Il nucleare di domani
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Il nucleare di domani
Le importazioni dalla Francia, il problema delle scorie, ricerca e start up
Piacere, professoressa. Adesso sei più a povera, no? Ciao, Cio, è un piacere. Ciao, a presto. Ehi, non riserva. Adesso li... Io faccio qualche divertimento. Sì. Allora, io vado a partire lei e Mascarentona. Poi faccio partire lui che ha due slide. Masca... Ah, ok. Poi lui ha qualche slide sul terzo, poi terzo generazione plus e quarta generazione. Ok, così inquadriamo elettrico, cos'è? Ok, perfetto. Perfetto, allora faccio partire lui e poi vengo per lei. Hai faro negli occhi. Lei ha il faro. Lei mi dice che hai il faro. Ma... Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ciao. Ok. Ok. Ok. Ok. Ok. Grazie. Ok. Grazie. Ok. Ok. Parlando di nucleare e rinnovabile, è abbastanza straordinario vedere la complementarietà, non c'è assolutamente contrasto, abbiamo bisogno di tutti e due. In questa slide è raffigurata dall'energi institute, cioè dall'agenzia nucleare, è raffigurato il valore aggiunto dal 2012 a oggi, al 2022, il valore aggiunto delle diverse fonti. Guardate quella verde lì in alto, 3142 teravattore di produzione di energia elettrica, e quello è il solare eolico. Il rinnovabile è ai punti di partenza, è alla base di partenza, abbiamo quel 209 in basso, ma certamente, certamente non contrastano, abbiamo bisogno di tutti e due. In mezzo abbiamo vari aspetti, ma non sto a entrare nel dettaglio, è interessante vedere per esempio come il carbone, quel nero 1.203, è molto altalenante, per esempio durante il Covid è stato molto utilizzato. Insomma abbiamo, certamente, io credo, bisogno di nucleare, però di un nucleare sicuro, ovviamente. Se poi passiamo alla slide numero 7, vediamo cosa aspettarci dal nucleare, e vediamo le decisioni di investimento. Ecco, il nucleare è quel viola che è veramente ai punti di partenza, non so come si chiama esattamente in senso sportivo, ma ai blocchi di partenza, grazie. E vediamo che eolico azzurro, solare, giallo, hanno delle prospettive di investimento molto alte, però ciò nonostante, il nucleare naturalmente ha un problema di costi ancora, di cui forse ci parlerete. Andiamo alla slide numero 8, ne ho molto poche in realtà, in cui si vede il costo, cosiddetto LCOE, cioè il Light Cost of Energy, e qui purtroppo vediamo che il nucleare è passato da 123 a 180 dollari al megavatore, che è enorme, mentre se prendiamo il solar PV, che è quel giallo che scende precipitosamente, anche grazie alla Cina naturalmente, ecco, c'è un... è incomparabile il confronto, scendiamo a 60 dollari al megavatore, quindi un terzo. Quindi da questo punto di vista i costi frenano, bisogna essere molto sicuri, come ci dirai, per investire nel nucleare. Tuttavia sono certamente complementari, al di là di questi aspetti, appunto, prettamente. Scusi, professore, adesso se la interrompo. No, volevo solo, secondo me, da comprendere. Questo è il costo di produzione di elettricità da quelle fonti. Quindi voi vedete che, per esempio, il solare è a 60 ed è il più basso, perché ovviamente, insomma, una volta fatto l'investimento poi quello è. E giustamente la professoressa diceva che il nucleare a 180 è ancora poco competitivo rispetto anche... rispetto a tutti, al gas, al carbone. Ovviamente se vogliamo fare un ragionamento di finanziario e non di transizione energetica. Però questo è il costo all'uscita dell'impianto. Esatto. Poi è chiaro che dobbiamo parlare anche... Io posso dire che le rinnovabili comunque necessitano di un sistema elettrico molto più complesso e quindi non si può contare soltanto il solare, l'eolico, la produzione di elettricità, ma anche i costi di adeguamento delle reti. Allora questo potrebbe essere considerato un quadro un po' parziale. No, grazie mille, anzi, non è parziale. È strettamente economico, è più che parziale, perché le rinnovabili hanno un problema. Per esempio, oggi non c'è sole, non sono programmabili, hanno bisogno di un BEC. Se questo BEC, questa riserva, in parte, ma non voglio entrare nell'etaglio, è fornita, per esempio, dal nucleare, c'è una continuità, una garanzia ovvia. Quindi questo è indispensabile, essenziale. Oppure è fornita da altre, diciamo, la riserva, come sappiamo, lo stoccaggio, da altri input intermedi, per esempio le batterie, e si apre tutto un altro capitolo che riguarda la geopolitica, nel senso la dipendenza da chi controlla le materie critiche per questo, quindi la Cina, chi controlla al cobalto, l'Africa, ma soprattutto controllata a sua volta dalla Cina, penso, al Congo. Ma insomma non è semplice il mondo dell'energia elettrica. Quello che infatti la ringrazio molto, perché quello che a me sta a cuore è mettere in evidenza la complementarietà delle due fonti in questo caso. Certo che costa, ma il costo non basta. Entriamo subito quindi nella geografia del nucleare, a geopolitica, diciamo. Un aspetto che non ho accennato finora è che in queste riunioni dovrebbe essere un punto di incontro, il cambiamento climatico, perché è un obiettivo di tutti, naturalmente, di tutte le regioni del pianeta occidente e oriente. Infatti non a caso Xi Jinping e Obama si sono poi trovati a Parigi nel 2015 perché l'obiettivo è comune. Però mi piace ricordare purtroppo che i BRICS, Brasil, Russia, India, di cui adesso si parla molto, nella contraposizione oriente e occidente, sono nati proprio sulle responsabilità del cambiamento climatico. Io ero a Bali quando questo è avvenuto e questi paesi, tra cui appunto Brasilia e India, cioè i BRICS, protestavano sul fatto che, certo, loro sono quelli che inquinano oggi di più, ma la responsabilità pregressa della quantità di CO2 che è stato accumulato nell'atmosfera e non stare dell'Occidente, ne pregressa. Quindi anche in questo caso, nel caso geopolitico, c'è una complessità che vale la pena ricordare. Per quanto riguarda la geografia del nucleare, qui è interessante vedere... Noi siamo abituati a dipendere dal gas e dall'olio e dal petrolio, con tutte le difficoltà che le crisi del petrolio negli anni 70 ci hanno dato e l'ultima del gas ci ha dato. Adesso il nucleare ha una possibilità in più, in questo senso, di minore dipendenza. Tuttavia, c'è un aspetto geopolitico che non deve sfuggire. Qui mi chiederei per piacere le slides 2 e 3, 4, in fila prima la 2, perché una cosa che noi non sappiamo o non controlliamo bene da casa nostra è che, di fatto, il nucleare, la vendita del nucleare da parte dei paesi che lo costruiscono è soprattutto a paesi che lo potrebbero usare militarmente. Qui è interessante vedere come la... militarmente, nel senso che sono già attrezzati per un nucleare militare. E questa è una scoperta che ho fatto di recente per studiando per questa occasione. Ed è molto interessante, perché è molto preoccupante anche. La Russia vende in Turchia, Egitto, India, Cina e in questo momento ha un ritardo. Tuttavia, è la Russia che si accorde su questi aspetti. Scusi se la interrompo, perché non vorrei che poi il pubblico si perdesse troppo. Ci torniamo su questa cosa, però io cerco di interpretare anche un po' gli umori del pubblico. E non vorrei al tempo stesso che questo panel diventasse un inno al nucleare. Allora, c'è un elefante nella stanza. La mia fatta nella stanza è la sicurezza. Allora, mi rendo conto che sto chiedendo all'oste se il vino è buono, però chiedo a Buono che sta lavorando a un nucleare di quarta generazione. Ma questo nucleare è davvero sicuro? Beh, lo è stato storicamente moltissimo, perché è stata la forma di produzione di energia più sicura al mondo. Quindi questo è già un dato di fatto. Figuriamoci adesso che arrivano dei reattori che non possono più neanche avere gli incidenti del passato, perché sono disegnati con criteri di ulteriore sicurezza. Quindi mi sento di mettere la mano sul fuoco, sulla questione della sicurezza degli impianti. Ci spiega perché, per esempio, gli impianti a cui voi state lavorando, che state progettando, sono intrinsecamente sicuri? Noi facciamo il modo che si spengano da soli anche in caso di aggressione, di qualsiasi tipo di incidente, etc. perché non usiamo le caratteristiche fisiche della macchina al limite. I reattori di oggi sono fatti, per esempio, da acqua pressurizzata, per riuscire a affreddare in modo efficiente il reattore sono 160 bar. Se succede un problema, per esempio, di perdita di tutti gli impianti, le pompe, etc., un aumento di temperatura potrebbe effettivamente indurre una reazione dell'escaldamento eccessivo e la rotola della macchina. Questo è un esempio di funzionamento nei limiti delle proprietà fisiche. Noi per esempio li affreddiamo col piombo che può aumentare di centinaia di gradi senza interrompere la macchina. In realtà bastano poche decine di gradi per spegnere il reattore fisicamente perché la fisica fa in modo che si spenga e in più anche la dilatazione termica permette al reattore di spegnersi da solo. Quindi è un reattore che, se uno lo vuole proprio danneggiare, si spegne da solo per forza senza rompersi, perché gli acciai poi resistono magari anche a un migliaio di gradi, mentre dopo arrivato ai 600 gradi si spegne da solo. Questo è un esempio. Vedevo che lei guardava con interesse la curva dei costi che rappresentavamo prima, perché in realtà quelle erano le vecchie tecnologie. Le vostre tecnologie o comunque le nuove tecnologie abbassano i costi in maniera rilevante, mi pare di capire. Sì, noi abbiamo, nei nostri calcoli, abbiamo una LCOE, questo parametro che mostrava prima, fra 50 e 70 euro, quindi simile a quello del rinnovabile adesso. Però la differenza è che appunto quello è il costo dell'elettrone fuori dall'impianto. In realtà per chi paga la bolletta deve pagare due altri costi. Uno è quello del mercato, perché di notte non c'è sole, magari non c'è vento, soprattutto la mattina della sera, se voi guardate le curve di prezzo giornaliere, ci sono due picchi. Quindi se si può vendere solo nel mezzo della giornata, alla fine il prezzo crolla e si formano questi andamenti del mercato molto complicati. Quindi il fatto di poter avere un'energia disponibile da un lato livella proprio questi problemi e aiuta proprio il mercato ad essere più stabile. Dall'altro in realtà il valore del nostro elettrone è molto più elevato perché è disponibile in modi e in tempi che non sono quelli del solare o dell'eolico. E un altro aspetto molto importante, forse se mi date la slide 9, da un lato è che è un'energia che è molto più elevata, mi è molto interessato questo slide. Questi sono i costi, credo. Questa è la Power Generator. No, no, no, questa no, ce n'era quella... No, no, quella prima, scusa, che cresceva l'utilizzo delle rinnovabili. Era forse sì quella di prima. Quella della produzione, si. Scusate, questa, scusate. Vedete che in realtà anche il gas sta salendo moltissimo perché per evitare per esempio gli accumuli, quindi le spese enormi degli accumuli delle rinnovabili, bisogna avere delle turbine a gas che sono pronte a partire. Questo è il cosiddetto capacity market. E quindi anche il gas per sopperire ai momenti in cui le rinnovabili non funzionano ha avuto una bella crescita proprio perché c'è anche questo fatto che bisogna installare più turbine, più capacità per sopperire in quei momenti. Quindi noi non abbiamo le batterie oggi, però abbiamo degli impianti spenti che vengono pagati, quindi li ritroviamo costo in bolletta, perché non dico che passa la nuvola, ma arriva la perturbazione che magari non era prevista. Altrimenti il mercato ogni giorno si deve adattare, quindi c'è un mercato giornaliero dell'energia che sulla base delle previsioni crea un equilibrio fra tutte le fonti e poi però se cambia un pochino le condizioni il giorno dopo bisogna anche pagare questo capacity market di continuare a erogare energia anche in India. Però io sul rapporto rinnovabile e nucleare ho una perplessità, vedo complementarietà, però il fatto che il nucleare vada per tantissime ore e fornisca questa elettricità costante, nei momenti in cui le rinnovabili comunque vanno a pieno regime, non rischiano poi di mandarle fuori mercato, Tabarelli? Sì, vanno fuori mercato e purtroppo che questa complessità di questi mercati, quando c'è molto sole, molto vento, producono tantissime elettricità, i prezzi crollano, vanno anche sotto zero come è stato pochi giorni fa, come accade spesso in Germania, e purtroppo l'energia elettrica per fortuna è un servizio, non so neanche come chiamarla, un bene, è qualche cosa di magico che ci vuole sempre, 8.760 ore all'anno, cioè sempre. Più andiamo avanti, più sarà così l'elettrificazione delle nostre società, il futuro, ci sarà un'accelerazione della domanda di elettricità, che è una cosa che comincia da molto tempo fa, stamattina parlavamo molto di idroelettrico di queste montagne, che ce n'è ancora tantissimo bisogno. Per tanto, le bellissime rinnovabili, pulite, disperse, grandi distese, grandi quantità di materiali per realizzare le strutture, per raccogliere tutta questa energia concentrata, perché noi nella vita da sempre l'uomo ha bisogno di densità energetica, non solo di energia, perciò densità fino a ora ce la dà tantissima, il fossile, il petrolio, il gas, il carbone, sostituirla è difficilissimo. Chi ci dà tanta densità energetica senza emissioni di CO2 è il nucleare. Però visto che siamo tutti a favore del nucleare, qua io sollevo subito due punti, ma forse ce l'hai già in mente tu, non voglio dire che non voglio più fonti rinnovabili, nessuno può essere contro, però hanno un impiego limitato, cioè in Italia siamo solare e olico, siamo il 16% della produzione elettrica, che però l'elettricità è un quarto dei nostri consumi energetici e rappresento sul totale il 5% della nostra domanda energica, che fra l'altro sta calando. La prima domanda è un minimo del 2001, questo ci deve preoccupare, consumiamo meno elettricità perché ci stiamo industrializzando in Europa, ma se dovesse risolvere il problema del cambiamento climatico, il nucleare è indispensabile. Finisco ricordando una cosa, che la prima fonte di produzione elettrica in Europa in quest'istante, come nei precedenti 30 anni, parliamo del futuro di small, modular, micro, cioè piccolini, grandi, medici, questi nuovi di Stefano, ma noi abbiamo un problema immediato. Noi siamo il paese, il mondo, tra quelli grandi, e in Europa, che più dipende dall'importazione dell'elettricità dall'estero. Quell'elettricità, noi importiamo 55 terawatt-ora, e non abbiamo mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai mai Noi non siamo capaci di fare la nostra elettricità, questo è gravissimo. Ad aprile 15% di elettricità, però è vero che due anni fa, quando le nostre imprese italiane, non si fermano la regola. Devi fare la media nell'anno, poi c'è aprile, poi ci sono dei giorni che abbiamo esportato molto. Però quell'anno lì era un problema, il nucleare francese potrebbe adesso essere ripreso, però attenzione, noi dipendiamo dall'estero. Invito tutti a ricordare cosa è successo nel settembre del 2003. Gasparini, la filia nucleare non è soltanto industria, è anche espertise, è anche università, centri di ricerca. I paesi europei cosa stanno facendo in questo momento per riagganciare questo treno? Alcuni non l'hanno perso, se vogliamo considerarlo un treno, altri invece. Grazie mille per l'invito e grazie a tutti gli ospiti, voglio rispondere prima alla domanda e aggiungere qualcosa. Io sono rappresentanza della Italian Nuclear Generation, è l'associazione italiana nucleare, il ramo Under 40. Raccogliamo i centri di competenza, università, industria e centri di ricerca in Italia, ma la sezione Under 40 è ricca di persone che vivono Belgio, America, Francia, Inghilterra. Raccogliamo tutti gli italiani che sono interessati a poter contribuire alla rinascita del nucleare in Italia e stiamo mappando le competenze che abbiamo, che sono fortissime ancora rimaste sia qui in Italia ma soprattutto con il network di italiani e esperti che lavoriamo dappertutto in tutto il mondo. Quello che preme sottolineare è che il nucleare all'estero si è sempre aggiornato. Abbiamo una risposta per ogni dubbio che è stato sollevato. Accoppiamento rinnovabili nucleare non sono in competizione, i reattori in America sono adesso dimensionati e disegnati e costruiti per avere l'interazione all'accoppiamento di rinnovabili e centrali nucleari in modo che il reattore opera un po' a meno la piena potenza per permettere l'interazione dell'elettricità che può provenire in maniera fluttuante dalle rinnovabili e quando c'è bisogno di inserire elettricità perché magari non c'è sole e vento, il reattore viene operato in maniera potenziata. Per non creare questo disaccoppiamento i design moderni hanno anche questa possibilità, cioè già prevedono l'accoppiamento nucleare rinnovabile e con le nuove tecnologie, con i sistemi di fluidi che possono mantenere il calore un po' più a lungo, riusciamo anche a sviluppare entrambe le tecnologie in modo molto ottimizzato. L'Europa, ma soprattutto il mondo, ha avanzato in tutte le tecnologie per permettere la distribuzione del nucleare assieme alle rinnovabili, ma ovviamente non in competizione con altre tecnologie. Io lavoro come consulente senior di nuclear engines and use, è un'azienda di sicurezza americana, siamo un team nucleare, ora c'è anche un team nucleare europeo. Va ricordato, secondo me, che comunque le centrali della seconda generazione quelle che abbiamo in Francia, Slovenia e Svizzera e da cui noi prendiamo l'elettricità, sono state rimodernate, hanno dei sistemi di sicurezza comunque alla stregua delle centrali che vengono costruite e disegnate oggi. Quindi la sicurezza è un imperativo per noi dell'industria nucleare, non è qualcosa che non c'è, è già la sicurezza, come ha menzionato Stefano Buono, lo ringrazio, è sempre stata sicura ma si è sempre rimodernata e quindi è importante dare anche questo messaggio che noi cerchiamo di dare tramite anche l'under 40 come messaggio. Le centri di nutrire sono sicure, sia quelle che ci sono oggi, quelle di domani, quelle di dopodomani. L'importante appunto è riconoscere lo sviluppo del nucleare nel mondo e cercare di apprendere le competenze migliori che ci sono in Italia, che sono rimaste, come avete ricordato bene, comunque aziende della manifattura italiana hanno, sono riuscite a fornire dei componenti, dei tubi particolari che magari la filiera francese in quel momento non aveva. Questo è un segnale per dire, siamo usciti da 35 anni nella produzione di energia nucleare ma abbiamo comunque mantenuto delle competenze che sarebbe bello poter operare anche all'interno del nostro paese. Quindi la nostra associazione under 40 raccoglie italiani nel mondo. Certo, tutti abbiamo questa speranza di poter anche un giorno magari poter lavorare qui. Grazie. Solo una cosa e poi ti faccio una domanda. Prima di tutto per concludere il discorso della sicurezza, e questa è una cosa carina anche, è talmente centrale nell'arco di tutta la vita di un progetto nucleare, la sicurezza, come non è in nessuna altra tecnologia a parte l'aerospaziale che sia ispirata a quella nucleare, che si dice che il primo prodotto di una centrale nucleare è la sicurezza, poi viene il prodotto che si vende. Perché? Perché il progetto viene costruito attorno alla sicurezza, ai sistemi di sicurezza che sono centrali. Il progetto di una tecnologia convenzionale energetica viene costruito intorno all'equipamento che deve produrre il prodotto da vendere. Nel caso della centrale nucleare viene costruito intorno alla sicurezza. Ecco, scusate, poi chiudiamo il tema della sicurezza, però cerco di interpretare anche qua, qualcuno potrà fare questa domanda. Però io vi cito Fukushima, Chernobyl e Three Mile Island negli Stati Uniti. Perché sono avvenuti questi incidenti? Sono stati in errori umani o sono stati del… Allora, Three Mile Island è stata frutto, è una centrale di seconda generazione dove il danno sia ambientale che alle persone, non c'è stato, non so se è mai stato detto questo, zero. Su quattro ci sono le interpretazioni che non ci sono. Ci sono i dati delle Nazioni Unite e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità. Va beh, però va. Però ha insegnato molto, siccome gli incidenti sono molto rari nei cittadini nucleari, ogni volta che c'è uno viene dissezionato in ogni suo aspetto. E ha insegnato quello che poi è stato ricevito dalla terza generazione o terza generazione avanzata. Chernobyl era un fuori standard completo. Una centrale che non doveva neanche esistere e nonostante questo hanno fatto un esperimento in quella centrale, non vi do i dettagli, non ha autorizzato neanche dalle autorità russe. Il venerdì poi, che è un momento critico di richiesta di carico con il combustibile quali si è sorrito, hanno messo in fila quello che non si fa ma che si insegna, non si fa, al terzo anno di ingegnere nucleare. E va bene. Ed era una centrale fuori standard completo, non aveva le tre barriere di sicurezza e poi Fukushima l'avete vista. Anche lì c'è un problema ambientale perché c'è un'area, come in tanti altri incidenti energetici non nucleari, c'è un'area da riprendere, da riportare a Greenfield, però al di là di quello impatti alle persone non ci sono stati. Beh in realtà c'è meno radioattività che orvieto in questo momento attorno al recente Fukushima, quindi in realtà non c'è da fare bonifica. Scusatevi. Orvieto però è piena di radon, ecco perché l'hai sciolto. Noto che comunque sulla sicurezza siete sensibili e siete preparati, a questo già è già un buon senso. Ma lo è l'industria nucleare. Però c'è anche un fattore di competitività delle imprese, Tabarelli, come ricordava anche ieri Orsini, le nostre imprese comunque che l'elettricità la pagano tanto. Sì innanzitutto faremo un referendum per il nucleare, perciò ne parleremo molto lungo, avremo da discutere lungo, perché la percezione nell'Occidente è che questa è una tecnologia ancora in sicura, la gente decide, a parte che fanno opposizione adesso su tutto, anche sugli pannelli, sarà un percorso difficile. Però la cosa nuova è che c'è, a parte che come dicevi tu, la fila che c'era fuori o testimoni, all'interesse, e ripeto non c'è CO2. Poi c'è grande interesse da parte dell'industria. Noi, l'Europa ne abbiamo parlato tanto, quattrocento, della professoressa ha detto che dobbiamo decarbonizzare, dobbiamo essere più puliti. Certo, facciamolo, dobbiamo abbandonare, però ha dei costi straordinari. Il prezzo della CO2 in Europa è uno degli ostacoli fondamentali per il futuro della nostra industria, c'è la deindustrializzazione in corso, i prezzi dell'elettricità noi lo paghiamo nella nostra industria in condizioni normali, tre volte quello che paga la Cina o gli Stati Uniti e pertanto stanno chiudendo e allora stanno guardando delle soluzioni per avere delle elettricità a buon mercato. Certo, se prendiamo Flamanvela o Inkelpone o la Finlandese non sono proprio così bassi i costi, però i francesi pagano meno. Io vi do la mia testimonianza, ho la fortuna di seguire un grande impianto industriale italiano che è l'acceleria di Taranto, lì c'era Ars Roll Metal che ha chiuso, c'è un sacco di altre ragioni, però ha deciso di fare lo stesso impianto che aveva in idea di farlo a Taranto lo farà a Dunkerque dove il famoso film lo sbarco lì di fianco c'è una ciaieria e lo fare. Una delle ragioni per cui lo farà è che il progetto di fare dell'idrogeno che ci vuole tanta elettricità lo fa lì anche perché la Francia, Macron gli ha detto EDF, cioè la loro Enel, dagli l'elettricità a 43 euro per megawattora. Ecco noi questi 43 euro per 2 megawattora ce li suoniamo e perché lo fa Macron? Perché ha 56 reattori nucleari. Poi discutiamo finché vogliamo che non considerano le scorie, che non considerano la scoria, intanto l'investimento che era a Taranto lo fanno là e noi abbiamo questo problema che abbiamo 11.000 dipendenti da pagare lo stipendio e da far ripartire l'impianto e così sono le ceramiche di sassuolo, così sono le cartiere di Lucca, così sono le acceglierie del rottame di Brescia. Insomma, nostra industria guarda a questa soluzione dei piccoli reattori oppure vi cito le grandi nave che vanno avanti indietro dall'Asia con i container, devono abbandonare i fossili e allora Stefano, io ho imparato una cosa, lui è un grande sostenitore del cinema, è venuto con grande, mi ha fatto conoscere Ola di Verstone l'altro giorno, quest'inverno a Bologna e dal film io, che sono un grande esperto, cioè non un grande, insomma è qualcosa di energia, imparo che ci sono 100 reattori di questo tipo in giro per i nostri mari che entrano nel porto di Genova o di Napoli e fare le manutenzioni. Tabarrelli si riferisce al film nuclear now che è stato finanziato da nuclear. Prodotto. Prodotto da nuclear. Allora, io ti chiedo due, tre cose flash perché poi secondo me ci sono domande dal pubblico. Diciamo, andiamo con la Francia. Ed F è fallita, è fallita con 70 miliardi di debiti e che lo Stato francese ha dovuto nazionalizzarla e che ha ridotto la propria produzione di nucleari in modo tale che noi abbiamo esportato tutto l'anno in Francia. Quindi attenzione ai modelli avanzati in qualche modo perché sulla Francia qualche dubbio lo pongo. La seconda cosa che vorrei dire, poi mi ritiro subito, la seconda cosa che vorrei dire è che la sicurezza non è solo quella fisica ma quello che accennavo prima è il problema della sicurezza che io chiamo geopolitica perché l'aspetto che accennavo per cui la Russia sta producendo centrali nucleari per l'Egitto, la Turchia, per paesi non proprio allineati con l'Occidente crea allarme. Mettiamoli in questi termini. Non è ancora un allarme manifesto però crea all'arma perché dopo il 1970 quando abbiamo fatto il trattato sul non uso nucleare, adesso c'è una sorta di ritorno da parte di questi paesi nei confronti di un utilizzo potenzialmente non human friendly. Allora quando la Russia, con questo chiuso, usa il nucleare come rompigliaccio per collegarsi grazie al cambiamento climatico, per collegarsi passando dalla calotta del nord o perché si è sciolto il ghiaccio, arrivare in Cina, va benissimo. Il problema è che uso collaterale può fare questo, quindi la sicurezza è anche tra virgolette militare di difesa secondo me in questo caso che è un altro tassello che nella complessità della situazione energetica ha avuto presente. Un altro dubbio che abbiamo un po' tutti e un'altra domanda che ci potrebbe essere sono i tempi buono. Queste tecnologie di terza generazione plus che voi non fate però voi fate quarta generazione, quando si prevede che possano essere industrialmente spendibili? Il nostro primo reattore sarà pronto nel 2031 in Francia, quindi direi presto. Già stiamo lanciando alcuni reattori commerciali fin da adesso per fare un deployment durante tutta la prossima decada, quindi credo che magari già da quest'anno cominceremo a annunciare i primi accordi. Quindi è una realtà commerciale già adesso perché siamo obbligati, se vogliamo, a fare i contatti, però ovviamente i primi reattori di un rilancio di tutta un'industria che si definisce in modo diverso prende qualche anno. L'obiettivo è fare reattori in tre anni, cioè una volta ottenuta l'etorizzazione e identificato il terreno e aver fatto tutto quanto la fase di investimento deve durare tre anni e questo è possibile se il pezzo è grande e un bidone di sei metri per sei, quindi più piccolo di questa stanza praticamente. È tutto materiale trasportabile e quindi se uno ha ben impostato un'industria, ma di fattoria, una supply chain, allora è più semplice che costruire una nave, fare un piccolo reattore modulare. Questo è l'obiettivo dell'industria adesso, per quello si parla di piccoli reattori perché c'è questa chiave della velocità dell'investimento che è importante oltre la dimensione dell'investimento. Grazie, Mastro Antonio, la vostra esperienza, perché voi all'estero del nucleare avete continuato a gestirlo, quindi che cosa potreste dire a un gruppo energetico che volesse impegnarsi su questo fronte? Allora, si, confermo che noi non ci siamo mai sganciati dal nucleare, operiamo reattori nucleari tramite la nostra controllata indesa in Spagna, ne abbiamo costruito uno in Slovacchia, messo in rete recentemente, di terza generazione co-personale italiano nostro, Ener, quindi insieme ovviamente al personale della società slovacca e c'è stata molta complessità per i motivi che raccontavo prima, quindi grandi reattori fatti dopo vent'anni dove c'era evidentemente una supply chain che si era addormentata e c'erano delle competenze che si erano addormentate, le stesse autorità di controllo che devono verificare la documentazione che è un ciclo specifico proprio della sicurezza nucleare, contrariamente alle altre tecnologie dove si lavora allo stato dell'arte dell'ingegneria, secondo le buone e le norme dell'ingegneria nel nucleare poi vengono verificate queste cose a fronte di i supposti design-based accident, cioè incidenti basi di progetto, tutto questo percorso anche l'autorità non era più allenata a farlo, quindi abbiamo subito anche noi questi ritardi, abbiamo subito anche noi questi extra costi. Queste nuove tecnologie che vi ho raccontato promettono il cambio del paradigma, la produzione di serie, i cantieri più snelli, quindi se queste cose saranno confermate la prova dei fatti sono un'opportunità importante per un utility che vuole spingere sulla decarbonizzazione e sull'elettrificazione, perché che abilitano scenari implementativi che possono essere di interesse per un utility, tant'è che si possono combinare più bundle di prodotti, energia, calore, calore industriale, produzione di idrogeno, quindi però dobbiamo vedere se tutto quello che sulla carta oggi è descritto sarà conformato alla prova dei fatti. Chiaramente per un utility che investe è importante anche la sicurezza finanziaria, oltre che la sicurezza nucleare, quindi dobbiamo capire se tutto quello che percepiamo si tradurrà in realtà, questo è importante. Posso aggiungere una cosa velocemente, è cambiato davvero il mondo negli ultimi due anni, la Francia nel 2012 aveva una legge che prevedeva di ridurre di un terzo gli impianti nucleari francesi, è vero che il mondo si è addormentato per tantissimo tempo, negli ultimi due anni è cambiato tutto, moltissimi paesi europei sono tornati totalmente indietro e stanno rilanciando le politiche nucleari, quindi non è tanto giusto vedere i costi del passato, i prezzi del passato, i problemi del passato, se guardiamo nel futuro stiamo vedendo completamente un altro mondo, in cui la parola nucleare si può addirittura ripetere, a livello dell'Europa era vietato, delle istituzioni europee era vietato scrivere nucleare, qualcuno dell'UNEC che ho incontrato qualche giorno fa mi ha detto che loro dovevano utilizzare la frase energia programmabile a bassa emissione di carbone, in se che nucleare, in loro rapporti, ti rendi conto. No ma questo è il tema, è vero Stefano ha detto una grande verità, torniamo sempre a dire la stessa cosa e va ribadita anche qui, neutralità tecnologica, usiamo tutte le tecnologie di cui disponiamo per raggiungere gli obiettivi ambientali che ci siamo posti. Gasparini, i giovani, qual è la percezione oggi dei giovani del nucleare? Sì, la percezione dei giovani. Visto che lei è sicuramente la più giovane, la più autorizzata, No sicuramente ringrazio, anche sono qui rappresentanza degli under 40, c'è molto più apertura mentale, molto più interesse sia tecnico che sociale verso il nucleare proprio per lo sviluppo che può anche dare, quindi highly skilled jobs, quindi buonissime opportunità di lavoro ad alto valore aggiunto, lavorare in un ambiente internazionale in cui devi avere veramente un'apertura mentale per poter lavorare con tutti i paesi del mondo. Quindi i giovani vedono con interesse questa tecnologia anche perché non sono stati così tanto influenzati dalle campagne magari molto di disinformazione avvenute in Italia post Cernobile, post Fukushima. Quindi sicuramente non avendo subito una certa sorta di influenza abbiamo come una mente più trasparente. Una cosa solo che vorrei aggiungere se posso è giustissimo il punto che è stato portato in avanti. L'associazione italiana nucleare come tutte le associazioni europee si occupa del nucleare civile pacifico e gli utilizzi delle rattori ad oggi nel mondo sono tutti fatti in modo che debbano e possano essere solo utilizzati per scopo pacifico. Nel caso uno Stato poi voglia infrangere i trattati internazionali e di non proliferazione, ma quello non è della tecnologia nucleare. La tecnologia nucleare è un reattore nucleare civile, oggi non può più essere utilizzato come era stato disegnato un tempo per gli scopi militari. Poi sicuramente è complesso ma il nucleare civile è di per sé civile e pacifico e ci sono l'agenzia internazionale per l'energia atomica che controlla tutti i reattori pacifici del mondo. Posso dire una parola positiva dopo averne detto tante negative, che è che in Europa abbiamo il progetto ITER, che è questa diffusione, questo progetto straordinario che unisce i diversi paesi nel mondo, tra cui i russi a Cina, Giappone, Stati Uniti. Ed è impressionante, l'Enea è un capofila di questo, ed è impressionante che durante la guerra i russi abbiano continuato a fare la loro parte. Quindi ritorno all'idea che il cambiamento climatico, l'energia, sono tutti elementi beni comuni globali che in qualche modo, di cui l'Italia fa parte. L'Italia è all'avanguardia con l'Enea su questo progetto ITER che in fondo non parliamo così male dell'Europa. Grazie. Grazie. No, solo una cosa, io sono un po' pedante, però quanto è avvenuto dopo Chernobyl, non erano solo campagne di disinformazione, comunque gli incidenti ci sono stati, e proprio partendo dagli errori che cerchiamo di migliorarci e di guardare al fuori. Ti aiuto, ci sono stati 54 morti certificati in Chernobyl. Però non vuoi approfondirsi? No, io approfondisco, però non vorrei addentrarmi su questo discorso, perché poi rischiamo di perdere la prospettiva sul futuro e guardiamo soltanto al passato, e lei diceva non guardiamo al passato. Comunque i dati della Chernobyl Tissue Bank sono disponibili, quindi da scienziato forse hai un occhio un po' più clinico, ecco. Forse da scienziati tecnici vediamo i numeri e non abbiamo questo sentimento di rischio, percezione del pericolo, perché vediamo i numeri rispetto ai incidenti chimici, ma non perché la chimica sia negativa, nel senso se tu compari gli incidenti nucleari con qualsiasi altro incidente, coi numeri alla mano è il più sicuro, forse per quello noi intendiamo campagne di disinformazione, perché se chiedi a una persona per strada quanti morti sono successi dopo Fukushima, la persona ti dirà 20.000, ma i 20.000 sono dello tsunami, la centrale, le radiazioni hanno avuto zero vittime, in questo senso. Se posso correre in tuo aiuto. Il rischio è un argomento abbastanza complesso e non può essere trattato di pancia, ovviamente deve essere trattato con dei numeri, con delle relazioni. I studi più importanti sono quelli che cominciano a valutare le fonti di energia e l'impatto che possono avere sull'ambiente, sulle persone, con il cosiddetto life cycle assessment, cioè studi molto complessi che prevedono l'analisi dell'impatto di queste fonti di energia, perché tutte le fonti di energia impattano l'ambiente, lo ripeto, tutte, dall'origine, quindi addirittura dal mining, cioè dall'estrazione del minerale che serve fino al greenfield, cioè quando è tutto finito, il decommissioning, i dati non ve li anticipo, sono disponibili, ha fatto un bellissimo lavoro l'UNEES, l'organismo delle Nazioni Unite, nel 2022 credo, i dati sono disponibili, potete andare a consultare, parliamo delle Nazioni Unite, quindi diciamo una buona referenza che non dovrebbe essere orientata. Grazie, io però non voglio rubare il tempo alla nostra platiera, l'ho già rubato fin troppo, quindi... Domanda? Ne racchiamo 4 o 5 e poi cerchiamo di rispondere. Allora, vabbè, io parlo forse per interesse personale, perché mio figlio è un ingegnere nucleare, quindi il problema sono i giornalisti. Cioè, non possiamo noi fare un dibattito così, parlare del fatto che l'inocleare non è sicuro. Purtroppo i ragazzi che sono... L'altro giorno mio figlio mi ha detto papà voglio fare il designer. Il designer, molto quello che hai studiato. Sì, perché lui è appassionato al cuore della centrale e chi studia quella roba lì è un designer, per dire che i ragazzi sono interessati. Però, e lui continua a dirmi, fate qualcosa voi grandi per far capire in Italia che il nucleare, senza nucleare, non c'è futuro. E quello che abbiamo ascoltato oggi non mi rassicura di più di quello che già sapevo, ma dovrebbe rassicurare tutti, tra l'altro rispetto all'anno scorso, Davide, che eravamo in un'altra sala, c'è il doppio di giovani presenti rispetto all'anno. Quindi vuol dire che effettivamente interessa il tema. Noi grandi dobbiamo far capire che questa tipologia di sviluppo economico, di fatto, oltre che solo che di produzione di energia, oltre a essere totalmente sicuro. Totalmente sicuro, dobbiamo dirlo. Cioè, non è che... perché dopo chiaro, il titolo di giornale, si parla dell'Ucraina perché c'è la centrale nucleare più grande d'Europa e quindi tutti sono preoccupati che esploda. Mi risulta che non possa esplodere, per esempio. Quindi, forse nonostante una tecnologia molto vecchia e sicura, ma il nostro compito, secondo me, di egli operatori, è quello di far capire alla gente che è ancora in mente Cernobi, certo, perché quella è stata una campagna mediatica importantissima, fatta probabilmente in quel periodo lì anche in maniera, diciamo, chiamiamola corretta, ma siamo passati dal passato, dobbiamo guardare al futuro. Quindi la nostra responsabilità, i panel, e io chiedo sempre ai giornalisti a chi opera nel mondo della comunicazione, facciamo informazione perché il mondo, l'Italia, ha bisogno oltre a produrre i più bravi ingegneri nucleari del mondo, perché in tutte le centrali del mondo ci sono ingegneri italiani, facciamo in modo che anche in Italia, non per ultimi, possibilmente, si arrivi a far capire questo. Al massimo sono le risposte. No, Salva, io volevo esprimere, diciamo, due considerazioni. La prima è che effettivamente oggi stiamo parlando di nucleare, non il vecchio nucleare delle grandissime centrali, ma nucleari, appunto, come ha detto prima Luca Mastrantonio, dei Modular Reactor e gli Advanced Modular Reactor. Quindi sono, diciamo, centrali piccole, sostanzialmente facilmente gestibili, modulari, che possono dare veramente un contributo alle fonti rinnovabili, alla produzione intermittente. Però quello che volevo sottolineare due aspetti. Il primo è che, ovviamente, per realizzare queste centrali nucleari abbiamo bisogno del combustibile nucleare, cioè l'uranio. Quindi noi non siamo produttori di uranio, ma lo dobbiamo importare. Quindi passeremo praticamente da un paese importatore di elettricità, come diceva Davide, a un paese importatore di materia prima, uranio, che è un materiale, diciamo, abbastanza gestito, penso, dalla Russia, che ovviamente ha giacimenti. L'altro tema che volevo porre all'attenzione, appunto, di noi è quello dell'accettabilità delle centrali. Praticamente queste centrali, seppur piccole, hanno bisogno di uno sviluppo territoriale. E quindi, siccome noi ci troviamo in un paese, come l'Italia, che è un paese ad alta densità abitativa, dove molti siti non sono disponibili, perché già sono occupati da centrali termolettrici, da impianti fonti rinnovabili, dove li andiamo a mettere questi small modular reactor, forse in siti industriali che sono già disponibili. E l'altro tema che volevo portare all'attenzione, l'hanno chiamato prima Mastro Antonio, l'ultima trama, quella della Life Savera Secrima. Se effettivamente il nucleare dà un contributo fondamentale alla riduzione dell'emissione di cremarteranti, perché non ha emissione di CO2, però nell'analisi dell'intero ciclo di vita, effettivamente, forse, qualche cosa di emissione ce l'ha. Quindi la domanda è quella. Le scorie radioattive di queste, dove le andiamo a mettere, che oggi ancora non abbiamo il sito individuato? Grazie. Allora, solo una percezione che la Russia controlli le forniture di oranio, solo data dal fatto che sono stati quelli che, diciamo, offrivano fino adesso il prezzo migliore. In realtà le scorte di oranio sono dappertutto. Il nostro nucleare utilizza i rifitti radioattivi degli altri reattori e li ricicla. E' per quello che riduciamo proprio già la materia che è stata già utilizzata. Per dare un'idea, la Francia ha 2.000 anni di energia gratis, solo dei propri rifitti radioattivi il 100% del fabbisone della Francia. Quindi in Europa, che produceva il 25%, c'è già una quantità indescrivibile di materia che possa essere usata per questo. Quindi, addirittura, siccome una città come Roma in un anno produrrà meno di questo tavolino di scori adottive, si può pensare a un deposito finale, addirittura europeo, non c'è neanche più bisogno di pensare all'Italia. Anche il tema delle dimensioni, però, per esempio, queste nuove centrali sono molto più piccole. Sì, sono più piccole e questo aiuta, come dicevo, la dimensione del nucleare comporta due cose. Sistemi che sono ulteriormente più sicuri, quindi con sistemi di sicurezza passiva, per esempio, quindi i cosiddetti NOFUKUSHIMA, e poi un contenuto di combustibile nucleare ridotto che consente appunto una zona di sicurezza più limitata. Questo permette di localizzare queste centrali anche su, come hai detto tu, in siti industriali dismessi oppure in situazioni brownfield. Il Department of Energy degli Stati Uniti, come avevano detto prima, sta pianificando di sostituire, una volta che ci saranno questi nuovi reattori, le centrali a carbone di media taglia, loro hanno tantissime centrali a carbone di media piccola taglia, con questo tipo di reattori, andandole a localizzare proprio dove sono queste centrali a carbone. Domanda rapidissima, grazie. Una cosa che volevo capire, premesso che sono un fan del nucleare, lo dico apertamente, perché penso che al di là di tutto, se non consideriamo nucleare, abbatte le emissioni di CO2 è praticamente impossibile solo con le fonti rinnovabili. Volevo capire, tutto bello, domani in Italia, a che punto siamo? Cioè nelle interlocuzioni con il Ministero di Competenza, parlo a player di Enel o Nuclio, a che punto siamo? Cioè interesse o qualcosa di più? Si vuol fare qualcosa, si può investire? A che punto siamo? A dipendere di questo, abbiamo una lì, le prendiamo assieme, e tante di qua, parliamo. Anche perché le abbiamo fatte solo da questo lato. Le abbiamo fatte solo a destra. Solo a destra, nostra destra però. Oggi dobbiamo stare attenti a quello che diciamo però. Io mi occupo di fusione, quindi non vi chiederò nulla sulla sicurezza, le tecnologie e quant'altro. Non dovete convincere me, dovete convincere una qualunque persona che il nucleare è sicuro. Io torno a casa ogni giorno e combatto per difendere quello che faccio. Qual è il piano per convincere che da qui a qualche anno faremo un referendum che è necessario? Quale sarà l'approccio? Oggi è per esempio un esempio di questa divulgazione, ma qual è il piano per catalizzare l'attenzione su questo tema? Sì, perché l'attenzione non è da poco perché nel senso unitario riusciamo a fare un termovolurizzatore. Vabbè, andiamo di là. Però poi ci dimentichiamo delle risposte. No, no, noi siamo quelli del non fare. Rapidamente, qual è lo stato del dibattito in Germania che è un po' il motore economico europeo? Io volevo sapere qualcosa in termini di flessibilità, perché i vecchi impianti sono usati in maniera molto flat come carico. Invece volevo capire queste nuove tecnologie come sono. E un altro elemento che mi incuriosiva è che dal punto di vista, noi ripendiamo molto dalla Cina in questo momento su tutto, sul solare, sul wind, su tutto. Dal punto di vista nucleare saremmo in grado di produrci questa tecnologia da soli. E cosa ci manca, se no? Grazie. Mi remetto che sono un fisico nucleare che era a favore del nucleare 35 anni fa e sono a favore del nucleare oggi, ma per applicazioni molto, molto specifiche, per esempio per andare su altri pianeti. Quando si parla di sicurezza, ovviamente il contesto questo non ce lo permette, però è un problema che deve essere trattato correttamente. Ci sono anche in Near Miss. Va a casa negli anni 90 in Giappone e si arruota una petroliera sopra lo scarico delle acque calde del reattore. L'ha salvato per il filo dei capelli. Mi stupisce che non sia citata zaporizza. Quando una centrale nucleare è così grande e contiene tanto combustibile può diventare argomento bellico. Quello è una bomba potenziale. Ogni giorno ci svegliamo, non andrà e non lo sappiamo. Ricordatevi che quando il nucleare si spegne occorre, non le pompe, per far andare il raffreddamento, altrimenti si incendia. E questo occorre ricordarsi. Non è che un pezzo di roba che sta lì fermo, anche il famoso piombo a subito di 350 gradi diventa solido e se capita una volta il problema non lo fa più ripartire e deve essere raffreddato. Detto questo, è un discorso da fare molto bene perché tutti i responsabili della sicurezza prima dell'incidente ripetevano esattamente le stesse frasi. Il passato ci ha insegnato e poi arriva Fukushima e guarda caso non ha insegnato. Detto questo, credo che sia molto importante il dibattito che abbiamo oggi. È molto molto importante. Però deve essere separato dagli interessi industriali evidenti e palesi e da un'analisi di quelle linee che salgono in quel modo impressionante perché parliamoci chiaro, il nucleare produce energia elettrica come i pannelli solari, come l'eolico. E quindi la rete distributiva è analoga, anzi è molto meglio, è rinnovabile perché la puoi mettere dappertutto. Lo spazio di superficie non è un problema. I metodi di accumulo stanno sviluppandosi a un ritmo molto rapido per cui se l'argomento è nucleare perché ci permette di accumulare e compensare di fronte a quelle curve e allo sviluppo della tecnologia è un argomento debole o vi servono argomenti più forti. Grazie professor Battistone. Questa è forse la sua domanda che ci vuole molta informazione perché bisogna effettivamente che si parli bene dell'informazione. Quello che ha detto lei è un po' confuso e potrebbe essere confutato, è difficile farlo in due minuti. Ci sono elementi giusti, riflessioni giusti ma anche cose un po' sbagliate. Però tutti noi abbiamo delle informazioni non complete e quindi è il nostro dovere darle. Quindi volentieri ci facciamo una chiacchierata anche per tardi. C'è il problema della Russia. Magari il tema dell'Italia a che punto siamo? In Italia non credo che ci sarà bisogno di un referendum perché i referendum servono ad abrogare le leggi, non ce ne sono. Le dobbiamo creare le leggi. E' quello che sta facendo effettivamente il governo. Il ministro Pichetto ieri ha detto che sta incaricando una persona per l'aspetto più legale, però ha avuto molte consultazioni con l'industria ma anche con il mondo accademico e gli esperti per cominciare a scrivere queste leggi. Quindi si sta facendo qualcosa. L'industria è pronta, ci sono 600 aziende che fanno produzioni per impianti nucleari nel mondo che sono italiane. Si sta investendo di nuovo in queste industrie. Personalmente stiamo investendo tantissimo in Italia. Quindi c'è una base industriale che permetterà poi di partecipare a nucleare. Magari anche non in Italia, quello europeo, perché in Europa sta succedendo molto. C'è solo la Germania che è rimasta ufficialmente a livello politico sulle proprie posizioni l'Austria, il Lussemburgo e la Spagna che non si esprime. Perché? Perché in questi posti ci sono ancora delle anzie politiche che hanno portato i paesi a prendere i nostri nucleari. Ci sono altri invece paesi come il Belgio, la Svezia, l'Olanda, in cui c'è stata una completa... la Francia stessa, in cui c'è stato un completo dietrofonte rispetto alla legislazione. E oggi credo che in Europa ci sia un movimento incredibile a favore del nucleare anche a livello politico. La Bay ha voluto investire nel nucleare. C'è stato un summit incredibile in cui 32 capi di Stato hanno dato supporto al nucleare da Bruxelles. Quindi ci sono tanti motivi per cui si sta muovendo in realtà il mondo in questo senso. Scusi, Tabarelli. Secondo lei, in Italia riusciremo davvero a farlo, questo nucleare, di nuovo. Se sei tra dieci anni, se lei dovesse puntare alla sua fiche, sempre in base al fatto che non il mio cortile o comunque il non fare triunfa sempre, qual è la sua percezione? Aldirà poi di quello che dicono i nostri politici, perché a parole la meloni neanche tanto, però diversi ministri sono d'accordo. Signor giornalista, che meno male che ci sono i giornalisti, non voleva criticare, perché noi dobbiamo fidarci soprattutto di quello che abbiamo di più ricco, che è la democrazia. La risposta è proprio per la democrazia, no, secondo me non ce la faremo. Però dobbiamo provare, siamo qua, dobbiamo, chi studia tutti i giorni, chi va a trovare sulla fusione, come quell'ingegnere nucleare, come quella più vecchia, lo dobbiamo perché c'è ansia del cambiamento climatico. Però, signor giornalista, grazie che ci siete, dobbiamo rispettare le regole della democrazia, perciò dobbiamo rispettare le domande che sono state fatte. Però, insomma, sostanzialmente, rispondendo, se uso l'occasione per rispondere alla domanda dell'ingegnere che si occupa di fusione, cosa stiamo a fare? Il piano, non esiste un piano, siamo democrazia, è una disordine totale, è un casino. Il nucleare con la fusione o non fusione si fa bene in Cina, in Russia. Cioè diciamoci queste cose, che siamo tutti a favore del nucleare, ci vogliono delle società a comando e controllo, dell'autocrazia. Poi è vero che le ha fatte anche da Budapest, però non so se è una vera democrazia, gli Emirati e gli Arabi Uniti, so che hanno un sacco di petrolio, fanno un sacco di soldi e i soldi li investono anche a fare queste cose. Però sarà molto difficile oggi questo piccolo passo che facciamo noi in questa direzione. Ci sono 50 paesi nel mondo che hanno chiesto alla IAOA di cominciare a fare produzione nucleare. Facciamo parlare un po' alle nostre due donne, le abbiamo trascolate un attimo, chiudiamo con loro. Se posso aggiungere in risposta alla domanda, intanto l'uranio, le miniere di uranio le più grandi sono in Canada e Australia, quindi non è solo nell'Oriente, l'uranio è un minerale che si trova in realtà sulla crosta terrestre, ma le miniere ad oggi attive sono in Australia e Canada, quindi occidentali, e la fusione nucleare, il Regno Unito sta investendo molto, vorrà creare un suo reattore a fusione nucleare. Abbiamo menzionato ITER, che è internazionale e a sede in Francia, il Giappone ha nucleare pacifico da fissione a tantissimi reattori, pur avendo avuto Fukushima e comunque sono all'avanguardia anche sulla fusione. Quindi è tutto il mondo in realtà che sta pensando al nucleare in più o meno, non è solo in alcuni stati. Io vorrei solo dire che gli Stati Uniti, ancora democrazia tutto, insomma tu sono quelli che hanno più impianti nucleari, ne hanno 92 su 407 del mondo, sono i primi. Però ne hanno costruiti i due, Vogel e appena stato, i primi due dell'Occidente sono americani. Io vorrei dire una cosa, però se no poi ricomincio a dire, no, ma non la dico neanche. Nel anno prossimo. Dobbiamo liberare la sala. Voglio vedere la slide sui Stati Uniti. A questo punto rispondo alla domanda sulla Germania, che ha ridotto effettivamente, sappiamo che la Germania è uscita dal nucleare con diverse norme, e ha ridotto di 107 terawatt-ora, però quindi la produzione di energia elettrica da nucleare compensata in larghissima parte dalle rinnovabili, in piccolissima parte da altro. Tuttavia questo è inferiore alla riduzione anche fatta da Francia, ma noi non ci rendiamo conto di quello che succede in Europa. La Francia ha fatto una riduzione di energia nucleare di 170 terawatt-ora, che è il doppio della Germania, pur rimanendo tale. Su questi aspetti i numeri effettivamente aiutano. Per quanto riguarda, no, mi fermo qua. Si, comunque questo confronto Francia e Germania era molto interessante, perché c'è stato un Tintac che recentemente ha fatto un confronto fra i costi di riduzione delle emissioni negli ultimi X anni, di Francia e Germania, perché la Francia ha ridotto di col nucleare, la Germania ha investito in maniera massiccia sulle rinnovabili e alla fine il nucleare è stato molto molto più economico, nell'ordine di 200 miliardi di euro. Ma c'è anche il footprint della CO2 messa, se l'hai andata a vedere dei due paesi c'è una chiazza bianca sulla Francia e una chiazza nera sulla Germania. Io volevo concludere con un piccolo esperimento sociologico. Non voglio fare un referendum sul nucleare qua dentro, perché credo che il risultato sia scontato, però vorrei capire chi era entrato qui dentro con una percezione del nucleare prevalentemente negativa e ne è uscito con una percezione un po' più positiva. No, eravate già tutti positivi, quindi. È fallito l'esperimento. È fallito l'esperimento, vabbè. Spero che almeno il dibattito sia stato interessante. Grazie a tutti. Grazie. Grazie. Grazie. Grazie.
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