Dov'è e dove sta andando l'economia globale
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Dov'è e dove sta andando l'economia globale
Il vicedirettore generale del Fondo Monetario Internazionale ci presenta la sua visione sulle sfide dell’economia mondiale. Quali politiche servono a livello nazionale e comunitarie per far uscire l’Europa dalla crisi? Cosa sta succedendo nei paesi emergenti? E in Nord Africa? Quale cooperazione economica può assicurare crescita e lavoro a livello globale?
c'mon in wireless di global economy buongiorno a che punto è l'economia globale e in che direzione si sta muovendo questo il titolo della sessione odierna è inchinato l'acri e che modo la crisi economica ha un impatto sulle prospettive della crisi economica e poi che cosa dovrebbe fare l'europa per affrontare i suoi problemi principali che sono evidenti e ciò è la conseguenza per esempio degli aggiustamenti finanziari molto severi in alcuni casi nella sua instabilità finanziaria così come la fragilità del proprio sistema bancario e della sua nuova valuta l'euro ne parleremo oggi con nemat shafik minucci shafiq ma parleremo anche degli occhiali delle lenti che servono per analizzare questa crisi minucci chef che viene dal fondo monetario internazionale la presento tra un attimo e il fondo monetario internazionale fmi è una istituzione internazionale che ha dotato degli occhiali delle lenti diversi per guardare all'economia e per analizzare anche le crisi il fondo monetario internazionale nel corso degli ultimi tre anni ha messo in discussione alcune dei pilastri della theory della teoria economica come i moltiplicatori fiscali come la libertà dei flussi di capitale e più recentemente adottato un documento di cui forse parleremo in seguito circa la possibilità di ristrutturare il debito pubblico che costituisce effettivamente è un argomento molto discusso in europa attualmente permettetemi adesso di presentare nemat shafik e con grande piacere che vi presenta un minus shafiq vice direttore generale del fondo monetario internazionale prima era segretario permanente del ministero britannico per lo sviluppo internazionale ed è stata il vice presidente più giovane della banca mondiale dove ha iniziato effettivamente a lavorare qualche anno fa ormai aveva solo 36 anni quando entrato a far parte della banca mondiale vorrei anche far riferimento un'altra cosa dopo di che arriverò senz'altro la parola nel 2009 è stata nominata al boom delle scelte city è detto questo le do senz'altro la parola grazie mineo share buongiorno mi sentite anche quando la sala intanto devo dire fin dall'inizio che sono estremamente lieta di essere qui con voi oggi le persone con cui lavoro mi dicono spesso che non c'è abbastanza discussione pubblica su quelli che sono i temi più importanti e quelle che sono le sfide principali economica di cui il mondo si trova ad affrontare vorrei congratularmi con gli organizzatori di questo evento qui a trento per aver dato vita proprio questo ha una possibilità in cui mi rapportati dei media dell'opinione pubblica degli esperti si trovino a con si trovano a confrontarsi sui problemi principali che dobbiamo affrontare ci dovrebbe essere una 30 in tutti i paesi dovrebbe diventare un evento globale io sarei lieta di partecipare a ogni edizione oggi vorrei parlare di tre cose e cioè quali sono i problemi oa piuttosto alle tendenze che affliggono il nostro mondo oggi giorno di lungo periodo e qual è la situazione attuale della crisi soprattutto per quanto riguarda l'europa e poi come possiamo gestire questa crisi ha proprio alla luce di queste tendenze che si stanno verificando a livello mondiale iniziamo individuare quattro tendenze principali alcuni immagino saranno ben note a voi tutti il primo dato dal cambiamento nel equilibrio delle forze economiche sappiamo che le potenze economiche e anche gli industriali si spostano dal nord al sud da est a ovest a est vediamo qual è la divisione di questa torta diciamo nel 2012 e quale sarà nel 2013 da cui emerge il grande progresso realizzato dall asia del 2003 vedete che la quota del pil è salito enormemente gli standard della qualità della vita è anche aumentata in molte persone sono uscite dalla stato di povertà cosa che costituisce un successo straordinario dal punto di vista storica quindi nel 2030 l'economia dell'india sarà più o meno della stessa misura di quella dell'unione europea e l'economia del cina sarà in realtà il doppio rispetto all'europa e quindi questo è un grosso cambiamento attualmente in atto l'altro cambiamento che stiamo registrando a livello demografico vediamo effettivamente qual è il tasso di crescita a livello mondiale fino al 2025 per i 25 anni successivi e per il parte restante del secolo sappiamo tutti che l'europa è un continente che invecchia e in altri parti del mondo viceversa le cose sono completamente diversa nel medio oriente e nell'africa settentrionale 60 per cento della popolazione al di sotto dei 30 anni e in nell'africa sub sahariana il 70 per cento della popolazione ha meno di 30 anni è una cosa che mi sorprende è che nel 2025 che è tra dodici anni dietro la porta dietro l'angolo 2 terzo della popolazione mondiale saranno asiatici non lo voglio ribadire ripetere perché è una cosa incredibile quindi due terzi della popolazione saranno asiatici il restante terzo saranno un asiatico e ovviamente e poi l'invecchiamento colpirà anche al continente asiatico quindi vediamo che non sarà solo l'europa che invecchia e che a questo declino demografico l'invecchiamento della popolazione e aggredirà diciamo anche l'asia e l'america latina anche per la politica demografica della cina che rimane spirin già il numero dei figli a 1 parliamo adesso del cambiamento climatico sappiamo tutti che il clima è stato ben strano di recente nel 2012 è stato uno degli anni più caldi mai registrati per quanto riguarda le proiezioni della temperatura mondiale vediamo che ci sono grandi incertezze ma un cambiamento climatico anche limitato solo di 2,5 gradi ha un impatto importante sull'economia vediamo a sinistra l'impatto in termini di perdita di pil vedete che per continenti come l'india e l'africa ci sono perdite importanti di pil causate proprio dall innalzamento della temperatura la quarta cosa di cui volevo parlare è la distribuzione del reddito questo dati sono relativi agli stati uniti vediamo che parte del reddito nazionale viene indirizzato verso i salari e vediamo che i due terzi del reddito nazionale il 67 per cento viene indirizzato ai salari e questa percentuale è caduta è scesa al 58 per cento e questo risultato di vari cause della globalizzazione delle tecnologie innovative delle scelte anche politiche che sono state fatte ma è una cosa a cui stiamo che stiamo vedendo succede in molte parti in europa e in africa alcuni mi dicono che trento è la davos democratica e bene anche nel a davos non democratica quando ai partecipanti è stato chiesto qual è la problematica numero uno ebbene era proprio la diseguaglianza interessante in un recente indagine che è stata fatta in europa è emerso che soprattutto nell'europa meridionale le persone temevano che i sistemi fossero molto ingiusti e pensare il nell'europa più in europa punto si pensa che ci anche i figli abbiano davanti a un futuro ancora più caratterizzato dalle diseguaglianze e anche punto ci troviamo adesso in questa crisi ea che punto si trova l'economia mondiale se analizziamo i mercati finanziari vediamo che sono in una fase positiva infine mercati finanziari sembrano essere abbastanza robusta in mercati azionari in africa in altin è scusata in america in asia in europa stanno raggiungendo dei livelli che non hanno confronti con gli altri anni della crisi abbiamo visto che gli spread per i debiti sovrani sono si sono ridotti ma se si parla però l'economia reale la situazione in realtà è molto più complessa per quanto riguarda l'economia reale vediamo che c'è una ripresa tre livelli ci sono in parte del mondo che stanno crescendo velocemente soprattutto emergenti i paesi a basso reddito dopodiché ci sono le economie che stanno crescendo a una velocità media sostanzialmente gli stati uniti che adesso saranno effettivamente avendo una qualche ripresa dell 1,9 per cento e forse a breve saranno nell'anno prossimo arriveranno al 3 per cento e poi ci sono parti del mondo che viceversa sono crescendo a velocità molto lenta in particolare queste sono l'europa e il giappone che cosa c'è il sotto di questa veloce tripla di velocità e bene le economie europee crescono molto poche hanno generato una crisi importantissima a livello di disoccupazione qui a sinistra vediamo la disoccupazione in europa e medio oriente dove il problema è più grave confrontato con quello che succede col resto del mondo nel resto del mondo abbiamo tassi disoccupazione del 56 per cento in europa viceversa in medio oriente i tassi si aggirano ha un valore doppio questo in italia per esempio abbiamo visto dei risultati che dimostrano che la disoccupazione del 12 per cento ed è pari al 38 per cento nel caso della disoccupazione giovanile ed è veramente un tasso inaccettabile la ricerca ci dice chiaramente come si fa a aumentare l'occupazione l'economia deve crescere naturalmente si può adottare qualche cambiamento o microeconomico per promuovere il calcio dei posti di lavoro ma in realtà ci vuole la crescita e la crescita viene bloccato dalla frammentazione che vediamo all'interno dell'eurozona in cui vediamo proprio questa frammentazione sappiamo che la banca centrale europea sta mantenendo gli interessi molto bassi per promuovere il credito e per promuovere anche la ripresa economica ma questi bassi tassi di interesse per paesi come la francia e la germania porta a dei tassi del 4 per cento mani paesi come viceversa l'italia la spagna che il sitra voluto affrontare i tassi molto elevati del 56 per cento e se guardiamo il portogallo e la grecia i tassi d'interesse praticati sono ancora maggiori e se vediamo la situazione delle proprie delle piccole e medie imprese bene loro si trovano a sopportare dei tassi interesse ancora più gravosi e quindi è molto difficile avere e finanziamenti è difficile avere prestiti che potrebbero aiutare appunto a creare posti di lavoro dobbiamo ricordarci che senz'altro abbiamo già fatto parecchio nel senso che si parla sempre male dell'europa però è anche importante è vedere tutte le cose tutti i successi che sono stati registrati dall europa a volta a volte ci sono stati dei troppi i vertici magari vertici a tarda notte tali per cui magari raggiungere la logica era difficile parola fine in ogni momento critico si sono fatte prese decisioni importanti e vedete che a livello paneuropeo piuttosto che a livello nazionale sono state prese tutta una serie di ottime decisioni e vorrei sottolineare per esempio un momento di svolta soprattutto l'estate scorsa quando il super mario mario draghi ha annunciato il m till outright transmission programma diceva sì avremmo fatto qualsiasi cosa per salvare l'europa e questo in qualche modo ha cancellato la paura era molto tranquillizzato i mercati quindi malgrado tutti i successi registrati in realtà la strada da fare è ancora molta e ci sono tre aree che vorrei portare alla vostra attenzione e che richiedono proprio una soluzione per la soluzione della crisi europea la prima problematica e relativa all unione bancaria e ci vuole un meccanismo di vicina di vigilanza unico poi una autorità di risoluzione unica in modo tale che sia una banca fallisce in una certa parte d'europa l'intervento di salvataggio non deve gravare su un unico paese sovrano ma dovrebbe essere viceversa supportato da un da un'unione poi c'è anche una rete di sicurezza comune tale per cui tutti i depositi in tutta europa siano egualmente garantite le persone si sentano sicure di depositare il proprio denaro presso le banche a prescindere dove queste banche siano collegate quindi l'unione bancaria è un elemento mancante è fondamentale poi è l'unione fiscale che manca in gran parte delle unioni monetarie anzi in tutte le unioni monetarie direi è normale che ci siano dei momenti in cui un elemento dell'unione magari attraverso un periodo difficile in rapporto agli altri elementi di quella stessa unione e l'unione permette di ammortizzare proprio con un bilancio centrale in europa vera ventualmente questo è un bilancio molto molto limitato in gran parte dell'unione monetaria realtà questo corrisponde anche fino al 15 per cento del pil mentre in europa questo corrisponde all'un per cento questi fondi servono ad ammortizzare le la situazione tale per cui se la disoccupazione aumenta in una certa parte di questa unione le altre parti dell'unione possono compensare questo problema naturalmente questo è un problema che va risolto dai politici e sono a disposizione se volete che discutiamo o un come le diverse federazioni organizzano questo sistema di condivisione di rischi e di ammortizzamento dei rischi quando questi affliggono appunto una parte dell'unione c'è poi una terza è un terzo elemento che manca oltre all'unione bancaria e fiscale ma anche la riforma strutturale che tipo di riforme strutturali auspicheremmo per avere la ripresa in europa ecco questo ad esempio per esempio susa da un esempio circa e l'italia sappiamo che ci sono tutta una serie di riforme che l'italia potrebbe approvare per migliorare la produttività dell'economia e produzione cioè riforma del mercato del lavoro del mercato della produzione e che impatto avrebbe sul tasso di crescita europeo italiano è bene si può cambiare per esempio si possono cambiare le leggi del mercato del lavoro piuttosto che l'orario di apertura dei negozi o la normativa determinate professioni questo hanno tutti un impatto relativo ma se si accumulano tutte queste riforme i loro risultati soprattutto in un lasso di tempo prolungato per esempio un quinquennio vediamo che il pil italiano potrebbe aumentare del 5 6 per cento che che per un'economia che non ha registrato alcuna crescita negli ultimo decennio realtà è una crescita importante per cui anche le riforme strutturali possono portare a ma possono dare un risultato importante però ci vuole del tempo e naturalmente le riforme vanno approvate congiuntamente una da sola non basta e parliamo adesso della crisi attuale come possiamo affrontarla la luce di queste tendenze globali cui ho fatto cenno fino adesso ho finito con le diapositive ebbene il cambiamento degli equilibri politici mondiali c'è un po uno scenario tragico quando si parla di questa transizione della importanza politica molti dicono che è la morte dell'occidente che adesso tutto andrà nelle mani delle economie emergenti a scapito dell'economia avanzata e bene in realtà le economie sono a somma zero nel senso che l'aumento del reddito in asia possono creare grandi opportunità anche altrove il rischio maggiore attualmente nel caso dell'europa è il rischio della stagnazione il rischio è che ci impedisce di alzare delle riforme e congiunte che garantiscono appunto una ripresa in termini di crescita guardiamo quanto è successo al giappone nell'arco degli ultimi vent'anni in cui e anche lì non si è registrata una crescita in una con una popolazione che invecchia e che quindi che cosa abbiamo bisogno qui in europa abbiamo bisogno di politiche monetarie e finanziarie e fiscali che mirino appunto a ripristinare la crescita nel continente europeo le dimensioni relativamente piccole dell'europa in termini geografici ed economici possono preannunciare un declino ma in realtà potrebbero anche preannunciare un miglioramento e una ripresa che io ritengo possibile lo si può fare però chiaramente sono necessarie delle riforme molto ambiziose a livello nazionale ed europeo come si gestisce ora l'aspetto demografico e la società che invecchia di quei cenavo poc'anzi dobbiamo riconciliarci col fatto che dovremo lavorare molto più lungo l'idea di andare in pensione a 60 anni che è una cosa che forse tutti auspicano potrebbe non essere più possibile anzi per certo dovremo lavorare tutti più a lungo e per gestire questo cambiamento demografico le donne giocano un ruolo molto importante so che oggi è l'anniversario del primo voto da parte delle cittadine di genere femminile in italia quindi complimenti e congratulazioni indubbiamente le donne sono una risorsa enorme in questo paese in molti altri paesi sono istruite sono specializzate ed è importante quindi che partecipino ancora di più nell'economia dei paesi dell'ocse oggi non lo fanno per problemi legati alla famiglia ai sistemi fiscali che per il secondo percettore di reddito non dà degli stimoli che lo spingano ad entrare nel mondo del lavoro e poi soprattutto tutto quel lavoro che le donne devono fare a casa in altre parole gli uomini italiani devono aiutare di più ma se riusciremo a cambiare tutte queste cose pensate come potrei diventare molto più produttiva all'italia molti altri paesi del sud europa e il giappone perché il giappone ha un quadro demografico e di distribuzione della forza lavoro molto simile le ineguaglianze le ineguaglianze e rappresentano un problema economico politico importantissimo abbiamo fatto delle ricerche che ci hanno dimostrato che nei paesi in cui c'è una forte disuguaglianza è molto difficile mantenere la crescita nel medio termine quindi grossi problemi economici ma anche grossi problemi politici e lo vediamo in paesi come la grecia dove le persone ritengono di dover sopportare tutto il peso in modo diseguale e ingiusto delle conseguenze dell'attuale crisi economica quindi la disuguaglianza è una grossa sfida che dobbiamo affrontare se vogliamo effettivamente andare verso una ripresa e progresso sostenibile infine il cambiamento climatico e le questioni strettamente legate all'europa l'unione fiscale per esempio il tema di questa conferenza la sovranità in conflitto è estremamente pertinente al momento attuale per definizione questo mondo di interdipendenze nel quale noi viviamo è un mondo che richiede un sacrificio di sovranità tutti dovremmo affrontare questo sacrificio area parte della nostra sovranità perché abbiamo bisogno di una maggiore collaborazione a livello europeo per completare l'architettura dell'unione monetaria e per far sì che possa funzionare dobbiamo sacrificare sovranità a livello globale per gestire problemi legati al cambiamento climatico per regolare meglio sistemi finanziari e bancari a livello transfrontaliero per ridare forza al commercio mondiale e agli scambi mondiali e per risolvere problemi come quello del clima che per definizione richiedono un approccio globale stavo cercando una metafora per descrivere questa globalizzazione crescente nel mondo in cui viviamo che richiede sempre più collaborazione per poter risolvere i problemi che gravano sul mondo oggigiorno è un poeta inglese del sedicesimo secolo john dan ci diceva che nessun uomo è un'isola ogni uomo fa parte di un continente e se il mare è in grado di lavare via granelli di sabbia l'europa dovrà fare attenzione essendo interessato al genere umano ritengo che sia molto importante vederlo in modo globale pensate un poeta lo scriveva nel xvi secolo e questo è estremamente attuale nessuno di noi è un isola e sarà quindi necessario dovrà dover rinunciare a un po di sovranità per risolvere queste grandi sfide ma tutto questo avrà dei vantaggi in realtà è un vantaggio non essere isolati non essere un'isola ma essere tutti insieme e i vantaggi sono convinta superano il costo di questa rinuncia alla sovranità mi fermo qui sono sicura che tonia delle domande molto interessanti per me vi ringrazio per l'attenzione stiamo effettivamente affrontando una recessione molto molto grave soprattutto qui in italia e quindi voglio tornare alla questione del moltiplicatore fiscale non è soltanto una questione di interpretazione della realtà o dell'economia ma anche di una revisione continua delle prospettive e ed è anche fortemente una questione politica perché in un certo senso ci spiega perché christine lagarde del fondo monetario internazionale è stata la prima a dire che per la grecia sarà necessario procedere alla ristrutturazione del debito non sarà sufficiente fare degli aggiustamenti fiscali e continuare con una politica di austerità quindi credo che oggi abbiamo una fantastica opportunità che quella di parlare del moltiplicatore fiscale e di sapere da te che cosa ne pensi degli ultimi sviluppi perché alcuni dicono bene la grecia si sta riprendendo e sul binario giusto altri dicono no ci vorrà un ulteriore ristrutturazione del debito e dove risiede la verità grazie magari vi darò qualche accenno sul dibattito del moltiplicatore fiscale perché è stato un dibattito molto acceso nei circoli economici ma non sono sicura che tutti gli altri l'abbiano seguito quindi circa nove mesi fa un'analisi pubblicata ha cercato di spiegare che cosa accade alle economie in un momento di contrazione della politica fiscale di norma si può dire che se il deficit fiscale viene ridotto da un per cento del pil cioè un declino economico dello 0,5 per cento del pil quindi la regola è di 0,5 questo e l'indice del moltiplicatore in alcuni paesi però abbiamo visto che nel giro di uno o due anni paesi in cui c'era un blocco di liquidità tassi di interesse se al limite minimo in questi casi è l'effetto moltiplicatore era molto più alto quindi nel 2010 2011 in grecia il feto moltiplicatore era decisamente superiore a 0,5 quindi la riduzione del deficit di bilancio portava un impatto sulla crescita molto più negativo rispetto a quello che ci si sarebbe aspettati ed è importante sottolineare che questo non riguarda soltanto la grecia ma alcuni paesi e è un fattore comunque che è limitato nel tempo in un arco temporale ben definito quando la nostra ricerca ha svelato questo risultato abbiamo iniziato subito a rivedere i nostri programmi per fare i paesi quindi la grecia la spagna e il portogallo ci siamo resi conti avevano bisogno di più tempo le cosiddette politiche di austerità dovevano essere introdotte in modo più graduale perché l'impatto sulla crescita era talmente forte da ritrovarci poi in una situazione in cui la crescita in declino per questi aggiustamenti fiscali e un aumento comunque dell'indebitamento proprio per questa forte contrazione la questione del debito pubblico un paesi come la grecia ci ha fatto capire che l'economia è un po arte e un po scienza a volte ci chiamano i dottori dell'economia si sarebbe bello potere dare una medicina e risolvere tutti i problemi però anche in questo caso proprio come accade in medicina l'organismo diversi organismi reagiscono in modo diverso ad una stessa medicina di conseguenza dobbiamo cercare di capire che cosa accadrà nei prossimi mesi all'economia greca e dovremo vedere se effettivamente ci sarà una ripresa della crescita e se non ci sarà allora dovremo ancora una volta andare a rivedere la sostenibilità dell'indebitamento della grecia continueremo a monitorare la situazione per vedere se la grecia potrà sostenere gli attuali livelli di indebitamento c'è anche un altro paese su cui grava un debito molto pesante l'italia e dicevo prima che tu hai scritto una pubblicazione sulla ristrutturazione del debito alla fin fine il primo intervento di ristrutturazione del debito in grecia ha dato buoni risultati e stato un successo alcuni affermano avevano affermato che sarebbe stato un disastro non è stato un disastro ritieni che visto che anche noi stiamo cercando di rimetterci in carreggiata e abbiamo alle spalle una recessione veramente molto pesante una delle più gravi che c'è stata anche in tutta europa e adesso abbiamo un eccedenza primaria generosa abbiamo un deficit accettabile siamo abbiamo soddisfatto la procedura europea per l'eccesso di deficit ma comunque il debito sta crescendo e allora che cosa dovremmo fare in italia ha accennato alle riforme ma ritieni che sia necessario affrontare prima o poi il problema del ristrutturamento anche noi quindi dovremo far vedere una riduzione dell'indebitamento e del debito l'italia una situazione diversa rispetto a quella della grecia in grecia c'è stata una ristrutturazione anche nel settore privato con una riduzione dei crediti dei creditori privati la ristrutturazione del debito in base alle esperienze che abbiamo fatto ci fa vedere che in genere è troppo limitata e arriva troppo tardi arriva troppo tardi e silla anticipiamo ci può essere effettivamente una ripresa economica molto più rapida che comporterebbe quindi molta meno sofferenza tuttavia quando abbiamo un debito tanto grande da far sì che gli investitori non vogliono più investire perché temono che prima o poi ci sarà una espropriazione perché c'è proprio questa nuvola del debito che grava sull'economia ecco se pensiamo alla situazione attuale in italia le persone sta non investono per l'indebitamento già esistente non investono per i problemi strutturali che pesano sull'economia italiana quelli a cui ho rapidamente accennato prima e quindi l'italia ha già ottenuto buoni risultati sul versante fiscale risultati veramente impressionanti e certo noi non pensiamo che adesso sia venuto il momento di allentare la parte fiscale bisogna mantenere questo livello certo il carico fiscale in italia è decisamente alto sarebbe auspicabile riuscire a spostarlo spostare il bilancio riducendo le spese e in questo modo riducendo il carico sui contribuenti però io credo che la ripresa in italia sara legata ad una riforma strutturale che sarà molto più importante della ristrutturazione del debito negli ultimi anni abbiamo visto molto spesso è che il fondo monetario internazionale e su direttore christine lagarde sono entrati in conflitto o in contrapposizione rispetto ad angela merkel sul mercato city me che l'europa in futuro possa dividersi perché c'è un nucleo fondamentale europeo e dell'euro e poi abbiamo la cosiddetta europa meridionale per super mario come l'ha chiamato to mario draghi ha invertito un processo che era già in corso un processo di divisione dell'europa a marce diverse e nella situazione e di cui tu ci hai parlato includendo anche l'esempio del giappone ci sono degli accenni positivi però secondo te c'è ancora il pericolo che in futuro si abbia una europa del nord europa del sud io credo come avete un economista che il mondo anglosassone abbia sempre sottostimato la determinazione dei politici europei a tenere unita l'europa perché la fine questa una decisione politica e non ci sono segni o prove del fatto che ci sia un desiderio politico di dividere l'europa il desiderio di tenerla unita è decisamente forte prendiamo la grecia oggigiorno ci si aspetta un'insoddisfazione totale nei confronti dell'europa e dell'euro ma lupino e pubblica in realtà vuole mantenere l'euro in grecia come è stato dimostrato da un sondaggio l'estate scorsa quando angela merkel ha chiarito che la grecia sarebbe rimasta in europa e che l'europa avrebbe fatto tutto il possibile per mantenerla nell'euro zona e questo è stato un segnale ai mercati importantissima e cosa successo agli spread per i titoli sovrani in europa si è ridotto ulteriormente molto di più rispetto a dichiarazioni precedenti quindi questo è stato un segnale politico importantissimo quindi ripeto l'unità europea una decisione politica una volta presa questa decisione politica è chiaro che non si può lasciare incompleta l'unione monetaria bisogna aggiungere tutti quei tasselli che mancano all unione bancaria l'unione fiscale cioè non possiamo costruire un edificio senza questi pilastri fondamentali perché altrimenti prima o poi crollerà e quindi è questo il livello dove si svolge il dibattito oggi tutti sanno che il fondo monetar internazionale fa parte della cosiddetta troika e alcuni dicono sì si parla del moltiplicatore fiscale si dice che ci sono paesi che hanno bisogno dei tempi più lunghi che hanno bisogno di interventi chirurgici sul loro debito però in realtà poi la commissione europea e altre istituzioni sembrano voler tutelare questi paesi è la posizione di fondo monetario internazionale allora qual è certo e capri economisti si sono messi degli occhiali nuovi abbiamo sentito però c'è una parte del fondo monetario del razionale che non è d'accordo con questa nuova visione è vero il fondo monetario internazionale secondo me si è comportato in modo molto coerente durante la crisi certo ci sono persone in disaccordo col fondo monetario internazionale e magari cercano di seminare voci di disaccordi interni al fondo proprio per tirare acqua al loro mulino ma io credo che la nostra visione sia stata sempre chiara fin dall'inizio ci sono tre tipologie di paesi che soffrono sotto la crisi abbiamo un gruppo di paesi sotto pressioni di mercato fortissime per i quali non c'è nessun altra alternativa se non intervenire sul budget sul consolidamento fiscale sono la grecia il portogallo paesi per i quali non c'è altra via d'uscita il secondo gruppo di paesi sono quei paesi che possono permettersi di aspettare l'effetto degli stabilizzatori automatici che sono per esempio tutti i sistemi sociali per affrontare la disoccupazione i cicli di fluttuazione un incremento del deficit quindi c'è un gruppo di paesi che rientra questa categoria poi c'è un terzo gruppo che ha possibilità di intervenire a livello fiscale può spendere un pochettino di più durante la crisi e sfortunatamente questi paesi sono pochi ma questo l'abbiamo visto fin dall'inizio lo abbiamo sempre affermato durante tutta la durata della crisi certo ci sono persone che hanno opinioni diverse e talvolta cercano di utilizzare questo messaggio un po complicato quello dei tre gruppi di paesi per avvalorare le loro idee che a favore della serietà piuttosto che della crescita ora questo dibattito sull'austerità è un dibattito che ormai si è un po impantanato anche all'interno della troika ne abbiamo dibattuto in modo approfondito di questo problema e la commissione ora è arrivata alla conclusione che i target del deficit fiscale non è un valore nominale cioè non significa oltre per cento o sei morto ma pensa in termini strutturali con i target fiscali strutturale questo significa che non sono target definiti in una percentuale ma si intraprendono delle misure per raggiungere un certo target ma se l'economia un po più lenta rispetto a quello che se ci si aspetta il defici un pochettino più alto non è una questione di vita o di morte si recupererà quello che è andato perduto e in futuro e quindi adesso c'è opinione condivisa sull'importanza di questo tipo di approccio che non è un approccio così restrittivo come quello che si pensava di dover avere in passato la questione della troika allora nel trattato c'è chi afferma che non si parla della troika e quindi si mette un po in dubbio la coerenza appunto di questa affermazione questo quello che afferma silvi ghilardi tu che cosa pensi di questa problematica ma io penso che la troika sia stato il risultato della crisi perché quando il fondo monetario internazionale lavorava in passato per qualche crisi era un rapporto bilaterale si negoziava un programma si concordavano misure da adottare per risolvere la crisi il processo era abbastanza semplice ma in europa la troika è stata resa necessaria per due motivi i paesi dell'eurozona non hanno una banca centrale singola e quindi la banca centrale europea per forza doveva essere coinvolta per poter affrontare aspetti legati alle strategie macro economiche che non potevano essere dibattuti senza la banca centrale europea e poi chiaramente servono anche i rappresentanti degli altri stati membri perché sono quelli che danno i fondi necessari per realizzare questi programmi il programma per la grecia per il portogallo e la quota di finanziamento totale del fondo monetario internazionale in realtà una quota molto ridotta e diversa dal programma programma però diciamo che si attesta tra il 30 per cento al 10 il 30 per cento per esempio l'ici per cento per il libro il progetto recente per cipro quindi se coloro che danno i fondi la grossa parte dei fondi non solo presenti intorno al tavolo non sarebbe certo una cosa giusta in europa si discute molto sul coinvolgimento del fondo monetario internazionale nella gestione di queste crisi e credo che coloro che si occupano veramente di gestione delle crisi ritengano che mi sembra che mario monti abbiamo detto una volta che l'europa non è stata progettata per le crisi è stata progettata soltanto per momenti di economia fiorente in poche parole manca nei meccanismi per gestire i fallimenti bancari la crisi del debito sovrano questi meccanismi non sono mai stati progettati non sono mai esistiti quindi tutte quelle cose che sono state fatte nell'ultimo anno e mezzo riflettono il tentativo dell'europa di affrettarsi a definire dei meccanismi per affrontare i tempi più duri e questo quello di cui noi ci occupiamo al fondo monetario internazionale il nostro core business affrontare i tempi duri e abbiamo un'esperienza insuperabile nella gestione delle crisi economiche perché questo il nostro lavoro e quindi l'europa ha ritenuto che in un momento di crisi è importante rivolgersi a chi di crisi se ne occupa da tempo e quindi siamo stati coinvolti con la nostra esperienza nella gestione delle crisi e abbiamo dato anche un ulteriore contributo importante che quello dell'obiettività noi non siamo uno stato membro non rappresentiamo interessi quindi diamo un analisi economica obiettiva cifre reali abbiamo esperienza nella gestione di crisi in altre regioni del mondo e quindi forti di questa esperienza possiamo dare raccomandazioni e questo secondo me è un grosso vantaggio avere anche una controparte neutrale attuare regole in un gruppo di 17 paesi è tutt'altro che facile questa el'eurozona gli stati membri hanno difficoltà a richiedere l'ottemperanza a tutte le varie normative maastricht il fiscal compact eccetera eccetera e certo diciamo che se il club fosse molto più grande e allora per assurda molto più facile riuscire a far valere le regole è emersa un po di tensione durante la crisi all'interno del fondo monetario per esempio tra i paesi emergenti quindi viene da chiedersi anche voi avete pagato una quota del bail out del salvataggio delle banche e nel caso di cipro sarà più limitata qualcuno ha deciso in qualche modo che che il fondo monetario si trova qualcuno diceva che si trova il fondo monetario sottoposto a molte tensioni perché non voleva non si vuole più che si spenga l'euro è effettivamente si siano stati criticati per il salvataggio in europa perché si riteneva che l'europa fosse un continente rito che l'europa potesse salvarsi da sola non avesse bisogno di finanziamenti dal resto del mondo ed è vero che gran parte dell'esposizione adesso del fondo monetario internazionale sono proprio verso l'europa nel mar dei nostri investimenti diciamo che abbiamo fatto in europa ma il fatto che l'europa si è così grande il fatto è che molti di questi paesi sono diventati importanti e anche dal punto vista sistemico per economia e il nostro operato il nostro nostra missione dal fondo monetario internazionale è quello di mantenere la economia mondiale sana e se non avessimo contribuito a questi programmi se non avessimo contribuito al salvataggio il rischio sarebbe stato che l'economia mondiale entrasse in un altro periodo di recessione e importante quindi c'è motivo chiaro che giustifica il nostro intervento col passare del tempo vedremo l'evoluzione naturale per cui ma la mano che l'europa riesce a mettere a punto i propri meccanismi come il meccanismo di stabilità europea piuttosto che adotterà un ente di sopra di soul vigilanza unico con l'adozione per esempio di sistemi di risoluzione bancaria univoci si 11 e allora man mano che l'architettura europea sarà completata è finita ci sarà sempre meno bisogno del nostro intervento noi dobbiamo continuare e continuare a contribuire attraverso la nostra consulenza per esempio attraverso la nostra visione obiettiva ma credo che questo sarà l'evoluzione naturale delle cose c'è bisogno di un finanziamento da parte nostra e questo bisogno andrà diminuendo col passare del tempo torniamo al livello mondiale adesso ma in qualche modo parliamo sempre anche d'europa spesso dimentichiamo che il fondo matera internazionale si occupa anche di valute adesso si parla di una guerra valutaria cosa pensi di questa cosa di questo vicenda giapponese gran parte dell'attenzione e viene adesso è rivolto al giappone cioè maggiore silenzio in europa perché tutta l'attenzione viene concentrata appunto sul giappone secondo lei è una minaccia per l'euro l'euro si trova tra due poli si monetarie molto aggressiva e quella della fede quella del giappone non pensi che questo potrebbe costituire una minaccia per l'euro e per la banca centrale europea che è molto più conservatrice si parla di guerra valutaria ma secondo me questo è tutto un po gonfiata come vicenda se guardiamo al caso poi in particolare del giappone ebbene abbiamo appena condotto una analisi sull'economia giapponese e siamo giunti alla conclusione che perché a parte dei paesi del mondo europa inclusa la ripresa del giappone costituisce un vantaggio di gran lunga superiore rispetto agli svantaggi che deriverebbero da un deprezzamento dello yen alcuni pochi paesi come il cuore la corea per esempio che in diretta concorrenza col giappone potrebbe vivere conforterebbe esperire magari qualche negatività ma per gran parte del mondo viceversa il giappone che rimesso in piedi che sta sulle sue gambe costruisce o assolutamente un vantaggio poi un'altra idea che sul giappone la seguente a delle politiche monetarie aggressive che sono positive e comunque queste non risolvono i problemi strutturali e fiscali del giappone anche questi problemi vanno assolutamente affrontati come al solito la politica monetaria arrivata da un certo punto poi bisogna integrare con altro tipo di misure per promuovere la crescita per la ripresa bisogna in qualche modo spingere la crescita ma per avere una crescita consistente continua bisogna far altro però non solo politica monetaria ultima domanda sempre facendo riferimento alle sue competenze in questo caso parliamo del medio oriente che cosa avviene in quella parte del mondo abbiamo guardato con grande speranza a questi paesi e adesso qual è la situazione che pensa che succederà in futuro e poi naturalmente diamo la parola anche al pubblico per le sue domande come vero per il tempo dopo una primavera agitata c'è sempre una estate molto calda e quello che sta succedendo lì dal punto di vista economico e le dati non sono rassicuranti si stanno tutti muovendo nella direzione sbagliata e lei devas avanzi aumentano la disoccupazione adesso è ancora superiore rispetto al momento della primavera araba le riserve sono basse l'indebitamento è alto il turismo e basso quindi il dati macroeconomici effettivamente non sono per niente positivi e rassicuranti abbiamo visto delle transizioni analoghi anche altrove abbiamo visto quello che è successo in europa orientale abbiamo visto quello che è successo in sudafrica con il crollo della partente quindi abbiamo visto altri paesi attraversare e questa situazione e abbiamo visto che in gran parte dei casi ci sono delle movimenti diciamo molto alternanti questo dura per un 4 5 anni fino a che l'economia si ristruttura cambia evolve e quindi la certo punto di vista era da aspettarselo in quest'area è particolarmente difficile perché si cerca di avere una transizione politica nel contempo si tratta di là di avere anche una transizione economica si riscriva le costituzioni si ritengono le elezioni c'è un ci sono processi politici che creano sempre una grande incertezza dal punto di vista economico quindi io credo che i dati fondamentali diciamo i fondamentali dopo 36 economico sono indicano che ci saranno degli anni ancora difficili molti si sono rivolti a noi per sostegno abbiamo erogato dei programmi con il marocco la tunisia la giordania allo yemen quindi stiamo effettivamente cercando di sostenere questa transizione di supportare e crediamo che sia importante che i vicini vicini si concentrino sui risultati di lungo periodo vogliamo arrivare a dei paesi che siano più democratici più efficaci dal punto di vista economico e dobbiamo erogare del sostegno diciamo in modo tale che la transizione venga gestita in modo indolore grazie ci sono domande lasciamo spazio a tre domande dopodiché le risponde remo congiuntamente la storia dell'economia dicevo siamo in italia i fan di ciano ok dice lo siamo in italia siamo al festival dell'economia e forse a me piaceva ricordare che tra i paper comportato che hanno portato il capo economista del fondo monetario internazionale a mettere in discussione i moltiplicatori c'è uno studio di tre ricercatori italiani battini calegari e melina per dire che anche il nostro paese produce sapere magari vanno appunto a lavorare al fondo monetario internazionale non restano qui ma c'è però uno fare un'altra domanda e la globalizzazione i processi di internazionalizzazione non sono irreversibili oggi guardando il mondo ci sono processi di certi signori tornare indietro di mettere in discussione la globalizzazione al rischio di protezionismo grazie e cmb one aver quest ci lasciamo so se forse un'altra domanda torniamo le disuguaglianze studiamo le diseguaglianze tra a forza lavoro qualificata e non tra capitale e manodopera c'è un'altra diseguaglianza che per me molto interessante quella tra i giovani ei vecchi i vecchi sono più ricchi i giovani sono più poveri come possa essere affrontata questa diseguaglianza pensa che possa avere ripercussioni sulla crescita quali sono le politiche per affrontare anche quest'altra diseguaglianza terza domanda e poi diamo spazio le risposte a due domande da fare la signora che ha usato dei termini molto politici specialmente riguardo la grecia perché già da tre anni e se qualcuno della scuola americana che aveva previsto che le politiche che usava la troika erano praticamente del suicidio cioè cruma stili si lancia e quindi mi sembra che può ripetere la domanda dall'inizio perché non aveva le cuffie scusi sa parlare in inglese ma non aveva no io ti dico che la signora usato due termini politici in due casi molto bene specialmente per la grecia in quanto già da tre anni 4 anni c'era già qualcuno della scuola americana che ne siano che aveva detto che le politiche sta usando la la troika sono da suicidio per la grecia ma nessuno si è arrivato neanche a dire qualcosa insomma e quindi la signora driblato bene la sua domanda sostanza e quindi la grecia si trova come somma poveracci sia dall'altra parte c'è qualcuno che parla dei problemi e l'altra domanda riguarda i paesi che hanno avuto la primavera è vero che hanno qua non estate calda ma è anche vero che questa estate calda legata a sorte di fondamentalismi perché in tutti i paesi che hanno avuto questa rivoluzione ci sono praticamente partiti fondamentalisti dallo yemen tunisia e altri insomma la giordania non fa parte di questi paesi neanche il marocco per fortuna insomma grandi ecco questo vorrei che quindi si fondesse un po più chiaramente perché le domande esposte che lei ha fatto sono state molto politiche cioè molto fumosa insomma non mi pare minuti e questo grazie per queste belle domande cercando di rispondere adeguatamente per quanto riguarda la globalizzazione è il possibile ritorno del indietro e bene che sono delle prospettive realistiche ha fatto riferimento anche al protezionismo o in ambito commerciale bene in realtà di questo c'è stato veramente ben poco pascal lamy il capo del riesame mondiale del commercio segue la situazione attentamente per quanto riguarda l'organizzazione mondiale per il commercio ebbene questo ritorno al protezionismo è stato estremamente controllato ogni volta che ci sono del g20 tutti si impegnano a opporsi al protezionismo e protezione insomma è stato assolutamente in toto da controllo quindi il rischio senz'altro esiste dobbiamo trovare dei metodi più efficaci per gestire la globalizzazione altrimenti siamo sempre esposti al rischio che delle conseguenze negative di questa globalizzazione non ci sono organizzazioni multilaterali come la fonte come il fondamento rete nazionale che possono analizzare gli interessi collettivi le ripercussioni gli impatti delle varie politiche a livello mondiale e questo è un aiuto diciamo a prevenire le conseguenze negative della globalizzazione come l'adozione per esempio anche di normative a livello bancarie o gli organismi commerciali tutti questi enti istituzioni garantiscono che ci sia una certa equità e questo garantisce appunto un certo supporto alla globalizzazione per quanto riguarda le diseguaglianze credo che hai sollevato un punto veramente importante ci sono grandi diseguaglianze tra i giovani e vecchi la disoccupazione giovanile in europa in medio oriente è a livelli veramente intollerabile ci sono 200 milioni di persone che cercano lavoro circa 70 milioni di questi sono giovani e sappiamo che lì sono cose che causano effetti molto durature se non in cominci a lavorare da giovani ai un'aspettativa di vita più bassa hai un altro o sei molto esposto al rischio di suicidi ci sono delle conseguenze sociali veramente rilevantissime e anche le conseguenze economiche sono rilevanti quindi senz'altro questo è un grosso problema parte di questo problema soprattutto per quanto riguarda l'europa meridionale è dato da questi mercati del lavoro a due livelli ci sono grandi protezioni dei posti di lavoro con grande pensione con liquidazioni costose molto difficile licenziare e poi c'è un'altra parte alberato e lavoro che è quella dove sono tutti gli altri giovani che è dato dal contratto ea tempi determinati con pochissima protezione lì che sono tutti i giovani e bene dobbiamo cercare di arrivare un mercato del lavoro che sia unico e che abbia le stesse condizioni questo avrebbe delle condizioni vantaggiosissime negli stati uniti per esempio ci sono delle proposte tali e che cercano di avere dei contratti più flessibili per i neo assunti ed avere della protezione degli dipendenti mano a mano che aumenta la loro qualificazione piuttosto che la loro esperienza nel mondo del lavoro e così che tutti quei pagamenti e legati al licenziamento al pensionamento vengano garantiti a fasce d'età diciamo di esperienza più elevata in modo tale che ci sia una facilitazione almeno nell'accesso al mercato del lavoro da parte dei giovani che potrebbero avere maggiore flessibilità in paesi come la spagna dove la disoccupazione arrivata la 26 per cento in termini assoluti e per circa 50 per cento di questi sono giovani e bene di sodio cosa succede succede con i nonni che pagano praticamente per tutti con la loro pensione che va benissimo a un certo punto di vista però alla fine alla fine quei giovani devono effettivamente avere delle opportunità economiche per essere attivi e non possono sempre dipendere dai nonni questo è il contratto sociale dei giovani dei bei dei vecchi che va assolutamente ha rimesso a punto per quanto riguarda la grecia e la primavera araba la grecia doveva fare un aggiustamento economico enorme e molti aspetti della sua economia erano assolutamente insostenibile dal punto di vista fiscale per esempio con l'età pensionistica limitata con il livello di spesa pubblica con il livello di occupazione nel settore pubblico e poi c'è ma che problemi legati alla competitività del paese gli anni del boom quando la grecia prendeva in prestito molto facilmente bene che cosa sono a cosa sono serviti quei soldi sono serviti per attività non produttive ne sono assorbiti per prodotti che sono stati consumati per immobili e questo da cambiare alla fine il sistema politico greco ha deciso di rimanere in europa e questa è stata una scelta chiara se si guardano l'esito elettorale i partiti che volevano rimanere in europa hanno vinto hanno vinto sono stati votati molto di più quindi se l'europa vuole scusate se la grecia vuole stare in europa alcune politiche vanno per forza adottate non sono non siamo noi non siamo del fondo monetario ternazionale che decidono queste cose sono i cittadini greci che dicono però quello che diciamo noi è questo se volete rimanere in europa allora dovete adottare questo tipo di misure via stare a vedere la situazione per il momento sia almeno stabilizzata e si intravedono anche dei segni di ripresa sul mercato e ci auguriamo ovviamente che questi segni permangano per quanto concerne la primavera araba e il ruolo dei fondamentalisti credo che il quadro sia veramente complicato perché la primavera araba non è stata sollecitata spinta dai fondamentalisti però loro si sono preso cura dell'organizzazione delle manifestazioni perché hanno questa capacità di immobilizzare un altro numero di persone poi nei voti e quindi non ci sorprende il fatto che abbiano ottenuto buoni risultati nelle prime elezioni però si tratta di un processo dinamico quindi dovremo stare a vedere quali saranno le altre forze politiche come si organizzeranno negli anni a venire youtube buongiorno ci ha parlato dei problemi europei legati alla disoccupazione e all'alto costo di credito per le aziende nell eurozona sarebbe forse meglio per l'europa risolvere questo problema avere la banca centrale europea ancora più coinvolta per esempio con non ha questo maggiore di asset o se si prendesse cura dei crediti non performanti questo per poter mantenere l'attività economica zebre vengo dall'austria qui noi non abbiamo reale problema di disoccupazione però sono interessata alla disoccupazione nel sud europa e io non capisco perché il fondo monetario internazionale non faccia riferimento quei paradisi che si sono sviluppati negli anni trenta durante un momento di gravissima depressione il portogallo e la grecia si trovano in una situazione di deflazione del debito e devo dire che la situazione attuale è veramente strana magari non c'è abbastanza liquidità o la felicità della liquidità non è sufficiente all'interno di questo sistema soprattutto per la grecia il portogallo la spagna non c'è questa liquidità o questa velocità di flussi che consenta un incremento del pil quindi senz'altro serviranno delle riforme saranno utili ma alla fin fine secondo me bisogna affrontare il problema che è stato evidenziato in un'analisi nel febbraio del 1933 da un economista in cui si parla proprio del problema della liquidità e della velocità dei flussi di liquidità che sono un grossissimo problema e momenti di depressione grazie terza domanda allora momento mentre diamo nel tempo di vite ricucci grazie prego bene scusate allora qui si sono parlati cioè si sono accennati ad alcuni problemi uno e diciamo la questione nord sud del mondo l'altro all'interno ma anche cioè diciamo così generale la questione tra diciamo le classi di età tra vecchi e giovani poi ci sono problemi di democrazia democrazia che dove è avvantaggiata è favorita dovrebbe correlativamente anche diciamo aumentare lo sviluppo e la crescita economica e quindi sollevare dalla indigenza milioni e milioni di persone però abbiamo parlato anche di due di due parole una e le riforme strutturali su cui cioè io sento in ogni convegno bisogna fare le riforme strutturali lei le ha elencate e abbiamo anche molto capito di che cosa si tratta dall'altro lato c'è una nuova parola che la ristrutturazione del debito allora io mi chiedo ma perché non diamo le velate ne ha parlato lei proprio lei nelle domande quali adesso arriva la domanda che si non voglio far teatro però è la domanda è questa allora cioè si si immagina che ci sia una correlazione ma perché non concediamo molto più tempo cioè a fare le riforme strutturali che non richiedere cioè che non è questori sistemerebbe un pochino tutto perché così secondo me ci sarebbe maggiore democrazia perché tutti a rischierebbero qualcosa di sé in maniera solidale responsabile nord sud vecchi giovani democrazia e staremmo forse meglio perché proprio sempre insistere lì perché non si fanno mai forse grazie o mia prima domanda sul banca centrale europea allora noi abbiamo sostenuto tutte le misure adottate fino ad oggi dalla banca centrale europea che ha mantenuto bassi tassi di interesse che ha attuato varie politiche da noi approvate sostenute però anche noi siamo dell'idea che potrebbe fare molto di più e chiaro che ci sono problemi di frammentazione finanziaria in europa che non sono stati ancora risolti ne abbiamo le prove lì vi diamo relativamente al costo del credito divario conto tra il nord e il sud insomma il i meccanismi non stanno ancora funzionando e la bce sta cercando effettivamente tutto una serie di sistemi per poter risolvere queste tare queste pecche e noi siamo solo contenti di sostenerli in questo loro sforzo la reazione del fondo monetario internazionale alla crisi e tutti questi riferimenti anche agli anni 30 questa è l'altra domanda allora io credo che ci sia una visione del fondo monetario internazionale che non corrisponde alla realtà nel 2008 con l'inizio della crisi in ambito finanziario il fondo monetario internazionale tra l'altro non so se sapete che è l'acronimo del fondo monetario internazionale in inglese spesso viene interpretato con è prevalentemente una pressione fiscale it wall street fisco i m f questo è una barzelletta ma nel 2008 noi non abbiamo reagito dicendo una questione fiscale abbiamo detto a questi paesi che dovevano incrementare la spesa per evitare di ritrovarsi nella situazione degli anni trenta il momento in cui c'è stato un consolidamento contemporaneo che ha provocato una fortissima depressione noi abbiamo detto ai paesi dovete mantenere spese questo per tamponare l'impatto e quindi è giusto dire che non abbiamo imparato la lezione che ci ha insegnato la crisi degli anni trenta perché in realtà abbiamo cercato di evitare di ripetere gli stessi errori e l'abbiamo detto a viva voce da allora siamo sempre stati dei forti sostenitori dei tempi più lunghi perché nel 2008 i paesi aumentando la spesa hanno aumentato i propri deficit e poi è stato necessario ritornare sui propri passi questo si applica molti paesi la grecia la spagna il portogallo e anche paesi come l'islanda che hanno avuto una crisi molto precoce eravamo assolutamente d'accordo sul fatto che l'islanda doveva spendere di più al momento dell'inizio della crisi e poi ripristinare una disciplina fiscale in modo molto più graduale e ci siamo comprati in modo eterodosso e non ortodosso nei consiglieri abbiamo dato ai vari paesi e quindi diciamo che c'è una percezione del fondo monetario internazionale che non corrisponde alla realtà a molti pensano che noi andiamo a chiedere misure di austerità ai paesi più poveri non è così abbiamo realizzato uno studio su un gruppo di paesi che hanno seguito i programmi del fondo monetario internazionale confrontandolo con paesi che non li hanno seguiti nei paesi che hanno saputo nostro programma c'è stata una focalizzazione sulla spesa a favore dei più poveri e il programma del fondo monetario internazionale hanno consentito effettivamente una maggiore spesa a limitazione della povertà rispetto agli altri e ne abbiamo definito anche delle quantità minime di spesa che va dedicata all'istruzione dei più poveri e la salute dei più poveri quindi il fondo monetario tra serale si è evoluto moltissimo ma penso che nella percezione della gente questo non sia ancora arrivato come messaggio ora per quanto riguarda le riforme strutturali sono perfettamente da quanto con lei non ne posso più di sentirne parlare perché questa è la frase che pronunciano tutti tra tutte quelle cose che vanno fatte compaiono sempre le riforme è difficile capire esattamente di che cosa si tratta e quindi utilizzerò un esempio per farle capire bene che cosa sono queste riforme strutturali ancora una volta utilizzerà l'esempio della grecia la grecia è un paese in cui splende spesso il sole quasi sembra un paese caldo ma in forza i pomodori dai paesi bassi e ci si potrebbe chiedere ma perché mai gli importa perché i costi interni per il trasporto dei pomodori da un area della grecia alle città sono talmente alti da non rendere conveniente questo trasporto e questo per un monopolio da parte degli autotrasportatori e costa di meno quindi far arrivare i pomodori cresciuti nelle serre dei paesi bassi direttamente ad atene ecco qui c'è bisogno di una riforma strutturale cioè una riforma che risolva questo problema dei trasporti tanto inefficienti in questo paese e potrei raccontarvi decine di aneddoti come questo per esempio il prezzo dell'elettricità in italia spagna che è molto più alto rispetto a quello dei concorrenti perché perché le utilities sono normate in modo diverso in questi paesi quindi ci sono tantissime storie microeconomiche che proprio per queste loro peculiarità vano ridurre la concorrenzialità dei vari paesi e però non sono allettanti per i politici ma che il politico possa dire cambiamo sistema dei trasporti in grecia e risolveremo i problemi ma ognuno di questi tasselli e importantissimo nel processo di riforma ma purtroppo ci sono dei gruppi di interesse che vogliono mantenere la loro situazione di vantaggio quindi è difficilissimo per i politici riuscire a risolvere queste problematiche andando contro le autotrasportatori ma anche i commercialisti gli avvocati commercianti e difficilissima un'impresa difficilissima e soprattutto non c'è poi un ritorno per il politico in termini anche elettivi ed i voti quindi le riforme strutturali sono difficilissime ma sono fondamentali e se vengono attuate comportano una ripresa della crescita questa è la grande sfida per l'europa oggi riuscire a ristrutturare intervenendo su questi piccoli piccole fattispecie è sì non si raggiunge un consesso in consenso pubblico sull'importanza di queste misure sarà veramente difficile attuale bene se sei d'accordo possiamo accettare l'ultima tripletta di domande ci sono altre domande una 2 maicon e samuel mai quercia la mia domanda ritorna alle elezioni che avremmo dovuto imparare dalla grande depressione degli anni 30 sono perfettamente d'accordo sul fatto che ci sia un forte bisogno di riforme strutturali e gli esempi che lei ha citato sono assolutamente pertinenti non richiedono nessun commento sono perfettamente d'accordo su quanto ci ha detto però ritengo che ci siano alcuni economisti che affermano che la via d'uscita dalla depressione sia una via chiara e già sperimentata sperimentata nella depressione degli anni 30 con importanti lezioni da imparare le lezioni che però non sono state sufficientemente inglobate nella gestione della crisi europea abbiamo bisogno quindi di qualcuno che trovi una via d'uscita dalla the priest dalla regressione l'italia non è in grado di farlo certo non è in grado di farlo alla grecia ma ci sono altri paesi che sono in grado di indicare questa via e mi chiedo come mai il fondo monetario internazionale organizzazione mondiale parte obiettiva in questo processo non abbia sottolineato l'importanza di queste elezioni forse perché avevate timore di entrare in conflitto con i poteri principali in europa grazie una domanda molto simile a quella che è già stata posta l'austerità oggigiorno è una nuova fase moderna di neoliberalismo quindi la fase tedesca del neoliberismo legata proprio all'economia solida tedesca e vorrei sapere che cosa ne pensa di questa mia visione poi l'argomento del debito neoliberalista e il washington consensus siamo ancora nel washington consensus perché quello che iniziano non era abbastanza buono e quindi siamo passati a quello di washington o forse non siamo in grado di fare marcia indietro ascoltando i dibattiti e leggendo i giornali so che ci sono molti che fermano in america che la troika sta implementando per l'europa la stessa soluzione che era stata adottata in america latina da molti punti di vista però alla fin fine non sarà chiaro come l'europa riuscirà ad uscire dalla crisi grazie terza e ultima domanda non c'è ci fermiamo a due quindi si queste due mi sembrano abbastanza impegnative comunque allora cerchiamo di rispondere a tutte queste domande in gruppo perché sono correlate tra loro che i paesi in eccedenza in europa vengono chiamati a sostenere la ripresa allora noi abbiamo detto che ci sono con i paesi che hanno un certo agio fiscale e stimolando la loro economia ci sarebbero stati vantaggi per il resto dell'europa sono pochissimi paesi i paesi bassi la germania al momento dell'inizio della crisi erano questi paesi che avevano questo agio fiscale e abbiamo chiesto loro di attivarsi non sempre ci hanno dato ascolto ma se andiamo a vedere le cifre tedesche la politica fiscale tedesca è stata comunque lievemente stimolante nei tempi più recenti non è stata una segnalazione fortissima ma c'è stata una piccola simulazione non voglio dare l'impressione che noi riteniamo che l'unica soluzione alla crisi europea sia una riforma strutturale a livello nazionale noi affermiamo anche che sia necessario intraprendere azioni pan europee e soprattutto per risolvere la frammentazione finanziaria quando le aziende soprattutto quelle piccole e medie in spagna in italia in portogallo in grecia possono avere accesso al credito stiamo parlando di aziende sane e robuste beh se queste aziende possono avere accesso al credito gli stessi tassi di interesse bassi che vivono nel nord europa allora potremo parlare di inizio di ripresa e questo può cadere soltanto con una nazione pan europea che coinvolga le banche ci sono ancora banche in europa che non hanno abbastanza capitale che non hanno ancora gestito il problema dei debiti non performanti con un intervento pan europeo con una ricapitalizzazione di queste banche con una loro ristrutturazione si che possano nuovamente ricominciare a dare credito all'economia si potranno fare passi avanti ci sono pari livelli ai quali è necessario un'azione collettiva europea inclusa l'unione fiscale abbiamo appena scritto una pubblicazione nella quale si afferma che esistono vari modelli di unione fiscale europea ma ci sono alcuni meccanismi che sono fondamentali per la condivisione del rischio quindi quando c'è disoccupazione in una regione dell'europa ci devono essere dei fondi centrali che possano aiutare a sostenere questo fardello accresciuto di cassa integrazione mobilità eccetera e l'italia effettivamente ci ha fatto vedere che con un'analisi di beck casting quindi retrospettiva allora ci siamo chiesti se ci fosse stata un'unione fiscale in europa dal 99 in poi come sarebbero andati flussi monetari perché c'è questa percezione che unione fiscale significhi che la germania deve pagare non è vero se nel 1999 ci fosse stata un'unione fiscale beh a quel tempo tutti i paesi in europa avevano alti e bassi ci sono stati periodi storici in cui sarebbe stata la germania percepire i fondi europei altri periodi in cui sarebbe stato un contributo e questo è l'obiettivo di condividere il rischio è normale che nei cicli ci siano alti e bassi se mettiamo insieme tutte le nostre risorse possiamo tamponare tutti questi alti bassi con maggiore facilità quindi queste sono le argomentazioni che noi abbiamo presentato nel tentativo di contribuire al dibattito qui in europa e mi auguro che si prenda nota abbiamo cercato comunque di essere molto corretti il washington consensus questa mi sembra una frase un po obsoleta non c'è più un consenso di washington e un consenso drammatico guardate alle politiche che noi abbiamo sostenuto negli anni più recenti sono decisamente anti convenzionali rispetto alla saggezza di washington perché vogliamo una como d'azione monetaria un aggiustamento fiscale graduale controllo dei capitali in alcuni paesi e in alcuni programmi per esempio in islanda proclami nostri ecco io credo che la crisi abbia rappresentato un momento molto critico per il fondo in tutta franchezza non l'avevamo prevista avremmo dovuto prevederlo ma non l'abbiamo prevista tuttavia questa crisi ci ha fatto capire la grande importanza dell'autocritica dell'apertura al pensiero non convenzionale e ci ha resi molto più consapevoli delle interconnessioni dell'economia mondiale e tutto questo ha cambiato il nostro modo di pensare e di procedere e mi piace citare keynes che dice quando cambiano i fatti io cambio opinione ed effettivamente il fondo monetario internazionale ha cambiato opinione su molte delle sue politiche sì e diventato un istituto molto più importante nell'economia mondiale totalmente diverso rispetto a quello che era vent'anni fa voglio farti un ultima domanda perché è accennato a questo punto l'unione bancaria quando allora in europa c'è stato un accordo molto importante sull'unione bancaria e tula eccitata questo ne mancare ha più volte allora questo è stato un anno fa ora un anno dopo ho l'impressione che i mercati si siano calmati possiamo dire sono più calmi rispetto a un anno fa perché sono distratti dal giappone e ho l'impressione che il processo si stia dettando quindi c'è sì una supervisione europea ma i meccanismi sono bloccati anche per quanto riguarda i fondi di garanzia quindi questa calma apparente sul mercato potrebbe forse rallentare in modo estremamente rischioso il processo di integrazione a livello bancario europeo è molto dico che il processo di risoluzione del verismo europa è stato un integrazione just in time nel senso che è il momento della crisi ci si fa una riunione l'ultimo momento e si fa un altro passo avanti è stato pugni un processo un po non tanto strategico ma non è stato un approccio di lungo periodo è stata un po una reazione immediata ma così succedono le cose in politica quando ci sono delle determinate pressioni allora le persone reagiscono si sentono più concentrate devono agire devono farlo brevemente rapidamente a volte la risoluzione può non essere elegante però è così che capita per quanto riguarda l'unione bancaria si sono registrati epicamente dei progressi importanti in questo senso è stata decisione è stata decisa l'introduzione graduale dell'unione bancaria era stato dotato l'idea del ente di vigilanza comune doveva essere la banca centrale europea e questa era stata considerata come un requisito essenziale per arrivare a un meccanismo di risoluzione comune e alla fine bisogna sempre chiedere chi è che para paga chi è che affronta i problemi pregressi chi è che paga questo legacy questa eredità questo c'è stato un appello lascia vedere il rame europea che doveva in qualche modo affrontare i problemi futuri però questa solidarietà retroattiva in qualche modo per risolvere i problemi pregressi in realtà non si è trovata da parte nostra si sosteneva che un fondo comune di risoluzione è fondamentale se si vogliono rompere il collegamento fra il sovrani fra gli esecutivi diciamo alle banche e credo che adesso sta crescendo un certo consenso in questo senso siamo stati d'accordo nel dire che la garanzia sui depositi non è così urgente non tanto quanto alle altre due i due pilastri cui facevo riferimento ma l'ente di vigilanza unico senz'altro richiederà dei tempi abbastanza lunghi la banca centrale europea sta subendo un sacco di persone dedicate all ispezione la vigilanza per vedere appunto di costruire quella massa spit che riuscirà a controllare tutte le banche europee sarà un processo lungo richiederà dei tempi lunghi ma siamo tutti d'accordo nel dire che prima si registrano i progressi in questo senso meglio è perché solo così riusciremo effettivamente a vedere dei miglioramenti e a rivedere la reintegrazione dei mercati finanziari europei con l'aumento di con la messa a disposizione di crediti di prestiti anche nei paesi periferici grazie molte meno shafiq
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