La grande sfida delle big tech alle banche
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La grande sfida delle big tech alle banche
Le big tech americane, con capitalizzazioni enormi, rappresentano una sfida per il sistema bancario europeo, frammentato e meno propenso al rischio. Le banche, pur mostrandosi collaborative, devono adattarsi rapidamente all'innovazione tecnologica per non perdere il rapporto con i clienti. Si evidenzia la necessità di un cambio culturale, di regole più flessibili e di investimenti in tecnologia per competere con i colossi digitali.
ThatsAlue affronteremo con questo autorevole panel che è molto attuale, la sfida delle big tech al mondo delle banche. È attuale perché stanno crescendo le incursioni delle grandi multinazionali tecnologiche americane nel mercato dei servizi bancari ed è attuale perché è aumentata la differenza che separa queste grandi multinazionali dal dimensione del nostro sistema bancario. Giusto per dare due numeri, Microsoft capitalizza in borsa Wall Street oltre 3000 miliardi, poco meno Apple, gli altri seguono Nvidia, Alphabet, Amazon, ma stiamo parlando come ordine di grandezza di 2000 miliardi di dollari. Le nostre banche che sono in una stagione favolosa, hanno in particolare le banche italiane, hanno realizzato profitti record con maggiore efficienza e maggiore crescita dei ricavi, però i nostri campioni intese, ogni creditor capitalizzano 65 e 61 miliardi, cioè di qua si parla di decine, di là si parla di migliaia, sono delle sproporzioni grandi. Ovviamente le banche hanno creato alleanze profittevoli, partnership, però è chiaro che questi colossi girano intorno a ring bancario con delle dimensioni che possono essere pericolose, allora oggi con il nostro panel proveremo a capire che cosa succede e poi a prefigurare se entreranno i colossi della tecnologia a sfidare direttamente nel ring i nostri gruppi bancari o se continueranno per varie ragioni a servire dall'esterno con servizi in nostro mondo. Allora io vi presento intanto gli autori e i protagonisti di oggi iniziando da Stefania di Bartolomeo, fondatrice del gruppo Physis Investment, il professor Paolo Gualtieri della Cattolica di Milano e Pier Francesco Gaggi che è vice direttore generale dell'ABI e segretario generale della FEBAF e Antonio Valitutti che guida una delle grandi banche digitali d'Europa, Easybank. Allora io partirei un po' da una visione d'oltre oceano, Stefania ha anche fall'altro esperienze come insegnante ad Harvard e vede un po' l'Europa con gli occhi di un americana e non vi fate ingannare dall'italiano e dall'origine. Allora io gli chiederei di dire quali sono le barriere che come imprenditrice, come manager vede nel dialogo con il nostro mondo bancario che non ci sono negli Stati Uniti. Buongiorno a tutti, sono italianissima, si sente anche dal mio accento del sud, è davvero un piacere essere qui a Trento e portarvi un po' di quella che oggi è la mia esperienza del mercato americano. Io riflettevo su cosa dire qui e poi oggi stamattina tornando e camminando ho cambiato completamente idea, allora vi racconto un po' di storie. La mia esperienza mi porta a riflettere su un aspetto che è l'aspetto culturale. La lotta oggi, la sfida tra le big tech e le banche o gli istituzioni finanziarie in generale non si sta mantenendo su armi pari perché le big tech soprattutto in America non hanno paura di rischiare, hanno forza e creatività all'or interno e non hanno resistenza al cambiamento. Questa cultura delle big tech in realtà si riflette molto anche nelle grandi banche americane, tant'è che le banche americane riescono ad innovare ad una velocità molto più rapida di quelle europee e vi racconto un po' una storia. Io nel 2019 ho avuto un'idea, mi sono resa conto che c'era molto più che si poteva raccontare agli investitori su quello che succede quando si investe il proprio capitale rispetto al solo dato finanziario. Quando investi tu vai a generare un impatto, vai a assumere persone, vai a creare nuovi iphone, vai a creare emissioni di carbonio e tutte queste storie non vengono raccontate all'investitore finale. Io ho deciso di creare una tecnologia, quindi di innovare, per portare questo tipo di percezione e informazione all'investitore finale. Abbiamo creato la tecnologia, abbiamo avuto la capacità di portarla sul mercato e iniziare a vendere da società americana agli americani. Tempo una settimana a 15 giorni da che si manda il contratto una banca americana anche grande ti dà l'ok e ti manda anche i soldi in banca. A un certo punto un anno e mezzo fa abbiamo deciso di aprirci anche al mercato europeo, pensando che più o meno il percorso poteva essere simile. In realtà no, le banche europee che comunque mancano ancora di più di quelle americane, di capacità interne di innovare, hanno un blocco culturale al rischio che fanno, ci mandano un questionario di 500 domande di cui 50 solo polisi. Noi siamo una realtà di 15 dipendenti. Tra le cose più assurde che ho ricevuto la richiesta se avevamo un credit rating. Voi sapete che è una cosa che viene data da realtà molto grande, a certa quotate quasi sempre. Bene, io ho capito che era più facile per me andarmi a recuperare, a chiamare i Moody's per avere un credit rating che andare a cambiare la testa di un mid manager di questa grande banca europea e così ho fatto. Questo che vuol dire che in America la nostra tecnologia è stata adottata un anno prima. In Europa ci hanno messo un anno in più per riuscire ad ottenere la tecnologia. È un problema di competitività, è un problema di cultura. Voi potete dire forse in Europa abbiamo tanta burocratizzazione. No, la burocrazia è un riflesso del problema che diceva Monte, queste tre barriere principali. Paura del rischio, perché assumere una decisione è un rischio. Puntare a una collaborazione con una realtà più piccola che però ti porta innovazione è un rischio. Creare il questionario di 500 domande è un modo per creare dei rischi. Paura del cambiamento, ma più o meno, comunque facciamo 65 miliardi, perché continuare a crescere e innovare? Perché sennò rimani indietro, perché magari stai facendo oggi, ma fra 5 anni perdi potere sul cliente. E poi la flessibilità, la creatività che manca, manca sempre come aspetto culturale. Quindi secondo me, proprio dalla mia esperienza, come differenza tra il mercato americano e quello europeo, è una barriera di tipo culturale che va assolutamente bloccata. Bene, allora io passo la palla all'estremo del palco, perché di sicuro chi non ha questi limiti culturali è il Dottor Vali Tutti che è nato nel mondo della tecnologia ed è approdato poi dopo a questa imparesa di portare Easy Bank a diventare un istituto e adesso ha, poi ci lo dirà, magari mezzo milione di clienti. Ecco, le banche europee italiane in particolare sono pronte a dialogare con le big tech secondo lei? Innanzitutto buongiorno a tutti e grazie per avermi ospitato a questo magnifico festival. Allora, il mio parere su questo dualismo e su questa contrapposizione tra bank e big tech in realtà è un po' diverso da quello che si racconta. Io credo che le banche non debbano vedere nelle big tech dei potenziali nemici, ma debbano vedere dei soggetti che hanno, come diceva la dottoressa di Bartolomeo, un linguaggio diverso, una cultura diversa da cui si può apprendere. Quello che ci raccontava ora la dottoressa per me è una grande lezione nel senso che nel momento in cui una Google o una Apple o ex di Elon Musk decidono di entrare nel nostro mercato per dare dei servizi ai nostri clienti noi dobbiamo porci innanzitutto la domanda cosa vogliono ottenere questi dei nostri clienti. Vogliono sostituirsi a una banca? Io credo di no, mi credo di no per due ragioni, la prima è che noi facciamo un mestiere che prima col dottor Torriero scherzavamo è vecchio di qualche secolo, la prima banca in Europa c'è stata nel 1400, il nostro mestiere è gestire il rischio, è vero magari riuscissimo a gestire in un modo un po' più coraggioso, potrebbe anche stare, magari qualche lezione però se posso controbattere rispetto a quello che si diceva prima è anche vero che l'anno scorso crisi di liquidità di piccole banche americane hanno scosso un po' il sistema quindi l'approccio più europeo alla gestione del rischio magari non sempre è totalmente sbagliato forse bisognerebbe avere una via di mezzo tra le due posizioni quindi il tema ritornando al tema delle big tech noi gestiamo il rischio e siamo bravi a far quello forse non tutti sanno ma google ha una licenza in irlanda, una licenza bancaria facebook, meta, ha una licenza bancaria in irlanda, amazon in luzzenburgo quindi questi soggetti già ma non ce l'hanno da ieri la licenza bancaria mi sembra che google abbia presa nel 2017, mi sembra che amazon e dal 2016 abbiano una licenza bancaria europea ma allora perché non hanno fatto la banca finora questa è la domanda perché facciamo un mestiere difficile perché un mestiere è di gestire il rischio di gestire la fiducia dei nostri clienti è difficile, loro in cosa sono bravi, in cosa possiamo allearci con questi soggetti? loro sono bravi nel creare la cosiddetta customer delight quindi loro sono ossessionati come dice jeff bezos loro hanno la customer obsession sono ossessionati dall'esperienza del cliente forse noi come banca lo siamo un po meno questo lo ammetto e faccio anche un bagno di umiltà quindi mettendo insieme questi due modi noi siamo bravi a gestire il rischio a gestire l'elemento chiave della relazione con il cliente che è la fiducia loro sono bravi a gestire il rapporto a semplificare l'esperienza dell'utente ma perché non si possono mettere insieme queste due cose non si può collaborare e trovare un linguaggio comune allora io faccio un esempio anche qui su tutti molti di noi oggi siamo in giro a trento andiamo nei negozi andiamo nei bar abbiamo visto che i pagamenti elettronici sono diventati la normalità un italiano su tre usa ha smesso di usare il contact con la carta e usa apple pay e google pay quello è l'esempio più chiaro più lampante di come una collaborazione tra una banca perché per fare quel pagamento c'è una banca c'è la carta di una banca io non posso usare google pay senza avere una carta c'è una carta di credito c'è una carta di debito dall'altra parte c'è google c'è apple che mi semplifica l'utente mi semplifica la vita mi lascia tirar fuori lo smartphone appoggiarlo su poste e pagare ecco questo secondo me l'esempio più semplice più lampante di come una collaborazione di questo tipo possa semplificare la vita il rischio del pagamento lì chi lo gestisce la banca se c'è una frode dietro quel pagamento ne risponde la banca l'esperienza autente la governa la big tech chi ne beneficia di tutto questo noi noi come cittadini come clienti abbiamo un'esperienza semplicissima prima dobbiamo prendere sta carta mettere un pin aspettare che il post rispondeva ora tiriamo fuori un cellulare lo appoggiamo sul post abbiamo pagato ecco professor gualtieri lei ha visto ha raccontato ha scritto di tutta la trasformazione del sistema bancario ed è un grande osservatore ovviamente questi colossi qua hanno il capitale la base di clienti globale hanno già in alcuni casi delle licenze per operare nel vecchio continente ma secondo lei immaginabile che rimarranno per sempre ai bordi del ring o prima o poi qualcuno di loro deciderà di entrare sfidare direttamente un sistema bancario frammentato no io credo che interverranno direttamente ce lo dice l'evoluzione del mercato bancario statunitense le cosiddette big tech hanno già l'undici per cento dei loro ricavi in servizi finanziari negli stati uniti e l'accesso negli stati uniti al mercato finanziario per loro è più semplice poi il mercato è molto grande e loro hanno numeri grandissimi quindi sono poco interessati a numeri piccoli ma arriveranno in europa anche fortemente le big tech hanno molti vantaggi io sono un po' meno ottimista di valututti per le nostre banche prima di tutto quello che cambierà è il punto di contatto col cliente che avverrà sempre di più attraverso piattaforme e quindi avremo una scomparsa proprio dei punti territoriali quelli che noi chiamiamo sportelli per cui cominciamo a dire che tutte le banche locali alle quali io sono storicamente affezionato perché ho scritto no di queste di queste cose non potranno più difendere le loro nicchie territoriali perché dicke territoriali non esisteranno più quando i negativi digitali diventeranno importanti io ho quattro figlie le mie figlie ma fanno tutto con l'iphone non sanno neanche dove stanno gli sportelli bancari non ci pensano nemmeno che esistono degli sportelli bancari quindi credo che ci siano dei cambiamenti molto importanti questa è la fase distributiva ma la fase di produzione sono rilevantissime noi abbiamo tutti in mente sistema di pagamenti abbiamo ragione sistema di pagamenti google pay ha oltre il 20% di guadio mercato negli stati uniti e poi il 15% dei pagamenti online e quando sono andato a new york a fare la spesa da wolfood con mia moglie ho potuto pagare col palmo pay with your palm ho messo la mia mano non la carta e poi una volta che ho usato la carta la volta dopo sono tornato e non l'ho tirata neanche fuori il sistema biometrico mi ha riconosciuto e ho pagato c'è un'evoluzione tecnologica enorme nella fase produttiva predito alla clientela la clientela al dettaglio quindi quelli come noi già tutto funziona con modelli statistici adesso ovviamente con l'insensitanza artificiale quella cosiddetta fondation cioè che era proprio raccoglie i dati dei labri il vantaggio dei grandi come google è talmente grande che daranno credito già lo fanno ma daranno ancora di più credito più velocemente in maniera molto più accurata di quanto si possa possa fare una banca tradizionale naturalmente banche tradizionali investo reagiscono j.p. morgan negli stati uniti reagisce coma però j.p. morgan già 500 miliardi di capitalizzazione le nostre 60 per investire bisogna essere grandi per poter competere non scompariranno le banche per esempio nel corporate banking cioè per nell'attività alle aziende del credito alle aziende non pare ci siano dei vantaggi così importanti delle big tech però in alcuni settori sì per esempio anche quello assicurativo stanno entrando fortemente nel settore assicurativo perché hanno una capacità di gestire i dati e quindi non soltanto nella parte distributiva di vendita anche per aiutare a gestire le polizze pensate le polizze salute come possono gestire tutte le informazioni su di noi e quindi farci pagare un premio molto più accurato in funzione dal nostro livello di salute quindi no io credo che che entreranno fortemente e noi cerchiamo di difendersi alla europea con tante norme ecco e qui arriviamo lo ha detto che io immagino che tutti noi speriamo abbia ragione il dottor vali tutti e però prepariamoci anche al peggio allora io domando un attimo al dottor gaggi se lo scenario competitivo che tiene insieme colossi globali di questa anche pericolosità ma anche potenzialità nelle alleanze sia ben allineato con quelle che sono i requisiti che vengono invece imposti al nostro sistema bancario con oneri importanti ci tengo a ricordare che spesso il sistema bancario è stato non valorizzato era economia reale ci sono 280 mila famiglie che vivono direttamente degli stipendi che sistema bancario eroga anche con degli sportelli che forse rimaneranno indietro rispetto allo sviluppo tecnologico ma che hanno permesso di creare il benessere che noi vediamo in città come 30 prego dottore grazie grazie un ringraziamento all'organizzazione per averci invitato a questo festival io devo dire ho trovato già molti spunti estremamente interessanti però necessariamente devo partire dalle ultime considerazioni che faceva il professore e che in parte mi vedono anche d'accordo nel senso che le big tech esercitando le attività dei servizi finanziari possono avere un grande successo assolutamente probabile però mi chiedo anche se poi non avvenga qualcosa che accenna prima antonio siccome queste big tech per fare attività finanziaria devono essere registrate come banche o comunque come esercenti attività di istituto di pagamento o quello che sia cioè di fatto abbiamo una trasformazione del panorama di quelli che sono gli intermediari finanziari di fatto avremo delle big tech che sono diventate banche quindi la verità è che quello che noi chiediamo sempre non è tanto avere più regole quanto applicare alla stessa attività che comporta l'esercizio degli stessi rischi applicare le stesse regole e possibilmente anche la stessa supervisione cioè chi controlla che poi le regole siano effettivamente rispettate quindi questo è un po il paradigma dal quale noi partiamo per dire bene ci saranno dei competitori del settore bancario se vogliono fare la banca devono diventare banche anche loro ma non è un obbligo perché per fare banca occorrono determinati requisiti ma dirò che anzi questo ripercorrendo un po' la storia degli ultimi 40 anni già all'epoca c'erano i confronti del dibattito banche italiane e banche estere si diceva a quando arriveranno le banche estere le banche italiane scompariranno poi di fatto abbiamo visto che le banche estere che sono entrate in italia hanno acquisito delle reti di banche italiane poi il dibattito non era più fra banche italiane banche estere ma era se appunto la nuova tecnologia l'internet che si affacciava ricorderete che si diceva non ci sarà più la banca ci sarà il banking ma non esisterà più la banca di fatto le banche si sono sapute adattare e hanno anzi utilizzato la tecnologia che arrivava per offrire nuovi servizi e da qualche anno cinque sei anni fa era partito appunto anche questo filone di ragionamento di timore ma adesso erano le fintech con le fintech le banche scompariranno in realtà erano due mondi complementari più concorrenti fra loro perché le banche partivano da una buona base di capitale da una cultura di regole che invece le fintech era un pochino l'opposto avevano una grande capacità innovativa ma non erano granché abituate alle regole per cui ci si è dovuti da parte delle fintech confrontare con un mondo che era completamente diverso le banche a loro volta si sono confrontate con il mondo delle fintech acquisendone spesso degli elementi positivi l'agilità la flessibilità e sono nate tante collaborazioni ora personalmente credo che anche nei confronti delle big tech quello che diceva antonio lo trovo molto ragionevole ci sarà probabilmente la capacità da parte di quelle che oggi sono banche di adattarsi più rapidamente dovranno probabilmente essere più rapide nell'acquisire delle modalità operative che oggi sono più tipiche delle big tech ma non è detto che non riescono all'impresa poi come ci insegna l'economia ci sarà qualcuno che non ce la farà nel vecchio mondo e non sopravviverà ma arriveranno probabilmente nuovi operatori del settore bancario devo dire che però quello che diceva Stefania Bertolomello lo trovato molto interessante sul fronte della predisposizione al rischio in realtà questo è un ragionamento che personalmente mi trovo a fare ogni tanto e qui credo che non sia tanto un discorso big tech versus banche quanto effettivamente un approccio che hanno al di là dell'oceano gli amici americani che è una maggiore predisposizione al rischio e questo lo si vede però anche dal funzionamento dei mercati tendenzialmente c'è una maggiore disponibilità all'investimento all'investimento azionario quant'altro noi in Europa abbiamo sviluppato sistemi di welfare che ci portano anche a una maggiore copertura diciamo di quelle che sono le esigenze pensionistiche che maturiamo grazie al supporto di un sistema anche pubblico e quindi questo ci ha portato forse anche a perdere un pochino di predisposizione al rischio che forse in certi momenti farebbe comodo e in effetti questo è un fattore sul quale dovremmo un pochino tutti ragionare se l'Europa ha bisogno di una maggiore disponibilità al rischio rispetto agli Stati Uniti che ce l'hanno e forse ne fanno un uso che li porta ad essere più sveliti, più rapidi, più flessibili nell'adattarsi alle nuove esigenze che l'economia via via ci pone di fronte. Grazie, io adesso prima di fare una nuova domanda a Stefania di Bartolomeo ci tengo a dirvi che alla fine ci sarà uno spazio se avrete dei quesiti per porre delle domande direttamente allora abbiamo parlato di cultura anche del rischio e Stefania di Bartolomeo, benché giovane, ha avuto esperienze nel settore bancario europeo prima di andare negli Stati Uniti e quindi tutto sommato ha di sicuro una sua opinione su quelle che sono le differenze. Tu pensi che si possano integrare bene e moltiplicare queste potenzialità di collaborazione fra il mondo delle tecnologie, dell'innovazione, il mondo bancario tradizionale che però tradizionale non è più come vediamo da quello che stanno montando le grandi banche europee. Ma quanti stimoli da questi da questo panel, da queste discussioni? Però a me viene in mente una cosa, noi dove ci poniamo delle domande sbagliate, non come fare a reagire a banche che arrivano in Italia per conquistare il territorio italiano ma perché o come noi italiani possiamo andare all'estero e a conquistare anche altri territori oppure non come reagire alle big tech ma come essere innovatori, come continuare a essere competitivi nel lungo periodo secondo me già solo facendo un cambio di percezione, di prospettiva nel farci queste domande già tutto cambia. Perché Amazon esiste in America e non in Europa? Sono domande fondamentali, se riusciamo a darci delle risorse forse davvero riusciremo ad essere competitivi nei prossimi anni altrimenti saremo terra di conquista o da parte della JP Morgan di turno che si aggiornano sempre di più o nel momento in cui le big tech espandono davvero a servizi bancari. C'è da dire una cosa, in questo momento secondo me siamo in una fase di transizione, c'è una fase di transizione dove c'è una collaborazione fra le società di tecnologia e le banche. Abbiamo visto ad esempio Alexa che viene utilizzata da Pacific Life per Capital One per far accedere agli utenti ai propri conti correnti. AWS che è un servizio che fornisce Amazon potentissimo fornisce questo servizio a Nasdaq, a me o a tutte, servizio cloud quindi in questo momento c'è una fase di collaborazione. La fase successiva dipenderà da come le banche sapranno reagire perché o ci sarà una conquista da parte dei big tech del mercato bancario dovuto anche paradossalmente, questo è un paradosso, proprio dalle banche che spingono queste big tech a fare sempre più dividendi, a crescere sempre di più e a questo punto non c'è più una verticalizzazione ma un'orizzontalizzazione dell'economia delle big tech perché quanti iphone può vendere Apple? A quel punto deve espandersi su altri mercati per continuare a fare revenue quindi che paradossalmente viene come dicevo spinto proprio dalle banche oppure ed è quello che mi auguro ci sarà un'altra presa di consapevolezza da parte delle banche cioè dovranno diventare società di tecnologia che forniscono servizi bancari. Attenzione è diverso divento una società tecnologica e fornisco servizi bancari, oggi per essere competitivi da qua ai prossimi 10-15 anni bisognerà essere società di tecnologia e a quel punto sì che ci potrà essere il sorpasso. Volevo dire qualche altra cosa, un'altra cosa fondamentale per riuscire a fare questo bisognerebbe creare un ecosistema di supporto e l'ecosistema di supporto nasce da un cambio culturale. Io stessa ho iniziato a creare una società all'interno di un fintech sandbox cioè vuol dire senza regole quindi maggiore propensione al rischio, maggiore voglia di innovare l'innovazione non si fa con le regole si fa superandole si fa andando oltre si fa rimanendo centrati su quello che è il bisogno dell'utente non oggi ma fra 5 anni fra 10 anni e questo cambio può avvenire solo se si crea un vero e proprio ecosistema che parte dalle scuole va alle startup guardate che le grandi big tech nell'ultimo anno hanno acquisito 88 startup perché la vera innovazione poi avviene anche a livello di piccole dimensioni perché c'è maggiore creatività, flessibilità, livello di startup a livello di collaborazione con le grandi aziende. Una cosa fantastica che avviene in america e che spero arriverà anche qui in europa magari qualcuno già lo fa le grandi aziende pubblicano le loro challenge cioè le loro difficoltà abbiamo questo problema e si aspettano che l'individuo un'altra società risponda e dica io te lo posso risolvere forse in questo modo o magari se mi dai questo finanziamento riesco a darti quest'altro servizio e questo è un'umiltà ma anche una trasparenza incredibile che può avvenire solo se c'è un concetto di rischio e collaborazione. Beh questi sono dei valori molto belli però sono dei valori molto belli però io volevo porre una domanda al professor Gualtieri è ovviamente facile cambiare quando uno è ancora in fase di partenza insomma in fase embrionale è molto difficile quando si è la guida di istituti di credito con forti basi territoriali con molti sportelli noi abbiamo dato la notizia ovviamente sul sole come molti quotidiani finanziari che in Germania settimana scorsa sono scesi sotto i 20 mila sportelli e in Italia ogni anno potete andare a vedere le statistiche vengono chiusi 800-900 sportelli l'anno allora è evidente che questo salto dimensionale è un po' complicato quando uno deve gestire questa fase di riassetto adesso la settimana scorsa il presidente francese Macron ha sostanzialmente invitato a un consolidamento trasfrontaliero questa potrebbe essere una soluzione però diciamo che l'ondata è piuttosto complicata anche da tutte le regole degli stati nazionali che riducono le sinergie per i manager che vogliono fare acquisizione all'estero. Lei professore come lo vede questo questo passaggio di banche ancora tradizionali, con innovazione che devono fare questa integrazione verso una nuova cultura del rischio. È un passaggio difficile oggettivamente perché una banca di grandi tradizioni ha alcuni vantaggi ma anche un'eredità di organizzazione di struttura è anche culturale che non riesce a superare così d'emblée e certamente il processo di aggregazione aiuterebbe, la concentrazione, le dimensioni più grandi aiuterebbero perché consentono di investire fortemente però c'è un tema culturale e di regole. Effettivamente un problema culturale maggiore che da noi in Italia è molto forte ma non solo da noi in Europa continentale è l'abitudine a evolvere con gradualità che è un valore in molte situazioni, non lo è in una fase in cui i cambiamenti sono così dirompenti, bisognerebbe agire con più determinazione, con più forza, però queste cose poi hanno anche degli impatti sociali, dovresti assumere tanti giovani e pensionare tanti più grandi perché ti servono competenze completamente diverse, un'attitudine completamente diversa e poi è vero il cenno che ha fatto la dottoressa di d'Aberto Lomeo alla questione delle regole, le regole sono molto importanti, le nostre democrazie si fondano su principi di diritto però è anche vero che per innovare bisogna non avere troppi vincoli e questa è la forte differenza che c'è negli Stati Uniti rispetto a noi, le big tech negli Stati Uniti hanno tutte banche, tutte hanno banche che controllano, tutte a Amazon, tutte quante funzionano perfettamente, banche ovviamente che non hanno nessun sportello e che non sono affatto preoccupate dei vincoli normativi, peraltro perché negli Stati Uniti adesso per esempio li hanno allentati allontanandosi dalle prescrizioni di Basilea 3 perché si rendono conto che in questa fase troppi vincoli sono un problema per il cambiamento tecnologico, noi non ci riusciamo mai, a noi l'idea che dobbiamo togliere delle regole sembra una cosa molto grave, questo è un grande limite in questa fase, una fase di grandissimo cambiamento veloce, velocissimo perché abbiamo fatto una quantità di scoperte scientifiche, questa è la verità perché tutte queste nuove tecnologie sono la conseguenza di una evoluzione scientifica straordinaria, abbiamo capito meglio come funziona il mondo, siamo passati dalla fisica deterministica a quella quantistica, abbiamo capito come funziona il mondo meglio e quindi siamo in grado di fare calcoli a una velocità di lunga superiore e quindi riusciamo, intelligenza artificiale, adesso detta così sembra una cosa sempre che fa paura, in realtà stiamo parlando di algoritmi che riescono a gestire attraverso le reti neurali talvolta non sempre un'enormità di dati, questo è quello che succede, poi ovviamente una volta che gestiscono le enormità dei dati puoi creare delle conseguenze logiche esattamente come facciamo noi, però non è che si sostituiscono all'uomo perché poi non è che c'è il libero arbitrio, non è che scelgono, sono dei meccanismi, però cambiano moltissimo per esempio nell'analisi del credito, l'analisi del credito riesce a fare molto meglio così, per valutare le polizie salute riesce a fare molto meglio così di quanto potrebbe fare un uomo e quindi bisogna avere queste tecnologie, potranno averle anche le banche? Sì certo, sicuramente ci saranno anche delle partnership tra banche, ci sono e ci saranno, però quello che stiamo vedendo ed è per questo che io sono un po' meno ottimista è che sono partiti con delle partnership, le big tank e poi hanno cominciato a staccarsi e competere direttamente dal sole perché hanno risorse umane molto qualificate, denari enormi perché se uno capitalizza 3000 miliardi ha spazi di investimento che gli altri non possono proprio permettersi e poi hanno questo vantaggio culturale, sono società tecnologiche che fanno i servizi finanziari, invece le nostre banche sono banche che hanno fatto sempre servizi finanziari che devono investire fortemente nelle tecnologie e non è facile. Vi racconto solo una cosa brevissima, quando il consiglio di amministrazione di banche, io ho tanti consigli di amministrazione di banche, si parla di investimenti informatiche, non grandi tecnologie, non ci capisce niente nessuno, è sempre una black box, sono giusti, sono sbagliati, non ci capisce niente nessuno, non ci sono proprio le competenze, adesso bisogna per forza inserirle perché altrimenti non si riuscirà neanche a fare le scelte giuste. Adesso devo ovviamente fare pregare al dottor Valitutti, però prima c'era forse una cosa. Volevo fare una puntualizzazione, che uno dei problemi quando si crea un nuovo servizio è il costo di acquisizione del cliente e le big tech non ce l'hanno perché il cliente già ce l'hanno, anzi riescono come dicevi a profilarlo ancora meglio, quindi ad ilà di quanti soldi possono avere a disposizione per loro espandersi come dicevo in modo orizzontale è solo un passaggio Nex, non è un grande investimento. Ecco nella replica che lascio al dottor Valututti gli farei però una domanda, voi avete fatto un salto quantico anche nel digitale, nell'innovazione, voi potreste in prospettiva fare a meno dei vostri alleati tecnologici americani e loro potrebbero fare a meno di voi più facilmente, cosa ne pensa? Non vorrei passare come il contrappositore del tavolo, tra l'altro mi piace anche molto il concetto di società tecnologica che offre servizi bancari, io stesso, ora vi do un po' di mia storia personale, io sono un ingegnere elettronico, sono amministratore di una banca, delegato di una banca, sono ingegnere elettronico, appassionato di tecnologia che nel 2014 ha lanciato una delle prime fintech full mobile sul mercato italiano quindi io ci credo in questo concetto, peraltro nel gruppo Intesa San Paolo questo concetto lo stiamo applicando, ora non so se noi siamo una banca che investe in tecnologia o una società tecnologica, attenderei più per la prima forse, però un piano di impresa che prevede 2000 assunzioni di figure tech nel corso di tre anni nella principale banca italiana, questa è attenzione alla tecnologia secondo me sì, una banca digitale lanciata in otto mesi dal concept al go to market, in otto mesi sul mercato italiano con l'aiuto di una scale up che si chiama Tote Machine che è una società appunto che fornisce servizi tecnologici e applica delle banche usate anche dai JP Morgan peraltro, con google il cloud, easy bank è una banca che è totalmente in cloud, la prima banca italiana totalmente in cloud che si appoggia su servizi di google, questa è un'alleanza con una big tech, allora quindi secondo me il focus c'è, è una questione di focus e di cultura, io su questo sono d'accordo sia col professore sia con la dottoressa, quindi è un tema di focus, di cultura, un passaggio sulle regole, le regole, ragazzi che ve lo dite a me, avete visto un po' quello che mi è successo ultimamente, cioè le regole sono, ci sono, vanno rispettate e noi lo abbiamo fatto, abbiamo provato ad innovare quindi andando, perché poi noi abbiamo tenuto il focus sempre sul cliente, tutto quello che abbiamo fatto anche con easy bank lo abbiamo fatto per il cliente, poi c'è stato qualche regolatore che ci ha provato a dire no ma forse non hai rispettato bene regole, perfetto ci siamo adeguati ma perché per me lo spirito delle regole anche qui in Europa è sempre nell'interesse del cliente, poi tutti possono sbagliare innovando l'importante è rimediare, il tema per me è che la regola fine a se stessa, ce ne sono tante, abbiamo visto in questi giorni le IAE Act, l'Europa è il primo continente al mondo ad avere una regolamentazione specifica sull'intelligenza artificiale, ce n'era bisogno o forse un po' presto non si sa perché ancora non si sanno quali saranno gli effetti dell'intelligenza artificiale, quello che vi posso dire che in una banca come la nostra l'intelligenza artificiale c'è già, ne abbiamo 500 ingegneri che sviluppano in python che è un linguaggio di programmazione di ultima generazione e che pezzi di intelligenza artificiale ci sono già, quando io posso aprire un conto in un minuto e mezzo senza l'intervento di un essere umano che mi approvia e dica sì il tuo conto te lo apre ma il conto è già aperto dentro l'app, lì c'è chiaramente un sistema di intelligenza artificiale che sta assistendo la banca quindi il tema delle regole per me è fondamentale perché è nell'interesse del cliente, questo resta ottimista e sono convinto che i nostri regolatori fanno un ottimo lavoro perché ora quello che c'è stato in Europa negli ultimi anni e quello che c'è stato anche oltre OCEAN è vero che si sono presi più rischi ma poi i rischi li abbiamo anche visti, mi ripeto ma le banche che sono fallite per shortage di liquidità un anno e mezzo fa, lo abbiamo visto tutti, i spagnatori americani c'avevano i soldi in quelle banche, un caso del genere. Anche io comunque SVB io ero cliente, ero cliente, e poi mi racconta anche quella storia, dalla mattina se l'ho detto ok e ora fallisco, che faccio? Ma di in tilt, però è un po' diversa la storia SVB dalla capacità poi di innovare o di creare regole che bloccano la capacità di innovare, un po' diverso. Ma su quello io sono d'accordo però partiamo dal presupposto che il regolatore non ce l'ha facile, forse è questo un cambio culturale, io su quello sono d'accordo con te Stefania, cioè il regolatore in qualche modo deve fare quel passo ulteriore, però il fatto di averle le regole è una garanzia ma non per le banche, non per le big tech, per noi cittadini perché io so che quando metto i soldi in una banca e vi do un dato su questo perché io vengo da una fintech, ho fondato una fintech, ho fatto grande fatica sul mercato col mio costo di acquisizione che all'inizio era 100 euro e poi sono riuscito a portarlo a 3 euro, sono riuscito a raggiungere un milione e mezzo di clienti ma poi quello che ho visto l'indicatore di fiducia che c'è da parte del consumatore verso la fintech si traduceva per me, che all'epoca era amministratore delegato di questa fintech, nel saldo medio che i clienti mi depositavano, se un cliente si fida di me è disposto a darmi i soldi, il saldo medio quando era amministratore delegato di una fintech era 100 euro, mi usavano tantissimo, 20 30 operazioni al mese però quello che mi mettevano lì era 100 euro, ora che sono in una banca, sono la guida di una banca del gruppo Intesa San Paolo, il mio saldo medio supera i 6000 euro, fate la proporzione, questo per me significa ora la sto banalizzando, significa che il mio consumatore di oggi sapendo che quella banca è soggetta a regole, che rispetta le regole, che fa parte del primo gruppo bancario italiano, uno dei più grandi europei, quell'indicatore di fiducia se prendessimo solo quello del saldo è 60 volte superiore. Ecco questo tema delle regole è importante perché immagino che qui in sala non c'è nessuno che ha avuto la sventura di finire nella Silicon Valley Bank e allora passo la parola un po' per tirare le sintesi e un po' per sottolineare quali sono gli obiettivi che si dà un po' l'ABI e la FEBAF, loro sono la voce anche in Europa di tutto il settore L'ABI e la FIBAF sono le prime creditizie italiane insieme alle altre associazioni europee, tentano di indirizzare quello che è meglio per l'industria però guardano anche alla stabilità dei nostri conti correnti, dei nostri rispani, mi prego. Grazie, tanto direi che quello che ci ha raccontato Antonio Alitutti è un po' la risposta ed è quello che ci dicevamo è una prima per la storia del fatto che il futuro ci mette davanti a delle big deck che hanno grandi capacità, grandi possibilità, grande capacità di innovazione ma non è detto che le banche, ma non quelle italiane necessariamente, parlo in generale, il settore bancario che sia in grado di far fronte a questo tipo di concorrenza ma certamente le regole però rimangono un elemento importante. Pensiamo ad esempio a quello che è stato concepito qua in Europa, tutti avete vissuto perché avrete ricevuto dalle vostre banche le informazioni su quello che è stato definito l'open banking, cioè la possibilità di dare le vostre credenziali del vostro conto corrente a dei soggetti terzi che fanno servizi di pagamento o ad un'altra banca affinché queste possano sempre con vostra autorizzazione guardare quali operazioni volete delegare loro e quindi farle fare a questi soggetti terzi, a queste terze parti. Questo concetto di open banking che le banche hanno applicato in virtù di regole che sono state volute per rendere il settore più competitivo perché appunto non fosse limitato alle sole banche all'attività nel settore dei pagamenti in particolare, adesso le istituzioni europee hanno detto ma perché non lo applichiamo a tutto il settore della finanza? Quindi diamo la possibilità a questi soggetti terzi che saranno, portano a essere per esempio le big tech di guardare all'interno dei vari conti che hanno i nostri clienti sempre che il cliente lo voglia e li autorizzi quindi a farlo e che possano fare loro delle proposte vantaggiose. Questo è un filone di attività che va sotto il nome di open finance quindi una finanza aperta dove ci sarà una forte circolazione di dati per cui c'è anche tutto un lavoro legato a creare degli standard attraverso i quali possono poi questi dati essere veicolati nell'economia. Ora questo porterà sicuramente ad un aumento della concorrenza nel settore della finanza però noi per esempio diciamo ma perché non esportare questo concetto di una economia aperta dei dati a tutti i settori economici? In realtà si è partiti dal settore bancario, si è creata questa concorrenza nel settore bancario, adesso la si vuole applicare al settore della finanza rischiando di dare un grande vantaggio alle big tech che potranno fare questa attività di proposta ai loro clienti mentre non c'è come dire il reciproco le banche non avranno la possibilità di chiedere sempre su autorizzazione del cliente, mi fai vedere le operazioni che hai fatto se tu vuoi su Amazon finché io ti possa fare delle proposte di credito perché tu compri determinati beni e puoi avere questa opportunità di avere del credito a me c'è una disparità di condizioni e di trattamento che a nostro avviso ma non è soltanto perché svantaggia il settore finanziario ma stimiamo un pochino che sia una mossa che possa vantaggiare troppo quel settore delle big tech rispetto al quale, insomma non dimentichiamo che come Europa stiamo cercando di potenziarci, di svilupparci con questa concezione di una strategia, di una competitività ritrovata e quindi anche di un'autonomia strategica europea invece rischiamo di dare sempre più spazio a delle big tech che non sono di matrice europea, pensiamo per esempio anche quello che vediamo nel mondo del cloud sappiamo benissimo che i fornitori, i grandi fornitori di cloud che presso i quali sono detenuti tutti i nostri dati sono tutti fornitori d'Oltreo Oceano non ci sono grandi fornitori di cloud europei e qui rientra un po' un fattore di scala, ahimè, che risente del contesto nel quale nasce tutta la costruzione europea siamo ancora un'unione di 27 stati, ciascuno con delle proprie regole, ciascuno con dei propri, ahimè, obiettivi anche di politica economica nazionale che non favorisce la nascita di campioni nazionali, le regole tra l'altro che facciamo a livello europeo non agevolano, per esempio nel settore bancario perché prima parlavamo di questo, non agevolano neppure queste aggregazioni a livello europeo, quindi è chiaro che se come settore europeo ancora frammentato dal punto di vista delle regole ci troviamo a competere con un settore finanziario anche tecnologico, americano, statunitense dove invece sono partiti centinaia di anni fa con un concetto di maggiore omogeneità di regole, anche perché uno stato federale però è uno stato e probabilmente ci troviamo svantaggiati perché hanno fattori di scala, diciamo anche che nel caso delle big tech c'è stata come dire un ben in neglect dal punto di vista della lasciare che si sviluppassero dei giganti con tutto che gli Stati Uniti sono stati la patria dell'antitrust, con lo Sherman Act e così via però poi di fatto l'applicazione nel settore delle big tech è stata abbastanza lasca e quindi hanno lasciato credo non in maniera involontaria che si sviluppassero questi giganti che sono di fatto prevalentemente di natura USA, dopodiché naturalmente altre aree del globe che avevano altrettanta libertà d'azione hanno sviluppato e stanno sviluppando le loro big tech e loro giganti, noi in Europa in questo siamo estremamente attenti a fare delle regole e a farle rispettare giustamente però forse siamo stati fin qui meno attenti nel crearci dei campioni nazionali in vari settori cosa che invece oggi si sta rivelando, ahimè un errore al quale dobbiamo riparare Grazie veramente al dottor Gaggi anche per quest'ultimo intervento, io adesso penso che sia stato un'ora molto interessante che abbia dato molti spunti se c'è qualcuno che vuole porre delle domande prego, non so se c'è un microfono in sala che abbiamo occasione di prenderne due tre ecco non di più però assolutamente Grazie, buongiorno e complimenti il dibattito è stato davvero interessante, volevo chiedervi se nel rapporto tra big tech e bank a prescindere da come si si svilupperà, vedete un rischio o un'opportunità per quanto riguarda la digital financial inclusion, cioè il rischio che tanta parte della popolazione adesso allarghiamo il discorso non soltanto all'Italia ma anche a tutto il mondo che larga parte della popolazione soprattutto i soggetti più vulnerabili che riescano, resano esclusi dalle potenzialità e soprattutto questo in un paese come l'Italia che è abbastanza refrattaria l'utilizzo delle nuove tecnologie nel settore bancario, guardiamo la sfida all'utilizzo del Bancomat e in questo secondo me si inserisce anche il dibattito sul tema delle regole su cui si è molto dibattuto, nel senso che io capisco il dilemma del regolatore che si trova da un lato su un clinale strettissimo, da un lato capisce che c'è un'opportunità tecnologica perché è evidente sotto gli occhi di tutti e dall'altra il rischio di creare delle distorsioni che possono poi colpire il mercato e non portare i benefici attesi Grazie, ma io farei rispondere al dottor Valituti perché Intesa San Paolo ha investito un miliardo e mezzo di euro nel sociale e lascerei magari a lui rispondere Io vorrei rispondere con un esempio pratico, allora uno dei paesi al mondo che ha adottato per prima i pagamenti mobile quindi basati su tecnologia solo col telefono Forse non lo sapete ma è il Kenya dove si è creato un sistema già nel 2014 che si chiama M. Trattino Pesa, il Pesa è la loro moneta locale, hanno fatto il mobile Pesa Quindi la mia risposta è assolutamente sì, la tecnologia ha sempre aiutato l'inclusione perché ha sempre aiutato la diffusione più rapidamente su tutte le fasce, la tecnologia è democratica Quindi va su tutti, questo esempio del Kenya è un altro paese molto avanzato nell'uso di queste tecnologie sui pagamenti è l'India perché ha creato un sistema a livello nazionale per poter far questo Quindi io sono ulteriormente ottimista su questo Il tema della due diligence che sappiamo benissimo che è un tema che viene discusso, voi vi immaginate un grande registro centrale mondiale dove dicono che Marzio Minoli che sarei io è una brava persona Quindi può aprire un conto bancario senza ulteriori verifiche oppure può essere un problema quello della due diligence nella fintech, cioè apre un conto ma nessuno controlla se veramente io sono il titolare oppure c'è un beneficial owner dietro È un problema questo, come si può risolvere? Dottor Gaggio voleva rispondere a lei Non facilissimo perché capisco la domanda che è abbastanza complessa, certamente si va verso dei sistemi, allo intanto ci sono anche qui la tecnologia ormai sta sperimentando la blockchain che presumibilmente Probabilmente verrà applicata via via anche come registri distribuiti anche a queste tematiche che sono le tematiche dell'AML, del controllo dell'antimoney laundering Quindi tenderei a dire che non necessariamente andremo verso un registro centralizzato ma andremo verso soluzioni decentrate però che faranno utilizzo di standard o quant'altro che consentano questo tipo di controlli Questa è un po' la mia prospettiva diciamo Abbiamo forse il tempo per un'ultima domanda Allora forse facciamo due Scusate ma io sono vecchietto e quando ho chiuso la filiale sotto casa un po' mi è dispiaciuto Il problema è che stiamo andando verso una desertificazione sul territorio delle filiali bancarie Se fosse vivo ancora buzzati invece scrive il deserto dei tarteli scriverebbe il deserto delle filiali Allora non presidiare più il territorio come state facendo voi? No, non voi personalmente, come state facendo voi il sistema bancario? È una conseguenza o non è forse una cosa che ha creato l'apertura a questo mercato vergine per queste applicazioni tecnologiche, telematiche eccetera che stanno venendo avanti Ecco questa è una domanda un po' difficile non so chi vuole rispondere Allora purtroppo la domanda è difficile la risposta è che ahimè il fenomeno che descrive insomma come desertificazione è un fenomeno che sta interessando però non solo il settore bancario Diciamo che ahimè lo spopolamento delle aree che siano rurali o dei piccoli centri è una cosa che attraversa un po' tutta la società Non è che chiuda lo sportello bancario mentre rimane aperto il negozio di giocattoli o il negozio di alimentari Purtroppo è nella caserma dei carabinieri, purtroppo vediamo nel paesino dove vado in campagna io hanno chiuso la caserma dei carabinieri, hanno chiuso il commissariato di polizia in quello vicino Non era neanche un commissariato, era un piccolo tenimento e purtroppo è un fenomeno che vediamo che riguarda tutta la società Ne prendiamo atto e tristemente e cerchiamo in qualche modo di porre dei ripari perché comunque sia le banche, diciamo anche che nel frattempo c'è questo fenomeno della digitalizzazione, dell'offerta di prodotti online di un ricambio generazionale che consente ai giovani di utilizzare l'online e ai meno giovani di essere supportati comunque da quelli più giovani certamente è un fenomeno di ricambio che però sperimentiamo, vedo la chiusura dei piccoli negozi di alimentari nei paesi perché hanno aperto i grandi centri commerciali a 20 km di distanza, certamente l'anziano che si doveva andare a fare la spesa da solo per comprare il litro di latte ha quel problema, per fortuna ci sono reti sociali che supportano anche chi ha questo tipo di difficoltà e così anche nel settore bancario ci sono modalità di supporto a chi non fa uso del digitale che consentono nel termine, che poi sarà un termine speriamo sufficientemente lungo da consentire questo ricambio generazionale, di utilizzare tutti quelli che lo vorranno il digitale e di lasciare le sedi perché poi non è che le banche chiudano appunto come banca, chiude magari l'agenzia da una parte, c'è un'agenzia in un centro poco distante o un po' più distante e quella speriamo che sopravviva e qui andiamo verso il discorso che facevamo prima, poi bisognerà vedere di cui a 20 anni quale sarà l'evoluzione del mondo dei servizi finanziari e non solo Ecco, abbiamo forse esporrato ma c'era forse una domanda qua in prima fila se in un minuto la raccogliamo e poi dopo concludiamo Grazie alla disponibilità, le banche soprattutto all'inizio vedevo che la parte destra del tavolo sosteneva sul contenimento dei rischi infatti negli ultimi 7-8 anni abbiamo visto che le normative europee hanno portato le banche a dover profilare dettagliatamente i clienti Proporre un questionario molto dettagliato, andare a catagorizzare i diversi prodotti, fare una product governance, fare delle consulenze di portafoglio proprio per guidare i clienti con la consulenza a non fare più gli errori che saranno stati fatti in passato, cioè andare a acquistare i prodotti che effettivamente non erano capaci di conoscere Quindi oggi io lavoro per una direzione di una banca, vedo che con la product governance, con la proposta di una scheda titolo di un kid sui prodotti Prips piuttosto che la product governance ha portato le banche a dire spesso ai clienti che si presentavano nelle filiali di dire no, questo prodotto non te lo posso vendere o è troppo rischioso o è troppo complesso per la tua esperienza finanziaria e quindi non è adatto per il tuo orizzonte temporale dato che qua si parlava di bittech, sono dei soggetti che conoscono bene il cliente però senza fare delle specifiche domande e senza andare a chiedere a lui ma magari conosce il cliente in base all'esperienza storica Quanto effettivamente è più importante forse per il settore finanziario europeo far capire che questo cammino che si è fatto negli ultimi anni è importante anche per tutelare gli investimenti dei clienti e quindi tutelare i portafogli dei clienti e far capire che effettivamente c'è un rischio e bisogna capire quanto il cliente è disposto anche a perdere oltre che a guardare ai facili guadagni che spesso sono delle finte promesse Quanto effettivamente è importante a livello europeo ma forse anche esportarlo un po' sul mercato americano che effettivamente ci sono dei rischi e quindi effettivamente se non c'è una cultura finanziaria molto alta forse è importante che ci sia una consulenza e ci sia un ruolo da parte delle banche che le responsabilizzi e che ci permetta al cliente di tutelare i suoi risparmi di rendicontarli ma non di metterli troppo a rischio Certo, grazie. Allora Chiè che vuole fare una replica di due secondi sul tema? Io ripeterei un po' quello che avevo detto prima cioè il discorso del stessa attività, stessi rischi, stesse regole Quindi chiaramente se le big tech si muoveranno sul fronte della consulenza finanziaria crediamo che dovrebbe essere applicate le stesse regole che vengono applicate alla consulenza bancaria quando viene fatta in un contesto bancario o dei gestori di fondi comuni se si tratta di fondi comuni e quant'altro Grazie veramente, allora io voglio veramente ringraziare il panel eccezionale di oggi Antonio Vali Tuti, Pierfrancesco Gaggi, il professor Gualtieri e Stefania di Bartolomeo grazie a voi per l'attenzione e per la partecipazione, a presto veramente grazie Grazie Grazie Grazie
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