Intervista (e suonata)
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Intervista (e suonata)
Davide "Boosta" Dileo, tastierista dei Subsonica, ripercorre la scena musicale torinese degli anni '90, un periodo di grande fermento creativo. Descrive l'atmosfera unica dei Murazzi, luogo di incontro e scambio tra artisti di diverse discipline. Il successo dei Subsonica, con brani come "Le Rapide" e "Tutti i miei sbagli", è legato a questo contesto, dove la sperimentazione e l'originalità erano la chiave.
Perfetto. Adesso ci avessero pensato loro a metterli insieme, ci hai pensato tu. Quando parliamo dei sub sonica, noi giornalisti abbiamo anche degli automatismi, lo sai benissimo, ci sono quelle cose che poi tornano sempre. Uno degli automatismi è sempre la Torino di quegli anni, quella Torino da cui sono nate. Ma è un automatismo una frase fatta o è qualcosa di vero? A me piace molto la mia città, la amo perché mi ha reso quello che sono. Non sono campanilista, credo che forse un certo tipo di Italia, un certo tipo di movimento italiano negli anni 90 sia stato molto in generale. Torino ha fatto parte di questo movimento, poi nella musica per esempio c'è stata Bologna negli anni 70, magari Firenze negli anni 80, negli anni 90 arrivato a Torino perché poi è una geografia che si sposta, una geografia nomale. La catania di Berlin, la musica. Però anche vero che se pensiamo agli anni 90, forse sono stati gli ultimi anni, sono anche cambiati i parametri, perché adesso la tecnologia ha fatto tantissimo, quindi si viaggia a una velocità completamente diversa. Quindi forse del secolo scorso sono stati gli anni più frizzanti. Pensiamo in Italia c'era sì un grande movimento musicale e per quello che riguarda la musica cavallo tra quello che si chiama underground e l'overground, il pop. Ci siamo stati noi, ma prima c'erano stati Casino Royal, però a loro modo c'erano i Negrita, c'erano gli After, c'erano i Marlene, c'erano un sacco di realtà. Si faceva tanta musica insieme ed sono stati anni strepitosi, però anche nella letteratura, se pensiamo c'era l'ondata dei cannibali, quindi sono arrivati gli anni di Amaniti, Dazieri, Genna, Avoledo. Il mio più caro amico Tommaso Labranca, che mi piace sempre ricordare. E se erano degli anni, e quello era un movimento, un movimento letterario, magari per certi versi epigone dell'art boy, l'americano, però a modo suo come esattamente noi ognuno, comunque tutti i musicisti o chi fa un gesto che possesse scrivere una canzone, scrivere una letteratura dei riferimenti, perché è difficile scrivere da zero essere spuri sotto questo punto di vista. Tante che Bowie è stato sempre uno che ha messo con grande candore di avere sempre rubato che non puoi essere artista se non rubi. Poi rubare significa tantissime cose, significa metabolizzare, significa rendere tuo quello che ti piace, prendere dei pezzi perché poi alla fine quello che fai è uno strumento che tu metti a disposizione degli altri. La musica è uno strumento, è uno strumento che nella forma canzone noi usiamo nella vita di tutti i giorni ma uno strumento per i musicisti per farne ancora altre di nuovo dipende poi dalla tua sensibilità e dal tuo talento. Forse anche solo da quello però... Allunga, allunga che metto via l'acqua. Va bene, però per il solo domanda, che sono mi stavo effervorando su questo discorso. Se riusciva a fare questa cosa. No, allora gli anni 90 sono stati degli anni fondamentali a Torino si stava molto bene. Avevate i murazzi in piena attività. C'era questo posto. Se non sapessi, i murazzi sono un mondo sul lungo po' che poi per lunghi anni sono stati chiusi, adesso poco a poco vengono riaperti ma non sono più quegli anni. No. Dove Torino che è una città solo apparentemente austera aveva una vita frizzantissima. Sono stati un posto molto colorato, io non so chi di voi è stato a Torino ma noi abbiamo la città, abbiamo il Po e ai piedi di piazza Vittorio c'è questo dislivello di 5-6 metri che porta i murazzi, erano le rimesse delle barche quando il Po era barneabile e dei pescatori. Queste grandissime arcate sono state piano piano negli anni prese da gestori di locali vari ed eventuali ed immaginatevi un lungo fiume che potrebbe essere lungo 200 metri 300 metri al massimo quindi molto corto ma ogni arcata fu molto affascinante perché era diventato il porto del bar di Guerre Stellari sostanzialmente perché in ogni arcata tu più o meno avevi un locale e i locali erano veramente vari quindi tu avevi il centro sociale dei murazzi che era sicuro non era autogestito e a fianco avevi il gemming che era un locale dove andavano i ragazzi della Torino Bene con le camicie bellissime, inamidatissime, durissime che ti togliavi solo la giugulare a girarti di scatto. A fianco avevi il centro sociale, davanti avevi i magrebini che cominciavano a riempire con i loro chioschetti e quindi c'era questo profumo di kebab con i ghetto blaster c'era la musica giammaicana, tutto in questo lungo fiume contemporaneamente avevi questa fruizione di persone che scendevano e si ritrovavano mescolate in questa vera caspa in cui succedeva di tutto e per un musicista era un momento meraviglioso perché tu ascoltavi tutto contemporaneamente. Se tutti mettevi in determinati punti dei murazzi avevi da una parte la musica rai dall'altra il reggae dall'altra sentivi uscire la cassa in quattro di un pezzo techno dall'altro magari i murazzi stavano suonando un gruppo di folk e sentivi tutto contemporaneamente e le persone ok la notte difficile i murazzi sono stati anche un posto molto complicato da vivere però succedeva questa magia poi noi avevamo questo posto che si chiama Giancarlo in cui parliamo tutti con molto amore perché era veramente un porto franco era questo posto che apriva l'una di notte più o meno e andava avanti fino alle 5 alle 6 del mattino in cui la società come dire le caste venivano completamente cancellate quindi davanti a questo bancone c'era un'orizzontalità di fruizione l'uno dell'altro anche accompagnata all'alcol e però sono io per giudicare però era meraviglioso mi ricordavo 22 anni e con obbio fece amicizia con questo signore 50enne era un ex psichiatra famosissimo che poi aveva lasciato la psichiatria per diventare il presidente del circolo di bridge della città ma quindi conoscevi questi personaggi incredibili c'era questo personaggio furioso che si chiamava peppo farolini a cui tutti abbiamo voluto molto bene ma era molto con molto aveva avuto una storia difficile perché lui era stato il primo arresto per eroina a torino e poi si fece il carcere fece i lungometraggi quando c'erano i fini tipo torino violenta lui faceva parte anche faceva anche l'attore in carcere diventò il lo scrivano dei detenuti che non sapevano scrivere quindi scriveva lui le lettere poi quando uscito era diventato l'editore di questa fanzini questo giornale fantomatico che si chiamava l'urlo dei murazzi quindi lo vedevi con la sua faccia da vecchio malvissuto manzoniano perché proprio era tutto rugoso con questo cartella sotto braccio con tutte le bozze dell'urlo dei murazzi i jeans il suo ascot e le sue alfa per il penso che fumasse le alfa fosse senza filtro le nazionali non mi ricordo però questo personaggio veramente surreale i murazzi erano questa roba qua tu eri amico con tutti conoscevi tutti ti interfacciavi con tutti ma quello è stato il posto in cui il musicista parlava con il pittore pittore penso magari a galliano che è uno dei nomi più conosciuti adesso della nostra arte contemporanea che noi abbiamo conosciuto lì gli architetti parlavano con insomma succedeva tutto e tutto a caso e la notte diventava un posto magico perché sostanzialmente credo le lancette rallentano quindi non devi più vivere la tua vita e a quel punto si aprono degli scenari sorprendenti non era sempre bello però è stato sicuramente molto formativo ecco quello grande romanzo di formazione i murazzi in generale gli anni 90 sono stati un grande romanzo di formazione te lo chiedo perché ho lavorato un anno a torino a fine degli anni 90 quindi me la ricordo bene a un certo punto però il successo cioè ci stai raccontando un mondo e poi il successo è un altro universo un altro orizzonte perché poi è arrivato un successo e anche insomma molto significativo allora parto da quello che ho realizzato l'ho realizzato qualche anno fa quando ho avuto l'opportunità di lavorare in televisione una trasmissione che faceva anche musica c'è un piccolo misunderstanding sul concetto di successo molto spesso confondiamo la popolarità con il successo questo specie per i ragazzi è pericoloso perché è famoso quarto d'ora di celebrità noi crediamo di essere di avere successo perché qualcuno ci riconosce quello che ho che ho vissuto e quello che abbiamo vissuto ci ha insegnato che alla fine avere successo naturalmente dovrebbe essere la realizzazione del fatto che tu ti svegli facendo quello che ami io sono una persona di grandissimo successo perché sono a 50 anni qua su questo palco a parlare del mestiere che faccio che è quello che amo la musica e suono e per vivere faccio ancora questo e io credo che sia un grande successo di cui siamo tutti molto molto fieri molto orgogliosi la popolarità poi quella lì ancora un corollario insomma e segue seguirà sinusoide classica per cui c'è va via ce n'è di più ce n'è di meno se non esce un disco ti fermano molto meno se esce un disco un disco va molto bene comunque diventa tutto un altro tipo di voce e veramente un dettaglio adesso però la popolarità sembra quella l'obiettivo per tante persone per voi non lo era sì è un po è un po pericoloso ma per il fatto che naturalmente disposta il baricentro emotivo perché quando sei molto giovane avere tante persone che ti osannano diventa complicato e torino in questo un pochino ti ti protegge perché poi alla fine era una città all'epoca ma parte molto curiosa noi è una città operaia o meglio è stata una città operaia questo però ha significato che nel momento in cui anche se la fabbrica aveva chiuso non assumeva più però per esempio i concerti arrivavano prima torino da tutta europa e poi dopo sei mesi un anno andavano a roma milano al triplo del prezzo io mi ricordo aver visto cose bellissime ma dai morciba a scancanese a 5000 lire e quindi il prezzo medio di un concerto a torino era 5000 lire quando sei mesi dopo magari a milano a roma sarebbe stato 25 30 questo ti ha ti ha permesso comunque di vivere in maniera molto diversa e ripeto per noi il successo è stato è arrivato subito perché noi a sorpresa e uscì il primo disco e noi sognavamo di andare a suonare la maggior parte dei musicisti fai dischi per andare a suonare in giro noi quell'anno facemmo nei 18 mesi successivi 250 date con lo suo furgoncino per noi fu un successo clamoroso ancora adesso questa roba si ripete perché noi passiamo la nostra vita metà casa metà sul palco sì cioè se quello è successo va molto bene e così mi fai sentire qualcosa che ti riporta quell'epoca lì un ricordo un ricordo un ricordo degli anni 90 ti lascio libero questo dicevo lo schizzo abbiamo scritto negli anni 90 si chiamano le rapide è diventato il primo singolo ad andare primo in classifica quindi appare a parla a proposito di successo con amore matico che uscì poco dopo e la cosa molto bella per cui noi siamo molto affezionati a questo pezzo che adesso lo sentiamo così romantichino e piccolino ma in realtà è un pezzo con la cassa in 4 è un pezzo che non ha il ritornello per cui ricordo ricordiamo tutti la nostra discografica che era al libita nel momento in cui noi come primo singolo del disco volevamo fare uscire un pezzo che aveva solo una strofa e non c'era il ritornello ed era inspiegabile tutte le leggi dei singoli contro tutte le leggi dei singoli con un tempo dispari questi sono tecnicismi comunque non è un pezzo in 4 quarti e invece noi abbiamo insistito su questa cosa qua forse anche con un pochino di presunzione della della giovanità per cui diceva bene vogliamo fare questo questo facciamo e poi andò molto bene perché fu il primo disco da andare primo in classifica nostro e quindi questo sì questo è un ricordo è un ricordo che è frutto degli anni 90 perché poi naturalmente c'è stato sanremo sanremo è stato preparato nel 99 vi ha aperto il millennio nuovo sanremo ci ha aperto il millennio nuovo sì anche perché poi tutti i miei sbagli era su microchip emozionale e microchip emozionale uscito nel 98 o meglio il primo singolo 98 disco nel 99 quindi abbiamo salutato il millennio con quel disco lì che non è cambiato oggettivamente la vita perché era stato un disco molto fortunato ma molto fortunato anche a livello di scrittura perché era molto bello scrivere perché i pezzi venivano molto bene fare musica una piccola magia quindi deve veramente devono succedere tante cose perché poi in certo punto si trasforma in un lavoro è sempre un lavoro bisogna trattarlo come un lavoro nel senso che bisogna aver rispetto di quello che fai però ha maggior ragione se fai se fai musica ti serve che sia tutto un po' magico e succedano delle cose sorprendenti ti chiedo un'ultima cosa sul mondo dei subsonica visto che hai citato sanremo ne abbiamo parlato dietro le quinte perché per me è stato l'ultimo festival di sanremo che ha vissuto da casa perché da lì poi dall'anno dopo io ho sempre vissuti da inviata e me ne sono fatti finora 24 che numero che a noi piace molto nel gruppo ci siamo ci siamo incrociati quindi io ne devo fare altri da inviata e tu ne devi fare altri da musicista e questo lo dobbiamo fare quel sanremo è stato folle nel senso che per voi eravate io mi ricordo perfettamente il momento in cui voi siete su il palco io ero a casa di amici perché era molto bello anche fare seguire sanremo a casa di amici ed era un'altra cosa era proprio un'altra cosa rispetto a tutto il resto del festival non lo so cioè noi arrivavamo dalla musica suonata cioè noi abbiamo finito veramente il primo disco e siamo partiti in tour e quindi suoni veramente tantissimo in qualunque posto d'italia poi all'epoca c'erano tanti locali in cui suonare e forse alcuni dei ricordi più divertenti sono quelli di quell'epoca abbiamo suonato veramente tutto lo stivale dalla dalla punta delle alpi alla punta della sicilia e abbiamo trovato persone meravigliose posti fantastici suonavi dappertutto si suonava nei club dove si faceva la musica ma suonavi nelle birrerie suonavi nei ristoranti suonavano dappertutto dappertutto era molto molto molto bello chiudo questa parentesi sub sonica anche se ovviamente se nei tuoi confronti ho sempre un po il pudore di chiederti troppo o di chiedere troppo poco dei sub sonica perché ovviamente tu sei busta e hai la tua personalità però questa una parte talmente importante che non posso non chiederti sei davide cioè busta ma sei anche il connubio di più anime musicali perché tu fai ballare la gente ma sei anche quello delle post piano sessions quindi tu hai la musica elettronica mai anche trovato una tua dimensione insieme a un piano forte a me piace molto piace molto questo piano forte ma in generale mi piacciono molto i piano forti e sono molto cattivi piano forti l'oggi pomeriggio perché ti perdona veramente pochissimo a parte che ognuno veramente sembra una stupidagine ma tutti i piano forti hanno un'anima completamente diversa e un pochino non so se lo sapete ma a certo punto preso anni fa un brevetto da pilota di aeroplani perché avevo paura di volare quindi l'ho preso un pochino di detto però per esempio molti piloti tutti i piloti quando volano salutano l'aereoplano quando arrivano e quando se ne vanno poi gli danno la pacca sulla spalla perché perché porta bene e coi piano forti ho imparato a fare lo stesso questa roba quindi saluto sempre il il piano lo accarezzo prima e lo accarezzo dopo perché non so se avete visto c'era l'altra sera una il documentario su paolo conte che è stato bellissimo girato nella sua serata alla scala esatto meraviglioso e a un certo punto lui dice questa cosa molto bella in cui anni qualche anno fa per cui lui non sopporta i suoi dischi perché nei dischi non c'è quello che vorresti in realtà non sei mai contento del disco perché il disco cambia forma ogni volta che lo suoni no quando scrivi una canzone inevitabilmente cambia forma ogni volta che la suoni il piano forte nel suo caso ma anche nel mio caso è quello strumento che ti permette di suonare più o meno le idee che in testa e quindi io so che composto una melodia ho messo degli accordi cerco di risuonarli uguale ma dipende dal piano forte i tasti hanno sempre un peso diverso quindi quando sei convinto di fare molto bene su un piano forte non fai molto bene su un altro poi le mani diventano a me però forte molto intimo infatti raramente riesco a suonarlo con la con le spalle larghe come invece faccio con le tastiere sul palco ma mi viene proprio da da entrarci dentro e le mani sono sempre molto fredde e poi sicuramente diventano caldissime quando ci salutiamo e poi andiamo a far l'aperitivo a quella in quel momento le mani caldissime ma avrò già finito di suonare e non ti mette mai a tuo agio a me io non sono mai a gioco su momento forse per quello che ci dicevamo prima per cui non sono un grande strumentista mi piace suonare mi piace o meglio mi piace avere uno strumento che possa tirare fuori qualche cosa che possa ascoltare il tuo rapporto con il pubblico quando fai musica elettronica quando fai un dj set quando fai ballare e quando invece sei con un piano forte il tuo pubblico ti deve conoscere in tutta altra veste perché quando poi appunto hai pubblicato quell'opera anzi quelle opere perché era un un progetto molto particolare li abbiamo accolte tutti con un gran anche un po di stupore il concetto che credo che sia lo stesso a me muove mi ha sempre mosso l'idea quando sei su un palco quando scrivi un disco ma in generale quando sei su un palco io vorrei sempre suonare il concerto che mi piacerebbe ascoltare fossi seduto ci sono dei generi musicali che ti portano più a suonare per te stesso o per come dire per l'assemblo magari che col quale stai stai performando quindi lavori insieme vi ascolta vicenda ma si guarda poco davanti e nei concerti specie quelli col pianoforte ma anche quando fa una serata nella discoteca è come essere un cerimoniere laico no se immaginiamo che il club possa essere un rito laico tu alla fine guidi quel rito lì quindi ci sono dei momenti dove devi accompagnare delle persone che ti scelgono in quel momento specifico e nei concerti pianoforte che io a cui tengo molto perché mi piacciono proprio una dimensione che mi piace tantissimo mi piace far vedere che il pianoforte è un piano forte ma con due piccoli accorgimenti della mia passione quella dell'elettronica può diventare adesso vorrei farvela anche sentire può diventare tutto un'altra cosa e mi piace l'idea che le persone stiano con me e mi accompagnano nel viaggio quindi il concerto del piano forte ogni tanto molto delicato ogni tanto molto rumoroso perché non può essere piatto perché poi ha bisogno anche di una dramaturgia il concerto è un racconto ha bisogno del momento molto morbido ha bisogno del momento nervoso ha bisogno del momento affrettato ha bisogno della della quiete ho sempre ragionato così ho sempre immaginato o meglio ho sempre suonato per immagini forse non ti vuoi per cui mi piacciono tanto le colonne sonore e ti chiedo qualcosa del cinema visto che mi piacerebbe che i concerti fossero così insomma io ci provo sempre e ogni tanto è quando riesce molto bello ci porti un po nel tuo mondo ci si si si molto piacere allora sì vi faccio sentire il pezzo che ho usato per aprire io ho fatto questi piccoli dischi per piano forte dell'elettronica che si chiamano post piano session e questo è il pezzo che con cui aprivo i concerti l'anno scorso l'appoggio qua adesso un rispetto anche per il micro io guardavo le espressioni di chi ti stava guardando come erano di me la verità l'assorto e qualche faccia un po stupita da cosa chi è che si è stupito perché è qualcosa di inatteso magari qualcuno si aspetta il concerto di un pianista che suona il piano forte invece tu lo dicevo in queste anime no? L'elettronica, il piano forte e sei riuscito a trovare almeno in questo che poi a me viene sempre da pensare che siano cassette perché io ero rimasta al fatto che tu parlavi di questo concerto. Io guardo, fa ridere però, uno dei pezzi di questo disco si chiama Walkman perché c'è una parte tra l'altro è qui c'è un piccolo loop però io ho usato tantissimo i miei Walkman per registrare il disco infatti questo qua è un loop tape quindi una cassetta a circolare di uno dei miei Walkman che diventa un tessuto bellissimo per fare suono ma noi andremo avanti delle ore ascoltate sono io che non voglio essere invadente non chiederti ma sai che ti farai suonare per delle ore come te la cavavi con la Bic a riavvolgere le cassettine? Benissimo, ma io mi faccio il loop tape da solo eh, è una cosa che mi piace da matti e quello l'ho imparato a fare durante il covid perché tu prendi la tua cassetta quelle C90, le C46, devi svitarle, toglierle il coso, prendi il nastro, tagli la lunghezza che ti serve che più o meno intorno ai 18 centimetri e poi a seconda dei giri che gli fai fare poi togli il nastro che avanza e rimetti questo nastrino, lo devi rincastrare dentro e le viti sono piccole piccole piccole e il nastro è proprio piccolo piccolo piccolo piccolo è anche una pellicola leggerissima? Sì, però è molto bello molto soddisfacente l'idea di lavora mi piace la fisicità degli oggetti quindi compro ancora tanti registratori o tanti registratori a nastro perché l'idea è che qualcosa possa rimanere impresso e che si possa come dire, possa essere sì memoria ma anche deteriorarsi perché poi i nastri si deteriorano, i nastri si possono incollare, si possono diventare inutilizzabili o più li suoni, più si consumano molto lentamente ma si consumano e a me piace questa idea. Pensa che certe canzoni... anche perché si consuma una registrazione ma non quello che è registrato, quello che è registrato esiste da un'altra parte però non è quello a cui sei abituato tu, non so se a te mai capitato, ascolti un pezzo come deve essere ascoltato e scopri che nella tua memoria è diverso perché tu ormai sei abituato al suono che faceva quel pezzo nella tua cassettina usurata dai mille ascolti. Assolutamente, ma noi succede anche dal vivo perché tu sei convinto, tu suoni magari talmente tanto un pezzo in un modo per cui sei convinto che quel pezzo sia suonato così poi quando vai a sentirlo sul disco in cui l'hai fatto ti accorgi che stavi suonando completamente un'altra roba e questa è la magia. E' un Mandela Effect della musica. Eh sì, questo è il nostro cervello che ci regala un sacco di sensazioni belle, curiose. Sul palco succede tante volte anche perché è molto difficile riprodurre quello che fa Eppu, quello che diceva Paolo Conte, comunque è difficile riprodurre quello che hai suonato esattamente nel momento in cui l'hai suonato e poi diventa anche un pochino statico, un po' noioso, cioè risuonare sempre la stessa cosa. È giusto perché ascolta, perché penso io vado quando vai a sentire il tuo gruppo preferito. Vorresti magari anche cantare la canzone? Possono essere gli Stones o chiunque altro, però se gli Stones ti fanno Wild Horses per non andare proprio su e se loro te la facessero tipo elettronica cambiando tutti gli accordi forse in minore o con tutti gli accordi diminuiti forse dici bello. Bello ma. Bello ma non l'ho capito tantissimo. Però per chi suona contemporaneamente hai bisogno poi di fare ricrescere un pochino quella piantina quindi potare le foglie che sono alla registrazione, cercare di, sullo stesso stello magari impiantare qualcosa altro. Siccome hai parato del cinema, hai parato del David, quindi ad Agio, Sollima, un film bello tosto, però tu hai fatto una colonna sonora tu per un film qualche anno fa, un film italiano? Io ho curato la colonna sonora di una serie che andava su Sky che si chiamava 1992 che era una trilogia e poi l'anno prima ho fatto questo film di Massimiliano De Piro, che era la prima regola, un altro film durissimo, molto molto faticoso, molto bello, molto fascinante. Quindi colonna sonora di film bellissimo. Ma io sognerei di fare la colonna sonora, se Nora Efra non fosse ancora viva e mi chiedesse di fare la colonna sonora di una delle sue commedie io metterei la firma adesso, se potessi fare la colonna sonora di piedi nudi sul palco del remake la farei adesso. Io mi comodo ancora quando sono il tempo delle mele, questa è la verità, poi fai tanto il figo che metti i distorsori, le robe e cose e tutto, però quando parte il tempo delle mele io c'ho le lacrime. Quindi è quello lì in realtà. Ho scritto Aninka Costa, giuro, adesso mi mette sta roba. Ci stai in Australia? Non mi ricordo dove stai, però ho letto un articolo che adesso è uscito il disco nuovo e ho letto su Repubblica un'intervista Aninka Costa, allora mi sono preso bene, siccome ho my own, era un pezzone lo possiamo dire, allora gli ho scritto su Instagram come mi fa Aninka, volevo farti complimenti, bellissime interviste, mi ha risposto, ero contento un bambino. Ho parlato con Aninka Costa, figa sta roba. Però ho fatto anche aperitivo con Lemmy, ai tempi d'oro, a Los Angeles. La musica ti dà anche la possibilità di vivere delle robe che non ti aspetteresti mai, perché se tu fai il musicista ami la musica e quindi ami dei dischi, ami dei personaggi e la possibilità di conoscerli. Io ho accennato molto brevemente perché mi vergogno, quindi sono stato molto breve sull'argomento della parte metal della mia vita. Ma infatti io quella vorrei sapere tutto, che il tempo che abbiamo è poco, ma avevi i capelli lunghi? No, non me li potevo permettere, perché poi c'avevo i riccioloni, quindi non venivano, lì dovevi fare delle grandissime... no, non si poteva fare. Però poi naturalmente io ero più West Coast, quindi un po' più... Glam Rock mi piaceva tanto. Perché? Perché alla fine ero un romanticone. Ogni album di Glam aveva una ballad, no? E quindi quella era l'epoca degli anni 90, anzi, alla fine degli anni 80. Quindi c'erano i Motley Crue, c'erano i Cinderella, gli Striper, me ne ricordo a tonnellate. A un certo punto finì a Los Angeles, adesso non lo dico in questo contesto, però sono andato in bagno, ho trovato il cantante dei Motley Crue. Non so se voglio saperne di più. No, infatti non entrerò nello specifico, però vi assicuro che sono stato molto curioso, perché per chi non conoscesse i Motley Crue sono stati il gruppo che ha segnato la tria dell'Aiga del Sesso Droga Rock'n'Roll, l'hanno fatta loro, no? E quindi volevo vedere se effettivamente... e che dovevi fare? Cioè ero curioso... ma la mia era curiosità antropologica, assolutamente. Però furono molto carini, perché quando si sono riformati sono venuti al Gods of Metal a Bologna, e io andai naturalmente. E mi ricordo che, grazie al fatto che faccio parte di Subsonica, quindi sono andato nel mio backstage e ho fatto amicizia con la moglie di Vince Neal, che è italoamericana, che mi fece molto ridere perché mi ricordo un pochino la dolce vita romana, perché mi ha chiesto, ma hai incontrato il mio marito? E non ho voluto ricordarle che l'ho incontrato in un bagno del Roxy Club a Los Angeles, mentre spizzavano. E ho detto no, no, no, non l'ho conosciuto. E lei ha chiamato suo marito, che era un mio idolo di infanzia, Vincenzo, Vincenzo, Vincenzo, venite, venite, venite, c'è questo ragazzo. E lui è arrivato, Vincenzo, sucube della signora, oggettivamente è stata una scena molto bella. Ho conosciuto gli Iron Maiden, ho condiviso il palco con gli Iron Maiden, è stato molto bello. Insomma, la musica ti regala questa aneddotica che, mi rendo conto, come dire, da barro da caminetto. Però io ho conosciuto veramente delle persone che ho amato e che hanno contribuito a rendermi quello che sono. Adesso i Motley Crue non hanno fatto forse grandissima musica, lo possiamo dire serenamente. Però c'erano un paio di pezzi, c'era questo pezzo che si chiama Home Sweet Home, che non so se voi conoscete, che era una ballad rock in cui c'era questa, era l'epoca dei video, c'era questa immagine iconica di loro in tour che non vedono l'ora di tornare a casa dopo aver fatto saltare le folle. Era un pochino Wanted Adore a Life dei Bon Giovi, no? E io quando ho visto quella roba lì mi sono innamorato di quella cosa. Io ho cominciato a fare le musicista perché ho visto il video di Livi in una prayer di Bon Giovi. Perché Bon Giovi se ne va con questa fune in mezzo all'arena che gride, canta la canzone, strepitosa. Io ho visto questa, ho 14 anni, ho detto io da grande voglio quello, quello, quello. E ho cercato di fare quello tutta la vita. Quindi anche le cose più sorprendenti. La fune l'hai mai provata? O ancora manca la fune? Sì, ho un aneddoto bruttissimo sulla fune, allora abbiamo sei minuti, io voglio farti parlare e anche suonare. Allora è successo, Annie, il tour prima di questo, chiudiamo a Bologna. Il palazzetto di Bologna è molto grande e molto alto, quindi molto bello. Allora chiedo, imploro i ragazzi gentilissimi dei nostri tecnici se mi preparavano la fune e l'imbraccatura per poter salire. La vita che voglio la fune, fatemela fare. Era tutto bellissimo, eravamo tutti pronti. Lo proviamo durante, ho ancora le foto, durante il soundcheck, io che mi ergo come questo angelo, ma bellissimo, in mezzo al palazzetto, ero entusiasta di quella roba lì. Quindi faccio, era l'ultima data del tour, poi tra l'altro c'era l'ultima data dell'ultimo tour, ci saremmo fermati per due o tre anni, quindi ero entusiasta, quindi ho fatto tutto il concerto pensando solo a quel momento che era la fine del concerto, proprio dritto, dritto, dritto, arriva l'ultimo pezzo, metto l'imbraccatura, parto da tutti gli sbagli, parte il pezzo, allora parte, largano, comincia a andare come gli impiccati, si blocca, io che tocco appena col piede e rimango così per tutto il pezzo, perché poi non puoi interrompere il pezzo, non ti possono togliere il coso. Sono sceso al titolo della canzone. Sono sceso non allegrissimo, non l'ho presa benissimo, meno male che era l'ultima data del tour e quindi ho impiegato due o tre anni a smaltire l'umiliazione, ma è stato molto brutto, quindi non ho ancora avuto ancora il mio momento. Quindi tocca andare avanti finché la fune. Stidio. Ci sono altri eventi, quindi se anche sforiamo di un paio di minuti non ci cacciano, però in bolla vai. No, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no, no no no allora facciamo facciamo l'altro io sono pazza di lui ma anche voi lo siete davide busta di leo 0 ora è un talento andare finire sempre a tempo la bolla la bolla grazie a tutti buona serata no no no no no no no
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