Come l’informazione e l’editoria fanno i conti con l’Intelligenza artificiale
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Come l’informazione e l’editoria fanno i conti con l’Intelligenza artificiale
Questo dibattito esplora l'impatto dell'intelligenza artificiale (IA) sull'editoria, esaminando le sfide e le opportunità che presenta. Si discute la polarizzazione tra approcci "combattivi", che cercano di limitare l'uso dei contenuti editoriali da parte dell'IA, e approcci di "negoziazione" che mirano a stabilire accordi commerciali. L'attenzione si concentra sulla ricerca di una "terza via" che contemperi sviluppo tecnologico ed etica. Si sottolinea l'importanza di regole chiare, come l'AI Act europeo, per un uso responsabile dell'IA, evidenziando rischi come la violazione del copyright e la diffusione di disinformazione. Si discute anche del ruolo cruciale del sostegno pubblico all'editoria e della necessità di nuovi modelli di business per garantire la sostenibilità dell'informazione di qualità nell'era digitale.
Buongiorno buongiorno a tutti sono Daniele Bellasio sono vicedirettore del sole 24 ore vi ringrazio di essere qui questa mattina sono contento di vedere molti studenti credo ragazzi comunque chi ha bisogno della traduzione simultanea può scaricare la app con gli ipod o similari seguire la traduzione di uno dei nostri relatori cioè di Paul. Oggi parliamo di intelligenza artificiale che sono le due parole del momento ma ne parliamo da un punto di vista molto particolare ma molto importante perché ha a che fare con la democrazia quindi con l'informazione e con l'editoria che è un settore specifico che però ha una rilevanza sociale come sapete molto molto importante. Ne parliamo con l'amministratrice delegata del gruppo sole 24 ore Mirgia Cartia d'Azero che tra l'altro è anche se non vado errato membro di una commissione della FIEG che si occupa della riforma del mondo dell'editoria legata alle nuove tecnologie poi con un collega che viene dal belgio Paul Weaver di COO cioè quello che fa funzionare la macchina di media uis perché noi vogliamo ogni anno avere un'esperienza anche con un punto di vista internazionale sulle tematiche legate all'editoria e poi abbiamo con noi peraltro è un collega giornalista ma in questo momento soprattutto è sottosegretario di stato all'editoria Alberto Baracchini che ringraziamo molto di essere qui con noi. Allora come sapete l'intelligenza artificiale sta polarizzando il dibattito culturale e in parte anche i paesi le politiche dei paesi tra chi viene definito tecno entusiasta, acceleratore e vede soprattutto le grandi opportunità che l'intelligenza artificiale presenta in questo momento e chi invece è più scettico i cosiddetti frenatori che tendono invece a dire sono maggiori i rischi delle opportunità per cui andiamoci molto piano. Lo stesso discorso si può trasportare nel mondo dell'editoria dove la polarizzazione avviene invece tra i gruppi editoriali che hanno deciso di avere un approccio più battagliero combattivo nei confronti degli operatori dell'intelligenza artificiale che in sostanza dicono no tu caro chatbot scegliete voi quale non puoi usare i contenuti prodotti da noi per ora perché non siamo garantiti dal punto di vista economico, dal punto di vista del rispetto dei diritti, dei contratti e quindi un approccio un po' muscolare nei confronti degli operatori dell'intelligenza artificiale. Dall'altra parte ci sono invece gli editori che hanno fatto una scelta immediata di trattativa, di negoziato con gli operatori dell'intelligenza artificiale per giungere ad accordi che in cambio del compenso commerciale all'utilizzo dei diritti d'autore, concedono i contenuti agli operatori di intelligenza artificiale. È proprio notizia delle ultime ore che anche News Corp che è il grande gruppo editoriale che possiede i vostri giorni quello di Rupert Marduk per capirci ha raggiunto un accordo con OpenAI per 250 milioni di dollari per l'utilizzo dei contenuti all'interno dei chatbot. Ma io l'ho fatta troppo lunga ma era per spiegare un po' il cappello di questo di battito che vuole cercare di capire se esiste una terza via cioè si parte un po' da quello che come giornalista mi è sembrato di cogliere in Italia cioè l'idea da parte sia dei gruppi editoriali sia da parte della politica di trovare una via di mezzo tra l'approccio muscolare più regolatorio e più di proibizione e l'approccio invece di trattativa negoziato con il mondo dell'intelligenza artificiale per mettere assieme opportunità e di controllare i rischi ma sviluppare le opportunità. Vogliamo diciamo così voglio mettere sul tavolo questa teoria e capire se la condividete questa analisi ovviamente nel caso di Paul avremo il punto di vista del suo gruppo editoriale e magari anche del suo paese. Partirei da Mircea Cartier ad Azzero se condividono questa prima lettura. Grazie Daniele buongiorno a tutti e non possiamo non condividerla perché ci siamo già detti anche in altre serie di l'intelligenza artificiale non c'è settore che non colpisca quindi opportunamente è uno dei temi più trattati in questo festival dell'economia di Trento edizione 2024 ci sono soltanto oggi 10 panel sull'intelligenza artificiale quindi segno che è un argomento da cui non possiamo prescindere perché appunto è trasversale su tutti i settori e non solo dell'economia certamente quello dei media è uno dei settori più impattato comunque impattato per primo perché chiaramente la divulgazione delle informazioni può essere fortemente impattata da un uso o da un misuso direi un cattivo uso dell'intelligenza artificiale. Ecco quindi l'importanza di assolutamente porla come focus di questa conversazione. Cosa si può fare? Tu hai già detto ci sono un po' di schieramenti che hanno da una parte cercato di trovare un accordo quindi Axel Springer piuttosto che Le Monde e oggi appunto la notizia di News Corp di Marduk perché sappiamo che questi large language model sono un tool ma che senza un input di informazioni non hanno poi la possibilità di produrre alcun output quindi più è basta la quantità di informazioni che si riescono a immettere in questi sistemi e anche più è basta la possibilità di avere appunto uno strumento utile variegato di utilizzo di questi sistemi e quindi altri invece New York Times e altri 8 redattori giornali testate statunitensi invece hanno optato per fare la guerra e quindi hanno iniziato dei contenziosi nei confronti dell'intelligenza artificiale e questo perché? Perché innanzitutto c'è un tema di rischio di violazione di copyright. I giornalisti vendono le loro idee, la loro intuizione, i loro punti di vista però ovviamente sotto ci stanno i fatti quindi il mix tra i fatti e le opinioni adesso Larry Fink parlava al B7 di una polarisation of opinions e quindi in un momento in cui 4 miliardi di persone nel pianeta vanno a votare effettivamente come tu hai menzionato prima l'intelligenza artificiale con le sue bias rischia di influenzare questo importante momento elettorale e di uccidere la democrazia nel caso in cui avvenga appunto un cattivo uso. Al World Congress dell'INMA, dell'International News Media Association di fine aprile è stato proprio considerato la misinformation o comunque una deep fake, quello che noi chiamiamo deep fake, uno dei rischi più importanti globali a livello pianeta e quindi con tutte le conseguenze che può comportare. Cosa è stato fatto? Beh sicuramente si è già credo non a caso l'Europa che la culla del diritto ha cominciato già con normare per primo con l'AI Act comunque un contesto in cui si mettono dei paletti e l'Italia non è stata da meno perché poi ovviamente non entrerò nel merito perché abbiamo la fortuna di avere il sottosegretario Barachini però abbiamo due commissioni, una in particolare sull'informazione presiduta da padre Benanti. L'unica cosa che voglio dire è che proprio in questo contesto io ho particolarmente apprezzato l'approccio umano centrico, cioè senza scordarci mai che questo è sicuramente un tool tecnologico che può amplificare le risorse a disposizione di un giornalista e quando dico giornalista ovviamente si intende il testo scritto ma sappiamo bene anche l'audio e il video perché la contraffazione può avvenire di qualunque contenuto e di pochi giorni fa la notizia che Scarlett Johansson è rimasta particolarmente dispiaciuta che comunque di una divulgazione di notizie con la sua voce quindi questo anche all'INMA è stato detto che una radio neozelandese divulga informazioni sul metodo e sulla mobilità 100% con voce e con contenuti organizzati dall'intelligenza artificiale, ecco secondo me è scorretto arrivare a tanto e soprattutto non dichiarare al pubblico agli ascoltatori agli utenti di quel contenuto che si tratta di un contenuto che è stato adottato che è stato costruito con l'intelligenza artificiale ed ecco perché ho apprezzato e apprezzo l'ipotesi di una marcatura dell'informazione di una filigrana comunque con lo stesso sistema dei bitcoin quindi con una blockchain che in qualche modo certifichi ma appunto di questo non voglio più parlare quindi quindi diciamo tutto quello che va verso un equilibrio tra ovviamente lo sviluppo di questa tecnologia di cui nessuno di noi potrà più offrire a meno un po' come l'elettricità da una parte e dall'altra però porre delle regole dei paletti per un uso etico mi viene da dire di questo strumento credo che sia essenziale sappiamo che oggi per noi editori per esempio c'è anche il rischio motori di ricerca il 40 per cento dei nostri contenuti viaggia sui motori di cercare in particolare su google e quindi adesso già andando a interrogare google si vede che c'è un testo che non riporta da alcun link quindi c'è già un'evoluzione in questo senso e si andrà sempre più in quella direzione perché ovviamente tutte come dicevi tu scegliete quale perché tutte le principali case si stanno attrezzando per avere il proprio strumento di intelligenza artificiale bard open ai eccetera e quindi da qui l'importanza di non perdere quel treno perché si è stimato che il 20 40 per cento dei nostri contenuti editoriali rischierebbe di perdere un'altra piattaforma e da qui poi anche la possibilità il rischio di far veicolare appunto delle informazioni contraffatte comunque che sono soggette che lo dicevamo a dei pregiudizi dei bias e quindi anche con il rischio della democrazia invece l'informazione è uno strumento di presidio della democrazia e deve continuare ad esserlo come dice il nostro direttore fatti separati delle opinioni e le opinioni meglio se plurali e quindi quali intuito di voi giornalisti è essenziale per garantirci di avere sempre un'informazione consapevole e quindi va bene utilizzare strumenti che amplifichino la ricerca che l'approfondimento che modifichino i format che suggeriscono i titoli però comunque credo sempre importante avere l'uomo al centro con delle regole per ben definite. Ecco Mircea dopo ti faccio raccontare che cosa sta facendo il sole 24 ore su entambi i fronti quello delle opportunità e quello dei rischi quindi del controllo delle criticità ma intanto sentiamo da Paul qual è l'approccio di un importante uno dei più importanti media europei su questo tema così complicato e caldo in questo momento. Vai Paul. Grazie Daniele è bellissimo essere a Trento per questo festival così interessante è un onore essere qui per me forse ripeto parzialmente quanto ha detto Mircea ma per quanto riguarda la nostra traslazione rispetto alla IAA è truplice riteniamo sia importante sia rivoluzionario andrà a riformulare tanto di quello che facciamo nei mass media quindi vi è un team dedicato che si concentra esclusivamente sull'impatto del IAA in tutti i paesi. Ci sono tre elementi che consideriamo il primo a che vedere con i diritti intellettuali di proprietà intellettuali che abbiamo come editori con giornalisti che creano contenuto contenuto che ha un valore dei giornalisti e anche nostro come è stato detto quindi l'intelligenza artificiale è un algoritmo e sono dati si basa su due questi due aspetti quindi i dati sono importanti sono estremamente importanti perché se non ci sono dati non ci sono algoritmi per cui qualsiasi motore di intelligenza artificiale non può utilizzare i nostri dati e poi costruire un modello di business essere in concorrenza con noi non ha senso non è giusto andrebbe a distruggere anche l'editoria nel suo complesso questo è un aspetto ormai da un anno abbiamo cominciato a bloccare per quanto riusciamo l'accesso dei motori ai nostri dati non è sempre facile perché open ai per esempio ha fatto un annuncio su come poterlo fare quindi quello che cerchiamo di fare comunque accertarci che questi language modules questi modelli linguistici appunto non si impossessino dei nostri dati e poi discutiamo con google microsoft open ai per cercare di affrontare i problemi insieme perché capiamo le opportunità e quindi non vogliamo bloccare l'accesso ai dati per sempre però dobbiamo metterci d'accordo su quale dati su quale dati possono avere accessi se pagano devono pagare quindi dobbiamo trovare un e ne stiamo discutendo appunto con questi giganti non ci siamo ancora impegnati in un'azione legale potrebbe succedere perché soprattutto le aziende americane a meno che non si passi alla mossa giuridica fanno un po' resistenza come è stato detto dal new york times a volte bisogna intervenire anche illegalmente quindi questo a che vedere con la proprietà intellettuale dei nostri dati e l'utilizzo da parte dei modelli linguistici i cosiddetti l lm l'altro aspetto è piuttosto complicato perché li ha è antica da un lato ma anche relativamente nuova l'intelligenza artificiale generativa è piuttosto nuova e non so chi possa sapere cosa a che cosa ci porterà quale sarà il futuro quali sono saranno gli aspetti positivi negativi non lo sappiamo ancora comunque cerchiamo di nuovo con il nostro team di elaborare degli scenari potenziali e decidiamo che cosa faremo se non so se succede il scenario a quindi andrà a rivoluzionare il nostra attività che cosa facciamo quindi ci sono dei team che prendono in considerazione che cosa fare se si realizzasse questo scenario a tanti sono gli scenari che stiamo preparando riteniamo che andrà a avere un impatto sostanziale sul nostro business come diceva soprattutto missioni soprattutto nell'interazione con il contenuto perché oggi interagiamo con il contenuto in un certo modo quindi che chiediamo al google qualcosa poi andiamo a ricercare la risposta nel l'enco che ci ha fornato quindi la tecnologia dell'ia è molto migliore di questo quindi andrà a impattare la relazione che esiste tra il consumatore e il contenuto quindi la posizione attuale da parte nostra è che riteniamo che l'intelligenza artificiale avrà un effetto enorme dovremo decidere come editori come reagire terza cosa che a vedere con l'utilizzo di iha nel nostra attività di nuovo si tratta di un campo completamente nuovo ci sono 30 aree in cui abbiamo testato i tool di intelligenza artificiale soprattutto viene utilizzata per supportare i nostri giornalisti quindi un strumento che consente di verificare i fatti che monitora se ci sono dei pregiudizi quindi se sono stati espressi appunto dei pregiudizi in un articolo e poi consente sintesi diciamo preparare degli elenchi quindi li utilizziamo tante nella fase ancora di test non ancora nella fase di produzione lo testiamo con un nostro marchio se va bene le standiamo anche agli altri di nuovo come è stato detto ci possono essere diciamo degli abusi per esempio li utilizziamo per la lettura degli articoli utilizzando la voce del giornalista chiaramente abbiamo ottenuto a quel punto il consenso da parte del giornalista interessato terzo elemento e per quanto riguarda sempre questo terzo elemento vale la pena di notare che abbiamo appunto una carta che descrive ai nostri team che cosa possono e che cosa non possono fare con l'intelligenza artificiale come rapportarsi rispetto al pubblico sono tutta una serie di punti non so la trasparenza quindi sempre va implementata trasparenza se si utilizza intelligenza artificiale bisogna comunicarlo ai consumatori non so la carta dice anche ci deve essere sempre un essere umano coinvolto nel ciclo quindi non si pubblica contenuto se creato completamente dall'intelligenza artificiale e quindi ci sono tutta una serie di punti in questa carta diciamo questo riassunto un po le teorie in cui noi stiamo lavorando per quanto riguarda l'intelligenza artificiale nella nostra azienda racconto dell'esperienza penso che sia stato molto utile ascoltare come un grande gruppo europeo ma non italiano affronta questa tematica anche per avere ben esemplificato nei tre punti di pol quali sono i temi principali veniamo all'italia l'italia come l'eurova ricordava prima mir gia cartia d'asero è stata sul pezzo perché c'è già un disegno di legge con dicono i giovani non dovrei più farlo perché c'è già un disegno di legge di come dire opera della della maggioranza del governo e anche da questo punto di vista mi sento di poter dire che l'approccio del governo sotto segretario è quello di cercare di tenere assieme appunto gli aspetti rischiosi con le opportunità quindi questa via mediana tra i due due blocchi ci vuole spiegare sotto segretario come vede questa tematica così sentita sì grazie grazie dell'invito grazie daniele grazie di questo invito perché il forum è un il vostro forum è un punto fondamentale dell'anno per fare sintesi su tante tematiche ovviamente il tema del quale si parla costantemente con l'intelligenza artificiale un tema che coinvolge molto direttamente non soltanto il mondo di informazione di teoria ma tutti anche le principali se vogliamo chiamarle intermediazioni non solo culturali ma professionali perché ci sono preoccupazioni che riguardano il mondo dei medici il mondo degli architetti il mondo degli ingegneri cioè la tematica veramente trasversale e proprio per questo bisogna partire da un tema di accoglimento dell'innovazione gli americani ci insegnano che il genio non rientra nella bottiglia una volta che esce dalla bottiglia bisogna avere a che fare col genio e questo è stato il nostro approccio cioè capire dove stavamo andando e capire cosa potevamo fare su questo fronte io uso spesso un paragone anche nelle conversazioni con padre benanti che sta guidando devo dire magnificamente da un punto vista anche di approccio etico questo lavoro ho visto recentemente uno straordinario documentario sulla vita e la carriera di Ayrton Senna nel quale a un certo punto lui dice io voglio andare molto veloce la macchina la voglio portare il più veloce possibile ma il circuito deve essere sicuro è una metafora che mi trova molto d'accordo noi non stiamo cercando di rallentare l'auto per noi l'auto dell'informazione l'auto l'editoria l'auto delle notizie può andare velocissima ma l'ecosistema deve essere salvaguardato come fare è molto complesso perché ovviamente dobbiamo investire dobbiamo formare dobbiamo lavorare che i giovani italiani e qui ne vedo alcuni siano protagonisti di questo processo perché l'intelligenza artificiale sarà il loro futuro professionale ma dobbiamo anche ricordarci da dove veniamo perché chi oggi ha vent'anni non conosce quello che noi abbiamo vissuto con l'avvento del web l'avvento del web che molti di noi hanno vissuto con grande entusiasmo non tutti avevano capito e noi forse non avevamo capito in prima persona quanto avrebbe cambiato la percezione del cittadino rispetto a certi flussi oggi i cittadini molti cittadini anche i giovani cittadini si sentono informati perché hanno accesso a tanta informazione magari in pillole e quindi questa sensazione di essere informati li condiziona nell'andare a cercare l'approfondimento di quelle notizie si fermano un pochino prima potrebbe succedere la stessa cosa con l'intelligenza artificiale cioè questo processo digitale potrebbe in qualche modo condizionare l'approccio e se l'informazione l'editoria non hanno un sostegno economico e finanziario questo lo sa molto bene la amministratrice del sole 24 ore l'informazione non riesce a sostenere la propria creatività la propria originalità è un cane che si morde la coda perché se non si ha il supporto finanziario non si possono mandare i giornalisti sul campo oggi tutti sappiamo quanto è costoso mandare un giornalista per esempio nelle aree di conflitto e siccome le aree di conflitto ce ne sono diverse il racconto sul campo e le scarpe sul terreno sono fondamentali per quel mestiere se non si riesce a sostenere quei costi non sia originali se non sia originali non sia attrattivi e diciamo il circuito si interrompe quindi sostenere da una parte da un certo punto di vista l'informazione creativa originale che contribuisca al pluralismo e tutelare dai rischi di innovazione era un po' il nostro approccio noi siamo contenti di aver seguito in europa il processo delle IACT e non è stato facile perché omologare o tentare di omologare le norme ultranazionali europee evitando di overregolare di sovrarregolare che sarebbe stato un freno all'innovazione dobbiamo anche dire che l'europa soffre una sorta di dumping da un punto di vista questo punto di vista rispetto al sud-est asiatico agli stati uniti quindi evitare di overregolare e allo stesso tempo dare un quadro normativo era delicato siamo riusciti a portare anche il nostro governo l'italia a partecipare al tavolo delle IACT a introdurre anche degli elementi nazionali perché poi il nostro sistema è particolarmente delicato e fragile e allo stesso tempo abbiamo portato avanti un lavoro con questo disegno di legge approvato il 23 aprile che oggi è stato assegnato pochi giorni fa è stato assegnato al liter parlamentare in senato nei quali ci sono tre punti fissi dei quali io sono particolarmente contento per il mondo di forza la tutela del copyright perché se non si tutela il contenuto come diceva Mirjana Dazero e anche il nostro collega se non si tutela diciamo il valore aggiunto dell'informazione a monte non si riesce poi a valorizzarlo l'identificazione chiara del contenuto prodotto con l'ausilio di intelligenza artificiale e potenzialmente anche l'indicazione di quanta intelligenza artificiale viene utilizzata per quel tipo di prodotto informativo e poi l' aggravante penale del deep fake perché il deep fake a fronte di elezioni delicatissime con il suo quello europeo americano e dobbiamo sapere che è potenzialmente un condizionamento infinito della percezione dei cittadini perché non dobbiamo pensare a un pubblico diciamo esperto di tecnologia un pubblico competente di tecnologia c'è una larga parte dei cittadini italiani che non sanno distinguere un contenuto artificiale da un contenuto non artificiale noi prima di portare la nostra redazione definitiva abbiamo condotto anche una ricerca di mercato importante con ipsos su quella che fosse la percezione reale dei cittadini rispetto alla informazione completamente digitale e quella invece generata da redazioni professionali, beh non c'è tutta questa differenza cioè il cittadino anzi addirittura pensa che l'informazione non firmata che non ha un volto, non ha una faccia sia più equidistante più indipendente e questo potenzialmente è un problema perché tutti noi sappiamo che gli overvetop operano una selezione dei contenuti non tutti i contenuti vengono presentati nello stesso modo c'è una sorta di come dire intermediazione editoriale anche da parte di questi gruppi senza che però loro abbiano la responsabilità e le stesse norme che gli editori tradizionali hanno quindi questa tematica del deep fake per noi era fondamentale anche perché sappiamo già che gli sviluppatori di intelligenza artificiale stanno lavorando a molte innovazioni che noi ancora non conosciamo molte innovazioni che teoricamente se usate in maniera non benevola potrebbero portare anche una serie di nuovi potenziali reati anche da un punto di vista di cyber sicurezza anche da un punto di vista di sicurezza nazionale questo ci preoccupa e poi c'è un tema nessuna regola non è una libertà diciamo che possiamo consentire la libertà si deve sviluppare anche la libertà di impresa all'interno di regole certe e possibilmente omogeneo io a new york partecipando a dei lavori che poi produrranno anche una riflessione sull'intelligenza artificiale della nazione unite ho incontrato un giovane ingegnere indiano di chat gpt di open ai che mi ha detto ma come mai voi italiani siete così preoccupati dall'intelligenza artificiale qual è il problema alla fine le regole che ci sono adesso vanno benissimo io l'ho guardato sorriso detto sì lo capisco che per lei vanno benissimo non ci sono e quindi diciamo è abbastanza evidente che per voi funziona tutto perfettamente per west dobbiamo ricordare che anche lei ai act sarà operativo fra 12 mesi quindi il disegno di legge andrà in senato ci sarà un interparlamentare quello italiano lo lei act entrerà in vigore fra 12 mesi altre regole al momento sull'utilizzo dei data set e del l'input e l'intelligenza artificiale non ci sono in questo momento le società che sviluppano intelligenza artificiale sono in grado di acquisire quasi tutti i dati tranne casi di opt out cioè tranne casi che il gruppo editoriale dica questi dati no ma voglio dire sono in grado di di avere un input enorme di dati e questo è sicuramente un tema che avrà una ricaduta ecco giustamente il sottosegretario barchini parlava di una sorta di damping tra l'europe e il resto del mondo per avere un'idea del contesto gli investimenti nell'intelligenza artificiale negli ultimi anni sono per a seconda delle statistiche un terzo quasi metà statunitensi gli stati uniti so dopo gli stati uniti ovviamente la cina terzo posto la gran bretagna però sempre per avere un'idea gli stati uniti investono 11 volte più della cina e 17 volte più della gran bretania che è il terzo paese al mondo che investe in intelligenza artificiale l'europe è molto dietro per di più in ordine sparso ci vogliono 4 5 paesi europei per arrivare alla entità degli investimenti della gran bretania quindi il mondo va poi invece giustamente mirge cartier d'azero parlava dei e anche paul dei language model come sapete probabilmente diciamo degli otto principali 6 sono statunitensi uno tenta di essere francese e uno ovviamente asiatico-cinese quindi per capire quanto sia importante da un punto di vista regolare per l'europe ma dall'altro punto di vista anche sviluppare investimenti e aiutare e magari nel secondo giro al sottosegretario chiediamo che cosa può fare la politica per aiutare gli editori che sono più o meno avevamo appena pensato di essere usciti dalla rivoluzione internet pensava che adesso dobbiamo riformarci in un altro modo che cosa sta già facendo su entrambi i fronti non soltanto sul fronte diciamo regolatorio il sole 24 ore per seguire l'esempio raccontato da paul dimenticati le somme che abbiamo appena descritto perché non siamo in condizione però ovviamente come tutti gli editori anche noi ci siamo interrogati stiamo lavorando sull'adozione di questo nuovo strumento tecnologico siamo evidentemente partiti dalle redazioni dove appunto abbiamo supportato il lavoro di voi giornalisti con strumenti che poi in parte sono già usati da tanto tempo io ho visto questa dichiarazione di zack seward delle new york times che dice il 90 per cento dei giornalisti utilizza già da anni strumenti di intelligenza artificiale quindi anche noi in effetti abbiamo in redazione sistemi che suggeriscono i titoli piuttosto che verificano la correttezza dei refusi piuttosto che duplicano i format a secondo dei media su cui poi vanno pubblicati questo evidentemente sono innovazioni di processo però sappiamo che non sono le uniche di cui abbiamo bisogno e quindi abbiamo come dicevo vari cantieri aperti certamente uno che siamo che in questo momento è front runner su cui stiamo facendo uno studio approfondito è quello del nostro famoso della nostra famosa rubrica l'esperto risponde che da poco ha compiuto 40 anni si rivolge prevalentemente a commercialisti ma non solo ma comunque in materia di norme e tributi è proprio su questo strumento che prima addirittura veniva fatto con le lettere a mano che venivano spedite in redazione ovviamente nel frattempo è stato digitalizzato però adesso invece anche i contenuti gli output vengono aggregati rimodulati ricercati tramite applicazioni di intelligenza artificiale proprio per renderlo più performante più rapido perché lo dicevamo prima alla fine questo strumento se siamo noi a governarlo e non farci governare diventa un utile amplificatore delle nostre possibilità di evoluzione professionale e quindi l'esperto risponde è uno di quei campi però al di là delle varie applicazioni di processo oppure anche in questo caso di prodotto una della diciamo un esperimento su cui siamo abbastanza avanti di cui siamo particolarmente fieri e questa è la prima volta che lo diciamo pubblicamente da un palco e quella della di un codice di intelligenza artificiale in particolare di un'adozione etica dell'intelligenza artificiale in sei punti perché siamo particolarmente orgogliosi innanzitutto perché come ha detto prima il sottosegretario barachini porre delle regole e riprendo l'immagine del circuito credo che sia essenziale proprio appunto per arginare altrimenti ed evitare di avere un abuso di questo strumento un cattivo uso di questo strumento poi perché comunque anche il modo in cui l'abbiamo prodotto abbiamo qua il direttore dell'innovazione giornata tedeschi che è stato un po irregista di questo lavoro ma poi di fatto ha subito vari rimaneggiamenti perché l'abbiamo condiviso con le redazioni dei giornalisti l'abbiamo poi condiviso con i sindacati perché volevamo che fosse proprio a livello interno condiviso uno strumento condiviso a tutti i livelli e quindi è stato limato rielaborato rieditato più volte adesso sono questi sei principi condivisi a livello interno che lo saranno a breve anche a livello esterno perché lo pubblicheremo sul sito siamo già rimasti d'accordo che lo daremo a fig che ce l'ha richiesto ne abbiamo mandato in anteprima una versione al sottosegretario barachini che ce l'ha con sé non l'ha ancora tatuato ma comunque ce l'ha con sé quindi ne siamo particolarmente contenti e due dei principi li voglio ricordare perché sono abbastanza in linea con quello che abbiamo discusso sinora in questo panel e cioè quello appunto della affidabilità delle fonti che per noi l'approvvigionamento delle fonti che per noi devono essere sempre all'interno del nostro data lake che cosa vuol dire o fonti ufficiali certificate oppure documenti e fonti già prodotti documenti poi lo sappiamo abbiamo detto sia anche audio e video ma già prodotti da un giornalista da un esperto da un operatore all'interno del gruppo 24 ore quindi questo ci dà comunque la misura che non si va a pescare fuori dove non sappiamo se l'informazione affidabile perché lo ricordo per il sole 24 ore la affidabilità è il valore chiave su cui fondiamo la nostra reputazione da quasi 160 anni sappiamo che Reuters per il sesto anno consecutivo ci ha dichiarato come il giornale il quotidiano più affidabile in italia quindi teniamo moltissimo a perseverare in questa reputazione e poi un secondo principio che voglio ricordare tra i sei è quello che anche pol ha menzionato prima il principio human in the loop quindi avere sempre comunque costantemente un presidio umano in tutte le fasi del processo e quindi garantirci che appunto siamo sicuramente supportati da questa innovazione tecnologica ma non ne siamo sopraffatti quindi non faremo come la radio neozelandese ti ricordi Karen che ci diceva appunto che pubblicava e dava in onda programmi interamente realizzati dall'intelligenza artificiale tra l'altro senza dichiararlo e questo sappiamo che un ulteriore limite che invece noi non vogliamo vogliamo assoluta una situazione dove non vogliamo assolutamente ricadere quindi questo è un momento è quello che stiamo facendo molto ancora da venire perché tutti i giorni c'è un'evoluzione rapidissima anche i processi istituzionali che sono state ricordati rischiano di trovare un contesto già evoluto e quindi tutti i giorni tutti noi anche tu per primo siamo ovviamente con l'orecchio teso alle novità e sì giustamente sì siamo col orecchio teso alle novità è sicuramente una notizia positiva il fatto che appunto un grande gruppo italiano abbia già elaborato una policy appunto che non abbiamo fatto scrivere a ciò tgpt anche se sarebbe un bel esperimento e quindi pol che cosa può fare nel rapporto con la legislazione tu ci hai già raccontato che cosa ha fatto il tuo gruppo che cosa si può come possono essere aiutati gli editori sia sul fronte della regolamentazione sia sul fronte degli investimenti dalla politica dal punto di vista tu perché noi spesso ci lamentiamo oppure discutiamo dei nostri problemi ma invece è interessante capire dal vostro punto di vista che come possono essere aiutati gli editori intanto mentre il traduttore la traduttrice preparatevi con qualche domanda perché negli ultimi 10 minuti se riusciamo prendiamo un pochino anche io devo aspettare un attimo perché finisca la traduzione allora ci sono un paio di cose se vediamo dunque la legge sull'intelligenza artificiale a livello internazionale questo crea un quadro d'azione dipende dal rischio dalla gravità e questo porta a tutta una serie di regolamentazioni cioè cosa fare cosa non fare in determinate circostanze ma quello che manca tuttora è che c'è molta discussione sull'ip dunque la proprietà intellettuale di questi contenuti generati da l'intelligenza artificiale. Ci sono diritti di proprietà intellettuale oppure no? Dal nostro punto di vista quello che manca è chiarezza dunque sulla questione dei diritti d'autore la proprietà intellettuale è questo che manca perché ci sono delle regole generiche per esempio dei diritti abilitanti ma bisogna dire chiaramente che i dati di formazione che vengono usati sia i nostri che quelli di altri questo è di proprietà intellettuale della società che ha creato questi contenuti e questo deve essere protetto bisogna dirlo molto chiaramente che questi dati non possono essere usati così come sono per formare i modelli e nel nostro caso in altri casi c'è una vera concorrenza nei nostri confronti allora questo non è equo e non è neanche giusto e questa è un'area dunque dove qualcuno deve essere chiaro sulla regolamentazione già esistente su la proprietà intellettuale dei contenuti e per l'intelligenza artificiale questo è veramente molto importante perché è lì dove bisognerebbe fare del lavoro in più. Penso che sia una domanda difficile lei ha già sottolineato che se uno guarda la tecnologia di base dell'intelligenza artificiale investire in questa è molto difficile c'è l'iniziativa francese pseudo francese ma tutte le altre tecnologie sono americane e penso che sia una sfida io non vedo una soluzione nel cercare di finanziare dunque una società di intelligenza artificiale non penso che funzioni abbiamo visto già in passato che non funzionano cose di questo genere ma aiutare determinate società ad adottare usare questa tecnologia e appoggiare determinati programmi quello sì che funzionerà questa è l'area dove noi possiamo dare il nostro sostegno penso che bisogna dire che siamo in territori sconosciuti è una cosa molto nuova esiste da tempo per esempio c'è gpt ha avuto molto successo l'abbiamo tutti conosciuto l'anno scorso ma questo è solo un inizio ma non sappiamo in che direzione andare allora dobbiamo essere molto flessibili abbiamo bisogno di molto aiuto perché è qualcosa di molto giovane è nuovo parlavo con qualcuno che opera in questo settore facevo delle domande e francamente questa persona ha cercato di rispondere ma non aveva una vera risposta ha detto non lo so non lo so perché è una tecnologia che noi non capiamo ancora pienamente e allora uno si può fare delle domande allora diciamo se facciamo questo cosa succederà e bene loro dicono non lo so dobbiamo testarlo vedere che cosa funziona questa è una delle prime tecnologie che gli esseri umani non riescono a spiegare di solito l'ingegnere dice che si fa questo si fa quello ci sono queste le alternative in questo caso si fanno delle domande ma siamo solo in superficie è molto importante avere un approccio molto flessibile e vedere che sostegno possiamo ottenere dalle leggi ha reso il lavoro del sottosegretario barachini ingrato in questo periodo ma non solo in questo periodo perché come probabilmente sapete sono vent'anni che vive nella tempesta sono ventiquattro ore da due anni ha dei risultati economici notevolmente positivi però comunque è un settore che ha delle sofferenze quindi il suo compito è davvero molto ingrato se poi ci aggiungiamo i temi rilevanti sottolineati da paul e prima damir già insomma come come si può non dico aiutare che un brutto termine però favorire la riforma degli operatori dell'editoria in un mondo che pone delle sfide di sostenibilità economica sempre nuove e sempre più pesanti allora intanto io volevo davvero tributare un plauso per questo codice di autodisciplina che ho letto e come dire mi si è aperto il cuore perché ho trovato le cose sulle quali lavoriamo da un anno e la centralità del lavoro professionale dell'esperienza dei giornalisti del controllo umano della verifica umana e di quel contributo che io credo solo l'esperienza la professionalità di chi fa informazione può inserire nel loop umano perché i modi di informare sono tanti oggi fare un sito web fare un'informazione online fare un quotidiano sono cose molto diverse fare una rivista è ancora diverso sono tutte modalità che comprendono una velocità un rischio anche diverso ma se c'è dietro un esperienza una capacità si può fare la velocità stando attenti a non dare a non esagerare sulle notizie cioè non dare interpretazioni troppo frettolose basti pensare a quello che succede ogni giorno su notizie che arrivano da dall'area di Gaza o israele e allo stesso tempo fare un giornale che approfondisca con la capacità dei professionisti che ci lavorano quindi davvero complimenti per questo lavoro l'ANSA sta facendo un lavoro importante sulla marcatura delle proprie notizie e il codice dell'autodisciplinare del sole è un altro passo importante che in qualche modo sposa il nostro lavoro sono strade che anche noi abbiamo seguito la relazione finale consegnata al presidente Meloni da parte della nostra commissione è stata marcata temporalmente dall'osservatorio del Politecnico di Milano osservatorio blockchain web 3 e posta su una blockchain è un segnale una visione che noi diamo al sistema per dire quello che si può fare per certificare la fonte l'originalità chi ha prodotto un documento quando l'ha fatto e che quel documento è l'originale sono strade ma la domanda tua Daniele era molto più e prima un'altra cosa è fondamentale quello che ha detto Paul del registro di input sul copyright perché questa è la grande sfida quello che gli overtop non vogliono sostanzialmente sostengono che sia quasi impossibile avere un registro di tutti gli input che l'intelligenza artificiale assume ma se non arriviamo a una soluzione di questo tipo difficilmente proteggeremo i contenuti editoriali il copyright e allo stesso tempo purtroppo gli ingegneri anche quelli che fanno parte della nostra commissione sostengono che l'intelligenza creativa, l'intelligenza artificiale creativa è creativa già è un termine che dovrebbe porci delle domande sarà così raffinata da impedire il percorso all'indietro cioè che praticamente l'output sarà talmente affinato da non sapere quali sono gli input che quell'output ha generato e questo è un altro dei temi strategici che Paul affrontava per quanto riguarda il sistema dell'informazione noi abbiamo avuto un approccio lavoriamo costantemente tutti i giorni per cercare di sostenere i tanti livelli occupazionali del nostro mondo che sono a rischio e come primo punto del quale io credo di poter andare orgoglioso è stato quello della riforma del sistema dell'informazione primaria cioè del contributo alle agenzie di stampa perché il criterio che grazie al lavoro del professor Cassese grazie al lavoro degli esperti abbiamo adottato è quello di valorizzare come contributo pubblico l'italia è un unico da questo punto di vista perché magari Paul adesso quando sente che nel nostro Paese sostiene in maniera importante l'informazione italiana potrebbe avere uno scompenso. Io l'ho raccontato ieri. A volte ci guardano un po' strani, io sono stato in Giappone a raccontarlo ai giapponesi. Giappone altro che dumping, vendono copie di quotidiani a milioni. Lo dico ma il mercato il mercato e gli ho detto guardate che in Italia senza il sostegno pubblico il sistema dell'informazione avrebbe difficoltà e quasi quasi diciamo scomparirebbe ma quando abbiamo fatto la riforma siamo partiti ad un criterio ogni realtà verrà valorizzata per il numero di giornalisti impiegati in maniera continuativa e con contratti ovviamente adeguati perché ogni presenza reale di un giornalista in un settore vuol dire un'informazione originale creativa quotidiana costante quindi la presenza di più giornalisti è una garanzia in qualche modo del lavoro che quella realtà fa e più sono i giornalisti e più quel lavoro sarà importante. Questo è un tema che stiamo cercando di mettere su tutte le realtà ovviamente c'è un contributo poi per tutto il mondo cooperativo per le fondazioni e quello che diciamo è il settore no profit che è uno un settore strategico per il pluralismo dell'informazione ma anche quel settore sta faticando perché la distribuzione è fatica perché le edicole chiudono e noi stiamo lavorando per il sostegno delle edicole ma stiamo lavorando anche perché ci sia un potenziale servizio di delivery dei quotidiani perché sappiamo che oggi all'edicola o il quotidiano di carta viene acquistato prevalentemente da persone che sono over 50 molto spesso sono over 65 e in tante città dove l'edicola è distante bisognerebbe andare a casa delle persone oggi ci stiamo abituando che tutto arriva a casa delle persone il quotidiano in molte città italiane non arriva a casa delle persone se arrivasse a casa delle persone probabilmente molte persone leggerebbero più quotidiani non solo uno o magari più di uno più volte più volte durante la settimana qui tutta la serie di iniziative i contributi ci sono non sono mai sufficienti perché la carta è aumentata in maniera esponenziale l'elettricità è aumentata in maniera esponenziale quindi in realtà editoriali questi costi supportano e chiaramente sono tanti segmenti da questo punto di vista quando Paul parlava del di quanto costa oggi l'investimento artificiale non bisogna mai dimenticare che se queste somme vengono investite evidentemente l'idea è quella di un ritorno economico mostruoso perché per esempio il sistema intelligenza artificiale consumano energia e producono inquinamento in maniera ancora diciamo difficilmente ponderabile oggi ma se c'è questo tipo di investimento pensate a qual è l'idea di ritorno dell'investimento non è che gli investimenti vengono fatti no voi siete più esperti di me da questo punto di vista vengono fatti per un profitto quindi è evidentemente lo scenario e qual è lo scenario? A volte non lo sanno gli stessi operatori del settore ma sicuramente c'è quindi il nostro impegno è quello di sostenere i grandi gruppi come possiamo con i contributi indiretti c'è il sostegno per la carta c'è il sostegno per i costi di distribuzione e seguiamo anche tante vicende che poi sono contrattuali perché io ho parlato recentemente con il nuovo editor di un importante giornale del sud italia che diceva io ho la stessa redazione però dieci anni fa vendevo 90.000 copie oggi ne vendo 8.000 capite che quando un editore che oggi sono un po degli eroi gli editori in un settore che non produce grande profitto mi dice questo mi dice cosa faccio come faccio? Mantengo la stessa realtà voi mi chiedete di mantenere stessi regole occupazionali ma dove vado? Quindi ci sono tematiche che probabilmente riguardano anche la diffusione e la percezione cittadini del valore dell'informazione bisogna tornare a capire che l'informazione è un bene fondamentale ma che ha un costo e quindi bisogna convincere le persone a tornare a spendere per quel bene e noi io personalmente mi impegno anche per andare nelle scuole italiane noi abbiamo delle iniziative per sostenere la diffusione dei quotidiani anche degli abbonamenti digitali nelle scuole che sarebbero sostanzialmente a costo zero io personalmente vado nelle scuole a raccontare ai presidi ai professori agli aluni che c'è questa opportunità perché se non si ricomincia a attivare il percorso per esempio dei giovani cittadini verso l'informazione il percorso diventa sempre più complicato assolutamente grazie sottosegretario allora intanto mentre vediamo se c'è qualcuno che vuole rompere il ghiaccio con una domanda e nel frattempo ringrazio sia la traduzione per paul sia la traduzione nel linguaggio dei segni che è significativo che si sia grazie se dici magari come ti chiami cosa studi no sarebbe meglio col microfono per lo streaming adesso lo accendiamo ci siamo ok vai buongiorno intanto grazie a tutti grazie a tutti quanti panelist è stato estremamente interessante ascoltare i suoi voci al sandro sono uno studente universitario di Trento e cosa studi sulle relazioni internazionali sto per laurearmi definitivamente basta a scuola scusa la cura è importante basta a scuola ringrazio tutti i panelist perché ci hanno dato degli sguardi dall'interno all'interno dei problemi che solitamente il lettore non lo raggiungono insomma questo perché il lettore è un lettore sa fare la parte della domanda e non dell'offerta perciò ringrazio il sottosegretario perché ha accennato la questione della domanda cioè dell'approccio dei lettori il rapporto del pubblico all'informazione alla seguente domanda voi avete penso tutti che antivissuto in pieno la rivoluzione comunicativa portata dalla prima generazione di algoritmi di ai cioè i social media che sono delle ai insomma questo va chiarito perché non ne parliamo così solitamente ma sono delle ai ci raccontate come sono cambiate grazie a questa rivoluzione i lettori c'è l'approccio delle persone che consumano il prodotto e perciò come possiamo speculare rispetto a come cambieranno i lettori grazie a questa seconda ondata dei ai grazie che domanda domandone ne prendiamo un'altra o se ci sono che poi è più facile chiedo scusa se tengo ma non riesco no allora possiamo chi vuole grazie io ho vissuto questa fase da giornalista perché noi abbiamo abbiamo vissuto questo questo processo e a me ha colpito questo che quando questo processo è cominciato ed è cominciato alla fine con un fattore distributivo cioè molti operatori dell'informazione hanno ritenuto che quel passaggio passaggio al web fosse un'amplificazione delle possibilità distributive dei propri contenuti siccome siamo un po ego riferiti noi giornalisti non so se mi confermi io dico sempre che se togliamo l'ego il problema dell'editoria quasi risolta e da giornalista lo posso dire perché giornalista si è non è che si si smette anche se si fa un altro lavoro avevamo pensato che che in che i nostri contenuti fosse così interessanti che in qualche modo questo fosse un care distributivo che ci aiuta aiutasse il nostro lavoro poi ci siamo re si conto che la dist piano piano che la distribuzione superava il valore del contenuto cioè un po il fenomeno amazon se se posso fare un paragone nel senso che quando tu oggi vai a cercare una cosa su amazon alla fine compri quello che ha rischi di comprare quello che amazon ti propone perdi di vista quello che stai quasi che stavi cercando e allora cambia il livello di percezione che tu hai con quel contenuto che che produci o che vai cercando ed è un po avvenuto questo e allo stesso tempo è avvenuto una valorizzazione delle opinioni talmente forte che ha messo in crisi l'opinione professionale cioè il livello di distribuzione dell'opinione per cui ognuno poteva intervenire ed è una cosa molto interessante che però forse ha preso un po la mano a tutti cioè ognuno poteva intervenire su tutto io ho vissuto come una fase drammatica come quella del covid dove praticamente vedevi confrontarsi come dire esperti di medicina nucleare con persone diciamo molto meno esperte ha però creato un livello di disintermediazione tale che si è trasformato in sfiducia nella mediazione professionale quindi questi due processi il rapporto fra distribuzione e offerta e il livello diciamo di espansione su tutto dell'opinione che diventava però opinione come dire al livello di quella esperienziale e quindi si poteva contestare qualunque cosa si poteva contestare un inviato che sta in ucraina da parte di uno che invece magari fa un altro lavoro a bustar sitio questi due elementi gradualmente hanno eroso un livello di responsabilità e di interesse per lo stesso contenuto questa è la mia è la mia riflessione e ce ne siamo accorti molto gradualmente non tutto insieme e oggi la mia preoccupazione è che il processo di se qualcuno fa mediazione dei contenuti in maniera professionale e creativa sempre più veloce chiaramente può ricondizionare ulteriormente questo processo questa è una riflessione che io posso fare. È molto giusto il riferimento alla responsabilità che è l'unica cosa che l'intelligenza artificiale non può fare non può assumersi la responsabilità proprio per quello che veniva detto prima l'impossibilità di avere la filiera della certificazione dei contenuti quindi molto interessante quello che diceva il Sottosecretario come sono cambiati i lettori Paul poi sentiamo Mircea? Grazie per questa domanda estremamente interessante variano le opinioni a questo proposito se si pensa come è cambiata diciamo le persone che legano negli ultimi anni nel complesso direi bene perché se pensiamo a quante persone raggiungiamo su base giornaliera con i testi, le foto, i video, i podcast il numero di lettori è aumentato in modo sostanziale quindi come giornalisti questi anni sono stati positivi perché prima c'era solo il quotidiano non si sapeva se i lettori avrebbero apprezzato l'articolo il giornale magari un paio di giorni dopo si riceve una lettera dal lettore non c'era interazione e quindi se si guarda da lontano innanzitutto la raggiungimento di questi lettori è migliorato e anche l'interazione con il lettore è migliorato perché è più maturo sappiamo che cosa legano possiamo interagire costantemente e sono tante le modalità di interazione rispetto al passato molte di più questo è positivo contemporaneamente però la diffusione della carta stampata è calato in modo sostanziale stiamo parlando di un 7 8 per cento per paese quindi questo è il lato negativo quindi nel complesso c'è stata un'evoluzione positiva e c'è un problema il problema è il modello di business sappiamo che il modello del business della stampa cartacea che funziona perché ancora il 70% del nostro margine ci viene dalla stampa e sono anche a coordinamento del progetto per il 2030 non abbiamo ancora un modello di business per quel periodo perché a un certo punto la stampa cesserà di esistere e non abbiamo però in questo momento un piano di sostituzione di come sopravviveremo perché di nuovo dicevo il 70% dei nostri ricavi deriva ancora dalla stampa abbiamo ancora tempo per pensare alle risposte ma queste risposte non ce le abbiamo ancora e come ci sarà un'evoluzione non so rispondere il rischio maggiore e quello che abbiamo cercato negli ultimi anni è essere sempre in contatto con il consumatore abbiamo sempre cercato di non che non ci fosse la disintermediazione questo significa che anche in questo caso diciamo abbiamo persone con traffico diretto che non necessariamente passano attraverso google o microsoft ma il rischio è che questo cambi e quindi si chiederà direttamente al motore al sistema che ti darà una risposta senza passare dai nostri siti dai nostri fonti quindi questo è il maggior rischio di nuovo di un'interazione col pubblico che scomparirà e quindi la nostra capacità di raggiungere il pubblico calerà però di nuovo ci sono tante sfide dobbiamo trovare delle risposte in questo momento non ce le abbiamo a dire la verità grata. Alessandro, innanzitutto dubito che tu possa smettere di studiare perché questo è un momento in cui nessuno smette di studiare poi comincia a lavorare non studia più noi siamo tutti i giorni l'esempio è anche questo pane dell'esempio che si ogni giorno le cose cambiano e quindi dobbiamo continuare a studiare per tutta la vita ormai continuous learning come viene detto ma a parte questo due concetti penso che uno è stato già approfonditamente esposto quello della responsabilità e io aggiungerei la responsabilità editoriale quindi divulgare informazioni rispondendone e questo vuol dire su tutti i media appunto sia quando si scrive un articolo che quando si va in radio come daniele oppure quando comunque c'è un video quindi in tutti i casi bisogna poterne rispondere quindi bene le regole come abbiamo già detto le abbiamo adottate per i social le abbiamo adottate prima per i testi iscritti le abbiamo adottate anche per i social anche su quello il solo 24 ore ha una policy una social media policy proprio per evitare che ci sia un abuso di questo strumento quindi insomma anche lì c'è una pista da seguire ma comunque ovviamente anche quella è senz'altro un amplificatore però questa è da parte nostra verso gli utenti adesso quello degli utenti verso di noi fondamentale il feedback anche pollo diceva prima il feedback che i social ci possono dare e da lì abbiamo imparato che dobbiamo parlare ai giovani nei loro luoghi e col loro linguaggio e quindi anche noi abbiamo dovuto ripensare non tanto la bontà e la affidabilità la profondità dei contenuti ma il modo in cui li vengono divulgati appunto e quindi così come i social ci hanno insegnato noi adesso su linkedin siamo di gran lunga il maggiore editore con un milione e oltre 300 mila follower ma ma ovviamente non soltanto su linkedin su tutti gli altri piattaforme anche lì dobbiamo adattarci a quello che i giovani vogliono sentire quindi i contenuti rimangono autorevoli ma vengono trasmessi con modalità diverse e quindi da quella lezione non possiamo prescindere anche in questa ulteriore evoluzione tecnologica dell'intelligenza artificiale ci dovrà portare a farci delle altre domande spesso della economia è il luogo dove nascono le domande ancora prima delle risposte sapersi dare le giuste domande domande è un ottimo punto di partenza. Infine sono assolutamente d'accordo con quello che è stato detto da Paul Verwit perché non c'è ancora un business model serio che non sia la pubblicità che va benissimo ma che può essere di supporto e non deve essere l'unico faro perché sono poi rischi di far deragliare la bontà dell'informazione quindi fondamentale interrogarci su quelli che possono essere non soltanto gli aiuti che non devono essere la risposta possono essere anche lì in una fase di transizione un evidente utile supporto ma non possono essere certamente la risposta alla domanda del business model quindi siamo tutti alla ricerca di una modalità di monetizzazione ce lo dicevamo prima però tutti consapevoli che è importante che persista l'informazione di qualità di cui noi ci sentiamo obiettivamente al fieri e che sia anche qualificata sempre in tutti i modi. Io vi ringrazio perché credo sia stato molto interessante e utile molto anche concreto nello spirito di questo festival dell'economia. Grazie Paul Verwit, grazie Sottosegretario Baraglini, grazie Mirja Cartia D'Agar. Grazie a tutti. Grazie a tutti.
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