La staffetta. Il ricambio generazionale nelle imprese italiane
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La staffetta. Il ricambio generazionale nelle imprese italiane
Il panel si sviluppa sulla presentazione del libro “La Staffetta” scritto da Mario Benedetto, dove vengono affrontati i temi del cambio generazionale in Italia, dal punto di vista industriale e di impresa.
Cominciamo con questa presentazione del libro La Staffetta scritto da Mario Benedetto per la Lewis University Press. Quando mi è stato proposto questo libro su ricambio generazionale sono stata veramente molto contenta di poterlo inserire all'interno della collana che dirigo che si chiama Bellissima che è proprio edita dalla Lewis University Press, una collana che racconta il Made in Italy in tutte le sue declinazioni e quindi storie di impresa, territori, industri, settori, ma anche grandi temi dell'economia, temi di cultura, temi che poi hanno comunque una valenza sulla competitività del nostro sistema industriale come questo libro che si intitola La Staffetta lo vedete qui davanti poi c'è anche in fondo e riguarda proprio approfondisce le complicazioni, tutte le sfaccettature del passaggio generazionale, noi abbiamo scritto ricambio ma io userò oggi il passaggio che è un pochino più morbido, tra il fondatore poi gli redi o i manager a seconda di come poi va avanti l'impresa. Ecco questo è un passaggio estremamente importante e voglio citare dei dati che ho preso proprio dalla sua intervista perché nel libro ci sarà l'intervista al presidente dei giovani imprenditori Riccardo Di Stefano che è qui alla mia destra oltre che una prefazione di un past past president che è Luigi Abete che non c'è ma lo citiamo perché gli vogliamo bene e ci sono dei dati molto interessanti cioè che in Italia il 65% delle imprese con un fatturato superiore ai 20 milioni di euro è costituita da aziende familiari e questo passaggio del testimone dal fondatore a una generazione successiva in questo caso ma anche a un manager comunque il passaggio del testimone riguarderà quasi il 20% dei casi entro i prossimi cinque anni quindi questa è una cifra estremamente consistente e poi c'è anche l'altro dato che cita sempre lei è che soltanto il 30% delle aziende sopravvive al proprio fondatore. Allora questa percentuale dovremmo cercare di farla abbassare ancora di più e quindi ci sono appunto degli elementi conomici perché le aziende appunto nel passaggio generazionale possono avere un deficit di crescita o di competitività in più non è soltanto un fatto prettamente economico ma qui c'è anche proprio un appoggio culturale di come viene considerata l'impresa, l'impresa che appunto non è soltanto il bene del privato del proprietario ma l'azienda che è un bene comune ha proprio una funzione sociale e apre una parentesi oggi sfogliavo il sole 24 ore io faccio anche la giornalista al sole 24 ore e c'era proprio questa mattina un articolo dove ieri c'è stato un dibattito con Gianmaria Gross Pietro che è il presidente di Intesa San Paolo e Caltagirone, bravo, ha letto il giornale o era di là? Grazie, ho letto il giornale purtroppo con tutti questi appuntamenti è impossibile. Bene comunque ho letto il giornale io sono contenta e quindi anche si metteva in evidenza come proprio può essere questo passaggio un elemento di distruzione anche Caltagirone metteva in evidenza anche Gross Pietro la funzione sociale dell'impresa, l'impresa non è solo il proprietario, l'azionista ma ci sono le persone che lavorano c'è il territorio quindi l'impatto sul welfare su tutto quello che poi riguarda gli stakeholders e quindi questo è un aspetto culturale importante che deve essere probabilmente più diffuso capisco che è molto difficile poi magari fare questo tipo di passaggio per cui l'impresa l'ha fondata però è proprio un avanzamento proprio culturale di atteggiamento che riguarda per esempio anche l'apertura manager come quando diceva stamattina Caltagirone un padre può capire il figlio che non è adatto ma a volte non è proprio quello il punto c'è proprio un fatto di senso del possesso nei confronti delle imprese che uno ha creato e che è assolutamente molto comprensibile però va comunque superato proprio per il bene dell'azienda parlato fin troppo adesso io voglio dare la parola all'autore che ha scritto comunque un magnifico libro l'ho risfogliato ieri e devo fare i miei complimenti perché il libro sono giustificati e assolutamente meritati perché il libro ha tutta una parte di documentazione anche sulla presenza dei giovani poi ci torneremo in un secondo giro di di questo dibattito sulla presenza dei giovani sulla difficoltà di entrare nel mondo del lavoro una serie di statistiche molto interessanti che focalizzano il fenomeno c'è un'intervista appunto al presidente dei giovani nella doppia veste poi di presidente anche di racconto personale e poi c'è tutta una serie di casi positivi per cui questo è un libro che può essere anche proprio un elemento di divulgazione sul territorio infatti c'è tutto un progetto creato dai giovani proprio di fare presentazione sul territorio ecco ora chiedo a te di riassumerlo e poi passiamo alla serie di domande intanto grazie grazie a te e grazie soprattutto ai protagonisti di questo libro perché se è venuto bene devo dire grande merito e merito della confindustria della confindustria presentata dei giovani a riccardo di stefano dagli imprenditori a come lunelli insomma ci onorano e ci danno la possibilità in queste occasioni di parlare di loro e di fare cultura rispetto alle attività e non ultima diciamo last but not least la luiz che su questo da anni conduce e porta avanti un impegno enorme in termini di formazione perché abbiamo visto appunto anche con riccardo di stefano quanto il fenomeno economico quanto il fenomeno culturale nasca dalla formazione la scuola di impresa secondo me dovrebbe partire dai licei te ne lancio una perché perché arrivare a capire il potenziale di un giovane di un under 40 di un under 35 in un concilio di amministrazione in una leva diciamo operativa di un'azienda fa parte di una misurazione e qui apro una piccola parentesi che so sulla quale arrivo perché uno dei punti centrali di questo libro e fa parte di una sensibilizzazione di un humus culturale che oggi va necessariamente rafforzato quindi ringrazio sono veramente grato al presidente boccia per aver trovato tempo di essere qui al presidente marco gai insomma la loro storia imprenditoriale confindustriale insomma si commenta da sé quindi sono particolarmente contento di condividere queste riflessioni con voi cercherò qui c'è anche un fenomeno di passaggio diciamo darwiniano tra abbronzati fra un po diciamo e non abbronzati quindi cercherò a beneficio del colorito più o meno pallido di essere rapido andare sul punto la parentesi coperto prima esattamente centrale cioè noi ci siamo proposti di dare evidenza a numeri alla mano di cosa significhi garantire spazio sia nella nell'assetto proprietario sia nelle imprese familiari ma anche nell'impresa la tu senso delle leve giovani mi spiego pensiamo ci sono molte autorità che facciamo parlare appunto che danno utilità a quello che io insomma cerco di dire danno pesa a quello che cerco di dire e uno dei punti di partenza per questa riflessione di oggi mi viene proprio da qua vicino perché siamo stati di recente a presentare io parlo sempre al plurale perché sono l'autore ma mi sento diciamo siamo almeno una monade e siamo stati a presentare il libro satto il festival e allora c'era questo panel che diceva l'italia è il paese che odia i suoi figli tra virgolette usando anche una parola forte no e l'ho detto ragazzi non è possibile che noi odiamo quello che in realtà rappresenta l'infa per il nostro futuro ma anche per il nostro presente allora ho capito questo e ho ripescato senza volerlo quindi in modo anche un po fortuito fortunato nel libro un dato che ci da in medio banca e mi fa capire questo che forse noi non siamo particolarmente attenti ai nostri figli perché non li riconosciamo come tali ovvero in quello che dice medio banca ed è estremamente interessante per esempio sulla produttività ci dà dei dati utilissimi sul manufacturiero adesso insomma ci torno però chiudo questo ragionamento ci dice partiamo dal campione chi sono i giovani in italia per il pubblico di professionisti appunto che da loro sono interrogati diciamo emerge che mentre in francia vengono considerati giovani fino a 40 anni nel mondo uk anglosastone fino a 30 per noi sono giovani fino a 51 bene per carità mi permetto di dire che non si tratta intanto noi parliamo di passaggio non di rottamazione questa è una battuta ma ci torneremo perché è molto utile allora significa noi non riconosciamo allora se non riconosciamo chi sono i giovani come facciamo a riconoscere il potenziale mario benedetto piccolo megafono riccardo di stefano gli imprenditori ci danno sattamente questi dati sulla produttività esempio ne cito uno ma chiaramente del libro nicoletta come tu stai potrei citarne mille forse questa non è la sede migliore per snocciolare dati ma vorrei che fossero delle piccole pietre di pollicino che vi rimanessero imprese a parte perché così comprate il libro magari però al netto di questo facciamo un passaggio in più rispetto appunto all'elemento culturale dicevamo nel manufacturiero il 47 per cento delle imprese diciamo il segmento rappresentato da una guida giovanile per farvela breve under 40 ha performato negli anni la ricerca monitorata medio banca che arrivano appunto fino all'anno scorso circa il 25 in più per cento in più rispetto allo stesso comparto di un'industria centrale come quella tedesca vi dice niente questo pensiamo a rapportarlo adesso io non sono un economista ma racconto gli conomisti quindi con grande umiltà ascolto l'imprenditore per me è un eroe l'economista è un raccontatore di eroe sono un raccontatore di raccontatori quindi sono molto umile ma cerco di dare peso a questi dati per il nostro pilla ci vede oggi avanti più 05 ci vede avanti la francia ci vede avanti a una germania che ferma a 0 secondo le ultime rilevazioni adesso il manufacturiero sarà una delle componenti ma mi piace dire che questi fenomeni hanno un impatto sull'economia reale non sull'immaginario di un paese che parla di giovani senza agganci qui reali qui abbiamo le testimonianze e su questo primo giro mitaccio abbiamo le testimonianze di cosa significa fare impresa perché noi abbiamo confinato anche come professionisti mi assumo responsabilità il fenomeno dell'impresa in una dimensione erroneamente a sull'economica b solo privata no le imprese sono consumi sono stipendi sono prodotto sono spinta alla circolazione di risorse questo è devo ringraziare riccardo perché su questo è attentissimo e ci tiene molto e mi sta dando la possibilità di diffondere appunto con michele tutta la fantastica squadra di confindustria e giovani questo sentire comune non è un fatto privato l'impresa e non è un fatto sull'economico è un fatto sociale e in questo i ragazzi credo possono avere un ruolo determinante come cerchiamo appunto di dimostrare in quello che racconto perfetto grazie quindi ritorni proprio a quello che dicevo prima l'impresa che non appunto soltanto del proprietario del fondatore ma un fatto una funzione sociale riccardo di stefano a lei la parola innanzitutto in questa lunga intervista lei parla un po come doppia veste sia come presidente dei giovani ma racconta anche la sua parte di ingresso in azienda e quindi volevo farle una serie di domande come presidente dei giovani questo fenomeno questo ha fatto i problemi anche legati al ricambio generazionale sono sentiti si sta c'è più consapevolezza di quello che può significare l'impatto del ricambio generazionale e poi un'altra cosa i patti di famiglia ci sono ci sono sgravi fiscali possono essere utili anche altri strumenti per esempio ieri grosfietro diceva noi come banche saremo vicino a chi vuole investire a chi vuole liquidare quindi ci sono anche dei supporti esterni che possono aiutare questo passaggio sì grazie naturalmente prima di rispondere volevo ringraziarti nicoletta ringraziare insomma in primis la louis nella figura del presidente boccia di l'amico marco gai perché dare voce e centralità ad un tema che per troppo tempo e temo ancora oggi malgrado gli sforzi che stiamo facendo sia un tema relegato nell'immaginario collettivo ad un problema familiare prettamente privato dell'imprenditore o tutt'al più appunto di circoli di giovani imprenditori che sono naturalmente i più diretti come dire interessati a questo fenomeno vuol dire appunto non comprendere che è un evento prima di tutto diciamo un fenomeno prima di tutto macroeconomico da di una portata insospettabile in termini di impatto sul pil potenziale e sulla come dire perdita di scienze del nostro sistema paese e oltre che naturalmente essere un problema sociologico che intacca la famiglia che il nostro nucleo principale intacca la famiglia perché oltre ai dati che ci dato è sempre bene ricordare che il 93 per cento delle imprese italiane è a conduzione familiare un dato per la verità non dissimile dai sistemi economici dei paesi più più industrializzati non siamo i primi al mondo siamo i secondi dopo il giappone siamo poco distanti dalla gemaria la vera differenza è che in un sistema come il nostro e le grandi aziende non traenano quanto traenano invece il sistema tedesco il sistema francese quindi noi abbiamo soltanto l'impresa familiare in termini assoluti ed è un patrimonio comune che va che va certamente salvaguardato e da come dire possibili antidoti il dato del 30 per cento tra la di mortalità quindi soltanto il 30 per cento supera la prima generazione si somma ad uno ancora più grave che soltanto il 13 per cento arriva la terza generazione non vorreste sapere qual è la quarta è un dato veramente diciamo poco tra altro anche poco rappresentativo di altri elementi dell'impresa italiana che sono che ancora vivace una grande capacità di trasferimento tecnologico di ricerca privata però è un tema diciamo centrale che si interseca con tanti altri mali del paese noi come dire quando ne parliamo cerchiamo di proporre due tipologie di intervento uno di carattere culturale ed uno di carattere diciamo di intervento pubblico culturale perché in un paese in cui si fanno sempre meno figli intanto sarà già di per sé statisticamente difficile invertire il numero di imprese guidate da giovani ma se a questo sommiamo il nostro deficit di orientamento verso le discipline tecnologiche sono un requisito non essenziale ma sicuramente diciamo opportuno per guidare le aziende soprattutto manifatturiere e dentro questo dato il davvero non soddisfacente percentuale delle donne che scelgono le materie stem e che quindi non sono in grado o comunque sono disincentivate dal raccoglie dei radini delle imprese familiari ecco che ripartire dall'orientamento alle discipline tecniche tecnologiche le discipline extreme alla diciamo genere quality e alla lo diceva il nostro autore un rinnovato necessità di spiegare ai giovani che fare impresa è un'opzione far essere uno start-up per così come continuare traizioni familiari è un'opzione che è spesso totalmente assente nel dialogo con i giovani studenti a partire proprio dalle classi ed età è un'operazione culturale a fianco a questo noi chiediamo però che tutta una serie di operazioni utili mi ricollego alla seconda riflessione di investimenti legati per esempio alla patrimonializzazione delle imprese al fatto che la nuova generazione deve poter o spesso è costretta di investire nuova linfa personale per riavviare o rivitalizzare un'azienda familiare la necessità che in questi conflitti o comunque rapporti complessi dentro le famiglie possa intervenire una consulenza esterna spesso molto utile per separare l'aspetto familiare da quell'aziendale partire dalle competenze non dalle relazioni familiari così via così come l'investimento in formazione perché questa generazione non deve necessariamente fare l'impresa nello stesso modo in cui la facevano infatti la interrompono l'istante perché mi rifaccio proprio la sua intervista quando l'è entrata in azienda la sua la sua impresa era più concentrata sulle costruzioni sull'impiantistica le detto io poi invece l'ho spostata su settori più innovativi quindi anche ovviamente la persona più giovane è anche a una maggiore spinta di innovare questo è successo anche in tanti casi che abbiamo visto all'interno del libro quindi l'elemento giovane può anche essere un frutto per allargare il raggio di azione dell'azienda lo è certamente i giovani forse questa è la prima vera generazione che porta un punto di vista completamente nuovo perché sono i tempi che viviamo sono fatti di sono molto mutevoli con cambiamenti molto repentini quindi questa generazione può le nuove generazioni apportano diciamo una cultura diversa ed una capacità di leggere i fenomeni del lavoro che cambia della digitalizzazione sempre più strema si parlava dell'impatto che l'intelligenza artificiale avrà sulle nostre vite sulle nostre produzioni quindi certamente porta il nuovo l'abbiamo chiamata staffetta proprio perché la necessità è quella di correre insieme non diciamo di scaricare il frutto di una riunione quindi secondo me estremamente efficace e poi l'ultima cosa che parlo di investimenti anche perché forse non sempre il giovane deve percorrere deve essere necessariamente diciamo l'imprenditore a capo dell'azienda verticale a tutti i processi può per esempio essere un azionista ma per farlo la lui per esempio fa un master sulla governance sulla capacità di di essere un rappresentante in un consiglio di amministrazione questo serve a diciamo non interrompere il legame tra la nuova generazione e l'impresa ma servono incentivi insisto su altre cose tanto io guardo benissimo l'orologio quindi sarò perfetta con tutti i tempi di tutti volevo farle un altro paio di domande lo fare dopo una io la faccio già prima ora sul giornale di oggi c'è questo dato di un milione e 600 mila ragazzi che non studiano e non lavoro e forse anche un dato per difetto perché ho sentito anche altre cifre che parlano invece di 2 milioni e mezzo allora noi siamo un paese che comunque ha un'alta vocazione imprenditoriale questi questo dato è estremamente allarmante peggio della disoccupazione secondo lei su una nuova imprenditorialità sul concetto delle startup sulle competenze come spiega secondo me questo fenomeno come magari spingere l'impresa potrebbe essere comunque una una via per limitare questo dato diciamo è troppo facile dire cosa non ha funzionato no l'idea al di là diciamo dell'impatto che il reddito di studianza ha avuto sulla popolazione occupabile in termini economici ma il numero talmente grande e come dire forse lancia un messaggio ancora più pericoloso cioè l'idea che o trovi lavoro il lavoro perfetto quello dei tuoi sogni e lo trovi subito oppure non è necessario che tu lavori invece probabilmente il sacrificio l'ottenere anche la gavetta ma prima ancora la formazione perché il che non lavorano è un fatto ma che non studiano pur avendo noi una formazione diciamo pressoché gratuita a tutti i livelli dalla formazione regionale da a quella naturalmente diciamo pubblica statale da come dire il quadro della incapacità di diciamo di rivalza che questa generazione ha e investire sull'innovazione anche su diciamo su strumenti sempre nuovi di primo ingresso dentro le aziende è certamente utile perché occorre come dire proprio per cambiare paradigma quello che mi preoccupa per esempio è invece sentire che diciamo un tirocinio curriculare durante l'università è diciamo schiavitù autorizzata io francamente diciamo e va e quindi il fatto che tu non lo retribuisca ti fa apparire come qualcuno che che sfrutta i giovani no la verità è che i giovani devono entrare dentro le imprese spesso nei primi mesi danno molto meno di quello che ricevono cioè ricevono formazione molto più delle capacità che riescono ad esprimere nel processo produttivo e quindi noi dobbiamo far sì che questa distanza si accorci ogni giorno di più perfetto però tu dicevi il giornale ovviamente riferì al sole no il giornale sul giornale di oggi sì no lo so che non ci sono parliamo sempre solo del solo che c'è un articolo che riprendeva carta gironi ti voglio dire anche questo al momento della stesura del libro c'è il sole ci da in realtà un elemento interessantissimo tiro questo flash perché dice già lancia una stima che fino al 2030 sono a rischio proprio sparizione no circa 2 milioni se non erro di lavoratori con un interesse particolare nella fascia 30 a 64 diciamo anni quindi con un diciamo una maggiore intensità di sparizione riguarda proprio la prima fascia dei trentenni 30 quarantenni allora questo è un dato estremamente particolarmente diciamo allarmante su cui lavorare e mi meraviglio anche no che giustamente come dice riccardo sulle politiche sul lavoro ci sono ricette legittime da diciamo da ogni punto di vista però se vogliamo proviamo a pulirle dalle polemiche adesso stasera farò da qua una un collegamento stasera italia e all'ordine al giorno ci sarà commenti sulle manifestazioni ancora sul reddito allora io non trovo molto utile questo tipo di dibattito la misura in cui ci allontaniamo dalle esigenze reali delle persone e delle imprese quindi è dal lì che dobbiamo partire se noi vogliamo trovare delle ricette per il lavoro dei per i lavoratori dobbiamo ascoltare questi signori qua anzi adesso ascolteremo un grande interesse lunelli quindi mi è venuta proprio bene però sono loro che dobbiamo ascoltare non solo se vogliamo fare il bene della produttività del tessuto industriale produttivo ma anche se vogliamo fare il bene dei lavoratori cioè la questa dialettica non regge più e supero e chiudo come si svolgire ma lo faccio davvero è una dialettica che giustamente riccardo sottolinea ancora una volta superiamo anche rispetto a questo annoso tema della rottamazione sostituzione tante storie e sono il potenziale anche di questo libro le storie che sono in appendice parlano di coesistenza generazionale i fenomeni più affascinanti ve li racconteremo avvengono proprio esattamente in questo momento qua perché il testimone per qualche attimo viene tenuto insieme quindi non c'è nessuno che sparisce ma sono generazioni che convivono e stanno a fianco l'una dell'altra anche da lunelli convivono perché ho preso l'appunto e quindi sono quattro persone della terza generazione tre della seconda generazione appuntato bene nella nostra lunga conversazione è fatta così ecco marcello marcello lunelli lo presento il vicepresidente delle cantine ferrari quindi un'impresa familiare fondatore giulio giulio ferrari nonno questo non me lo ricordo nonno no giulio il nostro fondatore poi nonno lo comprò le cantine qualche cosa della di tutta questa discendenza mi è sfuggita l'amministratore delegato è matthew lunelli lo cito perché poi faccio una piccola riflessione allora come mi stava dicendo lei dopo i dodici anni fa avete fatto un patto di famiglia quindi tutto questo aspetto l'avete regolamentato poi proprio per evitare che si allargano la famiglia poi arrivano i problemi anche perché adesso c'è una quarta generazione ancora sono piccoli hanno tra gli 8 18 anni però sono 11 e quindi insomma per quanto l'azienda fatturi 150 milioni tra tutte prospettive di crescita sicuramente il posto per tutti non c'è e quindi con cui avete fatto una griglia proprio di caratteristiche poi c'è una cosa che mi ha colpito che volevo chiederla senza poi entrare nel dettaglio del patto generazione magari è segreto e riservato che non è scontato l'ingresso in azienda se non c'è la figura che serve in quel momento anche se uno è un lunelli in azienda non ci sta allora allora le considerazioni che avete fatto qui sono tutte legittime bisogna innanzitutto pensare se il passaggio che non è passaggio ci fosse qui mio padre si arrabbierebbe parecchio è una convivenza convivenza generazionale come dicevi la convivenza generazionale aver la fortuna che se non c'è una scomparsa immediata è una convivenza generazionale le cose cambiano se dal fondatore si passa alla seconda generazione se dalla seconda alla terza o dalla terza alla quarta perché già dal fondatore alla seconda generazione diciamo è molto più semplice la scelta di chi deve condurre l'azienda o di chi deve prendere in mano l'azienda già dalla seconda alla terza è un po più delicato però i numeri in gioco sono tendenzialmente molto più molto più gestibili ecco che già dalla terza alla quarta iniziano iniziano i problemi. Voi avete detto che dal fondatore alla seconda generazione il trenta per cento sopravviva uno studio confindustria dice in europa che le imprese familiari che arrivano alla terza generazione per il 70 per cento chiude ecco io faccio parte spero di quel trenta per cento che rimane aperto perché siamo noi rappresentiamo la terza generazione quindi c'è veramente un problema anche di livelli la terza generazione è un livello critico ed ecco perché il mio padre e tutti gli zii è un livello critico e lei questo lo percepisce può anche spiegare perché a livello critico visto che è un livello critico perché l'azienda cresce è familiare ma deve managge realizzarsi le dimensioni aziendali ti impongono di affrontare i problemi non più da impresa familiare in cui faccio tutto io e quindi è un salto anche culturale un salto proprio di pensiero di come portare avanti un'azienda che abbia la solidità dei principi del fondatore ma che guardi al futuro che guardi al mercato che guardi a tutte quelle dinamiche che sono assolutamente diciamo nuove per un'impresa per un'impresa familiare e poi lasciatemi dire la cosa fondamentale per la convivenza o il passaggio generazionale è la fiducia dei padri se non c'è la fiducia di tuo padre e della famiglia nei confronti della generazione successiva signore è inutile che stiamo qui a parlarci nonostante i patti nonostante i patti i patti sono solo un formalizzare una volontà comune della famiglia a determinati comportamenti per salvare la vita non salvare mantenere e far progredire la vita di un'azienda allora se non c'è la fiducia non non c'è niente da fare noi siamo stati fortunatissimi mio padre io convivo con papà da 28 anni in azienda e negli ultimi anni ma come tutti gli zii e noi tutti i cugini riusciamo a lavorare molto bene e loro si fidano tantissimo anzi direi completamente di quello che facciamo questo è un grandissimo anche dalla bravura dei risultati che uno porta perché la fiducia si conquista infatti la fiducia si conquista si conquista si gestisce e diciamo si governa con i patti allora i patti cosa sono sono delle regole condivise non c'è un patto più giusto di un altro ogni famiglia si mette attorno a un tavolo dice come vogliamo regolare dei comportamenti delle relazioni tra parenti pensate i miei mio padre con i suoi fratelli c'era una relazione di fratello a fratello io ho già una relazione tra cugino e cugino mia figlia che è qui con i suoi con i figli dei miei cugini saranno ancora più diluiti ecco che c'è la necessità di regolare con diciamo con un patto di fiducia tutto quanto è una vita aziendale è complicato ci si mette anni non è che in due riunioni si firmano i patti quindi proprio un processo è un processo tecnico ma economico ma col proprio culturale e bisogna avere mio consiglio sempre avere dei professionisti dei professionisti che hanno studiato non la formula magica ma che ti dicono cosa è successo anche in altre famiglie perché questi professionisti hanno fatto i patti di famiglia anche per altre famiglie grandi o piccole non interessa e quindi ti portano degli esempi per dire ti piacerebbe questo comportamento oppure no ed è importante poi li firmi e a quel punto se li hai firmati devi comportarti conseguenza quindi c'è una grande anche rispetto e di immaginarsi un futuro che non è libero non ci sono solo gradi liberi anzi è tutto normato ma dico proprio tutto e molte volte uno dice per citare qualcosa senza studi all'estero fuori dalla griglia molto severe ma noi abbiamo visto che dieci anni fa abbiamo firmato i primi patti il mese scorso abbiamo firmato l'aggiornamento di questi patti siamo andati ancora più in profondità e sono ancora più feroci ma perché perché negli ultimi dieci anni la quarta generazione è passata da 4 a 11 voi capite benissimo che 11 lunelli in un azienda sono tantissimi sono tantissimi ma sono tantissimi se si pensa a ruoli operativi perché bisogna immediatamente scindere la parte dell'azionista con la parte del manager noi abbiamo avuto la fortuna di essere azionisti e manager ma eravamo pochi i nostri figli probabilmente molti se se lo meriteranno saranno azionisti ognuno dirà come ma poi i manager bisogna prendere i migliori sul mercato non è detto che in famiglia anzi quasi mai in famiglia c'è il migliore sul mercato e la dimensione e la diciamo il riferimento del mercato mondiale non può non ti puoi permettere di avere delle persone mediocri ed ecco quindi la selezione la griglia anni all'estero gli studi il comitato il comitato di valutazione di valutazione quanto guadagni come guadagni in che modo lo guadagni cioè tutto è un libro un libro proprio che però permette a tutti di sapere ognuno cosa deve fare e questo per il bene dell'azienda non per il bene della famiglia ieri gross pietro e caltaggino dicevano la grande forza delle imprese familiari italiane è quando la famiglia si immedesima nel destino dell'azienda questo era il virgolettato si immedesima e però la lascia vivere anche a prescindere si immedesima nel destino ma il destino non è il destino della famiglia quindi bisogna far convivere il destino dell'azienda che ha la funzione sociale e i collaboratori la ricerca lo sviluppo l'interazione con il territorio con i destini della famiglia se si riesce a ottemperare a tutto questo si ha fatto veramente si è vinto alla lotteria nel senso che la famiglia continua a portare avanti i valori dei fondatori ma nello stesso tempo riesce a vivere in un mercato che negli ultimi solo dieci anni è completamente assolutamente questo è arrivato comunque a 150 milioni di euro di fatturato e quindi un'azienda che è una dimensione importante poi so che siete in crescita magari facciamo un giro però c'è una cosa anche che mi ha colpito con tutto questo poi a un certo punto quando abbiamo chiacchierato mi ha detto una frase e però ci teniamo con l'orgoglio che anche l'amministratore delegato sia un lunelli sì finché allora finché finché l'amministratore delegato è capace in questo in questo in questo momento abbiamo deciso che è capace che è nostro cugino è anche un orgoglio perché quando si è anche nei rapporti istituzionali nei rapporti con con l'esterno presidenti amministratore delegato lo vediamo in tantissime anche altre imprese sono rappresentati dalla stessa dalla stessa persona però non è detto perché ci sono le aziende operative in cui questo è più valido poi ci sono le holding di gruppo nel quale probabilmente in futuro avremo un presidente che è diverso dall'amministratore delegato quindi certo perché cugino è presidente e amministratore delegato sì esatto il doppio ruolo io a questo punto abbiamo ancora un po' di tempo anche perché so che ci sono anche qualche domanda dal pubblico e mi fa piacere almeno non sono solo io con il mio ragionamento io allargherò il raggio su alcune cose un pochino di attualità e quindi oggi ho visto c'era la nota del centro studi di confindustria con giuntura flash cresciamo un po meno ma cresciamo l'inflazione sta calando però insomma rimane sempre lì e poi c'era oggi sul sole 24 ore con l'intervista di ieri della melone che ha detto che il cuneo fiscale diventerà strutturale anche allargato non ha detto le cifre però allora soddisfatto di questa di questa apertura anche se appunto dobbiamo stare a vedere i numeri quindi ancora non si può dire niente allora diciamo noi dobbiamo essere coerenti con quello che diciamo noi abbiamo in occasione della legge di bilancio scorsa che naturalmente come tutto ciò che umano era perfettibile chiedevamo due cose da un lato e lo chiediamo a maggior ragione come giovani imprenditori che questa fase post covid che ha fatto accumulare un debito pubblico mostruoso sia ma che naturalmente ha anche prodotto un rimbalzo del 2022 2023 insomma speriamo anche e i dati ci dico anche sul 2024 diciamo presuppone una maggiore attenzione ai conti in quel momento c'era la crisi energetica sostanzialmente aveva commissariato gran parte di risorse disponibili un primo piccolissimo stanziamento era dato di 3 miliardi era stato allocato sul taglio del cuneo fiscale la diciamo la giornata d'evento della nota di economi bilancio diciamo faceva emergere altri quattro miliardi circa di risorse che il governo ha destinato esclusivamente al taglio del cuneo fiscale quindi ben venga cioè le cifre in campo sono assolutamente i risori se paragonate alla proposta di confindustria che proponeva 16 miliardi di taglio per tutti i redditi inferiori 35 mila uro quindi 1220 di media euro l'anno in più in busta paga che in quel momento e in quelle dimensioni avrebbero prodotto uno shock positivo di contrasto immediato all'inflazione per quei redditi in particolare e anche di fiducia rispetto al mercato interno quello che allora chiediamo è coerenza e diciamo a parole il governo l'ha ribadito nella priorità di continuare a tagliare il cuneo fiscale sempre di più perché è una questione di competitiva delle imprese e di diciamo come dire ridistribuzione sociale in un momento in cui è vero che l'inflazione cala ma è fortemente concentrata sui beni essenziali quindi colpisce di più chi ha meno e dall'altro quindi quello di incidere sull'altra priorità che è data dagli investimenti non riusciremo ad avere crescita senza investimenti e qui devo fare anche un'altra domanda perché c'era sempre un focus su questa questione dei profitti dove veniva fuori un dato europeo dove c'era stata appunto dei margini profitti la faccio breve in italia comunque se si guarda il manifatturiero no e qui e poi con una compressione dei margini allora quanto pesa sugli investimenti e cosa serve per spingere gli investimenti magari utilizzare i fondi del pnr non non non spesi in credito di imposta per le imprese per fare investimenti 5.0 allora certamente il presidente bonomi tutti noi hanno sul tema del pnr richiamato l'attenzione al fatto che la priorità nella realizzazione del piano va data diciamo agli investimenti abilitatori di crescita perché con tutto importante anche la pista ciclabile importante ma se si dà priorità a diciamo gli investimenti che producono nuovo oggettito questo nuovo oggettito sosterà il welfare sosterà i futuri investimenti spesa sociale che naturalmente sono sacrosanti una parte del pnr è verosimile che non riuscirà a essere spesa sono anche riflessioni che il governo ha è un dialogo che ha in atto la commissione europea noi abbiamo semplicemente ricordato una cosa che ripetiamo lo sfinimento il credito di imposta dato alle imprese finalizzato a investimenti mirati quindi digitalizzazione automazione come era per esempio industria 4.0 adesso noi la chiamiamo industria 5.0 perché nel frattempo c'è stata quasi una rivoluzione industriale nuova che combina green e digital allora quel misura quel tipo di misure ha effettivamente creato diciamo una crescita di medio lungo termine perché se noi siamo stati in gradi resilienti come si sta al manufacturiero in questi anni è perché avevamo innovato e avevamo avuto quella spinta lì e quindi noi chiediamo che questo credito di imposta sia diciamo finalizzato ad essere pronti per le nuove sfide della manifattura che vogliamo essere competitivi lo stanno facendo negli stati uniti solo che con una potenza di fuoco naturalmente diversa quasi 400 miliardi e sta funzionando. Grazie un po' le stesse domande le rifarei a lei come imprenditore allora trova competenze per la vostra crescita visto che si parla molto della del mix messa domanda e offerta di lavoro e questa è una zona che comunque ha una ormai una disoccupazione di nuovo frizionale 3 per cento quindi di fatto noi non sentiamo il problema della disoccupazione sentiamo il problema di trovare competenze trovare competenze soprattutto nell'ambito ripeto del digitale tutte queste competenze delle nuove tecnologie e purtroppo è sempre più difficile perché perché le aziende crescono in maniera veloce e quindi hanno bisogno di anche un alto numero di persone con queste competenze il sistema formativo non è in questo momento in grado di stare al passo con le aziende quindi abbiamo difficoltà e quindi le aziende rallentano la loro corsa. Questo succede anche a voi state rallentando la vostra corsa perché non trovate competenze? Assolutamente sì. Potreste crescere di più? Assolutamente sì ci sono ci sono delle per alcune figure si possono impiegare anche 8-9 mesi per trovare trovare personale personale adeguato. Le pagate a sufficienza pure come si dice. Devo dire di sì per forza. Devo dire di sì insomma non è quello il non è quello il problema il problema per esempio è anche la delocalizzazione Trento non è Milano e quindi ci si deve organizzare con investimenti noi per esempio l'abbiamo fatto con una sede a Milano perché molte di queste competenze sono competenze che vivono di un substratto da grande metropoli quindi Milano Roma e non certo Trento e quindi bisogna creare anche l'ambiente giusto per questo tipo di professionalità pur essendo la testa pensante della nostra azienda a Trento e sarà sempre a Trento visto il prodotto che posto visto il prodotto che fate poi c'è anche un altro aspetto interessante proprio riguarda la ricerca leggevo e sempre ieri sul sole 24 ore il suo cugino che diceva adesso tra le nostre vigne girano con il palmare con la iPad e lei al telefono mi diceva che è stata appunto facendo questa ricerca con l'università di Milano ma forse questo mi sbagliano mi ricordo quelle facoltà per avere proprio dei semi che non sono geneticamente modificati ma proprio sono proprio innovativi per poter consumare il 30 per cento in meno di acqua quindi la tecnologia e la novità che è la novità tecnologica frutto della ricerca che crea anche dei grandi cambiamenti a livello industriale nella produzione e anche nelle competenze che la competenza per diciamo la digitalizzazione comunque i social o il marketing marketing straza egico qui mancano competenze per fortuna nel campo agricolo abbiamo una maggior capacità di fuoco il sistema formativo qui e comunque italiano ci dà la possibilità di avere dei tecnici molto preparati e in un numero diciamo congruo alle sigenze delle imprese certo girare col palmare nelle vigne è una bella sfida è un qualcosa è così non è che il suo cugino l'ha detto per fare colpo no assolutamente si gira col palmare perché prima era tutto diciamo forse nella testa del del tecnico era nella testa del dei nostri collaboratori adesso con i grandi big data si possono gestire un numero di informazioni molto più numeroso con dei risultati eccezionali per quanto riguarda la capacità di prendere decisioni questo da una parte dall'altra invece con la ricerca effettivamente ultimamente abbiamo abbiamo dato particolare importanza all'acqua il consumo dell'acqua che in futuro ormai è un un denominatore comune per tutte le attività le attività industriali e quindi anche per l'agricoltura e stiamo aiutando un delle ricerche che cambiano completamente il materiale vegetale che poi ci farà crescere le vigne e ci farà maturare le nostre preziose uve è una rivoluzione una rivoluzione quindi avere delle piante che hanno un'efficienza nell'utilizzo dell'acqua molto maggiore ci stiamo già arrivando in questo momento abbiamo del materiale vegetale che consuma il 30 per cento in meno di acqua vi faccio un esempio se tutta la lombardia quindi non parlo del trentino fosse la lombardia viticola utilizzasse questo materiale vegetale ogni anno si risparmerebbero tre volte i volumi d'acqua del lago di seo sono cose sono cose incredibili e in un periodo storico da qui al 2050 nel quale pioverà sempre di meno sempre più concentrato con quello che è successo nelle settimane scorse capite benissimo che per chi produce deve arrivare a settembre in vendemmia con le uve giuste, mature, giuste, equilibrate è sicuramente una una prospettiva molto allettante però siccome a me il ferrari inviace tanto non è che mi cambia il sapore del ferrari no tutto cambia finché niente cambia ecco questa è un po il concetto si cambia completamente tutta la gestione tutta l'impostazione per arrivare poi al prodotto finale che è uguale in un contesto diverso questa è diciamo l'obiettivo finale di ogni azienda che produce determinati beni di consumo voi il consumatore non deve accorgersi del cambiamento ma tutto alle sue spalle cambia perché il contesto è cambiato. Bene volevo chiedere c'erano un paio di domande dal pubblico mi sembrava che ci fosse ecco perfetto vuole il microfono? No no aspetta siamo andati in low budget ci penso io Allora prima di tutto complimenti a questo panel veramente di alto livello siete stati veramente molto bravi e interessanti il tutto. Sono forse due domande la prima dichiarimento se ho capito bene su sto passaggio generazionale ho sentito un dato del 65% nell'arco di cinque anni queste imprese saranno soggette a questo cambiamento è così questo dato cioè che è un dato veramente molto importante se è così siamo pronti per questi dopo questi cinque anni con le cadute che ci sono diciamo del 30% di quello che ho capito è seconda terza generazione del 70 perché l'economia italiana mi sembra che sta andando bene e questi dati magari potrebbero cambiare anche tra le tori a questa grande nave ecco. Se c'è un altro domanda raccolgo le domande e poi facciamo una risposta complessiva c'è anche un altro ragazzo benissimo. Grazie io sono un piccolo imprenditore e anche papà e mi chiedo come devo educare i miei figli affinché possano non crescere nella mia ombra ma si possono diventare e sfociare e magari prendere in mano magari l'azienda che li lascio se li lascerò l'azienda. Grazie c'erano altre due domande perfetto Grazie. Buon pomeriggio a tutti una piccola nota aggiuntiva alle bellissime cose che abbiamo io rappresento la quarta generazione e convivo con una moglie che opera in azienda due figli e un genero per cui siamo in cinque familiari e ecco per rispondere al nostro amico qua per noi è stato importante fin dall'inizio non dire voi dovete venire in azienda ma voi vivete la atmosfera siamo un'azienda come i lunelli abbiamo la fortuna di avere un'azienda vitivinicola voi venite respirate l'atmosfera e poi vedete tutti sono andati a studiare all'estero si sono aperti la mente avere la mente aperta è una cosa fondamentale per poi poter procedere alla fine degli studi di esperienza della mia figlia è stata il nostro figlio è stato a sette anni dopo sette anni è tornata però il nostro settore e stare a trento perché stare a trento era l'ultima delle ipotesi chiaramente che entrava tra le possibilità e stare a trento può essere una scelta quando il tutto diventa una scelta maturata personalmente è chiaro che il tutto può funzionare molto meglio abbiamo poi affidato lo studio diciamo così a una società competente che potesse darci dei parametri per definire ruoli competenze di modo che la convivenza possa essere non conflittuale ma possibilmente ci siete riusciti attualmente cco quello che è divertente con commercio tanto per dare un dato risponde al signore trentino organizzato due o tre anni fa un convegno sul passaggio generazionale e lì si parlava di 75 rotti per cento di aziende che non riescono a completare il passaggio generazionale per cui è sicuramente un passaggio estremamente complesso e alla fine i tre giorni di enunciazioni drammatiche hanno invitato mio figlio e me per dire ci sono anche le eccezioni se uno ha un po' di fortuna si impegna che questa cosa la possa superare grazie c'è un'altra domanda mi raccomando domande buonasera a tutti avevo una domanda per la appunto famiglia nunelli voi vedete il gruppo come gruppo anche in futuro c'è tra la tassoni ferrari sorgiva eccetera eccetera o pensate di nelle prossime generazioni di spartire le varie aziende tra i vari componenti o ha una domanda al quale non vuole rispondere vediamo bene allora cominciamo a rispondere prima riccardo di stefano fatto dal signore che citava il dato allora in realtà il dato è che il 65 per cento delle aziende italiane c'è delle aziende che supera i 20 milioni quindi diciamo delle medie aziende è gestito dalle imprese familiari il dato complessivo il 93 per cento ma di queste aziende il 20 per cento andrà al passaggio generazione nei prossimi cinque anni che è un dato perfettamente sembra strano in un'italia che è spesso disallineata un dato europeo è proprio sulla media europea un altro dato di banca d'italia è riportato al sole 24 ore tanto per diciamo completare la cosa dice che il 70 per cento delle imprese italiane attualmente registrate nel registro della camera di commercio è stata fondata tra il 1960 e il 1980 quindi questo dato ci consente poi di calcolare a cascata quali generazioni interveniamo è un dato sicuramente molto rilevante se si pensa che il made in italy che spesso diciamo è frutto come dire di tradizioni di operazioni di nicchia non replicabili su scala soffre ancora di più rispetto agli altri sistemi balese perché è un tipo di know-how che più facilmente si perde in questo passaggio generazione è vero è che alcune delle diciamo delle maestranze del know-how si trasmette per effetto di fusione acquisizioni ma è un dato rilevante su questo nostro patrimonio intangibile quindi ecco era per chiarire il dato e comunque confermiamo quello che tutti noi stiamo vivendo cioè un periodo di grandi incertezze perché di grandi trasformazioni ma di una capacità del paese di stare sui mercati internazionali di superare record di export un anno dopo l'altro proprio per la nostra la capacità che abbiamo avuto tutti noi come sistema base di imparare qualcosa dalle crisi degli anni precedenti quindi il covid la crisi energetica ha trovato delle aziende come dire vaccinate alle crisi grazie so che c'è un'altra domanda quindi la prendo prima di dare la parola una domanda riguardo alla modalità di passaggio che io credo che come diceva dottor lunelli se non c'è la volontà del boss diciamo che passa difficilmente questo avviene il codice etico personale dell'imprenditore credo che le aziende familiali sia una delle cose da rispettare di più nel senso che quando s'accorgono che quello non è rispettato non c'è parente che tenga credo secondo lei per l'esperienza che ha vissuto è già tempo di immaginare che per gestire questo umanesimo quindi la compatibilità tra l'aspetto affettivo quello poi della necessità di gestione il passaggio avvenga anche con un supporto di non dico psicologi ma con qualcuno che lavori anche con la compatibilità umanistica delle persone che fanno parte della famiglia certamente l'aspetto psicologica molto importante dottore allora la prima domanda come si fa non c'è non c'è una regola io penso che bisogna lavorare con passione con equilibrio con con grande determinazione e soprattutto è l'esempio l'esempio che poi un figlio può seguire o non seguire noi siamo stati fortunati perché abbiamo seguito i nostri padri ma c'è stato per esempio un uno zio che ha fatto l'ingegnere elettronico e quindi non ha seguito assolutamente la nostra azienda pur essendo azionista e qui riportiamo al problema azionista o manager azionista e questo è un tema però non si può obbligare nessuno è proprio l'esempio il vivere quotidianamente che ti può può trasferire ai propri figli la passione la passione per quello per quello che uno che uno fa è l'unica cosa che possiamo fare per quanto riguarda il gruppo le dimensioni saranno l'antidoto alla sparizione delle aziende e quindi noi stiamo crescendo come gruppo e non c'è nessunissima idea di spartirsi il gruppo in uno spezzatino assolutamente che non avrebbe senso anzi stiamo creando un gruppo proprio per avere maggiori sinergie per avere maggiori diciamo riduzione di costi e forza sul mercato quindi su questo assolutamente posso posso dire che non non c'è questa non c'è questa volontà per quanto riguarda il l'aspetto l'aspetto umano nei patti di famiglia c'è la persona sperta c'è il comitato di gestione del patto tutte persone esterne con anche una attitudine diciamo non da umanesimo ma da buon padre di famiglia e da psicologo le stesse aziende sono nostre sono si sono aperte a manager esterni da oltre vent'anni quindi persone esterne con esperienze esterne che ti fanno vivere anche delle situazioni che tu non sapevi che esistessero che esistevano al di fuori della tua azienda e speriamo di non arrivare proprio a delle sedute dallo psicologo perché vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa però sicuramente tutte queste che sembrano sovrastrutture aiutano poi a diciamo ad armonizzare un pensiero comune che la seconda generazione erano in 5 adesso magari siamo in 15 e quindi tutti con poi esperienze diverse studi diversi e vissuti diversi e a questo punto però il gruppo deve avere una guida tendenzialmente comune altrimenti si si disgrega bene grazie grazie adesso vorrei dare per concludere la parola all'autore qualche considerazione se lo merita grazie no no grazie mi sono alzato non so stare seduto su questi diciamo quindi mi trovo più a mio agio così non sono capace no ho ascoltato come sempre un grandissimo interesse sono contento anche le domande rile diciamo rivelano ricardo ancora quelli interessi enorme che stiamo riscontrando forse anche oltre per quanto mi riguarda le aspettative perché il tema è sentito e anche le ultime domande ce lo confermano sia professionalmente ma anche c'è quel tratto umano che proprio nelle storie che vi raccontiamo qui per esempio mentre parlavate mi viene in mente una grande azienda un'azienda come quella di dell'amaro lucano della famiglia vena che raccontano degli aneddoti anche molto intimi personali che tanto hanno a che fare con l'attività di impresa e per esempio scopriamo anche dei fenomeni nuovi per esempio l'inversione dei ruoli no vena descrive il padre diciamo tendenzialmente molto frenato apro una parentesi chi non lo sarebbe di voi con queste condizioni del mercato che grazie al cielo ci dà dei segnali positivi ma con questo costo del lavoro con questa pressione fiscale avete idea del lavoro delle giornate che passano agli imprenditori abbiamo idea del lavoro e delle giornate che passano agli imprenditori io non so con che serenità affiderei con condizioni di mercato alle quali ci siamo abituati ma non significa che siano normali finalmente questi segnali sono estremamente positivi no quello sul costo del lavoro riccardo mi darai atto che ci fa ben sperare e da cronista lasciami anche dire che le imprese spesso la virtù prima che venga come dire disciplinata la mettono in campo facciamo un esempio anche sul costo sul lavoro confindustria applica da tempo le famose nove euro l'ora quindi sono anche sulla giusta retribuzione che fa scova col giusto profitto no è cucinelliana come citazione ma il profitto non è una vergogna è quello esattamente che innesca questo meccanismo virtuoso che arriva al lavoratore mi sento dirlo cco in queste storie ripercorrerete e vedrete anche degli aspetti umani mi viene in mente anche maria celeste lauro che mentre la intervistavamo si è commosta ha raccontato di come da situazioni più disciplinate come quella faccio il nome di una grande famiglia presente nel libro che ha avuto purtroppo un lutto di recente come quella di riello no dove c'è stata una disciplina diversa cco maria celeste laura arriva sulla banchina va dal padre dice adesso che faccio ma trova la tua dimensione e così nasce fondamentalmente la storia nell'attività di impresa anche con dei vissuti umani estremamente forti appunto che poi non sono appunto solamente individuali ma possiamo capire in che termine in che misura si facciano collettivi e sul unisco mi unisco anche agli ultimi due interventi il settore del food su questo è particolarmente interessante sia per il fenomeno del passaggio ma anche sul per il peso che ha con come esternalità positive che è capace di produrre diciamo così come meta settore un settore di settori che ne nnesca n quindi credo che la vostra esperienza sul territorio dica proprio questo però pensiamo anche spostiamoci diametralmente al sud alla sicilia di riccardo di stefano dove il 12 per cento delle nuove aziende agricole giovani punto risiede esattamente parte da quella regione quindi un fenomeno ricordiamo anche la trasversalità no di questo secondo libro io te lo faccio fare no no ma comunque io non sto scherzando siamo tutti aperti alla seconda edizione grazie a tutti e buon pomeriggio grazie grazie mille grazie
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