale, significa bloccare lo sviluppo del mercato. Mi pare un errore, sono assolutamente contrario a questa decisione, secondo me sbaglia la Commissione Europea facendo una valutazione positiva della decisione dell'Irlanda, perché è una decisione che va contro il libero mercato. Se noi vogliamo la crescita della Unione Europea dobbiamo puntare sul libero mercato. Quando poi non si tratta di sostanze che fanno male, quindi direi che bisogna combattere battaglie. Abbiamo vinto in Parlamento quando ci fu la relazione sul cancro che va estirpato riuscimo a togliere il vino, perché poi alla fine la maggioranza dei deputati diede ragione alla posizione italiana. Quindi ero ancora parlamentare siamo riusciti ad ottenere un risultato molto positivo. Ma è vero che c'è a volte una posizione oltransista contro la dieta mediterranea. Il bollino rosso, quello si chiama NutriScore, è un tentativo di colpire, e io credo che ci sono anche degli interessi dietro economici, di colpire la dieta mediterranea. Io non sono contrario ad altri tipi di dieta. Dico soltanto che dobbiamo essere liberi di mantenere la nostra identità. Dobbiamo essere liberi di mangiare ciò che ci piace senza essere invasi o attaccati perché magari bisogna aprire il mercato ad altri prodotti. Quindi da questo punto di vista noi saremo fermi, continueremo a combattere per difendere la dieta mediterranea, che anche dal punto di vista della salute fa bene. Quindi, voler colpire la dieta mediterranea è una scelta che va contro l'interesse del cittadino, che non tutela la salute del cittadino. Questo non sono un medico, però ho letto anche qualche scelta dei medici, qualche analisi dei medici, qualche testo che diceva esattamente il contrario. Ieri eravamo a Napoli a Federico II, poi questo agritec, c'era un altro vento organizzato sempre in vista del grande vento della FAO, che si svolgerà a Roma a metà a luglio sulla sicurezza alimentare, abbiamo insistito tutti sull'importanza della dieta mediterranea, che fa bene anche nelle nostre scuole, nelle menze scolastiche, facciamo mangiare più spaghetti col pomodoro ai nostri figli meno porcherie con salse e fritti, che non fanno parte della dieta mediterranea, quindi guardiamo la salute anche dei nostri figli, una buona ducazione alimentare, quindi certamente noi siamo favorevoli, concludo direttore, noi siamo favorevoli a dare informazioni, noi abbiamo detto no al nutricorcio, che è una sorta di minaccia, dice se prendi questo rischi il cancro, con nutrinform, cioè dire quali sono i contenuti di un prodotto, e poi sarà il cittadino liberamente a decidere, non è la commissione europea che può dire questo fa bene, questo fa male, senza avere quegli approfondimenti scientifici necessari, perché così sta accadendo, ci sono dei pregiudizi che vanno assolutamente respinti quindi faremo una campagna di una campagna di controinformazione, diciamo così sostanzialmente, anche perché sono anni che stiamo combattendo, so anche per esempio i produttori d'olio vogliono un'etichettatura come quella del vino per difendere il nostro olio da quello spagnolo che viene tagliato, insomma è un tema molto caldo, ma io volevo chiederle anche questo, da quasi un anno, da luglio scorso si registra un aumento incessante del costo del denaro, e sappiamo già che aumenterà ancora di più, questo la preoccupa relativamente al nostro export? Mi preoccupa sì, la mia preoccupazione è quella del governatore della Banca d'Italia, Visco, del presidente dell'ABI, Antonio Patuelli, perché l'inflazione che c'è in Italia in Europa non è provocata da fattori interni come accade negli Stati Uniti, quindi necessita di una reazione sul costo del denaro da parte della banca centrale, quindi bene fa la Federal Reserve alzare i tassi negli Stati Uniti. Da noi l'inflazione è provocata dalla guerra, è provocata dal costo del petrolio, dal costo dell'energia, quindi le origini sono altre, noi siamo una realtà industriale, dobbiamo puntare sulla crescita, se vogliamo favorire la crescita dobbiamo facilitare l'accesso al credito, alle imprese grandi, piccole, medie, alle partite IVA. Se noi alziamo i tassi di interesse al di là del necessario, al di là del giusto, facciamo un danno e rischiamo di spingere il Paese verso la recessione, cosa che sta accadendo in Germania, dove tanti pensano che tutto si risolva aumentando i tassi di interesse. Io non condivido questa analisi rispetto all'autonomia della Banca Centrale Europea, però sono libero di dire che un costo eccessivo del denaro non fa bene alla salute di un Paese. Ma ripeto, non è una posizione isolata, la mia non è solo la posizione del Governo, delle forze politiche di centrodestra, è la posizione del Governatore della Banca d'Italia, è la posizione del Presidente dell'Associazione Bancaria Italiana. Ecco, ciò non di meno sembra che almeno nel breve periodo la Banca Centrale Europea continuerà ad aumentare. Lei si è data una spiegazione? No, non riesco a capire le motivazioni, è vero che qualcosa sta cambiando, perché prima quando si alzava da 0,5 il tasso di interesse si annunciava già un successivo aumento, il mese successivo. Adesso si è ridotto l'aumento, cioè siamo a 2,5, cioè 25 punti non è che ogni volta si dice il prossimo mese. Però mi pare un'analisi sbagliata perché, ripeto, l'analisi che fa la Banca Centrale Europea è un'analisi che sarebbe giusta se l'inflazione fosse indogio, cioè fosse provocata dal mercato interno. Invece questo non è l'inflazione, è provocato da fattori esterni. In America è provocato da fattori interni, quindi giusto alzare il costo del denaro in America per ridurre l'inflazione, secondo me è errato farlo in Italia ed in Europa. Senta, ha accennato alliminente, anzi tecnicamente già esistente, recensione tedesca. Noi sappiamo che la Germania per l'Italia è un mercato fondamentale. Quali conseguenze dobbiamo temere? Io credo che serva in Europa una politica della crescita, una politica industriale, per quello detto serve anche un cambio di passo a Bruxelles. Perché dico una coalizione di centrodestra con popolari, liberali e conservatori potrebbe imprimere una svolta per l'economia. Perché oggi abbiamo da parte di certa sinistra una politica conomica che è soltanto limitata alla riduzione delle emissioni di CO2. Quindi solo transizione ecologica deve essere fatta con una visione un po' manichee. Questo non favorisce l'impresa, non serve, non c'è una vera politica industriale a livello europeo. Vi ricordo che quando ero commissario europeo proprio per dire combattiamo il cambiamento climatico, ma nello stesso tempo aiutiamo l'economia reale, proposito, teni di avere degli obiettivi prefissati anche per l'economia reale. L'obiettivo proposto deciso dalla commissione Barroso, io ero all'epoca commissario all'industria, ma teni il sostegno di tutta la commissione europea, fu quello di fissare come obiettivo dell'Unione Europea quello del 20% del prodotto interno lordo derivante dall'economia reale. Questo era un obiettivo che andava di pari e passo alla riduzione delle emissioni di CO2. Finita la commissione Barroso, non se ne è più riparlato. Io ho continuato in Parlamento a combattere quella battaglia credo che sarebbe continuare a farlo perché senza industria, senza impresa, senza agricoltura non c'è lavoro. Detto questo bisogna lavorare per l'economia verde, assolutamente sì, ma farlo con intelligenza, moderazione pragmatismo, senza ideologie, senza fondamentalismi, ma io ritengo che soltanto un governo di centrodestra in Europa possa fermare questa ondata fondamentalista che non sta portando alcun risultato positivo per l'economia. Presidente, è di oggi il tema dei fondi del PNRR, ovverosia dovremo rinunciare, è possibile, si parla di una mancata erogazione di una piccola parte della terza tranche. Noi sappiamo che il ministro Fitto sta contestando qual è il punto? Devo essere molto chiaro, soprattutto rivendico la coerenza mia e del mio partito di Forza Italia. Perché? Perché quando noi contribuimmo su un tipo di intervento direttamente addirittura di Berlusconi a dar vita alla recovery plan, che era quella nuova strategia che trasformava l'Europa del rigore dell'Europa della solidarietà, noi dicevamo attenzione, perché tutti questi programmi dovranno essere flessibili, perché siamo a metà della crisi legata alla pandemia, non sappiamo dove cadranno le macerie immaginari di questa pandemia, quindi diamo dei progetti flessibili, perché senza flessibilità rischiamo di prevedere interventi in realtà che non erano state danneggiate mentre si sarebbero dimenticate in realtà danneggiate dalla crisi, ma poi si è aggiunta alla crisi provocata dal coronavirus, la crisi provocata dalla guerra in Ucraina. Quindi bisogna da questo punto di vista rendersi conto che la flessibilità è indispensabile, ci deve essere flessibilità da parte della commissione europea e da parte degli Stati membri. Voglio dire che se andiamo a leggere la situazione in Europa, ci sono paesi come la Germania che stanno discutendo con la commissione europea avendo contestazioni molto più severi di quelle che sono state fatte da alcuni funzionari all'Italia. Io credo che l'Italia abbia le carte in regola, tutti i compiti a casa sono stati fatti, io sono in contestante collegamento con il ministro Fitto che sta facendo bene, ha dato tutti i chiarimenti necessari. Ci sono alcuni progetti che stranamente la commissione europea aveva approvato quando c'era un altro governo forse l'Italia faceva parte di quel governo. Penso per esempio alla questione della ristrutturazione dello Stato di Firenze della ristrutturazione dello Stato di Venezia. Poi la commissione europea ha cambiato idea e allora bisogna capire perché ha cambiato idea. Quindi non c'è una responsabilità da parte italiana. Poi conoscendo bene anche i funzionari di Bruxelles so che a volte entro nei dettagli, ci sono delle pignolerie richieste formali, ma l'Italia sta facendo tutto ciò che serve, ma non ci sono contestazioni sugli obiettivi e quindi direi che si può essere ottimisti e in tempi brevi saranno rogati i fondi delle recovery plan che in Italia il PNRR. Ministro, mi scusi se insisto, c'è chi sostiene che ce la siamo un po' andata a cercare nel senso che quando qualche settimana fa abbiamo è nata la polemica forse non ci conviene usarli tutti, allora siamo stati noi ad accenderla sirena che poi in Europa hanno ascoltato hanno aumentato il volume diciamo così. Ma la linea del governo è quella di usarli tutti poi se poi ci sono delle opinioni non di battito libero ma ci può essere qualche intervista ma quella fa parte del dibattito politico interno, ma la posizione del governo è stata quella di utilizzare tutti i fondi, perché quando si discute di politica si può dire ma forse piuttosto che non farcene è meglio rinunciare, ma la posizione del governo è quella di utilizzare al massimo tutti i fondi del PNRR. Certo. Senta volevo chiederle anche questo come sta procedendo perché l'ha accennato è una anche delle nostre frontiere come sta procedendo il cosiddetto piano mattei del governo? Noi siamo fortemente impegnati sul continente africano, vogliamo fare in modo che questo continente cresca per una serie di ragioni perché intanto è un nostro di rimpettaio, perché è un continente dove abbiamo dei legami molto forti dove siamo presenti con le nostre imprese con i nostri militari dove c'è un legame antichissimo con tanti paesi il piano mattei serve a favorire la crescita con il contributo italiano dei paesi soprattutto dell'Africa del nord che sono i nostri primi interlocutori ma riteniamo anche che serve a un grande intervento dell'Europa un grande piano martial e magari può invoggere anche altri paesi non europei con una strategia per la crescita del continente africano penso anche a quello incontrato perché giorno fa la ministra degli Emirati Arabi che si occupa del punto delle relazioni internazionali che collabora con il ministro degli esteri anche loro sono interessate alla stabilità del continente sono preoccupati per il cambiamento climatico credo che durante anche l'evento della FAO che si svolgerà a Roma a metà luglio per esempio con gli Emirati Arabi faremo un lavoro congiunto soprattutto perché loro hanno la presidenza di COP quindi ritengo che si possano compiere passi in avanti per favorire la crescita del continente africano poi naturalmente c'è il problema migratorio il problema migratorio non può essere soltanto risolto con azioni di contrasto immediato noi abbiamo già dato delle norme, abbiamo cominciato a essere molto duri con i trafficanti di esseri umani, abbiamo delle strategie, stiamo lavorando anche a livello europeo per avere buone regole la presidenza svedese sta dialogando, discutendo ci stiamo confrontando con loro ma, ripeto, serve una scelta anche a lungo termine per far sì che si realizzi quello che diceva Papa Benedetto sedicesimo, cioè che ci sia per gli africani il diritto a non emigrare questo si può fare soltanto favorendo la crescita, io non credo ad investimenti per disperdere denaro a destra o a manca serve una vera politica per la crescita accordi con gli africani a livello assolutamente paritario senza depredare l'Africa noi siamo un continente industriale abbiamo bisogno di materie prime dobbiamo raggiungere accordi con gli africani e proprio perché non si pensi mai che sia un'azione predatoria da parte delle industrie europee quindi si possono fare dei joint ventures che prevedano la trasformazione delle materie prime in loco poi la vendita magari a prezzi avvantaggiati alle imprese europee quindi questo potrebbe essere una soluzione positiva da scrivere insieme, da realizzare insieme agli africani noi siamo favorevoli alla presenza dell'Unione Africana nel G20 l'altro giorno è venuto a Roma il presidente dell'Angola che ha avuto una serie di incontri nel nostro paese al massimo livello, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con lui su tante questioni, lui ricordava ancora quando, quindi alla nostra è una scelta antica quella di guardare al continente africano, quando lo invitai come ospite d'onore a fare un intervento al Parlamento europeo allora io ero presidente e lui si ricordò questo italiano che aveva cominciato ad aprire un dialogo forte con l'Angola dove ci sono presenti anche imprese italiane importanti quindi sanno bene qual è l'idea italiana, stiamo lavorando sodo il ministero degli esteri e della cooperazione internazionale fortemente impegnato da questo punto di vista, io credo che l'Italia con la voglia di questo governo di essere presente il nostro paese, ovunque per svolgere un ruolo importante possa veramente tornare a risolvere alcuni problemi del continente africano ma lo dovremo fare insieme ai nostri amici alleati interessati alla stabilità di quel continente. Ministro, lei ha evocato un piano Marshall di tutta l'Europa quindi una forte azione politica, ecco però in Europa mi riferisco per esempio ai parametri perché noi adesso in virtù della pandemia c'è una sorta di moratoria, ma l'Europa dà la sensazione di un ritorno a un clima di austerità di rigidità nei parametri è una sensazione che ha anche lei o invece no? Sì e no la Commissione Europea ha proposto un testo per un nuovo patto di stabilità che certamente rappresenta un passo in avanti però noi riteniamo che si debba fare di più perché si debbano essere esclusi dal rapporto debito-pil questioni legate agli obli che vengono imposti dalla Unione Europea, cioè che non dipendono dal debito pubblico tutte le spese per la guerra in Ucraina, le spese per i grandi venti climatici penso al disastro delle mille Romagna della Toscana, delle Marche, ma anche quello di casa, cioè tutte le spese che vengono fatte per questioni non legate alle scelte del governo quindi condizionate dall'esterno si debbano escludere penso anche alle spese per la difesa comune europea ma ritengo che tutto questo discorso debba essere fatto in maniera complessiva, cioè sugli aspetti finanziari, patto di stabilità Unione bancaria, che tipo di Unione bancaria vogliamo? Noi non abbiamo regole comuni bancarie, armonizzazione fiscale per evitare la concorrenza sleare di alcuni paesi perché il discorso deve, se vogliamo un vero mercato interno, se vogliamo un'Europa Unita, dobbiamo affrontare tutte queste questioni, non soltanto affrontare questioni che possono fare più comodo ad alcuni paesi e non ad altri l'Europa è la sintesi degli interessi di tutti e credo che sia giusto procedere in quella direzione serve un codice bancario? quindi serve l'armonizzazione fiscale? Certo, quindi andiamo avanti anche in quella direzione apriamo il dibattito anche su questo non soltanto sulla questione patto di stabilità messo, tutto va visto insieme, perché i problemi finanziari legati alla stabilità economica devono essere poi collegati al fenomeno della crescita, insomma ci sono tante cose che non possono essere viste soltanto con un'ottica ristretta non basta affacciarsi da una finestrella, bisogna affacciarsi dal balcone quindi vedere a 360 gradi quale sono le esigenze per creare veramente un'Europa unita anche per quanto riguarda i temi finanziari le faccio l'ultima domanda perché è appena scaduto il tempo quindi anche il discorso del mess rientrerà in tutta una rivisitazione della filosofia europea allora le chiedo anche in questo noi abbiamo più problemi con la Francia o con la Germania? Dipende, perché poi non tutti i partiti nei diversi paesi la pensano alla stessa maniera, io credo che ci si debba sedere al tavolo con tutti e dire bene, su alcune questioni siamo più vicini ai francesi, altre siamo più vicini ai tedeschi oppure ad altri paesi, io credo che si debba fare un discorso complessivo sulla politica finanziaria, cioè sulla macroeconomia che deve essere lo strumento per favorire la microeconomia cioè la finanza, non deve essere uno strumento fine a se stesso la finanza è il miglior strumento possibile per favorire l'economia reale, perché l'economia reale è quella che fa crescere l'economia perché se noi abbiamo un'economia basata solo sulla circolazione del denaro, solo sulla finanza il denaro gira, gira, gira ma non aumenta mai il benessere aumenta soltanto se noi puntiamo sulla crescita, ecco perché dico che tutto quello che si fa a livello macrofinanziali, dalle regole all'azione della Banca Centrale Europea deve essere tutto finalizzato a favorire la crescita perché senza crescita, senza industria, senza agricoltura, non c'è lavoro, questo noi dobbiamo avere in mente perché se non c'è una visione comune, si guarda tutto a compartimenti sani, perché dico dobbiamo guardare nel suo complesso quello che si deve fare a livello finanziario, perché serve una visione complessiva, se no si affrontano i temi a macchia di lopardo questo non è assolutamente utile per la crescita, non è assolutamente utile per l'economia, anzi si rischia di fare delle scelte che magari possono essere vantaggiosi per qualcuno, ma possono essere dannose per altri l'Europa, se vuole ssere equanime, equanime deve dare delle risposte che facciano il bene di tutti e facciano crescere la nostra Unione Come dice un europeista, è convinto che ha dedicato gran parte della sua vita politica alle istituzioni europee, continua a dedicarlo perché dopo essere stato in commissione al Parlamento, adesso sono nel Consiglio, perché come Ministro partecipa ai Consigli, quindi credo che l'Europa del futuro dovrebbe essere questa, perché se no si rischia veramente di fare un danno al progetto europeo Al momento però la nostra posizione sul MES non cambia Ci sono anche sensibilità diverse tra i partiti di centrodestra io in teoria non sarei contrario al MES però se il MES il regolamento non è sufficientemente europeista noi abbiamo sempre lamentato l'assenza di controllo da parte del Parlamento europeo, così come accade per la banca centrale, insomma alcune riserve ce l'abbiamo anche noi di Forza Italia che siamo favorevoli in teoria al MES per questo dico la soluzione non è il MES visto separatamente dall'Unione bancaria separatamente dal patto di stabilità e crescita, bisogna capire qual è la visione che abbiamo di Europa e come utilizzare gli strumenti finanziari per favorire la crescita, questo è un quadro di insieme, io credo che il buon senso, la serietà ci chieda di affrontare con una visione strategica gli interventi che dobbiamo fare nel settore macroeconomico, che ripeto è strumentale al settore microeconomico la finanza deve aiutare l'impresa e non viceversa grazie, grazie Ministro della Disponibilità le auguro buon lavoro a nome del Festival dell'Economia di Trent grazie anche a voi grazie per avermi invitato la possibilità di spiegare quello che penso grazie, grazie mille buon lavoro Grazie
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