I conflitti d'identità nella storia
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I conflitti d'identità nella storia
L’identità dei popoli e delle nazioni è una costruzione storica. Spesso genera conflitti: i greci – come i romani – si sono definiti in contrapposizione ai barbari. In età moderna e contemporanea, attraverso guerre o processi di integrazione, si costruiscono nuovi popoli – ai quali si sceglie di appartenere – caratterizzati da identità territoriali, ma anche culturali, etniche e religiose.
il titolo della conferenza del professor barbero è i conflitti d'identità nella storia per capire i fenomeni attuali a volte è bene dare uno sguardo al passato così come i problemi attuali sono uno stimolo per studiare e capire certi fenomeni del passato io penso che alcuni libri nascano proprio anche dalla anche dall urgenza dell'attualità ecco perché siamo qui a parlare di conflitti di identità nella storia con alessandro barbero che uno dei maggiori storici italiani autore tra l'altro per citare due opere che ci riguardano che riguardano questo incontro di due libri recenti editi dalla terza barbari immigrati profughi deportati nell'impero romano e 9 agosto 378 che credo che una data che ricorrerà nella conferenza del professore il giorno dei barberi tracciare brevemente il profilo del professor barbero profilo di studioso e di scrittore e non è semplice perché per usare un termine più usato per siamo di fronte almeno a tre identità le identità l'identità del dello studioso di medioevo la cosa il professore si è laureato nel 81 in storia medievale con un grande storico professor giovanni tabacco ha conseguito la specializzazione alla normale di pisa ed è professore ordinario di storia medievale all'università del piemonte orientale a questo proposito tra i suoi studi ricordiamo il mito angioino alla cultura italiana e provenzale all'aristocrazia nella società francese del medioevo il dizionario del medioevo con chiara furgoni nel 94 e carlo magno padre dell'europa nel nel 2000 questo tanto per far capire che tipo di studioso di storia medievale sia preso davvero dichiaratamente anche una passione per la storia militare per la storia militare ci sono due libri due libri molto belli che conosco la guerra in europa dal rinascimento a napoleone e la battaglia storia di batterlo una delle caratteristiche dei testi barbero e che sono dei testi narrativi se con leggete questo se volete questo barbaro barbari vi rendete conto che è un libro che li prende questa è un po la terza identità di barbero non è soltanto un professore di storia che scrive bene che già una cosa rara ma è un romanziere e nel 96 a 30 a 36 anni nel libro uscì nel 95 poi poi nel 96 vinse un grande riconoscimento alla con la prima opera narrativa un romanzo storico bella vita e guerre altrui di mister pyle gentiluomo ambientato in un anno preciso nel 1806 vinse il premio strega prima uscita vincere vincere lo strega 100.000 copie 77 traduzioni poi ha fatto romanzo lusso ambientato nella russia della perestrojka e anche l'ultimo rosa di lautrec mi limito soltanto ad alcune delle delle cose che ha scritto concludo così questa brevissima presentazione del professor barbero dicendo che il direttore di un progetto molto ambizioso che si concluderà mi diceva prima nel 2011 una storia d'europa dell'europa in quindici volumi che speak edita dalla dalla salerno e anche questo è un aspetto dell'attività della sua attività che a che fare col tema dell'identità della vecchia nuova identità di noi europei grazie prego professor barbero grazie a lei parlare dei conflitti di identità nella storia è un tema che può far tremare perché la storia è attraversata quasi tutta da conflitti e volendo quasi ogni conflitto potrebbe essere individuato come un completo identitario io ho cercato ovviamente di aprirmi un percorso in questa enorme mole di esempi che avrei potuto portarvi dopo averci ragionato un po ho deciso di fermarmi su uno specifico tipo di identità l'identità etnica e vorrei partire da una constatazione che non riguarda tanto la storia quanto la preistoria è una constatazione che non sono ancora ben sicuro che cosa ci insegna ma possiamo rifiuti si rifletta c insieme gli antropologi facendo ricerca sul campo in tutti i continenti e dunque in africa ma anche in america presso gli indiani d'america i nativi americani come anche in australia gli antropologi hanno scoperto che un po dappertutto i popoli tra virgolette primitivi i popoli che vivono a uno stadio tribale tendono a darsi un nome che quando poi uno va a vedere di solito vuole dire semplicemente gli uomini la gente nel caso delle tribù americane la cosa è particolarmente vistosa lo stato di obama lilly noise si chiama così da una tribù di indiani che vivevano lì era un gruppo di clown argon chini che chiamavano se stessi gli new york e il diniego degli uomini e così quasi tutte le tribù indiane che noi conosciamo i lakota che noi chiamiamo i sims chi le nappe che noi chiamiamo il delaware i mimi pooh che noi chiamiamo i nasi forati tutte queste tribù che noi abbiamo accuratamente ribattezzato perché gli esploratori non capivano niente della loro no mastica ebbene nella loro lingua tutti questi nomi che vi ho citato vogliono regolarmente dire gli uomini noi siamo gli uomini gli altri non sono neanche umani nella sostanza e potrei continuare anzi lo farò gli eschimesi che sono anche loro degli indiani d'america anche se particolarmente settentrionali si chiamano con un nome che oggi si è diventato abbastanza familiare gli inuit ecco anche inuit nella loro lingua vuol dire la gente e faccio un ultimo esempio che mi servirà poi anche in conclusione un esempio africano un termine molto conosciuto che indica un gran numero di popoli e di lingue dell'africa centrale e meridionale bantu ecco anche bantu vuol dire in realtà semplicemente la gente ecco vi dicevo non è ovvio che cosa possiamo imparare da questo secondo me non cosa gradevole sua natura umana comunque fondamentalmente i popoli tribali prima ancora di incontrare altri hanno deciso che loro sono i veri uomini e quando incontrano altre automaticamente non è scontato a riconoscere l'umanità anche degli altri gruppi ma questo punto riguarda i popoli preistorici i popoli senza scrittura nel nostro passato della nostra civiltà occidentale invece molto presto noi ci accorgiamo che i popoli cominciano a definirsi in contrapposizione agli altri non più negati ma accettati però come uomini inferiori l'esempio più ovvio e ce l'abbiamo alle radici della nostra stessa storia i greci i greci si definiscono in contrapposizione ai barbari e su questa contrapposizione costruiscono la loro identità con un enorme sforzo con un enorme investimento anche emotivo notate che i greci fra loro si odiano si scannano si massacrano e si sterminano vicenda però sono comunque convinti di essere tutti un gradino al di sopra di tutti gli altri esseri umani chi parla greco per definizione superiore a tutti gli altri ogni quattro anni si sospendono le ostilità si fanno le olimpiadi alle olimpiadi ci possono andare soltanto i greci tutti gli altri che non parlano greco sono gente che appunto non diciamo disumani però non sanno neanche parlare balbettano barba barbaric questa come sapete è l'etimologia del termine barbari vi dicevo che i greci fanno un grosso sforzo emotivo per costruire così la loro identità pensate a come anno mitizzato le guerre persiane cioè la resistenza di un popolo che si trova di fronte a un impero multietnico questo impero multietnico quello persiano trova assolutamente naturale continuare a estendersi e inglobare altri popoli tra l'altro i persiani controllano già molte città greche tutte quelle dell'anatolia della jonia sono già persiane resta lo greci ma servono il gran re invece i greci della terraferma della madrepatria resistono e costruiscono su questa cosa la mitologia che è arrivata fino a noi perché delle termopili abbiamo sentito parlare tutti e qualcuno magari anche visto il film 300 ecco dunque di fronte i greci chi c'era di fronte i greci c'era questo straordinario impero persiano che invece incarna perfettamente l'altra modalità di costruire delle identità un impero che si è costruito da un popolo o meglio da due i persiani e i medi tant'è vero che i greci li chiamavano email di piuttosto che non i persiani ma soprattutto un impero che nell'obbedienza a un imperatore e quindi a un principio unificatore a un principio di civiltà avrebbero detto anche loro naturalmente un impero che in obbedienza a un principio di civiltà comune mette insieme tanti popoli il nome con cura dei titoli con cui l'imperatore persiano definiva se stesso e molto interessante pc fermo un secondo i per la persia e iran naturalmente no e molti sapranno che i persiani che a noi sembrano così orientali sono indoeuropei esattamente come noi la lingua persiana una lingua indoeuropea strettamente imparentata le nostre sono ariani dunque per usare questo termine che è sinonimo di indo europei l'iran si chiama così perché ariano la radice della parola la stessa in sostanza bene gli imperatori persiani di gran re persiani si proclamavano signore di tutto il mondo iran e non iran che trovo una formula straordinaria perché vuol dire certo che sia una nazionalità ed è quella dominante però anche tutto ciò che non è iran magari sarà un gradire un po più sotto ma fa parte del nostro impero ecco da questo esempio dei greci e dei persiani io vorrei partire per provare a presentare due e due possibili chiavi di lettura che mi sembra di poter suggerire per orientarci un po nell'enorme complicazione dei conflitti di identità nel passato e i punti sono due sono quelli che sarà quello di sviluppare con gli esempi successivi un primo punto è che le identità etniche sono sempre in qualche misura costruite e possono essere manipolate questo non vuol dire che non esistono sia ben chiaro vedremo in parecchi esempi che un identità etnica può essere inventata di sana pianta ma una volta che c'è a una forza di attrazione enorme però e ripeto questo forse si vedrà meglio con alcuni esempi successivi le identità non esistono come dati naturali di fatto le identità dipendono da quanto alle comunità umane vogliono investirci da quanto il potere politico e gli intellettuali vogliono investirci possono nascere possono trasformarsi e ripeto essere manipolate dalla politica una seconda chiave di interpretazione che mi sembra di poter individuare è questa nel nostro passato esiste questa polarità che potremmo identificare con i greci e con i persiani e cioè cercare delle identità nazionali esclusive che escludono gli altri per cui ci siamo noi noi siamo fatti così siamo diversi dagli altri e tendenzialmente siamo meglio il sottinteso poi è sempre questo all'estremo opposto ci sono gli sforzi ripetuti nel nostro passato di creare invece delle identità sovranazionali multietniche imperiali in cui molte etnie diverse possano trovarsi a convivere senza perdere certe loro caratteristiche ma sentendosi comunque appartenenti a un entità più ampia un esempio di questo è il mondo romano con la sua opposizione fra romani e barbari che potrebbe sembrare una riedizione di quella fra grecia e barbari e invece ci sono delle differenze piuttosto sottili cominciamo col dire che naturalmente se uno usa il termine barbari nel senso originario quello coniato dai greci e quindi e barbaro chi nome greco vedete anche voi che i romani sono barbari infatti i romani sono barbari agli occhi dei resi all'inizio e se non che sono dei barbari che vincono contro i persiani greci hanno trionfato e hanno potuto costruire la loro identità sul fatto di aver tenuti lontani questi barbari ma i barbari venuti dall occidente venuti dall'italia invece a un certo punto vincono sottomettono la grecia e i romani avendo vinto in grecia incontrano una civiltà talmente superiore che decidono di adottare quella civiltà e in fondo di fare un patto con i greci semplifico un po ma grosso modo l'impressione è che sia successo proprio questo i greci hanno avuto uno statuto privilegiato nell'impero romano di partner non di indigeni sottomessi come capitava negli altri luoghi conquistati dai romani hanno avuto una partnership in cambio i greci hanno tacitamente accettato discorso dell'identità che si inventano si creano si manipolano i greci hanno accettato tacitamente di cambiare il significato della parola barbari che a un certo punto non vuole più dire chi non è greco vuol dire chi non è greco né romano e questo ovviamente fa una certa differenza però cosa vuol dire essere romano essere romano non è un'identità etnica nazionale essere romano è innanzitutto una un'adesione politica per dir meglio chiunque può essere romano e roma a un certo punto comincia a costruire la sua ideologia che serve a giustificare un progetto di conquista mondiale proprio con l'idea che essere romani non è come essere greci che devi parlare greco esserci nato essere romani chiunque lo può essere se lo vuole se accetta quell identità e le sue regole vi faccio un esempio che è molto eloquente di questo un giorno l'imperatore claudio va in senato con un progetto di legge siamo alla metà del primo secolo dopo cristo claudio va in senato e il suo progetto di legge e questo vuole aprire il senato ha un certo numero di galli la gallia e conquistata da un secolo è una provincia romana pacificata claudio vuole far entrare in senato un certo numero di notabili romanizzati si capisce della gallia questo progetto di legge suscita un opposizione c'è gente che si alza in senato e dice ma dove abbiamo finire se facciamo entrare anche i galli questi che hanno ancora le mani sporche di sangue romano questi che al tempo di cesare hanno fatto di tutto per non farsi sottomettere dove va a finire il sangue romano la stirpe la nobiltà senatoria e così via e claudio risponde con un grande discorso che ci ha riportato da tacito e che per fortuna abbiamo anche ritrovato agli archeologi hanno ritrovato in una grande lapide di bronzo che conferma punto per punto la trascrizione che ne dà tacito è un caso raro avere due fonti così che si confermano a vicenda cosa dice claudio in senato dice ma tra voi qui che mi parlate di stirpe di sangue romano ma quanti dei vostri antenati erano già romani al tempo di romolo e poi lasciamo stare romolo come messo insieme i suoi ma comunque claudio comincia a guardare in faccia i senatori a dire ma voi non siete etruschi quanto a lungo gli etruschi ha resistito contro rom voi eravate sabini voi eravate di alba longa voi eravate sanniti tutta gente che a suo tempo ha resistito ferocemente contro roma poi è stata sconfitta e la grandezza di roma sta nel fatto che adesso voi loro discendenti siete romani e claudio dice anche una cosa ancora più interessante per noi storici dice noi non facciamo come i greci perché dai greci appunto lo straniero è sempre straniero ha date chi non è cittadino ateniese per nascita anche se viene a vivere lì rimane sempre uno senza diritti un meteco uno che abita lì ma non ha la cittadinanza e claudio dice hai guardato un po com'è andata a finire chi comanda adesso ad atene noi noi che usiamo il principio opposto per cui chiunque può essere romano questa faccenda diventa nel basso impero l'ideologia ufficiale di roma e c'è un evidente collegamento tra questa idea che roma è in realtà una città universale che l'imperatore il padre di tutti i popoli che è destino che tutti diventino romani c'è un evidente collegamento fra questo e nel tardo impero il trionfo del cristianesimo non appena il cristianesimo viene legalizzato nasce un'alleanza strettissima fra impero romano e chiesa cristiana perché il discorso è lo stesso anche i cristiani naturalmente dico no la nostra fede è destinata a diventare universale tutti devono diventare cristiani esattamente come tutti devono diventare romani in questo senso se uno da leggere quei poeti del basso impero che a scuola non studiamo mai perché ci si ferma molto prima e sembra che non interessino a nessuno i poeti del quarto quinto secolo mentre invece se uno va a ledere ci sono non solo grandissimi poeti ma anche gente che scrive cose estremamente suggestive per noi ragioniamo su questi problemi se uno va a leggere i poeti cristiani dell'inizio del quinto secolo prudenzio per esempio prudenzio dice i disegni della provvidenza vogliono cito che tutti i barbari divengano romani e ancora con la mescolanza del sangue si intesserà da popoli diversi un'unica discendenza gaudiano altro poeta della stessa epoca claudiano anche lui come l'imperatore claudio secoli prima esalta roma perché è l'unico impero che ha sempre saputo assorbire i popoli sconfitti il nome di un orizzonte comune che deve abbracciare l'intera umanità roma ha dato come cito di cittadini ai vinti così che dal rodano al oronte ne potremmo dire quasi da londra a baghdad siamo tutti un unico popolo ecco vedete certo un unico popolo i romani ma capite come essere romani voglia dire qualcosa che non è così ovvio ci sono delle scelte politiche portate avanti con convinzione molto a lungo che fanno sì che essere romani non voglia dire né essere nati a roma né avere un certo colore di capelli e nemmeno al limite parlare latino ma vuol dire condividere un insieme di valori e accettare un'autorità politica condivisa appunto ed è curioso come in questo senso perfino i greci sono costretti a modificare il loro punto di vista i greci che avevano costruito la loro identità fanti secoli prima sul fatto di essere diversi da tutti gli altri adesso i greci sono i partner dei romani nella gestione di questo immenso impero in questo immenso impero per metà si parla latino nella parte occidentale mentre invece nella parte orientale si parla greco però è sempre l'impero romano in un certo senso noi ci accorgiamo che all'epoca in cui si diffonde il cristianesimo i padri della chiesa greci usano il termine greco un po come gli imperatori uso del termine romano cioè per dire qualcuno che accetta i nostri valori così noi troviamo arcivescovi padri della chiesa ripeto come gregorio di nazianzo che ottiene corrispondenza con un generale romano di origine barbarica perché il fenomeno dell'immigrazione e travolgente nell'impero vastissimo e gli immigrati accedono ormai anche agli alti gradi dell'esercito e dello stato gregorio di nazianzo scrive a questo magister militum romano un generale romano che però tutti sanno che di origine un voto e gli dice tu sei la dimostrazione che essere greco o barbaro è una differenza dei corpi non delle anime dei corpi si capisce i germani sono alti biondi si distinguono ma la differenza si ferma lì non è una differenza delle anime la distanza sta nei luoghi di origine non nei costumi e nella volontà dunque non solo si può essere romani se si vuole si può perfino essere greci se si vuole benché tutti si ricordino che il babbo il nonno venivano da qualche tribù di analfabeti d'oltre confine e per concludere con questo caso dell'impero greco romano alla fine la forza di attrazione di questo concetto come dire largo di romanità è tale che perfino i greci smettono di chiamare se stessi greci e cominciano a chiamare se stessi romani a partire dall'epoca delle invasioni barbariche quando la parte occidentale dell'impero se ne va per suo conto e l'impero romano sopravvive soltanto nella sua parte orientale quella governata da costantinopoli quell'impero che noi chiamiamo bizantino ma è un'assurdità perché è l'impero romano d'oriente e naturalmente gli imperatori che siedono a costantinopoli continuano a chiamarsi imperatori romani benché parlino greco e i loro sudditi si abituano sempre di più a chiamare se stessi romani in greco roma york e continuano così fino a tempi recentissimi per tutto il medioevo all'età moderna i greci non si sognavano di chiamare se stessi greci hellenic chiamavano se stessi i romani ci sono tante conseguenze buffe di questo quando intorno all'anno mille i turchi che vengono dalle steppe dell'asia arrivano in anatolia in asia minore a contatto col mondo bizantino diciamo noi e chiedono che posto è quello di viene risposto a roma e i turchi l'anatolia la chiamano room creano un sultanato che si chiama il sultanato di rum perché per loro allora non spiegato che quella è roma e i greci ripeto continueranno a chiamare se stessi romani fino all'ottocento quando dall occidente verranno i file lei gli innamorati della cultura classica a spiegare ai greci che loro sono discendenti di pericle di temistocle e allora i greci cominceranno modificare la loro identità riscopriranno le radici antiche elleniche e ricominceranno a chiamare se stessi e l'eni bene con la caduta dell'impero in occidente dell'impero romano in occidente con le invasioni barbariche chi studia queste cose mette a fuoco a un altro fenomeno che credo pertinente per il tema delle identità che ci interessa qui ci sono molti studi su chi erano esattamente questi popoli germanici che invadono l'impero romano e che costruiscono i reni romano barbarici e che sono anche all'origine della nostra e delle nostre identità nazionali moderne perché così come i francesi hanno preso nome dai franchi e la germania in francese si chiama almagno e prende il nome da un altro popolo germanico ngli alamanni e la lombardia prende il nome dai longobardi evidentemente dunque sono popoli che hanno avuto un certo impatto sulla nostra coscienza identitaria no ecco chi erano questi popoli germanici che hanno invaso l'impero al tempo delle invasioni barbariche gli storici sono sono occupati hanno fatto delle scoperte abbastanza sorprendenti e hanno costruito un interpretazione che concedetemelo specialismo in termini tecnici si chiama e tono genesi e il problema del lettone genesi in buona sostanza vuol dire questo grandi popoli che costruiscono grandi regni i franchi da cui verrà fuori carlomagno appunto gli alamanni da cui viene fuori la germania attuale questi popoli che storia anno che passato anno non si trova niente tutte le notizie che i romani ci hanno dato sui popoli germanici nei secoli precedenti menzionano un'infinità di piccole tribù tacito ha scritto un trattato sulla germania dove menzione un'infinità di piccole tribù ma i franchi non ci sono gli alamanni non ci sono i longobardi non ci sono tutti questi popoli che compaiono sulla scena dico è che dove vengono fuori questi popoli andando a vedere si ha l'impressione che questi popoli sono stati letteralmente inventati nel momento stesso delle invasioni perché perché tribù germaniche che vivevano a contatto con l'impero romano e che avevano imparato delle elezioni dall'impero romano e le regole imparate nel modo pesante naturalmente avevano imparato che non si può essere delle piccole tribù se si vuole in qualche modo sopravvivere lungo i confini di roma è necessario unirsi è necessario collegarsi detto fra parentesi è una scoperta che cominciano a fare anche gli indiani d'america quando arrivano a contatto con i coloni anglosassoni ma la fanno un po tardi ha comunque non fanno in tempo però anche lì avevano cominciato a confederarsi collegarsi creare delle realtà sovra tribali ecco i germani fanno questo e lo fanno tanto più nel momento in cui si muovono nel momento in cui c'è l'occasione di trasferirsi su un suolo romano per andare a godere di tutte le ricchezze le infrastrutture le città i commerci che ci sono nell'impero questi gruppi che si muovono si cercano dei leader mettono insieme bande clan che vengono anche da tribù diverse ea un certo punto si inventano un nome perché i nomi di questi popoli sono inventati i franchi non vuol dire gli uomini come dicevamo all'inizio ma vuol dire comunque i veri uomini coraggiosi gli alamanni è ancora più esplicito alle menna tutti gli uomini di sembra vero vicini a quelle tribù di cui parlavamo all'inizio ma sono anche slogan voi lo capite questi nomi sono lo slogan dei capi che si stanno muovendo e che cercano gente e che alla gente che viene con loro offrono tra le altre cose anche un'identità una nuova identità in cui riconoscersi e questo è l'esempio forse più impressionante della cosa che accennava all'inizio cioè che le identità possono essere inventate e che richiedono poi un investimento grosso per essere alimentate e rafforzate anche perché questi popoli barbari di cui vi ho parlato nel momento in cui vincono e si stanziano sul suolo romano costruiscono i loro regni e si trovano di colpo di fronte alla civiltà romana che si conoscevano già da fuori starci dentro fa ancora più effetto naturalmente e non vogliono lasciarsi assorbire completamente già rischiano di essere assorbiti per che rinunciano alla loro lingua per mettersi a parlare dialetti del latino rinunciano alle loro religioni ancestrali diventano tutti cristiani molto in fretta ecco però vogliono mantenere questa loro identità che è così recente oltretutto e cosa fanno scoprono che per avere un'identità ci vuole un passato e scrivono ogni popolo germanico a un certo punto ha degli storici che malamente in un latino imparato alla bell e meglio raffazzonato cercano di scrivere la storia di quel popolo per dimostrare che quello è un vero popolo esiste davvero ha una sua identità all'inizio è un'operazione che viene in pratica fatta in collaborazione con i romani anzi romani sono gli unici che hanno il know how per fare queste cose i goti gli ostrogoti di teodorico in italia affidano a un intellettuale romano cassiodoro il compito di scrivere la storia dei goti cassiodoro si mette lì scrive la storia dei goti allo scopo di dimostrare che anche i goti hanno una storia antica e gloriosa come i romani e quando cassiodoro ha fatto questa operazione il re mostro gotto che regna sull'italia e quindi rende non solo sui suoi ostrogoti ma anche sulla popolazione italica naturalmente sulla popolazione romana regna collaborando con i romani con il senato romano che è ancora lì il re ostrogoto va in senato a fare l'elogio di cassiodoro e in sostanza dice sì lui mi ha fatto vedere cari senatori che anche il vostro re appartiene una stirpe antica e illustre quanto voi e ha fatto sì che la storia dei goti diventi storia romana c'è un unico quadro possibile evidentemente no roma se uno vuole xi come popolo deve stare lì dentro questa cosa la fanno anche i franchi e la fanno in un modo ancora più ingenuo se vogliamo ma molto istruttivo a un certo punto viene fuori uno scoop cronista franco che dice sì anche noi abbiamo un antico passato veniamo da ricordate la storia di enea che fugge da troy arriva nel lazio e da lui vengono i romani noi la ricordiamo tutti naturalmente bene in francia un certo punto dicono sì c'era anche un altro principe troiano che si chiamava francione ed è fuggito da ecco capite cosa significa questo significa dire ai romani noi valiamo quanto voi noi abbiamo una storia illustre un'identità che vale quanto la vostra dopodiché i franchi sono un popolo forte sono un popolo che un certo punto non si limita a mettersi in concorrenza con i romani ma intende soppiantarli e lo fa carlo magno re dei franchi a un certo punto va a roma e viene incoronato dal papa e imperatore romano e viene acclamato augusto i franchi hanno preso il posto dei romani questa cosa si riflette sul loro senso di identità e sui testi che loro scrivono in proposito quando carlo magno era ancora bambino alla legge dei franchi la lex salica viene aggiunto un prologo che è un prologo di esaltazione dei franchi che in sostanza dice ce l'ho qui traduco abbraccio l'inclito popolo dei franchi fondato da dio forte nelle armi fedele nei trattati di pace profonda nelle decisioni nobile di corpo audace veloce eccetera eccetera convertita alla fede cattolica è immune dall'eresia perché i franchi appena hanno incontrato i cristiani si sono convertiti già al cattolicesimo senza passare attraverso altre versioni come era successo ad altri popoli barbari loro sono fierissimi di questo che oltretutto gli dà un aggancio privilegiato con il papa a roma quindi politicamente una questione decisiva ecco per un po facendo la storia di come i franchi appunto sono i più nobili tutti i popoli viva cristo che ama i franchi custodisca il loro regno protegga il loro esercito perché questo è il forte popolo che ha scosso il giogo durissimo dei romani che si è liberata dalla servitù dei romani è che quando ho avuto il battesimo le reliquie dei santi quei santi martiri che i romani avevano bruciato fatto mangiare ai leoni del circo e così via noi invece le abbiamo subito adorate abbiamo costruito dai tempi degli scrigni d'oro per custodire queste reliquie come dire noi franchi non soltanto siamo i concorrenti noi romani ma siamo meglio questo fenomeno per cui un popolo che non è mai esistito nasce a un certo punto in circostanze di espansione politico militare si crea un nome si crea un identità ea questa identità ci crede e ha un suo ruolo nella storia pur appunto non essendo mai esistito prima è un fenomeno che si riscontra varie volte storicamente faccio ancora un altro esempio che risale egualmente all'epoca delle invasioni barbariche ed è l'esempio di un popolo che tutti avete sentito nominare e che potremmo chiederci dov'è andato a finire gli unni nomi li conosciamo tutti attila e non sono finiti gli unni ragionando su questo ci si è resi conto che gli uni sono precisamente uno di quei popoli che si sono costruiti nell'epoca delle invasioni intorno a dei capi di grande successo che mettevano insieme guerrieri e tribù diverse in origine bande di pastori nomadi asiatici ma poi via via che passavano altri si aggregavano che magari non erano asiatici per niente non avevano gli occhi a mandorla erano germani goti e così via ma tutti a quel punto volevano essere un e quindi è un popolo che si crea perché identità diverse si mettono insieme se ne trovano dare un altro dettaglio molto specialistico delle tracce inattese per esempio attila il più famoso raiuno di tutti tempi bene attila e un nome goto non è un nome uno dopodiché si capisce anche come mai questi popoli spariscono perché quando l'espansione finisce quando i capi non hanno più successo quando dei rivali si rivelano più forti un popolo costruito in questo modo può benissimo disgregarsi a un certo punto non conviene più a nessuno dire io sono uno ci sono altre identità che si possono scegliere per aver successo e quindi gli uni spariscono non perché sono stati ammazzati tutti ma perché diciamo è un progetto politico che a un certo punto è abortito che non ha più avuto senso per seguire vi faccio un ultimo esempio che ci porta molto più vicine ai nostri tempi e ci porta in un altro continente in africa in sudafrica gli zulu il sole sono un po quello che oggi ha un'identità fortissima è una delle componenti più importanti e anche più turbolente del sudafrica nessuno sono un popolo che è stato inventato nell'ottocento in origine era il nome di un piccolissimo clan che a un certo punto ha avuto dei capi guerrieri di grande successo che hanno sottomesso via via altri clan e altre tribù e via via tutti quelli che venivano sottomessi esattamente come era successo a roma dopotutto via via tutti quelli che venivano sottomessi adottavano l'identità azzurro diventavano zullo si sentivano zulu e oggi si sono credo 12 milioni di persone che si sentono zulu partendo da un clan di poche centinaia di persone alla metà dell'ottocento bene questo tema dell'etna genesi della formazione dei popoli della formazione delle loro identità e una delle cose credo interessanti che chi fa il mio mestiere i medievisti possono raccontare al pubblico di oggi perché come dire le ricadute sulle nostre attrezzature mentale non sono probabilmente indifferenti io adesso però vorrei mi ero impegnato a provare a ragionare anche appunto su esempi più vicini a noi nel tempo per declinare questo concetto di identità e di conflitto di identità e l'esempio che vorrei farvi è quello di quei popoli che nel nome occidentali al di fuori della corrente principale dell'occidente che a un certo punto nell'ottocento del xix secolo vengono a contatto con la forza brutale di espansione dell'occidente con la straordinaria potenza delle nazioni occidentali dei bianchi che stanno conquistando il mondo ci sono civiltà che come sappiamo si attrezzano molto rapidamente per accettare questa sfida il giappone per esempio il giappone dell'era che loro chiamano meiji della seconda metà dell'ottocento è un esempio unico di civiltà che fino a quel momento era vissuta senza praticamente nessun contatto con l'occidente avevano preso e imparato a usare un'unica cosa dell'occidente l'archibugio dopodiché si erano chiusi volontariamente a qualunque influenza occidentale poi di colpo dopo la metà dell'ottocento il giappone cambia politica viene deciso dall'alto in modo estremamente autoritario dal governo giapponese che il paese deve aprirsi all'occidente e adottare l'identità occidentale pur senza perdere quella giapponese e dunque vengono attuate rapidamente tutta una serie di riforme con le quali i giapponesi intendono diventare pari agli occidentali vogliono fare in modo che gli occidentali siano costretti a riconoscere si questi sono del nostro stesso livello non possiamo considerarli considerarli i geni non possiamo colonizzarli perché tutto quello che abbiamo noi ce l'hanno anche loro e che cos'è che il governo giapponese identifica come necessario per essere pari agli occidentali anche qui credo che parliamo di identità è molto istruttivo vedere che cos'è che i giapponesi ritengono necessario per essere come gli occidentali primo un sistema scolastico educativo organizzato piramidale l'istruzione obbligatoria per i bambini una rete capillare di scuole elementari una rete capillare di scuole secondarie e in ogni provincia dell'impero un'università poi un sistema militare di tipo occidentale la coscrizione obbligatoria l'esercito di massa poi un sistema giudiziario le primissime cose che fanno è fare un codice criminale un codice civile un codice commerciale creare una magistratura professionale non usa dire indipendente che era un credo che fosse così indipendente dall imperatore ma comunque un corpo specifico dello stato di magistrati una gerarchia di tribunali una procedura giudiziaria codificata a quel punto i giapponesi possono dire gli occidentali venite pure liberamente da noi ma non vi riconosciamo nessuno statuto particolare nessun privilegio come invece gli occidentali avevano in cina dove pretendevano di vivere al di sopra delle leggi locali i paesi occidentali un po malvolentieri sono costretti accettarla questa cosa perché i giapponesi hanno adottato tutti quei tratti che gli occidentali ritengono definire la loro identità di popoli civili ha poi ancora un altro la tolleranza religiosa per secoli giapponesi avevano perseguitato i missionari cristiani anzi impedito il loro ingresso viene deciso che per essere come gli occidentali e necessario che i missionari possano fare il loro lavoro liberamente dopo di che però contemporaneamente queste misure che stravolgono lo vedete drammaticamente tutto il funzionamento di quella società queste misure si accompagnano a un fortissimo investimento nel dire noi però siamo giapponesi e restiamo giapponesi e così per esempio sul piano religioso ai missionari cristiani ha consentito circolare liberamente ma pochissime si convertono e c'è una forte spinta del governo invece perché i giapponesi restino fedeli ai loro valori tradizionali lo scinto e così via ecco nel caso del giappone noi siamo di fronte a una entità politica che chiama se stessa impero per ragioni storiche complicate ma che di fatto non è un impero è un regno nazionale con un fortissima come dire omogeneità etnica è interessante vedere cosa succede nelle stesse identiche circostanze a un'altra realtà che è stata più sfortunata del giappone e che invece era un impero multietnico e cioè l'impero ottomano quello che noi chiamiamo banalmente l'impero turco nell'ottocento anche l'impero ottomano che non era così lontano dall'europa occidentale come il giappone naturalmente però da molto tempo aveva vissuto una sua storia che si andava divergendo da quella dell'occidente no nell'ottocento anche l'impero ottomano decide che è necessario proclamarsi occidentali se si vuole reggere l'urto dell'imperialismo occidentale bisogna dire anche noi siamo europei sostanzialmente è l'impero ottomano conosce una fase di grandi riforme simili nelle intenzioni a quelle giapponesi in cui sostanzialmente da un lato si dice anche noi siamo europei perciò anche noi abbiamo che qui è interessante vedere cosa ritengono necessario in parte le stesse cose il codice civile criminale il servizio militare obbligatorio l'università e la pubblica istruzione tutte cose che nell'impero ottomano ci si era mai sognati di avere che di colpo a un certo punto nell'ottocento vengono introdotte per poter dire anche noi siamo europei altre cose istruttive l'inno nazionale evidentemente sento l'inno nazionale non si è un vero paese europeo la bandiera stessa cosa la cartamoneta e potremmo continuare dopodiché anche nell'impero ottomano c'è però un forte investimento nel dire si anche noi siamo europei anche noi abbiamo tutte le cose positive che hanno gli altri però c'è una nostra identità che deve essere salvata e questa identità viene identificata con una decisione arbitraria dall'alto in alcuni elementi di vestiario viene inventato praticamente il fez il fez e rosso quello stesso che poi i bersaglieri incontreranno in libia per l'appunto quindi nell'impero ottomano all'inizio del novecento il sultano ordina che tutti i funzionari pubblici dell'impero ottomano e tutti i militari devono portare questo copricapo che prima non esisteva praticamente era un copricapo che si usava in tunisia i turchi portavano il turbante ma il turbante era un simbolo dei vecchi tempi che vanno superati e però al tempo stesso noi siamo diversi dagli altri e quindi viene introdotto questo fez e viene anche introdotta una giacona lunga blu scuro in una finanziera sostanzialmente che però diventa così caratteristica dei funzionari dei militari di istanbul che nelle lingue occidentali viene chiamata la stam bull in a ho trovate ancora sui vocabolari ora cos'è che è particolarmente interessante di questi tentativi di riforma che fanno i turchi nell'ottocento per dire anche noi siamo europei il fatto è che i turchi hanno davvero un impero multietnico anche multireligioso fra l'altro ma limitiamoci al multietnico la popolazione dell'impero è fatta di turchi di curdi con i quali come sappiamo il problema non è risolto neanche nella turchia di oggi vi armeni peggio che mai di greci di arabi il governo del sultano è perfettamente consapevole che esistono tutte queste etnie e anzi in passato nel vecchio impero ottomano con il turbante in testa tutte queste etnie erano riconosciute tranquillamente avevano le loro leggi la loro autonomia i loro capi il sultano governava deliberatamente un insieme di etnie gli ebrei dimenticavo anche l'oro via importante con le riforme dell'ottocento il sultano il suo governo dicono semplificando un po le cose non va bene perché tutte queste identità diverse dentro un unico stato non possono funzionare noi dobbiamo fare un'altra cosa dobbiamo inventare un identità ottomana un'identità che sia quella dell'impero un po come i romani tanto tempo prima per cui ognuno possa essere fiero di dirsi ottomano e sappia che è un ottomano come tutti gli altri con pari diritti che sia turco armeno greco ebreo arabo musulmano o cristiano e quindi viene introdotto altro elemento di imitazione fondamentale il concetto di cittadinanza ma è la cittadinanza ottomana dopodiché perché vi dicevo che questa cosa è molto istruttiva perché le potenze occidentali sabotano questo tentativo di riforma e in modo particolare sabotano proprio questo tentativo di creare una identità ottomana sovra nazionale perché in realtà le potenze occidentali l'inghilterra la francia ma anche la russia non hanno nessun particolare interessa che l'impero ottomano sopravviva nell'ottocento sono tutti lì pronti a spartirsi la sua eredità naturalmente i balcani gli stretti il mar mac anche l'italia partecipa a suo tempo con la libia come sappiamo dunque tutti in realtà aspettano che l'impero ottomano si sfasci nessuno è veramente disposto a dare una mano perché esca dalla sua arretratezza e ogni paese occidentale ha la sua etnia preferita che protegge fra quelle dell'impero i russi per esempio proteggono gli armeni che sono cristiani ortodossi i russi proteggono gli armeni e pretendono esigono dal governo ottomano che agli armeni sia garantito uno statuto speciale con privilegi leggi particolari e così via i francesi proteggono per esempio i cristiani della siria i maroniti che conosciamo ancora oggi del libano ecco ho letto siria perché allora il concetto era molto più ampio sono quelli che oggi sono la componente cristiana del libano le potenze occidentali in sostanza sostengono le varie nazionalità dell'impero ottomano facendo sentire a ciascuna che ha un protettore potente fuori e che quindi non deve preoccuparsi troppo di aderire a questa nuova identità ottomana sovranazionale c'è di più da guadagnare se si rimane attaccati a un identità etnica specifica nazionale i risultati e impressionante vedere come da questa vicenda vengono fuori conseguenze che condizionano i conflitti del nostro mondo ancora oggi perché per l'appunto nel libano il conflitto fra i cristiani maroniti i drusi i musulmani è stato alimentato a partire da allora comincia allora sotto protezione occidentale l'immigrazione ebraica verso la palestina quindi un altro fenomeno di enorme portata comincia allora e questa è un'altra catastrofe che deriva da questo nazionalismo imposto in qualche modo dagli europei alle nazionalità interni dell'impero ottomano comincia allora il conflitto fra gli armeni i turchi perché i turchi sentono gli armeni come una quinta colonna dei russi come sudditi non veramente fedeli e da lì nascono come sapete atrocità a catena da una parte dall'altra fino alla tragedia poi dello sterminio degli armeni durante la prima guerra mondiale e insomma se uno va a vedere la storia dell'impero ottomano e quella di un tentativo disperato di costruire un'identità sovra etnica sovranazionale in un'epoca il xix secolo che non era adatta per queste cose in un epoca in cui tutti i paesi più potenti e più evoluti erano convinti che è la nazione quello che conta che gli stati devono essere stati nazionali che per essere felici bisogna vivere in uno stato nazionale sono lì ci si senta al calduccio in sostanza non è un altro esempio di fallimento qui siamo proprio nel posto giusto e l'impero austro ungarico naturalmente però stroncare che fa uno sforzo disperato per mantenere la possibilità di uno stato di una tenenza multietnica non tenta neanche però di creare un'identità un'identità sovranazionale turchi ci hanno provato gli asburgo non ci provano neanche gli asburgo sanno che il loro impero è fatto di tanti popoli sperano che la fedeltà all'imperatore e al modello imperiale basket nell'insieme il famoso proclama di francesco giuseppe del luglio 14 in cui annuncia lo scoppio della guerra la guerra da cui l'impero sarà travolto quindi un proclama che ha anche un suo pathos che viene spesso citato nella letteratura mitteleuropea a partire da joseph roth la marcia di radetzky questo famoso proclama di francesco giuseppe comincia rivolgendosi ai miei popoli nola al mio popolo non c'è un popolo austro ungarico asburgico ci sono tanti popoli e in quel momento tenere insieme tutti quei popoli è una cosa impensabile infatti l'impero si sfascia i popoli vanno ciascuno per conto suo e ognuno può decidere se sia stato per il bene o per il male quello che è successo potrei fare altri esempi simili ma l'abbiamo tutti presenti mi limito a citarli per agganciare il passato con il presente o col passato recentissimo l'unione sovietica altro esempio di tentativo su basi ideologiche diverse di costruire un'identità nuova un uomo nuovo addirittura dove poi sono le etnie quelle che sono venute fuori jugoslavia una cosa paragonabile vorrei averne chiudere citando un altro esempio su cui davvero non so molto ma quello che mi sembra di avere imparato e comunque credo istruttivo il caso dei tuzi e degli hutu del ruanda e del burundi dopo le tragedie recenti e anche meno recenti perché dagli anni sessanta che in quei paesi c'è una storia di conflitto etnico atroce fra gli specialisti c'è una controversia irrisolta mi sembra sulle origini dell'ostilità fra youtube e tutti c'è chi sostiene che è una rivalità antica e che è una rivalità basata su un conflitto di classe con gli hutu contadini e tutti allevatori con youtube asserviti e i tutti padroni c'è chi sostiene però che in realtà nonostante questo conflitto di interessi queste due etnie sono convissute per molti secoli tranquillamente tra l'altro parlano tutti la stessa lingua e che è una lingua bantu per ricollegarci e ciò che dicevamo all'inizio e che sono le autorità coloniali occidentali che hanno cominciato a mettere un gruppo contro l'altro per ragioni di controllo c'è chi sostiene che in realtà la tragedia viene fuori soltanto quando c'è di indipendenza del ruanda e del burundi perché lì per ragioni elettorali si comincia a mobilitare il senso di appartenenza etnica e dunque sarebbe come dire un frutto avvelenato della democrazia parlamentare delle elezioni il fatto che i leader politici trovano quest'arma la trovano straordinaria ovviamente mettere gli uni contro gli altri esaltare il fatto che io sono hutu aiuto devono votare per me è dunque secondo alcuni è lì che veramente le cose precipitano dopodichè sta di fatto che tanto in ruanda quanto il burundi sono due stati che sono stati creati nell'illusione che si potesse creare una nuova identità una nuova solidarietà fra etnie diverse e che la gente potesse cominciare a dire io sono ruandese anziché dire sono hutu o sono tutti e poi non inevitabilmente sia chiaro ma per ragioni storiche che è possibile individuare il tendone è andata così hanno prevalso questa identità etniche e a questo punto davvero ci si ricollega in modo impressionante al discorso che ho fatto all'inizio perché nella pubblicistica degli hutu si insiste sul fatto che i tutti non sono veramente gente di qui sono stranieri del nord non sono dei nostri non solo bantu benché i linguisti dicano che parlano lingue 21 ma gli slogan hutu sono di tutti non sono bantu ora se ricordate quello che abbiamo detto all'inizio dire non sono bantu equivale a dire non sono umani e la cosa effettivamente viene spinta nella propaganda peggiore fino a questo punto è un esempio direi direi che noi siamo al punto finale non soltanto di questo incontro per fortuna ma siamo al punto finale di un evoluzione storica secolare che ha visto per un po di tempo stravincere tra quelle due polarità di cui vi parlavo all'inizio l'idea che le identità devono essere nazionali etniche e che non ha senso tenere insieme nella stessa comunità politica gruppi etnici diversi questa cosa era un assioma per i nostri antenati dell'ottocento ha provocato i disastri che sappiamo nel novecento adesso forse siamo alla fine che cosa verrà dopo però non è così facile saperlo io vorrei chiudere ricordando che il paese oggi più potente nel mondo e cioè gli stati uniti è un paese che in qualche modo sfugge a quella camicia di forza che io ho presentato e che quasi sempre nella storia ha costretto alle identità gli stati uniti sono un paese che da un lato ha un'identità nazionale indiscutibile ci si sente americani non ci si sente cittadini di un impero multietnico ci si sente americani è però questa nazione è una nazione chi di voi ha visto l'ultimo film di clint eastwood gran torino dove la gente può continuare tranquillamente a dire io sono polacco tu sei italiano quello lì è cinese antic mong però tutti quanti siamo americani ecco questa è una cosa che ha pochi precedenti e che appunto non rientra in quelle due opposizioni possibili come dire alternative che io ho evocato in quasi tutti gli esempi che vi ho fatto e questa forse è una ragione non irrilevante del successo storico degli stati uniti la domanda che ovviamente ne tutti ci facciamo e se anche l'europa sia destinata a fare qualcosa di simile ma di questo parleranno altri storici fra molto tempo probabilmente non io stasera grazie il sud grazie ora grazie professore presa bellissima lezione questa mi dicono che c'è il tempo per qualche domanda comincerei io con una domanda tornando ai barbari cioè lei nell'introduzione a questo libro per altro bellissimo dice dice che più o meno c'è una situazione simile oggi a quella di dei primi secoli della cristianità e cioè una massa di persone senza povere che cerca di entrare in un mondo più ricco se vogliamo più civilizzato in un mondo con più garanzie come con più strutture questo questo processo così viene è molto lungo questa pressione è molto lunga e e dura finché il finché l'impero riesce e l'impero romano le sue varie fronte riesce a gestire la situazione che cosa ci insegna a noi oggi questa lezione so che gli storici non amano a che cosa cosa insegna la sua domanda cosa insegna la storia comunque penso che la storia può insegnare tranquillamente delle cose pur che 1 le voglia imparare naturalmente il problema è quello ma è come dire occupandosi di invasioni barbariche e naturale che anche lo specialista che è interessato a ciò che è successo allora sente le consonanze con le nostre preoccupazioni di oggi è quindi naturale che quando io mi sono occupato di questo problema sapevo anche che le conclusioni cui sarei arrivato avrebbero avuto in qualche modo delle ricadute nel dibattito dire nel dibattito politico ma insomma nel dibattito di idee oggi quando io parlo di questo libro vado magari una scuola a parlarne è chiaro che l'interesse c'è perché si sente come dire il parallelo con il presente e allora come dire lo storico quando comincia a lavorare non dovrebbe saper già prima cosa vuole trovare non dovrebbe in realtà spesso un po di idee ce le abbiamo già prima bisogna avere l'onestà di modificarle se uno trova che le fonti non rispondono aspettative ma certamente io non sarei stato tanto contento se studiare i rapporti fra romani e barbari mi avesse portato a una conclusione del tipo guardate che far venire dentro la gente provoca la catastrofe ecco come potete capire sarebbe molto facile impostare un lavoro sono invasioni barbariche in questa chiave a me non sarebbe piaciuto se avessi trovato questo e se avessi trovato che nel momento in cui roma comincia a far entrare i barbari per esprimersi in modo molto semplificato comincia a entrare in decadenza e naturalmente però avere anche dovuto dirlo se avessi trovato quello avrei anche dovuto dirlo io ho l'impressione di aver trovato qualcosa di diverso perché quelle che noi chiamiamo le invasioni barbariche sono un momento storico che inizia a un certo punto se vogliamo simbolicamente con quella battaglia di adrianopoli che evocavano prima cui ho dedicato un piccolo libro alla fine del iv secolo e a partire da quel momento indubbiamente c'è nel mondo romano un enorme difficoltà nel far fronte a un afflusso massiccio e violento di gente da fuori e questo provoca conseguenze destabilizzanti ma non dico la scoperta però quasi perché le cose che sto per dire erano un po sepolte tra le tante note cine di tanti articoli specialistici ma nessuno si era mai occupato in termini generali la scoperta fra virgolette e che prima di arrivare a quel punto per almeno due secoli roma aveva fatto entrare barbari volontariamente perché aveva bisogno di gente aveva bisogno di manodopera ne aveva bisogno dei campi ne ha bisogno nell'esercito roma per due secoli si è attrezzata con istituzioni uffici leggi che permettevano di integrare il più rapidamente possibile questa gente roma sia attrezzata anche sul piano del discorso politico dell'ideologia nel quadro che diceva un po prima che roma è la madre di tutti per convincere la gente che era utile integrare questi che venivano da fuori perché non ci vorrà molto e diventeranno come noi e pagheranno le tasse anche loro tema che ricorre continuamente nel discorso politico avevano di quell'epoca bene la constatazione è che per due secoli roma si è sostenuta ha tratto vantaggio da questo flusso di immigrazione che era una immigrazione regolamentata con molta chiarezza e da cui roma ripeto ha tratto per qualcosa come 200 anni gran parte delle sue forze economiche e militari quella è la lezione secondo me o almeno le elezioni sono due che l'immigrazione può essere una straordinaria risorsa e può esserlo anche per molto tempo nel momento in cui si sa cosa si sta facendo ed è gestita con chiarezza al tempo stesso può diventare un pericolo quando a un certo punto quella chiarezza non c'è più quella capacità di gestione non c'è più un pericolo comunque qualcosa che destabilizza anziché rafforzare questo a me sembra sono le elezioni che i fatti raccontati dalle fonti antiche si possono dare ecco ringrazio e cosa chiedere se c'è qualcuno che vuol fare qualche domanda professor barbero se no posso andare avanti io ecco la signora vino tra arriva il microfono mentre lei professore parlava io pensavo alla questione dei rom è quindi un popolo senza terra un popolo che si autoesclude in un popolo che che escludiamo quindi la mia curiosità è questa lei come la vede la questione appunto dei rom in questione punto identitaria e e come cioè non è il modello del dei due modelli appunto né quello che all'interno di una nazione vengano accettati quindi penne quindi modello mi scusi la semplificazione proprio tra il modello punto romano greco nel modello appunto che hanno una nazione che pighi quindi sco parlano come i giapponesi o come quindi non si può dire qualcosa su questo tema due sono consapevole che avendo accettato di venire a parlare su un tema così vasto come i conflitti d'identità nella storia sono costretto poi in qualche modo cerca di rispondere anche se del tema specifico il nuovo veramente nessuna conoscenza mi vien voglia di rispondere così con un trucco che uso spesso che lo stesso che ho usato all'inizio di questo libro e cioè immaginiamoci un popolo che va disperso per il mondo ramingo spostandosi spesso non coltiva la terra non attività stanziali vive di attività un po precarie un po ai margini della legalità è guardato dalle società che attraversa e con cui convive con diffidenza in certi momenti con profondo disprezzo con paura con odio e di conseguente viene spesso perseguitato non si integra e rifiuta assolutamente di integrarsi e di conseguenza viene guardato con un core più disprezzo e diffidenza ecco immaginate una situazione di questo tipo potrei star parlando dei rom oggi entro certi limiti probabilmente potrei star parlando dei rom invece naturalmente sto parlando degli ebrei la storia degli ebrei in europa per tutto il medioevo è l'epoca moderna potrebbe essere descritta è esattamente in questi termini quello che voglio dire è che appunto le cose cambiano noi oggi facciamo fatica a immaginare quanto odio quanta diffidenza quanta paura quanto disprezzo i nostri antenati avevano per gli ebrei che vivevano in mezzo a loro ed è impressionante pensare che gli ebrei in queste circostanze sono stati così attaccati alla loro identità nazionale difficile direi chimica religiosa ma certamente un'identità fortissima hanno saputo salvaguardarla hanno voluto salvaguardarla evitando di diluirsi e perdersi in mezzo al mondo cristiano in cui erano così mal volentieri ospitati ecco io credo che questo sia semplicemente riceve un trucco dello detto è un trucco per in qualche modo abituarci a guardare le cose da un punto di vista diverso rispetto a quello che ci e vagare più familiare ci viene più immediato l'analogia funziona credo io non so niente dei rom ma credo che abbia un'identità molto forte che la vogliono difendere ed è una cosa che noi non ci sentiremmo di rimproverare agli ebrei per esempio mi fermerei qui però come vede sono questioni estremamente delicate io credo che il compito dello storico sia di abituare sempre un pochino a giri girare le cose e guardarle anche dall'altra parte dopo di che però veramente so troppo poco della cosa per continuare a parlarne è stato passato penso qua è stato passato il microfono a me la mia domanda professor barbero è questa siccome il tema della festa è l'identità la mia domanda punto questa e nel 197 cristo e settimo severo che è un generale barbaro della pannonia prende il potere a roma ed è stato prima oggi sono imperatore e non di origine romana a prendere il potere e con questo cambiamento politico a roma poi ci fu anche una nuova concezione il sound del dell'identità di romano c'era stato di tali romano che prima era propria dei discendenti di roma diventa aveva parlato lei una viene stesa tutto l'impero romano e viene diluito il concetto di di di sudditanza verso roma questa di gusti o di nuova concezione di romanità secondo lei non ha portato comunque alla pelle di poter una perdita di coesione interna di pai romano adesso che tutti roma in tutte le persone e sentendosi romani e quindi umani non siete o più soggetti all'autorità centrale romana ma quindi anche noi siamo romani qui nei vostri diritti e quindi senza la possibità di st cacia e roma ci stacchiamo molto volentieri non essendo più suddetta autorità romana questa quindi è stata una perdita di 38 dal centrale di roma ea cosa perdita di roma è stato anche il primo innesco alla dissoluzione di bra romano e quindi io entrai proprio in questo questo passaggio storico 287 con di settimo severo un l'inizio però del delfino romano e le grazie ma guardi no direi che non è così fondamentalmente semplicemente perché i fatti che conosciamo non ci danno questa impressione in particolare nell'impero romano anche dopo questa data e quindi nel tardo impero romano non ci sono fenomeni significativi di come dire il redenti smo di gruppi che vogliono separarsi dall'impero ci sono rivolte locali come ci sono sempre state ma sostanzialmente non esiste il fenomeno di quelli che dicono noi in questa regione vogliamo uscire dall impero nessuno vuole uscire dall impero anzi tutti ci vogliono entrare per l'appunto anche quelli che stanno fuori quindi non mi sembra che ci siano esempi che possano far pensare che una volta che ci si e sentiti tutti romani allora in qualche modo non si era piu cosi rispettosi e obbedienti nei confronti dell'autorità centrale anzi semmai il discorso può essere il contrario perché nel tardo impero noi sappiamo che l'autorità degli imperatori acquista assume dei caratteri di assolutismo staliniani per capirci è sostanzialmente come assoluto dispotismo ecco che prima in realtà non aveva io direi anzi che il fatto che la cittadinanza romana e quindi l'identità romana venga estesa a tutti gli abitanti dell'impero è una cosa che ha delle conseguenze di lunghissima portata non vorrei stupirvi con le facili effetti ma che influenzano ancora oggi la nostra stessa vita perché tanto per essere concreti tutti sono cittadini a un certo punto tutti quelli che vivono nell'impero sono cittadini e hanno in qualche modo quindi delle garanzie nel medioevo questo senso che sia tutti i cittadini in parte della società europea si perde perché nelle campagne sostanzialmente adesso non vi sto a fare una lezione di storia medievale abbreviatissimo naturalmente nelle campagne in sostanza un certo punto nascono i castelli nascono i signori locali che sottomettono i contadini e la massa dei contadini a un certo punto nei secoli a cavallo del 1900 una idea di libertà personale di cittadinanza rimane pero viva questa idea nelle città nelle città nel medioevo la gente continua a ricordarsi che tutti sono liberi e sono cittadini i comuni medievali nascono precisamente perché in ogni città non solo d'italia ma d'europa gli abitanti hanno memoria i giuristi hanno memoria che chiunque viva nell'impero è civis romanus e quindi ha diritto a una partecipazione politica delle garanzie ora dai comuni medievali deriva direttamente la nostra idea di cittadinanza in un certo senso attraverso altri con percorsi complessi e mi sono le radici e quella quindi in qualche modo senza forzare troppo noi potremmo dire che il nostro concetto di cittadinanza si è evoluto nel tempo a partire dalla cittadinanza che gli imperatori a un certo punto hanno voluto dare a tutti gli abitanti dell'impero questo senso e non credo che l'impegno sia stato indebolito da quello così come non è stato indebolito dal cristianesimo impero un certo punto si è sfasciato nella sua parte occidentale perché la pressione dall'esterno era troppo forte alloggia innanzitutto parigi nella sua bellissima lezione e la ringrazio ma non la vedo perché quest'anno la vista grazie senta e volevo capire meglio il problema dei diritti politici cioè in pratica questi barbari una volta che venivano siamo integrati all'interno dell'impero avevano tutti i diritti politici cioè contributo all'amministrazione dello stato così come i cittadini romani della domanda e poi volevo che lei mi facesse un confronto con la situazione dell'europa di oggi cioè i romani integravano stybar bari e non so come li trattavano dal punto vista politico cioè l'europa di oggi nei confronti di questi barbari perché così noi li consideriamo come si comporta meglio o peggio nei confronti del libero meglio o peggio rispetto all'impero romano grazie all'ora e paese poter rispondere a entrambe le domande in fondo rievocando certi aspetti del problema nell'antichità il punto è questo che nel momento in cui la cittadinanza viene concessa a tutti i sudditi dell'impero e l'editto di caracalla del 212 e nel momento in cui più o meno nella stessa epoca comincia una massiccia immigrazione di barbari verso l'impero emigrazione appunto sostanzialmente pacifica e regolamentata bisogna dire che i diritti del cittadino romano non sono più così ampi e fondamentali come erano stati in passato in passato essere civis romanus voleva dire appartenere a un'elite di padroni che comandavano agli indigeni adesso che tutti sono cittadini e che l'imperatore si è trasformato in un despota che può fare tutto quello che vuole da un certo punto di vista essere cittadini non è più così meraviglioso in sostanza essere cittadini vuol dire hai diritto di vivere nell'impero ai direttori vivere pacificamente sei protetto dalla legge hai diritto di pagare le tasse e di fare il servizio militare naturalmente e partecipi come recitano le leggi imperiali della felicità romana l'impero garantisce questo diritti base ci sono appunto il diritto di vivere viaggiare e commerciare fare i propri affari in una certa tranquillità protetti dall esercito purché si paghino appunto tasse pesantissime e si mandino i ragazzi a fare il servizio militare questa è la cittadinanza romana da un certo punto di vista non è molto se vogliamo nelle condizioni di allora era qualcosa che le tribù barbare che sopravviveva una fatica di un'agricoltura primitiva nei loro paesi fuori dall impero consideravano invece come una garanzia un miglioramento il governo esisteva arrivava la carestia in una provincia la gente comincia a morire di fame il governo sia pure con un po di fatica riusciva a far arrivare del grano per sfamare la gente e questo faceva la differenza quindi non dobbiamo immaginarci diciamo una cittadinanza in un senso troppo nobile votare o cose di questo genere però significava essere partecipi di una collettività con alcune garanzie minime il tutto in un mondo che dove il governo operava in modo molto più brutale di oggi perché sei roma il governo imperiale romano ha avuto tanto successo per secoli nel gestire l'immigrazione senza problemi e anche perché operava appunto in un regime di dispotismo il governo imperiale romano si infischiava nel modo più assoluto dell'opinione pubblica per esempio noi non abbiamo alcuna traccia nelle fonti che mai ci si sia preoccupato di cosa succedeva quando arrivavano per immigrati c'erano cinquemila sarmati del danubio disponibili c'era un po di spazio a rovereto piazzavano i 5000 armati a rovereto e nessuno si sognava di preoccuparsi che cosa pensava la gente del posto e se uno osa protestare ecco di conseguenza è chiaro che questo governo poteva operare con una certa libertà che ai nostri governi europei di oggi è sconosciuta e diventa difficile fare paragoni classe c'era quel signore con volevo riprendere acqua civ aver perso tutto il controllo c'erano mai avuto come vuole volevo riprendere la risposta di prima io credo che la differenza tra il popolo ebraico e in rom si sa che il popolo ebraico ha prodotto una grande letteratura ha prodotto una grande musica ha prodotto cultura e il popolo rom non ha prodotto nulla spero che non ci siano rom qui in sala anche la differenza grossa tra le due popolazioni e la cultura e dalle dico lei ha certamente ragione ora come ora no certamente ragione ha certamente ragione ora come ora a dirci che il popolo ebraico prodotto una grande cultura io non so abbastanza dei rom per poter dire che lei ha ragione no ma magari sì però quello che mi scusino prodotta sino a quello che voglio dirle è che se noi ci mettiamo nei panni dei nostri antenati del rinascimento per esempio i quali chiudevano gli ebrei nei ghetti e proibivano che avessero domestici cristiani per evitare che i contatti pericolosi e li consideravano con estremo disprezzo diffidenza per non dire odio se lei avesse detto a un italiano del rinascimento ma guarda che anche gli ebrei hanno una grande cultura sarebbe messo a sghignazzare perché sarebbe stato un po difficile allora citare quella grande cultura ebraica che noi oggi possiamo aver presente voglio dire lo storico vede le cose un po da lontano ci sono stati momenti in cui gli ebrei agli occhi dei loro ospiti europei apparivano esattamente come i rom possano apparire a noi oggi che fosse un errore che fosse una visione distorta che fosse una visione ingiusta non lo so forse sì ma in ogni caso mi sembra comunque istruttivo fare il paragone grazie a questo signore e poi certo sul tuo telefonino la volevo ringraziare per la piacevolezza dell'esposizione perché è stato veramente bello e una domanda secca secondo lei l'identità europea e così scialba era rifatta per quale motivo e per mancanza della lingua per mancanza di un esercito o perché viene gestita da politici e non da patrioti allora rispondiamo prima sulla lingua che mi viene più facile mi viene più facile è un altro citare degli esempi i nostri padri risorgimentali davano molta importanza alla lingua come fattore coagulante dell'identità lo facevano già i francesi al tempo dei giacobini francesi e lo facevano i risorgimentali italiani in realtà storicamente sono molti gli esempi in cui una fortissima identità nazionale può tranquillamente infischiarsi delle differenze linguistiche tornando ai miei amati franchi i franchi al tempo di carlo magno per metà quelli venuti in occidente sud del reno ormai parlavano una lingua che era l'antenato del francese è una lingua neolatina quindi quelli rimasti in germania in olanda continuavano a parlare il francone cioè sostanzialmente olandese diciamo alla buona dopodiché nessun autore dell'epoca ci dice che i franchi fossero a disagio perché parlavano due lingue diverse c'è un enorme e infatti sui franchi che sono un grande popolo migliore dei romani hanno avuto l'impero padroni del mondo protetti da dio cristo di ama il fatto che parlano due lingue diverse non dà fastidio apparentemente a nessuna potremmo fare un esempio più attuale anche se meno imperiale anche gli svizzeri riescono ad avere una certa identità pur parlando lingue diverse però nel caso degli svizzeri vediamo una casistica un po minima ecco nel senso che invece noi abbiamo alle spalle secoli in cui sembrava che lo stato nazionale fosse la cosa fondamentale è che la lingua fosse un fattore fondamentale è che anche naturalmente l'esercito le uniformi le marce militari fossero una cosa fondamentale per creare un'identità io credo che l'europa oggi sia debole semplicemente perché noi siamo adesso forse a un punto di svolta il futuro difficile intravederlo come dicevo già prima però il passato è chiarissimo nel passato generazioni generazioni e generazioni di europei si sono sentiti spiegare che la cosa importante è essere tedeschi o essere italiani o essere russi e non essere europei in realtà poi noi non ce lo ricordiamo più ma l'idea di europa alla fine della seconda guerra mondiale era arrivata a un livello così basso che sono stati veramente dei politici straordinari e con la visione quelli che hanno avuto il coraggio allora di riavviare un processo edificazione europea è uno venire da queste terre de gasperi certo certo però erano in pochi e io sono rimasto molto colpito leggendo un po di tempo fa un libro di un sia in febbre il sian febbre un grandissimo storico francese del novecento uno dei fondatori della scuola delle annales evra era a parigi nel 1944 subito dopo la liberazione e ha fatto un corso al collège de france sull'idea di europa e questo corso di febbre che pubblicano voto anche in italiano pubblicato sostanzialmente si aggira intorno a questa idea tenete conto siamo a parigi la guerra non è ancora finita fa un freddo cane non c'è da mangiare non c'è carbone si sentono ancora i cannoni dei tedeschi nelle ardenne e febbre dice sì l'europa è un'idea che è morta e un'idea che sembra ben difficile che possa rinascere perché dice e lui sta pensando a come la propaganda nazista negli ultimi anni lo sapete aveva cambiato molto la sua impostazione la propaganda nazista nel momento in cui il nemico principale era l'unione sovietica e i nazisti potevano sostenere che loro difendevano la civiltà occidentale contro la marea che veniva da est la propaganda nazista nel 42 e il 43 nel 44 nell'europa occidentale occupata batteva moltissimo sull'idea di europa sull'idea che la germania era alla testa di tutti i popoli europei nella lotta contro i comunisti e anche contro gli americani naturalmente contro tutto ciò che non è europeo e febbre dice come facciamo crederci ancora dopo tanti anni in cui sentiamo ripetere queste parole europa europa da voci dice che sembravano così poco europee chi non c'era neanche conto ma nel 44 45 ci voleva il coraggio e il genio appunto di un de gasperi e di pochissimi altri per aver voluto dal nostro punto di vista però hanno saputo dire superare il momento è crederci dopodichè appunto troppe generazioni sono stati abituati a credere che l'identità nazionale l'unica cosa che conta perché sia facile costruire qualcosa di diverso grazie c'è questa signora poi prego si si parli pure la ringrazio tanto il professore per la sua bellissima lezione però io sono costretta perché a volare molto basso ecco a un certo momento di questa lezione m'è venuto in mente che lei mi faceva venire mi faceva venire in mente il lavoro che sta facendo la lega in italia con questo recupero della padania del ecco io sono incuriosita da questa cosa ecco magari non c'entro proprio niente però c'è questo sforzo strano in una in una modernità come quella della modernità mica tanto insomma questa identità europea mi piacerebbe sapere che cosa che cosa mi dice ma è che cosa le dico diciamo che vedendo le cose da storico cosa ci ha fatto fattori male così almeno la metà di faccia vedendo le cose da storico mi tocca dire operazione di questo genere se ne sono fatte anche in passato era una riga ha detto che falliscano operazione di questo genere devono avere delle condizioni nel presente che come dire lei sostengono le idee quando io ho detto prima le identità possono essere inventate dal nulla a nessuno ha fatto effetto l'idea che i franchi prima non esistevano e poi a un certo punto esistono come voi dei franchi non importa nulla l'avete trovata una cosa innocua quando pensiamo alla padania magari ci sembra un po meno innocua però non sapendo cosa succederà in futuro io devo dire che le analogie storiche dicono quando ci sono davvero le condizioni per cui si crei una nuova identità e la si inventi dal nulla bene questo si può fare gli esseri umani sono lo accettano questo insomma bisogna vedere se le condizioni ci sono davvero perché penso che la storia potrebbe offrire anche tantissimi esempi di situazioni in cui si è cercato di creare un'identità e non ci si è riusciti qui dentro ovviamente ognuno è libero di pensare quello che vuole di sperare o di temere che certo identità vengano però appunto la lezione è proprio quella che si possono fare queste cose perché le identità che noi ci ha abituati a pensare che abbia una base oggettiva invece non necessariamente ce l'hanno non so se le ho risposto la sufficienza grazie dunque preso noi dove voglio voglio approfittare voglio approfittare dell'ultima ultima cosa che devo approfittare del fatto che sono qui sopra per anche della sua competenza europea di storico dell'europa la turchia in europa o no è una buona domanda il problema è che non si sa che cos'è l'europa allora io posso dire questo dico alcune cose banalissime naturalmente però intanto diciamo le se noi definiamo l'europa in un senso piuttosto ampio come una civiltà che risale alla grecia è a roma per esempio allora non c'è dubbio che la turchia fa parte di questa civiltà e anche il mondo arabo fa parte di questa civiltà perché noi come dire chi ha fatto il liceo classico si è sentito raccontare con orgoglio che noi siamo i successori discendenti dei greci ma anche il mondo islamico viene da lì l'impero romano i turchi non c'erano ancora stavano ancora nelle steppe asiatiche c'erano gli arabi ma l'impero romano aveva una provincia che si chiamava rabbia aveva sudditi arabi i reggimenti di cavalleria araba ha avuto un imperatore arabo a un certo punto i turchi quando sono arrivati a conquistare costantinopoli nel 1453 hanno detto e scritto adesso siamo noi gli imperatori romani abbiamo costantinopoli quindi il sultano è l'imperatore romano e papa pio ii che per carità era un papà un po sui generis era un grande intellettuale del rinascimento probabilmente anche a te ora è solo comunque la tappa papa pio ii ha scritto al sultano maometto ii dicendo adesso che tu hai in mano costantinopoli tu potresti essere il vero imperatore romano dopotutto tutti celebrano la tua pietà religiosa e così via cosa ti manca un po d'acqua il battesimo si intende ecco dunque da quel punto di vista l'impero ottomano è stato costruito sulla base dell'impero bizantino e dunque su uno schema amministrativo dell'impero romano fondamentalmente d'altra parte se noi intendiamo l'europa facendo attenzione come non sempre però mi sembra si faccia oggi alla storia recente a quegli aspetti fondamentali della storia recente europea tipo l'illuminismo per esempio ecco allora lì siamo di fronte a una storia che è mancata altrove che va recuperata illuminismo e un fenomeno dell'europa occidentale e non soltanto la turchia ma anche i balcani non ne hanno avuto granché di illuminismo se noi pensiamo che l'illuminismo la rivoluzione francese siano aspetti fondanti della nostra concezione di europa allora li abbiamo parti d'europa che da questo sono rimaste fuori e che devono anche infatti stanno cercando faticosamente di fare molta strada per recuperare un pezzo di storia che non hanno avuto quindi la turchia è parte d'europa nel senso di una storia plurimillenaria è infinitamente più europa di quanto non possa essere caso la cina che è proprio una libbra civiltà dopodiché non è però europa occidentale e dunque link tratta di vedere come noi vogliamo definire l'europa ma storicamente i legami sono sempre stati così stretti così forti che tutto suggerisce che sarebbe bene essere capace di tenerla dentro grazie il chiuderei qui ringraziare il professor barbero grazie a loro arrivederci
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