Le banche del futuro
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Le banche del futuro
Questa intervista con Antonio Patuelli, Presidente dell'ABI, esplora le sfide e le opportunità per le banche italiane. Si discute l'impatto delle decisioni della BCE sui tassi di interesse, la necessità di un'Unione Bancaria con un codice di diritto bancario unico, le tensioni geopolitiche e il loro effetto sull'economia, la gestione del debito pubblico, il ruolo del superbonus e le prospettive future del settore bancario, con un focus su innovazione e intelligenza artificiale.
La Fondazione Emanuele di San Marco Buongiorno a tutti, benvenuti a questo incontro nel quale parleremo del futuro delle banche e anche con il Presidente dell'Associazione Bancaria Antonio Patuelli Buongiorno che ringrazio di essere qui con noi Allora Presidente, il futuro, io vorrei cominciare guardando al futuro immediato il futuro prossimo delle scadenze che ci aspettano nei prossimi mesi e non guardo subito alla scadenza elettorale che cambierà un po' destinata a cambiare tante cose, gli asseti in Europa Ma guardo all'appuntamento molto importante per le banche che sono le decisioni della Banca Centrale Europea di giugno a giugno è atteso un taglio dei tassi di interesse Allora io vorrei un po' ragionare con lei su l'impatto, su quello che vi aspettate da queste decisioni di politica monetaria perché non sarà soltanto l'entità del taglio che io darei quasi per scontata ma anche come poi la BCE intende andare avanti con quale ritmo, con quale intensità nei mesi successivi a eventualmente continuare a tagliare Quindi io le chiederei cosa vi aspettate tenendo conto del fatto che per voi una riduzione dei tassi significa una riduzione dei ricavi e dei guadagni cospiqui che sono stati fatti l'anno scorso ma anche all'inizio di quest'anno che stanno sbagliando sui prestiti Però questo è un anno in cui continueranno a trascinarsi gli effetti della politica monetaria restrittiva i programmi di rifinanziamento della BCE alle banche a tassi molto contenuti i TLTRO stanno andando in esaurimento, sono rimaste in circolazione poche decine di miliardi le banche sono impegnate in un programma che al momento sta funzionando abbastanza bene di diversificazione della raccolta e poi ci sono anche aspetti che poi affronteremo anche dopo sugli accantonamenti patrimoniali che dovranno essere fatti Quindi è un anno interessante ma con tante complessità Sarà un anno ancora ricco per le banche o dipenderà anche da come la BCE decinerà i prossimi passi? Buongiorno, un saluto alla dottoressa Serafini che ringrazio, un saluto a tutti loro e le felicitazioni al festival per la crescente qualità e quantità di attenzione che mobilita di anno in anno una digressione per me insopprimibile, questo è un bellissimo palazzo ma questa è la sala del falconetto a me porta inquietudine perché nell'autunno del 1526 un colpo di falconetto portò nel giro di poche settimane alla morte Giovanni de' Medici detto delle bande nere, figlio di Caterina Sforza che sostanzialmente era l'unico che era rimasto a opporsi alla calata dei lanzichenecchi i quali scendevano in odio al Papa in quella che è stata l'unica guerra di religione che ha toccato l'Italia e le guerre di religione che sono una contraddizione in termini perché la religione non deve portare alla guerra le tessere di Caterina sono le più sanguinose e mi riportano alla mente le tensioni che viviamo attualmente in varie parti del mondo anche poco distanti dall'Italia e dall'Europa e che influenzano non poco anche non solo i livelli umanitari ma anche le tendenze economiche e quindi le variabili dei tassi dipendono anche molto da fattori esterni all'Europa Quando è iniziata la guerra russo-ucaina i costi dell'energia si sono impennati e conseguentemente si è messo in moto un nuovo ciclo di inflazione che è stato frenato in Europa principalmente dalla forza dell'Euro per chi ha qualche anno di più o ha una memoria storica Allora quando ci fu 50 anni fa nel 1973 una delle guerre arabo-israeliane lo scoppio dell'inflazione in Italia fu elevatissimo e il costo del denaro era un multiplo rispetto a quello che viviamo attualmente come un alto costo del denaro con poco più del 4% del tasso BCE BCE è molto autorevole, ha delle regole stringenti di comportamento, essendo una banca centrale federale, una federazione di paesi della cooperazione rafforzata dell'Euro e quindi il tempo è maturo, assolutamente maturo per la riduzione del tasso, di quanto lo decideranno alla BCE proprio il giorno della riunione Rimane il fatto che da metà del novembre scorso in Italia in particolare mentre i tassi BCE rimanevano inalterati i tassi di mercato che sono quelli sui quali si fanno le operazioni economici i mutui non si fanno tasso BCE, si fanno tasso IHES e altri tassi e sono già calati fortemente e noi viviamo la prima parte del nuovo anno con tassi che sono molto più bassi di quelli di un anno fa quindi noi stiamo già lavorando come se la decisione fosse già stata presa Bisogna vedere di quale entità la BCE deciderà di ridurre e aggiungere i tassi Se questa entità sarà minima potrà portare una riduzione ulteriore dei tassi minima Se invece sarà più significativa l'ulteriore riduzione dei tassi di mercato sarà più significativa Per le banche, ma le banche parliamoci chiaro, in Italia vengono da una storia in cui lavoravano con dei tassi a due cifre È rarissimo che i tassi di interesse non fossero a due cifre, è rarissimo A una sola cifra i tassi furono durante la fase che portò al miracolo economico dei primi anni 60 ma poi l'inflazione scoppiò e quindi noi abbiamo avuto anche dei tassi ufficiali di sconto del 19,5% Oggi la polemica sull'euro non c'è più e non è un caso, finisco Quindi le banche sono già pronte a questa fase perché la LTRRO che costava poco è un lontano ricordo perché la BCE nel frattempo ha aumentato fortemente i costi della TLTRRO che è in fine esaurimento La raccolta bancaria si è impennata e per raccolta bancaria dobbiamo innanzitutto guardare quella un po' stabile con obbligazioni, con certificati di deposito variamente indicati perché le banche non è che possano fare mutui a vent'anni e avere la raccolta a vista, cioè a un giorno perché altrimenti può succedere quello che è successo in California con le banche che nell'estate scorsa sono saltate e quindi c'è una fortissima concorrenza fra le banche nella raccolta stabile poliennale e quella è una raccolta che costa, perfino i conti correnti in Italia hanno una remunerazione e finisco, in Italia i conti correnti non hanno mai avuto un costo, un interesse per i depositanti negativo a differenza di altri paesi, mai le banche hanno fatto pagare per depositare in conto corrente i risparmi e oggi c'è una remunerazione che è proporzionata alla durata, nel senso che più lunga è la durata del deposito più alta è la remunerazione, più corta è più limitata, mi sembra un ragionamento economico doveroso Senta Presidente, a proposito delle prossime sfide e di quello che potrebbe fare la prossima Commissione Europea c'è un tema che sta un po' emergendo negli ultimi mesi che riguarda la possibilità di sbloccare le fusioni cross-border cioè le fusioni tra banche al di là dei confini nazionali, c'è la proposta dell'ex componente della BCE, Ignazio Angeloni di modificare le norme dei vari paesi europei solo per le maggiori banche per consentire a queste di creare un grande gruppo europeo che possa competere con Stati Uniti e gruppi asiatici Il Presidente francese Macron si è detto favorevole a ipotesi simili, anche a fusioni tra banche spagnole e francesi In Italia, che l'apertura dei confini possa far diventare preda a qualche banca, non lo pensa nessuno ma è un problema che si fa in Italia, in Italia, in Italia, in Italia, in Italia, in Italia, in Italia In Italia, che l'apertura dei confini possa far diventare preda a qualche banca, non lo pensa nessuno perché l'Italia è il paese più aperto bancariamente alle acquisizioni da parte di altri paesi europei In Italia la percentuale di banche di capitale estero è la più elevata rispetto a tutti gli altri paesi dell'Europa dell'euro quindi c'è poco da difendere. La questione è sostanziale. L'Unione bancaria deve crescere rapidamente con un disegno centrale non con una frammentazione di misure sulle quali trattative eterne fra paesi cercano di tirare in qua il peso e l'equilibrio C'è bisogno di un disegno centrale. E il disegno centrale è basato su una codificazione Ci vuole un codice di diritto bancario unico, un testo unico, un codice, più chiaro di così è difficile dirlo un codice di diritto bancario che faccia sì che nei paesi dell'Unione bancaria le regole siano tutte uguali Tutte uguali perché se c'è il mercato unico, la libera circolazione di capitali delle persone, delle merci se c'è l'Unione bancaria allora ci deve essere l' uguale legislazione identica a legislazione Ci vuole un codice che riguarda non questi o quelli o quelli l'altro che riguarda il mercato Il mercato deve avere un'unica regola, non ci sono santi e le aggregazioni devono avvenire per ragioni esclusivamente economiche in una logica di mercato, non in una logica vecchia di sovranità nazionale che nell'ambito economico, bancario, non ci sono più Quindi bisogna avere idee, chiari, distinte, un disegno centrale e io le confesso che ho speranza forte ma talvolta anche disperata forte perché la forza della ragione non deve stancarsi di combattere, disperata perché la ripetizione di luoghi comuni inconcludenti non porta niente Ho grande speranza nel combinato disposto di tre numeri che non gioco all'otto perché io non scommetto mai per essere preciso Non sono uno scommettitore, i tre numeri sono 8, 9 e 4 E che numeri sono? Adesso glielo dico, dovrei anche io qualche elemento di suspense L'8 e 9 sono i numeri, se volete vi do anche una cinquina, 8, 9, 6, 4, 7 Ce l'andiamo a giocare subito però Sono 5, non ve li giocate perché non producono niente, sono solo numeri della ragione questa, non di altro 8 e 9 giugno sono le elezioni europee e le elezioni europee sono un momento decisivo per uscire dagli slogan, dal marketing per fare i conti con il reale Io, l'associazione bancaria, siamo lontanissimi dalla dinamica politica, dai conflitti politici, dalle concorrenze partitiche Siamo interessati ai contenuti e i contenuti sono quelli delle basi reali dell'economia, dei fondamentali, della solidità patrimoniale della limitazione razionale e graduale del debito pubblico, sono quelli soprattutto dello sviluppo e nello sviluppo c'è anche chiaramente l'unione bancaria Però questi sono i primi tre numeri, gli altri due numeri sono 4 e 7 che sono il 4 luglio ma il 4 luglio in Italia non si riflette su questo fatto, c'è il resto delle elezioni europee, ci sono le elezioni in Gran Bretagna e il resto delle elezioni europee, sono passati 8 anni da quel terribile giugno quando nel giorno di San Giovanni, 24 giugno del 16 mi arrivò la notizia che per un pelo c'era stata Brexit, per un pelo, perché è l'1,5% e vi era il timore che Brexit fosse solo l'inizio dello sfaldamento dell'Unione Europea invece che l'inizio dello sfaldamento l'Unione Europea ha avuto nuove aggregazioni di altri paesi, è vero l'Unione Europea dopo la caduta del muro di Berlino 30 anni fa ha deciso innanzitutto di allargarsi invece che prima consolidarsi in termini giuridico-istituzionali con una Costituzione, prima si è allargata dimensionalmente questo era il frutto di un processo storico dopo 50 anni di Europa divisi in due, una scelta naturale ma l'uscita di Brexit poterà portare a una disgregazione e invece c'è stata un'ulteriore aggregazione i sondaggi per quello che valgono, quello che valgono, danno invece in Gran Bretagna una valutazione che è recentemente negativa degli effetti di Brexit in 8 anni, mica poca 8 anni e si vede la Gran Bretagna non è più uno dei fari dello sviluppo economico e sociale e anche in termini di tassi, i tassi britannici sono più alti di quelli della BCE e i tassi di mercato del debito pubblico della Gran Bretagna sono più elevati di tutti i tassi di tutti i paesi dell'euro e quindi se ne accorgono anche loro, quindi attenzione non solo 8-9 di giugno ma anche 4 luglio perché potrebbe uscire dal 4 luglio una rivisitazione di un evento che è stato destruenz e che invece potrebbe portare a una riflessione che potrebbe rinforzare l'Europa ma non solo in termini numerici, in termini di fiducia, in termini di fiducia e di credibilità internazionale Siamo andati lontani, a questo punto torno in Italia perché un po' il tema dell'Unione bancaria mi pare di aver capito che lei più che norme per le grandi banche preferirebbe un'armonizzazione per tutti Quando mi dicono bisogna tutelare i piccoli, i medi, i grandi, gli alti, i gassi, i medi, i pelati, i calvi come me, i capelluti sono per le regole della Costituzione della Repubblica che si basano su un principio l'uguaglianza di tutti di fronte alla legge quindi le condizioni di concorrenza devono essere uguali perché se un grande vuole aggregarsi con un grande il grande deve essere responsabilmente libero di farlo ma se un medio vuole aggregarsi con un piccolo o un piccolo con un medio perché devono esserci dei vincoli, dei limite? Responsabilità, libertà sotto la vigilanza unica delle regole uniche della Banca Centrale Europea Allora torno in Italia perché poi la storia dell'Unione bancaria di come qualcuno avrebbe voluto declinarla Penalizzando le banche italiane e penalizzando le banche che detengono tanti titoli di debito pubblico del proprio Paese vengo a un altro tema, cioè di crediti che le banche hanno verso lo Stato e vado al tema caldo del superbonus perché nei giorni scorsi al di là del fatto che è andata avanti questa norma che blocca la possibilità di compensare i crediti con i contributi per gli iniziali eccetera per le banche anche con effetto retrotivo, questo creando poi dei problemi insomma anche potenziali perdite in Parlamento con una certa difficoltà è passato un ordine del giorno un ordine del giorno che chiede al governo a questo punto di cominciare a ragionare su uno strumento che non sappiamo bene cosa sia questo strumento per poter ridare liquidità a mercato quindi per acquistare questi titoli Allora adesso al di là di chi come dove dovrà entrare e gestirlo ma mi chiedo ma come dovrebbe funzionare un meccanismo del genere? Qualcuno ha parlato del modello AMCO, cioè della società pubblica che acquista i crediti, gli NPL Secondo lei cosa sarebbe utile? Come dovrebbe funzionare? Innanzitutto io da qualche giorno ho fatto un fioretto laico di stare il più zitto possibile fino alla sera del 9 di giugno perché è una fase elettorale alla quale io non competo, non partecipo, sono cittadino elettore e la mattina dell'otto vado a votare in quella che era la mia scuola elementare dove voto da sempre e finisco nella mia riservatezza e di conseguenza non voglio interferire nemmeno indirettamente implicitamente ho letto quell'ordine del giorno, ho apprezzato che sia stato approvato dall'aula della Camera dei Deputati e di conseguenza dato che è la Camera che impegna il governo, io sono per lasciare tempo al tempo e in termini ragionevoli a che vi sia una riflessione da parte del governo che ha accolto quello ordine del giorno che è stato approvato quindi non voglio anticipare riflessioni che devono venire anche per procedure istituzionali approvate da Montecitorio, dalle istituzioni di governo Ok, grazie, le faccio un'altra domanda che ha a che fare con il debito, la riduzione del debito perché sono partite le privatizzazioni probabilmente ne abbiamo viste alcune, altre ne arriveranno, adesso l'attenzione è puntata anche sulle poste ma in realtà dopo le elezioni potrebbero essere messe sul mercato ulteriori quote del Monte dei Paschi se io non ho capito male c'è una soglia importante, oggi lo stato è al 26 ma è possibile che una volta che lo stato sta attorno al 20 o sotto al 20 quindi per la commissione europea l'obbligo di lasciare il capitale quindi non avere più l'aiuto pubblico nel capitale di questa banca sarebbe assolto e qui si apre il tema vendere tutto per fare cassa, tenere un po' per avere un minimo di controllo di questa banca allora le chiedo un'ulteriore cessione può aprire a un costruitamento bancario a operazioni di fusione dentro i confini nazionali? Ho studiato diritto fin da bambino e io non solo sugli associati, lei è libera di chiedermi tutto quello che vuole ma io sono anche responsabilmente libero di rispondere nel modo è una società quotata, nemmeno sotto la minaccia del falconetto in questa sala, io dico una mezza parola sui associati e in particolare sui associati che sono quotati nemmeno il falconetto che peraltro è arrugginito quello che ha colpito Giovanni dalle bande nere e che gli portò l'infezione che non essendoci allora gli antibiotici la sola alimentazione a parmigiano reggiano che lui riteneva fondamentale per curarsi non fu sufficiente Le faccio un'altra domanda un po' così un po' cattivella, un'altra domanda alla quale magari non mi risponderà però non posso non fargliela perché insomma la prossima settimana ci sarà un consiglio dell'hub importante perché prevede il rinnovamento dei vertici, prevede il nuovo presidente, un nuovo direttore generale alcune banche, anche alcune grandi banche hanno chiesto un rinnovamento anche nell'attività della banca quindi maggiore presenza sui tavoli europei, una maggiore capacità di difesa degli interessi delle banche italiane lo abbiamo visto prima anche sul tema dell'Unione bancaria e anche dell'euro digitale perché insomma il rischio di disintermediazione che questo può portare fa sempre un po' preoccupare Ecco ma io le chiedo ma lei cosiderà che il lavoro che l'abbia fatto fino adesso anche a livello europeo sia stato un lavoro comunque presente forte sui gli aspetti che contano e per il futuro pensa che ci sono delle cose che possono essere migliorate? Io quando sono diventato presidente parlo dell'associazione bancaria italiana l'ufficio di Bruxelles aveva solamente una datilografa, non esisteva nemmeno un ufficio a Francoforte e di conseguenza abbiamo strutturato per quello che è stato possibile far meglio non è sempre possibile ma far meglio è doveroso e di conseguenza gli organi dell'ABI che sono fortemente collegiali hanno un'intensissima e trasparente collegialità e sperivano il desiderio di fare sempre meglio Rimane il fatto che noi in questi anni abbiamo avuto anche le crisi bancarie in Italia nel senso che prima dell'Unione Bancaria le crisi bancarie erano negli altri paesi che le hanno risolte con le vecchie regole nazionali Dal 2015 invece le crisi bancarie italiane sono altate le prime che hanno sperimentato delle un po' bislacche, norme il Beilin, vi immaginate che cos'era però parliamoci chiaro gli unici in Europa che hanno vinto un bacio di ferro In termini giuridico sostanziali sono gli italiani con il fondo interbancario, tutela dei depositi, la Banca Italia, la Repubblica Italiana, ottenendo una doppia sentenza conforme definitiva dagli organi di giurisdizione europei sugli errori di diritto che erano stati posti in essere e che avevano peggiorato le crisi bancarie, io sono orgoglioso di aver fatto questa battaglia mettendoci faccia innanzitutto orgoglioso, l'associazione bancaria farà sempre meglio, devo dire che l'associazione bancaria italiana è l'organismo più ricogossa, democratico che susciste nella Repubblica perché rinnova i propri organi ogni due anni Non c'è sodalizio che li rinove ogni due anni, nel diritto societario delle imprese il ciclo è di tre anni, nel diritto pubblico i cicli sono di quattro o cinque anni, le legislature europee di cinque, nazionali di cinque, regionali e via di questo genere Nell'associativismo imprenditoriale e sindacale non c'è altro sindacato o associazione di categoria che rinnova ogni due anni, ogni tre, ogni quattro, ogni cinque e quindi noi siamo veramente l'emblema di una società aperta che riflette dei mercati liberi e regolati e una casa di vetro, nelle case di vetro bisogna sempre lavorare per costruire e questo è l'impegno di tutto il mondo bancario italiano Grazie, grazie anche per aver risposto a questa domanda, torno un momento indietro al tema unione e bancaria che però ci accompagna un po' sempre vedo, e un po' al tema super bonus Prendo tutto ciò da un altro punto di vista che ho approvato ad accennare prima, cioè il rapporto delle banche con i crediti verso lo Stato, le norme prudenziali che hanno consentito e consentono tuttora di trattare questi titoli di Stato in termini di accantonamento come delle investimenti privi di rischio, quindi senza necessità di accantonamento Il fatto che molti paesi europei proprio nel definire e completare le regole dell'unione bancaria più volte hanno cercato di dire no, bisogna introdurre la ponderazione di questi rischi per le banche che hanno maggiori esposizioni verso i paesi e verso i paesi che sono più indebitati Allora mi chiedo, rispetto a questa regola del risk free per il credito verso lo Stato che ha consentito l'equilibrio che c'è in Italia anche tra debito pubblico e acquirenti di debito pubblico, il fatto che su un credito verso lo Stato che è il super bonus, il credito fiscale, si apra un vulnus di certezza del diritto Per cui quel titolo a un certo punto assume un rischio perché nel momento in cui mi cambi le regole del gioco in corsa io posso cumulare una perdita e quindi è rischioso Questo ci può creare un po' un problema in questa fase così delicata in cui dobbiamo andare a creare, come dice lei, una visione centralizzata e quindi a convincere anche gli altri paesi europei che noi abbiamo titolo per stare al tavolo con le banche, con le stesse regole e gli oneri degli altri La dottoressa Serrafini è talmente brava che cerca, facendo una circunvallazione, di riportarmi al punto di partenza ma io sono rigido nei miei fioretti E di conseguenza la questione sostanziale è che nell'Europa bancaria vi sono delle differenze sensibilità, interessi economico-finanziarie, storie, culture Ma dopo la pandemia il debito pubblico non è cresciuto solo in Italia, è cresciuto anche negli altri principali paesi dell'Unione Europea E basta guardare i tassi, lo si vede, non c'è bisogno di controllare tutti i giorni l'andamento che controlliamo della crescita del debito pubblico Il debito pubblico è cresciuto in Germania fortissimamente, fortissimamente, perché lo spread è calato? Ci sono tante motivazioni Il ministro Giorgetti ha giustamente detto, solennemente alla Camera dei Diputati, che la maggiore solidità patrimoniale delle banche operanti in Italia dovuta all'emendamento, al decreto legge di agosto sugli extaprofitti ha contribuito a far calare lo spread Ma lo spread, oltre a questa giusta osservazione del ministro Giorgetti, è calato anche perché è cresciuto il costo del denaro in Germania Questo è il punto, la forbice fa chi ce l'aveva più basso e chi ce l'ha più alto, il costo del denaro pubblico è calato E di conseguenza questa polemica che è venuta dalla Germania e di altri paesi del nord sulla ponderazione o meno per le banche acquigenti di debito pubblico era la risposta tattica di carattere politico pre-pandemia, ripetuta poi come una stanca giaculatoria laica, alla terzo famoso pilastro inventato dodici anni fa che diceva che in Europa, Bancaia, bisognava che ci fosse un'unica cassa di garanzia per i depositanti Quindi i paesi del nord temevano che quelli scialquoni dei paesi mediterranei, sono loro che lo pensano, ma non lo pensano da adesso, lo pensavano anche all'epoca del Falconetto, 1526, novembre o primavera dell'anno dopo 1527, sacco di Roma, che non era il primo, peraltro non era storico E di conseguenza rispondevano al terzo pilastro con, dice, volete il terzo pilastro e la garanzia unica, una cassa unica europea per la tutela dei depositanti? E allora bisogna ponderare il voto di debito pubblico, è un modo per bloccare il terzo pilastro, è un modo per bloccarlo Però le cose vanno avanti e sono andate avanti nello spirito, diciamo la verità, oggi lo possiamo dire ufficialmente perché c'è stato un voto definitivo del Parlamento Europeo nelle settimane scosse È venuto un segnale a nostro favore perché nelle nuove regole di Basilea 3+, approvate nelle scosse settimane alla fine della legislatura dal Parlamento Europeo, non dalla Commissione del Parlamento, ma dall'Aula del Parlamento, vi è una novità che riguarda le banche centrali nazionali che fanno parte del sistema europeo delle banche centrali in diretta BCE, perché prima di Basilea 3+, chi deteneva quote delle banche centrali, e nella forma giuridica riguarda questo evento soprattutto l'Italia, che ha una tradizione di banca centrale fin dall'800, legge Giolitti del 93, istitutiva della Banca d'Italia, di azionariato diffuso della banca centrale, con non azioni si chiamano quote, ebbene questo investimento delle banche nelle quote della Banca d'Italia è apponderato 100, cioè il massimo del rischio, e invece da Basilea 3+, approvata dal Parlamento Europeo, è apponderato 0, quindi invece che andare verso la apponderazione dei titoli di Stato, sia andata sull'altrata giusta della non apponderazione dei titoli di Stato e dell'abolizione della apponderazione degli investimenti finanziari per gli aventi titoli nelle quote della Banca d'Italia, non mi sembra poco, anche questo? No, però sempre pochi giorni fa la commissione ECON del Parlamento Europeo ha votato un testo relativo al comprendimento dell'Unione Bancaria in cui dice andiamo avanti con lo schema di garanzia reciproca dei depositi, mettendo dentro un meccanismo che dice le banche devono contribuire a un fondo che alimenta questo schema e la contribuzione pesa in base al rischio che nei paesi ci sono, uno dei rischi è l'esposizione verso il debito pubblico del paese, quindi è ritornato dalla finestra a principio? No, no, la finestra no, lei deve sapere che fin da ragazzo io avevo una grande passione per le istituzioni europee e io andavo al Parlamento Europeo quando ero ancora a Lussemburgo, a Lussemburgo e quando aveva prima del 79 funzioni quasi esclusivamente consultive e non era eletto in via diretta dai cittadini. Allora, infine legilatura, un voto della commissione ECON, economia e moneta, ha un rilievo giuridico effettivo? È politico. O ha un segno pubblicitario elettorale, efficacia ce l'hanno solo i voti dell'assemblea ed essendo poi Parlamento Europeo monocamerale quando ha votato l'aula del Parlamento del corso è finito per il Parlamento. La commissione con tutto il rispetto per la commissione, ma infine legilatura è una specie di segnale di marketing all'elettorato di chi ha proposto quella posizione che dice almeno abbiamo provato, mi sembra che sia, più una linea difensiva di carattere elettorale per taluni, di taluni paesi che è una potenzialità di sviluppo. Allora, sempre restando nei dintorni del debito pubblico, che a me è sempre un coinvitato di Pietra, prossime sfide, nuovo patto di crescita e stabilità, come lo chiama lei, ci imporrà aggiustamenti. Il fondo monetario che è stato a trovarci per l'articolo 4 ci consiglia manove drastiche, addirittura aggiustamenti da 60 miliardi, però dentro le loro prescrizioni c'è un aspetto che mi ha colpito, che un po' richiama anche quanto dice l'ultimo rapporto sulla stabilità della Banca d'Italia, che pone l'attenzione sulle garanzie pubbliche, che ci hanno salvato, ci hanno aiutato tantissimo quelli sui prestiti durante la pandemia, ma anche le garanzie pubbliche sulle carte polarizzazioni degli NPL. E quello che sta venendo fuori è che stanno un po' aumentando le escussioni delle garanzie sui prestiti, quindi del fondo delle PMI, anche se sono ancora dentro livelli diciamo accettabili, perché ci sono gli accantonamenti fatti a suo tempo, eccetera. Stanno andando a escussione anche una parte degli oltre 100 miliardi di garantiti sulle carte polarizzazioni con le GAX NPL. Tutto ancora diciamo non in termini allarmanti, allora mi chiedo, è chiaro la preoccupazione del fondo è questo può diventare debito, no? Però c'è un meccanismo che può andare a pesare sul mercato degli NPL, ricordo che il governatore Panetta proprio nel vostro comitato esecutivo ha detto questo mercato secondario degli NPL in Italia non si è sviluppato come avremmo auspicato, no? Il rischio che questi meccanismi di garanzia in una fase in cui magari anche per effetto delle norme sul superbonus o quant'altro gli NPL ricominciano un pochino ad alzare la testa non può creare un po' di tensione sul mercato di questi creti visto che le eccessioni comunque continuano ad essere molto abbondanti? I rischi di tensione non bisogna mai sottovalutarli e di conseguenza organismi internazionali europei e nazionali fanno bene a farne l'analisi preventiva, mai sottovalutare i rischi. Noi in banca dobbiamo ponderare bene i rischi e mai sottovalutarli. Le garanzie sono state soprattutto usate negli anni più duri della pandemia a tutela delle imprese, a tutela delle imprese perché le garanzie erano per le imprese. Le previsioni che le istituzioni facevano due o tre anni fa di rischio di escursione erano molto più elevate di quelle che vengono fatte attualmente. Il fatto è che quando una notizia è buona non viene molto presa in considerazione, quando invece negativa o allarmante diventa più notizia. In effetti la legge che ha istituito le garanzie di emergenza per il covid è legge 8 aprile 2020. E quindi lì c'è stata una grande caricita e la risposta anche delle imprese che avevano un credito garantito a livelli molto elevati e le banche che all'epoca venivano sollecitate tutti i giorni da opinione pubblica, dai giornali, attenzione, non solo da dichiarazioni delle istituzioni ma da atti istituzionali che sono rimasti nei verbali delle istituzioni parlamentari innanzitutto. Ci fu la commissione di inchiesta che il 27 di maggio del 2020 pubblicò negli atti Camera e Senato le condizioni in concorrenza delle banche sulla concessione dei prestiti garantiti. E quindi non solo autorità di vigilanza bancaria, autorità di vigilanza sugli organismi erogatori delle garanzie, medio credito centrale, quindi emanazione di governo, agenzia dell'entrate e guardia di finanza che controllavano e giustamente controllano che sia tutto costantemente regolare. E' una grande preoccupazione che nonostante le garanzie le aziende andassero molto molto più in crisi di quello che sono andate. C'erano delle preoccupazioni scritte e pubblicate che in alcune aree d'Italia ci fosse una percentuale elevatissima di garanzie escusse. Ecco le peggiori preoccupazioni fino ad ora non si sono realizzate. Non è che il rischio venga meno, ma cercando di sostenere l'economia tutta, tutta in maniera razionale con iniziative per lo sviluppo che abbiano una regia innanzitutto europea, le speranze per lo sviluppo sussistono. E' chiaro che se mi chiudono i canali di Suez, per essere precisi, dove già c'è il calo del 68% degli attraversamenti, se l'esplosione del conflitto medio orientale continua ad allargarsi, è chiaro che le imprese e i cittadini avranno dei problemi, perché i costi di trasporto si moltiplicheranno, perché gli sbacchi quando uno agiva il terreno non si infileranno fino ai porti dell'Adriatico e difficilmente anche quelli del terreno italiano, sbaccheranno ad Anversa, Rotterdam, nei porti del Nord, Europa, con costi di trasporto per l'Italia formidabilmente cresciuti. Le faccio un esempio e quindi tutta la catena produttiva ne sentirà, e chiaramente la catena della logistica innanzitutto, l'occupazione, i rischi sono molteplici. È per quello che dobbiamo essere freddi nel valutare i rischi economici. Finisco, lei ha parlato di tutti i rischi delle garanzie nel quadro della riduzione del debito pubblico. Io sono convinto che il debito pubblico non possa e non debba crescere all'infinito. Questa è una questione di fondo, è un altro dei disegni centrali, se la mettisi d'accordo. Il debito pubblico può crescere all'infinito? A mio avviso no, perché se una famiglia fa debiti che escono all'infinito, a un certo punto si mangia la casa, si ipoteca non solo la pensione, ma anche ipoteca le generazioni successive. Quindi bisogna mettere uno stop, bisogna mettere un tetto al debito pubblico, e che devono essere le istituzioni italiane che debbono decidere di mettere un tetto al debito pubblico. Perchè non è una attenzione, non tanto e non solo alla percentuale fra debito pubblico e PIL, perché quella è una percentuale, è quindi variabile su due cilindri, ma non si pagano gli interessi sulla percentuale. Se non si pagano gli interessi, il costo per lo Stato è sulla cifra assoluta, è sull'ammontare totale, sullo stock del debito pubblico, non so come devo parlare, e di conseguenza bisogna mettere una cifra, si decide che oltre quella cifra non si va. Quando l'Italia farà o facesse, e io spero farà, compierà una decisione di quel genere, di mettere un tetto al debito pubblico, a quel punto caleranno anche gli interessi, i costi dell'ammontare del servizio del debito pubblico, e si innesterà un circuito di riduzione del costo del debito pubblico e di maggior fiducia verso l'Italia. Bisogna fissare un tetto, e bisogna fissarlo senza che ce lo imponga altri. Senta Presidente, un altro aspetto che riguarda il settore trend dell'ultimo periodo, da mesi i prestiti, i volumi dei prestiti e degli impieghi quindi sta calando. Sempre dal rapporto di stabilità e banca Italia abbiamo visto che sul fronte imprese c'è stato un grande fenomeno per cui le imprese hanno restituito liquidità, quindi prestiti presi durante la pandemia usando la liquidità, e quindi rientrando da queste esposizioni. Quindi il fenomeno è contenuto anche da questo. Ma mi chiedo, secondo lei, quando è che questo fattore tornerà a crescere? È legato sicuramente anche alla situazione economica, ma andremo avanti tutto l'anno con questa flessione dei prestiti? Guardi, le cause sono diverse. La prima, e lo dice sempre la banca d'Italia, è che c'è una minor domanda di prestiti. Dobbiamo domandarci il perché. Il primo perché, in termini economici, si vede nel senso che non è una fase di grande espansione, è una fase di attenzione a tutti i rischi geoeconomico-politici che ci sono, soprattutto nel bacino del Mediterraneo, e quindi prima di investire le imprese stanno oggettivamente attente. Secondo, parliamoci chiaro, le imprese sono attente alle loro tesorerie interne e di conseguenza quando vi erano i tassi a pavimento per nove anni e mezzo, i tassi quasi a zero della BCE, chiaramente andare a prendere dei prestiti bancari in Europa e in Italia in particolare costava pochissimo e magari la liquidità che si aveva in qualche mercato internazionale poteva avere una remunerazione superiore al costo del prestito. Non è un gioco difficilissimo. Nel momento in cui invece anche la BCE ha alzato in maniera molto veloce i tassi, invece che tenere dei titoli vecchi che avevano un rendimento ma più basso del costo del prestito, non hanno acceso nuovi prestiti e hanno estinto quelli a tasso variabile che erano cresciuti e hanno diminuito chiaramente le giacenze di liquidità variamente investite nel mondo. Le famiglie hanno nel 2023 contatto meno mutui per quale ragione? Evidente, i tassi sono cresciuti e di conseguenza hanno aspettato. Ma non rivelo un segreto di stato nel dire che gli organismi tipo il Cariff di Bologna hanno già pubblicato il dato dei primi mesi del 2024 nei quali c'è una forte crescita dei mutui. E perché? E perché, amici miei, se i tassi di mercato dal 15 novembre calano e c'è qualcuno il sottoscritto che lo dice subito, fra l'altro lo dice in un dialogo proprio con lei, dottoressa, a Firenze, a Dicembre, alla Camera di Commerccio, e questo va sul suo giornale. E poi dal suo giornale inizia a girare, viene avvalorato dalla Banca d'Italia e le famiglie, sono come le formichine, incominciano a vedere che i tassi calano e a quel punto, se vogliono comprare un appartamento, il tasso fisso è tornato a livelli molto bassi, tasso fisso poliennale. Oggi il fisso è più basso del variabile ed è molto basso e quindi cariscono i mutui. Sono due dinamiche che sono assolutamente diverse ma hanno una forte razionalità evidente sotto. Ok, quindi qualche segnale di ripresa lo vedremo. Io credo che siamo veramente rigoccioli, faccio un'ultima rapida domanda sul futuro innovazione. Nei giorni scorsi il Consiglio Europeo ha approvato l'EI Act sull'intelligenza artificiale, una scelta pioneristica. Mi chiedo come le banche italiane si stanno attrezzando sia per prepararsi ad essere adeguati rispetto a quanto chiedono queste norme che entrano in vigore tra un paio d'anni, e poi come se si sta cominciando a introdurre, sperimentare i vari utilizzi di questa tecnologia nel business bancario di tutti i giorni? Devo dire che il mondo bancario finanziario è avanti, nel senso che quelli che sono più avanti per essere precisi nelle tecnologie sono tre compatti nell'ordine. Quello della ricerca militare che viene tenuto segreto. Internet era una tecnologia militare che ad un certo punto è stata liberalizzata. In secondo luogo la ricerca scientifica per la tutela della salute, e questa per fortuna viene resa nota e fa dei passi rilevanti. Basta pensare alle storie delle malattie dei nostri genitori, zii, nonni, e vedere adesso come invece i nostri coetani vengono frequentemente guariti delle mesi tecnologie pochissimi decenni dopo. E terzo è il mondo finanziario. Il mondo finanziario è quello che produce la maggiore integrazione, la maggiore globalizzazione nel mondo. Operazioni fatte in meno di un minuto o secondo. Quindi gli investimenti bancari continuano ad essere ingentissimi, sono ingentissimi anche in Italia, sono evidenti quelli dei gruppi bancari che hanno le tecnologie al proprio interno, sono meno evidenti ma sono rilevantissimi anche quelli dei consorzi, degli outsourcing, degli organismi che forniscono di tecnologie sempre aggiornate, banche, medie e piccole. E tant'è che il problema che viene evidenziato sui giornali, da dieci giorni c'è una lettera al giorno nella pagina delle lettere del Corriere della Sera, che non penso sia un caso. E tutti i giorni c'è uno che non è solo un anziano, uno diverso dall'altro, che raccontano il loro problema. Il Bancomat che gli mangia la testa, che per averlo si mettono del tempo, una serie di eventi di comune vita. Ma perché? Perché le attività bancaie sono quelle più avanti nelle mercelogie che hanno apposta col cliente. Hanno un maggior livello di evoluzione tecnologica, il maggior livello di automatismi, il maggior livello di decentamento, grandissima parte delle operazioni bancarie viene fatta da casa o da studio, da ufficio. E di conseguenza noi siamo anche molto avanti nella tutela della sicurezza, perché c'è una guerra non dichiarata che cerca di bombardare la finanza europea, attraverso HACCHE che non lasciano le impronte o fanno vedere il passaporto, ma che tutti i giorni con milioni di tentativi cercano di forzare il risparmio degli europei e che vengono respinte. Fa notizia se una volta un HACCHE non viene respinto. Non fanno notizie i milioni di tentativi che ci sono nei giorni e che vengono respinti. E quindi c'è un grande investimento per la sicurezza. E c'è un grande investimento per fornire a chiunque la libertà di scegliere, se usufruire, di volta in volta, non una volta per tutte, di canali informatici o di canali fisici. E questo mi sembra un atto di grande responsabilità e di grande libertà. Bene, Presidente, la ringrazio. Grazie davvero per la disponibilità. Ringrazio anche tutti quanti voi per averci seguito e vi auguro buona giornata. Grazie. Grazie. Grazie.
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