Legalità, lotta alla criminalità organizzata e sviluppo del paese
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Legalità, lotta alla criminalità organizzata e sviluppo del paese
In questo articolato e toccante dialogo, il comandante generale dei Carabinieri, Teo Luzi, ha risposto alle domande di Fabio Tamburini, direttore del Il Sole 24 Ore. Sono molti i temi toccati nell’incontro: lotta alla criminalità organizzata, reati contro le donne, riciclaggio, sviluppo del paese… Se si vuole parlare di futuro, futuro del futuro, bisogna prima superare le sfide del presente.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Prima di tutto grazie per la partecipazione alla comandante, grazie anche a tutti voi per la presenza. Questo è un festival che si occupa di futuro, il futuro del futuro, le sfide di un mondo nuovo. Ecco, non poteva non esserci una attenzione anche a un argomento che come gruppo Solle 24 ore ci sta molto a cuore ed è quello della legalità e quindi con questo incontro confermiamo la strategia dell'attenzione. E' una presa che io penso di poter dire senza timore di smentite, forse se potesse contare su un po' più di legalità avrebbe tanto da guadagnare. Lei è in un posto di osservazione privilegiato. Per quanto riguarda la criminalità economica, qual è il rischio maggiore per il futuro? Intanto buonasera direttore, buonasera a tutti presenti. Il rischio maggiore per il futuro, sento di sintetizzarlo con un concetto, la sottovalutazione, che significa che la criminalità organizzata, la criminalità economica è silente, nel senso che spesso non si manifesta con atti di sangue, atti violenti, in cui gli italiani, non solo gli italiani, tendono a sottovalutare, a non vederla, però ciò non toglie che rispetto ai tempi passati, gli anni 90 quando invece c'era una situazione molto complicata in termini anche di atti versivi verso lo Stato, quindi parliamo addirittura di bombe a Roma, a Firenze, a Milano, oggi è ugualmente pericolosa, è altrettanto pericolosa, però c'è questa tendenza a sottovalutarla, saminarla perché non traspare e questo per certi aspetti è un aspetto insidioso, motivi sono tanti perché culturalmente, soprattutto in alcune ragioni, non c'è sensibilità, c'è comunque per certi aspetti un interesse a perseguire il lucro senza valutarne le conseguenze e c'è anche, a me bisogna dire, qualcuno che poi cerca connevenze perché da questo rapporto con la criminalità ne trae vantaggi, quindi un mondo abbastanza variegato, però ripeto, la cosa peggiore è sottovalutarla. Anche perché il ragionamento è facile facile, ci sono forme di criminalità come la prostituzione, il narcotrafico, questi generano dei flussi finanziari che non sono banali, in questo campo le stime sono sempre discutibili, quindi non mi addento a cifre, ma stiamo parlando di tanta roba. Ecco, una delle domande che viene facile porsi è, ma questi flussi finanziari così significativi, ma come fanno a rimanere sommersi? Perché al fine questi soldi arriveranno nelle banche, arriveranno sul mercato, ci sono flussi davvero importanti. Si, le ha parlato in questo momento di traffico di stupefacenti e prostituzioni, ma se guardiamo il solo traffico di stupefacenti è un commercio illegale ovviamente che dà luogo a somme miliardarie, perché se pensiamo per un attimo facciamo solo un esempio, perché in modo che chi ascolta ci possa capire, un chilo di cocaina comprato in Sudamerica costa 1000-1500 euro al massimo, portato in Europa, scaricato in Europa dopo tre mesi ne vale 25.000, ripartito in blocchi da 50 kg la vende siamo già a 80-100.000 euro, quindi voi capite che la filiera finanziaria del traffico di stupefacenti produce dei valori enormi. Però così come il traffico è internazionale, il riciclaggio è internazionale, spesso assistiamo a reinvestimenti estro su estero, è chiaro che mentre all'interno del Paese ci sono le norme rigide, che entro certi limiti consentono delle verifiche approfondite con tanti meccanismi di controllo, nonostante tutto sfuggono alcune partite di denaro, estro su estro è molto più complicato. E quindi questo è il tema del riciclaggio, è un tema internazionale, ovviamente questo richiederebbe un accordo omnicomprensivo degli Stati, sempre questo non è possibile, e per cui tante somme prodotte dal traffico di stupefacenti, ovviamente altre forme di crimine, sfuggono al controllo degli Stati. Tra l'altro anche banche molto importanti, anglosassone soprattutto, negli anni passati sono stati coinvolti in diverse operazioni in cui si è scoperto l'utilizzo dei canali bancari tradizionali anche per lo smistamento di questa straordinaria liquidità. Forse però negli ultimi anni, se ne sente parlare meno, può essere che questi flussi di denaro finiscano riciclati attraverso le criptovalute? Nello scenario moderno per degli ultimi 20 anni sono comparse le criptovalute, cioè questi movimenti di denaro virtuali all'interno della Rete Web, ricordo che la Rete Web non ha un controllo degli Stati, tra certi aspetti qualcosa di distintivo dove non c'è nessuno che la controlla, criptovalute che hanno portato transazioni finanziarie anche importanti dove non c'è possibilità di fare il tracciamento di questi trasferimenti di denaro. Dove non c'è nemmeno un controllo di coloro che emettono criptovalute, la cosa più banale parliamo dei bitcoin, in realtà il bitcoin, se ne sente parlare, è una delle 3000-4000 criptovalute, solo per fare un esempio. Dopodiché in questi movimenti di denaro ci sono giochi di borsa, comproventi da di denaro, transazioni internazionali, non essendoci un controllo complessivo da parte degli Stati, perché è qualcosa che sfugge, è chiaro che questi flussi di denaro sono tra virgolette in nero, è difficile poi da controllarne. È un nuovo mondo che si è aperto nelle transazioni finanziarie. Criptovalute, reati informatici, qual è la sua valutazione sui reati informatici? Attacchi web per annientare banche e dati, attacchi per impossessarsi di dati a diversi fini, tra cui anche fini estrusivi, e quindi è un nuovo mondo che si è aperto nello scenario delle relazioni interpersonali. Ripeto, è un nuovo mondo che è fuori controllo per certi aspetti, perché la rete non è di nessuno, non è di proprietà degli Stati, non c'è un trattato internazionale che disciplina l'uso della rete. Quindi è molto istintiva, è molto relativa nelle sue interazioni, per cui la fine è qualcosa che per certi aspetti è fuori controllo. Ovviamente le forze di polizia, perché doveva andare anche un messaggio positivo, così come facciamo il pattugliamento sul territorio, così come facciamo le indagini sul territorio, facciamo il pattugliamento nel web e facciamo le indagini sul web. Noi come Carabinieri abbiamo una rete investigativa abbastanza importante che ci consente di operare con le stesse modalità con cui operiamo nel mondo reale. Ovviamente il mondo dei reati informatici è in continua scese, in continuo aumento, questo è un altro dato importante. Come vi state muovendo, come vi siete strutturati per fronteggiare al meglio questi reati informatici? Ecco, è un tema che interessa tutte le forze di polizia, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, ovviamente facciamo parte di un sistema complessivo coordinato. Per quello che riguarda l'Arma dei Carabinieri noi abbiamo una rete investigativa, ovviamente a livello centrale molto importante che è gestita da Ross, una rete che poi è articolata sui comandi provinciali fino a arrivare a articolazioni periferiche di diversa natura. La rete che funziona abbastanza bene, il tema purtroppo più delicato è la mancanza di personale, quindi abbiamo difficoltà a trovare personale ma non le difficoltà le ha l'Arma, le ha tutto il comparto sicure e tutta l'amministrazione pubblica. In particolare per quanto riguarda i reati informatici o in generale? Questo è un tema in generale ma ovviamente in particolare anche la capacità del nostro personale di fare indagini informatiche. Il tema della mancanza di personale riguarda tutta l'amministrazione pubblica, perché le scuole non sfornano sufficienti ragazzi con una capacità tecnica informatica per soddisfare le esigenze delle amministrazioni pubbliche e mi permetto di dire spesso anche del mondo privato. Non parlo di ingegneri, parlo di diplomati. Il numero è basso rispetto a quelle che sono esigenze. Siamo un po' in ritardo da un punto di vista sociale e da un punto di vista formativo dei ragazzi. E' un numero che come sole 24 ore abbiamo già dato ma che però sta trovando corrispondenza anche in questi eventi del festival in corso. Qui c'è una discrasia, da una parte c'è il record di disoccupazione giovanile e dall'altra il numero che emerge è 500-600 mila posti di lavoro che oggi non si riescono a ricoprire proprio per mancanza di conoscenza. Questo è un problema formativo dei nostri giovani italiani, è un problema che c'hanno anche altri paesi europei ma non in maniera così accentuata. Credo che siamo un po' in ritardo noi come Paese. Oggi ci mancano ragazzi da reclutare per inserire nel mondo informatico. Adesso ho parlato di Cyber Investigation ma potrei parlare anche di Cyber Defense perché abbiamo problemi anche di difesa dei nostri sistemi. La stessa agenzia di Cyber Sicurezza che è nata due anni fa ha problemi di reclutamento perché il mondo civile non offre tanti giovani quanto oggi è la richiesta. Ovviamente mancando giovani probabilmente anche il mondo impreditoriale ha qualche difficoltà. È un paradosso perché poi un conto è se mancassero candidati all'occupazione in settori che magari hanno un problema di retribuzioni basse. Parlo ad esempio di certi mestieri nel mondo del turismo ma qui si sta parlando di professioni che invece danno delle giustificazioni, dei riconoscimenti anche economici. Il livello di chi manca è il livello di tecnici di informatica, di ingegneri. Quindi è davvero un paradosso. Credo, questa è una mia considerazione, ci sono anche aspetti culturali. Ai figli si preferisce far fare il liceo classico, si preferisce far fare il liceo scientifico perché il liceo classico mi dà in linea potenziale grandi opportunità che poi non è così sotto un profilo del lavoro occupazionale reale. Far fare a un ragazzo la scuola tecnica una volta sembrava una scuola di recupero, adesso sta un po' migliorando però rimane sempre un retropensiero sul futuro. Che è ovviamente sbagliato che oggi se le scuole sfornano ragazzi con una capacità tecnico-informatica all'80% del lavoro lo trovano. La sensazione diffusa è che ci sia un aumento di aggressività verso i più deboli e certamente la pandemia non ha da questo punto di vista aiutato. A partire dalle donne è un problema che appare evidente, è davvero così. Dobbiamo dividere il problema in due aspetti, uno i dati numerici. Non è vero che i dati numerici di aggressione alle donne sono aumentati, però ognuno di questi casi non fa onore a un Paese Democratico come l'Italia. Oggi parliamo di circa 100 casi all'anno di aggressioni anche a volte in modo mortale nei confronti delle donne. Anche un solo caso e di aggressività assoluta. Sicuramente c'è molta più attenzione, molta più sensibilità da parte dell'opinione pubblica. Noi abbiamo del personale specializzato per la tutela delle donne che denunciano. Siamo in contatto con le organizzazioni sociali per cercare di aiutarle. Ci sono norme di legge che sono all'avanguardia per la tutela delle donne. Rimane però un problema di fondo che poche denunciano. Le statistiche ci dicono che l'80% delle donne che subiscono violenza non denuncia. Non ne facciamo una colpa e poi le dico anche perché. Per cui alla fine è un fenomeno sommerso, nonostante siamo nel 2023 con grande sensibilità sociale, rimane costante. Questo non è una bra notizia. Le donne non denunciano per quello che è la nostra rilevazione, per un complesso donativo, intanto perché sanno cosa lasciano nonostante le violenze e hanno paura dell'ignoto che le aspetta. Spesso ci sono dei mezzi figli per cui subiscono violenze e tacciano per tutelare anche i figli. Poi probabilmente in tutta questa filiera di denuncia e rinserimento, la parte del rinserimento non è ancora perfettamente efficiente. Perché poi queste donne che vanno in casa di famiglie, in casa di accoglienza, poi alla fine non trovano quella serenità, quella soddisfazione per guardare avanti con un pizzico di fiducia. Questo è un po' il quadro di situazione. Cambiamo argomento. Abbiamo parlato prima di criminalità economica e anche di narcotrafico. Indubbiamente su questi fronti le mafie hanno posizioni importanti. Come ha confermato anche la cattura di Messina Denaro, catturato di fatto a casa sua, è un dato oggettivo che le mafie controllano ampie zone del territorio italiano. La battaglia è persa o a certe condizioni può essere vincente? Guardi, che le mafie controllano il territorio non sento di sottoscrivere questa affermazione. Controllano il territorio e lo fa lo Stato. Le mafie tendono a condizionare i comportamenti per mille motivi. E' fatto l'esempio di Matteo Messina Denaro che stava a casa sua, ma d'altro canto altri grandi personaggi della criminalità organizzata sempre a casa sua sono stati catturati, sempre a casa loro. Quindi le mafie non controllano. Le mafie ancora condizionano i territori e questo sicuramente è un dato di fatto. Poi le mafie continueranno, è un fenomeno antico come l'uomo fondamentalmente. Falcone ha dato il messaggio che come tutti i comportamenti umani anche la mafia prima o poi avrà una risalita ma prima o poi scomparerà, si esaurerà. Probabilmente la mafia non si esaurerà mai. Il compito delle istituzioni è tenerla rilegata in un angolo della società perché poi ripeto comportamenti criminali sempre sono esistite, sempre esisteranno. Mi permetto di dire in questo momento due messaggi che però sono positivi. Il primo è che l'Italia ha il quadro normativo più avanzato per la lotta della criminalità a livello internazionale e questo è un messaggio ineludibilmente forte. Il secondo messaggio è che le forze di polizia italiane, quindi parlo dei carabinieri ma anche della polizia e della finanza, e la magistratura hanno la capacità di contrastare i fenomeni criminali meglio in modo superiore di tanti paesi europei o altri paesi in giro per il mondo. Il secondo messaggio è che i reati sanguinari siano anche diminuiti, certamente il loro numero è straordinariamente diminuito, però contemporaneamente è aumentata l'infiltrazione. Io abito a Milano, sono nato a Milano, ma fino a non molto tempo fa era inimmaginabile che le mafie fossero presenti a Milano. Adesso devo dire che anche alla luce dell'indagine che avete condotto è risultato un quadro diverso. Contro l'infiltrazione della criminalità nell'economia di questo tipo di criminalità, come vi state muovendo? Direttore, lei ha detto una cosa che è la chiave di lettura, era inimmaginabile che 30 anni fa c'erano le mafie, non è vero? No, che le mafie si infiltrassero a Milano. Ecco, non è vero, perché poi se guardiamo, non è che lo voglio contraddire, ma facciamo un ragionamento di carattere sociale per arrivare oggi. Nell'area milanese, 30 anni fa, c'erano famiglie mafiose di Cosa Nostra, che ancora peraltro ci stanno molte, perso lo smalto, ed erano anche molto potenti. Non sparavano e quindi non erano evidenti, però c'erano, ma questo lo dicono anche gli atti di inchieste parlamentari. Cosa c'è allora rispetto oggi? Allora c'era meno consapevolezza di questo tema al nord, quasi arrivare a negarlo, ma in buona fede, attenzione, non è che lo negassero anche i politici o la classe economica o la popolazione, perché era in cattiva fede. Non c'era la consapevolezza, oggi c'è un po' più di consapevolezza per cui ci si rende conto che nell'area milanese, io ho comandato la regione Lombardia per cui la conosco bene, ci sono andrine importanti, c'è soggetti di andrangheta molto importanti, come le indagini hanno dimostrato e come sono certo in prospettiva le indagini dimosteranno. Che si può fare? E quindi c'è un tema secondo me, due temi, uno è culturale, bisogna continuare a far capire la gente che la criminalità organizzata e il stampo mafioso c'è, non bisogna ignorarla, quello che dicevo prima, sottovalutarla, c'è, dobbiamo essere consapevoli e dobbiamo anche evitare di farci condizionare da questo. Da un lato all'altro bisogna fare sistema stato, antilocali ma anche con il mondo privato, le situazioni private, adesso ho visto che l'editorio del sole 24 ore è confin d'usto, ecco i carabinieri, l'arma dei carabinieri è confin d'usto a un protocollo, un protocollo con cui noi abbiamo dato la disponibilità a partecipare anche a sedi periferici, a incontri con gli imprenditori per spiegare cos'è la criminalità organizzata e quelle sono le modalità tecniche di infiltrazione, quelle sono le modalità di condizionamento della società e anche per dare a questi imprenditori eventualmente di fronte a una situazione di emergenza un canale privilegiato per avere un sostegno, una consulenza, un aiuto giudiziario. Anche prima ma in particolare sotto la mia direzione l'attenzione verso la lotta alle mafie è molto alta e continuerà a esserlo e qui colgo l'occasione per sottolineare questo aspetto, qualsiasi contributo che noi possiamo dare come gruppo editoriale, come sole 24 ore, come radio 24, nella lotta alle mafie, noi siamo pronti a farlo fino in fondo anche perché l'impressione della condizione è che spesso si faccia finta di niente, io abito in un quartiere a Milano e devo dire che negli ultimi tempi ci sono degli incendi provvisi tra cinesi e negozi, non riesco a spiegarmelo, quindi vuol dire che anche a Milano c'è chi chiede e probabilmente in alcuni casi gli viene dato, è importante che ci sia una maggior consapevolezza, che questi atteggiamenti non sono accettabili e quindi è importante far crescere l'attenzione verso la legalità anche perché l'adazione data alle mafie non è virtuosa, quindi determina anche un'alterazione della concorrenza, è importante che questo non accada, quindi totale disponibilità in proposito. Dicevo, lei ha fatto un esempio che è significativo, la Saricinesca è bruciata, no? Capita? Quelli che noi chiamiamo reati spia, quando ci sono tutta una serie di reati di un certo tipo si accende un campanello d'allarme che ci sono probabilmente, poi le indagini lo devono dimostrare, degli interessi della cremabilità organizzata, oggi c'è più consapevolezza, come dicevo, c'è anche forse più fiducia rispetto alle istituzioni, alle forze di polizia, sono state portate avanti operazioni importanti fino a poco tempo fa e quindi siamo qui davanti a un pubblico importante, sono certo che in prospettiva, ma non parlo dei prossimi anni, magari dei prossimi mesi si riusciranno a scoprire altre situazioni di cremabilità organizzata anche nell'Internand Lombardo. Un settore particolarmente delicato da questo punto di vista è quella della gestione dei rifiuti, avete fatto molto anche in collaborazione con la magistratura in proposito, la sua impressione, lei in un posto di osservazione privilegiato, ma la gestione dei rifiuti rimane un punto di forza delle mafie oppure no? Assolutamente sì, le porto una battuta che un po' ci ha colpito tutti, una battuta di vent'anni fa perché riguardava un'intercettazione tra gamorristi in cui due parlavano, dicevano che dovessero i rifiuti, adesso lo traduco in italiano, io ero in dialetto, dicevo sì perché la monnezza è oro, i rifiuti sono oro ovviamente per chi ci lavora, anche in maniera legale come imprenditoria, chi ci lavora in maniera legale è altrettanto oro perché poi quando parliamo di rifiuti dobbiamo pensare a mille sfaccettature nella gestione dei rifiuti e a mille tipologie di rifiuti, tra cui non sono da meno i trasporti internazionali dei rifiuti, poco tempo fa abbiamo portato a termine un'indagine in cui i pannelli solari che non sono rifiuti speciali venivano portati in Africa o in mare, non lo abbiamo capito, ma probabilmente portati in Africa e scaricati in qualche porto e buttati in qualche discarica africana giù a Dakar, in Senegal, quindi ovviamente questo in maniera con certificazioni false, con dichiarazioni non veritiere e così via, dietro i rifiuti ci girano milioni, sia in termini legali, e questa è la parte sicuramente positiva, sia in termini di interessi della criminalità organizzata, potrei farmi gli esempi, ma qual tempo poi stringe? D'altro canto si va verso un modello di società in cui lo smaltimento dei pannelli solari piuttosto che delle batterie diventerà davvero un problema sempre più significativo? Beh certo, noi siamo tutti ben felici di vedere l'elettrico anche se non credo che sarà il futuro, usciamo 8 vetture elettriche, poi dopo di che c'è una batteria che pesa 150 kg, che prima o poi se non riesce la vita, che è un rifiuto speciale da qualche parte deve essere messa, per cui l'opzione ottimale di produzione energetica o di mobilità a costo zero non esiste, ovviamente dietro lo smaltimento ci sono interessi ripete in predatoria lecidi e ovviamente c'è anche una forma di maniera. Intercettazioni telefoniche e ambientali, secondo lei sono uno strumento irrinunciabile di indagine oppure no? Intercettazioni sono assolutamente uno strumento indispensabile, è necessario però in uno stato democratico trovare un equilibrio tra l'utilità di autorizzare un'intercettazione e la tutela della privacy del cittadino, l'equilibrio è legato alla tipologia fondamentalmente di reate, se ne discute tanto perché è proprio questo l'equilibrio in cui va messo il sistema. Intercettazioni servono perché sono elementi, fonti di prova nei procedimenti o nei comportamenti illegali delle persone, un esame per tutte, nel confronto dell'organizzazione antimafia intercettazione è uno strumento importante, anche se poi non è che dobbiamo pensare che due parlano in telefono, magari ci sono tante metodologie di intercettazione. Buona parte di esse vengono affidate a società a capitale privato, non sarebbe meglio affidarle al pubblico? No, qui non dobbiamo fare confusione perché è vero che la gran parte dei materiali e delle installazioni utili per l'intercettazione sono oggi svolti da privati, ma il contenuto dell'intercettazione, cioè l'ascolto dell'intercettazione è fatto dalla Procura e per delega della Procura dalla Polizia Giudiziaria, per cui le aziende private non è che fanno l'ascolto, se lo fanno fanno un reato ovviamente. Fanno la gestione degli apparati e dell'installazione, non tutte, la gran parte però sì. Però in questa gestione degli apparati significa poi avere in mano una leva di conoscenza? No, perché l'azienda che fa l'installazione non ascolta, l'ascolto, la sostanza dell'intercettazione la fa la Polizia Giudiziaria per delega della Procura, per cui l'azienda che installa un dispositivo non può ascoltare, se no è un reato, commetto reato, quindi non ascolta. Chi ascolta sono carabinieri, poliziotti, finanzieri, ovviamente per delega della Procura, non è che lo fanno di iniziativa, rispetto di alcune norme di tutela del cittadino. Potrebbero fare tutti i carabini? Certo, potremmo fare tutto quanto noi, ma se l'Alarma va a buttare via 400-500 persone per fare questa installazione, le tolgo al territorio, è una questione sempre di equilibrio. In termini di sostanza non cambia nulla, poi ovviamente intercettazioni più delicate, più importanti le facciamo in autonomia anche nell'installazione, nella scelta del dispositivo e quant'altro. Un numero sempre maggiore di giovani è oggetto di provvedimenti restrittivi, come lo spiega? Ma guardi, questo non è proprio così, perché la fascia giovanile che si è diventata più violenta e più sconcertata rispetto alle dinamiche sociali, questo sì, poi magari glielo spiego un attimo, che ci sciano più giovani arrestati, questo non è vero, perché il trend degli arresti dei giovani, parliamo di 18 anni ovviamente, giovani non imputabili o parsementi imputabili è rimasto costante nel tempo, parliamo più o meno del 2% degli arresti che fanno le forze di polizia, 2% non è l'espressione del 2% della società, giovani, adulti e anziani. Sicuramente quello che abbiamo registrato in questi ultimi mesi, questa è un po' una novità post-pandemica, è una maggiore aggressività di questi ragazzi, la tendenza a riunirsi in gruppi anche numerosi che ci sono sempre stati, ma in passato erano gruppi legati da dinamiche di vicinanza di casa, di circoli, adesso sono spesso gruppi che nascono nella rete, tendono a usare delle forme anche di violenza e soprattutto quello che più ci ha preoccupato è che spesso si tratta di ragazzi che non hanno il senso del disvalore di quello che fanno, te faccio un esempio per capire meglio, se 10 anni fa dei gruppi di persone aggredivano altri gruppi sapevano di aver messo reato e cercavano di nascondersi, oggi si riuniscono a gruppi, fanno una rissa, la pubblicano in rete, si mettono loro stessi in prima linea, si autodichiano addirittura nome e cognome, io ho menato tizia e cavo mettendo anche la foto, motivo per il quale faccio un esempio molto semplice che se è stata una rissa un anno e mezzo fa al pincio, noi l'abbiamo scoperto, quindi abbiamo identificato i responsabili monitorando la rete e questo mi ha un po' fatto riflettere, non hanno più il senso del disvalore di tal unicomportamento. Le carceri in teoria dovrebbero servire anche a rieducare, l'impressione è che non accada proprio così, secondo lei sarebbero importanti investimenti più significativi nelle carceri? Come prima ho detto assolutamente sì, adesso li dico assolutamente sì, perché noi oggi abbiamo poco più di 60.000 detenuti, spesso in condizioni non aderenti a quello che è la visione di uno stato democratico e civile come l'Italia, quello che viene definito il sovraffollamento delle carceri, non è un bel segnale. D'altro canto tutta una serie di prodimenti che portano a scontare la parte della pena agli arresti domiciliari possono andare bene a certe condizioni, però non ci dobbiamo dimenticare che se io in provincia di Milano ho circa come arma dei carabinieri 700 detenuti da controllare, c'è un certo numero di carabinieri che anziché fare servizio al cidadino, antifurto, antiborseggio, protezione di ville vanno a controllare i detenuti, per cui è un equilibrio sempre molto difficile. Forse un investimento del mondo carcerario credo che andrebbe fatto, se ne parla veramente da vent'anni, però andrebbe fatto, c'è un tema, il detenuto costa ovviamente, ora bisognerà trovare un equilibrio per rendere un po' meno costoso il detenuto. L'impressione è che nelle carceri ci vadano soprattutto extracomunitari? Sì e no, nel senso sì, perché se guardiamo la popolazione carceraria, basta andare in Internet, non è che le dico segreti, un 30% sono stranieri, peraltro di cui una decina pertenenti a particolari paesi di origine, non le dico per evitare problemi, ovviamente, di darne un senso di tipo raziale. Quindi la popolazione di stranieri in Italia non è il 30%, allora è chiaro che lo straniero che è in Italia, una piccola parte di stranieri tendono a delinquere, una piccola parte, tendono a delinquere per tanti motivi, c'è il disadattamento sociale, c'è l'opportunità economica, lo spaccio di stupefacenti che magari nel respective paesi viene punito in maniera anche fisica, noi siamo un paese democratico per cui la fine serve tutto un quadro probatorio per arrivare alla condanna. È chiaro che questo dà un segnale agli italiani di negatività del mondo delle comunità stranieri molto più grave rispetto a quello che poi in effetti è la realtà, perché del 30% dei tenuti, che sono nelle carceri, se guardiamo rispetto alla presenza della popolazione strana Italia, parliamo di un 4%. E magari non hanno gli avvocati così bravi, che naturalmente costano di più, che gli possono permettere di avere gli arresti domiciliari? No, quello dei avvocati sì, è chiaro che l'avvocato in talunni casi può fare la differenza, però io ripeto, tanto tendono a delinquere una parte perché c'è una forma di percezione anche di impunità, perché noi siamo un paese democratico e ci sono delle regole, delle procedure, delle prove. In alcuni paesi, soprattutto nel mondo arabo, è molto più semplice il procedimento penale per arrivare alla condanna, magari anche severa. Per certi aspetti, gente che nelle carceri, anche se sovraffollamento, non stanno così male, accettano una situazione che tutto sommato è migliore rispetto al paese dove arrivavano. C'è il desiderio di fare danaro, magari per portare a casa in modo semplice, c'è anche un disattattamento sociale perché comunque non è loro paese e quindi hanno dei problemi anche di adattamento quindi tutto questo porta a una forma di legalità di una fascia di questa comunità di stranieri, ma è una fascia, ripeto, che delinque, che è molto piccola rispetto al numero totale della comunità straniera in Italia. Siamo andati oltre al tempo che avevamo immaginato due domande finali rapide e rapide. A proposito di futuro, quando avremo una donna comandante dei Carabinieri? Abbiamo qualche candidata in terza fila. Va beh, diciamo che donna Carabinieri, comando generale, se non servono i tempi di maturazione perché consideriamo che il comandante generale del Corpo armato avrà 60-62 anni, visto che le prime donne le abbiamo reclutate nel 2000, ci vorranno, per avere la prima donna, ammesso che poi venga scelta, almeno 20 anni. Va beh, quindi ci vuole un po' di pazienza. Va beh, devo maturare la carriera. Al Festival dell'Economia abbiamo una presenza significativa di esponenti del Governo e questo è davvero l'ultima domanda. Quale provvedimento chiederebbe al Consiglio dei Ministri? Beh, io ne chiederei due o tre, però diciamo quello che in questo momento ritengo di uno solo. No, no, non uno solo, io poi gli dico gli altri. Penso quello che in questo momento, che già l'abbiamo chiesto in realtà, che i competenti ministri stanno valutando, è di fare un reclutamento straordinario di personale delle Forze di Polizia. Che è successo? Perché dal 2012, per effetto delle politiche di spending review, l'arma ha perso circa 10.000 carabinieri in contrazione. Su quanti? Su 108.000. La Polizia di Staten ha persi circa 8.000, poco meno di noi, la finanza altri 4-5.000. A partire da sei anni, da questa parte, sono state fatte delle leggi di incremento, per cui stiamo risalendo, però serve un ultimo provvedimento, l'ultimo scatto per tornare al periodo ante 2012. E non è una richiesta di personale fino a se stessa, perché il personale nostro significa coprire tutto il territorio nazionale, significa lasciare il carabiniero poliziotto, io parlo del carabiniere, vicino a ogni comunità, per cui se non c'è personale questo non è possibile farlo. Quanto meno, penso come carabiniere, meno di 3.000 carabinieri in più, rispetto a quello che è già programmato fino a 2024. La Polizia altrettanto, finanza la metà. La domanda era un provvedimento da chiedere, però mi sono lecita la curiosità, avendo parlato di due o tre, quindi quali sono gli altri? Due al volo. Uno è una cosa che sta molto a cuore, che è la popolazione anziana. Parlo ovviamente di attività delle forze polizie, quello che ritengo odiosissimo, che sono le truffe e gli anziani, che vengono consumate sistematicamente ogni giorno, è difficile perseguire perché il reato di truffe è un reato minimale nel nostro ordinamento giuridico, conosciamo il sistema anglosassone, quindi un inaspirimento delle norme aiuterebbe le forze di polizia a tutelare meglio questa fascia di anziani, perché la truffa non è tanto il danno di 1.000-2.000 euro, ma è un danno psicologico che si fa a una persona di 60 anni, 70 anni, 80 anni, 70-80 anni sì, che è un danno non quantificabile, ma enorme, quindi un provvedimento di inaspirimento delle norme di questo tipo è auspicabile. Devo dire che il mistrino interno si sta ragionando, stiamo vedendo insieme nell'ambito dell'ufficio di coordinamento. Un secondo provvedimento che è un tema di assoluta novità che attiene all'intercettazione un fatto tecnico delle criptofonie, perché ci sono oggi sempre più in uso piattaforme collocate in paesi estri, in Bielorussia le faccio un esempio, che attraverso la vendita di telefoni si parla one-to-one passando nella piattaforma, ssendo criptate è difficile intercettare, questo è un tema di inversione, questo è un tema di investimenti tecnologici, è anche poi difficile utilizzare quello che viene fatto nel processo, perché di fatto quel tipo di intercettazione non è contemplata, per cui io riesco anche a bucare una piattaforma criptata che con paesi stranieri lo abbiamo già fatto, con francesi, con olandesi, però di fatto quello che io recupero non è valido nel processo, quindi una norma che renda utilizzabile l'intercettazione del processo è un investimento finanziario per bucare queste piattaforme poi decida anche cosa farsi, però anche qui devo dire che il problema è stato sollevato in varie commissioni parlamentari la commissione giustizia, proprio in questi giorni su nostra sollecitazione ci sta lavorando. Comandante grazie della sua disponibilità, personalmente ho imparato cose interessanti, quindi grazie a tutti della partecipazione alla prossima puntata sul futuro. Grazie al direttore, grazie ai presenti. Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Grazie
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