I crediti di carbonio e il futuro dell'agricoltura
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I crediti di carbonio e il futuro dell'agricoltura
La conversazione, moderata da Silvia Marzialetti, ha riguardato le sfide e gli sviluppi dell’agricoltura, con un focus su determinate pratiche come la lavorazione del suolo e l’agricoltura di precisione. Il prof. Bruno Basso e il prof. Mario Pezzotti sono intervenuti discutendo dei crediti di carbonio e delle prospettive future dell’agricoltura, con particolare attenzione al ruolo del settore primario nella mitigazione delle emissioni di carbonio, attraverso pratiche sostenibili.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buongiorno, buongiorno, benvenuti a tutti, il futuro del futuro è il light motive dell'edizione di questo festival di Trento e quando si parla di futuro e di sfide che siamo chiamati a sostenere, la sicurezza alimentare naturalmente si configura come un tema chiave, 8 miliardi sono gli abitanti di questo pianeta secondo le ultime stime dell'ONU e secondo l'ultimo global report on food crisis della FAO, 258 milioni di individui soffrono di insicurezza alimentare acuta, quindi 258 milioni di individui che sono sparsi su 58 paesi del mondo e soffrono di insicurezza alimentare, allora secondo la FAO i principali driver di questo fattore sono i conflitti, sono gli shock economici che ultimamente hanno impattato addirittura più dei conflitti, poi ci sono una serie di variabili che conosciamo benissimo come il climate change, o le nuove fitopatie che sono diventate sempre più aggressive e che naturalmente insidiano anche le nostre filiere, naturalmente su questa insicurezza alimentare dopo la pandemia un grandissimo effetto, un grandissimo contraccolpo ha avuto anche il conflitto russo-ucraino che ha dimostrato tutta la fragilità delle nostre filiere, delle nostre catene di approvvigionamento, nei primi mesi di guerra addirittura abbiamo ottenuto una catastrofe alimentare quando le navi stoccate di grano erano ferme nei porti di Odessa, si è evocato anche per quei paesi della fascia settentrionale dell'Africa, della fascia mediterranea, si è evocato addirittura allo spettro delle guerre del pane, si sono ottenuti dei conflitti sociali e poi grazie a Dio tutto questo è rientrato grazie all'accordo sul grano che è stato raggiunto con la mediazione del presidente turco Erdogan che poi è stato rinnovato ed è stato rinnovato di nuovo recentemente. Allora in questo quadro già di per sé molto molto complesso sullo sfondo c'è un altro elemento che è quello delle politiche europee, delle politiche europee che hanno imposto, stanno imponendo per forza di cose, ormai è diventato un imperativo categorico delle politiche ambientali, dei target ambientali estremamente restrittivi. Da questo paradosso scaturisce quello che è un po' uno dei dilemmi delle sfide chiavi dei nostri giorni e cioè come conciliare dei target ambientali così performanti penso per esempio a quello che si sta al giro di vite che si sta organizzando diciamo allestendo per soprattutto per l'Italia che è questo giro di vite sui fitofarmaci che sull'Italia dovrebbe incidere per il 62 per cento oppure la stretta sugli imballaggi allora come si fa a conciliare tutto questo che naturalmente va perseguito con la richiesta pressante impellente di spingere al massimo il motore della produttività proprio per far fronte a questa sfida della sicurezza alimentare. Allora è chiaro che la chiave di volta ancora una volta è data dalla ricerca, è data dall'innovazione, pensiamo appunto all'innovazione varietale al genome editing non a caso il Nobel 2020 è andato alle due ricercatrici di genome editing che sono Emmanuel Charpentier francese, Jennifer Dunna Stati Uniti e in questo discorso rientra anche il carbon farming è un'altra pratica che è incentivata dall'Europa proprio per traguardare questo target dell'abbattimento del dimezzamento entro il 2050 delle emissioni di CO2. Il carbon farming rientra in tutto questo perché agisce proprio su quello sbilancio che si crea tra l'anderide carbonica sottratta dall'atmosfera mediante fotosintesi e quella prodotta dalle attività agronomiche per avere delle resa più levate. Naturalmente qui ci sono delle persone più titolate di me per poterne parlare quindi ve le presento con molto piacere si tratta del professor Bruno Basso della Michigan State University esperto mondiale di agricoltura digitale buongiorno benvenuto Alessandro Dalpiaz che è direttore di APOT, l'associazione dei produttori articoli Trentini e di Assomela e Mario Pezzotti che fa parte del centro ricerca e innovazione della fondazione Ed Woodmark. Benvenuti a tutti quanti. Professor Basso vorrei partire da lei intanto grazie è un onore averla qui. Le vorrei chiedere proprio questo cosa sono i crediti di carbonio come funzionano tecnicamente. Allora innanzitutto sono io a ringraziare voi per l'invito all'opportunità di condividere pensieri su una tematica estremamente importante. Allora i crediti di carbonio sono una serie di meccanismi strumenti che consentono di quantificare e poter scambiare la quantità di anidride carbonica che invece di essere messa nell'atmosfera resta immagazzinata nel terreno. Coprono un ruolo sempre più importante perché nei cambiamenti climatici purtroppo l'agricoltura ha questa duplice fase, questo duplice ruolo di essere vittima perché lo sappiamo benissimo quello che vediamo dell'impatto sulle produzioni di eventi estremi ma allo stesso tempo una causa importante il secondo settore più inquinante con il 20% delle emissioni antropogeniche appunto provenienti dall'agricoltura. Il 50% delle emissioni in agricoltura sono causate dall'eccessivo uso di fertilizzanti azotati, poi fermentazione enterica diciamo di animali, emissioni di metano da coltivazioni di riso e emissioni di CO2 dalla decomposizione dei residui e respirazioni del suolo. Sono tutti meccanismi estremamente fondamentali nel senso sono complessi però l'agricoltura non bisogna mai dimenticare che gioca il ruolo fondamentale di consentire la vita sul pianeta perché produce alimenti e tutte una serie di servizi ecosistemici. Allora i crediti di carbonio hanno avuto appunto questo interesse proprio perché costituiscono per gli agricoltori un'opportunità come se fosse una nuova cultura, una nuova cultura da poter crescere e quindi una forma di riconoscimento per una serie di pratiche rigenerative quindi la ridotta lavorazione del suolo, l'utilizzo delle culture intercalari quindi le cover crops, ci sono diversificazioni quindi incremento di rotazioni, sono tutte una serie di pratiche agronomiche assolutamente fondamentali che consentono appunto al terreno di migliorare la salute e allo stesso tempo immagazzinare il carbonio. Una preghiera diciamo quello che io voglio sottolineare sempre con un aspetto assolutamente critico costruttivo è che i crediti di carbonio non possono essere assolutamente confusi con una forma di diciamo che le società più grandi ne possono approfittare continuando a non cambiare i loro sistemi di inquinamento un po' il cosiddetto termine inglese green washing quindi si spera e si sta muovendo in quella direzione che diciamo il rewarding della possibilità di sequestrare carbonio nel terreno sia anche accompagnato da una serie di interventi interni nelle proprie società quindi sia le emissioni forse già conoscete utilizzano dei numeri, le emissioni a scopo 1, missioni scopo 2, missioni scopo 3 e quindi le emissioni devono essere ridotte proprio per il consumo dell'elettricità, dei carburanti quelle seconde sono le energie indirette quindi l'elettricità le terze sono quelle molto legate all'agricoltura lo scope 3 emissions sono quelle della value chain quindi molto diciamo la spinta dei crediti di carbonio è avvenuta proprio dalle società che vedono nell'agricoltura la possibilità di ridurre le emissioni attraverso una riduzione delle emissioni nella supply chain quindi nell'intera quindi questo e questo è il motivo per cui giocano un ruolo così importanti nella diciamo nel tentativo diciamo di coniugare la produzione con la sostenibilità? Esattamente perché le piante sequestrano anidride carbonica per lavoro cioè per definizione e consentire appunto di tenere questa co2 nel terreno è un'opportunità assolutamente sulla quale capitalizzare le aziende ssendo forzate a una riduzione imposta al momento ancora volontaria però le posso diciamo presentare un po' i vari tipi di crediti di carbonio che sono in uso però quindi vedono assolutamente perché le emissioni provenienti dalla produzione di cibo possono essere assolutamente ridotte quello che si sta verificando mi avviso in maniera molto corretta che i cosiddetti gatekeepers cioè i supermercati o i decisori a un livello molto più alto iniziano ad imporre che per la vendita di una serie di prodotti eccetera si certifici appunto che il prodotto sia stato prodotto con un approccio molto più sostenibile questa forma complessa della quantificazione del carbonio quindi un vero e proprio bilancio del sistema entra nella definizione dei crediti di carbonio che hanno come unità di misura una tonnellata di anidride carbonica o sequestrata o non emessa quindi sia una forma di adattamento in qualche modo cercando di fare meglio però quelle non emesse sono quelle fondamentali a cui dobbiamo puntare molto di più e sono quelle legate alla mitigazione del settore che quindi l'agricoltura diventi sempre più diciamo meno impattante grazie a una riduzione delle emissioni. Tecnicamente come funziona questo mercato? Allora il mercato di base al momento è ancora volontario quindi non è imposto anche negli Stati Uniti però è diviso in due tipi di meccanismi il meccanismo di offsets che sono crediti molto rigorosi per entrare nella quantificazione dei carbon credit da offsets bisogna seguire una serie di condizioni fondamentali allora la prima si chiama addizionalità quindi bisogna fare qualcosa che non veniva fatta prima quindi purtroppo un po' paradosso chi fa non lavorazione la non lavorazione del terreno è stato già più diciamo virtuoso nel tempo avendo questo approccio conservativo non ricade nella possibilità di vendere carbon offsets perché era già lo faceva quindi non viene pagato per una cosa poi ci ritorniamo diciamo su questa componente addizionalità l'altro punto fondamentale è la permanenza cioè il fatto che l'agricoltore al momento zero quando decide si praticamente scrive a uno dei programmi e ci sono tante società che offrono questi servizi la cosa diciamo dal mio avviso positivo che queste società non non sono pagamento per l'agricoltore una forma in diretta diciamo come se fossero dei la vendita delle casa il l'agente immobiliare alla fine solo dopo aver venduto i credit di carbonio c'è una percentuale per averli seguito nel percorso addizionalità permanenza la permanenza sono contratti che variano tra i 30 e 50 o 100 anni con una serie di buffer di zone tampone diciamo per mitigare un potenziale diciamo un potenziale cambio di idea l'agricoltore il decimo anno decide per una serie di motivi l'azienda viene venduta e così via quindi se un pool che riesce a compensare diciamo questo questo ha mancata il mancato rispetto del contratto quando al momento zero c'è un'analisi della baseline del benchmarking cioè in che situazioni si trova l'azienda cioè quale sono il tipo di emissioni quanto carbonio è presente con le pratiche aggiuntive quindi quelli che facevano per dire lavorazioni più convenzionali non adottando rotazioni non adottando cover crop iniziano a implementare le fasi dell'agricoltura rigenerativa dopo cinque anni vengono rimisurati allora la complessità puoi immaginare vista la scala perché appunto gli stati uniti sono estremamente estesi l'agricoltura gioca un ruolo fondamentale è consentito avere una misura del 20 per cento dell'area dell'azienda e l'ottanta per cento avviene attraverso modelli di simulazione i modelli di simulazione devono essere previamente certificati quindi da una certificazione dei protocolli tipo il climate action reserve vera gold standard ci sono tutte una serie di certificazioni rigorose che fanno diciamo seguono soltanto questa componente certificazione dei modelli consente la possibilità di non campionare per ogni singolo punto ettero così via perché altrimenti quello è un costo diciamo che potrebbe essere proibitivo per l'agricoltore quindi fatto diciamo tutto questo percorso attualmente si vendono gli offset se sono acquistati recentemente sono stati venduti milioni di tonnellate da compagnie come jp morgan spotify che appunto loro non sono obbligati però per fortuna diciamo mi avviso come appunto opinione personale che la finanza in qualche modo adesso comincia ad intervenire cioè vuole dimostrare che se uno parte da zero vuole fare una serie di investimenti viene chiesto vuole fare investimenti convenzionali cioè basati su petrolio fossil fuel o sustainable investing quindi questo investimento sostenibile ed aumenta sempre di più quindi stavendo stavendo successo allora è ancora una percentuale di aree assolutamente piccola limitata per poche percentuali ma quello che invece sta coprendo un'area più grande è la seconda componente cioè quella degli insett quindi insett oppure quelle le miss la riduzione delle emissioni a scopo 3 quindi gli insetti sono la cosiddetta una compagnia cementiera che non vendere un prodotto alimentare ma vendere il seme acquista i crediti di carbonio per fare un insetti c'è quindi una riduzione un calcolo interno delle emissioni ai fini degli shareholders e dire che fa un lavoro più sostenibile e quelle delle scop 3 emission invece le emissioni scop 3 sono quelle delle compagnie alimentari che appunto obbligate a ridurre le emissioni della value chain quindi dell'agro alimentare di tutto il settore acquistano prodotti con una quantificazione dell'anidride carbonica sequestrata invece che messa e loro fanno il claim dicendo appunto questo prodotto è stato acquistato prodotto con una determinata punto riduzione e quindi lì come prima facevo la parentesi molto importante del green washing ci sono casi in cui molte volte ancora adesso ci sono più aspetti di marketing associato al a questo diciamo approccio però ha consentito l'implementazione di una serie di un meccanismo che ha tirato l'attenzione degli agricoltori perché nelle zone meno produttive o in zone in cui appunto anche specialmente con la parte di ricerca di cui mi occupo io a binare la digitalizzazione con la sostenibilità la possibilità di eliminare una serie di applicazioni punto di sostanza di fertilizzanti cambiarle con colture che incrementano la biodiversità quelle zone che perdono un reddito dalla vintida del prodotto perché sono possono essere compensate da un la possibilità di avere questo pagamento attraverso i crediti di carbo è un argomento complesso non c'è una sola via proprio perché ci sono questi meccanismi di possibilità di essere mascherati dietro continuiamo a fare quello che facciamo adesso ci sono i crediti di carbonico è un aspetto estremamente importante ma non deve ssere mascherato dietro la posizione appunto ci devono essere una serie di regolamentazioni che abbina i due perché gli agricoltori ci contano stanno cominciando a vedere un reward un pagamento di un approccio più virtuoso che dovrebbe essere diciamo di natura loro dovrebbero farli da soli il problema che per l'implementazione di queste pratiche ci sono anche dei costi associati per cui il governo americano recentemente ha finanziato 3 miliardi di dollari direttamente agli agricoltori di mais per seminare culture cover crops quindi c'è veramente grande volontà affinché il carbonio nel terreno aumenti i cosiddetti co-benefits cioè i benefici aggiuntivi il miglioramento della sostanza organica la possibilità di ritenere più acqua sopperire ad eventi estremi in mancanza di acqua sono tutti aspetti positivi che non devono essere disturbati da un meccanismo per dire più vizioso del green washing quindi è importante essere di supporto ma allo stesso tempo di essere coscienti che diciamo il sistema più grande non è approfitti di questa cosa lei cittava il pericolo del green washing altro rischio da scongiurare forse quello del leakage assolutamente allora il leakage è l'aspetto in cui per l'implementazione di una pratica c'è una riduzione della resa la riduzione della resa viene calcolata con quello che si chiama un uso indiretto del territorio cioè per compensare quella tonnellata di produzione ridotta si prevede che ci sia quella area prodotta in un'altra zona e purtroppo in questi calcoli si prevede pratiche di deforestazione cioè quel quell'ettaro viene da aree però quindi questo fa parte del regolamento d è importante c'è da sapere chi diciamo ci sta immerso nel settore che il mais almeno negli stati uniti forse sono percentuali che conoscete il 40 per cento del mais negli stati uniti va nella produzione i biocarburanti il 40 per cento l'altro 40 per cento va nella produzione per feed per dare a mangiare agli animali e il resto è un misto tra consumo umano e zucchero principalmente le compagnie alimentari utilizzano come zucchero il problema è che quel 40 per cento del biocarburante non è necessario produrlo dal mais quindi c'è anzi ci sono tutta una serie di politiche di interventi con le cosiddette culture industriali cioè le bioenergie che quindi anche quel leakage anzi aprirebbe un meccanismo in un mercato molto più sostenibile e la complessità del sistema nella componente socioeconomica è che i mais culturi americani hanno una lobby estremamente forte quindi per ogni ettaro di riduzione del mais c'è una grande rivolta diciamo per cui alla fine il leakage è un problema non necessariamente importante perché potrebbe quel tonnellate in più di mais può pure non venire assolutamente dal mais e quindi non si deve accusare diciamo che il mais porti a questa deforestazione che appunto poi in quel caso il calcolo porterebbe a una perdita di co2 notevole perché come allo stesso tempo giusto per concludere le emissioni ridotte per mancata deforestazione è un criterio assolutamente sbagliato perché non è una cosa aggiuntiva cioè la foresta è già lì premiare per chi non deforesta è come preghiare premiare qualcuno che non commette il crimine e quindi ci sono tante cose diciamo non corrette in questo sistema però ritengo appunto opportuno sottolineare che è un'opportunità per l'agricoltore spinto ad adottare queste pratiche anche molte volte incentivate negli stati uniti ho spesso utilizzo il discorso della carota con il bastone negli stati uniti non può esistere il bastone purtroppo e quindi solo la carota in europa è assolutamente diverso quindi io mi auguro veramente con grande auspicio che i crediti di carbonio comincino ad ntrare in un sistema in cui si abbini sia la possibilità di guidare i nuovi incentivi le nuove forme a questo abbinamento di l'adozione di pratiche per una sostenibilità a lungo termine attraverso questi pagamenti mentre in america non sono associate a un impatto ambientale questa è la prima forma in cui l'agricoltura viene retribuita per una componente di sostenibilità ambientale e anche gli agricoltori più scettici ai cambiamenti climatici adesso con il discorso e la grande visione di quello che vedono le proprie aziende di eventi estremi capiscono che il cambiamento climatico avviene attraverso eventi estremi e l'incertezza di nello stesso anno siccità prolungata accompagnato poi da inondazioni quindi veramente l'ultimo pensiero per me fondamentale è quello di capire che noi quello che vediamo qui non può essere risolto solo da questo del carbonio che noi dobbiamo drasticamente ridurre le emissioni se non si riducono le emissioni anche la non lavorazione la cover crop non porteranno quel beneficio che ci aspettiamo. Poi tornerò da lei per chiederle che visione ha appunto sull'Europa e sulla possibilità che questo sistema attecchisca anche qua adesso volevo fare con lei una considerazione più generale lei una volta ha detto che la tecnologia figlia del riduzionismo scientifico deve ora fare i conti con strumenti e linguaggi che tengano conto della conoscenza del sistema. Allora la digitalizzazione è una grandissima cosa fa parte dell'evoluzione della ricerca ancora una volta purtroppo adesso viene presentata come l'immediata soluzione ad un problema in un approccio puntuale e non un approccio di sistema e io spesso utilizzo questa analogia aiutare un agricoltore ad essere più efficiente con digitalizzazione e quindi applicazione variabile di irrigazione che cresce coltiva erba medica in Arizona. Io faccio più danno aiutandolo a incrementare l'efficienza quando invece nell'approccio di sistema considerando gli impatti a monte di quanto è sbagliato coltivare ed irrigare in zone in cui ogni singolo giorno ci sono 40 gradi di temperatura e non c'è acqua questo deve essere assolutamente messo in primo luogo cioè la digitalizzazione non può essere venduta e l'agricoltura digitale pur appunto utilizzandola io però nelle miei approcci fa parte considera il sistema agricoltura che è composto da tanti sottosistemi quindi il sistema suolo sistema pianta il sistema clima e il sistema delle decisioni che l'agricoltore deve effettuare le decisioni che noi prendiamo sono sempre dominate da compromessi i cosiddetti trade-offs ed incertezze se noi non siamo in grado di quantificare e uscire fuori dall'alto guardare il sistema dall'alto la soluzione puntuale è assolutamente una soluzione a breve termine e noi ci troviamo in questa situazione in agricoltura sempre perché sono state da è stato dato sempre una priorità maggiore alle decisioni a breve termine e non quelle a lungo termine la modellazione di un sistema agricoltura di una regione è la cosa più importante sulla quale investire affinché si possano considerare le incertezze noi non possiamo fare esperimenti continui in tanti posti per vedere quello che succede ci sono approcci di sistema modellistica previsionale monitoraggio continuo con immagini tele rilevate che ci consentono di quantificare l'esternalità l'impatto gli spillovers in altri sistemi questo è possibile in un periodo di tempo molto molto breve che risolve il problema a 15 20 30 anni avanti se le decisioni sono fatte in maniera corretta quindi i punti il messaggio da portare a casa che approccio di sistema è una delle praticamente cose più importanti da sottolineare nel momento in cui ci sono da prendere decisioni sia nell'interno della stagione sia quindi sia strategiche a lungo termine che tattiche in un periodo più breve bene la ringrazio per ora poi tornerò da lei alessandro dal piazza cosa ne pensi e come pensi che l'italia l'europe perché poi dall'europe dipendiamo si possa porre rispetto a tutto questo è un sistema che potrebbe avere un certo appilla per l'italia per l'europe tutta potrebbe essere premiante intanto anche io ringrazio per l'opportunità per un incontro che è stremamente stimolante su un tema che come settore abbiamo come dire aperto almeno dieci anni fa e poi vi dico qualcosa in più anche e apre tutta una serie di possibilità le quali stiamo guardando adesso con un'energia anche un po diversa rispetto al passato volevo solo introdurre un attimo il settore perché bisogna contestualizzare anche alcuni dei ragionamenti che andremo a fare al di là dello scenario che può essere europeo anche italiano ma stiamo parlando di un settore cooperativo trentino poi la somela che l'associazione nazionale produttori mele va un po oltre con circa 14.000 produttori con 30.000 etta di rappresentati circa 5.000 dipendenti ma il fatturato insomma un po oltre un miliardo ma a parte questo sono 90.000 particelle fondiarie che sono gestite da questo sistema e che legandolo un po ai ragionamenti sentivo probabilmente il punto chiave dei ragionamenti come declinare questo scenario che ripeto ingloba delle opportunità su una frammentazione di questo tipo che ovviamente genera delle difficoltà un po ulteriori allora detto questo proprio con l'associazione 12 anni fa ci siamo lanciati un po nel percorso ottenendo una prima certificazione di prodotto e una dichiarazione ambientale di prodotto nostra andra svedese che poggia sulle iso che conosciamo insomma se ricordo bene la famiglia delle 14.040 la roba del genere perché eravamo curiosi di aprire un po la finestra e capire cosa c'era dietro di fatto non è che poi è stato speso chissà come però ci ha fatto capire che il settore della mela si pone in una posizione lusinghiera nella piramide diciamo nutrizionale se guardiamo la piramide barilla ma di chi impatta meno per quanto riguarda il sistema produttivo questo lo abbiamo portato avanti 12 anni nel contempo abbiamo anche aperto una collaborazione con l'università di bolzano per entrare un po più accademicamente diciamo nel tema per declinare aspetti con più profondità e anche segmentando un po il percorso dal campo perché è quello che viene più spontaneo ma il settore cooperativo è dotato di strutture di lavorazione conservazione eccetera quindi lo step intermedio di cosa succede quando il prodotto entra nella cooperativa fino a quando ne esce poi lasciamo un punto di domanda molto grande molto aperto su cos'è l'impatto o questo tipo di calcolo quando il prodotto esce va al supermercato insomma chi è la responsabilità no è un punto un po aperto per proseguire sempre un po il cammino di investigazione e lega un po anche questo alla tematica della regolamentazione eccetera che è un arcipelago impressionante io l'ho un po sfiorato adesso per preparare quattro chiacchiere oggi insomma ci ho guardato dentro ma dopo un primo provvedimento comunitario del 2018 che ha un nome curioso si chiama mi pare il nome del cattivo delle faule insomma dei bambini c'è stata una comunicazione dell'unione europea nel 2021 che ha rilanciato un po tutto con la propria importanza questo approccio al tema del carbonio delle neutralità disegnando poi alcuni obiettivi che conosciamo il fit 55 insomma eccetera per arrivare a una proposta di regolamento del novembre scorso che disegna invece le modalità di certificazione quindi per la valorizzazione un po del tutto è un provvedimento del febbraio di quest'anno nazionale che attiva la banca del registro nazionale i creti del carbonio mergono in questa analisi molte carenze da un lato se devo dire trovo il mondo produttivo anche noi inconsapevolmente pronto inconsapevolmente perché applicando criteri di buona coltivazione no come tra tanto tempo si fa di fatto insomma ci siamo dentro questo tipo di declinazione il professore ha toccato due dei punti che è quello della sommatoria della dizionalità dove peraltro la certificazione dovrebbe rendere appettibile insomma questo tipo di addizionalità ma quando mi parlano di certificazione a me viene un po di orticaria a dir la verità insomma molto molto attenti che non diventi un barden come si dice insomma ulteriore o quello della della storage della permanenza insomma nel suolo dove evidentemente un coltivatore fa l'impianto applica queste buone pratiche di coltivazione automaticamente ci arriva però manca la misurabilità per esempio oggi i criteri ci sono ma manca una stanteziazione del metodo evidentemente se vogliamo rendere comparabili un po le situazioni bisogna avivarci e l'ultimo criterio è quello della sostenibilità entriamo in un campo col quale noi anche in maniera molto forte insomma è anche molto aperta siamo entrati almeno da un decennio comunque sono concetti che oggi i produttori trentini altoatesini ma credo un po' tutta l'europa almeno nelle situazioni più virtuose organizzate applica senza rendersene conto dall'altro lato mi veniva per quanto riguarda questo arcipelago di complessità l'altra definizione un po' che è la pubblica amministrazione leggendo un po' questi articolati regolamentari eccetera e anche quello che ho sentito recentemente gli incontri nella capitale è consapevolmente impreparata invece lo sanno che è difficile ma non c'è oggi una metodologia che aiuti effettivamente il sistema essere attrattivo ci ho detto è una creatura anche giovane perché dobbiamo dirci questo è una creatura che bisogna contribuire a far crescere perché oltre al tema del credito del carbonio che si interfaccia un po' con la finanza e anche questo insomma mi genera qualche punto di domanda ma credo che sia un po' un dovere anche dei produttori dei cittadini muoversi in questa direzione bisogna che ci sia consapevolezza dell'importanza e che ciò sia declinato nella pratica quotidiana per quanto è possibile tenendo conto anche dei risvolti economici questi non li dimentico mai perché non solo nel carbon credits eccetera insomma ma in tante altre situazioni c'è l'approccio ambientale c'è l'approccio sostenibile c'è l'approccio di un'evoluzione che nessuno nega potrei parlare dei regolamenti che Silvia ha citato prima insomma ma questa dimensione del far vivere le aziende è sempre un pelo marginale allora se vogliamo veramente rendere attrattivo questo sistema e farlo sviduppare bisogna pensare anche a renderlo sostenibile di per sé mettendo al centro cosa succede se l'azienda implementa determinate cose non ho trovato per esempio dopo c'è sicuramente ma cos'è sto credito monetizzato cosa l'azienda può supporre di ricavare io ho l'impressione che non sarà certo una cosa trascendentale quindi stiamo attenti anche a non generare delle aspettative che poi non vengono corrisposte ma dico anche che se uno fa l'agricoltura o l'agricoltore il reddito deve venire dall'agricoltura insomma gli altri sono eventualmente dei side effects chiamamoli un po così insomma e non l'opposto ma lo dico anche perché nell'approccio ripeto universitario con Bolzano a noi risulta un certo beneficio nel bilancio netto tra entrate e uscite di questo carbonio che si può quantificare intorno a 5 tonnellate ad ettaro nel caso di un ettaro di melo a produttività ordinaria se lo moltiplichiamo per gli eventi 30 50 100 ttari euro a tonnellata insomma che paghiamo di 3 4 500 euro insomma però questo sarebbe bello poterlo vedere in maniera un pochettino diffusa e far capire agli operatori dove diavolo andiamo credo in ogni caso che specialmente nel nostro settore parlo regionale eccetera o anche nell'agricoltura con le grandi industrie e trasformazione sia più che altro un approccio insett perché è un effetto compensativo o un potenziale contributo a mitigare l'impatto di chi poi trasforma il mio prodotto insomma più che una sorta di approccio finanziario ecco questo potrebbe essere un buon approccio per rendere sistemico il discorso o il percorso insomma per non generare un'aspettativa monetaria che non ha ragione di esistere insomma e se c'è non sarà certamente quella che mette in piedi i bilanci delle aziende sostanzialmente e farà progredire un pochettino questo percorso nella giusta direzione quindi tenere al centro l'economia tenere al centro la semplicità contribuire anche per una sorta di approccio ideale perché siamo cittadini del mondo sostanzialmente e attraverso questa strada a far crescere questa creatura che la vediamo interessante ma ancora un po' lobo peraltro questo sistema del carbon farming mi sembra anche che sia diciamo che conferisca al settore primario un ruolo più attivo rispetto ad altre pratiche che sono incentivate dall'europa ma che a volte sembrano un po' penalizzarmi abbiamo parlato tante volte di questa politica uropea così restrittiva dovuta ma restrittiva e soprattutto rispetto al fatto che non ci sia un meccanismo di salvataggio per quella che è la fase di transizione allora riduciamo del 64 percenti i pesticidi però nel frattempo che facciamo come dicono spesso gli agricoltori come sopravviviamo come facciamo sopravvivere le nostre filiere in questo caso invece l'agricoltura è chiamata a un ruolo un ruolo più attivo è una proposta di riscatto in qualche maniera anche questo è un punto di vista che noi teniamo in considerazione quello che ho detto prima rispetto alla proattività del nostro mondo è per far capire che non è che abbiamo aspettato qualcuno che arrivasse a benedire insomma il settore ci siamo preoccupati dieci anni fa di aprire un po' queste finestre come chiamo io tante volte ma questo deve far trasparire anche la voglia del settore di dialogare a pieno regime con chi poi è titolato a prendere decisioni insomma che non sia soltanto ogni tanto uso ste metafore uno con la matita al sesto piano in rue dell'alba bruxelli insomma mio presidente dice ogni tanto che per decidere inzotechnia bisogna provare a mundere prima insomma è importante avere la pratica in mano e quindi far passare questi messaggi vuol dire proporsi come interlocutori credibili interlocutori che fanno trasparire la voglia di andare avanti in questi percorsi allora è un'occasione di riscatto questa perché se noi riusciamo a interagire a interloquire nel modo appropriato un poco il mondo che ci strangiro con la politica con l'amministrazione forse riusciamo a fare un break anche sull'altro approccio che hai correttamente citato prima insomma questa voglia di essere dirigisti dal sesto piano di quella via di bruxelli insomma e dire cosa devi fare tu tutti i giorni insomma senza averne ben chiari i risvolti operativi quel obbligo di impact assessment che la commissione europea ha e tante volte non interpreta insomma è importante devi vedere cosa è il risultato per la vita della tua azienda se implementi un certo tipo di decisione ciò vale per la proposta di regolamento sull'uso dei fitosanitari dove clamorosamente ci si dimentica anche sulle attorie le carbon credit per una piccola particolarità insomma di dei progressi che i settori hanno già fatto prima che venisse qualcuno a dircelo sostanzialmente oppure sul tema delle plastiche dell'altra proposta di regolamento per passare dalla plastica a qualcos'altro nessuno contesta gli obiettivi io questo lo dico sempre tante volte insomma non semplicemente vanno accompagnati con gli strumenti ai tempi giusti allora se gli strumenti sono l'innovazione tecnologica che è frutto della ricerca eccetera bisogna che questi siano presenti provati perché poi noi dobbiamo tener conto delle ricadute pratiche che vanno a finire poi sul conto corrente delle aziende interessate e che siano praticabili provate eccetera quindi c'è una grande necessità di investire parallelamente in ricerca innovazione cercando diciamo soluzioni che siano progressivamente migliorative e dall'altro la voglia ovviamente di mettersi in discussione se questo succede io credo che la plastica fatemi aggiungere insomma è un altro esempio di questa sorta di dirigismo fino al mese scorso ma capite mi sono metafore insomma l'ultimo secolo la plastica ha accompagnato la crescita dell'economia l'igiene degli alimenti il trasporto l'esportazione eccetera poi d'un trato è diventato qualcosa da bastonare insomma forse anche di va dato il tempo giusto per verificare le alternative la biodegradabilità la compostabilità le macchine che servono che sono diverse insomma se uno impacchetta frutta in un box da quattro frutti di carta non è la stessa cosa che impacchettarlo in un polistirolo sostanzialmente macchine sono diverse necessitano di investimenti eccetera eccetera anche lì l'impact assessment su quello che può essere l'effetto sul food waste per esempio nessuno ha mai fatto insomma noi siamo certi ho avuto qualche dato recentemente proprio gli ultimi cinque anni la richiesta di frutta confezionata e di mele confezionate è aumentata oltre il 20% frutto anche del covid della ricerca un po' di igiene ma questo vuol dire che il prodotto impacchettato è importante dall'altro lato che il prodotto sfuso non ha lo stesso tipo di appeal allora cosa facciamo abbandoniamo tutto d'un tratto sta storia delle plastiche è ben vero e anche qua faccio una metafora che quando si apre a televisione si vede un po' la foce del macong con tutta la plastica che naviga viene un po' di rigetto ma allora diventa un aspetto educativo e diventa un aspetto probabilmente anche internazionale insomma non è un provvedimento spot che può risolverlo il tema si pone un penno anche sul credito e il carbonio perché coriamo il rischio veramente di aver fatto passi avanti importanti e proprio per averli fatti ssere penalizzati adesso chi parte come dire più indietro ha più vantaggi se questo tipo di opportunità arriva allora è una delle raccomandazioni che attraverso la nostra organizzazione a bruxelli insomma viene fatta è quella di tener conto di una baseline che oggi non c'è insomma no che sia in grado di inglobare anche le virtuosità che il mondo produttivo ha già messo in atto quella parte del mondo produttivo che l'ha fatto evidentemente e questo è uno dei problemi insomma che ci sono però ripeto non voglio dilungarmi importante è che capiamo capiate che il mondo produttivo è molto proattivo molto attento a queste cose insomma chiede come dico sempre il tempo il ritmo giusto per arrivare a questi obiettivi in maniera sincronica con chi ci offre le opportunità in maniera positiva. Corre essere accompagnati in questa fase di transizione mi permette una piccola digressione di sottolinearvi prima l'importanza della ricerca dell'innovazione del fatto di andare avanti e farle progredire mentre si affrontano questi dossier a brucelle invece proprio paio di giorni fa dal sesto piano sembra che abbiano detto che il pacchetto green deal deve procedere tutto insieme per cui sembra ci sia stata una battuta d'arresto sul regolamento su genome editing e appunto quello passerà soltanto se passerà anche la direttiva che prevede questo giro di vite sulle sue che è un ragionamento molto antitetico rispetto invece a quello che stavi facendo tu prima questo diciamo dal lato della politica e lei che ne pensa professor Basso mi interessa la sua il suo punto di vista rispetto appunto all'europa del suo osservatorio privilegiato negli Stati Uniti che sembra allora l'europa si si muove in maniera diversa rispetto agli Stati Uniti quindi io la vedo sempre in maniera con diciamo un po' più di rispetto rispetto a quello che succede in America perché sono due mondi completamente separati il fatto l'esempio della carota e il bastone negli Stati Uniti c'è questa conoscenza della terra e dell'agricoltore decide lui cosa fare non può essere imposto praticamente niente per cui in quel tipo di sistema capitalista l'incentivo e il business è quasi l'unico modo per poter far sì che l'agricoltore capisca che deve essere il più virtuoso in Europa con un approccio sicuramente con politiche più sociali di cui io sono un grande sostenitore è fondamentale che appunto è dovere dell'agricoltore essere più rispettoso per l'ambiente allo stesso tempo bisogna considerare sia il rischio e il costo dell'implementazione di queste pratiche dove per cui gli incentivi devono essere misurati in funzione di questo gap per il quale l'agricoltore diciamo deve fronteggiare una serie di cose però sottolineo ancora una volta che in entrambi due casi gli incentivi o i disegni di politiche non possono prescindere da una complessità del sistema che attualmente ancora non è considerato si cerca sempre di dare soluzioni puntiformi a problemi molto ma molto più vasti quello che diceva Alessandro sono tutte cose corrette però l'approccio di sistema deve entrare anche nell'azienda cioè di poter captare l'esternalità quel del futuro sia del produttore dal quale acquista che fine fa il sistema per cui in questo gli stati uniti sono un pochino più avanti hanno un approccio diciamo di previsioni di sistema però la grande differenza è che dietro c'è il settore privato cioè ci sono le grandi multinazionali sia nel settore agroalimentare molte volte si fa il conto senza l'oste cioè nel senso dell'agricoltore di un settore di un triglione di miliardi però nelle mani di quattro quattro compagnie che vendono semi tre compagnie che comprano prodotti e li rivendono e tre o quattro compagnie agroalimentari pochi supermercati quindi fanno il bello il cattivo tempo e soltanto a mio avviso forse non so se Alessandro criticava il discorso della finanza ma è una forma secondo me fondamentale affinché la voce del consumatore il quale consumatore deve anche capire che il cambiamento deve avvenire non solo dalla polisi dal governo ma anche che il consumatore ha un gioco un gioco un ruolo fondamentale nella scelta nella scelta del prodotto la nuova generazione è completamente diversa rispetto a per come pensa cioè vivono in funzione di sostenibilità io spesso utilizzo scuse nei confronti della nuova generazione perché abbiamo vissuto in un'economia dove la priorità veniva data soltanto alla crescita giustamente con gli esempi che faceva Alessandro della Paz però adesso non siamo più in una situazione in cui anche perché altrimenti finiamo male tutti non io sono ottimista ma non stiamo facendo assolutamente abbastanza molto lontani da fare grazie mario pezzotti, fondazione Edmund Mach, volevo chiederle come transizione ecologica e cambiamenti climatici e come si possono declinare quegli interventi genetici che l'uomo può fare per progettare le piante agrarie del futuro? Anche io ringrazio questa opportunità e saluto tutti nel nome della fondazione Edmund Mach, direttore generale, del presidente, dell'opportunità che c'è per poter affrontare questi temi. Sentendo Bruno e Alessandro parlare mi veniva in mente che faccio il genetista da circa 40 anni e 40 anni fa ragionavamo per un gene alla volta cioè ogni gene che controllava un carattere che speravamo che quel carattere poi potesse essere utilizzato bene per migliorare le piante che avevamo poi nel 2000 finalmente è arrivato il genoma quindi siamo arrivati alla complessità e la complessità non l'abbiamo esclusivamente descritta, non l'abbiamo compresa. Qui mi sembra che siamo al problema della descrizione della complessità, la descrizione della complessità per poi essere compresa per poi essere utilizzato in maniera virtuosa per essere sostenibili, per essere capaci, per essere economicamente pronti, per essere anche salubramente, one held come si dice adesso, pronti a fare dell'agricoltura la produzione primaria senza impattare troppo. Ho fatto questo sempio sulla genomica perché è chiaro che un sistema complesso come il genoma quando poi si utilizza un gene una volta, quel gene ha degli impatti enormi su tutto il la macchina e piano piano la stiamo di nuovo rianalizzando attraverso e descrivendo attraverso sistemi semplici che però piano piano rimettiamo insieme quindi quando sento parlare di credit di carbone da una parte poi delle aziende e della finanza e poi però comunque il punto centrale abbiamo tutti compreso che l'agricoltura è complessa sì o no. Abbiamo capito che lavoriamo con piante animali con il suolo, con il clima, con tutto quello che ci circonda comprese le azioni umane quindi questo bisogna assolutamente rimetterlo in un circolo in cui possiamo parlare di agricoltura digitale, genetica, genomica, genome editing e cambiamenti climatici ma lo dobbiamo fare tutti insieme. A me sembra che spesso mi trovo in tavoli dove parliamo ognuno specificamente del settore di competenza e non riusciamo mai a andare come si dice out of the box o fare questo come dicono gli americani lateral thinking cioè pensare in maniera diversa da come siamo abituati a farlo e quindi questo è il passaggio fondamentale. Io mi auguro che genome editing arrivi e che sia la possibilità di accompagnare le piante evolutivamente verso tutto quello che è il cambiamento, l'evoluzione. Oggi parliamo di cambiamenti climatici ma l'evoluzione, il processo volutivo. L'uomo l'ha sempre fatto, l'ha sempre accompagnato nell'evoluzione piante animali. Ditemi quali piante animali conoscete che è primordiale, che c'era cento mila anni fa. Io non mi sembra di immaginare di quelle che l'uomo usa ai fini alimentari chiaramente. Su questo dobbiamo ragionare e quando si sente parlare di quantificazione è reale, cioè il processo è reale, cioè noi dobbiamo quantificare così come quantifichiamo il genoma, così come potremmo quantificare gli effetti del gene sul genoma. Cambiamo un gene, lo spegniamo, lo accendiamo, ccetera, però dopo andiamo oggi possiamo rifare la sequenza dell'intero genoma, guardare se la regolazione di quel genoma è corretta oppure no, vedere se le proteine metabolitiche ci sono, sono esattamente gli stessi oppure no. È chiaro che stiamo guardando, stiamo quantificando e dobbiamo giudicare. Solo quando avremo la certezza che quello che stiamo facendo è per lo più corretto secondo le nostre visioni e strategie, allora a quel punto lo dovremo applicare. Quindi da una parte dico anche dobbiamo percorrere un percorso di ricerca innovazione che deve essere molto profondo ma di completa integrazione tra le competenze. Se non facciamo questo rischiamo veramente di andare in direzioni dei crediti di carbonio senza pensare alla sostenibilità, ma sapere la sostenibilità che è l'agricoltura, la sostenibilità, la sviluppo al Trentino e il Veneto no? Scusate l'espressione insomma, giusto per capirci. Facciamo dei modelli tali che per esempio nel Trentino sappiamo dove andare e fare quel tipo di agricoltura e fare invece non, come diceva, scegliere, ma scegliere non sulla base di subvenzioni finanziarie che ci calano dall'altro e che ci dice che attualmente questo economicamente ci conviene questo piuttosto che questo altro. Dobbiamo fare in modo che la scienza ci possa aiutare a trovare quella conoscenza che poi i decisori politici devono comunque applicare e realizzare un'agricoltura che oggi così come non è più possibile, così come non è più possibile, cioè o ce lo diciamo oppure continuiamo un po' a girarci intorno. Dobbiamo fare tutto quello che facciamo ma lo dobbiamo fare in maniera tale che mitigare, mitigare l'attività dell'uomo e mitigare l'attività dell'uomo, cioè utilizzare la genomica, l'agronomia, la guida deve essere una guida, io non sono un tecnicista, non sono solamente uno che pensa che gli scienziati devono essere loro a guidare il mondo ma devono comunque parlarsi in modo tale da avere una visione generale da poter poi definire proporre a chi poi deve prendere le decisioni perché le decisioni sono assolutamente fondamentali perché mi dicono insomma ho sentito le parole che non c'è più tempo e se non c'è più tempo vuol dire che dobbiamo decidere. Mi sembra quantomai urgente. Bene allora io ringrazio i nostri ospiti per questo panel che è stato estremamente interessante anche per me. Bruno Basso, Alessandro Dal Piazza, Mario Pezzotti, ringrazio tutti voi, buona giornata. Buona giornata, buona giornata, buona giornata.
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