Infrastrutture digitali al servizio di cittadini e imprese
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Infrastrutture digitali al servizio di cittadini e imprese
L'evento "Infrastrutture digitali al servizio di cittadini e imprese" del Festival Economia Trento 2024 esplora l'importanza delle infrastrutture digitali per la trasformazione digitale. Si discute del ruolo dell'Europa nel promuovere un'infrastruttura digitale sicura e inclusiva, con un focus sul portafoglio digitale europeo e i progetti pilota in corso.
e non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. E quindi, non è un po' difficile, ma è un po' difficile. Adesso e anche in questa occasione qui a Trento parleremo di intelligenza artificiale, di trasformazione digitale di trasformazione digitale ma diamo per scontato che ci sia poi un'infrastruttura perché tutto quello digitale che noi usiamo in qualsiasi modo ha sempre bisogno di un'infrastruttura che ci fornisca il servizio ma un'infrastruttura che noi consideriamo spesso solo in termini di rete, di server non è qualcosa di fisico ma che in realtà, e lo scopriremo anche oggi pomeriggio è fatto di tante cose, di applicazioni, di servizi di accesso, di sicurezza di tutto un contesto che rende possibile tutto quello che noi usiamo come digitale e allora da questo punto di vista vorrei partire con l'assessore Spinelli, proprio perché recentemente Pia Trento c'è stato un G7 che in qualche modo ha dato una spinta su questo tema delle infrastrutture digitali Sì, buonasera, colpa mia, purtroppo ho ritardato io questo inizio, questa partenza e mi scuso, il G7 ultimo è stato un grande riconoscimento per il sistema Trentino e per chi all'interno del sistema Trentino lavora tutti i giorni con grande qualità di ricerca e innovazione nell'ambito dell'intelligenza artificiale delle scienze che riguardano soprattutto quello che vorremmo nel futuro che queste applicazioni e queste tecnologie portino per i nostri cittadini e le nostre imprese. Obiettivo è un obiettivo abbastanza condiviso, mi sembra, da tutti i grandi del pianeta è arrivare a una pubblica amministrazione molto più semplice questo è un obiettivo che la provincia autonoma di Trento si pone, è un obiettivo che in prospettiva impatta molto su quello che è il costo della burocrazia quello che è la difficoltà di accedere a servizi a utilità che la pubblica amministrazione mette a disposizione. Il nostro sistema sta operando verso questo obiettivo, è un obiettivo altissimo che ha a che fare anche con le sperimentazioni che oggi sono in corso da parte dei nostri centri di ricerca qui benissimo rappresentati. Ecco appunto, ma volevo che vi invogero su queste sperimentazioni perché appunto non dobbiamo fare misteriosi ma qui a Trento in qualche modo è l'hub in cui si sta sperimentando il tema del portafoglio dell'identità digitale a livello europeo Allora, che cosa vuol dire? L'uolo digitale, diciamo che FBK, la struttura di ricerca più importante della nostra provincia è stata scelta per sperimentare nell'ambito dell'identità digitale di questo portafoglio e di questo portafoglio dati che ci porterà in una nuova era della digitalizzazione, di poter accedere in maniera facile, rapida e univoca ai sistemi digitali diventando abilitati, quindi potendo accedere a tutte le funzioni. Questo è qualcosa che aspettiamo da tempo e che chiaramente come Europa è obiettivo primario e il Trentino in questo grazie a FBK è uno degli sperimentatori che abbiamo, quindi capofila e laboratorio un'altra volta Ecco, mi viene a dire appunto, c'è quindi un ecosistema che si sta sviluppando attorno a questi temi dell'infrastruttura digitale? Noi cerchiamo di mettere assieme tutti i fattori che partono dal dato, che è l'elemento importante il dato è disponibile, ma il dato va curato, va gestito e va elaborato in maniera opportuna, e con la velocità opportuna sono tutti elementi sui quali stiamo lavorando in prospettiva anche in maniera molto innovativa e che porteranno sicuramente la pubblica amministrazione ma anche il mondo privato collaborare per servizi sempre più innovativi, sempre più precisi e sempre più proattivi mi dirà la pubblica amministrazione di cosa ho bisogno, di cosa potrebbe essere al caso mio questo sarà sicuramente un passaggio fondamentale che i cittadini e le imprese, tengo a precisare tutti questi due mondi avranno opportunità di provare Perfetto, grazie assessore per questo overlook adesso volevo passare all'intervento di Franco Accordino della Digiconnect Commissione Europea perché abbiamo parlato di questo progetto della Wallet per l'identità europea che impareremo a conoscere dal punto di vista dell'utilità pratica perché vuol dire unificare tutta la nostra identità digitale per cui presentarci con un semplice Wallet che potremo avere direttamente sul nostro telefonino e non dover scrivere o fornire tutte le volte tutti i vari dati in qualsiasi occasione noi non ce ne rendiamo conto perché siamo abituati ma lo facciamo ogni giorno io chiedo di lanciare il video dott. Franco Accordino, prego Buon pomeriggio a tutti e grazie per l'invito alla 19° edizione del Festival dell'Economia di Trento un riconosciuto momento di incontro del mondo economico, accademico politico e politico a livello nazionale e internazionale nel mio breve intervento parlerò delle infrastrutture digitali al servizio dei cittadini e delle imprese un tema cruciale al centro del dibattito europeo che può essere affrontato da molteplici punti di vista quello degli investimenti, delle politiche e dei regolamenti l'Unione Europea supporta programmi di investimento e di innovazione con l'obiettivo di garantire a tutti i propri cittadini l'accesso ai servizi digitali essenziali seguendo un'ottica inclusiva in tale prospettiva si pone il regolamento sul digital wallet europeo entrato in vigore da pochi giorni il 20 maggio 2024 questo strumento fondamentale offre a cittadini e imprese europei un metodo semplice e sicuro per dimostrare la propria identità durante l'accesso ai servizi digitali da qualsiasi stato membro siano essi erogati il portafoglio digitale permette agli utenti di ottenere, archiviare o condividere in sicurezza documenti digitali personali come credenziali per accedere ai servizi di istruzione universitaria patenti di guida o di firmare o sigillare elettronicamente i documenti conformamente alla dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali per il decennio digitale i cittadini europei hanno il regolamento di decidere quali dati condividere e con chi condividerli molto importante anche le grandi piattaforme online devono accettare il portafoglio digitale garantendo la sicurezza e la privacy degli utenti e limitando al minimo la raccolta dei dati circa un anno fa hanno preso il via ambiziosi progetti pilota i documenti italiani invogano più di 350 enti pubblici e privati tra gli altri per l'Italia possiamo ricordare PagoPA, Poste Italiane, Intesa San Paolo, IPZS e il Dipartimento per la trasformazione digitale del governo italiano, giusto per fare qualche esempio il costo complessivo della partecipazione degli enti italiani al progetto è di quasi 13 milioni di euro il altro interesse dell'Italia al processo di digitalizzazione e in particolare all'uso di tecnologie per facilitare il funzionamento e l'erogazione di informazioni e servizi dell'amministrazione pubblica online il cosiddetto e-government in Italia secondo il Digital Data Report 2023 la percentuale di utenti internet che utilizzano i servizi di government è del 76% leggermente superiore alla media europea del 74% un aspetto positivo che dà impulso alla trasformazione digitale del Paese l'atazione dei sistemi di identità digitale italiani continua a crescere a marzo 2023 lo Speed ha soddisfatto oltre 34 milioni di richieste e può essere utilizzato per accedere ai servizi di oltre 14 mila amministrazioni pubbliche e 157 aziende private l'Italia sta inoltre sviluppando la fornitura di servizi avanzati e innovativi alle imprese concentrandosi sulle tecnologie di eccellenza per la gestione dell'identità digitale e favorendo la condivisione sicura di dati all'interno dei cosiddetti data space. Il processo di digitalizzazione promosso dall'Unione Europea sosterrà anche le piccole e medie imprese riducendone l'ore lonere amministrativo semplificando la gestione di documenti aziendali come attestazioni e certificati nel settore bancario e nei pagamenti il portafoglio di identità digitale renderà più semplici una serie di servizi di base quali le procedure di verifica dell'identità le autorizzazioni di pagamenti nel rispetto dei requisiti di sicurezza più stringenti e la firma dei documenti con le banche per esempio per richiedere mutui o prestiti In questo modo lo sviluppo di infrastrutture di pagamento digitale semplificherà e renderà più sicure le transazioni finanziarie promovendo l'uso dell'Eurodigitale. L'Eurodigitale un progetto su cui l'Unione Europea sta lavorando da un paio di anni, sarà una forma digitale di contante emesso dalla Banca Centrale Europea in grado di garantire che il nostro sistema monetario rimanga al passo con la digitalizzazione. Infine, per garantire l'erogazione inclusiva dei servizi digitali è importante investire in connettività a tutti i livelli. Redi di accesso fixe e mobili per consentire a cittadini e imprese di rimanere connessi alle redi gigapit o 5G Redi dorsali per collegare le capacità digitali quali nodi cloud e i centri di calcolo d'alte prestazioni, oppure la condivisione e la trasicura di documenti tra amministrazioni pubbliche europee. Tutto ciò è parte integrante della trasformazione digitale promossa e sostenuto dall'Unione Europea al fine di modernizzare la vita dei cittadini e delle imprese promovendo inclusione, sostenibilità e sicurezza. Come vedremo nel rapporto annuale sullo stato del decennio digitale, il digitale avanza costantemente in tutta l'Unione, diventando sempre integrante delle nostre vite e fattore abilitante di competitività delle imprese e di crescita economica e sociale. È essenziale quindi unire tutte le forze a livello europeo per promovere un'innovazione che rispetti appieno i diritti e i principi digitali dei cittadini dell'Unione. L'Italia ha delle ottime risorse. Know-how e disponibilità finanziaria per poter contribuire in modo attivo a questo processo inarrestabile. Mi auguro che al Festival dell'Economia emergano nuove idee sui prossimi passi da compiere per avanzare lo sviluppo e l'implementazione dell'agenda digitale italiana e di quella europea. Aguro a tutti una fruttuosa discussione e un buon lavoro. Grazie, ringraziamo Franco Accordino che si scusa per non essere stato... per non essere qui perché aveva altri impegni. La logica è esattamente quello che diceva l'assessore, la semplificazione della vita delle persone, delle aziende, di fronte alla pubblica amministrazione ma complessivamente, perché poi quando iniziamo nei confronti della pubblica amministrazione lo vedremo magari con Pago Pia, diventa poi, si allarga tutta la nostra vita. E quello che accennava la connetta l'infrastruttura che diventa davvero un fattore abilitante per la competitività del sistema paese. L'ora di cui volevo coinvolgere Andrea Simoni di Fondazione Bruno Kester, perché FBK è stata già citata, sta lavorando sul progetto di wallet dell'identità digitale ma sta lavorando anche su delle piattaforme infrastrutturali più ampie. Poi raccontando anche la propria connessione, per poi raccontare un pochettino quello che state facendo. Sì, sicuramente. Mi collego però prima un minuto a quanto dicevi tu, stressando ancora di più l'importanza delle infrastrutture digitali. Accordino ha fatto un quadro complessivo che va dalle normative fino all'implementazione di queste, però bisogna pensare che adesso siamo in un periodo in cui è esplosua l'intelligenza artificiale. Abbiamo esperti di intelligenza artificiale che lavorano sull'intelligenza artificiale da decine di anni nella ricerca. Esplosa due anni fa. Esplosa due anni fa, diciamo, non prendiamo i due anni come termini, ma perché? Perché tutti dicono che abbiamo le capacità di calcolo e abbiamo tanti dati. Ma il problema è che sì, l'intelligenza artificiale si nutre di dati, di dati che non sono in grado della capacità di calcolo, ma se non ci sono le infrastrutture digitali che riescono a far sì che i dati siano veramente fruibili e siano organizzati in un certo modo e siano a disposizione di chi veramente gli deve usare in primis la ricerca, a quel punto lì tutto si rallenta. E su questo non è che non ci sono adesso le infrastrutture digitali. Il mio primo commento, a Cordino citava le piattaforme online. Adesso corrego due cose. Tu dicevi che stiamo mettendo dati in varie piattaforme. Io penso di avere più o meno una cinquantina di password, sparse in vari siti, e ho dato dati a tutti, probabilmente anche dati diversi uno dall'altro. E io non so che fine fanno quei dati. Non sto dicendo che quei dati vengono usati male, però non lo so. Questo qui è un primo problema. Quei dati vengono venduti, vengono utilizzati, vengono utilizzati da aziende grandi che li comprano e poi fanno quello che sappiamo con tutte le aziende che creano queste Data Lake o Language Mobile, che è un'evoluzione degli stessi, per riuscire a utilizzare l'utilizzo artificiale. Qui arriva l'importanza dell'infrastruttura digital europea. Perché, come ha detto Cordino, non è un'infrastruttura unica, è un insieme di infrastrutture che parte dai data space che ha citato lui, dove il cittadino, e si sta già costruendo, ma non solo il cittadino, ma anche istituzioni, iniziano a mettere dei dati in una data space per esempio per la salute. Facciamo un esempio concreto, su cui lavoriamo come FDK. Lavoriamo su quello, lavoriamo sui data space per l'agricoltura. Ci siamo inseriti in vari grandi progetti. A quel punto lì il cittadino si sente anche protetto, perché c'è una regolamentazione, c'è un'infrastruttura che è il digital wallet che ti permette di entrare piano piano, non adesso, ma in un'ora che si può utilizzare questi dati in maniera controllata, è tracciabile. Quindi se succede qualcosa, tu cittadino puoi capire il perché e il per come qualcuno ha usato il tuo dato. A quel punto lì hai un data space sulla sanità che ti permette prima di tutto di essere sicuro, ma in secondo luogo anche di pensare che possa essere utile. Magari utile a me per un'interno che ha una malattia come quella che non ho, ma che sto vendo io. Questi dati messi tutti insieme con l'intelligenza artificiale possono essere molto utili per riuscire poi a fare predizione e prevenzione. Questo è fondamentale. Faccio un esempio, poi tu fermami quando sono sul tempo massimo. Abbiamo lanciato una fondazione a livello italiano che si chiama di Trefo Health. Questa fondazione partecipano San Raffaele, La Sapienza, Bambin Gesù, quindi ospedali di ricerca. Noi come FBK facciamo la parte di intelligenza artificiale. E abbiamo bisogno di dati. Adesso abbiamo i dati di quei tre ospedali che sono potenzialmente classerizzati i pazienti, i cittadini che sono potenzialmente soggetti a certi tipi di malattie, tre tipologie di cancro per esempio. E riusciamo a trovare insieme ai clinici con queste classerizzazioni delle strade per poterli prevenire, per poterli identificare in origine. Se l'accesso a milioni di dati invece che a i pochi dati che abbiamo a disposizione adesso, cambierebbe tutto. Le aziende per esempio, perché non c'è solo i cittadini, c'è questo data space sull'agriculture. Le aziende che lavorano o che vorrebbero anche lavorare in questo campo, lì si trovano a confrontare dati con altre aziende europee, quindi non possono fare le loro elaborazioni, gli stati membri possono fare strategie e quindi essere più competitivi. C'è una valenza importante e quindi c'è questo insieme di infrastrutture che vanno dai data space che ha citato Cordino, dai testing experimental facilities dove si mettono insieme varie centri di ricerca che danno servizio alle aziende agli European Digital Infrastructure Consortium che stanno nascendo adesso in cui FBK è presente in tutti, che riescono a creare insieme al digital wallet questo insieme di infrastrutture che permetteranno di fare questi passi avanti. Io non ti ho fermato perché obiettivamente facevi degli esempi molto concreti, molto realistici e che chiarivano la situazione. Quello che mi viene in mente è, però, che il cittadino diventa, ha la possibilità di ritornare a essere proprietario del proprio dato. Ci abbiamo messo anni e forse non ci siamo ancora riusciti a convincere le aziende a andare sul cloud. Perché il cittadino, il singolo, dovrebbe rompere la sua paura di condividere i dati magari con delle piattaforme europee che non sa bene dove siano? Qui ci sono due livelli. Uno è sostanziale e uno è di percezione del cittadino o di motivare il cittadino. Quello sostanziale è che le infrastrutture digitali impostate dalla Commissione Europea sono pubbliche. Prima di tutto non sono private come in alcuni stati sono anche pubbliche ma sono stati che le usano in maniera diversa. Qui sono pubbliche. Il cittadino può decidere quali attributi dei suoi dati della sua identità digitale, quindi con tutti i suoi dati, condividere. Io posso condividere solamente alcuni dati relativi alla mia salute o al mio comportamento. Uno, due, come dicevo prima, è la cosa che parte più di sostanza che fa sì che il cittadino capisca che non ha problemi. Io so per cosa vengono usati i dati perché viene espresso in maniera chiaro, per questo studio, per l'altro. E posso anche tracciare chi ha usato i dati. Poi c'è una cosa ancora più di sostanza che c'è una protezione di tutti questi sistemi, queste infrastrutture che tramite non solo la critografia applicata ma tutto quello che ci sta intorno che per troppo tempo non si riesce a spiegare che permette una sicurezza sempre aggiornata. Noi abbiamo un centro di cybersecurity in FBK che fa proprio questo con la critografia applicata, riesce a alzare in maniera sostanziale e continuamente il livello di sicurezza dei dati. Quindi c'è questa parte sostanziale che dice, caro mio cittadino, stai sicuro. Poi c'è la parte che tocca più il cittadino stesso, ne facevo prima l'esempio, del curare le malattie. Se posso dare i miei dati e magari i miei figli possono essere curati in maniera preventiva o fare prevenzione all'origine su certe malattie, forse mi conviene. Il punto vero è la motivazione. E' riuscire a far sì che ci sia una narra attiva, una narrazione dietro che fa capire questo tutti i cittadini europei. E su questo c'è anche un evento, non ricordo, il 26 giugno, su a Bruxelles, organizzato sempre dalla Commissione Europea, proprio per riuscire a far capire ai cittadini che questo è un passaggio importante. Non stiamo dando i dati a qualsiasi social network che poi lo utilizzi in altro modo. Le piattaforme online dovrebbero andare a pescare, come ha detto Accordino, da questo digital wallet, ma su questo si vedrà. Adesso passo a Maurizio Fattarella, direttore generale di Pago Pia, che è uno degli esempi di come una piattaforma può davvero contribuire a digitalizzare un paese, perché è stata veramente l'apertura ultimamente delle notizie di pochi giorni fa, potremo pagare anche le bollette alle macchinette del caffè, per intenderci. Quindi diventa davvero una semplificazione, una semplicità. E allora, però, noi conosciamo Pago Pia, però non abbiamo ben chiaro quello che è una piattaforma di Pago Pia con altre piattaforme sistemiche esterne per fornire dei servizi. In prima battuta, è bene precisare che Pago Pia ha nella sua mission il fatto di lavorare secondo il modello DPI, perché noi per missione costruiamo piattaforme per semplificare l'interazione tra cittadine e pubblica amministrazione e per dare il nostro contributo allo sviluppo dell'ecosistema digitale. Quindi noi partiamo con l'obiettivo proprio di costruire sistemi che abbiano un carattere sistemico e che impattino sulle persone. Pago Pia è di più di piattaforma Pago Pia che porta lo stesso nome della società, la nostra società è nata nel 2019 dopo la nascita della piattaforma dei pagamenti. Noi oggi gestiamo sei infrastrutture sistemiche che hanno come caratteristica, abbiamo cercato di svilupparla secondo questo ordine, di seguire, gestire, digitalizzare le fasi di costruzione che sono le più importanti. Poi, digitalizzare le fasi principali dell'interazione tra cittadine e pubblica amministrazione che secondo le nostre ricerche sono le comunicazioni e le notifiche, i pagamenti e i dati, e da qui il digital wallet, e le retrocessioni, quindi le iniziative welfare. Tutto questo avviene il nostro obiettivo di restituire a tutto l'ecosistema dei benefici in termini di efficienza per gli enti, in termini di esperienza utente standardizzata, semplificata soprattutto, quindi garantire innovazione a tutti gli attori. Le nostre soluzioni nascono già con le prime, due nate in epoca di pandemia, quindi un periodo pericoloso e complicato, con alcune caratteristiche, le principali tipiche delle DPI, che sono quelle di operare in maniera interconnessa, garantire la massima produttività operando in maniera interconnessa, sia all'interno del nostro ecosistema che alla nostra rataforme nazionale, a C, a Speed, ad NPR. Quindi hanno questa caratteristica che ci fa rientrare nell'ambito del grande concetto di infrastruttura di sistema. Poi hanno come conseguenza dei grandi numeri che gestiamo la necessità di essere inclusive, cioè di prevedere diverse modalità di accesso, anche l'esempio che hai citato prima per proposito delle vending machine, è un'ottima iniziativa che favorisce e permette ai cittadini che non hanno familiarità col digitale di poter accedere ai benefici del digitale attraverso un canale che però è facilmente riconoscibile e poi molto usato perché il rito del caffè fa parte della nostra cultura. Quindi sono state rive multicanali, ovviamente scalabili, ovviamente sicure e ispirate al principio del one solid, cioè il fatto di non stressare il cittadino andando a chiedere più volte le stesse informazioni. E con l'wallet, ribadisco il concetto che ha espresso prima Andrea, la riportare il cittadino al centro nel governo dei propri dati e magari vi do anche qualche numero che dà un po' la portata delle nostre piattaforme perché hanno un diverso grado di maturità. Ovviamente la più importante delle piattaforme è PagoPia, pagamenti che ha superato dalla nascita un miliardo e 200 milioni di transazioni, 246 miliardi di controvalore transato e quindi sono state rivelocibili con un miliardo e 200 miliardi di controvalore transato. Lo scorso anno abbiamo chiuso con 386 milioni di transazioni e ad oggi siamo vicini a 170 milioni sul 2024. L'obiettivo è quello di superare largamente il target delle 400 milioni di transazioni e raggiungere il piano regime nel 2026 a 600 milioni di transazioni che più o meno è il numero dei pagamenti verso la pubblica amministrazione. L'appio che è nato durante quel periodo della pandemia, oggi è stata scaricata 38 milioni di volte e conta circa 6 milioni di utenti attivi al mese. Quindi è un dato che dimostra anche la vivacità della piattaforma. Abbiamo circa 16 mila enti che espongono i loro servizi sull'app, perché questo è un esempio di integrazione. L'ente pubblico utilizza l'app come front-end digitale per poter colloquiare e facilitare l'interazione con i propri cittadini. In totale, se non sbaglio, abbiamo superato 300 mila servizi. Poi abbiamo lanciato send ad agosto dello scorso anno che è integrata con Pago Pia e con Appio. Uno dei front-end di send è Appio e il modo con cui si pagano gli avvisi sul send è Pago Pia. Il send non è altro che il sistema che ripensa la notificazione a valore legale affiancando alla busta verde un sistema digitale che semplifica notevolmente la gestione degli atti amministrativi che ci arrivano, che spesso sono simpatici altre volte un po' meno, però questo purtroppo dobbiamo fare. Davvero una battuta perché il tempo è scaduto, ma questo è un discorso sull'Italia. L'Europa, voi potete parlare di catarizzatori. Lavoriamo insieme ai nostri partner su due dei quattro large scale pilots citati prima da Cardino. Il primo è Nobit che riguarda i pagamenti. Il secondo è Potential dove siamo insieme con Fondazione Bruno Kesler che prima non è stata citata, ma che è un partner fondamentale e con il poligrafico della ZECCA su Potential che ha l'obiettivo di sperimentare dei casi d'uso che ci permettono di provare come l'wallet può evolare l'esperienza quotidiana, quindi la licenza di guida, la testera sanitaria. Credo che uno dei fattori che ci devono rendere orgogliosi tutti noi che siamo al tavolo oggi è quello di essere stati coinvolti fin dall'inizio in questi tavoli europei. Probabilmente la reputazione per le cose fatte, per i progetti realizzati ci ha permesso di essere interlocutori qualificati e abbiamo partecipato tutti insieme agli expert group che ci hanno permesso di dire la nostra, di portare del valore. Per quanto riguarda Pagopia, abbiamo avuto un caso di successo in quel periodo sfortunato che è il Greenpass che è stato un primo esempio di caso d'uso simile al wallet. Dico simile perché dal punto di vista utente forse non cambiava niente, ma dal punto di vista architetturale che è superato da uno schema che è più strutturato. Cito come ultimissima cosa la norma che ha istituito il sistema di portafoglio pubblico italiano che introduce la possibilità di attivare lo wallet pubblico in Italia prima dell'europeo. L'europeo è previsto nel 2026, è previsto nel 2025 e che ci permetterà di essere per una volta in vantaggio rispetto ai nostri colleghi europei e di dare suggerimenti anche perché l'uallet ha come caratteristica principale quella di essere interoperabile fra tutti i paesi. Muoversi prima significa anche tracciare la linea e orientare un po' i comportamenti. Grazie per una volta. L'Italia non è l'ultima ruota del carro ma è trainante in Europa per fortuna. Adesso voglio convoggiare Andrea de Maria perché capisco che è un orrendo gioco di parole ma vi potreste chiedere che c'è la zeca con il digitale? Noi la zeca la conosciamo per altre cose però è vero che il traspasso e la fiducia che la zeca mette sulle monete può passare anche sul digitale. Ci spieghi questa trasformazione? È una domanda che riceviamo abbastanza spesso. Cosa centri i Poligrafi, che uno associa normalmente alla stampa delle banconote, tutti quanti immagino che il Poligrafio non fa la stampa delle banconote, noi ci stampiamo, portiamo la carta per la stampa delle banconote e le stampa delle banca di tale. Noi facciamo il cogno e le monete. L'immagine del Poligrafico forse è molto diversa da quello che il Poligrafico realmente fa. Il Poligrafico assume una missione che è quella della garanzia della fede pubblica. Cioè assicura che tutta una serie di cose che vengono dallo Stato siano affidabili e che il cittadino, le imprese, l'amministrazione possa affidarsi di quell'oggetto, di quel valore. La moneta da due euro è un pezzo di metallo che però vale due euro perché è cognata dallo Stato con i mezzi tecnici che fornisce il Poligrafio dello Stato. Il pezzo di plastica che abbiamo in tasca o di carta che ancora ce l'ha, dove c'è la nostra foto e le nostre informazioni personali, attesta la nostra identità perché ci sono elementi di sicurezza, perché c'è un flusso dietro, c'è tutta un'organizzazione che è fatta dallo Stato e che per ultimo passa verso i mezzi tecnici del Poligrafio dello Stato, che assicura che quella persona è effettivamente quella persona. Quindi questo è quello che facciamo. Noi fondamentalmente diamo trust, quello che si dice normalmente in gergo tecnico, diamo fiducia, diamo una garanzia anche in altri settori. Tutto quello che facciamo, veramente tutto, dalla pubblicazione della gazetta ufficiale alle targhe dello Stato, delle automobilistiche, monetazione, documenti, identità, viaggio, passaporto, tutto a quell'unico denominatore. Viene garantito dallo Stato per mezzo dei mezzi tecnici messi a disposizione dal Poligrafio dello Stato. Questo è un'idea digitale, è lo stesso ruolo, è la stessa cosa. Se facciamo questa cosa con la carta di identità, la facciamo anche con l'identità digitale. Al posto di un ologramma abbiamo una firma digitale, al posto della carta della plastica abbiamo delle strutture dati che vengono progettate apposta per essere affidabili, consultabili, sicure. Questo è un po' il concetto. In quest'ottica ci siamo mossi da un punto di partenza che è la carta di identità cartacea e la nostra storia, la nostra tradizione di sempre, verso il digitale, spostandoci e introducendo elementi digitali all'interno dei documenti. Avete un chip nella carta di identità, nel passaporto, le funzionalità sono state progettate dal Poligrafio. Il sistema di infrastruttura chiave pubblica, PKI, si chiama, quindi tutta la parte di crittografia che garantisce quei dati sono autentici, è stato anche quello progettato, realizzato e viene operato dal Poligrafio per conto del Ministero dell'Interno. Quando parli di crittografia, ci sono delle tecnologie che abilitano questa trasformazione, quindi la fiducia, la sicurezza anche in un ambiente digitale. Quale è la prospettiva di questa sicurezza visto che diventa fondamentale come infrastruttura? C'è la crittografia, ci sono dei protocolli, i protocolli significano il modo di comunicare i dati, come si scambiano i dati, i vari varianti in modo tale che ognuno si possa fidare dell'altro e quindi c'è una progettazione di sicurezza che abbiamo fatto insieme a FBK e al Dipartimento Trasformazione Digitale per portare effettivamente i protocolli anche nelle specifiche del wallet di identità. Tutto questo poi confluisce wallet con Pago Pia in una struttura che deve essere realizzata e quindi è il lato mobile, lato app che è quello che il cittadino vede e il lato back-end, tutto quello che serve di infrastruttura per supportare il peso computazionale di una crittografia che è piuttosto importante. Noi stiamo costruendo, abbiamo investimenti come da norma, oltre una cinquantina di milioni di euro per metter su un'infrastruttura che abbia performance elevatissime, una latenza bassissima che abbia un livello di servizio elevato che possa garantire la continuità di servizio necessaria per un sistema del genere. Tutti devono sapere che quando vanno a utilizzare i wallet per fare una transazione, per autenticarsi un servizio per presentare la parente, per esempio, questo è uno dei casi d'uso, quel servizio funziona, funziona velocemente, funziona affidabilmente. Per fare una cosa semplice, bisogna lavorarci parecchio. Certo, per sciogliere la complessità bisogna lavorare parecchio. Io a questo punto vorrei coinvolgere Felipe Gonzalez da Pata. Hi Felipe, purtroppo devo parlare in inglese, lui parlerà in inglese. Hi Felipe, I know you've been attending to our session and you've been talking about the future. I know you've been attending to our session, I don't know how much you have understood of our discussion. Io capisco, sono un po' un po' un po' italiano, ma barato, tutto in questo modo, sono molto felice di conoscere, e grazie per l'invitazione di questa conversazione. In questo senso, è un po' interessante, ma è un bel piacere, no? Uno degli elementi della discussione era la rilevanzza di un frammuoto globale e europeo per i progetti nazionali, perché dobbiamo raggiungere un approccio europeo, un approccio globale. OECD con il G7 e il G20 sono lavorando su un frammuoto globale sulle infrastrutture digitali. Potete illustrarci il tipo di lavoro che state considerando? In particolare, lo scontro, abbiamo lavorato con le infrastrutture digitali per molti anni. In Italia, in Italia, il G7 è un lavoro di Paoli e Steve, che sono in riempimento di molti campi di lavoro e di collaborazione tra i partiti e le partite. E' un esempio di lavoro di extroversione, di disegno, per esempio, il lavoro di commodore per molti anni. Quindi, è importante che il nostro paese e il mondo diventino più diversi e più digitali, che questi tempi non si rinforzino solo nel nostro paese. Ci sono molti problemi di collaborazione internazionale, che si riferiscono ai tempi di lavoro e all'interno dei servizi, per assicurare che il CDI, per esempio, si può applicare ai servizi digitali, la distribuzione digitali, la ownership del personal data, può essere anche integrata in diversi campi e anche in alcuni campi. Il lavoro che abbiamo fatto è stato supportato dalla Presidenza italiana e dalla Città dell'Italia, ma non è stato in questo anno, ma è stato in 2021. L'Italia è stata un esempio molto interessante di un'internazionale che ha trovato un concorso con la Città dell'Italia, con la Presidenza italiana e la C20, e che ha capito e capito la minorità di differenze di identità digitali e del sistema CTI in quanto riguardo ai metodi G7. Quindi, voglio dire che è molto importante che ci sia più collaborazione in quanto riguardo a globali per avere una maniera molto integrata, un'ectamb такого in quanto riguardo Tudo i côtiedari railsanti e il circuito collegioso che av时间i catenali di vodka ieri che sono stati vi 할�ana, facevano nascive peuri di concorso e di neighborhood da negotiare con lanetra e, in questo !! In questo modo, il collaboro è un progetto di informazione molto importante. In Italia, ci sono alcuni che lavorano in Italia, che spostano il paese e promuovono collaborazioni in Italia. Ma alcuni che sono molto importanti sono i partitori di Italia e i partitori di Trinità. Il progetto di Trinità non è solo di avere l'IPI, ma di assicurare che l'IPI sia fatto in modo di diritta, per farlo in modo più semplice. Perfetto. Grazie per la vostra contribuzione al nostro discusso. La collaborazione e l'integrazione delle realtà nazionali a livello supernazionale è un modello di collaborazione tra privato e pubblico, di cui qui abbiamo un chiar esempio di un modello di eccellenza. Grazie a tutti. Grazie a tutti i redattori, grazie a voi che siete stati qui. A questo punto aspettiamo il wallet per l'identità digitale. Grazie mille a tutti. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie. Sì, è stato un po' ballerino. Ma l'hai gestita bene lui. Ma l'hai gestita molto bene. Grazie per come l'hai gestita. Ma non sei un appassionato di questi temi? No, ho seguito. Ma perché? O ti sei studiato bene? No, io ero responsabile di Nova, per quella parte di innovazione. Ah, bello, bello. Dopo Luca di Biase che voi conoscete. Luca, siamo grandi amici con te. Siamo grandi amici, arrivate stasera. Noi non ci vediamo mai. Non so, so che anche voi. Siamo tutti a sé. Poi frequenta molto, di 30.
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