Le proposte concrete contro la disuguaglianza
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Le proposte concrete contro la disuguaglianza
La disuguaglianza è al centro del dibattito politico, ma finora ci sono state poche proposte concrete su metodi realistici per ridurla. Per arrivare a una più equa distribuzione del reddito nazionale sono necessarie idee e politiche nuove e ambiziose in cinque aree: tecnologia, occupazione, condivisione del capitale, tassazione e sicurezza sociale.
fare bene il proprio non diventare semplicemente e dunque a piace musica anche il treno che parte scuola capri perché dovrei capiscono che l'amata e tanto più tanto una barra si fa ma se si lottava da decenni incontrabile senso bene possiamo iniziare buonasera a tutti iniziano la sessione ha il compito di introdurre il professor tony atkinson inizio con dire che è un grande onore e un grande piacere per me introdurre il professor art insomma lo dico senza retorica per chi si occupi di disuguaglianze economiche toni atkinson il padre nobile e il fondatore della teoria degli studi sulla disuguaglianza economica quindi è davvero un onore per me è un grande onore introdurre la sua lezione odierna è un compito da un tempo facile difficile è facile nel senso che toni alti che insomma è così noto da non aver bisogno di presentazioni e difficile e perché pur nella impossibilità di dar conto di dell'intero contributo che la sua incredibile che aveva dato alla scienza economica è comunque difficile scegliere cosa dire della carriera di jackson per cui mi metterò a the scelte completamente personali basate su preferenze personali per dire qualcosa molto brevemente senza togliere molto tempo sulla carriera professionale kingson allora cominciava con una riflessione in un qualsiasi cosa si voglia insegnare sulle disuguaglianze economiche un modulo sulle disuguaglianze economiche in qualunque università del mondo si può scegliere una diversità di topix degli argomenti senz'altro non si può non partire da alcuni dati concetti fondamentali la curva di lorenz il coefficiente di gini il teorema di atkinson l'indice di atkinson quindi penso che nella bici di tutta la teoria sulle disuguaglianze economiche il nome di act non sia bello impresso lì e quando si decida poi di approfondire alcuni aspetti i più diversi sulle disuguaglianze economiche penso alla disuguaglianza multidimensionale penso alla povertà penso alla disuguaglianza di ricchezza piuttosto che di reddito penso alla mobilità quale rapporto tra istituti di protezione sociale e distribuzione o ancora al tema detto ping comes in ognuno di questi sotto field dell'economia trovate un contributo fondamentale seminale di toni anche insomma per cui il contributo diciamo è stato in qualche maniera decisivo in tutti gli sviluppi degli ultimi 30 anni della scienza economica sul tema della disuguaglianza qualche nota su alcuni che secondo me sono i contributi di metodo che toni atkinson ci consegna con il suo lavoro fatto fino ad ora il primo secondo me che misurare i fenomeni distributivi ma si potrebbe dire in generale mi sono i fenomeni economici e una per azione intrinsecamente e inevitabilmente normativa al cuore del suo più famoso forse paper di alti del 1970 c'è l'idea che vi sia una relazione tra i giudizi di valore tra sistema di giudizi di valore e misurazione della disuguaglianza ogni misurazione di un fenomeno distributivo asportabili e più in generale di un fenomeno economico alla base un insieme di giudizi di valore e il compito dell'economista e rendere espliciti questi giudizi di valore il primo grosso contributo di merito e di metodo secondo contributo l'attenzione ai dati che si utilizzano atti in sociatà dei lavori in cui con estrema pazienza ha raccontato come alcuni dettagli sulla costruzione dei dati incidono sulle conclusioni che si tolgono nell'analisi di questi dati e quindi lo sforzo l'attenzione a non far dire ai dati più di quello che dati possano davvero dire e questo si misura in tutto il contributo di diversi suoi diverse aree terzo punto è quello di formulare le domande di ricerca il modo non autoreferenziale se vogliamo il titolo dell'ultimo libro di su cui probabilmente oggi si imbatteva maggiormente il peso atkinson e cioè inequality work and be done è una cifra generale del contributo di upton cioè ci si interessa delle disuguaglianze con l'ottica che cosa può essere fatto per ridurle e cosa inutile analizzare cosa è utile studiare questo è un po la cifra della maggior parte di tutti quanti contributi di atkinson infine l'idea che il tema distributivo il tema della distribuzione dei redditi non sia un tema marginale nell'ambito della scienza economica e nell'analisi dell'economia ma sia un tema centrale è legato a diversi altri fenomeni della scienza economica fenomeni dell'economia da questo punto di vista conclude la mia breve presentazione con un ricordo personale mi sia consentito quando stavo iniziando il dottorato in economia nel 96 mi sono imbattuto in un articolo di atkinson che ora creare una presidenza alla tres alla royal economic society intitolato income distribution infront cold non è probabilmente il più famoso diciamo dei contributi di atkinson ricordo però che la lettura di quel saggio o ancora la versione working paper sul mio scaffale in qualche maniera ha inciso sulla mia scelta anche sui temi da studiare e poi successivamente e in quel contributo atkinson fondamentalmente diceva che da un lato denunciava l'oblio rispetto i temi distributivi che c'era stato l'ultimo secolo di analisi economica diciamo sostenere l'opportunità di tornare a occuparsi del tema distributivo all'interno del mensile della scienza economica o meglio credo che oggi dopo vent'anni le cose siano cambiate molto il tema della distribuzione non è più marginale non è più residuale questo festival è una dimostrazione per quanto ancora molto ci sia da fare ma se oggi possiamo contribuire all'analisi delle disuguaglianze raccontando i dati raccontando la maniera in cui le disuguaglianze si sono evolute e questo è dovuto al fatto che in questi anni c'è chi se ne è occupato c'è chi ha raccolto i dati cioè che era li ha analizzati e molto di questo è dovuto al contributo diretto allo stimolo alla lezione del professor tone up che insomma con questo vi ringrazio conclude lei e dai la parola al professor tony altri insomma anche fare mark sanford grazie vito per questa generosa presentazione e grazie anche agli organizzatori di questo festival non ho più bisogno delle cuffie adesso bene grazie per avermi invitato ancora una volta questo festival ero venuto la prima edizione dieci anni fa è bello tornare magari o dieci anni di più però il pubblico sembra sempre è uguale dunque è bello vedere così tanti giovani come ha detto vito il tema delle diseguaglianze di reddito di cui parlavo ancora allora ha ricevuto molta attenzione in questi ultimi anni e questo grazie anche al libro di thomas p che si che ha attirato un'ampia copertura da parte dei media e anche l'attenzione dei leader mondiali per citare barack obama lui ha descritto le crescenti diseguaglianze di reddito come la sfida che definirà il nostro futuro e anche il papa ha si è appellato ai governi affinché ridistribuiscano la ricchezza ai poveri e christine lagarde e il presidente del fondo monetario internazionale ha dichiarato che la riduzione della disuguaglianza deve essere in cima alle priorità perché secondo lei questo è un punto che può minacciare la sostenibilità dell'intero sistema economico mondiale ma ciò che i leader mondiali non hanno detto è cosa farebbero infatti parlano di crescita equa ma non danno alcuna indicazione su come raggiungere questo obiettivo e questa è la principale ragione per cui ho scritto il libro che è stato appena menzionato disuguaglianza cosa fare e l'ho letto lo script o in parte per schiarire un po un clima un'atmosfera di pessimismo un senso secondo il quale si può fare poco per ridurre la disuguaglianza economica dunque il mio obiettivo oggi è quello di raccontarvi una storia un po più ottimistica e il messaggio chiave è che gli attuali livelli di disuguaglianza non sono inevitabili non siamo semplicemente alla mercé di forze che sono al di là del nostro controllo se vogliamo veramente ridurre le disuguaglianze e naturalmente qui sottolineo la parola se allora ci sono dei passi che possiamo intraprendere che non sono necessariamente facile implicano dei costi e dobbiamo lasciare da parte molte delle ortodossie economiche politiche e utilizzate fino ad ora i nostri capi che stanno parlando in questa città da un'altra parte i nostri capi dovranno uscire dal loro zona confortevole e considerare un agenda molto più ampia ma ci sono sicuramente delle misure tangibili che possiamo prendere e che possono essere intraprese se vogliamo essere seri nel compito di affrontare le disuguaglianze ora per rendere la discussione un po più concreta che cosa intendo con disuguaglianza economica come dico nel libro c'è tutta una serie di dimensioni della disuguaglianza qui parlerò solo di disuguaglianza di reddito ma anche questa può significare diverse cose infatti si può pensare alla distribuzione delle retribuzioni il divario tra le persone pagate poco e invece persone che vengono pagati tantissimo oppure si può parlare di tenore di vita delle famiglie e questa non è però una slide che apre la strada a tante altre equazioni vi tranquillizzo in questo senso però è con questa diapositiva voglio dire che il reddito è fatto di tante componenti e le retribuzioni gli stipendi sono solo parte di questo reddito perché c'è anche il reddito da capitale di cui parlerò e anche il fatto che le persone possono ricevere dei trasferimenti pubblici come per esempio gli assegni per i figli oppure sussidi per disoccupazione o le pensioni di tutto questo dobbiamo tenere conto e naturalmente la famiglia è una famiglia è fatta di diversi individui dobbiamo tenerne conto ecco di questo voglio parlare il reddito della famiglia e quello su quel successo quello su cui mi concentrerò e vi presenterò un paio di grafici per spiegarvi che cosa succede in termini di disuguaglianza delle famiglie comincerò dal mio paese e regno unito ma cominciamo con una misura italiana di disuguaglianza il coefficiente di gini uno statistico italiano molto famoso che riassume misura statistica l'entità delle differenze di reddito tra la popolazione con un punteggio che va da zero se tutti hanno lo stesso reddito fino a 100 per cento se una persona raccoglie tutto il reddito il messaggio di questo grafico per quanto concerne il regno unito è una storia semplice e sorprendente al contempo all'inizio degli anni sessanta quando ho cominciato a studiare economia il coefficiente di disuguaglianza era del 25 per cento circa ed è rimasto intorno a questo livello fino al 1980 e poi vedete tutti questi quadratini nel grafico che salgono costantemente negli anni ottanta gli anni 80 sono stati un periodo di cambiamenti per quanto concerne la disuguaglianza è stata una svolta della disuguaglianza come dico nel libro ea quel punto c'è stato un piccolo che è stato raggiunto 35 per cento invece del 25 per cento e la lezione che traiamo è che la disuguaglianza di reddito nel regno unito ha fatto un passo avanti un grosso passo avanti effettivamente l'incremento che vediamo qui è davvero significativo e tanto per darvi un impressione di ciò che significa se dovessimo utilizzare l'imposta di reddito per ritornare al livello a cui eravamo quando avevo cominciato a lavorare come economista negli anni sessanta dunque per tornare a quel livello dovremmo aumentare le aliquote fiscali pagate da ognuno per del 20 per cento dovremmo passare da 20 a 40 da 40 60 60 80 immaginate che un ministro delle finanze non potrebbe andare alla camera e annunciare un aumento del 20 per cento delle aliquote fiscali se non fosse veramente coraggioso ecco questo è ciò che è successo c'è stato un grosso incremento un grosso incremento che come vediamo nella seconda diapositiva ha portato il regno unito nella classifica mondiale delle disuguaglianze una classifica dove uno non deve stare in cima ma vorrebbe stare in basso dunque la portato dall'altra parte dell'atlantico vicino agli stati uniti il regno unito adesso sembra molto simile agli stati uniti in termini di disuguaglianze voi che siete italiani e magari non siete molto molto preoccupati ma c'è una seconda freccia che mostra la posizione dell'italia l'italia sta un po meglio ma non così meglio e se vi mostro il grafico della povertà se vi dovesse mostrare il grafico della povertà l'italia starebbe peggio del regno unito dunque vedete il confronto con i paesi anglosassoni tuttavia perché dovremmo preoccuparci di tutto questo la prima domanda che ogni giornalista mi chiede perché dovremmo preoccuparci delle disuguaglianze e per rispondere io dico che ci sono due ragioni principali innanzitutto alcune ragioni intrinseche e altre che sono di tipo strumentale le ragioni intrinseche sono perché dovremmo preoccuparci di per sé e le ragioni strumentali sono quali sono le conseguenze della disuguaglianza robe solo recentemente e paul krugman anche che dovrebbe venire domani o dopodomani hanno fatto un video sul mio libro e le sue implicazioni per gli stati uniti e roberson o dice in questo video che crede che la disuguaglianza eccessiva sia moralmente sbagliata ecco una formazione molto forte e questa una ragione intrinseca poi va avanti e dice che è più preoccupato della disuguaglianza eccessiva che sta in basso piuttosto della disuguaglianza che sta in cima e questa è una opinione che io condivido è una delle ragioni per cui ho scritto il libro è proprio una preoccupazione dopo il best seller di piquet team che forse l'attenzione si era concentrata troppo in cima alla piramide escludendo invece chi sta in basso dalla considerazione dell'attenzione e personalmente questa è una delle principali ragioni per cui ho lasciato stare la matematica e mi sono concentrato sull'economia perché verso gli anni 60 ho scoperto che i paesi ricchi l'europa è un paese ricco i paesi ricchi hanno ancora un problema di povertà ma credo che la povertà e la disuguaglianza siano strettamente interconnessi non si può concentrarsi solo sulla povertà e di ignorare l'entità della disuguaglianza compreso ciò che succede in cima alla piramide e la povertà sicuramente più scioccante in una società in cui magari c'è la coda fuori e dall'agenzia che vende i viaggi nello spazio mentre ci sono altre persone che fanno la fila per avere un pasto gratis dunque l'entità delle differenze nella nostra società è una misura delle risorse che abbiamo a nostra disposizione per affrontare la questione della povertà e la gran parte degli economisti adottano implicitamente o esplicitamente alcuni approcci utilitari per elaborare delle tesi e magari il l'euro che sta nelle mani di una persona che conta vale meno dell'euro che sta nelle mani di una persona povera dunque credo che la ragione per cui solo con legali del suq alianza e la povertà è che tanto più è diseguale una società è tanto maggiore è la difficoltà ad affrontare la questione della povertà e recentemente ci sono stati degli approcci filosofici a questa questione come per esempio la teoria della giustizia di john roll il filosofo americano e questo ha stimolato un dibattito anche fra economisti filosofi che hanno parlato dell'approccio della capacità che parla di ciò che le persone possono raggiungere nella propria vita all'entità delle opportunità eccetera e con questo approccio di capacità cominciamo ad avvicinarci alle ragioni strumentali le ragioni per cui le disuguaglianze non sono male di per se stesse ma ciò che è male sono le conseguenze e gli economisti in anni recenti hanno detto per esempio che le disuguaglianze sono responsabili del peggioramento della performance economica e allo stesso modo nel libro per esempio di college di stieg l'ex si dice che dovremmo ridurre la disuguaglianza dei risultati perché questo ha delle conseguenze negative per la società come per esempio la mancanza di coesione sociale criminalità scarsa salute e obesità è tutta una serie di altri problemi non voglio dilungarmi su questo punto ma magari più tardi potremmo discuterne le ragioni strumentali su cui mi vorrei concentrare sono quelle più correlate al tema del festival quella cioè della mobilità sociale cioè la disuguaglianza di opportunità la disuguaglianza di opportunità sembra un obiettivo che unisce persone di diversa prospettiva politica nei media americani nei commenti al mio libro si è voluto notare che sono i repubblicani ma anche i democratici che parlano molto di disuguaglianza i repubblicani dicono che sono preoccupati delle disuguaglianze di opportunità e non le disuguaglianze di reddito tuttavia ciò tralascia il punto davvero importante cioè che la disuguaglianza dei risultati influenza anche la disparità di opportunità soprattutto per la prossima generazione e i risultati di oggi forgiano il terreno di gioco della prossima generazione è la ragione per cui ci preoccupiamo della disuguaglianza riguarda proprio le grandi differenze che esistono oggi in termini di reddito e ricchezza differenze che hanno intensificato ancora di più le fonti di questa disuguaglianza è questa perché l'impatto del ceto sociale della famiglia dipende sia dalla forza dei rapporti della connessione tra questi elementi ma anche dall'entità della disuguaglianza stessa dunque ritengo che se ci preoccupiamo della disuguaglianza di opportunità dovremmo anche preoccuparci dell'eccessiva disuguaglianza di risultati oggi e questo mi porta a parlare dell'economia delle disuguaglianze i motivi per cui abbiamo assistito se non altro nel regno unito questo balzo in avanti proprio della portata delle disuguaglianze nella maggior parte dei testi di economia si ritrova un concetto molto semplice spiegazione delle disuguaglianze si basa solo su l'offerta e la domanda cioè l'aumento delle disuguaglianze nei paesi avanzate in economie avanzate è dovuta al richiesta di lavoratori specializzati manodopera specializzata che cresce di più di quanto non sia l'offerta 40 anni fa l'economista olandese jan tinbergen aveva parlato di una corsa una corsa tra una maggiore richiesta di istruzione e di formazione dei lavoratori e una porta che una una offerta che non seguiva il passo oggi come oggi questa storia che ripeto risale a 40 anni fa si è stesa perché si è aggiunto il contributo della tecnologia le forze della globalizzazione che hanno visto la scomparsa di molti lavoro lavori che richiedevano sostanzialmente delle competenze tecniche molto molto limitate ma questa è la storia che ci raccontano i libri di testo di economia che si accompagna con quella che è la politica che viene proclamata da tanti dei nostri politici e commentatori che affermano e immagino che il signor il primo ministro dentisti al proprio dicendo questo in questo momento dall'altra pub la città che dicono dicevano dobbiamo investire più nell'istruzione nella formazione della manodopera dobbiamo investire sul capitale umano e questo qualcosa che io so sostanzialmente sottoscrivo è ovviamente una parte importantissima di una politica di un governo però non è l'unica parte importante nella parte restante della mia presentazione mi concentrerò proprio su quelle altre cose che sono necessarie perché ritengo che l'investimento nella istruzione nella formazione della manodopera rappresentano solo una parte di tutta la storia e perché rappresenta solo una parte della storia beh innanzitutto perché queste forze che si fanno riferimento al cambiamento tecnologica progresso tecnologico alla globalizzazione non sono elementi esogeni non sono qualcosa che ci vengono dallo spazio sono qualcosa che è profondamente influenzato dall'attività umana il progresso tecnologico per esempio io lo sottoscrivo il mio telefonino smartphone riflettono i decisioni che sono state prese da altri scienziati da responsabili della ricerca da imprenditori investitori governi anche dei consumatori e tutte queste decisioni sono influenzate da considerazioni di carattere economico e grado di discrezionalità del cambiamento tecnologico e cioè il fatto che possa beneficiare anzi dovrebbe inficiare capitale direi al alle spese dei lavoratori è un qualcosa che dipende ripeto dalle decisioni prese dalle aziende che introducono questo progresso tecnologico e questo porta tutta una serie domanda innanzitutto chi prende queste decisioni e queste decisioni riflettano effettivamente l'interesse di tutti di tutti i portatori di interesse e proprio questo turbativo che io pongo nel mio libro cioè se queste decisioni vengono lasciate unicamente alle aziende e ai loro azionisti e alla quel punto ci troveremo in un mondo in cui la tecnologia non andrà a soddisfare quello che l'interesse generale della società giusto per fare un esempio a riguardo un'azienda potrebbe decidere di investire nei propri magazzini sostituendo il personale con dei robot quindi automatizzando i propri magazzini consegnare le proprie merci utilizzando i droni ecco potete già immaginare a che azienda sto pensando in questo momento bene una decisione di questo tipo di un'azienda ovviamente lo direbbe la richiesta di manodopera da parte quella azienda e l'azienda anzi sarà contentissima di non dovere affidarsi su una forza lavoro che vuole essere chiaramente trattate in maniera equa e pagate maniera dignitosa ma questo tipo di decisione avrà un impatto sulla società e sulla capacità distributiva di un sistema sociale notevole per cui quello che io propongo nel mio libro è che il cambiamento tecnologico dovrebbe essere un qualcosa in cui intervengono i governi e la società in cui anche questi fanno sentire la loro voce e non deve essere considerato semplicemente con un qualcosa al di fuori di ogni controllo e perché lo dico lo dico per un motivo semplice perché il governo in fondo se non altro degli stati uniti nel regno unito e anche in altri paesi di economie avanzate e il governo che generalmente finanzia gran parte della ricerca che sta poi alla base di questi progressi tecnologiche di queste nuove invenzioni giusto per farvi un esempio uno degli inventori del touchscreen che probabilmente molti di voi conoscono benissimo perché lo usate tutti i giorni è la lavorava alla royal weather establishment di morgan che è un ente governativo questo per cui secondo me è il motivo per cui la storia che ci raccontano i testi di economia non racconta tutta la storia il secondo motivo è che ci sono altri elementi importanti che contribuiscono a creare il reddito di un nucleo familiare e voglio tornare appunto a questa diapositiva che vi ho mostrato ha poc'anzi per sottolineare tre aspetti tre elementi che poi stanno alla base delle proposte che io ho elaborato nel mio libro infatti nel mio libro ci sono quindici proposte e vedo che già qualcuno sta guardando l'orologio con ansia chiedendosi quanto tempo discuterò di queste bene non parlerò ovviamente di tutte e quindici se volete conoscere in dettaglio vi dovete leggere il libro dall'altro dovrebbe uscire la versione italiana a novembre per cui di certo non mi dilungherò illustrare tutte le 15 mie proposte ma mi limiterò a tre gruppi sostanzialmente di proposte che io ho elaborato nel mio libro cominciando innanzitutto con lo stato sociale e la tassazione uno dei motivi per cui il l'incremento di disuguaglianza economica nel regno unito e ma anche in altri paesi era stato preceduto nei decenni del dopoguerra da una riduzione di queste disuguaglianze anche perché noi dobbiamo perdere di vista un'altra cosa che dal secondo dopoguerra fino intorno agli anni 80 molti paesi nell'europa occidentale in particolare hanno osservato appunto una riduzione delle disuguaglianze di reddito notevole del 10 del 10 per cento in italia in francia in germania in finlandia in vari paesi dell'europa del nord sia assistito appunto una notevole riduzione della disuguaglianza di reddito e perché perché il periodo del dopoguerra è stato periodo di rinascita di ricrescita e soprattutto di costruzione dello stato sociale poi dagli anni 80 si è assistito a un'inversione di tendenza si è assistito a un adozione da parte dei paesi dell'ocse di politiche di redistribuzione del reddito e della ricchezza e questo qualcosa che l'ocse stesso ha sottolineato proprio per citare il report del 2011 intitolato divided esistente del segretario generale dell'ocse dalla metà degli anni 90 la riduzione della capacità ridistributiva dei sistemi degli stati sociali è stato in alcuni casi la causa principale del incremento delle disuguaglianze di reddito per cui bisogna fare qualcosa per invertire questa tendenza ritornare a quei tempi in cui si aveva invece una imposizione progressiva e qui vedete una delle mie proposte dove prevedo che le aliquote più elevate possono arrivare fino a 65 per cento segnando la tournée regno unito che questo tra l'altro non significa assolutamente tornare completamente a quel sistema in di posizione che avevamo nell'immediato dopoguerra ma non è solo una questione di incrementare le tasse è anche una questione di cambiare proprio la struttura del sistema impositivo creare un sistema impositivo che gene di quegli effetti desiderati e poi il terzo elemento che vedete questo questa diapositiva è un qualcosa che si applica soprattutto al regno unito e forse meno all'italia e che prevede concentrarsi sul trasferimento di ricchezza all'imposizione sul trasferimento di ricchezza tra generazioni per far sì che la tassa su quello che viene ereditato nel corso di una vita sotto forma di lasciti o di donazioni venga tassato in maniera progressiva al momento invece nel regno unito esiste sostanzialmente una tassa di successione che si applica in un unico momento lo scopo di questa mia proposta è quella di livellare un po se vogliamo il campo di gioco per andare a ridurre queste disuguaglianze di cui abbiamo parlato poc'anzi ed ecco perché alla fine del xix secolo john stewart mille propose una cosa di questo tipo un filosofo tra l'altro che si occupava moltissimo delle libertà individuali e che aveva visto l'accumulo di ricchezza nelle mani di poche come una minaccia alle libertà individuali che poteva portare poi a una situazione in cui se non si interveniva come sistema di imposizione fiscale adeguato non si sarebbe mai stata una distribuzione di ricchezza ma venendo appunto al trasferimento di ricchezza di cui parlavamo poc'anzi qui io parlo di intanto di un incremento degli assegni famiglia all incremento notevole vi degli assegni familiari che sono sempre stati sostanzialmente un'erba più reddito per i bambini un reddito di base tra l'altro è un qualcosa che in questo paese sta richiedendo sta creando molta attenzione come pure in moltissimi altri paesi europei si parla di reddito di cittadinanza o di reddito minimo sostanzialmente che non ha potuto essere introdotto per lo meno nel regno unito per tutta una serie di motivi e io parlerò più che altro di reddito di partecipazione più che non di reddito di cittadinanza che dovrebbe essere garantito a coloro che prendono parte attiva alla società in vario modo attraverso l'occupazione anche il lavoro autonomo ma anche altri attività di utilità sociale come l'istruzione come la formazione o attività come la cura degli anziani o la cura dei bambini o la cura di famigliari che non sono autonomi alla base di questo sistema di trasferimento cesta proprio questo reddito minimo che tutti devono ricevere esattamente come tutti hanno diritto ad avere dei gli sgravi fiscali sulla propria imposta sul reddito della persona fisica e probabilmente questa diventerebbe una proposta al meno scioccante chiaramente gli sgravi fiscali sono garantiti a tutti a tutti i contribuenti la differenza è quanto vale per te un certo sgravio e questo dipende dal tuo reddito ovviamente c'è sempre una porzione di reddito che è esente nel regno unito se siete negli scaglioni più alti questa beneficio fiscale vale circa 20 mila euro se siete negli scaglioni più bassi quindi se passa pagate l'aliquota più bassa il valore è sostanzialmente la meta e se siete al di sotto del reddito imponibile probabilmente questo valore nullo è pari a zero per cui quest idea di pagare un reddito minimo va a sostituire sostanzialmente il concetto degli sgravi fiscali garantendo lo stesso ammontare a tutti quanti e se questo vi sembrasse un'idea estrema ecco forse vale la pena sottolineare che questa è stata sostenuta nel regno negli stati uniti da due premi nobel che hanno due posizioni completamente diverse tra di loro e milton friedman un pensatore di destra e james tobin un pensatore di sinistra ma non è solo una questione di imposizione fiscale e di spesa pubblica uno dei messaggi più importanti secondo me è che non ci possiamo aspettare di poter ridurre le disuguaglianze economiche riducendo le semplicemente attraverso un sistema di spesa pubblica più eco o di tassazione più equa quindi non basta solo il lavoro del ministro delle finanze bisogna agire sul reddito prima che questo venga tassato e prima che si ricevano appunto sgravi fiscali piuttosto che assegni familiari e questo significa affrontare un problema che sta alla radice cioè la disoccupazione appena ci sono appena state le elezioni in gran bretagna non so se lo sapete giusto qualche settimana fa e mi ha colpito moltissimo e mi ha sorpreso anche che durante la campagna elettorale non si sia neanche parlato di disoccupazione sembra che tutti si siano dimenticati della disoccupazione e tutti sembrano dimenticarsi del fatto che nell'immediato dopoguerra la disoccupazione nel regno unito era circa dell'uno per cento e io mi ricordo che quando lo studente di economia ero terrorizzato all'idea che si potesse lasciare o mentre la disoccupazione fino a un due e mezzo per cento da oggi abbiamo una disoccupazione nel regno unito del 5 per cento e già questo viene considerato un grande successo economico per cui secondo me innanzitutto bisogna riportare in cima all'agenda politica la questione della disoccupazione e per farlo bisogna fissare ai back target specifici come quelli che si fissano per la inflazione che possano quindi guidare l'attività del nostro caso la banca d'inghilterra nel caso dell'area euro e della bce dobbiamo quindi avere di pesi che possono essere assegnati alla riduzione della disoccupazione come obiettivo similmente a quello che si fa per gli stessi pesi che vengono assegnati per la riduzione dell'inflazione ma come farlo e ancora una volta qui dobbiamo rivedere un po quelli che sono gli approcci del passato e gli interventi fatti negli ultimi vent'anni a questo riguardo sono falliti miseramente non sono riusciti a riportare la disoccupazione a quei livelli che ho appena menzionato ci sono stati decenni di riforme del mercato del lavoro sostenute dal le richieste dall ocse anche da altri organismi nel regno unito abbiamo visto che il potere dei sindacati si è ridotto in maniera drammatica abbiamo visto che sono ridotti i sussidi alla disoccupazione e questo comunque non è riuscito a ridurre la disoccupazione al di sotto del 5 per cento e mi sembra che tutto quello che dobbiamo fare adesso è appunto concentrarci e di questo parlo molto nel mio libro sul versante della domanda del mercato del lavoro e meno su quello dell'offerta ed ecco perché nel mio libro parlo anche delle proposte che i governi dovrebbero mettere in atto e agire quindi come datori di lavoro di ultima istanza del resto il governo ha sempre agito come prestatore di ultima istanza per cui se hanno salvato le banche dal fallimento non vedo perché non debbano fare una cosa simile anche sul mercato del lavoro ma siccome il lavoro è solo parte della storia ancora una volta come dimostra il fatto che nell'unione europea nel suo insieme di tutti i disoccupati quelli che riescono a trovare un lavoro nell'arco di un anno solo la metà di questi era riuscito ad avere un reddito sufficiente per rimanere al di sopra della soglia di povertà l'altra metà rimane comunque al di sotto grasso alle povertà anche quando trova un lavoro ed ecco perché aumentare i salari rappresenta un altro passaggio importante della mia proposta ma fino a questo momento abbiamo parlato di salari e di reddito passiamo invece adesso a parlare di capitale e qui vorrei fare un distinguo tra capitale e ricchezza pickett in nessun libro par intitolato capitale nel xxi secolo parla soprattutto in realtà di ricchezza più che di capitale e questo è importante è importante perché anche se è vero che la ricchezza e la proprietà sostanzialmente sono diventate molto meno iniquo e negli ultimi 100 150 anni nella maggior parte dei paesi dell'ocse questo non significa necessariamente che la stessa cosa sia avvenuta con la diffusione del controllo su quelle che sulle decisioni economiche il potere di prendere decisioni associate al capitale a quanto pare non è stato distribuito così come avvenuto invece con la ricchezza giusto per fare un esempio ecco se mi rivolgessi a un pubblico in inghilterra molti tra il pubblico per cederebbero tensioni che sono state finanziate da fondi che investono in aziende in azioni di aziende per cui in ultima istanza questi percettori di pensione o futuri pensionati ricevono la loro pensione perché i fondi investono in titoli di aziende ma non hanno alcuna facoltà di prendere parte alle decisioni che queste aziende prendono se ad esempio spostare gli impianti produzioni all'estero quindi queste decisioni vengono prese sostanzialmente da quegli istituti finanziari o dai fondi che controllo queste aziende ed ecco perché nel mio libro parlo anche del ruolo del contrappeso di potere e delle azioni che possono essere intraprese per poter ridistribuire questo potere soprattutto quando si tratta di decisioni prese dalle aziende dalle grandi gruppi in particolare è tra le varie soluzioni che suggerisco c'è per esempio il fatto di considerare la distribuzione cioè la capacità distributiva anche nelle politiche concorrenziali per capire quali possono essere i comportamenti delle aziende quindi qui l'aspetto della distribuzione potere dovrebbe entrare in gioco dovrebbe essere parte del dibattito al momento si parla tanto della tt ip cioè la partnership di investimento e di commercio transatlantico che è sorprendente che ci sia questo dibattito in atto su questo aspetto senza il coinvolgimento e senza la partecipazione dei lavoratori che lavorano nelle aziende coinvolte o da parte dei consumatori e neppure senza il contributo diciamo di nessuno di noi in realtà a parte quelle aziende che trattano direttamente con i governi per cui la questione del controllo del capitale è un qualcosa che secondo me deve essere affrontato perché implica appunto queste implicazioni dal punto di vista della distribuzione della ricchezza ed è importante anche quando si parla di ricchezza chi di voi ha letto il testo di piquet t o magari avete visto anche le magliette le magliette hanno una r più grande della g scritta soprano r st tasso di interesse e tasso di rendimento oggi invece tasso di crescita e a quanto pare la r più grande della ge questa dovrebbe essere la causa delle disuguaglianze delle crescenti disuguaglianze però molti di voi probabilmente hanno avuto modo di conoscere altre teorie persone che dicono ma per esempio un tasso di interesse molto basso sui miei sul mio conto bancario sul mio deposito nel mio caso tra l'altro è negativo in questo momento è meno 1 per cento per cui questo riflette il fatto che esiste un divario tra il rendimento da capitale e quanto viene ricevuto invece effettivamente dai piccoli risparmiatori è un aspetto che vorrei sottolineare è che oltre a concentrarsi su tutti quegli aspetti che hanno a che vedere con la tassazione del reddito da capitale si dovrebbe parlare anche di incrementare questo ritorno il suo capitale dei piccoli investitori dei piccoli risparmiatori e questo mi porta all'ultima mia proposta che a che vedere con la creazione di un fondo sovrano di ricchezza e questo mi porta a parlare di finanza pubblica sostanzialmente che se vogliamo è nel cuore del dibattito a livello europeo vi mostro adesso questa slide che forse avete già visto in passato ma che manca completamente dal dibattito pubblico il dibattito pubblico si è concentrato da anni sul debito pubblico cioè quanto debito alitalia in proporzione al reddito nazionale e invece non si è parlato dell'altra parte del bilancio cioè quali sono i beni qual è il patrimonio dello stato e come se dicesse qualcuno ma paga in un sacco di mutuo sulla casa terribile però senza tener conto che quella persona ha una casa e questo è ciò che cerco di fare in questa diapositiva dove vediamo il bilancio complessivo dello stato prendendo il patrimonio meno debito vediamo regno unito in cima e l'italia in basso è effettivamente con questo non voglio dire che il regno unito sa più bene dell'italia ma colpisce il fatto che i cambiamenti l'evoluzione nel corso del tempo è stata simile nei due paesi è stata un'evoluzione verso il basso fin dagli anni 80 o partire dagli anni 80 il patrimonio netto dello stato cioè attività meno passività questi questo patrimonio è diminuito per via delle privatizzazioni per via della vendita del patrimonio pubblico spesso un valore più basso vendite sovvenzionate oppure perché i governi hanno utilizzato il guadagno per altri motivi e dunque siamo passati a un 100 per cento a zero ed italia è passato da zero a meno 70 per cento o qualcosa del genere e questo secondo me dimostra che questi problemi fiscali che non sono recenti non hanno a che fare con la crisi ma sono problemi di lungo periodo il problema è che abbiamo esaurito il nostro patrimonio nazionale e nel mio libro io propongo di ricostituire il patrimonio netto dello stato facendolo attraverso un fondo sovrano che paesi come la norvegia per esempio e anche i paesi petroliferi e singapore hanno già fatto non parlo di nazionalizzazioni parlo di una proprietà dei del patrimonio non dico che deve essere lo stato che controlla queste imprese ma lo stato che ha delle azioni nelle imprese e qui torniamo al punto menzionato quando parlavo di tecnologie molte innovazioni tecnologiche che hanno spinto la crescita degli utili sono derivate da attività finanziate dalla spesa pubblica e quello che voglio dire è che il governo lo stato dovrebbe acquisire delle quote per compensare le passività derivanti dalla distribuzione del reddito come ha detto allora tyson economic adviser del presidente clinton quanto detto lei sulla robotizzazione ha detto i robot sono importanti ma dipende da chi controlla il robot è quello che voglio suggerire che il governo dovrebbe avere una quota di quanto genera dunque ho passato in rassegna 15 proposte magari non le avete contate tutte perché lì ho passato in rassegna molto velocemente ma queste proposte secondo voi sono realistiche il new yorker in una revisione in marzo in un articolo ha detto vabbè questo va tutto bene per l'europa ma non per gli stati uniti ma non credo che queste siano proposte del tutto bizzarre infatti qui vedete elencati alcuni dei sostenitori delle proposte che ho fatto per esempio io ho proposto un programma di occupazione pubblica nel 78 il congresso americano ha approvato una legge che autorizza il presidente americano a creare un bacino una riserva di lavori pubblici di posti di lavoro pubblico ma questo magari non ha mai fatto ma il congresso ha comunque approvato questa legge prima di allora e stato un senatore repubblicano al senatore sherman che aveva fatto approvare la legge antitrust dicendo che non c'è niente di più minaccioso che la disuguaglianza delle condizioni economiche e poi dei conservatori che hanno sostenuto il fondo sovrano e poi non so se mi interessa il calcio notate che anche la premier league anche loro sono favore di questo reddito di cittadinanza ebbene queste proposte sono discutibili mi rendo conto e nell'ultima parte del libro discuto alcune delle obiezioni che sono state fatte e le voglio riassumere in maniera molto telegrafica la prima obiezione è questa diversi giornalisti mi hanno detto beh sa c'è un compromesso fra i quit a ed efficienza e c'è un costo per l'efficienza se vogliamo ridurre la disuguaglianza è la risposta che darei io dipende da come si vede il modo in cui sta funzionando l'economia oggi e non funziona bene secondo i libri di testo classici questo mi sembra però un punto piuttosto fuorviante perché se teniamo conto di tutta una serie di cose come per esempio il potere dei dei monopoli e oppure la crescita endogena i cambiamenti tecnologici che sono anch'essi endogene tutti questi elementi cambiano il punto d'inizio il vale a dire che se prendiamo questo come punto di partenza allora potrebbe essere che ci sono diverse situazioni in cui effettivamente si possono fare dei progressi per migliorare l'efficienza e allo stesso tempo migliorare l'uguaglianza la seconda obiezione è coesa beh va tutto bene d'accordo ma non possiamo fare le cose che facevamo 20 anni fa ho trent'anni fa adesso il mondo è globalizzato i paesi singoli non possono agire per conto loro l'unione europea non può agire per conto suo per via delle forze globali ma ancora una volta come dicevo prima per quanto concerne i cambiamenti tecnologici credo che tutto sia sotto il controllo umano e la globalizzazione beh è qualcosa che abbiamo deciso per le se per esempio la settimana scorsa quando abbiamo deciso di fare questo accordo transatlantico è una cosa che possiamo influenzare ma poi se vediamo qual è l'impatto della globalizzazione sulla distribuzione del reddito molte delle preoccupazioni delle persone sono riguardo ad elementi che i governi nazionali possono cambiare su quei governi nazionali hanno un controllo per esempio in gran bretagna il comitato sulle immigrazioni valuta gli effetti dell'immigrazione sul mercato del lavoro ed è interessante vedere che cinque punti d'azione sono stati proposti ma solo uno di questi punti riguarda l'europa la libertà di circolazione mentre gli altri quattro punti riguardano solo ciò che può fare il governo britannico poi l'ultima obiezione non ce lo possiamo permettere ma nel libro invece io dimostro che i conti tornano e che lo possiamo fare ma non entro in questi dettagli se ricordate la mia prima diapositiva c'era una citazione di keynes sul pessimismo e questo pomeriggio ho cercato di essere più ottimista è innegabile che i cittadini dei paesi ocse oggi hanno un tenore di vita che è molto superiore rispetto a quello dei loro nonni o bisnonni vale la pena ricordare che molte delle conquiste del dopoguerra ci hanno permesso di ridurre la disuguaglianza ma a livello globale di cui non ho parlato ma che viene comunque discusso nel libro la divergenza tra i paesi che è cominciata con la rivoluzione industriale bene questa divergenza si sta chiudendo questa disparità si sta chiedendo dunque se è vero che il xxi secolo ci porta sfide che non ho discusso come per esempio l'invecchiamento della popolazione ai cambiamenti climatici ci sono tuttavia delle soluzioni a questi problemi che stanno alla nostra portata che sono alla nostra portata perché se oggi potessimo utilizzare tutta la nostra ricchezza per affrontare queste sfide e se accettassimo che le risorse devono essere distribuita in maniera iniqua credo che ci siano ottime ragioni per essere ottimisti grazie perché i bastoni abbiamo tempo per alcune domande sono di microfoni disponibili raccogliamo qualche domanda e poi raccogliamo una risposta toni atkinson qualche domanda dal poteva in fondo c'è una domanda in fondo poi qui davanti dopo però the book leggerò sicuramente il libro non sono un economista dunque forse la mia domanda è un po ingenua ma mi chiedo pensando ad alcune modifiche fiscali come per esempio aumentare l'aliquota massima oppure pensando ad una diversa distribuzione del reddito allora ci sono evidenze del fatto che una tra le due direzioni può essere più efficace rispetto all'altra al fine di ridurre la disuguaglianza economica grazie al professor atkinson vengo dall'olanda e ho una domanda sulla sua proposta di indirizzare la tecnologia la tecnologia verso una maggiore domanda di lavoro come è fattibile questo perché la tecnologia mi sembra qualcosa di veramente diffusa come si può limitare il numero di tecnologie che possono essere inventate a una domanda sui progressi tecnologici che vanno ad una velocità incredibile secondo lei sono una cosa positiva per il futuro perché magari otterremo una riduzione nel lavoro domestico per esempio e poi avremmo magari professioni più specializzate oppure lei pensa che dovremmo essere preoccupati per la concorrenza tra macchine ed esseri umani perché l'accesso alla alta formazione potrebbe essere molto cruciale in questo senso e questo potrebbe avere delle conseguenze distributive secondo lei in che direzione andremo risponde a queste tre domande no avrei io un'altra domanda per cortesia anch'io sono ottimista ma se guardo all'ocse e politici americani come bill clinton oppure il signor col l'ex cancelliere germanico tony blair in inghilterra tutti sembrano aspirare a diventare milionari e non mi sembra che ci sia una riflessione sul fatto che ci sia una politica dell'ocse cioè secondo lei guardando quelli grafici e guardando quelle curve disastrose ad un certo punto non si può più tornare indietro cosa pensa rispondevo in ordine di domande allora la prima fino a che punto possiamo spingere l'aliquota massima beh si è discusso tanto di questo e si dice che la tassa massima ottimale ideale sarebbe il 40 per cento ma sfortunatamente credo che questa proposta readily molto le incertezze della politica piuttosto che la capacità di comprendere la situazione perché se guardiamo semplicemente ad un cifra vediamo che l'intervallo di confidenza di quanto è stata determinata questa aliquota si espande fino al 20 40 60 per cento dunque nonostante tutto ciò che viene detto non credo che ci sia ancora una cifra esatta e sostenibile devo anche aggiungere che dovremo anche preoccuparci dell'impatto che le tasse hanno sul comportamento delle persone e anche del fatto che dobbiamo tutti avere un assenso di giustizia di equità e io scelgo l'aliquota del 65 per cento perché è l'aliquota che il governo britannico applica ad un certo gruppo di persone nel regno unito che sono le persone che perdono i loro sussidi sociali che vengono a perdere il 65 per cento del loro reddito ecco questa è la ragione per cui io propongo il 65 per cento ma a parte questa parte la mia proposta comunque altri possono fare la loro per quanto concerne la tecnologia alla domanda sulla tecnologia è sicuramente è vero che la tecnologia ci può portare verso nuovi sviluppi ma pensiamo ai all'evoluzione tecnologica in alcuni paesi che ha sicuramente avuto dei vantaggi ma è anche vero che la tecnologia ci può aiutare a sostituire le persone in luoghi pericolosi in settori pericolosi per esempio i robot possono verniciare le auto al posto delle persone degli operai ecco questo è un bene intermedio ma quello che mi preoccupa per quanto concerne la distribuzione riguarda i prodotti finiti perché forse si cacceranno fuori persone dalle fabbriche proprio per l'arrivo delle tecnologie ho parlato prima dei droni che fanno gli spedizionieri immaginatevi un po questo si può fare ma la persona che riceverà il pacco perderà il contatto con le persone magari non importa molto se quel pacco è semplicemente un pacco ma pensate ai pasti che vengono portate a casa ha portati a casa le persone di si perderebbe il contatto con l'essere umano con la persona e questo con tutta una serie di conseguenze ecco quello che mi preoccupa è che le decisioni che vengono prese poi influenzano la natura del servizio e anche la distribuzione del reddito perché questo crea domanda di lavoro e influenza la distribuzione dei salari ecco questi sono gli elementi connessi all'avvento della tecnologia e questo influenza anche il fatto che un punto sia desiderabile o meno sicuramente non voglio dire che dobbiamo frenare questi cambiamenti ma quello che voglio dire è che bisognerebbe discutere delle conseguenze delle implicazioni di tutto questo e poi per quanto concerne il presidente clinton beh potrei dire che forse i presidenti americani non sono pagati abbastanza cosa che prendono 100.000 dollari boh forse sono spinti proprio dal dallo stipendio che è piuttosto basso beh a parte questo credo che il ruolo del denaro e nella politica sia un rapporto un po bidirezionale i politologi forse qui tra il pubblico potrebbero rispondere meglio di me ma c'è sicuramente un interazione fra il ruolo del denaro per finanziare la politica e gli stati uniti forse sono un caso estremo e ruolo del denaro nel finanziamento dei media e forse qui il caso estremo e il regno unito ecco credo che la connessione politica sia sicuramente molto importante per quanto concerne le ragioni strumentali delle disuguaglianze sono altre domande facciamo un'altra tornata di domande ora si no chiedere al professore deve aspettare un attimo per cortesia che si mette la cuffia grazie e buonasera volevo chiedere è solo una domanda relativa alla disoccupazione abbiamo detto che la disoccupazione non sta riducendo però se pensi a una occupazione nei paesi ocse oltre 70 per cento della popolazione occupata è occupata nei servizi però noi abbiamo una modalità di considerare ancora tempo di lavoro le 40 ore settimanali diciamo noi possiamo pensare di recuperare e abbassare questi livelli di occupazione se non andiamo anche a influire sui tempi di lavoro noi siamo legati ancora come cento anni fa alle 40 ore la settimana 50 settimane all'anno circa 40 anni di lavoro ma io penso che ci sia anche un problema è che dopati al professore di ripensare anche che cos'è il lavoro oggi anche perché molti di questi lavori che noi andiamo a vedere nella società dei servizi che ci siamo inventati probabilmente veramente vengono sostituiti dai droni tranquillamente ma perché dovremmo utilizzare i droni e continuare a lavorare 40 ore alla settimana grazie io volevo chiedere al professore se accanto alla previsione di un salario minimo non sia opportuno regolamentare anche un salario massimo in termini di rapporto tra il salario dei lavoratori che svolgono i compiti più umili all'interno di un'azienda e i manager grazie altre domande sono altre due domande queste sono le ultime due ma questo poi l'ho buon pomeriggio e grazie per la sua presentazione allora mi stavo chiedendo per quanto riguarda appunto la spesa pubblica e l'indebitamento pubblico e le politiche da parte dei governi nazionali quale sarà l'impatto sulle generazioni future perché magari certi costi sono sostenibili oggi ma non so se saranno sostenibili anche nel lungo periodo soprattutto quando poi si parla di mobilità sociale nel prossimo futuro ecco io volevo chiederle due domande semplicissime lei ritiene che la crisi economica abbia esacerbato le diseguaglianze economiche e il recupero e la ripresa economica possa in qualche modo diminuirle nuovamente e adesso abbiamo un'ultima domanda la mia domanda riguarda quel famoso compromesso tra efficienza e capitale lei ha parlato dello stato che può agire come datore di lavoro di ultima istanza a me come italiano sembra un po un modo per perdere ulteriormente efficienza perché c'è il rischio che si arrivi e poi a garantire degli incentivi che distolgono sostanzialmente distorcono il mercato del lavoro e contribuiscono a rendere l'amministrazione pubblica ancora più inefficiente ecco non pensa che questo potrebbe essere un considerato un approccio ha mai superato invece si dovrebbe ragionare in termini di incentivi incentivi per far sì che si lavori nell'interesse della comunità senza che ci sia l'intervento diretto dello stato nell'economia beh tutta la serie domanda è molto interessante che spaziano veramente in ambiti diversi quindi cercherò di essere conciso comunque allora intanto la prima domanda sulla disoccupazione quello che ha detto lei mi ricorda i miei studi di case lì i saggi weekend su come appunto risolvere la disoccupazione riducendo sostanzialmente la settimana lavorativa però ha toccato anche un altro punto importante che se vogliamo ho affrontato ampiamente nel mio libro che com'è cambiata la natura del lavoro come il lavoro si è diventato più fluido nella società moderna e ci sono moltissimi esempi a riguardo persone di tutte le età svolgono mansioni che non vengono retribuite ad esempio gli stage dei giovani e alle spettro sposto dell'età pensionati che svolgono vari tipi di mansioni senza che siano retribuiti per questo ecco quindi dovremmo guardare la nuova natura del lavoro senza limitarsi unicamente analizzare quello che è il vero mercato e lavoro il lavoro di per sé quindi dalle 5 dalle scusate dalle 9 le 5 ma considerare proprio il lavoro in nel senso più esteso dove tra l'altro deve rientrare anche il tempo libero come pure altri aspetti quali l'istruzione degli adulti e altre attività di questo tipo ecco quindi che considera il lavoro in senso molto più ampio e non più in senso così ristretto così come fanno invece molto i politici quando parlano del lavoro il lavoro è qualcosa che va dalle 9 le 5 per loro e che in futuro probabilmente sarà un modello che non esisterà più voglio dire il lavoro esista da quanto da 150 anni concepito così come concepito oggi nel medioevo il lavoro non è vera certo concepito con morello concepiamo oggi e poi salari massimi stipendi massimi si sa né parlato molto ci sono vari movimenti abbiamo visto un movimento in spagna come pure nel regno unito che ha spinto molte aziende poi a fissare dei tetti massimi agli stipendi dei manager ecco io non sarei tanto a favore di una norma di normare proprio da parte del legislatore ma gli stipendi ma secondo me è importantissimo che ci sia le pressioni da parte della società da parte per esempio dei consumatori abbiamo visto che cosa si riesce a fare quando un consumatore chiede alla propria banca a quanto pare propri manager e non ama la risposta può tranquillamente cambiare banca e quindi la spinta che può venire consumatori può veramente portare i cambiamenti notevoli ne ho parlato di recente alla land school of economics dove io appunto un segno part time è stato interessante appunto fare questa domanda in questo istituto è vedere la reazione quindi devo dire che ci possono essere pressioni che arrivano da varie parti non necessariamente dal legislatore e poi tornò alla terza domanda più tardi parlando adesso invece della crisi economica ecco non so chi aveva detto durante la rivoluzione francese che la troppa pesto dire che cosa accadrà è bene la stessa cosa vale adesso per quanto riguarda la distribuzione di ricchezza e di reddito inizialmente è sembrato che effettivamente nella al vertice diciamo dei detentori della ricchezza ci fosse stato un cambiamento che si fosse ridotta sostanzialmente la ricchezza pro capite in un certo periodo della storia cosa che adesso non è più c'è stata nuovamente una ri concentrazione della ricchezza al vertice della gerarchia della piramide sociale in alcuni paesi almeno inizialmente il sistema sociale aveva funzionato e stabilizzatori sociali avevano fatto sì che le fasce più deboli soprattutto i pensionati vedessero aumentare quello che dal loro reddito medio la loro personalmente per cui in alcuni paesi effettivamente il sistema sociale ha funzionato meglio che in altre per cui a seguito della crisi non necessariamente si è osservato a una ridistribuzione molto più niva della ricchezza venendo poi all'altra domanda che è stata fatta ai programmi programmi pubblici possono essere buoni e cattivi e devo dire che gli stati uniti come siccome molti anni o paesi e l'hanno dimostrato ampiamente ci sono dei buoni programmi di occupazione e altre che invece sono scadenti e poi devono porre anche altre domande e meglio che uno o una persona si è disoccupata o è meglio che svolga attività occupazionali che sono magari meno efficienti ma se non altro gene non ho un reddito per questa persona e non solo fanno sì che questa persona svolga un ruolo attivo nella società cosa che un sussidio per esempio non farebbe per cui ci si devono porre più interrogativi quando si parla di occupazione bisogna capire anche qual è il ruolo che svolge l'occupazione nel contesto dell'inclusione e della coesione sociale e poi le politiche di keynes mi fa piacere che lei l'abbia menzionato perché io durante la mia presentazione non ho sottolineato questo aspetto ma la distribuzione della ricchezza tra generazioni intergenerazionali è secondo me un aspetto importantissimo di per sé ma anche perché rappresenta se vogliamo la chiave a di tantissimi altri problemi che ci troviamo ad affrontare adesso come l'invecchiamento progressivo della popolazione ei cambiamenti climatici quindi questi sono problemi intergenerazionali e parlando appunto di cambiamenti climatici si sta discutendo se dobbiamo investire adesso o aspettare e ovvio che l'interrogativo alla base è chi pagherà tutto questo per cui non è solo una questione di investire adesso dopo ma chi dovrà pagare per tutto questo e queste sono di nuovo questioni che riguardano più generazioni e alcune delle mie proposte miravano proprio a spostare la distribuzione a favore delle nuove generazioni spostandolo appunto da quelle che sono le generazioni più agée e vedendo la distribuzione del pubblico oggi direi che questa mia proposta da solo un 50 per cento di appoggio da parte dei presenti però sicuramente quest'anno sono gli aspetti chiave al centro di qualsiasi politica statale grazie fare bene il proprio motivi documentario semplicemente significa anche trent parte perché dovrei ma capiscono che la mafia è tanto più mio padre si fa al 16
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