Economia dello spazio e regole
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Economia dello spazio e regole
Il tema è quello dell'economia spaziale e delle relative regolamentazioni. Si discute l'evoluzione dello spazio da "res nullius" a "res disputanda", analizzando le implicazioni economiche e geopolitiche, comprese le sfide poste dall'uso militare dello spazio e dallo sfruttamento delle risorse extraterrestri. Vengono inoltre esaminati il ruolo dell'intelligenza artificiale e la necessità di una maggiore cooperazione internazionale, in particolare tra l'Europa e i suoi Stati membri, per affrontare le nuove sfide.
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Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Il suo corpo è in trance. Buongiorno, benvenute e benvenuti. Spazio ultima frontiera. Così recitava la sigla di Star Trek, il telefilm che ci ha accompagnato per generazioni nell'avventura dell'infinito, quindi nello spazio. E davvero è diventata un'avventura nell'infinito e nell'inesplorato, quella spaziale, anche dal punto di vista economico. E oggi ne parliamo con due esperti che saluto subito, che sono accanto a me, la professoressa Paola Severino, presidente della School of Law della Louis Guido Carli di Roma, presidente della Scuola Nazionale dell'Amministrazione, componente del Comitato Tecnico-Scientifico dell'Agenzia Nazionale per la Cyber Sicurezza e naturalmente professore Merito di Diritto Penale. E il professor Roberto Battiston, qui giochiamo in casa, ordinario di fisica sperimentale all'Università di Trento, è stato presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana dal 2014 al 2018, è un saggista e un divulgatore, lo conoscete. Ci faranno da virgilio in questo percorso di scoperta dell'economia dello spazio e delle regole. E io comincio proprio dal professor Battiston, chiedendogli intanto un affresco. Abbiamo vissuto diverse tappe della nostra relazione con lo spazio, ce le racconta? Lo spazio è con noi da non molto tempo, nel 1957 abbiamo avuto il primo bibip dello Sputnik, siamo nel 2024, fate due conti, stiamo parlando di una sensatina d'anni. Rispetto ad altre avventure della specie umana, è una spaventura molto breve, molto rapida, i cui esiti sono ancora da verificare. Prima dello Sputnik, lo spazio esistevano i racconti, i romanti nella visione di Wern, nella fantascienza, era un res nullius, era qualcosa che era di nessuno, era impossibile andarci, quindi più che tanto si sognava. Dopo un periodo è stata, invece da quando è iniziata la corsa, la mosa space race, la corsa allo spazio, una cosa da conquistare che poteva diventare un pensiero di molti che hanno contribuito, in particolare i sovietici e gli americani, in quella fase un ambito come il commons dell'Inghilterra negli anni, negli secoli passati, un bene comune da sfruttare per le sue opportunità di punto di vista, eventualmente un domani che stia di risorse. Questo è durato per decine d'anni e poi cosa è cambiato? È cambiato sempre un maggiore coinvolgimento della economia, quindi dell'impresa dei privati, oggi dominante, fino a ieri era significativo, oggi sta diventando sempre più importante, e guarda caso è diventato da questa cosa un pochino romantica di un bene comune una sorta di restisputanda, qualcosa su cui si va a competere, forse anche a combattere. L'infinita risorse che stanno da fuori, anche se l'abbiamo appena toccate con la punta di un'unghia, già incominciano a suscitare interessi potenti, come del resto è successo nel mare, lo spazio aereo, per non parlare dello spazio terrestre, abbiamo una storia senza fine di scomprie anche di carattere conto militare. Quindi c'è stato un passaggio da un momento più romantico, addirittura immaginifico, a una concretezza dell'oggi che va sull'economia, sulla difesa, la geopolitica. Grazie, professor Battiston, è molto interessante questo passaggio da Rest Nullius a Rest Disputanda, da terra di nessuno a terra di conquista, ed è molto interessante anche il paragone con il mare. Dal punto di vista delle regole, professore Staseverino, queste tappe che evoluzione hanno visto? Le tappe sono state già segnate al professor Battiston, perché la storia, l'economia e le regole di solito hanno un percorso comune. La storia l'avete sentita, il tema dell'economia lo approfondiremo certamente più avanti, il valore che assumono i beni che sono collegati all'asfruttamento dello spazio, e naturalmente il diritto fa la sua parte, perché quando c'è un bene suscettibile di valorizzazione economica, cioè che passa da Rest Nullius a Rest Disputanda, il diritto ci mette la sua naturalmente. Ed è un diritto che nasce in sede internazionale naturalmente nel periodo della guerra fredda. E da quel periodo infatti che nascono ben 5 trattati internazionali che diciamo confezionano i principi che devono regolamentare la vita dello spazio. Pensate da 1957, quando la guerra fredda è stata in sede internazionale, siamo in contemporanea con il primo lancio e già si parla di regolamentazione dello spazio. Un legislatore internazionale molto pronto perché il fenomeno lo si intuisce e avrà delle conseguenze straordinarie, così come l'ha avuto l'asfruttamento del mare, un'altra Rest Nullius che poi è diventata Rest Disputanda. Dunque le cadenze sono simili da una parte che è stata in sede internazionale e da una parte che è stata in sede internazionale e la prima convenzione è quella sullo spazio esterno. Si configurano i due principi fondamentali. Nessuno stato può essere proprietario di qualcosa che sia nello spazio esterno. Primo principio. Secondo principio, l'uso pacifico dello spazio. Immediatamente visto che si era in una situazione di guerra fredda si ritiene che non ci sia un'opera di guerra fredda e quindi in una situazione di guerra fredda si ritiene che non ci si debba appropriare dello spazio per un uso di guerra, per un uso che non sia pacifico. Poi cominciano ad essere lanciati i primi satelliti e dunque inizia il tema di proteggere coloro che sono nei satelliti da una parte. Quindi il principio del ritorno. Tutti i paesi devono contribuire affinché coloro che sono stati lanciati con i satelliti possano essere riportati sulla terra da una parte e dall'altra la tutela dell'ambiente. In comincia ad essere lanciato il principio di sostenibilità per cui la conquista dell'ambiente da parte di satelliti e d'altro non deve essere accompagnata dal lasciare rifiuti o comunque non curarsi della sostenibilità ambientale di ciò che ci circonda nell'atmosfera e dunque deve essere recuperato. Il principio di responsabilità. Il principio di responsabilità nasce da un incidente come spesso accade. Nel 1996 un satellite russo si scontra con un satellite francese. Voi direte ma con tanto spazio si vanno proprio a scontrare due satelliti. Ebbene sì, è l'incidente oggi replicabile n volte perché il nostro spazio non ce ne resta nulla. Il nostro spazio non ce ne rendiamo conto è pieno di rifiuti e pieno di satelliti che circano tra di loro. E confezionare le orbite salivitari non è così facile per poter evitare questi eventi. Il principio di responsabilità che dice che ciascun soggetto è responsabile alla quale appartiene il satellite è responsabile di ciò che accade, di tutti gli eventi disastrosi che possono accadere, dei danni che si producono e anche del riciclaggio dei rifiuti, della distruzione dei rifiuti. E direi che questi principi poi si perfezionano come principio di registrazione. Come faccio a dire di chi è la responsabilità se non c'è un elemento che mi consenta di dire che quel residuo di satellite che è esploso o comunque che è inquinato proviene dall'Italia piuttosto che dalla Francia. E qui il principio di registrazione nasce proprio da un evento di questo tipo. Un satellite denominato Solwind precipita in Canada. Di chi è questo satellite? Per fortuna la registrazione di dati che vi erano sul apparato satellitare consente della responsabilità al Paese che aveva lanciato il satellite e quindi al Canada di essere risarcito e rimborsato. Vedete dunque come i principi si siano evoluti e ce n'è uno poi che riguarda in particolare la Luna, il primo satellite ad essere conquistato per il quale si ribiudisce il principio di non-appropriazione, il principio di uso comune dei beni che possono derivare dalla Luna, il principio di trasparenza con il quale la conquista deve essere regolamentata. Principi soddisfacenti, principi che coprono tutta l'area? Ebbene, già posso dirvi di no. Perché al principio di non-appropriazione che riguarda le nazioni si è obiettato che se i singoli si appropriano di materiale questo non sarebbe incluso nel divieto e questo è oggetto per le prossime puntate delle quali parleremo, cioè lo struttamento dello spazio. Assolutamente sì, mi collego alle sue osservazioni anche perché in questa fase evolutiva che abbiamo raccontato, professor Battiston, abbiamo visto passare lo spazio da territorio prevalente delle istituzioni, se non esclusivo, a territorio di tanti soggetti e tanti soggetti privati, addirittura oggi anche start-up, quindi piccoli soggetti privati che partono alla conquista del settore spaziale. Iniziamo proprio ad addentrarci nel campo della space economy. Questa proliferazione di soggetti che guardano allo spazio come un mercato da conquistare è più rischiosa a suo avviso o più carica di opportunità? E aggiungo, ci sono tante stime oggi che cercano di calcolare quanto vale l'economia dello spazio. Io cito quella di Morgan Stanley, secondo cui questo mercato raggiungerà il triglione di dollari entro il 2040. I ricavi generati nel 2020 sono stati già calcolati in 371 miliardi di dollari, la maggior parte dei quali, il 73%, derivanti dall'industria satellitare. Sono stime attendibili a suo avviso? Possiamo davvero calcolare oggi il valore dell'economia dello spazio? Come si diceva spesso, il predirettore futuro è una delle scienze più difficili e arbitrarie. È vero il passato che è recente in quanto abbiamo un valore che si orienta verso i 350-400 miliardi di dollari, tutto compreso. È dominato dalle attività che già sono vecchie. Nel senso, la vostra parabola satellitare che prende 500 stazioni in giro per il mondo è spazio. Avete gratuito il pagamento di alcune abbonamenti secondo dei casi, ma quello è un satellite che sta a fissa a una certa altezza rispetto all'orizzonte che è un satellite che ha una spazio che è spazio che è in tasca del GPS che vi ha permesso forse di orientarvi per venire in questo teatro. È legato a dei satelliti, c'è la più nota del GPS americana, ma l'Europa è il Galileo che è anche migliore da certi punti di vista. Cinesi e russi hanno loro sistemi che vi dice istante per istante dove siete. Questo è spazio concreto, spazio del passato che però è presente. Il momento che ci fosse un problema con questo tipo di risorse ce ne accorgeremmo un istante dopo, si fermerebbero servizi di ogni genere. Il fatto che non ci pensiamo è perché funziona così bene che ce ne dimentichiamo, ma ovviamente non vuol dire che questo non abbia dietro un'industria che mantiene. Questo è economia dello spazio tradizionale. Il sistema è più logico e per lo più. Si va nello spazio sempre di più per guardare la terra dallo spazio. C'è sempre fatto per carità, anche se te lo rispia di buona memoria, ma oggi si fa in una quantità e in una sistematicità incredibilmente alta. Con satelliti piccoli, compatti, di bassissimo costo. Oggi un satellite costa quanto un'automobile? Vi interessa avere un satellite chiamato Giovanni Francesco Mirella? Comprate con 40-50 mila euro un satellite, poi si lancia con una cifra analoga e avete il vostro sistema satellitare per farci che cosa. Dipende. Se lo fate per gioco forse non un gran che. Ma un'industria che deve raccogliere dati sui propri prodotti in giro per il mondo con dei sistemi che telecomunicano il proprio stato, porto l'esempio il distributore di Coca-Cola in mezzo al deserto che non c'è più lattine, dice guarda che mi mancano le lattine. E quindi si vanno a mettere, è un caso chiaramente estremo. Tutto questo sta arricchendo di relazioni, di rapporti, di informazioni osservate sia nell'ottico ma anche come singoli segnali che partono da certi Internet of Things. Ormai tutti gli oggetti comunicano tra di loro e comunicano quello spazio per poter comunicare meglio. Poi le telecomunicazioni, una novità che ci sta cadendo addosso senza che la maggior parte delle persone neanche la realizzino, perché è un'opportunità ma ci cale addosso, capirete perché? Starlink, la grande rete di Elon Musk, di telecomunicazioni, farmata da 27.000 satelliti, da sole e più di 3, 4, 5 volte la somma degli altri, sta entrando nella capacità di telecomunicare con i telefoni cellulari che abbiamo in tasca. Le ultime generazioni dei telefoni cellulari stanno telecomunicando ora con SMS ma ben presto con la voce con i sistemi satellitari. Non sono più i vecchi telefoni che pesavano un chiamamento per andare in metro al deserto. Adesso in metro al deserto uno potrà, tra breve, telecomunicare. Questa è una novità clamorosa che sposta valori economici strepitosi. Tenete conto che noi siamo abituati alla rete con tutti quanti i rimbalzi delle antenne, le famose antenne telefoniche, no? Poi la rete cablata. Ecco, ci stiamo avvicinando a una situazione che cambierà in modo sostanziale in tutto il mondo un certo tipo di comportamenti. In tutto il mondo un certo tipo di comportamenti di carattere economico. Quanto vale questo tipo di sviluppo? Nel senso, io penso che un trillione sia la traduzione in italiano di un miliardo di dolli, di mille miliardi, ok? Perché sembra paperon de paperoni, ai trillioni, a quel tempo solamente a peperopoli, paperon de paperoni. Un miliardo di... mille miliardi rispetto ai 350 miliardi è solo un fattore 3. Ci si può anche stare. Ma c'è chi prevede una crescita di 3, 4, 5 volte questo tipo di andamento. Quanto sarà? Ma vi assicuro che sarà più o meno grande a seconda di come sarà stabile il sistema di relazioni internazionali e non avremo guerre nello spazio. Perché se si incomincia a toccare quel tema lì, scopriremo che lo spazio è molto più fragile dell'aria, è molto più fragile del mare e non parliamo della terra. Quindi è un sistema che per arrivo è un luogo privilegiato, per andarci non è facile, costa, ma una volta nello spazio si è molto esposti a tutta una serie di difficoltà tecnologiche, non solo indotti da un ambiente molto sfidante, ma anche dal fatto che siamo inermi come satelliti rispetto a eventuali sfide di carattere militare. Quindi tutta questa crescita ci auguriamo che avvenga, anche perché potrebbe essere la dimostrazione che riusciremo a procedere in un mondo in cui l'elemento militare, bellico, di scontro, che oggi sta crescendo esponenzialmente, sarà tornato a valori accettabili. Altrimenti chiaramente ci sono dei rischi. Ecco, e a proposito dei rischi, mi serve proprio la prossima domanda per la professoressa Severino, perché l'interesse dell'industria della difesa e l'escalation dell'uso anche dei satelliti, ma in generale dello spazio a fini militari, è uno dei pericoli più concreti, alla luce anche delle complessità del momento geopolitico che stiamo vivendo. E proprio l'esempio di Starlink che faceva il professor Battiston è utile per capire perché l'Ucraina, che aveva visto annientata la sua rete, ha potuto usufruire dei servizi di Starlink dopo che le forze russe avevano neutralizzato i suoi servizi satellitari. Allora le chiedo, professoressa, è immaginabile una no-border regulation capace di fermare eventuali derive? Come ci comportiamo con l'uso militare dello spazio? Quali soluzioni lei vede all'orizzono? Lo scenario che avete delineato è quello di una seconda guerra fredda, come minimo. Noi sappiamo che la prima normativa nasce con la guerra fredda. Oggi l'episodio che ha fatto maggiormente pensare al tema della tutela dello spazio rispetto al suo uso militare è stato ancora una volta un episodio concreto. Elon Musk e il suo progetto Starshield. Starlink naturalmente ci ha resi edotti sull'esistenza di un occhio gigantesco, di un echelon dalle dimensioni infinite che ci osserva, che è con noi nel nostro cellulare e che accompagna la nostra vita. Quindi ha messo in evidenza il tema della tutela della privacy per ciascuno di noi, uno dei temi sui quali i giuristi si stanno affannando per vedere come contemporanea lo sviluppo di una tecnologia che oggi si avvale dei privati e che quindi rende gigantesca lo sfruttamento economico di questa situazione con il tema della tutela degli individui, di ciascuno di noi che non vuole avere questo gigantesco occhio sulla terra pronto ad afferrare qualunque nostro movimento, qualunque nostra parola, qualunque nostra espressione. Che cosa è accaduto nel progetto di Elon Musk detto Starshield? Il progetto è quello di lanciare una costellazione di satellite espia per la CIA. Perché oggi la cooperazione, il partenariato pubblico-privato ci porta a questa situazione. Non è più la CIA che è promotrice di progetti, ma è un soggetto che utilizza i progetti sviluppati dai privati con un fenomeno di gigantesca espansione dell'economia del privato rispetto ad essi e di pericoli che sono indotti poi dal mix pubblico-privato, quindi dalla moltiplicazione di dati. I satelliti spia, quei satelliti spia che se sono utilizzati in maniera preventiva possono essere utili, lei citava l'uso dei satelliti spia per quanto riguarda la guerra in Ucraina, era stata ampiamente preannunciata, sapevamo tutti che c'erano delle truppe che si stavano ammassando proprio perché i satelliti spia avevano consentito di verificare l'esistenza di movimenti esteri. Dall'altra parte la grande spinta verso lo spazio che dà la carenza di materie prime, che l'altra guerra non solo è la guerra armata, ma è la guerra economica, la sfida economica, quella che muove sempre il mondo e i fenomeni peggiori del mondo, quindi la competizione non corretta. Ora se considerate che ai calcoli fatti dal professor Battiston, che ci dice sono dei calcoli molto approssimativi, si aggiunge quello che ci dice che lo sfruttamento delle materie prime soltanto su Marte e su Giove, che sono i pianeti che sono più ricchi di terrerare, quelle che ormai vanno ad esaurimento, quelle che ormai possiede fortunata solo la Cina e che dunque danno luogo a un problema geopolitico enorme di sfruttamento di risorse che sono concentrate quasi tutte in un paese e quindi con grande danno degli altri paesi che non le hanno e quindi la ricerca fuori dal mondo di queste materie prime. Bene, si prevede che solo lo sfruttamento, ma sono previsioni di massima, lo sfruttamento delle materie prime su Marte e su Giove avrà un valore di 700 miliardi di miliardi, io non li sono nemmeno immaginati 700 miliardi di miliardi, sono veramente una cifra di quelle scuole, è come l'infinito, quando ero piccola passavo ore a pensare all'infinito ed era un concetto che non riuscivo mai a focalizzare perché comunque io un confine ce l'avevo sempre, ecco il confine di 700 miliardi di miliardi è prossimo a quello dell'infinito, però esiste, però è stato calcolato in base già a qualche prospezione geografica che è stata fatta su questi due pianeti, quindi stiamo parlando di dimensioni enormi e la delicatezza, la fragilità del sistema di cui parlava il professor Battiston non possono che riflettersi su questi temi, abbiamo dei mondi che valgono immensamente più della nostra terra, che sono sfruttabili e per i quali quindi qualcuno sarà sicuramente pronto a scatenare una guerra, cosa fare? Ma noi giuristi crediamo nella legge internazionale, crediamo che le convenzioni, i trattati, soprattutto se firmati dagli stati più importanti sul base del principio della non utilizzabilità per la guerra dello spazio ci possano proteggere finché qualcuno non viola i trattati, finché qualcuno non si rifiuta di firmare i trattati oppure ritira la sua firma dai trattati internazionali, è successo, è successo nel momento in cui proprio si è compreso l'immenso valore che può avere lo spazio, qualche paese, qualche importante paese ha pensato bene di escludere, di cancellare la propria firma da un importante trattato internazionale e allora io credo che l'unico rimedio a questa situazione, a parte l'attivazione di tutto il sistema della cybersicurezza sul quale noi puntiamo moltissimo la cybersicurezza è un valore straordinario, oggi ogni paese è dotato di un'agenzia per la cybersicurezza, noi prepariamo i giovani ad affrontare questo tema nelle nostre università, vedete questi temi sono davvero straordinariamente interessanti per i giovani, sono innovativi, sono interdisciplinari, sono preventivi, la cybersicurezza ci consente di difenderci preventivamente da questo tipo di attacchi, i trattati internazionali naturalmente rappresentano la cornice regolatoria nella quale dobbiamo calare queste attività, ci dobbiamo credere, ne dobbiamo parlare, dobbiamo sviluppare queste tecnologie, dobbiamo essere attenti a che la firma e il rispetto dei trattati internazionali rappresentino ancora, continuino a rappresentare un valuardo potente nel mondo per evitare che gli interessi economici possano portare poi all'esplosione di vere e proprie guerre militari che potrebbero anche essere dovute non solo al valore economico ma anche al tema della conquista, conquistare un pianeta, conquistare una serie di satelliti dai quali si può osservare e controllare il mondo può rappresentare un appetito molto forte per coloro che questo appetito vogliono soddisfare addirittura attraverso una guerra, quindi livello di attenzione altissimo su questa materia. Professor Battiston appunto, livello di attenzione altissimo, provando a essere ottimisti rispetto ai numeri che citava la professoressa Severino in realtà questa grandissima disponibilità di risorse per un pianeta come il nostro, 8 miliardi di abitanti, risorse in particolari estrattive in via di esaurimento potrebbe quasi rappresentare un fattore calmante per i conflitti che si agitano sulla terra. Lei intravede più il rischio di una competizione appunto di una nuova guerra fredda oppure la possibilità di una cooperazione virtuosa per allargare i servizi e le opportunità per gli esseri umani, di fatto di questo parliamo. Quello che è bello dello spazio è che quando ci si ragiona sopra ci permette di guardare le cose da un punto di vista diverso non solamente perché siamo in alto rispetto alla terra ma perché certi numeri cambiano enormemente. È importante tornare un passo indietro e capire la questione dell'estrattiva. Noi viviamo su un pianeta che è molto grande evidentemente, siamo tanti, 8 miliardi, ma il pianeta è comunque molto grande gran parte del pianeta è inabitato, i mari, i deserti, i poli, le Siberie sono inabitati, quindi da questo punto di vista c'è molte altre risorse potenzialmente disponibili. Però quello che è importante capire è che l'uomo ha bisogno di due cose, l'umanità, di energia e di risorse minerarie di vario genere. L'energia su questo pianeta siamo abituati a pensarla fossile, che è limitata e come sappiamo cambia il clima ma l'energia che viene dal sole è letteralmente illimitata, è 10.000 volte di più di quella che ci serve per far andare avanti l'intera economia mondiale. Non siamo abituati a usarla in modo intensivo ma ultimamente stiamo incominciando a usarla in modo esponenzialmente crescente perché i prezzi sono calati e vi assicuro fra qualche anno, probabilmente dentro la vita vostra se non la mia, ci saremo dimenticati del fossile perché il fossile è stato un episodio temporale, un paio di secoli, importantissimi, ma l'energia non ci manca. Quello che invece è il problema enorme è l'attività estrattiva che è anche quella energetica, ma ce ne dimentichiamo per un istante, ma tutti i materiali che ci servono dal ferro, al rame, all'eterre rare, al litio, a tutte le cose che ci servono in quantità enorme. Estrarre è problematico per due motivi, primo bisogna andare a trovare gli giacimenti dove sono e non ce ne sono poi così tanti, secondo inquina in un modo pazzesco perché l'estrazione è una delle attività meno regolamentate dal punto di vista ambientale. Questo è il problema dei problemi, non si faranno più guerre in prospettiva, fra vent'anni magari, per l'energia, ma si continueranno a fare guerre per le risorse minerarie perché anche se noi stiamo solo guardando il primo paio di chilometri della crosta terrestre, la terra a 6500 chilometri di diametro, quindi siamo grattando la superficie della mela, Bene, effettivamente siamo andati a cercare un po' dappertutto e le cose importanti sono state sistematicamente cercate e trovate. Ora pensate che là fuori, che sia la luna che sia Marte, che siano gli asteroidi, che probabilmente sono gli asteroidi la parte più importante, ma lo vedremo, ci sono i pezzi con cui si è formato il nostro pianeta, quindi immaginatevi un'asteroide che va una minia di ferro concentrata perché per la storia della nebulosa iniziale lì si è messa. Ecco un singolo asteroide, lì ci sono i fantas, miliardi di milioni, perché 30-40 chilometri cubi di ferro supera l'immaginazione anche di questo pianeta, quindi ci sono queste opportunità straordinarie, sono letteralmente infinite, il problema è arrivare e non ci arriveriamo con gli esseri umani. Lì di nuovo scatta il problema della robotica, dell'intelligenza artificiale, delle tecnologie del futuro, perché su posti così estremi, così freddi, così lontani, così rischiosi ci devono andare sistemi automatici e ci arriveremo perché la capacità ormai legata a sistemi autonomi di intelligenza artificiale legati alla robotica sta crescendo rapidamente. Quella è una vera prospettiva, è una prospettiva enorme, ce n'è per tutti, ma naturalmente occorre la tecnologia per arrivarci ed è questo il punto fondamentale, svilupparla, averla, controllarla anche economicamente per avere questo salto di qualità che è paragonabile a quello con cui Colombo scopersi l'America pensando di andare in India e ha cambiato evidentemente il mondo. Qui c'è un salto molto più grande ma con una realtà sociale tecnologica complessiva enormemente più avanzata e con queste prospettive dell'intelligenza artificiale che ci stanno permettendo di fare corse molto veloci. Tutta questa visione molto ottimista, come si confronta con l'essere umano che noi siamo, con le sue pulsioni, con le sue abitudini, con le sue regole talvolta che ci sono, talvolta che non ci sono? Come si confronta, vi ricordate il 2001 di San Erospazio, la prima scena è con la clava, con il pezzo della mandibola, siamo lo scimmione con in mano la mandibola o siamo l'astronauta che riesce a sconfiggere il sistema di computer che era impazzito? Siamo entrambe le cose, è un giorno sì e un giorno no, mostriamo continuamente questi due aspetti della nostra essenza, non come singoli individui ma come società. Credo che alla fine questo sarà il grande problema e le regole certamente ci aiuteranno, ma le pulsioni che queste enormi ricchezze potenzialmente acquisibili possono scatenare, ecco un'altra cosa è sui difficili a fare un ragionamento. Nel passato sono scomparse cibilizzazioni a causa della presenza o dell'assenza di risorse minerarie o dell'acqua o di cose di questo genere e siamo più o meno in questa situazione, solo che ci coinvolge a livello di numeri molto più grandi. E allora professore Staseverino non sarà proprio l'intelligenza artificiale a salvarci dall'autodistruzione? Tornando a seri come gioca l'intelligenza artificiale nello sviluppo dello spazio? Lo accennava il professore e lo chiedo anche a lei perché pone anche l'intelligenza artificiale, lo stiamo vedendo in questi mesi, un tema di regole. Sì, intanto l'intelligenza artificiale può avere dei risvolti positivi, può avere dei risvolti negativi, le due facce delle quali parlava il professore le due facce umane si riflettono sulla intelligenza artificiale. Gli aspetti direi positivi che può svolgere lo sviluppo dell'intelligenza artificiale rispetto al tema dello spazio sono diversi. Abbiamo parlato della presenza di tanti satelliti, delle collisioni che ci possono essere, ebbene l'intelligenza artificiale ha già dimostrato la sua efficacia nella prevenzione delle collisioni. Il primo evento si verificò nel 2019 quando SpaceX stava per un tracciato che non aveva ben calcolato, stava per provocare un evento di collisione e con il nostro orgoglio possiamo dire che Eolus, che era un mezzo che è stato inventato, costruito, progettato in Europa evitò questa collisione. Dopodiché SpaceX imparò la lezione e nel 2021 fu proprio SpaceX con la sua innesto di intelligenza artificiale ad evitare un evento di collisione con OneWeb. Ecco due esempi, due dimostrazioni di come l'uso corretto dell'intelligenza artificiale ci possa aiutare. Ci può aiutare per esempio nella rimozione dei rifiuti, è già stato studiato il modo con il quale l'intelligenza artificiale può configurare la distruzione del rifiuto o il suo trasporto sulla terra. E ovviamente per la gestione del traffico spaziale quando avremo non credo molto avanti nel tempo le navette spaziali che ci trasporteranno su Marte la gestione del traffico spaziale incomincerà ad essere un problema e potrà essere governato dalla intelligenza artificiale. Da un'intelligenza artificiale che in qualche modo ci sostituirà anche come soggetti già oggi c'è un simpatico robottino che si chiama Cimon che è l'acronimo di Crow Interactive Mobile Companion. Un compagno di viaggio per coloro che sono sulla stazione spaziale internazionale ruota, ha naturalmente una faccia molto simpatica perché deve apparire un compagno di viaggio, ruota intorno alla stazione spaziale ma in realtà è un'applicazione tecnologica di intelligenza artificiale perché aiuta anche nei momenti nei quali bisogna intervenire sulla stazione per riparazioni o per interventi per i quali l'intelligenza artificiale evita all'uomo di esporsi al pericolo dello spazio lo sostituisce così come abbiamo detto potrà accadere nel futuro per la conquista di mondi nei quali è adesso ancora inimmaginabile arrivare. E questa è la faccia amichevole dell'intelligenza artificiale, poi c'è la faccia pericolosa e quella dell'uso dell'intelligenza artificiale come sistema di guerra. C'è un bell'articolo pubblicato recentemente sul New York Times che riguarda il possibile uso dell'intelligenza artificiale a fini bellici, ve lo sintetizzo molto ma insomma ci sono alcuni passaggi che mi hanno molto colpita. Il pentagono sta accelerando lo sviluppo delle sue capacità belliche nello spazio anche attraverso l'intelligenza artificiale in risposta ai progressi di Cina e Russia nel campo delle operazioni spaziali. Gli Stati Uniti non si affideranno più solo ai satelliti militari per comunicare e tracciare minacce terrestri ma cercheranno di acquisire nuovi strumenti basati a terra e nello spazio per difendere se necessario interrompere o disabilitare i veicoli spaziali nemici attraverso l'uso dell'intelligenza artificiale. E' quindi un scenario di guerra difensiva e di attacco che nessuno di noi vorrebbe vedere. Tanto è vero che questo scenario viene considerato concreto, possibile e denso di minacce che tutte le legislazioni internazionali si stanno basando su un divieto di uso dell'intelligenza artificiale per le strategie militari. La prima legge è stata quella statunitense nella quale per la prima volta tutto il sistema di governo degli Stati Uniti, Parlamento, governo, tutte le forze che hanno collaborato a questa normativa sul governo sulla regolamentazione dell'intelligenza artificiale vietano l'uso dell'intelligenza artificiale per scopi militari soprattutto su macchine da guerra. L'Europa sta seguendo questo esempio con questa nostra prima regolamentazione dell'intelligenza artificiale ci siamo preoccupati non solo di tutelare i diritti umani rispetto alle potenziali aggressioni dell'intelligenza artificiale. L'Europa è un continente molto attento al tema della tutela dei diritti umani, molto più di tanti altri continenti, ma naturalmente il clou della regolamentazione per quel che ci riguarda oggi è il divieto dell'uso dell'intelligenza artificiale per scopi di guerra. Credo che questa sia la frontiera sulla quale tutti gli altri paesi si dovrebbero attestare per evitare che una guerra distruga quel mondo che abbiamo faticato tanto a costruire. Venendo proprio calando nella realtà italiana i vostri ragionamenti credo che anche il nostro pubblico voglia conoscere la vostra opinione su come l'Italia sta gestendo questa fase. Avete parlato entrambi di scontri e competizioni che riguardano i grandi colossi, quindi gli Stati Uniti, la Cina, penso anche agli investimenti indiani. L'Italia e l'Europa, a vostro avviso, in questo momento che ruolo stanno giocando nello spazio e in particolare nella space economy? Dobbiamo innanzitutto mettere a fuoco la cosa seguente, lo spazio, per sto natura, richiede massa critica, grandi industrie, numerosi ingegneri, scienziati, tecnici, fisici, vi dicendo, perché è complesso, logistica di ogni genere, tecnologie che servono per obiettivi sfidanti complessi. Per cui è inevitabile che quando citiamo i paesi che hanno un ruolo importante nello spazio cominciamo a dare superpotenze, non solo per il pensiero di potenza che esprimono, ma anche perché hanno a disposizione impianti industriali di grandi dimensioni, numeri molto importanti. Chiaramente a livello europeo, il singolo paese, che sia l'Italia, che sia la Francia, la Germania, i paesi che giocano nello spazio un ruolo importante in Europa sono Francia, Italia, Germania, numeri non tanto diversi. L'Inghilterra curiosamente è molto indietro e poi è uscita dall'Europa, quindi in questo contesto è essere contata in modo un po' diverso e poi gli altri paesi a seguire anche con valori molto molto bassi. Dovremo parlare prima dell'Europa e poi degli singoli paesi. Naturalmente l'Europa è fatta da tanti paesi, lo vediamo ogni istante che passa e questa complessità intrinseca del sistema europeo magari su tematiche come quella delle regole riesce a legiferare magari in qualche caso anche tempestivamente, ma quando poi si va nell'esecuzione quotidiana delle strategie che devono essere molto mirate, molto rapide, molto efficaci, lì purtroppo abbiamo un problema. Non è solamente per lo spazio, potremmo fare un lungo elenco. Quindi non possiamo non evidenziare che a livello europeo questo tipo di ragionamenti zoppicano un po'. Abbiamo l'Agenzia Spaziale Europea, che è quella che è nata 50 anni fa ormai, proprio sulla spinta di tutto quello che è successo, che ha fatto delle missioni scientifici eccezionali, alcune missioni anche di carattere commerciale. Abbiamo servito a Kuru lanciando con gli Ariane 5 una quantità enorme di attività spaziale commerciale negli anni passati pre-MASC. Adesso con Elon Musk è cambiato tutto perché i prezzi e le condizioni sono molto più competitivi. Ma abbiamo anche fatto partire un'agenzia spaziale della Commissione Europea, l'EUSPA, che gestisce i programmi spaziali della Commissione. Ora sulla carta forse non è un problema di principio avere più agenzie che si occupano di spazio in Europa. In America tra una cosa e l'altra ne avremo 4, 5, 6 per non contare quelle militari. La questione è il collegamento, il piano. Sostanzialmente non c'è stato un gruppo di persone che decise faremo così per i prossimi 40 anni nello spazio, ma si sono un po' sommati fattori che storicamente avevano un significato ben preciso e poi non scompaiono mai, con altri fattori innovativi che però devono tenere presente di quelli precedenti. E alla fine si crea complessità. Questo è un po' il quadro complessivo, ma lo sappiamo. L'Europa è fatta così, gli manca un po' la testa, il corpacione c'è, ma la testa talvolta gli manca e non possiamo certamente legare allo spazio e basta questo tema qui. Tornando all'Italia, l'Italia ha una tradizione straordinaria nello spazio. Siamo stati i terzi paesi dopo l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti a lanciare prima dall'America e poi da Malindi i famosi razzi di Broglio. L'euro spazio è nato tempestivamente nel nostro Paese, poi alti e bassi siamo i fondatori dell'ESA, abbiamo l'agenzia spaziale italiana, anche lì con dinamiche uscillanti nel tempo. Siamo però un Paese di 60 milioni di persone, con un'economia che è una frazione dell'economia europea, per non parlare di quella mondiale. E quindi c'è questa situazione in cui abbiamo in Europa tante agenzie nazionali, un'agenzia spaziale europea, un'agenzia spaziale della Commissione e già questo vi fa capire come per fare dei passi avanti quando ero all'Asia dovevamo tenere dei tavoli con 50 persone per decidere come spostare una matita e questo chiaramente non può oltre un tanto funzionare. Seconda questione, quindi questo dai massimi principi andiamo più sul concreto, lo spazio è un tema in cui si deve investire capitale in modo intensivo, perché è una competizione in atto, una sfida tecnologica. Non solo il capitale pubblico per fare iniziative di carattere strategico, infrastrutturale e pubblico, ma per stimolare l'economia dello spazio di cui stiamo parlando oggi occorre che si attivino i privati. Per attivare i privati occorron due tipi di investimento, quello diciamo di equity che va sul sistema di borsa e ci sono dei valori assoluti a se stati, ma quello delle venture capital che sono molto più importanti in questo caso, in cui all'Europa mancano due zeri rispetto agli Stati Uniti e agli Italia ne mancano tre di zeri. Gli investimenti sono frazionari rispetto al grande investimento che principalmente è fatto in America, infatti la space economy dovremo pensarla come space economy americana, da cui possiamo poi derivare tutta una serie di space economy europea italiana che sono in qualche modo un riflesso di quel meccanismo poderoso che in America ha permesso che cosa? Il passaggio dei privati in orbita bassa. Questo è molto importante capirlo. Abbiamo una stazione spaziale internazionale che è uno sforzo complessivo in cui gli americani ci mettono molto, ma anche i russi e gli europei. Per servire la stazione, per mandargli il cargo e gli astronauti andati e ritorno occorron dei razzi con caratteristiche di un certo tipo. Per molto tempo, per la prima fase gli americani hanno sviluppato alla NASA i razzi per mandare l'uno e l'altro, poi c'è stato il problema dello shuttle, i famosi disastri. E si è passato ad un'attività di carattere privatistico in cui la NASA compra i biglietti di andate e di ritorno, tot chili, tot persone. Questo ha permesso nel corso di 15 anni un vero passaggio dalla NASA che faceva tutto prendendo i pezzi dai privati, ai privati che fanno i razzi, gli lanciano e i gestiscono di cui la NASA compra di tanto in tanto un servizio. Questo ha cambiato l'industria. Noi su questo non siamo assolutamente confrontabili a quello che hanno fatto gli americani. È un esempio da manuale di che cosa voglio dire governare un sistema economico. Sono passati 3-4 presidenti, 3-4 amministrazioni, ma il tema che è stato consistentemente indicato la NASA ad eseguire è il passaggio dal faccio tutto io a diventare un utilizzatore di capacità private. L'economia si fa così, pianificando oltre i periodi di un singolo presidente, oltre i periodi di un singolo mandato. Nel momento in cui riusciremo a fare questo, anche tutti gli sforzi in alto, non è che l'Europa non investa, che l'Italia non investa, ma questi investimenti hanno un respiro affannoso se non sono inquadrati in un piano di medio-lungo termine. E questa è la grande sfida. Professoressa Sabine, d'accordo, è anche un problema di governance e lo abbiamo visto e lo vediamo in Europa anche con la politica industriale, le difficoltà che facciamo e anche la perdita di competitività che ne deriva. Sì, è una panoramica molto ampia e molto bella, quella che ci ha dato il professor Battiston, alla quale aderisco completamente. Partirei dall'Italia per arrivare all'Europa, così facciamo due percorsi che si incrociano. L'Italia è il più grande costruttore di componentistica per la conquista dello spazio, questo non lo sa quasi nessuno, ma ci pone da una parte in una posizione di forza, dall'altra in una posizione di debolezza. Siamo stati i più grandi produttori di componentistica per le automobili, questo ci ha reso forti per un certo periodo, perché la piccola e media impresa italiana aveva questa grande capacità di penetrazione internazionale con la componentistica e poi questo ci ha indebolito quando intanto il sistema di produzione italiana ha avuto una crisi e poi il sistema mondiale ha cambiato completamente le strutture. La stessa cosa è la costruttura della componentistica, lo stesso tema noi abbiamo per la componentistica dei missili, siamo serventi in quanto fornitori di componenti della missilistica e dei mezzi di conquista dello spazio, il che ci rende però indispensabili dall'altra parte e dunque consentirebbe alla nostra economia di sfruttare molto vantaggiosamente la collaborazione con gli altri paesi e qui si innesce il tema dell'Europa, perché se continuiamo a contenderci il primato francese o quello tedesco o quello di altri paesi nella realizzazione di progetti spaziali, il tema delle sinergie che noi possiamo sviluppare insieme agli altri paesi non solo normativamente ma anche dal punto di vista della programmazione complessiva degli interventi va ad infrangersi contro l'impossibilità di decollezione. E dunque il tema della collaborazione europea dal punto di vista della programmazione, dal punto di vista della distribuzione di compiti anzi della cooperazione tra i vari paesi rappresenta oggi un punto fondamentale sul quale i cittadini italiani e i cittadini europei sono pronti a riflettere. D'altra parte se confrontate il tema della programmazione europea non trovate molto sullo spazio, non trovate molto sugli investimenti perché il sistema dei privati possa contribuire all'interesse pubblico alla conquista dello spazio, non dico all'appropriazione ma al conquistare parti dello spazio che possono essere interessanti per l'Europa nella sua competizione con la Cina e con il Cina. Noi abbiamo una programmazione green generation molto importante sulla quale però già stiamo ricevendo delle eccezioni perché la meta del 2030 e del 2050 già vacilla perché la produzione attraverso i fossili non riesce ad essere abbandonata o non la si vuole abbandonare in alcuni paesi. In altri paesi altri lo stanno facendo ma la situazione è totalmente disomogenea e temo che anche questa forma di progettazione che era stata la più alta, quella che si proiettava maggiormente nel tempo come devono fare tutte le programmazioni, stia per fallire miseriamente con il sistema delle eccezioni, eccezione di qua, eccezione di là. Alla fine si corrode l'impianto globale di una normativa che ci voleva tutti uniti nel combattere l'inquinamento ambientale, nel combattere le modifiche che sta apportando alla nostra realtà ambientale l'opera dell'uomo e l'opera del clima. Dunque la reazione nella materia dello spazio deve essere esattamente la stessa, queste sono progettazioni che richiedono investimenti pazzeschi. Io non ricordo la cifra ma ricordo che un paio d'anni fa ci fu un investimento della Cina sul tema dell'intelligenza artificiale che ci fece sgranare gli occhi e dicevamo mamma mia, ma tutto questo denaro per lo sviluppo di un tema sì importante ma ancora non percepito in termini così straordinariamente importanti per lo sviluppo dei paesi come intelligenza artificiale. Eppure quell'investimento c'è stato, eppure sta producendo i propri risultati, eppure sta producendo per esempio il passaggio dell'economia industriale dell'automobile dall'Europa alla Cina. Oggi le macchine elettriche vengono prodotte tutte quante in Cina e vengono prodotte con una programmazione che utilizza anche l'intelligenza artificiale così che a noi rimarranno i rifiuti e cioè l'impossibilità di smaltire le batterie delle macchine elettriche, agli altri si riserveranno i vantaggi economici di una produzione ormai quasi monopolistica. Dunque il programmare è importante, nel programmare noi dobbiamo intercettare quello che fanno gli altri paesi, dobbiamo capire che se un paese grande e importante come la Cina sta promovendo lo sviluppo di certe attività e quella dello spazio non è secondaria rispetto a quella dell'intelligenza artificiale, anzi i siconi e il guarnituro di loro come abbiamo visto, noi dobbiamo far suonare questo campanello d'allarme. La progettazione europea non può più fare a meno, non può più girare la testa dall'altra parte rispetto al tema dell'economia dello spazio che è un tema non del futuro, guardate tutto quello che riguarda l'ambiente, tutto quello che riguarda lo sviluppo dell'economia è attuale perché se non ci mettiamo i piedi dentro adesso e in maniera molto solida noi saremo superati a destra, a sinistra dagli Stati Uniti, a destra e a sinistra. Dalla Cina tutti quei paesi che invece in termini di programmazione sfruttano al massimo l'unitarietà di intenti e questa nostra frammentazione in paesi che si contrappongono tra di loro come se il piccolo potesse prevalere sul grande ma questa è una follia soltanto mettendoci insieme e con una programmazione unitaria, noi riusciremo non dico a vincere ma da affrontare la sfida altrimenti non partiremo nemmeno. A proposito di competizione versus cooperazione, mancano 6 minuti e 20, se ci sono domande dal pubblico i professori si rendono disponibili per rispondere, se avete curiosità o interrogativi, dubbi, critiche? Di solito bisogna vincere la timidesa della prima domanda, se qualcuno osa, tutti si fanno avanti, mi piacerebbe che qualcuno dei giovani che vedo numerosi in alcune file si facesse venire qualche curiosità, il mondo dello spazio è vostro, è molto più che nostro. L'uomo o la donna che attraverà su Marte è già nato, potrebbe essere in questa stanza, quindi datemi un po'. Nel settore dello spazio come giudicate lo stato di salute di questa collaborazione? Si può sempre fare di più, però esistono relazioni sempre più strette, c'è una componente dell'industria che si rende conto che le nuove idee nascono nel contesto accademico, è una componente dell'accademia che si rende conto che per poterle trasferire nel mondo industriale occorre intraprendere dei percorsi che sono più sintonici, più vicini a certi modi di fare, sta nascendo in questi mesi un partenariato sullo spazio tra accademia e industria, tra cui 30 è una delle sedi, e con l'obiettivo di fare percorsi formativi che siano a cavallo tra quello che serve per proteggere il pianeta e quello che può fare l'industria per poi realizzarlo e eseguirlo. È un percorso da intraprendere probabilmente con maggiore decisione, ma che ci sono dei riscontri sempre più evidenti, perché nel momento in cui lo spazio comincia a costare di meno, si fanno satelliti più piccoli, le idee si possono realizzare anche con maggiore facilità, una volta se non si faceva una cosa che pesava una tonnellata non si valera neanche la pena provarci, oggi invece stanno cambiando le condizioni, quello che abbiamo in tasca, un telefono cellulare, è praticamente un satellite, gli manca solamente i pannelli solari, ma tutto il resto c'è a bordo, quindi questo apre delle possibilità interessantissime che possono calarsi con più facilità anche nel mondo della ricerca. Professoressa Severino, anche peraltro la collaborazione del mondo dei giuristi è fondamentale in questo momento anche nel nostro Paese? Si, fortunatamente si, ma i giuristi non tramontano mai, c'è qualcuno in America che spera sempre che non ci sia più bisogno di avvocati perché c'è l'intelligenza artificiale e vengono immediatamente smentiti dagli errori che ChatGTP fa nella giustizia predittiva. A parte la battuta, io sono fortemente influenzata dal fatto di insegnare in un'università di confindustria e quindi il tema della collaborazione tra sistema universitario e sistema delle imprese è un tema sul quale ho speso anni della mia attività universitaria, direi forse tutti gli anni della mia attività universitaria. Quindi credo fortemente nella ricerca applicata, nella ricerca che si conduce sul mondo dal punto di vista scientifico insieme all'impresa che poi i risultati di questa ricerca scientifica metteranno a terra, appliceranno, utilizzeranno e credo che l'interazione tra il mondo della cultura e il mondo dell'impresa sia assolutamente fondamentale perché ci guidiamo reciprocamente gli uni con gli altri a seconda degli input, a seconda del contenuto della ricerca. Venendo ai giovani e giovani giuristi, oggi io credo che il tema della interdisciplinarità sia fondamentale. Voi siete partiti da un binomio economia e diritto, un binomio che inizialmente ancora pochi anni fa non veniva declinato. Io ricordo le mie conversazioni con Mario Monti quando eravamo al governo che erano tutte parametri, lui economista e io giurista all'inizio parlavamo due linguaggi diversi o forse non ci parlavamo affatto, finché io decisi che dovevo andare alla conquista dell'interesse del presidente del Consiglio e quindi gli articolai un discorso molto argomentato sul valore che ha una buona giustizia per la crescita dell'economia. E da allora cominciamo a parlare la stessa lingua perché economia e diritto potevano mettersi insieme e dal connubio potevano nascere delle idee straordinarie. Cosa che facevamo è cosa che abbiamo fatto oggi perché noi siamo partiti dal tema dell'economia, qualcosa che vale ha sempre bisogno di una disciplina e qualcosa viene disciplinato proprio perché ha un valore economico oltre che etico o correlato allo sviluppo di politica. E dunque diritto ed economia sono i due valori che devono camminare insieme ma ce ne sono poi molti altri che devono camminare insieme e l'interdisciplinarità oggi è la cifra sulla quale noi cerchiamo di costruire la cultura dei nostri giovani, dei nostri laureati. Oggi un avvocato, un giurista non può stare chiuso nella sua stanza piena di libri polverosi e pensare che soltanto la consultazione dei manuali, dei testi e della giurisprudenza possa risolvere i problemi giuridici del mondo. Oggi per fare il giurista occorre saperne qualcosa di fisica, occorre saperne qualcosa di spazio, qualcosa di intelligenza artificiale, qualcosa di cyber security. Quindi i nostri corsi, i nostri master sono proprio volti a creare una offerta di giovani formati sul tema della multidisciplinarietà che siano utili allo sviluppo della società, che siano utili al mondo delle imprese e al mondo delle istituzioni. Perché poi se dal versante privato passiamo a quello pubblico vediamo che oggi la formazione del vertice della pubblica amministrazione deve avvenire anche attraverso l'uso delle tecnologie, dell'intelligenza artificiale, del digitale. Dunque questa cultura deve partire dal mondo della università ma si deve diffondere in tutto il mondo dell'economia, in tutto il mondo delle istituzioni. Credo fortemente che queste connessioni noi dobbiamo mettere in luce creando una nuova cultura di persone che si occupano del diritto ma come di una delle componenti del mondo dell'economia e dello sviluppo futuro. Grazie, anche perché anche lo spazio come l'intelligenza artificiale è figlio di competenze sempre più contaminate, connessioni e contaminazioni davvero. Allora noi siamo perfettamente in orario, io ringrazio il professor Roberto Battiston, ringrazio Paola Severino, ringrazio tutti voi per averci seguito. Grazie. Godetevi i prossimi appuntamenti del Festival dell'Economia. Grazie mille. Grazie.
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