Le mie risposte ai dilemmi del nostro tempo
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Le mie risposte ai dilemmi del nostro tempo
Elly Schlein al Festival dell'Economia di Trento 2024 critica le politiche del governo Meloni. Difende il salario minimo, propone maggiori investimenti nella sanità pubblica e critica i tagli del governo. Si dichiara federalista europea, a favore di un esercito europeo e del riconoscimento dello Stato di Palestina. Esprime infine solidarietà agli studenti per l'emergenza abitativa.
Buonasera, un applauso e benvenuta in Islain. Grazie a voi, grazie a tutti voi. Beh, insomma, uno dei primati del Festival dell'economia di Trento è che il dibattito tra lei e Giorgia Meloni non è stato possibile ieri sera, ma a distanza è possibile qua, al Teatro Sociali di Trento. E allora, a questo punto, segretario, dobbiamo dare qualche risposta, insomma. Comincerei da questa accusa sul lavoro. Cioè, Giorgia Meloni molto dura ha detto, insomma, quando ha governato alla sinistra i salari sono scesi, con noi è diverso. Come rispondiamo? Anzitutto, buonasera a tutti e a tutti. È un piacere fare ritorno al Festival dell'economia di Trento, fare ritorno in questa bella città di grande tradizione di partecipazione, come dimostra anche il Festival in corso in questi giorni. Come rispondo? Come ho già avuto occasione di risponderle più volte, devo dire, in Parlamento. Cioè, che se la sinistra avesse fatto tutto bene in questi anni, una come me non avrebbe mai vinto le primarie del Partito Democratico. Ma chiedo a lei, ma chiedo io a lei, per quanto tempo, dopo 19 mesi che al governo intende scaricare sempre le responsabilità sui governi precedenti anziché assumersele. Io vorrei segnalare una cosa. Venendo in qua, arrivo da Palermo, poi da l'Ives, in mezzo abbiamo bucato una gomma, siamo riusciti ad arrivare allo stesso, ma ci siamo fermati da un benzinaio dove ho incontrato un lavoratore che mi ha detto che faceva il Carabiniere nel 92 e nel 93. Poi ha cambiato, è andato nel settore delle auto, è andato in crisi, ha avuto difficoltà familiari con un padre che è morto e una madre a casa con l'Alzheimer e senza abbastanza servizi. Poi magari parliamo anche delle responsabilità di Meloni sulla sanità. Però mi ha detto una cosa, mi ha detto io poi mi sono messo nel settore della vigilanza. Prendevo 4,60 euro allora. Allora, io chiedo a Giorgia Meloni come fa a non rendersi conto che ci sono 3 milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori italiani che sono poveri anche se lavorano e che se c'è un paese che ha bisogno di un salario minimo è l'Italia dove i salari reali non sono aumentati in questi anni, anzi, sono scesi rispetto ai livelli del 90. Non è il governo che li fa salire. A maggior ragione, una misura che noi abbiamo proposto insieme alle altre opposizioni meritava una considerazione da parte del governo. Lei anche qui da questo palco ha detto di nuovo una cosa falsa e cioè noi abbiamo già la contrattazione collettiva ma il contratto della vigilanza è un contratto collettivo. Allora la proposta che facciamo noi vuole rafforzare la contrattazione collettiva e va incontro anche alle imprese in una direzione cioè fare fuori i contratti pirata perché i 9 euro non sono per tutti. Il salario minimo che noi proponiamo è preso dal contratto collettivo firmato dalle organizzazioni di impresa e sindacali più rappresentative di ciascun settore. È tempo di fare fuori quei contratti pirata che pongono un problema di dumping salariale ma anche di concorrenza sleale verso le imprese oneste che non ricorrono a quel tipo di strumento. E anche la contrattazione collettiva non deve poter scendere al di sotto di una certa soglia, quella dei 9 euro perché per noi sotto i 9 euro allora non è lavoro ma è sfruttamento. Rispondiamo all'altra sfida molto forte che ha fatto proprio da questo palco, Giorgia Meloni, è sul premierato. Tutto sommato un po' di stabilità al governo è giusto darla. Si potrebbe fare per esempio una legge elettorale con il doppioturno, per esempio sul doppioturno qualche apertura potreste farlo o no. Direttore ha ragione, noi siamo andati al confronto col governo, il primo e l'unico che è stato nel giugno del 2023, è passato un po' di tempo poi non ci hanno mai più riconvocati e quando siamo andati siccome siamo un partito riformista non siamo andati a mani vuote, siamo andati con 6 proposte. Abbiamo detto vogliamo rafforzare la stabilità dell'esecutivo? Sì, lo facciamo ad esempio con la sfiducia costruttiva che hanno adottato in altri paesi e che impedisce a qualcuno di buttare giù un governo senza avere già pronta una maggioranza alternativa e questo evita di lasciare il paese in una pericolosa crisi al buio. Ecco non l'hanno nemmeno considerata questa proposta ma io colgo anche l'altro punto e argomento che Giorgia Meloni usa sul premierato e dice ma come non volete decidere voi? Io credo che dietro quel decidete voi ci sia un colossale decido io per voi perché io sono convinta che la democrazia sia una cosa più complessa rispetto alla libertà per i cittadini di andare una volta ogni cinque anni a votare per acclamare un capo che poi per quei cinque anni può fare sostanzialmente quello che vuole. La riforma che loro propongono indebolisce il Parlamento e quindi indebolisce la democrazia e allora noi abbiamo proposto vogliamo dare più peso al voto delle cittadine e i cittadini? Cambiamo la legge elettorale e permettiamo loro di tornare a scegliersi i propri rappresentanti direttamente. Allora lei faccia da qui da Trento un appello a Giorgia Meloni, vi ritrovate magari anche a Trento, riaprite un tavolo sulle riforme istituzionali potrebbe essere un'idea o no? Io sarò sempre disponibile al confronto con lei dovunque e in qualunque momento, addirittura avevo accettato di farlo in Rai su cui come sa c'è uno scontro molto forte. Devo però dire che per noi qualsiasi proposta che contenga questa forzatura dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio che non esiste in nessun Paese al mondo e io non credo che si siano, con rispetto parlando, svegliati più furbi di tutti gli altri. Credo che una riforma così congegnata faccia saltare l'equilibrio tra i poteri dello Stato che è scritto in Costituzione a difesa delle prerogative democratiche dei cittadini. Non soltanto il Parlamento ne è scendebolito, ne è scendebolita l'istituzione che in questi anni di navigazione difficile e di crisi della politica ha garantito la stabilità e la credibilità internazionale del Paese e parlo del Presidente della Repubblica in cui i poteri per noi non vanno cambiati né toccati. Veniamo a uno dei suoi cavalli di battaglia, cioè portare la spesa sanitaria a livello rispetto al PIL degli altri Paesi. Benissimo. Adesso lei però, visto che siamo al Festival dell'Economia e un po' di economia dobbiamo parlare, mi deve dire chi paga perché 6 italiani su 10 secondo me non versano un euro sul servizio sanitario, per lo meno il servizio sanitario non è più ovviamente, c'è un problema di finanziamento. Allora dove li troviamo questi soldi? Mettiamo qualche altra tassa, facciamo più debito, per esempio le chiedo non è giusto che chi ha di più qualcosa pari al servizio sanitario nazionale per tenerlo in piedi? In generale questo è un principio costituzionale che noi appoggiamo, cioè l'idea della progressività, cioè che sia giusto che chi ha di più contribuisca in proporzione maggiore al benessere collettivo, però qui c'è anzitutto da utilizzare meglio le risorse che ci sono, che non sono infinite, lei ha ragione, ma le faccio un esempio concreto. Nella discussione della scorsa manovra finanziaria noi chiedevamo insieme ad altre opposizioni 4 miliardi in più per riuscire a evitare lo smantellamento della sanità pubblica, perché questa destra sta tagliando le risorse, anche su questo sarebbe bello dibattere perché Giorgia Meloni continua a dire di aver fatto il più grande investimento della storia del Paese nella sanità pubblica, ma sono gli stessi dati del governo a smentirla perché in tutto il mondo la spesa sanitaria si calcola in rapporto al PIL e da quando lei si è da Palazzo Chigi questa spesa sanitaria sta scendendo, addirittura si prevede che nel 2027 scenda al 6,2% che sarebbe il minimo storico degli ultimi 20 anni. L'avevano tagliata anche i governi del PD. Intanto vorrei spezzare una lancia a favore di un ministro in particolare che oltre a subire ancora attacchi per avere sostanzialmente salvato la salute collettiva in mezzo alla pandemia ha messo 18 miliardi di euro in più nei tre anni a cavallo tra il 2019 e il 2022. Sto parlando di Roberto Speranza. Poi certo quello che mi preoccupa direttore è che io non penso che la destra lo faccia per sciatteria, penso che sia un disegno, penso che loro vogliano una sanità perché così fanno dove governano anche nelle regioni in cui chi ha il portafoglio abbastanza gonfio tutto sommato riesce a saltare le infinite liste d'attesa perché va dal privato. Chi non ha questa possibilità sta rinunciando a curarsi secondo l'autorevole Fondazione Jimbe si parla di 4 milioni di italiani. Allora io ho presentato una legge insieme a tutto il Partito Democratico che chiede due cose semplici più risorse alla sanità pubblica e di sbloccare il tetto alle assunzioni. Le voglio dire dove però possiamo prendere quelle risorse. Noi chiedevamo 4 miliardi in più nell'immediato. La nostra legge propone di portare la spesa sanitaria italiana alla media europea che è del 7,5% del PIL, non domani chiaramente ma da qui al 2028 aumentandola dello 0,2% ogni anno. Si può fare, quei 4 miliardi loro li avevano, ma dove li hanno utilizzati? Su una riforma dell'IRPF spalmata su una platea molto estesa che si tradurrà per quella platea in un risparmio di circa 12-15 euro al mese. Io non dico che non sia importante in un momento in cui l'inflazione pesa sui conti delle famiglie quando vanno a far la spesa, ma se quella stessa persona deve aspettare un anno e mezzo per fare una gastroscopia o una mammografia o per fissare una visita successiva a una diagnosi di tumore come una signora che ho incontrato l'altra sera pesaro, io penso che non la stiamo aiutando con quei 15 euro perché preferirebbe avere la sua attacco urgente nei giorni che sono previsti dalla legge. Ma la sanità privata che ruolo deve avere secondo lei? Ci vuole una governance forte del pubblico anche dove ci sono dei sistemi a gestione mista come ci sono sostanzialmente in tutte le regioni. Anche le regioni che sono state gestite dal PD. Sì ma con una forte governance pubblica, credo che abbia notato una certa differenza anche nella gestione della pandemia tra la Lombardia e l'Emilia Romagna ad esempio. Allora dove si è investito più sul pubblico e dove oggi a causa dei tagli della destra che governa si sta avendo più sofferenza soprattutto nell'innovare la sanità perché nessuno di noi sta dicendo che prima di questo governo non avesse i suoi problemi ma in mezzo c'è stata una pandemia che credo che ci obblighi a investire in una direzione nuova che è quella dell'assistenza domiciliare su cui siamo fanalino di code in Europa che è quella della sanità di territorio cioè le case della comunità che il governo di Giorgia Meglioni sta tagliando perché non ci crede e poi mi faccio dire un'ultima cosa io credo che bisogna investire più risorse sulla non autosufficienza, sulle persone con disabilità e anche sulla salute mentale ce lo stanno chiedendo i giovani nelle scuole e nelle università perché quella pandemia ha lasciato una coda lunga di conseguenze e ieri ero a Palermo a incontrare alcuni insegnanti in un quartiere difficilissimo dove lottano ogni giorno contro la dispersione scolastica di ragazzi e ragazzi che non hanno più speranza già a quell'età per il futuro e mi dicevano che quando sono finiti i fondi covid ecco non c'è stato più lo psicologo dentro quelle classi e mi hanno detto loro si sono rivolti a noi ma noi non abbiamo la competenza per aiutarli perché venivano a raccontarci delle cose che in famiglia non possono dire allora lo possiamo dire che in questo paese la salute mentale non può più essere un tabù a 100 anni peraltro nel centenario basagliano dovremmo rimettere al centro questa priorità telegrafica lei sarebbe d'accordo su un'assicurazione obbligatoria per l'assistenza agli anziani non autosufficenti che sarà il grande problema che dovremmo affrontare io temo direttore che questa sia la cosa a cui la destra sta cercando di portarci ma io sono convinta che questo paese possa attraverso una gestione più oculata delle scelte di finanza pubblica sostenere la sanità pubblica e universalistica quella creata da donne straordinarie come Tina Anselmi che volevano una sanità che curasse proprio chi da solo non ce la fa sento vista che è una campagna elettorale per le elezioni europee in parte ce lo stiamo dimenticando e anche voi ve lo state dimenticando parliamo un attimo di debito non soltanto di debito europeo anche di debito nostro e ci sono le nuove regole europee nuovo patto di stabilità il pd si è astenuto su questo nuovo patto di stabilità che poi in realtà l'ha fatto gentilone no cioè voi vi siete astenuti su una cosa che ha fatto sostanzialmente quasi tutta gentilone no e insomma io vorrei sapere ma ne ha parlato anche Giorgia Meloni nell'incontro ma lei come pensa di si possa ridurre l'incidenza del debito avete un'idea di come si possa intervenire perché non si può pensare soltanto alla crescita no cioè la vostra ricetta per ridurre il debito che sarà uno dei problemi è uno dei problemi dei prossimi anni qual è? Anzitutto non sono d'accordo su una valutazione noi abbiamo votato non potevamo votare a favore di quel patto perché quel patto nel negoziato tra i governi è diventato una cosa molto peggiorativa della proposta iniziale di paolo gentiloni della commissione la proposta iniziale di gentiloni aveva l'intelligenza e la lungimiranza di capire che dopo la crisi pandemica serviva a tenere in conto una certa flessibilità la chiamavano la titolarità nazionale questa era la grande intuizione della proposta di gentiloni purtroppo nel negoziato tra i governi e a pochi anni diciamo dalla fine dell'emergenza più cruda del covid i governi si sono rinchiusi nei propri egoismi nazionali e con un governo italiano che non ha nemmeno provato a partecipare al negoziato ma ha accettato a testa bassa l'accordo tra francia e germania l'accordo finale reintroduce due rigidi parametri sulla riduzione del deficit e del debito uguali per tutti gli stati è la negazione della proposta iniziale molto opportuna di paolo gentiloni e noi crediamo che questo sia dannoso per l'italia perché ci riporta al sapore dell'austerità di prima del covid allora è proprio lì la risposta alla sua domanda perché abbiamo contestato il negoziato sul patto e il suo esito finale perché non lascia né margine ai singoli stati per gli investimenti nelle filiere strategiche né tanto meno lascia lo spazio degli investimenti comuni europei questo lei ha ragione si parla troppo poco di temi europei ma lei sa che davanti una federalista europea convinta ed ex euro deputata che questa cosa la soffre molto per cui noi in queste 100 tappe per l'europe invece stiamo portando questa differenza la destra nazionalista vuole bloccare la strada degli investimenti comuni europei noi che invece ci siamo battuti in questi anni per il next generation e io vogliamo che il next generation e io non si chiuda non sia una finestra temporanea perché se c'è un paese che ha bisogno degli investimenti comuni quel paese è il nostro e ce l'ha bisogno per fare un grande piano industriale europeo voglio se mi fa aggiungere solo una cosa su questo chi lo sa meglio di ogni altra sono le nostre imprese e il settore industriale perché noi abbiamo una straordinaria vocazione e tradizione industriale abbiamo le intelligenze abbiamo i saperi delle mani e delle maestranze e qui ci metto anche tutto il settore della piccola media impresa della micro impresa dell'artigianato quello che però ci manca oggi è il margine fiscale per mettere in campo nuove politiche industriali e puntare sulle filiere innovative su cui altri paesi europei stanno investendo non siamo la germania la germania quel margine fiscale ce l'ha anche da sola quindi dire meno europa è un'assurdità perché vuol dire calpestare l'interesse nazionale di questo paese più europa noi abbiamo bisogno e più investimenti comuni quindi la nostra ricetta è se noi proseguiamo nella strada degli investimenti comuni poi se vuole guardare in casa le faccio solo una battuta in più nell'ultima manovra non c'erano investimenti non c'era una visione di piano industriale per questo paese da parte del governo di georgia meloni nell'ultima manovra c'era devo dire la verità solo un investimento erano più di 14 miliardi di euro per un progetto vetusto e dannoso di ponte sullo stretto di messina questa è la verità e noi questi hanno ridotto gli incentivi di industria 4.0 dal 40 per cento al 20 per cento non c'è un'impresa dove sto andando in visita in questo tour che non mi dica che grazie a quegli incentivi è riuscita a pagare un macchinario innovativo che altrimenti non avrebbe potuto permettersi la strada degli incentivi la strada dei crediti di imposta che mettono insieme la parte di acquisto di nuovi macchinari tecnologici e la parte di formazione sono alcune solo alcune delle proposte che noi abbiamo messo nella discussione sulla manovra finanziaria perché vede è vero che noi facciamo un'opposizione dura ma le assicuro che per scuola accanto ad ogni critica mettiamo una proposta concreta peccato che questo governo è chiuso nel palazzo e non vuole ascoltare tutto bene ma ci vogliono i soldi purtroppo e da qualche parte bisogna trovarli no però si fermi un attimo io quello che trovo ma io devo fare solo delle domande non devo aggiungere delle considerazioni lo dico per difendere l'interesse del nostro Paese cioè non si può parlare tutti i giorni di debito comune e poi quando si fissano delle regole si vota su tre eurodeputati hanno votato a favore l'immagine del Paese è l'immagine di un Paese che non vuole le regole ma vuole il debito comune e questo purtroppo è una situazione che ci indebolirà ma ci questa era semplicemente una parentesi il grande buco è quello del bonus 110% che è stato introdotto dal governo Conte 2 e c'era il ministro dell'economia un esponente del PD come il sindaco di Roma tra l'altro quel bonus 110% è stato anche prorogato voi non vi sentite un po' responsabili anche di questo grande buco che si è creato perché ha fatto comodo a tutti però io penso che si debba chiedere un intervento più drastico mentre in realtà stiamo cercando semplicemente tutti io lo vedo di così di fare di ripristinare i vantaggi io penso che un po' di autocritica anche il PD dovrebbe farlo sul bonus 110 guardi sull'autocritica del PD credo di essere la campionessa mondiale altrimenti non avrei davvero potuto vincere quelle primarie le dico questo però è innegabile che la misura nel momento in cui è stata presa ha cercato di dare un boost una spinta all'economia in momento di crisi pesantissima quella del covid io ero vicepresidente di una regione in quell'epoca e ho visto il crollo verticale del pil e la difficoltà poi di rimbalzo però il rimbalzo c'è stato ora è vero che c'è stato un un approro gigantesco ci mancherebbe altro che non ci fosse stato certo certo e beh però è nato anche dalla capacità di portare delle misure avanti che io da diciamo da segretaria successiva rivendico perché ho visto che hanno avuto un effetto positivo la cosa che trovo molto ipocrita da parte di georgia meloni del suo governo è che fingono di lavarsi nelle mani ma lei ha ragione quando sono state votate quelle prorogue sono state votate da tutte le forze politiche compresa quella di georgia meloni che era all'opposizione e anche in quest'anno noi che cosa contestiamo non è che diciamo che non ci sono responsabilità precedenti ma loro sono entrati al governo nell'ottobre del 2022 nel gennaio del 2023 hanno bloccato la cessione dei crediti e hanno fatto passare un anno ulteriore senza fare sostanzialmente nulla per poi mettere in campo adesso una misura retroattiva che getta grande preoccupazione tra le famiglie le imprese allora che cosa hanno fatto in quest'anno mentre facevano propaganda beh tra le prorogue che hanno dato hanno dato anche quella alle villette su cui tanto si sono scagliati allora mi sembra che abbiano sempre due facce diverse e che difficilmente dicano la verità ai cittadini allora certo che quella misura sia rivelata molto costosa per le casse dello stato ma di nuovo portiamola sul terreno giusto la destra sta attaccando duramente una direttiva europea sull'efficientamento energetico delle case ne avete sicuramente sentito parlare quella delle case green io non credo che noi a proposito di interesse nazionale lo facciamo se ci limitiamo ad andare a bruxella a piagnucolare sulle scadenze io credo che come il partito democratico e la famiglia socialista hanno lottato per ottenere in mezzo alla pandemia un fondo di 100 miliardi sugli ammortizzatori sociali noi ci candidiamo ad andare lì a battere i pugni sul tavolo per ottenere un fondo di 100 miliardi sull'efficientamento energetico delle case perché questo paese ha uno dei patrimonio edilizzi più vetusti e investire nell'efficienza energetica di nuovo ce lo insegnano le imprese è conveniente perché porta un risparmio strutturale del 50 per cento delle bollette allora se vogliamo entrare sul terreno energetico ma perché questo paese in questi tanti anni ha voluto scegliere la strada della dipendenza dalle fonti fossili di solito dei dittatori come putin puntiamo molto di più sull'efficientamento energetico e sull'energia pulita e rinnovabile perché vuol dire creare buona impresa e tanto di qualità sulle rinnovabili benissimo però poi bisogna essere coerenti la nuova presidente della sardegna ha fatto un ammortatore sull'eolico la sardegna va a carbone a carbone a todde ha fatto un ammortatore a soleolico bisogna essere poi coerenti insomma per esempio è chiaro che è difficile raggiungere quegli obiettivi di decarbonizzazione con un passaggio semplice alle rinnovabili per esempio il nucleare è indispensabile qual è la sua posizione anche il nucleare di quarta generazione quello che peraltro anche dentro no a italiano qual è la sua posizione su questo si può fare un'apertura prima intervengo sulla questione la voglio cogliere non voglio eluderla di quello che la nuova giunta regionale della sardegna si è impegnata a fare quello non vuol dire essere contro lo sviluppo delle rinnovabili vuol dire sapere che bisogna farlo con criterio non calando dall'alto le soluzioni ma coinvolgendo le comunità locali mi spiego meglio io che io che non vogliono le pale io che da anni io che da anni mi batto per uno sviluppo delle rinnovabili e fortunatamente non da sola perché elettricità futura settore elettrico di confindustria qualche anno fa dice dateci una mano sburocratizzando facilitando questi iter autorizzativi che sono molto complessi perché noi di tasca nostra vogliamo investire 330 miliardi con una stima di 540 mila posti di lavoro quindi c'è un pezzo dell'industria di questo paese che sa benissimo che si può andare per di là perché le rinnovabili hanno ridotto di 20 volte i loro costi di produzione negli ultimi vent'anni cosa è mancato in sardegna come altrove ma particolarmente in sardegna che di servitudine ha subito abbastanza è mancata una programmazione regionale cioè il decidere dove come quando con che criterio e con quali benefici per la comunità perché io per primo ha sempre detto che bisogna difendere soprattutto i piccoli agricoltori dal ricatto di grandi multinazionali che in un momento in cui loro sono in crisi arrivano con una bella valigia piena di quattrini e dicono sapete che c'è vendete a me il vostro terreno che lo ricopro di pannelli solari non è così che faremo la transizione energetica non è facendo più consumo di suolo ma ad esempio attraverso lo sviluppo delle comunità energetiche e attraverso degli impianti che siano condivisi e discussi con le comunità i pannelli da qualche parte bisogna mettere ad esempio qui mi sfida su un'altra proposta che facevamo in manovra e che io continuerò a portare avanti perché non facciamo un bel incentivo che aiuti le imprese e tutti gli edifici commerciali industriali e agricoli a mettere dei pannelli solari sui propri tetti e non bastano noi abbiamo proposto questo nella scorsa manovra perché stanno facendo da soli non è che non lo stanno facendo era l'altro giorno a confronto con la cna e ci ricordavamo col suo presidente di essere andati a incontrare degli artigiani di periferia che questa intuizione ce l'hanno avuta 15 anni fa coi pannelli e ci hanno fatto vedere la curva di in quanto poco tempo sono rientrati dell'investimento iniziale adesso risparmiano in bolletta rispetto a tanti di noi tanti di voi che hanno avuto la bolletta triplicata per effetto della crisi energetica le imprese ci stanno attenti a queste questioni noi proponiamo questa strada e crediamo che sia una strada di grande convenienza dopodiché non basta neanche questo direttore perché la verità è che questo paese deve sviluppare le filiere industriali delle rinnovabili non sta scritto da nessuna parte che un paese come il nostro debba andare a provvigionarsi di pannelli altrove noi abbiamo una sola fabbrica pluricitata perché è una delle più grandi d'europa quella di Enel a Catania ma perché non lavoriamo insieme anche noi ci diamo a disposizione come opposizione insieme alla maggioranza per capire come accompagnare lo sviluppo di una filiera industriale italiana sulle rinnovabili lei usa un'auto elettrica io non ho l'auto non la porteranno in giro quindi si preoccupa di che tipo di auto mi preoccupo molto dello sviluppo dell'automotive sì anche lì devo dire altri paesi hanno lavorato meglio e con più certezza e continuità sugli incentivi e il mercato sicuramente è giusto mettere dei dazi sulle auto elettriche cinesi bisogna valutare molto attentamente pro e contro io non sono a priori a prioristicamente contraria perché mi rendo conto che mentre sono fiera che in unione europea stiamo lavorando per mettere le risorse e le politiche e gli obiettivi che tutelino il clima e anche l'occupazione non possiamo diciamo immaginare una competizione sfrenata con prodotti che vengono da continenti o paesi dove quegli standard ambientali e di tutela dell'occupazione sociali non sono minimamente rispettati voglio essere chiara non penso che il protezionismo to course alla strada ma nemmeno penso che noi siamo un'isola quello che accade intorno a noi conta e di nuovo ribadisco direttore qual è la risposta europea non italiana all'inflation reduction act che sta producendo nuova occupazione e rilanciando gli stati del sud proprio sullo sviluppo delle rinnovabili con incentivi mirati con le giuste condizionalità dovrebbe essere il next generation you esatto però lei dice dove li troviamo i soldi li dobbiamo mettere insieme e non lo dico soltanto io ma voglio citare ad esempio l'ultimo rapporto di mario draghi che giustamente dice che ogni anno bisognerebbe mettere almeno 500 miliardi europei di investimenti comuni sulla trasformazione digitale e la conversione ecologica almeno quella cifra se no l'europe non ce la farà siamo sempre al punto di prima dove trovarli questi soldi debito tasse comunità per ogni stati li hanno trovati per affrontare la pandemia altrimenti il next generation you non l'abbiamo trovato sotto l'albero c'è stata una volontà politica debito comune giusto europeo certo sì sì certo perché a ritardo senta mai giusto tassare alcune attività che sono contro l'ambiente oppure alcune alcuni consumi che sono contro la salute che ne so penso la sugar tax è favorevole contrari alla plastic tax che abbiamo messo e poi tolto ma in realtà quel gettito l'abbiamo speso quella è la sua posizione la mia posizione è che è assurdo vivere in un paese che ha 28 miliardi ogni anno spesi in sussidi ambientalmente dannosi vuol dire che dobbiamo studiare una strategia perché quelle risorse le mettiamo invece nel sostegno alla conversione ecologica e digitale delle piccole media imprese delle micro imprese che da sole non hanno magari la stazza per fare innovazione ricerca e innovare i propri processi per stare al passo con questi cambiamenti questi cambiamenti se noi gli ignoriamo o l'ineghiamo come fa la testa con l'emergenza climatica non aiutiamo né le imprese né gli agricoltori perché gli agricoltori sono tra le prime vittime della siccità degli alluvioni degli agenti patogeni che ultimamente non c'erano allora la sfida non è rinchiudersi in un passato che non tornerà più perché altrimenti quei cambiamenti avverranno lo stesso e ci travolgeranno la sfida è coglierli nella dimensione europea e riuscire lì a prendere le risorse e a ottenere le politiche che servono per prenderli per mano e accompagnarli passo passo nell'innovazione necessaria quindi ribadisco per me è giusto fare un piano di rientro dei sussidi ambientalmente dannosi e riuscire a reinvestirli in parte appunto verso la conversione ecologica però è chiaro che come queste misure si abbattono sui più fragili richiedono delle compensazioni è per questo che noi parliamo di un green deal a cui mettere un cuore rosso cioè un fondo per la giusta transizione che non sia solo di 18 miliardi perché non bastano il 2035 come anno per il passaggio all'elettrico o per lo meno per la fine della produzione del motore endotermico è un traguardo secondo lei raggiungibile o va o va rivisto secondo me è raggiungibile ripeto a patto che noi continuiamo sulla strada degli investimenti comuni per accompagnare un settore strategico del paese l'automotive nell'innovazione che serve le voglio però dire cosa contestiamo al governo di giorgia meloni che l'esecutivo precedente aveva lasciato in dote un fondo di circa 6 miliardi specificatamente per accompagnare il settore dell'automotive nella conversione e ancora non li hanno messi in campo quindi usiamo è vero che ne abbiamo pochi però mi consenta quelli che abbiamo usiamoli mettiamoli in campo per aiutare mi dica la sua opinione sincera su stellantis sono i riconoscenti o no se vuole come la penso lei lei guardi lei sfondo una porta aperta non è questione solo di riconoscenza è questione che non è possibile che noi siamo stati un paese in cui il pubblico ha dato ha dato ha dato e poi permette a chiunque di spostarsi altrove e di mollare lì io ieri ero a termini imerese vent'anni fa termini imerese era una città di speranza di lavoro di attrazione dove c'erano 3500 lavoratori alla fiat ha chiuso e ancora oggi quello stabilimento è abbandonato allora io la seguo e sono con lei però vedo anche le responsabilità di un pubblico che deve essere più forte ad esempio con secondo me con una più chiara legge sulle delocalizzazioni perché non è possibile che qualcuno abbia preso preso preso e poi si disinteressi del territorio dei lavoratori della comunità e se ne va da altrove abbiamo ancora 10 minuti per cui le faccio delle domande con delle risposte brevi lei dovrebbe essere d'accordo sul redditometro no anche se lo ha cancellato un suo predecessore illustre no quale rezzo e beh insomma il redditometro troppo tutto sommato incroci alcuni dati e quindi combatte l'evasione fiscale si o no è una domanda tra bocchetto direttore ho capito allora in realtà renzi modificò il redditometro e fu conte poi a sospendere l'utilizzo nel 2018 durante il primo governo diciamo giallo-verde se è stato sospeso evidentemente c'erano alcune questioni da affinare ma in linea di principio io sono assolutamente d'accordo con lei oltre al disastro di questi giorni in cui un governo confuso ha detto prima una cosa poi ha fatto marcia indietro dimostrando una grande incoerenza anche della presidente del consiglio meloni a me preoccupa un governo che in 19 mesi che è lì ha fatto 19 condoni e io non sono d'accordo col fatto che questo governo continui a strizzare l'occhio a chi fa il furbo in barba a imprenditori onesti che pagano le tasse anche per chi non lo fa in barba pensionati e dipendenti che se le vedono prelevare alla fonte in barba tanti lavoratori autonomi che con tanto sacrificio pagano le tasse allora io credo che dobbiamo fare un ragionamento anche qui europeo oltre a quello italiano questa è una sfida io prima dicevo che vogliamo l'europe degli investimenti comuni ma c'è un'europe che non vogliamo più che è quella dei paradisi fiscali senza palme tutto intorno a noi basta siamo anche noi un paradiso fiscale per certi aspetti sì e io ho contestato anche le norme che il partito democratico e il centro-sinistra a un certo punto hanno messo in campo no ad esempio sui super paperoni ma il punto è un altro il punto è che 27 sistemi fiscali così diversi tra loro consentono legalmente a delle multinazionali di studiarsi ecco un sistema per pagare cito dati della commissione europea lo 0,005 per cento di tasse io sfido i nazionalisti di casa nostra come meloni e salvini ad andare a spiegare che quando difendono la sovranità nazionale su questi terreni stanno difendendo anche quella di governi che fregano i propri vicini noi compresi perché vorrei dirle una cosa andassero dai nostri lavoratori dalle nostre imprese tassati sopra il 40 a dire che va bene un'europa così noi non abbiamo fatto l'unione europea per vedere una concorrenza fiscale spietata tra gli stati membri che ne fanno parte io vorrei che noi facessimo valere in europa un principio semplicissimo che le tasse si pagano dove si fanno i profitti e non dove conviene perché ho fatto un accordo con un governo che pensa di fregare i suoi vicini è anche un problema di concorrenza sleale verso le piccole e medie imprese italiane che sono il tessuto vero che tiene in piedi l'economia di questo paese senza nulla togliere alle grandi ma sappiamo che la maggioranza son piccole e che non possono ricorrere a questi schemi allora mancano pochi minuti ne ho ancora alcune domande esercito europeo lei è favorevole sì levo obbligatoria ritorniamo alla leva obbligatoria assolutamente no io vorrei vedere nelle mani dei giovani il loro futuro e non i fucili la danimarca appena votato una legge per la leva obbligatoria sia per le donne sia per gli uomini ma insomma è interessante insomma che paesi con i quali ci confrontiamo spesso in termini negativi abbiano fatto come la norvegia la svezia delle scelte di questo tipo ma come si finanzia un esercito europeo io torno sempre scusi è ma siamo al festival dell'economia del resto se non non facciamo i conti a trento non li facciamo da nessuna parte lei sa direttore che appunto da federalista convinta io penso che bisogna riformare i trattati e superare il diritto di veto che permette al più piccolo degli stati sulla più piccola delle questioni di bloccare l'avanzamento di tutti gli altri non c'è un condominio che funzioni in questo modo lo dicevo prima sul terreno delle politiche fiscali ma vale a maggior ragione sulla politica estera di sicurezza comune noi abbiamo rischiato che per il veto di orban che per il veto di orban che peraltro ha avuto un prezzo e noi abbiamo duramente contestato su questo ursula von der leyen si bloccasse il supporto economico all'ucraina invasa criminalmente dalla russia di putin ora anche sul terreno della politica estera ci vuole più integrazione e quindi sul terreno della sicurezza comune e della difesa comune però oggi la spesa militare dei 27 supera supera quella mi sembra addirittura degli stati uniti se non sbaglio o comunque insomma quella della cina supera quella di grandi paesi perché perché del tutto inefficiente fatta così fatta così tra i 27 paesi membri è chiaro che sta aumentando linearmente il riarmo di ciascun paese fare la difesa comune ci permetterebbe invece di ottimizzare quella spesa investendo insieme facendo ricerca comune anche sul terreno militare e questo dovrebbe portarci a essere più efficienti più intelligenti ma anche a non vedere questa spesa diciamo militare che si alza verticalmente in tutti quanti paesi europei quindi se partiamo da lì certo che si va in quella direzione ma ripeto di nuovo se diventa difesa comune vuol dire che gli investimenti sono comuni e la vostra posizione sull'ucraina non è cambiata no linearmente dall'inizio di questa invasione noi siamo al fianco di un popolo ingiustamente invaso dalla russia di putin e continuiamo a sostenerne il diritto all'autodifesa ho sempre però aggiunto che sappiamo bene che ci vuole un ruolo politico e diplomatico dell'unione europea molto più forte ed efficace di così per isolare la russia di putin perché la russia oggi non è sola nello scenario internazionale ha importanti alleati che continuano a sostenere la anche in questa mira espansionistica che va ostacolata e allora isolare la russia e creare le condizioni perché gli ucraini non noi possano un giorno arrivare a negoziare una pace giusta è una parte del lavoro che noi ci aspettiamo che un'unione europea con una voce sole e forte in politica estera possa fare e la stessa cosa le voglio dire vista la drammaticità del momento sul cessate il fuoco immediato che noi stiamo chiedendo da ottobre per gaza per fermare un massacro per liberare tutti gli ostaggi detenuti dai terroristi di amass e per provare a portare tutti gli aiuti umanitari necessari alla popolazione civile palestinese che è fatta per il 40 per cento di minori cioè di bambini e bambini di ragazzi e ragazzi che con i terroristi di amass non hanno nulla che fare e non possono subire una punizione collettiva per il brutale attacco terroristico del 7 di ottobre noi pensiamo che la soluzione anche lì a cui l'unione europea deve contribuire è quella politica quella dei due popoli e dei due stati uno c'è già e ha diritto di esistere israele senza attacchi terroristici senza missili che piovono ma l'altro va riconosciuto a livello europeo perché anche i palestinesi hanno diritto ad avere uno stato in cui vivere in pace e in sicurezza. Se lei fosse stata al governo avrebbe condiviso la posizione di Norvegia, Irlanda e Spagna? Io ho detto bene Spagna, Norvegia, Irlanda e ho ribadito che nel programma europeo uscito prima di questa notizia diciamo di questa buona notizia programma europeo del partito democratico si dice quello che ho appena detto e si dice serve il riconoscimento europeo dello stato di Palestina perché bisogna che ci muoviamo tutti insieme e non è un ostacolo alla pace ma secondo noi è un mezzo per facilitare il dialogo anche con gli altri paesi arabi della regione che vanno coinvolti nel far ripartire un processo di pace necessario per il Medio Oriente. Sen. Manca un minuto, se lei fosse ancora una studentessa universitaria a quale protesta aderirebbe? Andrebbe con la tenda in un'università che cosa farebbe? Questa è una bellissima domanda, sono andata su invito loro a incontrare ragazzi le ragazze alla università e come le dicevo c'è una grande emergenza abitativa in questo Paese che la politica sta ignorando purtroppo, gli affitti sono aumentati del 30-40%, questo vuol dire che ci sono studenti e studentesse che non riescono ad uscire di casa, se neghiamo il loro diritto alla casa neghiamo il loro diritto allo studio e se neghiamo il loro diritto allo studio neghiamo il diritto al futuro di questo Paese quindi sicuramente aderirei volentieri ma il mio ruolo oggi è diverso, il mio ruolo è stato quello di denunciare un governo che in questo anno e mezzo sulla casa non ha fatto nulla, anzi ha deciso di non rinnovare 330 milioni di fondo per l'affitto, ha deciso di non mettere in campo un piano per le case popolari e di non regolare gli affitti brevi senza criminalizzare o demonizzare ma anzi mettendo solo dei paletti necessari a evitare la speculazione che ha fatto schizzare in alto i prezzi degli affitti e che rende impossibile a uno studente della mia città Bologna prendersi un affitto in una stanza ne ho trovati alcuni che sono andati a vivere a Faenza questo è un bisogno concreto delle famiglie da rimettere al centro quello che dispiace è che proprio oggi si svegliano sulla casa ma anziché mettere il futuro nelle mani delle ragazze dei ragazzi hanno deciso di fare l'ennesimo condono il numero 19 grazie comunque comunque possiamo dire che lei una notte in tenda la passerebbe molto volentieri non sarebbe la prima allora grazie grazie dell'e-Slime grazie a voi buonasera grazie mille grazie trento grazie al festival dell'economia forza 3
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