Impegnati a cambiare
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Impegnati a cambiare
L'evento "Impegnati a cambiare" discute l'economia civile come modello di crescita sostenibile, basato sulla responsabilità sociale d'impresa, sulla collaborazione tra imprese, consumatori e istituzioni e sulla creazione di valore condiviso per la comunità.
Buongiorno, benvenuti alla Festival dell'economia di Trento, all'evento Impegnati a cambiare. Vediamo perché dovremo impegnarci e che cosa dovremo cambiare. Io sono Laura Laposta, giornalista del sole 24 ore e sono felice di moderare questo evento oggi anche perché devo dire sono una social di altro consumo e quindi seguo da 25 anni questa associazione e mi fa davvero piacere vedere che sta riflettendo anche su tematiche alte come l'economia civile e non solo sul supporto dei consumatori. Quindi davvero avremo un panel interessante grazie a chi si collega da casa, grazie a voi in sala. Allora noi siamo qui oggi con Marino Melissano, segretario generale di altro consumo, Luca Lazzari, sustainability specialist la sportiva e Federico Cavallo, responsabile public affairs and media relation di altro consumo e la professoressa Erika Costa dell'Università di Trento che è anche nel comitato scientifico di questo festival. Grazie per essere con noi qui oggi, grazie. Allora partiamo da Marino Melissano, allora una introduzione sull'economia civile, cosa intendiamo parlare quando parliamo di economia civile e perché ci interessa anche come cittadini e come consumatori. Si grazie, powerpoint grazie. Si grazie e buongiorno a tutti. Economia civile è molto legata di quello che andremo a vedere oggi a questa piattaforma di altro consumo che si chiama impegnati a cambiare. È bellissimo il titolo del festival dell'economia di quest'anno, Quo Vadis e Dove Vai. Io aggiungerei Quoi Revist nell'ambito dell'impegnati a cambiare, cioè dove vuoi andare oltre che dove vai. Noi vediamo oggi delle scene che ci angosciano, dalle crisi climatiche, ai conflitti sociali, alle guerre nel mondo e sono veramente delle scene che intaccano il nostro sistema socio economico verso una convivenza pacifica che oramai è superata. E allora ecco perché oggi siamo tutti impegnati a cambiare, ecco perché dobbiamo voler cambiare e dare una risposta ad un'azione economica proiettata verso un'economia reale che diventa civile. E questo può avvenire ogni qualvolta un'azienda o un'organizzazione, un cittadino o un consumatore riesce a passare dall'obiettivo individualistico del massimo guadagno a quello più sociale di reciprocità. È bello vedere che l'economia civile è intesa come nuovo modello di crescita, alla base del quale ci deve essere una attenzione verso l'altro, una cura, una relazionalità, una qualità delle relazioni umane, quindi una prospettiva culturale alla base di una teoria economica post moderna. E post moderna, attenzione, perché economia civile non nasce oggi, economia civile nasce nel 1753, anno in cui l'università di Napoli fonda la prima cattedra al mondo di economia e ne affida la titolarità ad Antonio Genovesi, la cui opera fondamentale del 1765 come si chiama? Lessioni di economia civile. Ed ecco che nasce la parola economia civile. Negli anni, anzi nei secoli, continua un suo sviluppo fino ad una pausa che è quella dovuta alla crisi del sistema illuministico. Ma questo poi invece l'economia civile viene poi ripresa e viene poi ripresa fino all'attualità, quindi agli anni duemila, in cui Stefano Zamagni, che per me è uno degli economisti più grandi che noi abbiamo oggi in Italia, è il promotore, il vero promotore dell'economia civile. Attenzione civile, quando diciamo civile a che cosa pensiamo? L'etimologia della parola civile qual è? Bene, è civitas, civitas, il modello della civitas romana è proprio un modello inclusivo per cui Genovesi diceva e legge dell'universo che non si può fare la nostra felicità senza fare quella degli altri. Per me è bellissimo questo concetto, l'economia civile è un'economia che ha un'anima. Perché? Perché ha una prospettiva di costruire, realizzare una nuova società, un progetto condiviso di società e di mercato che rimetta finalmente al centro le persone, i beni relazionali, la gratuità del contatto con l'altro ed ecco che quindi è un nuovo modello di crescita, di relazionalità. I pilastri quali sono? La virtù, la socialità, la felicità. Perché io dico la felicità? Perché? Perché l'includere gli altri in una relazione sociale diffusa significa felicità, fa la felicità ce l'ha detto Genovesi. Gli esempi in Italia di best practice di economia civile sono in aumento, sono tanti. Beh noi ne abbiamo ne abbiamo uno qui, abbiamo il piacere qui di averne uno a casa nostra, la sportiva che è questa società Trentina che si impegna a monitorare e limitare l'impatto ambientale dell'attività produttiva e il cui c'è oggi, qui con noi e quindi prenderà la parola tra un po'. E quindi noi vogliamo creare una fase di futuro sostenibile attraverso un progetto fondato sulla comunità. Si tratta di definire la quantità di risorse economiche, professionali, umani, umane, pubbliche e private attraverso un piano personalizzato capace di restituire centralità alla persona. Cito solamente e concludo Frassineti che è tra i promotori della scuola di economia civile che afferma, mi piace pensare che un imprenditore e civile se rimane fedele al nocciolo di verità che c'è nei suoi sogni e gli è sempre qualcuno che ha qualcosa da dare agli altri tramite un prodotto o un servizio. In questo scambio c'è sempre un ritorno. L'economia civile scatta quando il profitto e il costruire è in presa, non mirano solo a un bene individualistico ma anche a costruire il bene comune. Zamagni, infine, un'altra citazione la faccio di Stefano Zamagni, è carina questa perché Stefano Zamagni dice sì va bene l'economia civile ormai è entrata nell'uso comune ma quando io lanciai questa parola 21 anni fa in un seminario a Firenze, tutti pensavano che mi fossi sbagliato, che volessi intendere l'economia civica come l'educazione civica, nessuno conosceva il termine economia civile. Bene, oggi tutti sanno che c'è questa alternativa di sguardo e di azione e quindi verso una sostenibilità dei consumi. Abbiamo esempi virtuosi, l'economia civile abbiamo visto che nasce in Italia tanti secoli fa ma ancora non è capillare, non è vissuta, non è conosciuta, non è compresa, non fa parte del nostro DNA quindi la strada da fare è ancora lunga, dobbiamo tutti conoscere e diffondere questa piattaforma lanciata ad altro consumo e tutti insieme dobbiamo impegnarci a cambiare. Non ho voglia, non posso, però mi piacerebbe, come posso fare ci provo, lo posso fare e lo farò. Sì, ce l'ho fatta. Ecco e quindi diventiamo tutti consumatori critici e sostenibili. Grazie. Grazie. E noi abbiamo la fortuna di avere Stefano Zamagna a questo festival dell'economia è proprio che credo che parlerà il pomeriggio quindi rimanete collegati sui nostri canali del Sole 24 ore e del festival dell'economia. Adesso idealmente a chi vogliamo dare la parola? Perché la professoressa è effettivamente costa, si potrebbe inserire bene cercando di dare concretezza economica anche fattuale a quanto abbiamo detto anche perché uno dei maggiori trend, megatrend del secolo è la sostenibilità di cui è grande e studiosa. Come vogliamo ricollegarci professoressa? In realtà grazie, innanzitutto grazie per avermi invitata e cercherò di dare un po' una risposta anche alle domande che insomma il presidente ha lasciato prima. In che direzione? Perché non è ancora così conosciuta? Guardate io sono un economista aziendale, so che siamo noi studiosi che facciamo queste distinzioni però un conto è studiare l'economia, un conto è studiare l'economia aziendale cioè come funzionano le aziende che sono state per anni le grandi criticate di questo modello e l'economista aziendale per noi aziendalisti appunto il concetto di azienda è diverso dal concetto di impresa ma su questo non voglio tediarvi ma sicuramente mi sono scontrate nelle mie ricerche esattamente come ha detto prima con il fatto che non si conosca tanto questo concetto perché non si conosce adesso vi dirò una parola un po' forte ma perché in un qualche modo abbiamo un po' subito quello che viene definito in letteratura il postcolonialismo culturale cioè che cosa vuol dire? Vuol dire che il modello dell'economia civile o dell'economia aziendale Gino Zappa sposava insomma la filosofia di genovesi non è conosciuto all'estero e noi abbiamo sposato il modello invece neoclassico da scuola di Chicago la famosa scuola di Chicago di Friedman premio no. 9 per l'economia il quale in un qualche modo ha sempre concettualizzato che l'economia deve basarsi in un qualche modo su tre pilastri fondamentali quindi ha i famosi azionisti shareholder al centro del loro operato ed è da lì che arriva la massimilazione del profitto non esiste un'idea di comunità di impresa quando è iniziato il dibattito sulla corporate social responsibility dove la CIS stava appunto per impresa lui l'ha sempre negato perché non è possibile che ci sia un'impresa che si riconduce a determinati valori. Il terzo pilasto sia appunto economico classico è che tutto ciò che riguarda la solidarietà le istanze sociali devono riguardare lo stato quindi sono i governi che se ne devono occupare e non devo farvi qui l'esempio insomma so che il festival ne ha trattato nella differenza tra un sistema sanitario nazionale che caratterizza il nostro paese rispetto a un sistema sanitario direi privatistico caratterizza appunto l'Oltreoceano quindi il motivo per il quale si è poco diffuso il concetto di economia civile economia aziendale è perché parliamo delle lingue completamente diverse ed è stato molto più facile in un qualche modo importare mettiamola così un modello economico probabilmente poco si sposava anche con il nostro modo con il nostro tessuto imprenditoriale cioè il modello neoclassico lo vedo molto difficile nella impresa familiare italiana quindi non si sposa bene questa cosa. E' meno male perché ha mostrato i suoi fallimenti. È proprio lì che voleva arrivare. Che cosa è successo? La rivoluzione penso che tutti siete noti del fatto che nel 2019 il business roundtable che sono questi 110 cfo americani sono riuniti hanno detto basta capitalismo da domani diventa stakeholder capitalismo io sono ancora scettica su questa cosa. Diciamo così senza andare però troppo per le lunghe c'è stato un po prima un dibattere sulla responsabilità sociale di impresa che adesso è stato abbandonato perché parliamo di sostenibilità e qui ho le mie profondi critiche perché parlare di sostenibilità e in un qualche modo sistemare i propri impatti ambientali non riporta al centro il tema della responsabilità anche di tipo sociale umanistico e quindi dove sta andando la direzione oggi gli studiosi insomma sicuramente più importanti di me soprattutto la scuola di oxford parlano del famoso purpose non so se avete sentito ho letto c'è questa dicotomia tra purpose e profit quindi che cosa è il purpose che cosa è il profit. purpose non è perfettamente traducibile ma per fare del mio meglio dirò che è un po la ragion d'essere dell'impresa non ha la raison de traite dei liberi francesi quindi l'idea è portiamo un attimo all'impresa la sua ragion d'essere è una risposta provo a darvela proprio da aziendalista gino zappa negli anni 50 quindi il fondatore dell'economia aziendale ripeto che comunque ripercorreva se volete la scuola dell'economista genovesi diceva l'obiettivo di un'azienda neanche di un'impresa perché l'impresa è un pezzettino di azienda solo quella che opera sul mercato per abbiamo tutto quello non profit che non operano sul mercato che sono comunque aziende però si diceva appunto che l'obiettivo di un'azienda è quello di soddisfare i bisogni umani qui abbiamo un esempio eccellente di azienda che sta in trentina che se un domani il signor della dio decide di portare l'azienda fuori dal trentina abbiamo un piccolo problema di disoccupazione mettiamola così perché sono a contraria o meglio di me ma abbiamo in terevalli no pensate a quello che era fiat io la chiamo sempre fiat perché ho qualche anno in più quello che era fiat no a torino tanti anni fa quindi il l'obiettivo di un'impresa è soddisfare i bisogni umani ma se siamo d'accordo su questa definizione io vengo da questa definizione allora il profitto diventa uno strumento non più un obiettivo cioè vuol dire che dato questo purpose questa razione 3 che è soddisfare dei bisogni umani per farlo posso realizzare un'attività di tipo economico di tipo economico vuol dire che gestisce delle risorse che sono scarse e oggi ci rendiamo conto che anche quelle naturali sono scarse e per fare questo quindi lo strumento economico diventa un mezzo non più un obiettivo da massimizzare perché la massimizzazione costi ed i cavi si fa in due modi aumentando i cavi riducendo i costi non c'è una grande differenza io ve lo dico da contabile è che a un certo punto ridurre i costi vuol dire che si riduce la qualità del lavoro della vita umana dei prodotti delle materie prime perché a un certo punto si arriva quel compromesso quindi stanno nell'evento che oggi no a questo impegnati a cambiare o impegnati a cambiare no secondo di come lo vogliamo leggere io lancio un po una provocazione tornando al dibattito ripeto sulla responsabilità sociale di impresa che mi appassiona forse un po di più perché richiama un po l'etica e i valori cosa che la sostenibilità se volete può anche tralasciare e edico questo allora abbiamo sempre parlato di in inglese proprio csr no si è sardo la c sta per corporate quindi impresa credo che la grande svolta sia trasformare quella c con un altro valore ma che sia quello di collective perché è vero che le imprese possono fare la loro parte per diventare sostenibili ma la parte le fanno anche i consumatori con le scelte di acquisto citando un altro grande e studioso economista italiano leonardo becchetti lui ha sempre detto voto col portafoglio il voto col portafoglio vuol dire che io da consumatore posso scegliere quali modelli di impresa si sviluppano in determinati territori quindi la mia provocazione di oggi è da si è s'ar a si è s'ar ma dove la c ha una connotazione completamente completamente diversa quindi non sono soltanto le imprese che adesso ascolteremo che possono far la loro parte ma siamo noi collettivamente imprese consumatori ci aggiungo anche le istituzioni che possiamo insieme trasformare scusatevi e cambiare il nostro sistema economico questo è quello che credo grazie grazie professoressa assolutamente tant'è che si parla di consumatori non siamo più consumatori siamo protagonisti delle nostre scelte e io ripongo grande speranza in particolare nell'agenzia nella generazione z vedo le mie figlie fare anche dei boicottaggi verso aziende diventate non sostenibili o comunque che hanno dei comportamenti discutibili dove la pratica si discosta dalla teoria scelgono precisamente quando parte una campagna su tiktok o su social media vanno tutti dietro e recuperare poi danni di reputazione è difficilissimo in questa generazione così complessa così valoriale ma anche molto divaga quindi recuperare il danno di reputazione è drammatico bisogna partire bene giusti fin dall'inizio non fare errori e far corrispondere da i fatti con con la teoria ecco quindi ne parleremo dopo con la sportiva che vogliamo fare adesso andiamo subito alla sportiva che dite allora è stato evocato Luca Razzeri non ancora sì io però insomma sostenibilità ok no ma comunque sia delegato dall'azienda a parlare di questa realtà perché noi speriamo che le buone pratiche si diffondano che siano virali e quindi ne parliamo non per show off che qui a Trento è una cosa non praticata ecco siete sempre in understatement ne parliamo perché un modello che portate avanti di business di essere come impresa che voi ci state dentro quindi si può fare cosa fate esattamente luca innanzitutto grazie per l'invito e porto i saluti anche dalla famiglia dell'adio sono qui in vesta di portare qualche esempio virtuoso che la sportiva in questi ultimi anni ha portato avanti ha strutturato in val di fiamme faccio anche qua un piccola introduzione la sportiva nata nel 1928 cresciuta in val di fiamme ad oggi siamo circa 500 persone sempre a ziano di fiamme e cosa facciamo? produciamo scarpette da rampicata e scarpone alta montagna a ziano di fiamme e poi produciamo anche quello che è tutto quello che è l'attrezzo per andare in montagna quindi anche l'abigliamento, scarpe per andare in montagna sia da camminato anche da corse in montagna quindi dal 1928 in questi anni quello che ha fatto la sportiva diciamo sono molte le attività mi infoccali da re su quello che anche gli ultimi anni perché soprattutto in questi ultimi cinque anni è dovuto anche una forte crescita perché sicuramente anche il mondo dell'audor è cresciuto molto e la sportiva nonostante anche la crescita che ha avuto ha voluto rimanere nel proprio territorio in val di fiamme e quindi la val di fiamme è una valle dell'adige diciamo piccolina rispetto a quelli che possono essere poli principali da milano di turno o anche Trento e quindi questa voglia di rimanere perché comunque noi sviluppiamo attrezzi per la montagna e la volontà di rimanere anche di vivere quello che è la cultura del nostro territorio e mi ricollego anche parlando sempre di quello che è l'impatto sociale che la sportiva sia impegnata da anni ma soprattutto in questi ultimi anni mi ricollego a una parola di professoressa Erika della corporate social responsibility e noi abbiamo internamente sviluppato una sorta di struttura un framework che ci aiuta a noi internamente per come dire cataloghe zari vari progetti quindi capire dove andare ad avere un impatto capire dove finire a gestire determinate risorse quindi partiamo da 5 pilastri che quindi è sicuramente il prodotto un pilastro perché noi sviluppiamo prodotti e poi il secondo è la filiera del valore perché ovviamente non realizziamo tutto in azione di fiamme ma abbiamo una catena di fornetura italiana ma anche internazionale quindi non siamo solo in val di fiamme che produciamo poi abbiamo la parte ambientale perché comunque siamo un'azienda produttiva abbiamo la parte sociale quindi di persone della sportiva e anche a livello di comunità ovviamente per quello che ci circonda dal val di fiamme al Trentino e poi anche un tema di governance tutto questo noi alla base c'è una sorta di consapevolezza noi mettiamo questa barra dritta consulito consapevolezza perché ci aiuta in ogni pilastro nel avere quelle informazioni necessarie prima di fare determinate azioni o prima di comunicarle soprattutto e attorno a questi 5 pilastri abbiamo la sostenibilità però quello che voglio aggiungere con il ricollegandomi la corpo le social responsibility noi abbiamo aggiunto un altro livello questo altro livello è la responsabilità che sta proprio a braccio tutto quello che è la sostenibilità perché proprio un concorso di responsabilità di impresa in quello anche di un fare impresa in maniera etica e allora grazie a questo strumento che abbiamo sviluppato internamente riusciamo sia internamente a comunicare determinate iniziative andare oltre non è solo la sostenibilità che come dire è difficile come dice la professoressa costo cioè vogliamo andare oltre e abbiamo definito questa struttura e quindi conseguente ci aiuta a dare anche maggiore struttura a quelli che sono le varie progettualità voglio citarne uno. Magari vogliamo far scorrere le slide? Ma parlo diciamo così racconto un po' le varie esperienze e quindi quello che volevo portare qui come esperiente a livello di impatto sociale è quella di da luglio dello scorso anno ovviamente noi siamo in una valle limitrofa e abbiamo attivato un servizio di navette per i propri dipendenti perché ovviamente siamo in 500 quindi un numero significativo quindi l'obiettivo è stato quello di ascoltiamo quelle che sono le nostre persone quelle che collaborano con noi essendo che comunque abbiamo una fabbrica che produce le scarpette quindi abbiamo detto ok cos'è che possiamo fare per le persone nostre e anche per la comunità e abbiamo attivato queste tre navette che parte una da Trento, una che fa la val di fast, una di Fiemme e con questa iniziativa che ormai è attiva da quasi un anno hanno aderito 100 persone e quindi comunque un numero significativo che vuol dire 100 auto vetture in meno ogni giorno e che queste navette percorrono 200 chilometri al giorno quindi è un qualcosa che ha un impatto sia ambientale perché abbiamo ridotto il numero di auto vetture in strada e anche un impatto sociale perché comunque abbiamo permesso a quelle persone che hanno una sola auto vettura in famiglia perché anche quella è un qualcosa che non è da sottovalutare o anche un persone che devono farsi 50 chilometri se non di più per andare a ricarsi al lavoro è un qualcosa che ha un impatto significativo e poi anche un concetto di attrazione perché essendo che la val di Fiemme non è che è un bacino piccolo anche qua è un concetto se non riusciamo ad offrire un servizio anche la possibilità di avere maggiore persone che vengono è significativo poi dopo supportiamo altre iniziative dai nostri come dire dalle pelli di che noi non utilizziamo che scartiamo per le scarpette arrampicatele doniamo a questa copertiva a Samuel che realizza dei portafogli delle borsette a modo per una cooperativa sociale esatto esatto e quindi anche qua cercare di quello che abbiamo dargli una seconda vita oppure anche abbiamo della nostra gomma interna che utilizziamo per la suola quindi chi arrampica sa che una scarpetta arrampicata è fatta di gomma ovviamente quando si realizza c'è uno scarto in produzione e questo noi insieme al fornitore siamo riusciti a noi lo mandiamo viene rielaborato e riottieniamo una gomma che lo utilizziamo in parti secondari di una scarpetta quindi anche queste sono iniziative che danno un contributo e poi la ultima che vorrei citare in valli fiemme come dire la valli fiemme è un tessuto molto diversificato a livello economico perché è una valle anche di turismo però anche una valle dove ci sono diverse industrie quindi da più di due anni proprio imprenditori e anche lungimiranti della valli fiemme si sono uniti per creare quello che è fiemme per che questa fondazione che unisce diverse aziende del territorio aziende industriali come si chiama fiemme per fiemme per esatto e quindi questa è la sportiva e socio di fiemme per e questo è l'obiettivo di parlando sempre di impatto sociale e sanno in una valle limitrofa di unirsi con la parola collaborazione supportarsi collaborare fatto di unirsi tra imprese parlare su uno stesso tavolo di problemi comuni perché ovviamente problemi di attirare talenti che vengono alle città il problema dell'abitare della mobilità e quindi quello che si è creato è un gruppo di lavoro unire diverse menti da diverse aziende che portano sul tavolo problemi uguali per poi dopo trovare soluzioni in maniera anche sinergica quindi questo modo per segni di collaborazione di cooperazione per lavorare a un obiettivo comune e questo genera parlando di accelerazione verso un impatto positivo è molto importante assolutamente guardi io penso davvero che il vostro caso sia un caso virtuoso la professoressa che avrà con me dopo un altro convegno proprio sul tema della sostenibilità veramente interessante che vi segnalo e ci parlerà della direttiva anche delle varie direttive europee sulla sostenibilità non solo la csrd spero che riusciremo ad accennare anche alla csdd cioè questa nuova direttiva in arrivo sulla su play chain ora l'industria europea ha davvero suonato l'allarme perché hanno moltissime aziende hanno detto che dovranno svolgere un ruolo di polizia per andare fin nei paesi più remoti dei loro fornitori di fornitori di fornitori per vedere se gli rispettano i diritti ambientali diritti sociali e quindi alle aziende resta un ruolo di polizia perché pensiamo alla filiera della gomma la gomma è raccolta in paesi dell'america latina e quindi bisogna essere poi l'azienda sarà responsabile anche dell'operato dei fornitori dei fornitori di fornitori visto che invece attorno a voi avete creato un ecosistema non solo producete in loco ma avete anche un ecosistema di una trentina di fornitori locali voi questo problema non avete cioè avete un vantaggio competitivo nel nuovo scenario incredibile perché molti chiedo scusa molti cambieranno poi fornitore perché come fai a controllare il fornitore in paesi remoti i vostri prodotti di sicuro costano un po' di più degli altri e credono dei cinesi pensiamo eppure la vostra filiera credo che sia più tracciata quindi vi mette al sicuro questo vantaggio l'avete colto sicuramente noi siamo molto orgogliosi del nostro made in italy noi a diano di fiemi produciamo scarpette arrampicate e scarpone in alta montagna e la nostra catena di fornitura per la realizzazione di questi prodotti è tutta italiana quindi la pelle la gomma e vari altri componenti che la scarpetta ovviamente noi abbiamo anche la scarpa da corso e montagna la scarpa di avvicinamento che queste però sono fatte in asia ovviamente però per la sportiva quello che per noi è fondamentale è sicuramente un nostro prodotto di rispondere a una funzionalità e questo supportato da quattro pilastri che la tecnicità la sostenibilità durabilità e riconoscibilità e alla base di tutto c'è l'innovazione la qualità quindi al momento che noi mettiamo la qualità al come dire come base portante ci permette anche quando andiamo al di fuori del nostro paese per farci produrre i nostri prodotti perché le scarpe da corso sono fatte in asia anche per una questione di nel mondo asiatico c'è anche una tecnologia un po l'industria che è molto avanzato verificate quei fornitori certo vende per rispettare determinati standard ovviamente producendo un prodotto che deve soddisfare determinate caratteristiche tecniche cioè si va in montagna deve riuscire a tenere la struttura non è che si può staccare la suola quando sei a 3000 metri sicuramente questo è molto importante per noi perché abbiamo detto che la funzionalità è al primo posto cioè noi quello è quello che ci guida e poi di conseguenza dati questi standard che noi ci poniamo internamente ovviamente anche la scelta del fornitore ci permette di scegliere ovviamente quelli che rispondono a queste caratteristiche per il made in italy e per avere anche la nostra produzione di nostra proprietà sicuramente per un impatto sia ambientale ma anche sociale ci dà sicuramente un grande vantaggio anche parlando veramente di energia che è il fatto di riuscire noi a produrre riusciamo a finemente abbiamo adesso coperto tutto il tetto della nostra fabbrica di pannelle fotovoltaici o tante altre iniziative di avevano il controllo quindi è molto più facile e anche il made in italy ha il fornitore che ha due ore dalla sede principale questo sicuramente ci dà un aiuto per il mondo al di fuori di quello che è l'italia sicuramente il fatto che noi produciamo prodotti di grandissima qualità e che ci pieniamo standard elevati andiamo a scegliere quelle aziende che ovviamente sono innovative e che quindi ci garantiscono anche una gestione corretta di quello che è l'aspetto ambientale l'aspetto chimico all'interno della produzione anche l'aspetto sociale ovviamente per il meccanizzato e tutto e ovviamente anche il nostro prodotto ha un costo maggiore rispetto a quello che può essere per comunque noi ci poniamo come un brand di tecnicità di un prodotto tecnico di qualità e di performance allora sicuramente anche quello dietro a un prezzo al consumatore c'è una storia perché ovviamente ci sono tante progettualità tanti controlli adesso con le varie normative in ambito sostenibilità della sd sardina è un qualcosa che è sicuramente un lavoro molto maggiore rispetto a quello che è stato finora le stanno cadendo addosso 16 normative una più difficile dell'altra però quindi assumerà possiamo dire ai giovani in ascolto che sicuramente se non avviene in continua evoluzione quindi il mondo della sostenibilità e di tutte queste normative ti impone veramente di di avere persone anche che dedicati a e anche con una certa propensione a comprendere queste dinamiche sia anche di comprendere dinamiche azionali ma anche quello che è queste normative che ti impongono di dichiarare determinate informazioni ma secondo me quello che anche noi stiamo appuntando al fatto di sicuramente le varie direttive europee aiutano tantissimo a muovere avere una leva anche internamente l'azienda quando comunque c'è una direttiva che comunque devi farla devi rendi contare il bilancio l'imprenditore sa che deve investire però sicuramente questo non è come dire la nostra ambizione cioè non è la nostra ambizione essere compliant con la vittima è un qualcosa che lo facciamo perché già comunque lo stiamo facendo e un qualcosa di dobbiamo alzare un maggiore impegno e a quello che è le varie attività di avere dei sistemi informatici che stremo attraversando una trasformazione digitale avere dei sistemi informatici che ci permettono di reperire tutte queste informazioni in maniera più facile. Perfetto. La catena di fornitura noi abbiamo dalla Cina dal Vietnam e la catena di fornitura è anche lì la gomma viene presa in loco nel mercato cinese ovviamente perché anche è inutile prendere la gomma in Italia e mandarla in Cina per poi poter portarla qui ecco però ci tengo a il fatto che un prodotto è realizzato in Asia non è uguale a un prodotto di meno qualità o ci sono quelle aziende che come possiamo vedere sui giornali non hanno una gestione corretta e se ne dono i titolori ci sono stati dei scandali però non è tutto così ecco voglio precisare perché ovviamente anche noi ci affidiamo a questi fornitori al di fuori dell'Italia però ovviamente hanno standard italiani di qualità e poi avete anche un ecosistema intorno di imprese che lavorano per voi qui questo è un bene ecco ma Federico Cavallo i consumatori e quindi consumatori riconoscono valore all'imprese del genere e sempre di più come cosa vedete? Ma sì la risposta è semplice e facile sì iniziano a attribuire diciamo così del valore a queste tipi di esperienza queste tipi di imprese io non mi annoierò oggi spesso sono quelli altro consumo sono quelli anche dei numeri delle indagini e confronti ne ho portati veramente pochi però secondo me sono significativi di di qual è la situazione recentemente abbiamo letto diciamo così queste indagini che ci hanno restituito quanto diciamo l'84% oggi dei consumatori italiani in questo caso chieda di agire alle imprese di agire per promuovere un atteggiamento più responsabile e per promuovere il bene alla comunità il 78% chiede alle imprese di mettere in campo azioni iniziative per migliorare la società e il 77% chiede un coinvolgimento attivo di se stessi in quanto consumatori qual è la il risvolto della medaglia che quasi la metà di loro un quasi uno su due ha già iniziato a prendere delle comportamenti di consumo scegliendo magari di non comprare alcuni prodotti perché non corrispondono soltanto a quello che era il proprio bisogno no quindi magari soddisfano quello di cui si ha bisogno un rapporto diciamo al classico qualità prezzo si aggiunge un elemento magari un prodotto è economico fa quello che deve fare ed è importante e fondamentale che lo faccia però non contiene quell'elemento di purpose che citava la professoressa e che diventa e questo molto interessante un fattore critico di scelta e di competitività anche per le imprese e questo molto interessante se mi consente volevo fare un mezzo passo indietro perché è bello anche dialogare tra noi no l'ultima parte dell'intervento che mi è molto piaciuto della sportiva mi è piaciuto anche perché io vengo dalle montagne sono altre montagne io sono cunese di origine ma conosco bene anche per storia personale familiare quanto sia difficile fare economia impresa fare impresa di qualità fare impresa anche di comunità no in luoghi dove la comunità spesso è diciamo così il fattore di resilienza no principale per questi territori di vita per questi per questi territori quindi là dove c'è la possibilità l'impegno la volontà di creare queste queste reti ecco sicuramente va sottolineato voi citavate e appunto seguirò se riuscirò anche io all'incontro di questo pomeriggio il tema della normativa no io per mestiere mi occupo mi divido un po no mi occupo di comunicazione mi occupo anche di relazione con le istituzioni ecco quante volte parlando si diceva prima no che scuole magari economiche differenti hanno parlato lingue differenti ecco quante volte l'impresa i consumatori e aggiungo anch'io alle istituzioni sono sembrate parlare delle lingue differenti no e la lingua delle istituzioni spesso si traduce no in una normativa che essa stessa viene vista come un fine anche qui se vogliamo in un duplice senso fine nel senso di obiettivo guardate sistema economico eccetera quello quello dove dovete tendere ma fine anche in un altro senso la fine cioè quello che si può fare finisce no è sufficiente che corrisponda a quanto la normativa di specie eccetera ha definito quindi anche l'atto impresa o lato consumatore se vogliamo ci sentiamo soddisfatti e contenti se abbiamo raggiunto questo tipo di risultati ecco questa cosa qui letta anche con i pochi numeri che vi ho voluto richiamare precedentemente inizia a non essere più vera inizia a non essere più vera perché la normativa cioè ne rendiamo spesso conto dicono i giuristi ecco qui di fianco me è un economista dicono i giuristi che spesso la normativa arriva a sancire no arriva dopo no anche tutta una serie di confronti no nella società tra poteri necessità eccetera si definisce uno status quo e allora arriva la normativa sancisce ecco in un'epoca di trasformazioni estremamente veloce estremamente profonde della della società della tecnologia e quant'altro come possiamo pretendere che la normativa di per se stessa sia sufficiente no a fare e a garantire quello di cui abbiamo bisogno che molto di più ecco che allora io recupero alcune parole mi viene molto facile intervenire alla fine perché molto già stato detto io ho concordato concordo praticamente su tutto ritorna quel tema di responsabilità e ritorna quel tema anche di comunità da cui siamo partiti anche nella nostra introduzione perché è soltanto attraverso e noi crediamo ed è per questo che abbiamo lanciato diciamo questa nostra piattaforma che è la visione anche per altro consumo per un'organizzazione che l'anno scorso ha compiuto 50 anni nel nostro paese che raccoglie oggi 300 mila persone più di 700 mila fanno quindi ambisce insomma a rappresentare una parte importante l'altro domanda delle istanze delle persone dei cittadini ecco come possiamo costruire qualcosa senza contentarci no di quello che possiamo scrivere in un'immunativa quant'altro quella è la base quella è il mezzo dicevamo no ma è la base su cui andare oltre e costruire come si fa si fa innanzitutto dalla come dire dalla dall'operazione più semplice e non ho già risentito dei richiami innanzitutto creando consapevolezza creando consapevolezza su quanto è effettivamente importante necessario per l'individuo e per la comunità e questi due elementi non sono più in contraposizione noi spesso e lo dico come dire come rappresentante qui insieme al segretario di un'organizzazione consumatoria abbiamo curato molto il benessere e l'interesse individuale ecco oggi interesse individuale e tale in quanto interesse anche collettivo di una comunità più o meno larga che insieme costruisce delle delle delle soluzioni e in questa comunità ci sono anche le imprese ci sono anche le istituzioni il purpose che si diceva prima è tale anche soprattutto perché rappresenta il diciamo così l'esito no il la destinazione lo strumento che poi può essere utilizzato da da tutti per soddisfare i propri bisogni ed esprimere se stessi lato consumatori e per l'imprese per costruire diciamo così economia buona ed economia ed economia positiva mi lascio solo concludere forse in me mi aggancio a questa ultima parola che ho utilizzato positività no spesso si parla e diciamo così sono uno degli effetti insomma della della diciamo di del quest'ultimo periodo in cui si è focalizzata molta tensione per fortuna anche l'impreso hanno fatto sulla corporate social responsibility e su alcuni strumenti no pensiamo alla rendicontazione non finanziare no i famosi airport no di sostenibilità ecco no e quanto noi oggi ci concentriamo ci siamo concentrati soprattutto nel ridurre un danno e quanto poco invece ci concentriamo sul produrre positività allora ci sono e ridurre i rischi anche ridurre il danno e ridurre i rischi certo certo io guardi tempo fa leggevo questo questo questo bel libro che tra l'altro consiglio a tutti si intitola di up cycle non so se ci sono in italiana ma è facile insomma trovarlo e uno dei concetti principali alla fine era proprio questo no cioè il tema qui non è soltanto essere diciamo così meno dannosi meno cattivi ma produrre più bene produrre più bene quindi puntare su quello che altri hanno definito un approccio in inglese net positive cioè che punti alla positività noi nei nostri rapporti spesso quelli che leggiamo commentiamo che le imprese producono hanno come obiettivo di nuovo come fine lo zero no guardate qua la potenza di questo concetto no il tema è io ho una carbon footprint o un impatto eccetera eccetera il mio obiettivo è quello di ridurlo a zero e se noi facessimo una rivoluzione copernicana visto che siamo in una situazione di estremi profondissimi cambiamenti e ribaltassimo questi grafici un po noiosi in cui erendessimo come qualcuno ha proposto lo zero non come il punto di arrivo di fine di nuovo ma come il punto di passaggio verso l'area positiva quindi verso la costruzione di maggiore valore creatività giocando anche la creatività le capacità di innovazione e fare di questa positività un valore economico per le imprese un valore sociale per la comunità per la cittadinanza noi crediamo in questo per questo abbiamo l'abbiamo lanciato questa che appunto è una piattaforma gli ultimi due minuti per parlare della piattaforma a meno che non ci siano domande in sala sulla piattaforma prego ma guardi io la è molto facile invito gioco questi due minuti invitando tutti a visitare impegnateacambiare.org è molto facile molto molto accessibile quella sarà una piattaforma è una declinazione online di quello che vogliamo succeda innanzitutto nel mondo reale nell'economia reale nella vita delle persone da qui in avanti proprio diciamo così cogliendo lo spunto dei 50 anni che come altro consumo abbiamo dietro alle spalle abbiamo voluto provare immaginare diciamo almeno in prossimi 50 poi vedremo e dire queste queste parole che ho provato a velocemente a sintetizzare questi ragionamenti sono il terreno su cui vogliamo creare una una collaborazione una convergenza una sinergia con gli attori del sistema in primis le persone che possono fare qualcosa e chiedono di poterla fare alle organizzazioni noi sentiamo questa responsabilità vogliamo unirci insieme al mondo dell'impresa che con noi condivido questa responsabilità e parlare insieme alle istituzioni per far sì che anche le regole del gioco siano finalmente diciamo così un mezzo diciamo così per cui transitare ma per poi diciamo così restituire alla comunità la cittadinanza quello che sono le risposte che oggi domandiamo quindi invito diciamo così a seguire questo lavoro sarà un lavoro che prenderà i prossimi anni non è una diciamo così non è uno scatto ma è un po una corsa in montagna se vogliamo prenderemo diciamo così il nostro tempo passo dopo l'altro ma grazie anche a confronti come questo grazie all'impegno di tutti e delle realtà positive che ci sono sul territorio siamo assolutamente convinti che la sfida possa essere vinta e noi ci impegneremo per questo siamo collegati su impegnatiacambiare.org assolutamente rimaniamo collegati grazie grazie a voi grazie arrivederci
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