La pubblica amministrazione sulla strada del cambiamento
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La pubblica amministrazione sulla strada del cambiamento
Il Ministro Zangrillo delinea la visione per una Pubblica Amministrazione italiana più consapevole, digitale e umana. Si sottolinea la necessità di attrarre giovani talenti, offrendo loro formazione e valorizzando il merito. Zangrillo evidenzia l'importanza di superare la cultura del "posto fisso" a favore di una crescita professionale basata sulle competenze. Si discute inoltre il ruolo della digitalizzazione e dell'intelligenza artificiale per migliorare l'efficienza e la semplificazione dei servizi, con esempi concreti come lo SPID, la CIE e gli sportelli unici.
Prova, prova, prova, si. Allora, buongiorno, buongiorno a tutti, grazie di essere qui e grazie al Ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo di averci raggiunto anche quest'anno al Festival dell'Economia di Trento. Allora, piccola notazione organizzativa iniziale così poi andiamo subito nel vivo delle questioni di oggi. In questa sala dopo, alle 13.45, c'è un incontro con Paolo Schiaroni, Presidente dell'Enel sulla transizione energetica. Siccome c'è solo mezz'ora tra il nostro incontro e quello dopo, chi vuole rimanere non deve uscire e rientrare. Chi invece vuole uscire può uscire, insomma, nella massima libertà. Allora, buongiorno Ministro, grazie davvero, lei è sempre, diciamo, puntuale agli appuntamenti con i suoi 24 ore e di questo la ringraziamo. Allora, siamo in un momento di particolare interesse per quel che riguarda la pubblica amministrazione, il caso Uole, anche di stretta interrelazione con il titolo che abbiamo dato alle quattro giorni quest'anno, quindi siamo in un mondo in cambiamento, in una direzione che non si sa esattamente quale sia, ci interroghiamo sulle direzioni da prendere e la pubblica amministrazione è parte di questo cambiamento. Allora, premesso che, la famosa frase di Giulio Andreotti che diceva che i manicomi erano popolati da due categorie di persone che si credeva a Napoleone e che credeva di poter risanare le ferrovie dello Stato. Lei vuole addirittura riformare, innovare la pubblica amministrazione italiana, forse c'è uno spazio anche per lei, però va detto che le ferrovie dello Stato le abbiam risanate e che lei mi sembra persona comunque razionale, nonostante l'ambizione e questo, come dire, le fa onore. Però partiamo proprio da dove andiamo in questa direzione di cambiamento, in tre parole chiave, giusto per mettere sul tappeto i temi chiave, tre parole chiave per descrivere la direzione di questo cuovadis della pubblica amministrazione italiana nelle sue ambizioni, ma anche poi nella realtà degli ostacoli che incontra. Bene, buongiorno a tutti, grazie per l'invito. Per me è sempre un piacere partecipare a questi momenti di confronto, anche perché evidentemente è vero che la sfida del modernizzazione della pubblica amministrazione è una sfida complessa, però momenti come questi sono quelli che mi servono anche un po' per raccontare le cose che stiamo facendo, anche perché spesso non c'è modo di avere un rapporto diretto con il pubblico, con i cittadini, con i nostri utenti, quindi queste sono anche occasioni un po' per raccontare le cose che accadono. Tre parole per descrivere cuovadis, dove stiamo andando. Direi che le tre parole potrebbero essere consapevolezza, quindi la pubblica amministrazione del domani, io spero che sia capace di essere consapevole, di essere digitale e di essere umana. Credo che ci sia anche una corretta definizione cronologica di questi tre sostantivi. Intanto consapevole, consapevole perché? Perché io ho incontrato una organizzazione, che è la più grande organizzazione italiana, io sono il più grande datore di lavoro italiano, un'organizzazione molto solida dal punto di vista delle competenze tecniche, quindi io incontro quotidianamente tantissimi colleghi, tantissime persone che tra l'altro mi insegnano anche tante cose che io non conosco. Però una pubblica amministrazione che penso abbia fatto un po' fatica anche nel recente passato a cogliere i profondi cambiamenti che la nostra società sta attraversando. Quindi quando io parlo di consapevolezza intendo alludere al fatto che noi dobbiamo mostrare molta attenzione al contesto di riferimento, al contesto nel quale stiamo operando. Quindi la necessità di ripensare il nostro modo di operare, il nostro modo di funzionare in ragione del nuovo contesto che si è determinato. E quindi in una parola noi dobbiamo essere capaci di gestire il cambiamento. Questa è secondo me la prima grande urgenza alla quale dobbiamo dare una risposta. L'altro termine è quello digitale, che per me è un sostantivo che si coniuga con un altro sostantivo semplice. Cioè noi stiamo vivendo la quarta rivoluzione industriale, una rivoluzione industriale di straordinaria profondità perché ci costringe, se vogliamo appunto essere consapevoli del contesto nel quale viviamo, nel quale operiamo, ci costringe a ripensare il nostro modo di operare e il digitale è la grande opportunità che non possiamo non cogliere perché è uno strumento, io parlo di digitale, poi parliamo di intelligenza artificiale, i giornali, i media sono pieni in questi mesi di richiami al tema della trasformazione digitale, dell'intelligenza artificiale. Io penso anche non sempre avendo esatta percezione di quello di cui si sta parlando, però sicuramente la trasformazione digitale e l'intelligenza artificiale sono due strumenti che ci possono aiutare in maniera significativa ad avvicinarci ai nostri utenti, cittadini, famiglie e imprese. Sono degli strumenti che se correttamente utilizzati possono ridurre questa distanza e possono semplificare in misura significativa il nostro modo di operare nei confronti dei nostri clienti. E poi umana, perché dico umana? Perché le cose che ho detto prima, e cioè una pubblica amministrazione consapevole, una pubblica amministrazione semplificata, quindi digitale, passa attraverso, passa necessariamente attraverso una corretta gestione delle nostre persone. Io provengo dal privato, ho lavorato trent'anni in organizzazioni aziendali, multinazionali, di diverse forme, dimensioni, missioni, e una cosa però l'ho imparata, che le organizzazioni che funzionano, quelle virtuose, quelle che sono capaci di realizzare la loro missione, sono normalmente organizzazioni che hanno un capitale umano che ha un livello di motivazione più che adeguato. E quindi noi dobbiamo preoccuparci di costruire il nostro futuro partendo dalle nostre persone, quindi dedicando attenzione alle nostre persone, che non significa soltanto semplicemente, perché questo è un approccio semplificatorio, preoccuparci delle loro competenze tecniche. Gestire il capitale umano significa, soprattutto in quest'epoca, essere capaci di accompagnare le persone in un profondo processo di cambiamento che incide in maniera significativa anche sulla vita delle nostre persone, e quindi è da lì che dobbiamo passare se vogliamo guardare al futuro della nostra organizzazione con fiducia. Ecco, proprio da questo aspetto, io colgo la palla per le prossime due domande, che sono caratterizzate dalla parola chiave dell'attrattività e dalla motivazione. Nella prima parte le chiederò l'attrattività dall'esterno, e nella seconda invece l'attrattività per il proprio lavoro, per l'impegno, eccetera, di chi nella PIA già lavora. Allora, attrattività dall'esterno, due numeri, la pubblica amministrazione ha 3,3 milioni circa, di dipendenti, un milione di loro, quindi un terzo quasi, andrà in pensione nei prossimi anni, perché sapete che la PIA è molto invecchiata, il blocco del turnover, eccetera, eccetera. I numeri del conto annuale, questo censimento annuale della pubblica amministrazione, del pubblico impiego che la Ragioneria generale fa e che è uscito settimana scorsa nell'ultima edizione, dicono una cosa. Allora, noi abbiamo avuto il crollo dei dipendenti per il blocco del turnover, eccetera, nell'ultimo biennio, con il PNRR, dal PNRR in poi c'è stata una piccola inversione di tendenza, ma rispetto a dieci anni fa, ministeri, enti locali ancora di più, eccetera, stanno molto sotto i livelli di dieci anni fa, l'unico che è cresciuto è curiosamente la scuola, nel paese della demografia zero, e questo è un piccolo paradosso che non so spiegare, anzi lo so spiegare, ma forse esula dalle questioni di oggi. Bisogna chiamare persone, perché solo per tenere i livelli attuali un milione che se ne vanno nei prossimi anni. Quando io guardo alla P.A. dico, retribuzione di ingresso molto competitiva rispetto al privato, nel senso che gli stipendi iniziali sono più alti di molti di quelli proposti dal privato, ma poi ho questa certezza che il mio stipendio rimarrà tale nell'eternità tranne gli scatti di anzianità, e come si cambia questa situazione? Allora, è una domanda che richiede una certa articolazione nella risposta, cominciando dall'attrattività dall'esterno. Lei ha detto bene, noi abbiamo vissuto una fase di straordinaria complessità, che sono stati dieci anni in cui abbiamo perso 300.000 persone, e abbiamo aumentato l'età media della pubblica amministrazione dai 42-50 anni. Quindi è chiaro che la vera grande sfida che dobbiamo affrontare è proprio quella di essere capaci di risultare attrattivi verso l'esterno. E mi riferisco soprattutto alle nuove generazioni, alla generazione Z, quindi ai giovani, ai nativi digitali. Io penso che l'attrattività di un'organizzazione si compone di diversi elementi. Sono convinto di una cosa, che l'elemento che oggi viene, che oggi, che nella narrazione nel tempo è stato celebrato come l'elemento distintivo dalla pubblica amministrazione, cioè il posto fisso, sia diventato un argomento molto depotenziato, soprattutto verso le nuove generazioni. Oggi i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro non si accontentano del ragionamento del posto fisso, e il posto fisso, la stabilità è sicuramente un valore, ma i giovani di oggi capiscono, comprendono, che la stabilità non dipende tanto dal tipo di azienda nella quale operi o dal tipo di contratto di cui disponi, tempo indeterminato, ma dipende un po' dal tuo profilo di competenza e di esperienza, nel senso che chi è dotato di un profilo di competenza e di esperienza che è riconosciuto dal mercato del lavoro non ha problemi. Quindi noi dobbiamo porci il problema di come attrarre i giovani che non si accontentano della stabilità. I nostri giovani vogliono entrare in un'organizzazione che sia capace di formarli, soprattutto perché sono consapevoli del fatto che viviamo in un'epoca in cui la formazione è diventata una leva strategica appunto per continuare ad essere riconosciuti dal mercato del lavoro, perché le competenze vano in obsolescenza, hanno rapidità straordinaria, quindi noi dobbiamo essere capaci di accompagnare le nostre persone in un processo di crescita che presuppone la capacità di dare loro formazione. Dobbiamo essere capaci di valorizzare le nostre persone, quindi come diceva lei, uno dei temi che dobbiamo affrontare non è tanto quello della retribuzione d'ingresso, perché lo ha correttamente osservato, le nostre retribuzioni di ingresso rispetto agli studi professionali sono assolutamente competitive, però poi il vero problema è quello della retention e quindi di avere una dimensione, una dinamica di rewarding che effettivamente consente le persone di sentirsi valorizzate. In questo io voglio dire che noi dobbiamo introdurre nella pubblica amministrazione il valore del merito che non esiste, che oggi non esiste nella pubblica amministrazione, perché oggi nella pubblica amministrazione le persone crescono non solo per anzianità, ma perché partecipano ai concorsi, quindi per migliorare la tua posizione economica devi partecipare a un concorso, per passare di fascia devi partecipare a un concorso, ci sono due conseguenze piuttosto gravi di questa dinamica. La prima è che le persone si preoccupano piuttosto che di realizzare le cose che servono per fare ciò per cui sei pagato studiano, quindi passano il loro tempo a studiare perché devono fare i concorsi e passare i concorsi che non sono semplici tra l'altro. L'altra conseguenza gravissima è che oggi la pubblica amministrazione difetta di capacità manageriale, nel senso che i nostri dirigenti sono normalmente delle persone con delle grandi virtù dal punto di vista della competenza tecnica, quindi sono dei solidi riferimenti professionali ma non sono dei gestori di risorse, perché sanno che intanto le persone per crescere devono farsi la loro strada, quindi farsi i concorsi, studiare e passare i concorsi. La conseguenza è che c'è una totale de-responsabilizzazione dei dirigenti sul tema della crescita delle persone e questo è un elemento che costituisce un vulnus per la pubblica amministrazione, perché io francamente, forse mi sono distratto, ma non conosco organizzazioni al mondo dove i dirigenti non siano anche gestori di risorse e quindi si preoccupino della crescita del valore del capital umano. Io penso che un'organizzazione sana è un'organizzazione che esprime delle capacità manageriali, esprime delle leadership che si preoccupano, che si fanno carico di creare valore pubblico attraverso la valorizzazione delle persone e questo nella pubblica amministrazione oggi non esiste, è raro, è molto raro. Lo dice la Corte dei Conti, io ho letto in questi giorni la relazione della Corte dei Conti che commentava il programma di valutazione performance dei dirigenti del periodo 2020-2022, la Corte dei Conti dice che la pubblica amministrazione non assegna gli obiettivi o se li assegna sono obiettivi finti nel senso che non sono sfidanti. E poi la conseguenza è che sono tutti eccellenti, sono tutti al 99% i nostri dirigenti sono eccellenti. Ora quando io vado per strada e parlo con le persone, con i cittadini o vado a trovare le imprese e mi faccio raccontare che cosa pensano di noi, non ho ancora incontrato nessuno che mi dice che siamo eccellenti. Quindi c'è qualcosa che non funziona, la nostra auto percezione è che siamo eccellenti e i nostri clienti invece ci vivono come una burocrazia difensiva, come una burocrazia che non è in grado di soddisfare le loro attese. Quindi questo è il risultato del fatto che nessuno si preoccupa di capire che cosa significa essere eccellenti. Quindi io credo che una delle grandi sfide che deve affrontare la pubblica amministrazione in una logica di attrattività verso le nuove generazioni è essere capace di premiare il merito, essere capace di differenziare. La relazione della Corte dei Conti che citava lei, una lettura abbastanza divertente dei giorni scorsi, è venuta fuori questa cosa che siccome una riforma del 2009, la riforma fatta da Renato Brunetta, prevedeva che ci fossero dei valutatori indipendenti esterni, gli organismi di valutazione esterni alla pubblica amministrazione che appunto dessero gli obiettivi, anzi misurassero il raggiungimento degli obiettivi. È venuto fuori che nei ministeri il 92% del personale ha raggiunto il massimo livello di punteggi. I punteggi sono espressi in centesimi, hanno preso più di 90 e quindi hanno preso il premio massimo. 92% nella media perché poi ci sono tre ministeri, in particolare un ministero di cui non farò il nome, anche perché ho visto il ministro pochi minuti fa qua sotto, però era del 2022 quindi voi siete arrivati a settembre. 1400 dipendenti, due dipendenti non avevano raggiunto gli obiettivi massimi, ma si erano fermi. Noi ci siamo chiesti cosa mai avessero fatto questi due per meritarsi questa cosa. Però le chiedo se la descrizione è perfetta, diciamo così. Ah ecco poi il ministro Brunetta che era qui ieri ci ha fatto notare che anche la Corte dei Conti, lui ha andato a spulciare, ha fatto il giornalista meglio di come l'ho fatto io, perché è andato a vedere sull'amministrazione trasparente della Corte dei Conti la loro relazione, e non c'è la relazione sulla valutazione del personale della Corte dei Conti. Lui ce l'ha fatto notare perché lui sapete, persona che non si intigna sulle cose. Va bene, la descrizione quindi è chiaro, la namnesia è chiarissima. Come se ne esce due vie. Quella classica della pubblica amministrazione serve un'altra norma più efficace di quella precedente. La seconda è un problema di incentivi e disincentivi. Perché? Perché io dirigente do il premio massimo a tutti. Perché la carriera non c'è, le retribuzioni sono basse, il premio serve a puntellare un po' le retribuzioni e soprattutto a mantenere la pace sociale nel mio ufficio, nell'ufficio che dirigo. Come si rompe questo equilibrio malato di incentivi e disincentivi? Beh, si rompe questo equilibrio malato acquisendo, come dicevo all'inizio, consapevolezza del fatto che se andiamo avanti così sarà molto difficile alimentare il processo di modernizzazione della pubblica amministrazione, sarà molto difficile cambiare la percezione che i nostri clienti hanno sulle nostre performance. Quindi dobbiamo cambiare. Ora è vero che c'è una riforma brunetta del 2009 che si era presa la briga di definire una serie di regole per disciplinare il processo di valutazione delle performance e quindi di premialità delle persone. Però se dal 2009 al 2024 le cose non sono cambiate abbiamo il dovere di interrogarci sul perché le cose non hanno funzionato. E io mi sto interrogando su questo. Io credo che ci sia un fatto più che di tipo tecnico, un fatto di tipo culturale. Perché non c'è una criticità dal punto di vista tecnico? Perché oggi individuare ed implementare all'interno di un'organizzazione degli strumenti che ci aiutino a gestire i massimi in maniera corretta il processo di gestione delle persone, quindi assegnazione obiettivi, valutazione delle performance, non è un problema, ci sono mille esempi nel mondo. Quindi quello non è il tema. Basta copiare i sistemi più efficaci, quelli che hanno dimostrato nell'utilizzo da parte delle organizzazioni di funzionare. C'è un tema di tipo culturale. Il tema di tipo culturale sta proprio nella necessità di recuperare la leadership delle nostre persone, dei nostri gestori e far sentire loro la responsabilità di presidiare, di governare il processo di valutazione delle persone. E quindi noi dobbiamo, io mi sono posto a questo problema, sto lavorando su due fronti. Da un lato individuare una strumentazione adeguata che consenta di introdurre degli elementi di novità che ci consentono effettivamente di arrivare a una gestione del processo di valutazione delle persone che preveda da un lato una assegnazione corretta degli obiettivi dove gli obiettivi non sono l'attività corrente. Perché qualsiasi dipendente è retribuito con il normale stipendio per l'attività corrente. Quindi la valutazione delle performance si fa a fronte dell'assegnazione di reali obiettivi sfidanti che consentono quindi poi di distinguere tra chi è bravo, chi riesce a performare e chi invece deve essere supportato in questa attività. Quindi da un lato sto lavorando per individuare una strumentazione da introdurre nella pubblica amministrazione e dall'altro bisogna recuperare anche dal punto di vista normativo un disegno che consenta di rendere cogente questo processo di gestione delle persone. Dico questo perché nella pubblica amministrazione, l'ho imparato a mie spese, non è sufficiente la direttiva. Io ho emanato delle direttive. La prima direttiva che ho emanato l'ho emanata nel marzo dell'anno scorso sulla formazione quando mi ho raccorto che soltanto quattro ore all'anno erano dedicate alla formazione dei dipendenti pubblici e quindi mi sono adoperato per incominciare a lanciare una serie di messaggi su quello che mi aspettavo dal nostro gruppo dirigente in termini di impegno sulla formazione delle persone. A novembre ho emanato un'altra direttiva dove si parlava di performance leadership e dove ho incominciato a introdurre degli elementi di novità cercando di spiegare alle nostre persone che non è sufficiente essere competenti dal punto di vista tecnico, essere dei bravi amministrativi ma fare il dipendente pubblico, il gestore di risorse, significa anche esprimere delle capacità manageriali soprattutto nell'epoca che stiamo vivendo che è un'epoca che ci costringe ad accompagnare le nostre persone ad un processo di cambiamento profondo. Noi non possiamo pensare di fare la digitalizzazione della pubblica amministrazione semplicemente dotandoci di piattaforme informatiche moderne ma dobbiamo accompagnare le persone in un processo di cambiamento che costringe le persone spesso a dover modificare completamente il loro modo di di operare quindi noi abbiamo bisogno di accompagnare i 3,2 milioni di dipendenti pubblici in un processo di trasformazione che richiede quindi un vero e proprio cambio culturale. Quindi tornando però al merito io sto lavorando per diciamo che i tempi sono abbastanza maturi perché mi sono dato l'obiettivo entro quest'anno di introdurre delle novità che consentano di rendere diciamo più chiara più precisa e come dicevo prima cogente questa responsabilità dei dirigenti nella gestione delle persone quindi introducendo gli emetti di novità che consentono di garantire una differenziazione nelle valutazioni della performance e tutto questo nella convinzione che se noi siamo capaci di realizzare questo percorso e quindi di rendere anche la pubblica amministrazione un'organizzazione che è capace di premiare il merito ne guadagniamo tantissimo in termini sia di attrattività verso l'esterno ma anche dal punto di vista interno perché io ho incontrato in quest'anno e mezzo tantissime persone tantissime nostre persone che hanno voglia di spendersi che hanno passione che hanno senso dello stato che hanno consapevolezza che essere dei pubblici impiegati significa essere dei civil sorvani e però rivendicano la diciamo il diritto di essere misurati per quello che valgono quindi rifiutano questa idea che la pubblica amministrazione esprime il merito soltanto nella logica degli aumenti a pioggia per mantenere la pace la pace sociale quindi diciamo che se noi riusciamo effettivamente ad introdurre queste novità penso che avremo dei vantaggi sia da punto di vista la capacità di attrarre di attrarre capacità competenza dall'esterno sia dal punto di vista della motivazione del senso d'orgoglio del senso di appartenenza delle nostre persone ecco andiamo un po dentro queste novità e questi tempi il perno che abbiamo individuato è quello della dirigenza pubblica in particolare perché da lì arrivano spesso come dire delle forme di resistenza mettiamolo così a questa a questo tipo di evoluzione che lei che lei disegnava nei giornali una volta fino a un po di anni fa per spegnere le discussioni dei più giovani a un certo punto quando come dire la discussione andava troppo in lungo c'era la frase magica che chiude si è sempre fatto così al che tu pigliavi te ne andavi da un'altra parte che nel mondo di oggi è una roba devastante allora anche nella pubblica amministrazione la frase si è sempre fatto così a una sua valenza diciamo biblica non non indifferente allora lei citava prima la questione dei concorsi per fare carriera nel sistema di incentivi e disincentivi se io faccio carriera con concorso sono incentivato ad aprire i libri più che raggiungere gli obiettivi divento il migliore esperto di diritto amministrativo del mondo cosa utilissimo ho visto cassese prima quindi va benissimo tutto quello tuttavia non diventa un manager ma il concorso è previsto dall'articolo 97 della nostra costituzione che appunto lo pone come perno intorno al quale ruota vuol cambiare la costituzione l'articolo 97 costituzione dice che agli impieghi nella pubblica amministrazione si accede tramite concorso che non significa necessariamente che si fa progressione di carriera attraverso i concorsi si accede alla pubblica amministrazione sicuramente attraverso concorso e questo è un altro dei temi che abbiamo dovuto affrontare perché anche questa era una grandissima criticità visto che alla fine del all'inizio del 2020 la durata media delle procedure concorsuali della pubblica amministrazione era di più di due anni di 780 giorni però è chiaro che c'è una Consuetudine consolidata come diceva lei si è sempre fatto così che suggerisce di tenere conto del fatto che fino ad oggi la via prevalente è stata quella delle procedure concorsuali però io credo che ci sia lo spazio anche per pensare invece a delle dinamiche di progressione di carriera che affianco al concorso io non dico che dobbiamo eliminare i concorsi ma che affianco Al concorso possano prevedere un coinvolgimento Della di chi ha la responsabilità di gestione delle delle persone in dinamiche che evidentemente devono Devono garantire l'imparzialità e il buon andamento della dell'amministrazione quindi io ho in mente dei meccanismi che non rilasciano alla decisione del singolo dirigente la crescita della persona ma sicuramente noi possiamo immaginare Diciamo delle dinamiche collegiali che consentono e quindi con un buon livello di Diciamo di sicurezza sulla sulle valutazioni che si fanno che consentono di proporre la crescita delle delle persone quindi Di nuovo sto immaginando delle cose che non sono Diciamo fantascienza è quello che fanno tutte le organizzazioni nel mondo io quello che rifiuto Ma so bene che devo muovermi con cautela e con rispetto per quello che è stato finora Ma quello che rifiuto è l'idea che la pubblica amministrazione italiana sia diversa intanto dalle pubblica amministrazione degli altri paesi dove si cresce non tramite concorso ma per progressioni che sono conseguenti ad una valutazione delle performance fatte dai gestori Ma che sia diversa da qualsiasi altra organizzazione nel mondo io faccio fatica a reperire nel mondo un'organizzazione Dove si cresce soltanto per per concorso e questo è un lo ripeto Costituisce per me un gravissimo danno perché ci fa perdere quella capacità manageriale che è quella che invece consente di dare accelerazione Alla modernizzazione della nostra macchina amministrativa quindi io ripeto non voglio né Diciamo essere non rispettoso del dettato costituzionale ci mancherebbe altro Conosco anche la giurisprudenza della corte costituzionale su questi temi so che ci sono delle sentenze che hanno sottolineato Diciamo diverse posizioni sulla Diciamo sull'approccio concorsuale io ritengo che ci sia lo spazio per un ragionamento che consente invece di recuperare una dinamica diversa più moderna di nuovo con la necessità La necessità Ritorno alla prima alla prima domanda che mi ha fatto le tre parole di nuovo per essere per avere consapevolezza Cioè noi non possiamo pensare di continuare a essere diversi da tutti e non renderci conto di come si muove il mondo Oggi noi se vogliamo una pubblica amministrazione attrattiva dobbiamo essere capaci di essere attrattivi come le altre organizzazioni Se ci escludiamo determinati percorsi e beh insomma ci facciamo del male da soli Ecco proprio su questo percorso diciamo e sul tema della formazione che lei citava inizialmente l'evoluzione digitale vi ha dato strumenti che solo pochissimi anni fa non c'erano voi avete fatto il Silla bosca è questa che tra l'altro c'ha una serie di manifestazioni diciamo così pratiche anche interessanti se ce ne vuole Raccontare qualcuna c'è in pia che è il grande portale dei curriculi eccetera in cui sarà Implementato come come come dite voi della pubblica amministrazione Il fascicolo del dipendente no con il curriculum eccetera quindi voglio dire quello che oggi c'è e che non c'era Una decina di anni fa è la possibilità di avere una fotografia in tempo reale facilmente gestibile Di della situazione attuale della pubblica amministrazione della dell'evoluzione delle competenze delle sue dinamiche eccetera questo che ricadute pratiche può avere e proprio anche per i dipendenti pubblici questo sillabus Che è stato avviato con una rete di alleanze con le università eccetera che cosa cambia rispetto a prima proprio all'atto pratico Nelle scelte anche del dipendente pubblico di formarsi verso questa o quella competenza allora io credo che La digitalizzazione intelligenza artificiale ci offrono delle opportunità straordinarie straordinarie perché ci consentono di gestire determinati processi con una velocità e con un'efficacia diversa rispetto al passato uno dei temi sicuramente quello della della formazione io mi sono molto preoccupato quando diciamo dopo qualche settimana dal mio arrivo al di castello della pubblica amministrazione Amministrazione diciamo ho avuto evidenza del fatto che il tema della formazione era vissuto non dico come un fastidio ma come diciamo un corollario alla normale attività del delle persone della nostra organizzazione io penso che la formazione nell'epoca che stiamo vivendo sia una leva strategica Irrinunciabile noi non possiamo pensare di guardare al nostro futuro se non ci preoccupiamo di continuare a formare le nostre persone quindi di garantire dei processi di dire skilling di up skilling delle nostre persone e questo proprio in ragione del fatto di quello che ci dicevamo prima che la diciamo la evoluzione tecnologica oggi ci costringe a preoccuparci di essere continuamente aggiornati perché le competenze vanno in obsolescenza a una rapidità straordinaria e quindi se noi vogliamo avvicinarci ai nostri utenti noi dobbiamo riuscire ad alimentare dei processi che rendono sempre più veloce più semplice il rapporto il rapporto con loro e quindi di qui l'impegno e l'attenzione che abbiamo avuto nel definire Implementare degli strumenti che ci aiutino ad una gestione brillante smart della della formazione syllabus è un portale che oggi Al quale oggi sono iscritte circa 8.000 amministrazioni quindi dipendenti di quelli 8.000 amministrazioni possono accedere liberamente e autonomamente a quel portale un portale che che Continuiamo ad aggiornare lo aggiorniamo quotidianamente con l'aiuto delle associazioni di categoria Recentemente per esempio abbiamo fatto un accordo un protocollo d'intesa con anche con l'associazione dei costruttori sui temi del contratto dei nuovi contratti pubblici quindi è un portale che è arricchito da moltissimi contenuti naturalmente tutti i contenuti che sono quelli più di attualità non la transizione ecologica La transizione digitale i contratti pubblici la digitalizzata la digitalizzazione insomma un portale al quale il dipendente accede ha la possibilità di verificare il suo livello di competenza in modalità autonoma e quindi customizzare il suo percorso di di formazione e quindi costruirsi il proprio percorso di di formazione e noi abbiamo la possibilità attraverso fascicolo del dipendente di verificare lo status di avanzamento della forma dell'attività di formazione del dipendente nella direttiva di cui le parlavo prima quella del marzo del 2023 sulla formazione io ho chiesto che i dirigenti siano misurati sulla capacità di garantire alle loro persone ai loro collaboratori almeno tre giorni di formazione all'anno perché io penso di nuovo è un fatto culturale io penso che sia Inaccettabile ormai l'idea che purtroppo ancora ho sentito esprimere secondo cui la formazione insomma è qualcosa che spesso ci mette in difficoltà perché sottraiamo le persone dalla loro attività corrente ecco un dirigente che esprime un concetto del genere per me non è un dirigente perché vuol dire che non ha capito dove vive non ha capito il contesto in cui in cui vive la formazione oggi è a pieno titolo Una delle parti rilevanti dell'attività di ciascuno di noi delle responsabilità che ciascuno di noi deve presidiare e aggiungo Questo lo dico sempre perché è una cosa in cui credo profondamente perché l'ho provata sulla mia pelle questa quarta rivoluzione industriale alla rivoluzione digitale è la più democratica di tutte perché costringe tutti a continuare a formarsi a partire dal ministro perché se noi non aggiorniamo la nostra capacità di stare diciamo in connessione col mondo che ci circonda finisce che presto tardi faremo fatica ad interagire ad interloquire con le persone con i nostri collaboratori quindi io dico il CEO di un'azienda se non se non si preoccupa lui di formarsi quando poi si troverà nei consigli amministrazione a discutere delle strategie della di sviluppo della sua organizzazione rischia di non capire che cosa gli dicono i suoi collaboratori quindi voglio dire è una rivoluzione democratica perché coinvolge tutti non è come un tempo che si formavano soltanto gli operari gli impiegati e gli quadri oggi abbiamo tutti la necessità di continuare a formarci altrimenti usciamo dal mondo usciamo dal contesto le faccio un'ultima domanda sull'output della pubblica amministrazione finora abbiamo parlato della macchina Così magari ci teniamo ecco qualche minuto finale se qualcuno ha qualche domanda dal pubblico basta che alzi la mano la macchina serve a erogare servizi tra i servizi c'è quello di non complicare troppo la vita delle persone c'è uno slogan politico della Presidente del consiglio di non disturbare chi lavora è una cosa che coinvolge diciamo anche il pubblico e la pubblica amministrazione il ministero che lei ha in in gestione allora da questo punto di vista c'è un l'obiettivo del pnr delle famose 600 strozzature no i 600 colli di bottiglia e un pacchetto di semplificazioni Molto rilevante partiamo da un dato noi non stiamo messi malissimo per esempio al livello di servizi digitali in italia possiamo fare oggi con la pubblica amministrazione online Molte più cose di quelle che si fa in germania e anche in tanti altri paesi non stiamo malissimo rispetto a 20 25 anni fa e si ricorda che prima dell'autocertificazione quando andava in comune a fare la carta di identità ci voleva che qualcun altro in coda certificasse la sua esistenza in vita allora lei allo sportello arrivato lo sportello si doveva girar dietro e i due malcapitati doveva noi certificare che in effetti fosse in vita rispetto a quell'epoca però c'è ancora tantissimo da fare mi dice qual è la prossima cosa che succede in termini di semplificazioni ma dunque intanto lei ha detto una cosa corretta e mi piace e mi piace sottolinearla perché noi spesso noi italiani siamo specializzati nel descriverci molto peggio di quello che siamo invece è vero che la pubblica amministrazione italiana adesso ha adottato una strumentazione che dal punto di vista della possibilità di dialogare con i nostri utenti in una modalità smart digitale siamo molto più avanti rispetto a tanti altri paesi che invece nell'immaginario collettivo sono considerati come paesi di riferimento noi abbiamo lo speed sistema pubblico di identità digitale che è detenuto da quasi da 38 milioni di italiani la carta di identità elettronica che è detenuto da 41 milioni di italiani stiamo sperimentando insieme ad agit quindi all'agenzia del digitale l'et wallet e di nuovo uno strumento digitale che consentirà ai cittadini italiani di poter disporre di una serie di documenti dalla carta entità alla patente alla tessera sanitaria in modalità digitale quindi senza la necessità di portarsi dietro il documento il documento fisico quindi diciamo che stiamo facendo tantissimi passi avanti utilizzando la tecnologia passi avanti che ci consentono di nuovo di avere un rapporto più più diretto più semplice con il con il cittadino insieme a poste insieme a poste italiane abbiamo Firmato un protocollo che prevede la possibilità nei comuni sotto i 15 mila abitanti di disporre negli uffici postali di totem che sono una sorta di bancomat dove il cittadino va e può farsi il certificato anagrafico quello di stato civile nello stesso con la stessa modalità con cui si va a fare un prelievo di denaro al bancomat quindi senza carta senza La necessità di andare in comune fare fare le code quindi ci sono tantissime cose sulle quali stiamo lavorando stiamo lavorando intensamente poi anche sulla semplificazione amministrativa verso le imprese questa è l'altra grande sfida che noi dobbiamo affrontare cioè rendere il nostro rapporto con le imprese tale per cui l'impresa non considera più la burocrazia come un ostacolo come un intralcio ma come una Le richiamava correttamente L'obiettivo delle 600 procedure amministrative da semplificare entro 2026 io ne ho già presentato il consiglio dei ministri 180 nelle prossime settimane presenterò in consoio ministri un altro pacchetto che andrà oltre le 200 cui che ci considera di andare oltre le 200 che è il primo obiettivo 31 12 2024 sul tema della semplificazione ambientale Ecco diciamo che queste sono di nuovo Delle iniziative volte ad eliminare Diciamo ridondanze e a rendere il diciamo il rapporto tra tra noi e le imprese un rapporto dove L'impresa riconosce che c'è da parte della pubblica amministrazione valore aggiunto ho portato in consoio dei ministri Alla fine del 2023 è andata al consiglio di stato adesso ritornerà in consoio dei ministri dopo l'esame delle commissioni parlamentari il disegno di legge su e sul sistema dei controlli che semplificherà in maniera significativa tutta l'attività di controlli della pubblica amministrazione verso l'impresa che di nuovo è un collo di bottiglia un intralcio che le imprese vivono con grande con grande sofferenza per cui diciamo che stiamo lavorando su più fronti ne cita ancora uno i Gli sportelli unici che sono l'interfaccia tra pubblica amministrazione e le imprese sportello unico dell'attività produttiva e sportello unico dell'edilizia Ce ne sono otto mila in italia di questi otto mila ce ne sono quattro mila gestiti dal sistema di union camere due mila gestiti dalle regioni e altri due mila gestiti Singolarmente dai comuni che si sono fatti loro sportelli qual è il problema che non che non dialogano tra di loro non c'è interoperabilità Attraverso l'intelligenza artificiale e la digitalizzazione Stiamo lavorando per l'interoperabilità di questi di questi sportelli e questo di nuovo un altro salto che ci consentirà di migliorare significativamente il rapporto con con i nostri utenti mi faccia dire un'ultima cosa siccome ho letto in questi giorni Alcune rilievi fatti da osservatori sulla diciamo sul rischio che queste Nuove tecnologie quindi intelligenza artificiale soprattutto mangino posti di lavoro Ecco io invito ad una lettura un pochino più responsabile Di questi di questi fenomeni ora lo dicevamo prima non è che l'intelligenza artificiale si presenta una mattina al portone della pubblica amministrazione dice muvi porto via Centomila posti di lavoro perché sono arrivato io l'intelligenza artificiale sono strumenti di cui noi possiamo Appropriarci ed utilizzarle nel modo più corretto io credo che l'intelligenza artificiale sia una straordinaria opportunità per recuperare produttività perché significa far fare delle operazioni a scarissimo valore aggiunto alle macchine e Dedicare le persone che facevano fino a oggi quelle attività scarso valore aggiunto in attività più qualificanti Quindi io vivo l'intelligenza artificiale come una grande opportunità per migliorare per recuperare spazi di produttività che è uno dei problemi del nostro paese ma soprattutto anche per recuperare motivazioni nelle persone soprattutto nelle persone che svolgono mansioni che oggi non sono effettivamente delle mansioni qualificanti ma sono mansioni ripetitive per cui insomma io credo che la prospettiva che dobbiamo avere Non è tanto quella di avere paura del cambiamento ma quella di preoccuparci di essere capaci di gestire correttamente il cambiamento cioè l'intelligenza artificiale lo ripeto non è un esercito che ci sta attaccando Ma diciamo sono delle opportunità che noi dobbiamo essere capaci di cogliere Grazie grazie ministro Se c'è qualche domanda dal pubblico e questo è il momento di farlo prego Aspetti che arriva forse un microfono sono gli opa eccolo qua Le chiedo sintesi perché ci sono molta sintesi sono un funzionario pubblico per cui Sono costretto a farle una domanda mi occupo di appalti per cui non stiamo qui a parlare del codice del nuovo decreto legislazionale Però vorrei porle degli spunti delle riflessione una preghiera ancora ancora siamo in una fase Bureau creazione sasperata e di proceduralizzazione alienante quindi questo è un meccanismo che secondo me va smontato E man mano va inserita la managerialità che come ha detto lei non esiste proprio e magari se per lei è una buona idea Il meccanismo di preghiera è un meccanismo Di rotazione tra i dirigenti deve essere tale anche per evitare incrostazioni clientelari conoscitive che possano anche Influenzare la valutazione del dipendente quindi questo può essere il leva anche psicologica un meccanismo Ingentivante secondo me che va allineato anche un meccanismo di crescita salariale perché l'equiparazione ai salari E al costo della vita e anche ai parametri europei è fondamentale guardi soprattutto Anche in chiave non tanto di anzianità anche in chiave di crescita personale E di gaps alla realità col male e poi un'altra cosa che volevo porle sì certo la speed io la chiamo la speed perché identità digitale Mi suona femminile ancora e senz'altro un passo avanti però si creano anche degli ingorghi tali che Mi fan tornare alla metafora di asterix e ovelix no la pubblica amministrazione la responsabilità Di chi se il dirigente deve firmarmi ad esempio nel ciclo di vita degli appalti le proceduri a fase successive E l'ottipimi dura dieci secondi Telefonicamente non si riesce se il dirigente fisicamente non riesce ad accedere Non c'è la possibilità di portare avanti la cosa quindi anche in chiave di digitalizzazione Ai me la carta continua a camminare la digitalizzazione non funziona in molte piattaforme di ipad e Grazie grazie grazie Soprattutto rotazione è un tema che non abbiamo Questo è un altro dei temi sui quali sto lavorando perché effettivamente sono d'accordo noi dobbiamo Cercare di avere una visione un po moderna del funzionamento della nostra organizzazione io sono assolutamente favorevole alle logiche di Rotazione penso che un sano Turn over sia un elemento qualificante sia per evitare Incrostazioni ma di nuovo anche perché per garantire alle nostre persone la possibilità di di maturare esperienze esperienze diverse cioè noi dobbiamo Essere capaci di offrire alle nostre persone delle carriere che consentono loro di sviluppare Le nostre persone e le nostre persone che sono in grado di Di offrire alle nostre persone delle carriere che consentono loro di sviluppare esperienze differenti in uffici in uffici differenti quindi effettivamente anche su quel fronte Ci sono molte cose sulle quali possiamo migliorare di nuovo Dobbiamo combattere con una consuetudine che si è radicalizzata che si è consolidata nel nel tempo però io penso che con Determinazione con buona volontà gli spazi per trovare delle soluzioni ci sono dico un ultima cosa sul Sul tema retributivo perché anche su questo io vengo spesso sollecitato Guardate io sono stato diciamo Molto attento Nel cercare di di solo di sollecitare di sensibilizzare il governo nell'epoca in cui discutevamo la legge di bilancio sulla necessità di garantire risorse ai rinnovi dei contratti dei contratti pubblici Io ho passato buona parte 2023 a chiudere I contratti della tornata 2019 2021 e penso che garantire continuità nei rinnovi contrattuali sia di nuovo un messaggio Importante per le nostre per le nostre persone abbiamo ottenuto un terzo delle risorse della legge di bilancio Per i contratti pubblici la sfida la mia sfida è quella di utilizzare bene queste risorse cioè io vorrei evitare che questi 8 miliardi sono un impegno Enorme anche in ragione del contesto in cui è maturata questa legge di bilancio Possono essere utilizzati in modo corretto e una parte di questi effettivamente Vada nel senso di premiare il merito Lo vedremo nei prossimi mesi perché gli atti di indirizzo ci sono adesso cominciano le trattative Grazie ministro grazie a tutti voi e buona giornata a trento
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