I futuri desiderati dai giovani delle regioni alpine
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I futuri desiderati dai giovani delle regioni alpine
Partendo dal report “Aspirations for Desirable Alpine Futures", elaborato sulla base delle proposte dei 90 giovani partecipanti ai 3 laboratori di futuro organizzati dalla presidenza italiana EUSALP nel 2022, durante l’evento si è discusso delle potenziali soluzioni a questioni emergenti. Tra queste, le prospettive professionali nei territori alpini, la digitalizzazione per lo sviluppo sostenibile delle aree montane, la creazione di strategie efficaci per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e la sfida della mobilità sostenibile.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buongiorno a tutti, buongiorno a tutti, grazie di essere qui numerosi in una sala gremita, si può dire, in una città gremita, scusate qualche momento di ritardo ma uno dei temi che poi toccheremo in questa giornata dedicata appunto in questa ora dedicata ai futuri desiderati dai giovani delle Regioni Appine c'è anche il tema della mobilità, allora sentiremo che appunto la mobilità fisica oltre che quella sociale è evidentemente un tema centrale. Di tutto questo, poi vi devo dare delle istruzioni, ci sono tutta una serie di meccanismi che coinvolgono e invitano la vostra partecipazione, prima però io lascio lo spazio vicino all'Assessore Bisesti che, buongiorno Assessore, che introduce dunque con una nota, ovviamente qui gioca in casa e quindi tutti lo conoscono ma nel caso non fosse chiaro, Assessore che segue questo progetto che l'ha seguito da tempo ormai lungo, giusto Assessore? Sì grazie Buongiorno a tutti, un grazie ai nostri redatori, welcome back to everyone e grazie a voi ragazzi che siete presenti in sala su quello che è uno dei temi fondamentali non solo del nostro futuro ma perché oggi abbiamo anche il piacere l'onore di avere il Youth Council che ci porterà anche quello che è stato il suo lavoro all'interno appunto della Usalp, come sapete l'Usalp è la più giovane delle macro strategie dell'Unione Europea però una costruzione che noi lo rivendichiamo spesso è una costruzione che parte dal basso, che parte perciò dai territori, che parte dalle nostre regioni, le regioni dell'Arco Alpino che da Nizza alla Slovenia compongono appunto quello che viene denominato appunto la macro strategia dell'Usalp. Noi come Provincia Autonoma di Trento lo scorso anno congiuntamente con la Provincia Autonoma di Bolzano abbiamo portato avanti la presidenza con orgoglio ma anche con quella fiducia di far sì che anche i giovani che sono non solo il presente e il futuro come si dice spesso ma che sono degli attori pienamente coinvolti in quello che deve essere un processo decisionale che faccia sì che il nostro territorio, che le Alpi anche quando parliamo appunto del il concetto di terre alte e di quelle che sono le sfide che accomunano i nostri territori possano anche attraverso la voce dei più giovani costruire un futuro che possa essere non solo attento non solo sostenibile ma anche soprattutto un futuro nel quale ci sia una voce di costruzione che parte dal basso e che parte dai più giovani e su questo perciò il mio vuole essere un ringraziamento visto che siamo già in ritardo non voglio non voglio prendervi altro tempo ma penso che l'Usalp si stia distinguendo in una maniera positiva anche a livello europeo proprio per questo coinvolgimento che fa anche e soprattutto anche grazie al lavoro perché un lavoro attento che durante la presidenza che ho avuto l'onore di presiderlo scorso anno potuto anche cogliere e ammirare che i nostri ragazzi hanno fatto perciò grazie a tutti e grazie ancora ovviamente al sole 24 ore ovviamente per il lavoro perché averlo inserito l'abbiamo già fatto l'anno scorso con per la prima volta a portare e usà al pallinterno del festival d'economia oggi il secondo anno perciò anche questo penso che sia un un buon sodalizio sul quale possiamo ancora migliorare perciò grazie e grazie a voi ovviamente della presenza dell'attenzione. Grazie Assessore e come vi ho detto vi devo dare qualche piccola indicazione all'uso poi mi siedo intanto comincio dalla coda non mi sono presentato io sono Gigi Donnelli sono capo redattore a Radio 24, sono uno dei tanti che vorrebbe trasferirsi in montagna e lo dicono da 60 anni ci vado e la frequento a volte come dire faccio i conti da giornalista con quelle che sono le problematiche che possono essere magari la strada della Val Sugana bellissima ma con qualche complessità vedo che ridete videntemente c'è come l'accesso a poter realmente lavorare nei luoghi insomma tutte cose dal mio punto di vista quindi da giornalista di pianura avverto dei passi in avanti che sono stati fatti significativi però videntemente il percorso è lungo come in tante cose. Allora oggi parto sempre andando da sotto lo vedete c'è scritto box popoli box popoli è una box che al nome di red box che perfetto approfitto eccola qua non è una red box ma è silver ma rimane red nella nostra concezione parto da lì perché la ragione di diciamo anche di questo confronto è che ci siano delle domande che appunto arrivino da voi ragazzi signore signori da tutti noi nelle diverse diciamo anche sensibilità anagrafica perché è chiaro che sistono delle differenze. Ecco come vedete Elena Moretto l'ha sollevato, Antonella Fittipaldi che è già a realizzare peraltro un racconto radiofonico, un podcast quindi ci saranno anche le domande. Insomma un momento dinamico ma importante dopo aver sentito i nostri relatori quindi tra circa una mezz'ora sarà importante leggere che cosa c'è in quella scatola come diciamo alla scuola di giornalismo domande sbagliate non sistono quindi vi prego condividete quelle che sono le vostre curiosità e le scopriremo insieme d'accordo pronte e lo saremo e allora cominciamo la presentazione gli ospiti relatori anzi che potete ovviamente vedere in questo ottimo panel abbiamo Alessandro Betta che è coordinatore della conferenza dei giovani sul clima della valle di Ledro e l'Alto Garda Kelly Cox che blue book trainee della commissione europea che ci parlerà appunto anche di questo ruolo di questa dinamica Lena Lager membro del parlamento dei giovani della conferenza della convenzione delle alpi e co-autrice del report il professor Rocco Scollozzi professore buongiorno ancora futurista professionista questo è impegnativo adesso ci dirà docente di metodi di studi di futuro di pensiero sistemico l'università degli studi di Trento che ovviamente siamo alla provincia ringraziamo adesso partiamo proprio dal professor Scollozzi stamattina gli chiedevo conto come dire di questa definizione che per me è nuova per me è qualcosa è la mia esperienza universitaria che risale ormai a qualche anno fa non c'era spazio per tutto questo e mi sembra quindi un punto di partenza ovviamente lei si occupa di questo lei si occupa di Usalp insomma professore io direi che partiamo da lei e ci introduce a questa mattina grazie e chiederei di far vedere le due slide che avevo preparato ecco professionista come futurista è una definizione recente ma non così recente in realtà gli studi di futuro hanno già un'ottantina dei anni ci occupiamo di aiutare organizzazione comunità individui a immaginare e costruire i futuri nel lungo termine soprattutto proprio perché c'è bisogno di avere una visione per poi orientarci nel presente e un po l'idà di base che ha dato anche poi ha ispirato i laboratori di participatory force dunque di previsione participativa che comunque abbiamo coinvolto più di 90 giovani insieme ai colleghi di scopi anticipation services è proprio questa che i futuri deriveranno da un tiro alla fune da diverse forze non solo il presente con le surgenze sue priorità non solo il peso del passato ma e le aspirazioni dunque sono quelle che ci definiscono una bussola in base al quale ci permette ci ha permesso di definire quali cambiamenti sono funzionali a un futuro desiderabile perché non tutti i cambiamenti semplicemente per essere cambiamenti sono buoni e desiderabili in sé ci sono delle innovazioni tecnologiche ci sono delle innovazioni tecnosociali cco avere una bussola ci permette di orientarci scegliere che tipo di innovazione rispetto a quale futuro vorremmo l'idea di base un po' ambiziosa è democratizzare i futuri perché se non siamo noi come comunità a immaginare i nostri futuri probabilmente saremo noi il futuro di dunque l'ambizione è molto profonda poi si applica sì nella maniera che più partecipativa concreta dunque vedremo che hanno esplorato diversi temi concreti la mobilità, il lavorare nelle alpi, lavorare nelle aree interne, la relazione centro periferia, le grandi aree urbane e le grandi magari le piccole comunità nelle valli. Professore contraddico subito quello che ho detto che non avrei fatto domande subito quando parla di democratizzare il futuro in una democrazia all'interno del quale per fortuna viviamo in un'Europa che qui a Trento si affrontano tanti temi è evidente anche a tutti penso davvero ai più giovani in questo senso che non è affatto scontato questo meccanismo l'Europa è uno spazio affascinante ma alquanto controverso che cosa c'è di più democratico di questo mondo in cui viviamo con tutte le sue conflittualità? Dove volete andare a parlare? Allora le democrazie stanno vivendo un po' di crisi e una parte di queste crisi è un po' la bolla del presente viviamo sul presente e cerchiamo di risolvere i problemi sul presente addirittura problemi di ieri con soluzioni dell'altro ieri e la visione va coltivata c'è addirittura una iniziativa della cattura del UNESCO future literacy alfabetizzazione ai futuri proprio per rialenearci o rimparare o riscoprire la visione lungimirante e la lungimiranza si può apprendere insegnare e l'altra slide giusto per anticipo anche lì per questo è uno dei vari metodi si chiama tre orizzonti il messaggio di base è che i futuri hanno diverse qualità a seconda di quanto li guardiamo lontani il futuro nelle brevi periodi sono i problemi dunque il futuro è l'ambito dei problemi da risolvere oppure il futuro è anche l'ambito delle aspirazioni nel meglio lungo termine dove vogliamo arrivare che società vogliamo nel 2050 dunque oltre le statistiche del pill trimestrali là in fondo e poi la via di mezzo lì la transizione quali innovazioni ci portano dove vorremmo ecco il dove vorremmo è tutto un ambito da definire da definire in modo participativo ecco qua la democrazia ssere democrazia deliberativa democrazia visionaria di democrazia lungimirante questa parte un po da recuperare da coltivare ecco torno per esempio questa domanda implicita molto secca cosa vogliamo nel 2050 siamo nel 2023 quindi soprattutto per chi magari oggi a 18 17 20 anni stiamo parlando di voi classe si diceva classe dirigente ma non è una brutta parola è che sarete a fare i conti con delle responsabilità e questo mettetelo in quella scatola fateci sentire anche qual è il vostro pensiero in proposito c'è un'altra slide no no è finito ma allora però le faccio visto che comunque dei tempi ho detto che siamo di corsa ma non è siamo tranquilli su questa esperienza una parola appunto e usato visto dall'università ok allora abbiamo co condotto con una serie di facilitatori tre momenti tre participatori for site exercise tra i laboratori di previsione participativa con più di 90 giovani sia locali in a trieste 30 due volte in più i rappresentanti della convenzione delle come vedremo insieme avevano cercato di rispondere a queste tre domande che problemi stanno arrivando ma che visione abbiamo quali innovazioni sono funzionali a quelle visioni che vorremmo vedere realizzate o iniziare a realizzare in tre ambiti specifici che poi lascio appunto i coautori e le report chi volesse approfondire a vedere i dettagli è un rapport distribuito in pdf scaricabile e accessibile a tutti accessibile raggiungibile e come dire qui sento con tutto il piacere il ruolo dell'università per come dire coordinare ma soprattutto per stimolare quello che è un dibattito con realmente con le giovane generazioni se no rimane un po sulla carta a parte che qui siete tutti giovani anche gli assessori per cui non avete grossi problemi prof. scolozzi grazie torniamo allora andiamo a parlare di ambiti specifici io direi di partire dalle professioni kelly cox che ci aiuta ora kelly non voglio fare la spia questa mattina c'era molto traffico no c'erano complicazioni logistiche di questo però parleremo dopo mentre con te chiedo davvero di aiutarci a capire perché si fa presto a dire condividere lo spazio alpino eccetera le professioni nella montagna so che avete lavorato su questo prego confermo allora intanto vorrei sottolineare che io sono io stessa stata studentessa all'università di trento e vado molto fiera perché la considero una best practice example e sì io mi uno del diciamo uno dei rami che abbiamo esplorato è stato proprio quello dei lavori e secondo me una domanda che è essenziale chiedersi prima di tutto è quella di cos'è che attrae adesso i giovani di questa generazione a determinate opportunità lavorative e questo è questa è una domanda che ci poniamo anche nella mia unità dove adesso sono alla commissione europea e dove identifichiamo dei segnali di cambiamento che sarebbero dei segnali nel presente che già vediamo che stanno ad indicare dei possibili cambiamenti futuri e uno dei cambiamenti che abbiamo identificato più recenti è proprio quello nella mentalità e nella etica del lavoro delle nuove generazioni che sta si sta mostrando come molto diverso rispetto a quello delle precedenti come sono molto curiosi vogliamo ci può aiutare a dare qualche elemento andrò più nello specifico del nostro report abbiamo identificato due principali fattori che secondo noi secondo le nostre analisi saranno essenziali nel futuro per attrarre più giovani lavoratori qua nella nella regione alpina e uno che abbiamo identificato è ovviamente la digitalizzazione e la nostra analisi è partita da una generale diciamo digitalizzazione globale specialmente durante il periodo del covid ma anche recenti fenomeni come ad esempio quello delle digital nomads nei nomadi digitali che adesso sta diventando un fenomeno importante anche nella città di trento e quindi pensiamo che nel futuro ci dovrà essere questa digitalizzazione presente nella regione alpina non solo nelle aree urbane ma anche nelle aree montane. A profitto per così cerchiamo di non creare anche dei diciamo muri lessicali per la mia generazione cos'è un digital nomads in tre parole? Una persona giovane. Ma cosa fa questa persona giovane? Si sposta che viene da un'altra città e si sposta verso una meta di solito per motivi come ad esempio l'ambientazione ad esempio qua in Trentino appunto secondo noi sarebbe una meta molto gettonata perché comunque è un ambientazione unica e l'unico problema è appunto la differenza fra le aree montane dove magari la presenza della rete internet è più limitata e quindi per questo motivo secondo noi dovrebbe esserci più un'infrastruttura digitale diciamo che permetta questa connessione sicura. D'accordo di questo poi approfondiamo anche con la sua collega eccetera quindi questo è un aspetto. Esatto poi il secondo che è legato a comunque la trasformazione appunto ad esempio questi nomadi digitali è quella della socializzazione quindi pensiamo che un altro diciamo un altro fattore che attira i giovani qui riguarda le attività culturali e ad esempio anche sportive perché questa è un'area molto importante da quel punto di vista e confermo che da ex studentessa qui questo come studenti diciamo è molto presente quindi è uno degli aspetti che più apprezziamo da studenti tuttavia pensiamo che se Trento riuscisse a diventare un polo così come lo è adesso per gli studenti anche per i giovani lavoratori aumenterebbero probabilmente anche l'offerta di attività extra lavorative anche per loro e pertanto per questo però pensiamo che il potenziale di Trento sia molto alto perché comunque c'è la presenza di moltissime associazioni molto attive nella promozione di attività culturali anche sportive eccetera. Grazie quindi diciamo uno stile di vita che cambia e si adatta a un mondo che a sua volta cambia sicuramente due fattori centrali come anticipato adesso approfondiamo quello che è l'aspetto più strettamente digitale perché appunto l'ho detto persino le vecchie generazioni hanno una sensibilità ormai sviluppata su quello che è l'accesso perché il lavoro è quasi sempre richiede delle connessioni delle possibilità dunque di scambiare con aree sempre non necessariamente con la pianura ma anche con altre zone di montagna. Allora adesso invece un intervento che Lena Lager ci porta, Lena parla ben italiano ma si sente più a suo agio in inglese quindi capisce perfettamente infatti ride e quindi condividiamo il suo intervento che riguarda proprio gli aspetti della digitalizzazione se c'è qualche dubbio non esitate a chiedere cioè di comprensione quindi non è perché sicuramente il professore vi tradurrà no a parte qualcuno vi tradurrà quindi non sitate. Lena prego. One might wonder what the difference between digitalization in general and the digitalization in the Alpine area might be. The Alpine area and its inhabitants have special needs and they face problems and challenges no other region faces. Talking about the digital changes we came to the conclusion that the Alps are a fragile territory with a unique natural and cultural heritage and digitalization should not lead to a radical transformation. At the same time the digital gaps between urban and mountain areas in the Alpine region seem to widen so what do we do about that? The Alpine region especially rural areas need people who live there. Small villages are dying because young people moving to the cities and work there so what do we do about that? There are a lot of different approaches and ideas. One way of keeping people from moving away and also sustainable way from keeping them in the rural areas is to nsure a secure and stable internet connection. In rural areas especially during the COVID-19 pandemic remote working and also distance learning became more important but those two things are almost impossible without a secure and stable internet connection. That is why that should be a right and guaranteed at a low cost if you want to live in a digitalized world where veryone has the same opportunities when it comes to digitalization. The Alpine space could become a working space for digital nomads as Kelly already said. Those are people working remotely young people working remotely and they choose the place where they live just because they like it there so would be great if the Alpine area could become one of those places they move. By basically implementing a right to digitalization it is important to also protect the personal data and digital identities of people and secure that children and also lderly people are taught about the risks of digitalization again. When talking about the use of AI people think about the use of chat GBT or the risks AI can bear. When talking about big data of data sharing one is worried about his or her own safety and of course there are risks and they have to be kept in mind and handled adequately but especially in rural areas the use of AI and data sharing offer many opportunities for example the acceleration and simplification of bureaucracy and administration just because someone lives in a smaller village he or she should not have to go to the city in order to just fill out official documents or hand in official documents. AI based assistant could help with filling out the forms and an online platform where they can upload it could help them upload all those official documents without actually having to go back to the city to just hand it in. At the moment that's not possible for at every place and not possible for everyone so that should actually be changed. When already talking about data sharing I can also xplain another idea we had cross-border digital platforms for sharing data in the archives. As I already said the Alpine region faces problems no other region faces and that's why we should solve problems on a regional area and not only on a national one so maybe we can also use that in order to work against climate change for example because we all know that the Alpine area was one of the first regions to face the problems of human induced climate change and we all feel the problem is caused by climate change so maybe digitalization can't obviously change or stop the climate change but maybe can help us to find ways to cope with catastrophes after because of climate change. Grazie. Allora io vorrei rivolgermi non ho ancora salutato le scuole so che sono due classi se sono stato informato bene ma insomma un gruppo tutto chiaro quanto è stato detto? Condividete sentite questa problematica io non lo so magari abitate tutti in centro Trento sotto il più grosso ripetitore di dati ma magari avete esperienze come capita di muovervi parlavo con i vostri amministratori per sempio io ognuno ha i propri sogni bizzarri io ho un sogno specifico su Luserna. Qualcuno di quelle parti? No? Ok. Conoscete Luserna? Paesino meraviglioso ecco perché dico questo perché effettivamente ci sono dei luoghi potenzialmente straordinari io non ho quando l'ho frequentata nel corso del viaggio in Italia del 2006 un lungo viaggio che partiva da Bolzano e attraversava 50 anni dopo tutta la penisola uno dei problemi locali era proprio quelle delle connessioni si avvertiva un cambiamento un cambiamento che oggi è arrivato e che quindi voi essenziale. Detto ciò voi vi connettete bene mi rivolgo agli studenti basta anche un sì un no facciano molto convinta problemi di connessione vi prego condividete poche parole a scuola bene a male ok a scuola male a casa meglio anche questo signori è un punto forse ve l'hanno chiuso no sta scherzando vi hanno tappato la ma no no ti ringrazio perché appunto quindi vedo che hai giustamente il foglio di carta riciclata per altro ci hanno tenuto a dirmelo scrivete ecco questo è un aspetto a scuola male d'altra parte voi a scuola ci passate un sacco di tempo insomma i luoghi e l'accessibilità lo abbiamo sentito è un aspetto essenziale che potrebbe ops il microfono che potrebbe servirci per approfondire la digitalizzazione e poi invece e maxim bernard ci aiuta su questo buongiorno maxim per invece parlare l'abbiamo accennato di quello che è la mobilità giusto maxim un discorso stiamo parlando di una fascia quello che è il mondo alpino lungo diversificato ben sviluppato nella mia testa non finisce con le alpi ma prosegue coi carpazzi certe dinamiche che stiamo su cui stiamo riflettendo adesso sono condivise anche in quelle europa che si allarga in quelle europa che polonia che slobacchia che romania e magari domani anche ucraina ma questo è un altro tema prego maxim sì è vero come l'abbiamo detto prima la mobilità è un tema che ci concerna e che ci guarda tutti e in particolare qualcosa che usiamo tutti giorni sia per andare a lavorare sia per goderci il nostro tempo l'ideo ma c'è anche una cosa importante con la mobilità che adesso la mobilità è uno delle fonte più importante di danni ambientali e di emissioni di gasser e questo è dovuto in particolare alla predominanza e all'uso maggiore che abbiamo ancora d'oggi all'autovettura individuale e c'è questa difficoltà che c'è ancora ma non solo in montagna ma anche che è una difficoltà che è ancora più importante in montagna di poter andare di una mobilità ma in maggioranza con l'autovettura privata ad una mobilità più sostenibile che lo usa meno lo usano usandolo l'autovettura privata al meno possibile grazie all'intermodalità come si fa molto in sfizia anche usando la macchina solo sui primi chilometri dopo andando sui mezzi pubblici ma per quello si vogliono dei mezzi pubblici che sono più interessanti sia a livello di risparmio del tempo che in termini di costi per tutti e per riuscire a raggiungere e fare in modo che la maggior parte della gente usa il trasporto pubblico e non l'autovettura questo dopo oggi questo è una cosa che lo sappiamo e che si traduce anche nelle strategie che abbiamo a diversi livelli sia comunali provinciali regionali europee nazionali e la promozione del trasporto sostenibile adesso la facciamo da per tutto è scritta da per tutta e ma comunque le azioni dopo le cose che vediamo nella realtà non vanno sempre in questa direzione non so per dare un sempio così qualche anni fa c'erano connessioni notturne in treno che andavano dalla Francia all'Italia ma dal 2021 dal 2020 non ci sono più connessione dunque oggi è più difficile usare il trasporto pubblico ed andare in treno dalla Francia all'Italia di notte come si poteva fare qualche anni fa e questa è una cosa che va al contrario del discorso che abbiamo tutti e per quello che penso che la cosa che ci manca di più oggi è il fatto di poter comunicare e mettere davanti le incoerenze che esistono oggi per poter avere un impatto e poter anche comunicare con le persone che hanno questa responsabilità e che possono far cambiare le cose penso sono convinto anche che più le incoerenze sono comunicate e visibili dopo più le persone che hanno responsabilità faranno in modo di risolvere per essere coerenti e non sembrare ridicoli anche alla fine c'è anche un'altra cosa che penso sia veramente importante per il nostro futuro è il fatto di formare anche le persone a fare analisi che permettono di conoscere meglio il nostro territorio conoscere meglio i nostri bisogni con questa analisi permette di avere veramente dei cambiamenti che si traducono dopo direttamente in azione e penso che sia veramente importante di avere queste competenze per dopo comunicarle bene e agire. Grazie. Grazie Maxime. Ha una domanda per lei in realtà perché comunque questa esplorazione questo studio questo lavoro specifico sul trasporti suggerisce al giornalista una curiosità esistono dei best practice case cioè dei luoghi nel meraviglioso arco alpino dove i vostri studi la vostra esperienza vi ha portato a vedere un modello cui ispirarsi perché lo dico perché chiaramente tutto è molto relativo io che sono lombardo vedo nei meccanismi di capillarità dei servizi di autobus Trentino qualcosa che a me risulta efficiente però io non lo vivo sulla mia pelle è un po come dire per questo le chiedo ha visto qualche luogo qualche settore alpi? Assolutamente sì penso che in europa anche non abbiamo anche un territorio in cui tutto è perfetto per carità ovviamente ma per esempio il sistema sfizio adesso forse un modello che possiamo mettere in avanti che l'intermodalità lì funziona benissimo le frequenze anche dopo comunque da lì ci sono al livello tarifario dei prezzi una cosa che forse non è ideale per incentivare al meglio il trasporto pubblica ma in termini di offerta penso che è lì che è stato costruito. Mi scusi se insisto la Svizzera me l'aspettavo io in realtà però le chiederei al di fuori della Svizzera un momento perché ci sono dei meccanismi anche di costi di investimenti la Svizzera poi per il per la sua costruzione è uno stato una nazione che non vive diciamo una certa tensione anche per la ricerca dei fondi tra pianure e regioni alpine quindi c'è qualche altra area delle alpi che lei ci segnala? Dalla Slovenia, al Piemonte, alla Francia ecco una domanda reale se non c'è va bene così. Penso che dipende su tutti i territori hanno le sue specificità ma mi piaceva usare il sistema Svizzero che anche la Svizzera facendo anche parte delle alpi che penso che è l'esempio più rappresentativo al livello di una nazione. Dopo ci sono tanti come dire? Penso che è la migliore cosa per dare un esempio ma dopo anche fuori dalla regione alpina in termini di infrastrutture ciclabili lì sono più i paesi bassi che hanno più esperienza. Certo non deve essere per forza non bisogna per forza ispirarsi giustamente i paesi bassi non sono famose per le montagne. Grazie a Maxime Bernard e adesso con Alessandro Betta invece parliamo di o meglio lui ci parla di cambiamento climatico delle impiegazioni i temi sono credo quelli ormai condivisi ormai anche dai più distratti sull'impatto la necessità di mitigazione che cosa avete sviluppato all'interno del vostro progetto? Mi fa molto piacere essere l'ultimo del giro nel senso che abbiamo iniziato parlando di democratizzazione dei futuri e in realtà l'esperienza delle conferenze territoriali dei giovani sul clima credo sia un ottimo esempio di di messa a terra di applicazione pratica di questo di questo principio è un caso a livello italiano più unico che raro nel senso che all'interno dello sviluppo la scelta di un ente istituzionale come la provincia che all'interno dello sviluppo della strategia per lo sviluppo sostenibile ha scelto di includere con collaborazione con con appa con l'agenzia provinciale protezione per l'ambiente e via la save giangada che è un'associazione che da anni si occupa di comunicazione sui cambiamenti climatici e ha scelto di includere un percorso per costruire una serie di proposte per costruire all'interno di questa strategia una serie di proposte che arrivassero dal basso e che arrivassero in particolare da quattro da quattro territori che sono stati scelti per la loro peculiarità all'interno della provincia e questo anche secondo me collegato si collega molto bene al tema alpino le alpi sono una realtà che spesso viene vista come una realtà estremamente omogenea in realtà al suo interno ha degli spazi estremamente diversi e quindi le queste quattro conferenze che erano l'alta la territorio della bassa valsugana e del tesino quindi la parte diciamo est della provincia citavi prima la valsugana come ha una serie di problematiche estremamente specifiche che però sono molto diverse dalle problematiche affrontate dalla conferenza territoriale che ha lavorato su Trento che allo stesso tempo sono ancora diverse da chi ha lavorato su roveretto la valla garina che quindi ha una componente anche industriale molto molto forte e il ultimo last but not least si direbbe insomma è l'alto gare dell'edro che invece hanno una una componente il componente del turismo la componente della scarsità d'acqua che sono degli lementi chiave che sono completamente differenti poi anche dalle altre e all'interno di queste conferenze è stato si è organizzato un percorso che voleva ssere da un lato parzialmente didattico nel senso che sono stati i giovani sono stati portati a contatto con una serie di esperti su diverse diverse tematiche e poi con dei laboratori partecipativi che hanno condotto all'elaborazione di una serie di proposte che sono state poi riportate agli enti ai decisori direi e il tema secondo me chiave è che c'è una grandissima consapevolezza da parte dei giovani assolutamente e non solo sul cambiamento quello che diciamo ha stupito se vogliamo è che c'è una grandissima consapevolezza non solo sui temi del cambiamento climatico in sé ma sulla necessità e la comprensione della grande differenza tra la mitigazione e l'adattamento cioè c'è una grandissima consapevolezza rispetto al fatto che oggi noi dobbiamo iniziare a parlare di adattamento ai cambiamenti climatici non solo di mitigazione questo non vuol dire ovviamente dimenticarci la mitigazione non vuol dire dimenticarci di portare avanti delle politiche capaci di ridurre le emissioni di carbonio capaci di creare un territorio più sostenibile però vuol dire anche andare oltre vuol dire anche comprendere e capire che questa situazione di cambiamento è una situazione positivamente irreversibile e che quindi un domani i giovani generazioni giovani che un domani si troveranno poi alla classe dirigente io comunque a vivere insomma a vivere in questo territorio comunque a prendere delle decisioni grandi o piccole che saranno la scuola del ruolo di ognuno si troveranno a dover agire in una situazione di doversi adattare a questa Alessandro hai detto positivamente è positivo qual è l'aspetto positivo di un cambiamento che in realtà soprattutto noi giornalisti descriviamo più con i macro fenomeni distruttivi? Positivamente nel senso che in realtà c'è una grande consapevolezza rispetto al fatto che il cambiamento non è necessariamente negativo all'inizio si è introdotto e si parlava e si diceva i futuri non necessariamente il futuro è positivo non necessariamente il futuro è negativo la questione fondamentale è proprio la presa in carico la presa di coscienza di questa cosa e quindi il cambiamento può essere positivo se siamo in grado di adattarci siamo in grado di comprendere che questo cambiamento può portare anche degli aspetti positivi e non necessariamente è completamente negativo sicuramente ci saranno per alcuni settori o per alcune realtà sempre interessante se poi adesso anche tra un momento ci segnali mi segnali ma credo che una cosa sta condivisa un esempio di questa possibilità intanto stavo guardando ma adesso ti lascio naturalmente concludere stavo guardando Elena Moretto che ha in braccio la preziosa scatola eccola qui e che la famosa red box mi fa ridere perché è tutto argento ma da qualche parte ci mettiamo... ah no attenzione c'è ancora gli ultimi allora grazie di condividere con tutti noi e non so se vuoi concludere se sei a posto l'esempio me lo dai dopo? è un esempio assoluto è molto così anche un po' per leggerezza e all'interno di una delle tematiche che è mersa è sul tema ad esempio dell'agricoltura c'è stato questo momento in cui ci sono stati dei ragazzi che provenivano dalla parte della val di ledro che molto semplicemente hanno detto sì però noi ci siamo accorti che negli ultimi dieci anni nella nostra azienda sono una giovane startup di agricoltori e noi stiamo riuscendo a coltivare tutta una serie di alimenti che prima non potevamo coltivare e questo ci permette anche di diversificare quello che noi offriamo all'interno della nostra aluna, poi una realtà riceviva, quello che noi offriamo quindi da questo punto di vista l'adattamento e la capacità di affrontare il cambiamento nel loro caso è un aspetto positivo sicuramente è il tema proprio di un'attitudine di come un'attitudine mi piace sono perfettamente d'accordo Alessandro penso che questo sia da una parte la chiamano elasticità ma insomma l'attitudine a fare i conti con la realtà e magari a cavalcarla senza per questo nascondere le implicazioni dei problemi climatici il mondo sta cambiando leggiamo ogni tanto delle nuove produzioni vite vinicole nel nord europa ho personalmente avuto l'esperienza di vedere le nuove coltivazioni di grano nella Siberia orientale dove cambiano le cose e le imprese giapponesi si presentano adesso purtroppo è un periodo difficile per frequentare ma spero e credo che se ne riparlerà allora è tutto uno sfogliare allora io direi visto che abbiamo appunto ancora 15 minuti di dare decisamente la parola d'Antonella, Antonella Fittipaldi che deve sola, solo un imbarazzo della scelta mi sembra Antonella no? quanti ne hai di foglietti? ci diamo del tuo perché siamo colleghi di radio e tra noi giornalisti di radio oggi, tanti, bene intanto grazie a tutti voi allora sono arrivati decisamente tante domande ma anche tanti consigli devo dire allora partirei subito, scusate ho più 8 microfoni, allora parto un attimo dai consigli che sono stati dati, consigli, migliorare la viabilità specialmente nei posti più isolati, montagna più naturale la sala così com'è, che c'è una leggera contraddizione tra queste due cose forse sì forse no ma forse questa non è mia, allora poi ancora incrementare il turismo sostenibile e sportivo nelle zone meno conosciute, migliorare trasporti e viabilità e incentivare maggiormente piccole aziende e imprese, allora invece qua leggo una domanda perché invece dell'elettrico non l'idrogeno come nella provincia di Bolzano? subito a mettere i provinci contro l'assessore adesso lo lasciamo in pace per chi è il professore chi qualcuno vuole rispondere subito a questa domanda piuttosto che l'assessore qualcuno ci dà uno spunto io per esempio non sapevo che esistesse questo professore ci pensa lei o uno dei molto bene, Maxime Bernard ci spiega anche il contesto non lo nego di questa sì attualmente un posso dire che l'elettrico è più efficiente dell'idrogeno che è anche una cosa che forse non è non pare evidente per tutti ma che l'idrogeno per essere prodotto può essere prodotto in diversi modi ma attualmente la maggior parte dell'idrogeno viene da conduzibili fossili l'altra parte che anche se è possibile fare dell'idrogeno con l'elettricità dietro l'elettricità deve essere sostenibile e anche c'è una perdita di energia nel processo di trasformazione dell'elettricità in idrogeno che sarà di nuovo trasformato in elettricità dunque ci sono molte perdite di energia utilizzando l'idrogeno dunque dal mio punto di vista è molto più efficiente usare l'elettrico che l'idrogeno anche se può avere le sue utilizzazioni, alcune volte può essere utile ma penso che prima di tutto la cosa più importante è di poter decarbonizzare la produzione elettrica prima di pensare all'idrogeno come priorità. Grazie Maxime, una domanda come councilor di Usalto eccetera, questa è un'opinione perché questa è interessante per esempio all'interno diciamo del nuovo che ormai è presente quindi qui non si discute più di mettere un centro alla carbone però come giustamente ci ricordavi la produzione della produzione elettrica arriva da tante fonti diverse, c'è un'unanimità nell'ambito del youth council su questo tema oppure c'è un dibattito? Forse non parlerò solo del youth council ma più in generale in Usalpa e anche nell'unione europea ma adesso l'idrogeno e le iniziative su l'idrogeno sono molte incentivate dall'unione europea dunque molte regioni o diverse amministrazioni pubbliche cercano da utilizzare questi fondi per l'idrogeno dunque ci sono molte iniziative su quello anche se dal mio punto di vista non è da anche il punto di vista più scientifico da ricercatori che sono specializzati sull'energia non è la cosa più utile ma dal punto di vista politico c'è adesso molto supporto a quella fontina. Grazie Maxime Ernar, dunque abbiamo altre domande? Abbiamo altre domande allora. Scusate c'è dal pubblico visto che giustamente c'è una mano alzato perché no ti prego cedica. Colgo la palla al balzo anche perché non avevo una penna, non ho potuto scrivere una domanda ma parlando di... Lei si chiama? Michele, parlando di mobilità sostenibile io capisco perfettamente l'implementazione di flotte ecologiche che siano elettriche o ad idrogeno all'interno dei contesti urbani però la crisi climatica penso che non vada affrontata su così ridotta scala soprattutto perché all'interno delle città la più grande parte dell'inquinamento viene dalle utenze domestiche più che dal trasporto pubblico cioè tutta la flotta di Pullman a diesel che si trova in Trentino non è paragonabile all'inquinamento dato non so dalle stufe a legna. Il riscaldamento? Principalmente il riscaldamento. Però in Trentino e in Alto Adige siamo molto affezionati all'uso della legna. Grazie. L'uso della legna per esempio è... Faccio un esempio in Trentino dove abbiamo vissuto dove vivo per due mesi quest'inverno non si è respirato per via della legna. Grazie del suo contributo. 11 minuti al gong. Naturalmente questo è un dibattito che qui nasce e poi si sviluppa. Qualcuno critica i turisti che lasciano troppi rifiuti nei boschi. Ecco questo e poi lascio la parola ad Elena che legge la prossima domanda. Elena Moretto, prego. Come lavorare assieme fra generazioni evitando il conflitto tra virgolette giovani vecchi che soprattutto in aree alpina si trasformano spesso in tra virgolette città valli. Alcuni vecchi non capiscono come digitalizziamo. Non capisco, questa è più un'affermazione che una domanda. Vi rivolge a me? O forse più una domanda retorica. Ok, un certo gap culturale credo che sia inevitabile, professore. Però in realtà non lo so, io ho un'esperienza non così forte di resistenza. Prego, forse Elena non ha finito. Sì, no, magari era più una domanda retorica. Una domanda retorica. Quindi, lo so, avverte questo, mi rivolgo a lei a questo punto, avverte in una regione come questa, voglio dire. Non è necessario essere giovanissimi per essere consapevole del fatto che le cose cambiano, anzi magari a volte quando si è un po' più grandi si avverte la forza del cambiamento, però ci dica, professore. Da un punto di vista sociologico è interessante che nella società umana oggi convivono sette generazioni. Ok. Cioè anni fa, decenni o secoli fa, c'erano meno generazioni. Quattro, tre. E dunque il fatto che ci sono molte generazioni che convivono aumenta la complessità dell'interazione, della comunicazione alcuni temi attraversano in verticale, in orizzontale le generazioni. Non è detto che il più giovane sia il più smart connesso, dipende anche dalla formazione, dalla capacità di rete, c'è o non c'è una connessione veloce. Dunque tra le immagini di futuro immaginavamo che gli hub per allenare alla capacità di digitalizzare, non solo scaricare velocemente una musica, quello è l'elemento più base. Supportare, inventare servizi connessi, questo è qualcosa in più, non siamo solo, diciamo, c'è o non c'è la connessione. Cosa ci facciamo di una connessione veloce poi? A favore della comunità, questa è la cosa interessante. E qua giovani e anziani, diverse possono ibridare idee e produrne altre. Dunque non è una questione solo vecchi scottisconnessi. Magari anche una questione di accesso culturale con questo nome. Ok, voglio solo, abbiamo, viviamo nel mondo, il mondo è fatto anche di qualche agitazione sindacale, io conosco i dettagli, Elena Lager che attualmente sta cercando di organizzare la sua ripartenza per Innsbruck, se ho ben capito. Quindi, Elena, senza nessun problema, ti ringraziamo molto della tua partecipazione mi hanno detto che devi correre in stazione, quindi se ho ben capito che devi andare in stazione. Esatto, quindi non ti preoccupare, vai, vai, parti. Grazie Elena, buon viaggio. Ci prendiamo ancora questi, abbiamo diritto e chiedo alla regia che ringrazio molto peraltro a questi otto minuti visualizzati, dopodiché, boom, ok, bene. Allora abbiamo ancora tempo per qualche domanda. Allora, quale tipo di formazione gratuita rivolta ai giovani vorreste fosse erogato dall'ente pubblico? Bella, questa è una bellissima domanda. Allora, prego, gratuita enti pubblici, cioè l'accesso a una formazione continua. Prego. Io la cosa che ne ho parlato un po' anche due giorni fa con alcune persone che lavorano nel settore dei trasporti, è vero che adesso nelle regioni che hanno la responsabilità dei trasporti anche a livello, in tutte le amministrazioni pubbliche, non hanno persone specialistiche che usano software di simulazione per poter migliorare in continuo la rete di trasporto pubblico. E quando ci sono migliorazioni, la maggior parte del tempo vanno da chiedere a imprese private di consulenza, ma c'è un problema in questo che le migliorazioni si fanno una volta per una volta e richiedono fondi per farle questo è problematico. C'è anche un rallentamento, quindi sono ben capito, è internalizzare alcuni aspetti di, come si può dire, digital education. In realtà sono competenze un po' nuove che si usano di più in più, che primano tutti i software informatici. Sì, è chiaro, prima c'è uno specialista, prima c'è un premio Nobel, poi diventa più una cultura condivisa. Sessore, questo è rivolto a lei per il prossimo impegno. No, che ci sono anche in università, da quasi nessuna parte ci sono insegnamenti su questi software. Alcuni sì, ma abbastanza poco, e la maggior parte del tempo sono cose che si imparano di ente nelle imprese di consulenza che fanno questi studi. Certo, dove c'è l'urgenza anche dell'attività economica. E per quello penso che c'è una mancanza di persone formate su questo. Ok, allora torno ad Antonella Fittipaldi che è prontissima. Pensate che se non ci sarà un miglioramento tecnologico in Trentino ci sarà una diminuzione del turismo oppure un maggior numero di giovani che vanno in cerca di lavoro all'estero? Alessandro Betti, alla risposta. No, non ho la risposta, anche perché è un tema estremamente complicato perché parte già da un assunto che è quello del turismo nelle Alpi che è un tema molto dibattuto. Assolutamente. Anche perché in realtà per una certa fetta dei giovani il turismo non è più considerato come l'unica possibilità di sviluppo. Anzi, in alcune zone è considerato quasi un fattore negativo soprattutto le zone che hanno subito un eccesso di turismo. E questo respinge molto spesso i giovani, respinge la possibilità all'accesso anche a imprese innovative. Anche perché fa parte per certi versi del passato. Era lo sbocco classico in una certa fase storica anche della mia generazione. Dopodiché quando ho avuto un tale successo... Sì, le cose cambiano. Quindi da questo punto di vista mi avrebbe da dire sicuramente un gap tecnologico in parte c'è in parte non aiuta l'insediamento e l'arrivo di nuovi giovani. È molto percettivo però, nel senso che secondo me c'è una percezione che le valli siano arretrate o che tecnologicamente ci siano. Non è sempre così, non è così vero. E quindi lavorare su questa percezione è indispensabile. Allora, io chiedo ad Antonella con i tre minuti che abbiamo avrà scelto l'ultima domanda. Ultima domanda riguardo alla viabilità. Visto che si parlava di sfavorire l'utilizzo della vettura, allora in che modo si può aumentare l'utilizzo dei mezzi pubblici? Dico solo una cosa velocissima che è emerso all'interno delle conferenze, in particolare sull'Altogarda, sono emerso alcune cose. L'aspetto interessante che è emerso è che i giovani hanno una consapevolezza molto forte che per incentivare questo bisogna lavorare su molti fronti. Le proposte avevano un range molto ampio, andavano dal ma perché nessun autobus extraurbano ha il portabici fino al ma perché io devo andare cinque giorni a lavorare in ufficio e attraversare tutta la valle. E quindi c'è questa, almeno quello che abbiamo notato che è stato notato è che in noi giovani molto spesso abbiamo questa consapevolezza che il problema non è un problema all'elettrico, all'idrogeno, ma che tutti questi problemi sono problemi che vanno affrontati su scale molto molto diverse. Approcci multisettoriali di tante tematiche. Maxime Bernarra, vuoi la conclusione? Direi ci siamo o a meno che vogliamo fare prego. E ho molto d'accordo su quello. Logicamente anche se vogliamo incentivare il trasporto pubblico deve essere più competitivo e più interessante per l'utilizzatore sia in termini di tempo e di costi. Forse in realtà, ho detto la conclusione, ma magari forse Kelly ha qualcosa da dire. Abbiamo in fondo aperto così approfittando della difficoltà personale Ecco, per esempio, oggi lei ha fatto una scelta basata sulla distanza immagino, sui tempi per arrivare qui e ci è arrivata benissimo. La ringraziamo. Cos'è che potrebbe davvero cambiare diciamo al prossimo anno al Festival dell'economia di Trento per non prendere macchina o cosa? Contestualizzando, io sono di tre viso quindi non sarei così distante. E farò l'esempio appunto di diciamo personale di quando ero studentessa perché qua ci sono tantissimi studenti della mia zona tanti proviamo inizialmente con il treno però è una cosa lunghissima perché sono tre cambi e quindi ci mettiamo... Da tre viso? Sì. Ne faccio a meno io da Milano? Quattro ore. Quindi sì, alla fine ci siamo organizzati con questa iniziativa che comunque è sostenibile nel suo perché è un'iniziativa di car sharing sì diciamo che rispetto a diciamo prendere tutti la macchina è comunque una diciamo soluzione sostenibile. Purtroppo adesso ho visto che si è bloccata dopo il periodo Covid che trovo che sia proprio un peccato. Comunque volevo aggiungere a questo che secondo me è un grande problema è anche il discorso sicurezza nel senso che tanti giovani ci sentiamo non molto sicuri anche a prendere la bicicletta perché non ci sono tante piste ciclabili quindi secondo me anche quello è un problema da risolvere. Da considerare. La ringrazio. Professore vuol fare una battuta flay su quello che abbiamo sentito proprio in una manciata di secondi che cosa porta a casa da questa nostra ricca direi. Ci sono tante sfide, tanti livelli, adesso non perché per dare un senso però che necessita di un pensiero sistemico. Per immaginare sinergie a diversi livelli bisogna essere consapevoli di diversi livelli, di diverse scale e dunque un pensiero diciamo pensare per sistemi anziché pensare per soluzioni singole e frammentate. Grazie mille. Grazie a tutti voi, grazie ai ragazzi, agli studenti anche quelli che sono andati via sicuramente a qualche lezione sicuramente la scatola è stata davvero riempita ed è una bella cosa credo grazie ai colleghi, appunto lo ricordo il podcast per sentire risentire quello che è il percorso di questa matinata grazie naturalmente alla provincia, grazie all'università per me è stato un piacere e spero condivido da voi. Grazie a tutti. Grazie a tutti. Grazie a tutti. Grazie a tutti. Grazie a tutti. Grazie a tutti.
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