Disuguaglianza, democrazia e futuro dei media
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Disuguaglianza, democrazia e futuro dei media
Insieme alla disuguaglianza cresce il rischio che il denaro corrompa la politica, che i ricchi influenzino il processo elettorale, legislativo e normativo con contributi elettorali, lobby e finanziamento dei media. Per garantire la democrazia (“una testa un voto”, non “un dollaro un voto”) serve un nuovo quadro economico-giuridico per i media. Un modello a metà tra società per azioni e fondazioni non-profit.
va bene t systems pubblico sia sono qua ok allora possiamo cominciare buongiorno buonasera a tutti e tre parole in italiano prima ma parliamo in inglese io sono spaziose lei francese quindi parliamo e l'inglese la nostra seconda lingua noi abbiamo un qualcosa molto importante anche molto interessante discutere è il futuro della stampa della stampa in generale nvidia in inglese tu sei più quindi se avete bisogno della traduzione potrebbe esservi delle cuffie e ad essere visto di traduzione sono john lloyd del reuters institute for the study of journalism dell'università di oxford e l'amore scrivo per il financial times siamo qui con giulia hj giulia casa è professore di economia presso gli permette di economia scienze a science po di parigi e anche il membro del comitato nazionale di economisti che offre consulenza al governo in francia parliamo oggi di un libro questo libro che vedete è tutto pieno di scritte perché è interessantissimo interessantissimo e il titolo è so bene mettiamo capitoli spinosi mount anticipati e democratici non sentite la traduzione prova 123 l'interprete sta traducendo destro sono qui si sente su questo canale si sente test e test non per riferirmi est est est italiano forse il mio microfono no 123 prova 123 prova uno due tre prove prove prova prova dalla cabina di traduzione siamo sul canale italiano uno due tre prove prova trova 123 trova uno due tre prove 123 prova lui che lui il tecnico perché loro non sentono infranti se non ti sta lì nessuno tra l'altro sente non si girano proprio mi senti continuo a sentirmi mi senti 123 prova entrati in sala non mi sento più 123 prova 1 2 3 1 2 3 prova 123 prova 123 prova proprio l'altro canale ali ok niente rimaniamo sul 11 23 prova io sto continuando a parlare 123 prova 123 prova no 123 prova 123 prova io sto continuando a parlare nessuno sente 123 prova 123 prova 1 2 3 1 2 3 1 2 o 3 prova 123 prova che gli spicchi due tre prove 123 prova mi senti mi senti 123 prova 123 prova 123 prova 123 prova 1 2 3 1 2 3 prova prova prova di uscita dalla cabina prova 123 prova di traduzione prova prova prova prova prova 123 prova prova prova 12 31 23 prova si sente capito 123 prova 123 prova 123 prova prova 123 prova 123 prova prova io sto continuando ma io temo si mi senti mi senti 123 prova mi senti adesso funziona funziona mi sentite mi sentite tutti riuscite a sentire la traduzione si perfetto ricominciamo siamo finta di nulla e ricominciamo stavo dicendo appunto che sarei più stato l'inglese di nuovo facciamo una breve presentazione di giulia giulia case che è professore di economia a science po è anche membro del comitato di economisti che offre consulenza al governo francese ha scritto questo libro sto bene media salvare i media salvare il giornalismo il libro è stato appena pubblicato e tra poco sarà pubblicato anche in italiano da bompiani e sarà tradotto anche in inglese è un libro molto interessante molto importante perché come ci dirà lei stessa probabilmente nella sua presentazione che comincerà tra un minuto non sentite più non sentite più si no posso continuare o cioè sempre un problema riuscito a sentire la traduzione possiamo andare avanti si allora ditemi magari gentilmente di andare avanti sì siamo felici come continuiamo è un libro dicevo importante ed interessante perché c'è un problema significativo nel mondo del giornalismo e dei media e come ci dirà la stessa autrice abbiamo una situazione un po mi sta nel senso che mai come adesso ci sono state così tante informazioni disponibili a tutti e d'altra parte le grandi istituzioni del giornalismo le grandi istituzioni del mondo dei media non se la stanno passando bene se non sono addirittura sul punto di morte quindi giulia parlerà per 40 45 minuti ora per presentare le sue idee anche le sue proposte perché questa non è soltanto un analisi è anche una proposta per quello che può essere fatto sulla situazione e rispetto alla situazione nel mondo dei media sono molto felice di essere qui e mi dispiace moltissimo non essere in grado di parlarvi in italiano noi cercheremo di risolvere il problema della comunicazione comunque parliamo di disuguaglianza democrazia e il futuro dei media in particolare vediamo che c'è una crescente disuguaglianza nel mondo e c'è un rischio significativo che il denaro corrompe alla politica ci sono i ricchi che utilizzano sempre di più le proprie risorse per influenzare il processo legislativo elettorale e regolatorio attraverso i contributi alle campagne politiche attraverso il lobbying e anche attraverso il finanziamento dei media è una delle cose di cui parlerò oggi è proprio questa cioè che se vogliamo preservare e salvare la democrazia dobbiamo anche mantenerne è la definizione che è quella di una persona un voto e non è un dollaro un voto o un euro un voto se si vuole fare questo soprattutto se si considera se si considera il settore appunto dei media ciò che si deve fare è ripensare la struttura economica e legale per per il futuro e del futuro dei media ringrazio moltissimo john lloyd per la presentazione molto gentile che ha fatto di me e del mio libro il mio libro si chiama appunto salvare i media capitalismo finanziamento partecipativo e democrazia e io parlerò di un nuovo modello nel punto di intersezione tra le società per azioni e le fondazioni non profit lo farò anche un po di numeri per suffragare le mie idee e vi parlerò innanzitutto delle problematiche dei media in questo momento c'è una crisi dei media e qual è la crisi innanzitutto a una crisi di tipo economico cioè la ragione per cui ci sono problemi a livello di tiratura livello di vendita dei quotidiani e poi c'è anche un problema a livello di carenza di fiducia nei media che è molto bassa e questo perché si ritiene che i giornalisti siano di parte che non dicano la verità questo appunto lo si vede in tanti paesi tra cui anche l'italia e questo si accompagna la sensazione che sia diminuita la qualità dei media tutte queste cose sono collegate evidentemente perché se calano gli introiti per i media evidentemente si devono trovare altri canali di finanziamenti e probabilmente verranno anche ridotti i numeri il numero appunto dei redattori e questo porta a un peggioramento della qualità dei media nella mia presentazioni affronto quattro temi principali innanzitutto parlerò della crisi dei media in particolare del declino a lungo termine del numero di giornalisti e delle esigenze di conseguenza di giornalisti e vedremo cosa si può fare dal punto di vista delle soluzioni a questo a questo problema parleremo anche di quelli che chiamo i nuovi baroni della stampa cioè quelli che investono nei media quelli che cercano di salvare i media ma forse non lo fanno per amore dei media ma perché vogliono esercitare una certa influenza politica parlerò del quindi della questione del denaro nei media e nella politica e quali sono i problemi che sono collegati a tutto questo perché ci sono 100 persone forse al mondo che possono comprare ciò che desiderano comprarsi anche medie quest'anno in questione problematica per la democrazia e parleremo anche di questo in relazione ai problemi di politica e media insieme parleremo dei governi parleremo non profit parlerò delle soluzioni che io propongo per risolvere la situazione ma aperti a partiamo dalla crisi dei media per produrre informazione in particolare per produrre informazioni di qualità informazioni serie quelle di cui ci si può servire anche per decidere cosa votare sostanzialmente e parlo quindi non di gossip di notizie serie ecco se si vuole produrre questa informazione bisogna per e giornalisti bisogna avere una redazione e allora dobbiamo chiederci il numero dei giornalisti nel tempo come è cambiato parlerò della francia parlerò degli stati uniti considereremo anche altri paesi se consideriamo la situazione in francia vediamo qui cosa è successo dalla fine dell'ottocento fino ad oggi sostanzialmente c'è stato un aumento costante nel numero totale di giornalisti il numero appunto lo vedete in azzurro e poi c'è anche il dato normalizzato rispetto alla popolazione lavoratrice che sono gli altri dati vedete che erano meno di 10 mila in francia e giornalisti alla fine del 800 il numero è rimasto sostanzialmente lo stesso fino agli anni cinquanta del 1900 e poi citato un duo aumento esponenziale e poi vedete che qualcosa è cambiato nel senso che negli ultimi 5 10 anni in francia il numero è diminuito avevamo circa 38 mila giornalisti in francia fino a pochi anni fa poi siamo andati giù a 35.000 e ogni anno ne perdiamo mille sostanzialmente di giornalisti e questo è uno dei primi fatti su cui riflettere ci si potrebbe anche chiedere con dati come questi cosa significano questi dati rispetto al fatto che possiamo essere informati meglio o peggio oggi rispetto al passato abbiamo bisogno di così tanti giornalisti come valutiamo qual è il numero corretto dei giornalisti dobbiamo normalizzare questo numero dei giornalisti rispetto a che cosa sono normali siamo rispetto alla popolazione dei lavoratori del campo della conoscenza che ne so e gli insegnanti professori oppure altri operatori che svolgono mansioni di tipo intellettuale ecco anche facendo questa valutazione vediamo che questa decrescita del numero dei giornalisti in realtà riflette una diminuzione generale nel mondo delle professioni intellettuali facciamo questa normalizzazione del numero dei giornalisti e vediamo che questo è il quadro perché se noi consideriamo la percentuale di giornalisti rispetto a tutti questi operatori della conoscenza abbiamo un numero nel numero decrescente dagli anni 60 in poi quindi c'è stato un declino nel numero totale di giornalisti ma non solo negli ultimi anni a partire dagli anni sessanta questo significa che in una società in cui c'è sempre una maggiore complessità c'è sempre maggiore istruzione sempre più ricerca viene fatta e c'è sempre più richiesta anche di informazioni in in realtà noi stiamo utilizzando meno persone per le informazioni stesse e questo lo vediamo anche rispetto al pil che viene utilizzato per informare le persone quindi c'è stato c'è stata una diminuzione a lungo termine in francia nel numero dei giornalisti questo è provato per la francia ma la francia non è un caso unico anche questi sono appunto giornalisti giornalisti tutti i giornalisti per la della radio della tv della stampa generalista della stampa specialistica qui ma anche nell'ambito dell'entertainment ma che cosa succede se consideriamo per esempio il numero soltanto dei giornalisti generalisti quelli che lavorano per la stampa della repubblica per il corriere della sera in italia solo per nominarne alcuni per capire meglio questa situazione consideriamo gli stati uniti e vediamo che che a partire dagli anni 90 c'è stata una diminuzione nel numero dei giornalisti che lavoravano e che lavorano per i giornali generalisti siamo passati da 50 mila e rotti a 35.000 quindi nell'arco di vent'anni abbiamo avuto una diminuzione di 20mila persone che lavorano nel mondo del giornalismo parliamo sempre degli mi disse normali siamo poi questo numero rispetto a tutta la popolazione attiva vediamo che questa diminuzione è cominciata ancora prima degli anni 90 e si normalizzano rispetto agli operatori della conoscenza ritroviamo lo stesso quadro che avevamo prima per la francia nel 2008 e 2014 abbiamo avuto una riduzione o meglio tra il 2008 e 2014 abbiamo avuto una riduzione di 15 mila giornalisti attivi negli stati uniti cosa significa questo significa che tante redazioni evidentemente hanno chiuso quelle nelle città minori vediamo che ci sono tanti posti dove ormai le redazioni non ci sono più questo per varie per varie ragioni ci sono stati anche scandali nell'ambito per esempio della corruzione questo non ha giovato naturalmente e non soltanto c'è il problema della chiusura delle redazioni c'è anche il problema che il numero dei giuristi nelle redazioni stesse è generalmente ridotto facciamo un confronto internazionale per capirlo meglio qui vediamo il numero dei giornalisti di quotidiani rispetto al totale della popolazione attiva in francia in germania in italia in giappone e negli stati uniti i numeri sono abbastanza simili vediamo ma c'è un paese tra questi cinque che va peggio degli altri e dell italia lì la percentuale è la più bassa rispetto alla popolazione lavoratrice totale questo spiega anche perché il giappone va molto meglio rispetto agli altri paesi questo è dovuto alla penetrazione in italia dei giornali se guardate la leadership dei giornali quanto punta della popolazione piuttosto bassa ma se poi confrontiamo la francia la germania e stati uniti questo è molto più basso che il giappone in giappone sia di fatto una sporta cioè una tiratura di giornale rispetto al numero della popolazione è elevatissima è questo eppure una conseguenza del fatto che la quota per i giornalisti proporzionalmente la popolazione molto più elevata rispetto ad altri paesi quali gli stati uniti appunto chiaro bene questo calo nel numero dei giornalisti non è solo dovuto al numero dei veri e propri miti ha neanche dovuto a un vero e proprio calo del numero dei giornalisti assunti da dare media è anche dovuto ad un calo del numero delle relazioni per esempio il numero medio di giornalisti per giornali del 2001 era 39 nel 2013 27 quindi di fatto in dieci anni abbiamo riscontrato una riduzione di un terzo appunto nel terzo delle redazioni negli stati uniti parlando dei giornali in generali per esempio il giornale principale in francia dovrebbe essere le monde e la dimensione della redazione è invece molto più bassa di quella di altri giornali e in francia 16 o il mondo e non ha una grande qualità però se guardiamo le monde new york times le monde va molto meglio quindi forse va detto che la redazione del new york times è molto più grande di quella delle monte non perché i giornalisti americani sono più qualificati di quelli francesi ma semplicemente perché ci sono banalmente più giornalisti nella redazione del new york times e quanti non lavorino del mondo e quindi si confronta per esempio la qualità del corriere della sera e quello del new york times magari il corriere della sera viene visto come inferiori perché siano semplicemente le informazioni sulla politica internazionale per esempio con questo dovuto banalmente al fatto che la redazione gli uffici una redazione proprio della della corriere della sera è molto più piccola quindi c'è effettivamente un calo nelle dimensioni delle redazioni dei giovani dei giornali e questo ha un impatto diretto sulla qualità delle informazioni erogate da ciascun giornali e allora ci si può chiedere ma perché ci importa questo calo delle dimensioni delle aveva pensato un po tutto il settore dei media e va detto che sta crescendo diciamo in termini scalari pensiamo l'industria automobilistica se per produrre 1.000 auto consumer e altre cento persone e magari si vendono solo 500 auto allora poi occorrerà ridurre il numero di dipendenti e quindi ci saranno magari 50 operai per produrre 500 auto questa è una pessima notizia per l'azienda però la qualità delle auto sono le stesse perché di fatto dovrebbe produrre piu auto ci vogliono più dipendenti ora pensiamo ad un giornale siamo in un giornale con 100 giornalisti c'è una crisi calano gli introiti della pubblicità e al khali della tiratura e quindi occorre cala a tagliare le spese quindi se per ridurre le spese si decide di cala di ridurre del 50 per cento le dimensioni della redazione allora si avranno 50 giornalisti non è proprio come per l'industria automobilistica c'è un bel problema qui è bel problema è che non si può non si sarà in grado di erogare altrettanta informazioni con 50 giornali e rispetto a quanto se ne arrivano 100 e quindi ci sarà un calo delle informazioni prodotte dal il giornale perché avrà un impatto sulle informazioni disponibili per per i lettori su out with me e allora come spieghiamo questo calo nel lungo termine prima di tutto siamo a fronte stiamo affrontando un canalone lungo termine degli introiti da pubblicità questo è la spesa totale per la pubblicità e nella germania stati uniti e francia con questo intendo quanto la società spende per pubblicità quindi giornali televisioni cartelloni teatri insomma tutti i tipi di pubblicità questo erano circa un per cento del pil in e stati uniti si è sempre speso molto per pubblicità i numeri erano molto più basse rispetto all'europa per la germania e la francia dagli introiti pubblicitari rappresentano meno dell'un per cento del pil ma cosa si riscontra dagli anni 90 si riscontra un calo nella spesa totale per pubblicità quindi pensiamo alla dimensione della torta la dimensione proprio della spesa pubblicitaria questa cala se poi guardiamo in casi di specie il caso specifico dell'italia e vediamo l'evoluzione della spesa pubblicitaria in italia a partire dagli anni 80 riscontriamo un calo nuovamente nella dimensione della porta e se dovessi poi confrontare questo grafico il precedente cioè il mercato pubblicitario in italia sempre stato diciamo meno sviluppato non rispetto alla germania e il calo comincia un pochino più un ritardo nel 2000 però nel 2000 si vede veramente un grosso calo rispetto a quanto l'economia italiana appunto spenda per pubblicità anche se non si concentra esclusivamente sulla pubblicità per rimedio per i giornali in generale la società spende meno per pubblicità in quanto si facesse in passato magari queste in termini assoluti non è una cattiva notizia forse lo è per il settore dei media ovviamente ora guardiamo un attimo agli introiti pubblicitari per i giornali e qui fetta di torta dei dei giornali appunto per ieri in media questi calano a partire ormai dal 1956 negli stati uniti quindi non è un prendo nuovo ma certo se parla della crisi dei media si dice che questa sia dovuto a internet ed è vero che c'è stato un calo ulteriore dopo internet vedete che c'è un calo un pochino più rapido a partire dal 2006 rogliano ma di fatto di fatto la crisi partita ben prima di internet perché non è la prima volta che di fatto il giornale si trovano ad affrontare la pubblicità per la prima volta hanno dovuto come dire affrontare la concorrenza della radio adesso facciamo una carrellata storica negli anni 20 30 negli stati uniti prima volta che la radio apparve i giornali decisero di non pubblicare il palinsesto radiofonico perché praticamente non volevano che i lettori accendessero la radio quindi erano ben consapevoli del potenziale concorrenziale rappresentato dalla radio e poi dopo la radio c'è stata la concorrenza della tv e adesso internet che è pure peggio quindi c'erano due fenomeni ci sono due fenomeni qui prima di tutto c'è la torta generale cioè in riduzione della spesa generale e poi la fetta di torta per il giornale oppure si rimpicciolite con tutti i vari media che appunto ci sono e quindi ulteriormente sia un calo degli introiti pubblicitari per i giornali nello specifico ma non voglio addentrarmi in questo c'è chi dice troveremo una soluzione alla crisi dei giornali faremo pubblicità on line questa sarà la soluzione così dicono però non sarebbe in grado di invertire la tendenza un declino che ormai in corso da sessant'anni semplicemente con questo pubblicità online è un motivo per cui non saranno in grado di farlo e che c'è un mercato pubblicitario digitale esiste esiste da tempo ormai ma la pubblicità digitale è un mercato il nome c'è facebook google e poi c'è anche a masoni e se guardiamo il mercato americano vale 43 miliardi di dollari all'anno la quota di questo mercato che va ai giornali e meno del 12 per cento di tutto il mercato pubblicitario digitale e c'è un player enorme un gigante google il cui ruolo è quello di riprodurre contenuto che viene creato da altri media e gli introiti totali sono tre volte tanto gli introiti totali di tutti i media tutti i giornali nella fattispecie negli stati uniti quindi praticamente google tre volte tanto rispetto tutti i giornali degli stati uniti il 2000 un altro aspetto che non vado a toccare oggi sapete la questione del copyright il rapporto fra google e diversi media piuttosto problematica volte abbiamo abbiamo appreso che c'è un calo totale degli introiti pubblicitari per i giornali quindi i giornali si basano sempre meno sulla pubblicità come fonte questa tendenza particolarmente forte negli stati uniti perché in generale negli stati uniti e si basano molto sulla pubblicità per i propri introiti che non l'ottanta per cento mentre a partire dagli anni 80 90 abbiamo riscontrato i kalos prendiamo per esempio il new york times al momento si basa per meno del 50 per cento sugli introiti pubblicitari e una conseguenza di questo è che se guardiamo intorno ai totali le entrate totali la situazione non è rosea se guardiamo la situazione negli anni 50 la spesa pubblicitaria rappresentava circa l'uno per cento del pil adesso delusero e 2 per cento del pil quindi grosso calo e se non si uguali da cifra di per sé ma si considera la tendenza beh non ci è dato prevedere se sarà possibile riscontrare una ripresa di questa curva è un'inversione appunto della pendenza o però una buona notizia per voi e poi arriverò alla soluzione cioè i media sono in grado di sopravvivere senza pubblicità e se diamo un numero di media questo per esempio il caso di media forte in francia che non ha alcuna introito pubblicitario che questo ha delle conseguenze positive perché che non soffrono in questo modo le conseguenze negative della pubblicità quando abbiamo visto che cosa è successo all'inizio dell'anno nel regno unito con bici day e celebra o il the daily telegraph ha deciso di non coprire più la swiss league per non favorire e il ces dissi che era praticamente l'azienda che finanziava pubblici tramite pubblicità dei licei potete capire bene quali siano le potenziali conseguenze di basarsi sulla pubblicità per gli introiti ora adesso voglio iniziare con una sorta di soluzione negativa se vogliamo i nuovi baroni della stampa beh in realtà ce n'erano anche in passato di questi signori della stampa il più famoso che conosciamo che conoscete e che in questo tratto da un film famoso ma ci sono anche nuovi baroni della stampa questo credo che lo conosciate bene o sbaglio questo è appunto italiana se guardiamo poi gli stati uniti alla francia vedete qui a sinistra vedete jeff bezos jeff bezos il fondatore di amazon e il fondatore di amazon ha comprato per 250 milioni di dollari il washington post e questo questa ancora gli stati uniti ma in francia abbiamo che meno la stessa cosa con due miliardari che lavorano nel campo delle telecomunicazioni click day che ha comprato il mount che è il più grosso quotidiano francese voglio nouvel observateur che è un settimo settimanale secondo più importante in francia e poi patrica gli ha comprato liberazione che è un quotidiano di sinistra l'erede di quello creato da jean paul sartre anche se primo match harmony destra quello odierno a quello creato da lui ha comprato pure l'express che è il più grosso o competitor dell'onu volos e la settimana scorsa circolata questa notizia in cui bernar anno che è uno dei grandi amici di nicolas sarkozy a questo grande magnate ha deciso di acquistare il secondo più grosso giornale per tiratura in francia e quindi vedete qual è la situazione in francia si sono quindi nuovi player che entrano nel gioco devo dire che questa è una buona notizia perché iniettano denaro il sistema e soprattutto nel settore delle notizie pensate che prima che il washington post venisse acquistato da jeff bezos non andava molto bene aveva ridotto la redazione perdeva soldi e non stava investendo nel futuro non stavano investendo per niente full su internet che è bello se non è solo comprato il washington post ma ha iniettato investimenti per milioni di dollari nel washington post ha pure assunto giornalisti cosa che non succedeva da decenni ha assunto giornalisti ha creato breaking news quindi una redazione che funziona 24 ore al giorno per le notizie proprio dell'ultima ora poi migliorato il sito web e quindi diciamo che washington post è tornato diciamo alla grande e poi abbiamo per esempio anche pierre omidyar fondatore di ebay che ha impegnato 250 milioni di dollari per creare il suo nuovo media questo gruppo di media voglio convincerli oggi qui link e questa però eppure una cattiva notizia e ma può anche essere considerata come la notiza alla crisi dei media adesso voglio parlarvi di una questione connessa che è quella del denaro e della politica se guardiamo tutta una serie di paesi per esempio in italia la francia questo succedeva anche negli stati uniti le normali esistevano normative per controllare le donazioni o ai contributi individuali ai partiti perché l'idea era che il denaro potesse corre corrompere la politica e non si voleva che un certo numero di enti di cui potessero comprare i politici a comprare le loro decisioni negli stati uniti questo è un aspetto interessante perché è un po una conseguenza di quello che è appena successo sono state abrogate tutta una serie di leggi e negli ultimi decenni c'è stato l'ultimo cambiamento circa un anno fa nel 2 aprile del 2014 c'erano certo dei limiti aggregati sul massimale di donazione per i candidati prima del 2014 fino a 100.000 dollari ogni due anni negli stati uniti beh non è una cifra che come dire si possa dare così facilmente per alcuni una grossa cifra ma la corte negli stati uniti ha reputato che questo non fosse sufficiente e quindi hanno cambiato il limite e adesso è stato consentito un ulteriore 3,7 milioni di dollari per individuo su un periodo di due anni quindi una cifra considerevole che si può donare ai partiti federali degli stati uniti quali sono le conseguenze di tutto questo innanzitutto negli stati uniti la spesa per le campagne elettorali è lievitata nel 2012 semplicemente in termini di finanziamenti esterni sono arrivati un miliardo di dollari candidati hanno utilizzato un miliardo di dollari quindi moltiplicate questi importi e capirete di coty quanto stiamo parlando che vedete anche l'evoluzione nel tempo se consideriamo la situazione al 92 è la situazione nel 2012 con obama nel 2012 il denaro che obama non ha speso quindi che ha ricevuto ma non ha speso nel 2012 e addirittura più alto di quanto avesse ricevuto è speso interamente clinton nel 92 quindi è cambiata moltissimo la scena politica dal punto di vista dei finanziamenti delle campagne ecco questi soldi non vengono dati da tutti gli americani raccoglie americano da un dollaro per le campagne sono gruppi di americani che contribuiscono e se consideriamo lo 0,001 per cento dei ricchi cioè lo 0 0 1 scusate per cento della popolazione più ricca negli stati uniti vediamo che appunto alla maggioranza della ricchezza e il suo lavoro a contribuire per oltre il 40 per cento questo 0,01 per cento di popolazione straricca contribuisce per il 40 per cento alle campagne politiche quindi non è soltanto una questione di aumento del denaro che viene utilizzato per finanziare la politica ma sono anche pochi a fare questo finanziamento qui facciamo un esempio delle conseguenze perché se andiamo a confrontare salario minimo in francia e negli stati uniti vediamo il nero gli stati uniti e invece i triangolini i vuoti sono la francia è che se consideriamo la situazione degli anni cinquanta e oggi vediamo che le cose sono cambiate c'è stato un aumento anche nel in francia del dello stipendio del salario minimo e questo appunto è stato preso con un indice di aumento della della ricchezza in generale noi vediamo che negli anni 70 negli stati uniti è cominciato il trend opposto c'è stata una diminuzione del salario minimo negli stati uniti e vi farò vedere un altro paio di grafici per dimostrarvi che questo è legato al fatto che adesso ci sono dei miliardari ultramiliardari che influenzano la politica e io prendo queste informazioni da un libro che non ho scritto io ma è un libro diggin lance e fluence and influences conomiche nei porti un politico e paolo in america quindi ricchezza influenza economica e potere politico in america si esamina il rapporto tra le risorse finanziarie individuali degli americani e il loro potere politico in questo libro che cosa è successo è successo questo ci sono quattro scenari sostanzialmente che vediamo in alto a sinistra innanzitutto lo scenario in cui i politici non sono responsivi cioè non sono reattivi per niente la probabilità che una politica si è adottata identica che ci siano o non ci siano finanziamenti quindi la linea è semplicemente piatta questo è il primo quadro poi c'è un'altra situazione in alto a destra in cui c'è una reattività assolutamente perfetta e maggioritaria quindi se il 50 per cento della popolazione è a favore di una certa politica la percentuale di probabilità che venga adottata è del 50 per cento quindi c'è questa corrispondenza piena tra le attività politica e preferenze della popolazione e che cosa dobbiamo attenderci probabilmente una situazione del 40 45 per cento di probabilità di adozione di una politica in relazione al numero di persone che sono a favore di quella politica c'è però anche questa situazione la linea tratteggiata è il decimo percentile e sono i più poveri sostanzialmente è un qui vediamo il percentile di reddito e invece la linea piena è quella del novantesimo percentile vediamo che il decimo al novantesimo percentile non hanno le stesse preferenze rispetto alla politica oa una determinata politica e la linea e decimo percentile è quella piatta cioè il governo non è reattivo per niente che significa che non prende in considerazione le preferenze del decimo percentile più povero invece segue le preferenze del di chi al novantesimo percentile in termini di ricchezza allora forse potremmo anche individuare il votato re il votante medio l'elettore medio e li può esserci una certa corrispondenza ma c'è questo andamento qui vediamo il cinquantesimo percentile che è questo elettore medio ma anche in questo caso fatto i nostri calcoli vediamo che la linea è pianta questo significa che non c'è risposta da parte della politica alle preferenze dell'elettore medio la politica continua a rispondere invece ad essere attiva invece alle esigenze e alle richieste del novantesimo percentile dei più ricchi sostanzialmente allora come facciamo a comprendere la disuguaglianza rappresentativa come come facciamo a spiegarci questa cosa probabilmente potremmo dire gli americani ricchi votano di più fanno volontariato nelle campagne politiche danno e donano denaro per le loro cause politiche e vediamo allora qui il time out l'affluenza alle urne autori portata rispetto al reddito vediamolo qui ma vediamo anche la percentuale di chi lavora nelle campagne politiche e abbiamo un quadro analogo e qui invece abbiamo il quadro delle donazioni e la situazione è molto diversa abbiamo una grande differenza tra l'elettore medio ed elettore ricco in relazione a questi fattori ma torniamo ai media abbiamo sostanzialmente tre modi per influenzare la politica pubblica attraverso le donazioni attraverso fondazioni sainkt anche attraverso opinion leader e anche attraverso il finanziamento dei media molto spesso gli stessi individui utilizzano questi diversi strumenti quindi murdoch per esempio è noto per finanziare il partito repubblicano degli stati uniti ma compra anche i media ei canali televisivi berlusconi in italia pure non sostanzialmente ha fatto la stessa cosa finanziato un partito pubblico è piazzato la propria campagna elettorale è proprietario di media che cosa si può fare di conseguenza è possibile è possibile o sembra possibile anche se non è semplice in regolamentare il denaro nella politica e cosa può essere fatto però nell'ambito dei media anche qui dobbiamo considerare le normative esistenti e per esempio antitrust che può esserci possiamo anche trovare altre soluzioni possiamo pensare oltre alla normativa antitrust che regola la concorrenza possiamo utilizzare dicevo la soluzione alternativa che è quella dei media non profit anche questa è una possibilità e vorrei non soffermarmi a lungo su questo però dire semplicemente che l'informazione è un bene pubblico i media sono importanti perché danno informazioni a chi vota dando informazioni agli elettori si rendono gli elettori più reattivi rispetto agli esiti poi dell'operato politico e se c'è un miglioramento dell'informazione c'è un miglioramento della partecipazione politica e anche questo dovrebbe avere ripercussioni positive sulla responsabilità dei politici che sono chiamati a rispondere di ciò che fanno e questa è una delle ragioni per cui abbiamo bisogno dei media abbiamo bisogno anche del dell'intervento governativo però che esiste in tanti paesi che può essere per esempio dei subite sussidi possono sempre gli sgravi fiscali possono essere degli interventi vari ci possono essere appunto interventi governativi di finanziamento diretto ai media vediamo cosa è successo in una serie di paesi possiamo considerare innanzitutto il l'iva e la percentuale di iva sulla stampa sul prodotto della stampa questo è un modo per finanziare o per aiutare diciamo così in media vedete 21 venuta per cento in francia rispetto a un l'iva normale del 19 26 per cento in italia 21 per cento al 4 per cento questo è un modo da parte del governo di sostenere i media se ora consideriamo il supporto pubblico totale ai media c'è un quadro variegato innanzitutto si possono sostenere i media attraverso strumenti diretti e indiretti che si possono aggiungere gli uni agli altri per esempio diretto evidentemente significa un finanziamento diretto ai media e le altre forme indirette sono quelle di cui abbiamo già parlato ci sono delle differenze nei diversi paesi interne di supporto pubblico e questi dati sono normalizzati il paese che dà un sostegno maggiore ai media la finlandia seguita dalla germania in francia abbiamo questa situazione diciamo intermedia i dati sono piuttosto bassi per l'italia per un paio di ragioni innanzitutto perché non è tanto il finanziamento diretto da parte del governo e non c'è sostegno alla stampa e si parla quindi dei media sia su carta che rimedia appunto delle trasmissioni radiotelevisive il c'è un altro paese però in cui veramente siamo su livelli bassi bassissimi per la verità e e sono gli stati uniti lì gli interventi di sostegno pubblico sono veramente ridotti all'osso naturalmente e questa credo sia una cosa molto importante potete dire che ci possono essere anche dei rischi nel dare un sostegno pubblico ai media non è tutto rose e fiori soprattutto per esempio se si decide di intervenire in un certo modo pensiamo all'italia in italia ci sono due network ci sono le reti private mediaset sostanzialmente di berlusconi e poi la rai che è pubblica e sono due concentrazioni notevoli perché insieme coprono la 85 90 per cento del panorama delle televisioni in italia e è stato studiato il mondo dei media in italia in particolare in relazione ai contenuti della tv pubblica in italia dopo il cambio di governo e durante e night i due autori cosa hanno fatto no valutato i contenuti del dei canali rai e di mediaset dopo il cambiamento al governo del 2001 e hanno considerato i contenuti ritrovando quanto segue innanzitutto hanno riscontrato che c'era un bayern verso la destra per la rete di berlusconi e questo non ci sorprende affatto per la verità nel senso che è evidente che anche per esempio fox news tende a destra è la stessa cosa per le reti di berlusconi ma una cosa ancora più interessante è che c'è stato un una tendenza ad andare verso destra anche della rete pubblica rispetto alla rete privata dopo l'avvicendamento al governo e anche questo forse non sorprende tantissimo in italia la situazione è tale per cui il governo sostanzialmente sceglie i vertici della rai questo non è così in altri in altri paesi c'è una maggiore indipendenza qui in italia quando cambia il governo c'è un cambiamento anche nei vertici della televisione di stato è naturalmente questa è la situazione ma abbiamo bisogno d'altra parte dei sussidi governativi perché i media sopravvivano e qual è la possibile soluzione a questa situazione di stallo potremmo anche dire è il non profit io non sono l'unica a parlare di questo ci sono tante persone che sono a favore di questa opzione di questa soluzione cioè lo sviluppo di media non profit questo per ovviare alle problematiche di sostegno da parte del del governo per possono esse possono esserci a sostegno dei dei media non profit e tutta una serie di donatori potreste essere anche voi a sostenerli e questo significa poi avere anche il governo che fa la sua parte attraverso gli sgravi fiscali questo significa avere un sostegno indiretto che garantisce maggiormente l'autonomia dei media stessi questo avviene effettivamente già in una serie di casi nel mondo magari conoscete il guardian nel regno unito il guardian nel regno unito fa parte del gmg guardian media group che è di proprietà dello scot trust lo scot trust è sostanzialmente una nave ti è una fondazione non ha fini di lucro e esiste per dare e garantire piena autonomia indipendenza agli organi di stampa e assicurare questa cosa attraverso un finanziamento quindi questa soluzione funziona e ha funzionato per il guardian che è un grosso giornale anzi a un gruppo in realtà poi c'è la bertelsmann foundation che è un altro caso e si tratta della media company più grande d'europa è una azienda grande di successo la bertelsmann è di proprietà della british lung foundation che anch'essa è un ente non ha fini di lucro c'è un limite però a questo sistema di finanziamento e il limite è che non risolve la questione della poca rappresentanza data ai meno abbienti diciamo così perché non ci sono diritti di voto per i piccoli donatori pensiamo per esempio ad una grossa famiglia che può donare un milione di dollari per creare la fondazione o per finanziarla questa fondazione per un gruppo di media al tempo stesso per restituire questa stessa fondazione si devono prendere delle decisioni circa i diritti di voto all'interno della fondazione stessa che cosa vediamo vediamo che c'è una concentrazione di potere nelle mani di chi ha messo più soldi in questo caso la famiglia welters man che è controllata dalla famiglia non dagli anni 60 in poi passate ovviamente si sono avvicendate diverse generazioni siamo appunto il secondo terza generazione ma la concentrazione di potere è sempre in quella famiglia quindi anche nel mondo del non profit c'è questo limite cioè il fatto che non si risolve la questione dell'attribuzione di potere cioè di chi ha il potere di chi ha il potere di decidere e questo potere ovviamente potrebbe essere utilizzato anche per influenzare le scelte politiche le scelte elettorali ovunque nel mondo la mia soluzione la mia proposta di soluzione e cioè ciò che chiamo la se siete dei media non fatti cioè una società non profit e rimedia con un suo status particolare un punto d'intersezione tra le società pubbliche le fondazioni non profit società non ha scopo di lucro del re investire io utile nell'organizzazione ma non è che ci siano poi molti eccedenze quel campo oggi poi gli azionisti non hanno il diritto di riscuotere i dividendi questo importante se voglio soprattutto tornare alla faccenda di jeff bezos morgenpost cioè peso sul quale amazon e lui possiede anche il washington post noi vediamo forse ogni giorno certe zones che arriva al washington post e dice ai giornali e giornalisti diceva dovete descrivere potete descrivere amazon in questo modo ma ad hoc magari lo farebbe però per fortuna dei non è venuto che ha più carino più intelligente ma cosa sanno i giornalisti del washington post stanno che se bezos sente washington post descrive ternana sono in maniera negativa e besos può decidere di cestinare il tutto e quindi c'è il rischio che come dire i giornalisti perdono il loro posto e quindi vista la tendenza al declino del numero di giornalisti gli stati uniti questo ed è impossibile quindi andranno ad interiorizzare questo rischio alla fine non scriveremo proprio nessun articolo su amazon e se andiamo a vedere contenuti del washington post negli ultimi due anni non c'è nessuno sbilanciamento positivo verso amazon semplicemente ama solo non viene proprio menzionato perché questo è una sorta di meccanismo difensivo per evitare che pensa se ne vada dall'azienda e proprio come è inoltre in questo modello di aziende c'è la questione delle donazioni deducibili ovviamente ci saranno molti azionisti i quali hanno un punto di diritto e adesso voglio entrare un po del merito di questo la cosa essenziale è che in base al mio modello i diritti di voto non aumentano proporzionalmente con il numero di azioni detenute perché quello che vogliamo fare e che vogliamo incoraggiare gli azionisti con piccole quote dei capitali quindi al di sotto di certe soglie può essere lungo per cento magari è possibile che appunto i piccoli azionisti si riuniscano in una sorta di raggruppamento ed ottengano dei diritti di voto in modo che non vengano più considerate semplicemente dei donatori o dei cloud van der sman dei veri e propri azionisti diciamo per esempio delle soglie del 10 per cento all'ora l'audi lilla diritto di voto aumenterà meno che proporzionalmente rispetto alle quote di capitali detenuti in modo che ci sia una sorta di bilanciamento di potere ovviamente il mol è come dire ci vogliono i fondi di jeff bezos logico comunque sareste incoraggiati comunque ad investire nel washington post perché le vostre come dire investimenti saranno deducibili però come dire non dovreste in base alla mia ipotesi dover condividere il vostro diritto di voto con dei player che sono molto più potenti di voi perché anno a finire i diritti di voto aumenteranno più rapidamente rispetto al contributo dei capitali in base al mio modello è quindi per i piccoli azionisti il voto di diritto mente rebbe più che proporzionalmente se dovessi rappresentarvi questo lavoro se avessi dovuto presentare questo lavoro in prima del lancio del libro bene sarebbe stato detto a bella teoria ma poco più di un sogno insomma per ridurre il diritto di voto dei grandi azionisti per aumentare il diritto di voto dei piccoli azionisti non era molto possibile però quattro mesi dopo la pubblicazione del mio libro un riscontro che molti giornalisti sono venuti a contattarmi e hanno cercato di creare le proprie aziende di media stanno scrivendo i loro statuti proprio in questo modo perché vogliono prima di tutto condividere il potere con i lettori prima di tutto perché vogliono ristabilire la fiducia tra i lettori e il giornale perché sanno che la situazione è difficile e poi i giornalisti ovviamente vogliono avere anche del potere vogliono preservare la propria indipendenza e quindi vogliono assolutamente proteggersi dai grossi azionisti che si stanno comprando tutti i grossi giornali in francia ma anche negli stati uniti e non sono ancora una specialista della situazione italiana ma chissà forse potrebbe succedere specialmente se vediamo vediamo la situazione italiana ci sono grossi quotidiani che sono detenuti da aziende tipo fiat che non sono il cui core business 9 media ma detengono dei media ecco voglio dirvi che questo non è un sogno alla fine questo succederà se il cittadini desiderano investire nei propri media e in futuro e io penso che questo sarà il modo migliore per salvare il mio grazie anch'io grazie questo è stata una presentazione veramente ad alta velocità abbiamo 20 minuti circa per delle domande prima di tutto giulia io da una vita lavoro nei quotidiane diciamo spesso sono in perdita in base al tuo sistema se diciamo cosa succederebbe se il giornale fosse in perdita sulla base di quel sistema che appena descritto con il mio modello ci sono due cose dobbiamo prima di tutto pensare al modello economico dei media soprattutto pensando a internet perché bisogna mettere il contenuto anche su internet questo forse non è stato considerato nelle cifre che vi ho mostrato prima questo successo per esempio dal new york times dove per far aumentare le tirature gli abbonamenti e per controbilanciare la tendenza sono andati anche digitali quindi dobbiamo pensare alle media company come aziende che in futuro saranno in grado di tornare in utile magari non avranno dei gli utili molto grossi per così dire bisogna ovviamente investire se si vuole ottenere dei risultati però forse riescono a non andare in perdita in francia abbiamo tutta una serie di dei giornali o oppure pure utenti internet nel mondo ancora non è inutile ma lo sarà forse l'anno prossimo in media pad o timore internet ei new york times beh non sono molto distanti dal break even cioè da dall'essere impari maggior parte dei giornali oggi stanno sono in perdita di fatto questo è vero e cosa succederebbe nel mio sistema è un po quello che già sta succedendo con il crowd funding cioè se perdono denaro possono chiedere soldi ai lettori al fine di sopravvivere quindi chiederanno ai lettori di entrare a diventare parte di sonno dei capitali in modo che finanziano il giornale per uno due tre quattro anni prima che tornino adesso a fare utili forse ho capito male voglio esser certo comunque i due persone che investono in queste medie hanno un sistema democratico per così dire che hanno un voto e che possono votare diciamo sulla posizione politica del giornale magari e quindi la democrazia degli investitori come funzionerebbe in termini di indipendenza dello staff editoriale quindi e qual è l'equilibrio fra il potere degli investitori il potere del re dei redattori ma non si vota proprio sulla tendenza politica si sceglie all'editore quindi redattori bordon ci sono diversi giornali che hanno i cui investitori hanno il potere di scegliere l'attore fu il direttore ed altri no invece in altri frangenti gli investitori ce n'erano redattori però è necessario anche il 50 per cento dell'approvazione dei giornalisti e nel sistema che io propongo non saranno solo i grandi azionisti che avranno voce in capitolo ma anche i giornalisti e gli azionisti di minoranza e questo cioè non parlo solo della tendenza politica ma potrebbe trattarsi anche di decidere se si vuole o meno tanta pubblicità per esempio si può non avere un problema come quello che c'è stato con espe si è quindi c'è un po di più del bayern politico se vogliamo c'è una scelta più ampia di principio è ancora una domanda su questo se la maggioranza delle persone che hanno investito e che hanno diritto di voto se nell'arco diciamo del tempo donna provano più quello che fa il giornale o non amano il modo in cui il redattore gestisce il giornale possono fare qualcosa sì o no ma c'è tutta una serie di misure che si possono fare per come dire controllare quello che fa il direttore per esempio su base annua si può confermare o meno il direttore o anche ogni due anni ma queste regole già ci sono peraltro solo che c'è come dire una diversa divisione dei poteri se vogliamo è introduciamo sistema più democratico bene qualcuno chiede di intervenire prego ci vuole un microfono troppo se non parla nel microfono la domanda non può essere tradotta gli interpreti si scusano ma senza microfono impossibile ha parlato dell'indipendenza dei giornali e dei media in generale e io stavo pensando a charlie hebdo in quanto media e mi chiedevo perché in italia non abbiamo un è un giornale come charlie hebdo quando si parla di charlie se parla di un giornale che come di repubblica vignette sulla nostra religione musulmana e quant'altro forse perché in italia non c'è domanda per tradizione io penso che in francia storicamente abbiamo una forte traduzione tradizione di satira abbiamo avuto sempre molti giornali con vignette charlie hebdo una lunghissima storia cioè si chiamava charlie da charlotte e gol quindi è in parte veramente dalla storia francese non le proteste contro charlotte gol che veniva visto non direi proprio un esempio di democrazia perfetta per esempio se prendiamo gli stati uniti non c'è nessuna legge che impedisce ai giornali di pubblicare vignette come quelle di charlie però vediamo il modo in cui giornali americani se sono come dire dichiarate piuttosto contrariata un live questo è successo anche in altri paesi quindi forse possiamo dire che in italia c'è una chiesa molto più forte che in francia e si tratta solo quindi delle vignette sul 3 musulmani per esempio peraltro charlie hebdo pubblica molte vignette contro la chiesa quindi questo porrebbe dei bei problemi in italia perciò nessuno la chiesa o forse non è una cosa che potrebbe funzionare in italia ma chissà fosse una buona idea avere una cosa di questo tipo grazie vorrei congratulare la professoressa che agisce sul questo libro non vedo l'ora di leggerlo è splendido vedere una giovane economista che lavora sui media john lloyd ed io abbiamo siamo occupati di questo tema da molte siamo lieti che venga toccato nuovamente applica il suo lavoro agli stati uniti all'europa ma si applica moltissimi paesi che sono passati da regimi autoritari a regime di nepotismo per esempio la germania la tasmania so anche che ha pubblicato molto sull'africa io mi chiedevo come questi questo sistema potrebbe funzionare in alcune di questi stati beh ci devo pensare un pochino io mi sono concentrato appunto sulla francia anche sugli stati uniti ha lavorato anche un po sull'africa subsahariana in africa sub sahariana una situazione un po particolare perché se prenderà parte la nigeria e il sudafrica non c'è però suo mercato pubblicitario e questo è un problema per i giornali però ci sono molti problemi per i giornali corrotti russo non tanto corrotti perché sono disonesti ma perché come dire hanno bisogno di campare fondamentalmente la turchia la turchia non lo so non so che dire della libertà di stampa oggi come dire forse c'è un problema più che altro di libertà nei confronti del governo più che altro più che rispetto alla proprietà privata quindi una questione importantissima però in turchia come nell'africa sub sahariana in altri paesi in via di sviluppo soprattutto nei paesi in questi paesi non è che la stampa potrà svilupparsi grazie alla pubblicità perché non c'è un mercato pubblicitario questo è troppo lento e troppo lento e verrà catturato da internet secondo me tra dominato da internet momento storico state dire diverso abbiamo visto che dall'inizio c'era molta pubblicità poi la concorrenza della radio della stampa quindi ora probabilmente non si baseranno più sulla pubblicità ma questi paesi c'è stata una grosso problema di indipendenza e autonomia questo è stato un problema con la tv la radio ma anche con i giornali secondo me avrebbe molto senso avere proprio una proprietà diretta dei media da parte di cittadini di piccoli players e moreno e quindi sarebbe addirittura più importante sviluppare un modello di questo tipo nei paesi in via di sviluppo anziché appunto nei paesi occidentali per esempio e poi è fondamentale che i governi prendano delle buone decisioni per esempio in francia è difficile promuovere un cambiamento di questo tipo cioè il regime fiscale per esempio questa è una cosa difficilissima e il governo non è molto disposto a fare questo e credo che in questi paesi via di sviluppo intendo sarà ancora più difficile i governi stanno cercando di fare tutto il possibile per e nei media sotto controllo e quindi non penso che promuoveranno degli sgravi fiscali o la proprietà diffusa dei quotidiani o dei media credo che non sarà come dire un passaggio facile in questi paesi sarà più facile che ci sia la proprietà di due o tre grossi player che potevano influenzare anche il gioco politico un pensiero un po triste adesso e molte parti del mondo i giornalisti sono corrotti oppure vivono in un contesto di corruzione molti di loro come ha detto giulia casi è proprio perché sono poveri ho incontrato giornalisti in africa in cina a loro è stato detto che non avrebbero ricevuto alcun salario che dovevano trovarsi i soldi da soli quindi l'idea era scrivete un articolo e fate di pagare per questo articolo non è proprio vero però che sono tutti puglia poveri ci sono dei giornalisti estremamente ricchi e corrotti ho vissuto anni in russia subito dopo il crollo dell'unione sovietica aveva incontrato dei giornalisti che si sono arricchiti davvero davvero tanti attraverso tangenti bustarelle e quant'altro proprio da coloro che di cui scrivevano che mandavano in onda mi chiamo la casa cava vengo dalla repubblica ceca ciò che è avvenuto in italia è abbastanza simile a quello che è successo anche da noi nel senso che il ministro delle finanze è una persona ricchissima e ha delle proprietà nel mondo dei media la cosa che mi colpisce spesso è come le persone non reagiscano a queste situazioni come se fossimo talmente inondati di informazioni informazioni anche che costano poco che non prestiamo sufficiente attenzione quindi mi chiedevo se avesse delle informazioni sul sulla mia generazione la generazione dei figli del nuovo millennio diciamo così e darci delle indicazioni su come possiamo miliare migliorare questa situazione io spero di non essere troppo distante dalla sua generazione per darle una risposta io penso che insieme dobbiamo pensare come le notizie siano consumate dalle persone concentrandoci anche sul gruppo dei quindicenni fino ai 25 anni che utilizzano il digitale questi ragazzi non leggono carta stampata dicono invece le versioni digitali e credo che lo facciano effettivamente non è vero che non leggono i giornali giornali online se i giornali sono di qualità perché no e bisogna sostenere questo tipo di fruizione del dei media sostenendo sempre quelli di qualità ecco io credo che chi non legge i quotidiani o di qualità online non lo faccia perché ha un modo diverso di fruire dell'informazione in generale facciamo l'esempio dei boys media weiss media e proprietario di vice news una società strana che fa un sacco di cose e all'inizio soprattutto era noto per pubblicare per postare video di gatti in internet poi hanno investito l'anno scorso 500 milioni di dollari il vice news che è una new company e cosa hanno fatto per esempio sono andata in siria e hanno girato dei video di altissima qualità anche sulle sul deesis un video di 45 minuti è stato visto su youtube da più di 15 milioni di persone nel giro di un paio di giorni e questa era notizie serie effettivamente questa era notizie date il meglio che non da parte di tanti tanti giornali o media seri diciamo così e erano soprattutto i giovani che guardavano questa cosa gli utenti normali di vice news perché perché il formato era loro congeniale e di conseguenza hanno fruito e hanno messo anche un sacco di link su facebook per questo video quindi io credo veramente che in media debbano riflettere su questo cioè debbano riflettere sul formato che interessa ai giovani perché i giovani interessano le informazioni ma non piace loro il formato delle informazioni attuale quello tradizionale diciamo così questo era un esempio e poi penso anche a quello che succede tra new york times e facebook per esempio la possibilità di fare clic sul link da facebook arrivando direttamente a un articolo del new york times questo è anche un modo per fruire dell'informazione e poi le informazioni date in pillole anche questa è una possibilità per attirare i giovanissimi quelle che hanno tra i 12 17 anni che utilizzano snapshot piace loro ricevere informazioni brevi diciamo così anche questo è un modo per veicolare informazioni di qualità quindi credo che siano i media a dover capire che per parlare ai giovani devono trovare il modo giusto di farlo perché i giovani interessano le informazioni ma vogliono che questa informazione sia fornita in un formato che va bene per la generazione dei nativi digitali lei è della repubblica ceca diceva e cosa ne pensa dello sviluppo dei media nella repubblica ceca negli ultimi vent'anni vent'anni sono tanti rispetto alla sua età che sicuramente molto giovane ma lei cosa ne pensa di questo sviluppo sia un'idea qual è non direi che sono delusa perché abbiamo indipendenza dei media da 26 anni soltanto ma direi che dal 2014 in poi in particolare abbiamo avuto una grande crisi nei media soprattutto per quanto riguarda i media più seri quelli che fanno ricerche sui media di inchiesta e trovo che ci sia una sorta di circolo vizioso in questo e i giovani non sono consapevoli perché non sono informati e questo accresce la problematica e non essendo consapevoli ci si pone di meno determinate domande quindi evidentemente c'è questo circolo vizioso per cui in media da parte loro non sono in grado di dare le notizie nel modo giusto per riformare invece questa consapevolezza prima di finire ci sono altri conventi altre domande pare di no e stato un incontro molto interessante molto stimolante vi dicevo che il libro verrà pubblicato l'anno prossimo da bompiani io veramente vi suggerisco di comprarlo soprattutto e ritornando a quanto diceva giulia case perché l'italia non è stato uno dei casi eccellenti per quanto riguarda l'autonomia del giornalismo anche ritornando la foto che avete visto in una slide capiamo il perché però ci sono ottimi giornalisti ottimi giornali in italia e quindi perché non deve esserci ancora un buon giornalismo in italia ecco un modo forse per continuare ad avere un buon giornalismo è avere proprio la soluzione come quella proposta intervenendo nel contesto dei media in modo tale da evitare che non siano le grosse aziende ad avere la proprietà dei media parliamo sempre di berlusconi ma non c'è solo berlusconi c'è il gruppo dell'espresso penso alla fiat penso alla stampa a me piace tantissimo repubblica però sono aziende società gandhi ci sono siti web ottimi anche dagospia per esempio che mi piace un sito di gossip ma per gli economisti ci sono altri siti web si chiama la voce quello a cui sto pensando soprattutto sono economisti accademici italiani che scrivono sulla voce quindi veramente abbiamo casi di rinascimento del del giornalismo in italia io credo che possa essere interessante in italia considerare le idee di giulia cachet penso ai giornalisti penso alle persone in generale gli spettatori i lettori faranno bene a riflettere su queste cose grazie giulia per averle condivise con noi grazie a tutti e arrivederci oddio
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