Biografia degli oggetti: il ciclo di vita
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Biografia degli oggetti: il ciclo di vita
Gli oggetti che consumiamo tutti i giorni, quelli che ci circondano in casa e sul lavoro, quelli che ci invitano dagli schermi dei media hanno una loro storia? Possiamo parlare di una “biografia” degli oggetti, che comprenda elementi economici, culturali e sociali? Se pensiamo di sì, allora possiamo parlare anche di un vero e proprio ciclo di vita dei prodotti, che si carica di un diverso significato a seconda del momento: produzione, vendita, uso da parte nostra e infine “morte” – o meglio riciclo, riuso o comunque trasformazione in qualche cosa di diverso.
allora buonasera e benvenuti a questo incontro con emanuela scarpellini biografia degli oggetti ciclo di vita ciclo di vita degli oggetti è in realtà mi sembra un espressione che riassume un incontro che credo sarà molto denso perché dico questo perché se posso permettermi di dare un giudizio anche sul programma del festival dell'economia di trento io vorrei dire che la presenza di emanuela scarpellini cioè di una storica una storica contemporaneista che insegna all'università di milano mi sembra puntualissima quasi congrua rispetto ad alcuni degli incontri e degli ospiti che ci è capitato di incontrare o agli incontri dei quali ci è capitato di assistere in questi in questi giorni io penso in particolare a serge latouche ma penso anche ad orazio attanasio perché dico questo perché consenso dato c'è stato questo pomeriggio a piazza del duomo un dibattito un incontro una conversazione debbo dire sorprendente molto interessante tra serge latouche e la professoressa scarpellini proprio sul tema del consumo e così come quello che ha detto ieri orazio attanasio che trovate stamani su gran parte dei quotidiani in primis sull'adige sul consumo e su quanto occorra smettere quella che lui stesso ha definito lui è un grande studioso italiano che segna lista di londra quello che ha detto atanasio si sa che bisogna smettere quella che lui ha definito la bella favola di credere che le disuguaglianze crescenti che ci sono nei redditi nel mondo anglosassone ma i noi anche in italia negli ultimi anni vadano separate dal tipo di consumi degli italiani che in realtà si accordano con i consumi delle classi sociali lui noi eravamo convinti in qualche modo che i consumi restassero più o meno simili tra classi sociali mentre le diseguaglianze economiche ci dessero dei segni e delle risposte diversi e lui dice no le evidenze scientifiche ci dicono tutt'altro in realtà negli ultimi anni diseguaglianze economiche tipo di consumi si stanno di san korando distanziando e quindi stiamo conoscendo un tipo di consumi che ci riporta a decenni fa per cui le classi sociali più in crisi anche a causa della crisi economica consumano sostanzialmente o essenzialmente i beni primari le classi più privilegiati continuano invece a conservare un tipo di consumo molto diverso perché dico queste cose perché le riflessioni di emanuela scarpellini si intersecano incrociano anche un tipo di studi o riflessioni o pensieri molto lontano dal campo nelle ricerche di emanuela scarpellini che è un campo di ricerca vasto perché in realtà si occupa di storia sociale di storia culturale ovviamente anche di storia economica ma che in questa sede questa sera concentrerà la sua attenzione soprattutto sul campo di studi che come vi dicevo incrocia di più le cose che sono state dette che molti di voi avranno ascoltato gli incontri di questi di questi giorni e che riguarda la storia del consumo io ho qui con me alcuni dei saggi che credo siano alcuni messaggi più importanti e interessanti del lavoro recente della professoressa scarpini già della uno degli ultimi anni io accanto a questi due saggi che sono l'italia dei consumi dalla belle epoque al nuovo millennio e il secolo dei consumi che è un saggio collettaneo che ha curato assieme a stefano cavazza e devo dire che assieme a stefano cavazza ha lavorato anche su un libro un po più recente si chiama la rivoluzione dei consumi questi libri ci dicono una cosa che in qualche modo anche chi non è esperto di questi temi diciamo forse confusamente intuisci ovverosia che il nostro rapporto con gli oggetti con le cose non è un rapporto che possiamo ridurre alla sola dimensione economica perché è un rapporto che coinvolge dimensione molto più ampio e molto più profonde dimensioni simboliche dimensioni sociali perché gli oggetti non solo hanno una storia che va calata nel contesto storico quindi nella storia sociale dei consumi per cui come ci ha raccontato questo pomeriggio in piazza duomo a radio3 che non è in parte ci tornerà anche nell'incontro di questa sera non solo un oggetto ovviamente nascendo terminato periodo storico ha una storia e quindi dobbiamo storicizzare un senso se in un certo senso e metterlo in rapporto al momento in cui appare nella società dei consumi occidentali oggi diciamo in fondo in tutto il globo ma anche una storia individuale potremmo dire intrinseche dell'oggetto stesso per cui un oggetto viene prodotto viene lanciato sul mercato viene venduto muore ma anche poi probabile spesso una vita che va oltre la morte con il riuso per cui in realtà noi credo che quando affrontiamo insomma quando ascoltiamo quando leggiamo le cose su cui lavora le cose che ha scritto emanuela scarpellini dobbiamo misurarci con questa dimensione molto più complessa molto più matura molto più adulta del rapporto fra noi e gli oggetti fra noi e il potere anche emancipatorio che ha il consumo e gli oggetti stessi nella nostra relazione con gli oggetti e devo dire che leggendo le pagine di emanuela scarpellini non solo uno scopre tante cose scopre tante cose del proprio proprio rapporto con gli oggetti le cose come acquista le cose come consuma la scopre anche tante cose credo importanti sull'evoluzione dei luoghi in cui noi facciamo questa cosa che si chiama l'acquisto di un oggetto sono delle pagine bellissime in questo saggio il secolo dei consumi che raccontano come noi in fondo eravamo abituati ad andare in luoghi fino a qualche decennio fa ridere e sicuramente tutto l'ottocento è anche parte del novecento che non le botteghe che ancora esistono che ancora ci sono che ancora ci sono in città come come questa come trento per poi conoscere una rivoluzione un passaggio storicamente importantissimo che sono i grandi masse francesi parigini per poi conoscere i supermercati americani che davvero rappresentano un capitolo rivoluzionario e la storia nella storia dei consumi occidentali arrivano poi da noi nel continente europeo rimandano in italia poi scopriamo i discount poi arriviamo a un altro capitolo importantissimo che è il capitolo che potremmo definire a dematerializzazione della dimensione dell'acquisto nel senso che la rete il web e il commercio elettronico stanno comportando anche qui un passaggio assolutamente rivoluzionario ed epocale quindi quando noi parliamo del nostro rapporto con gli oggetti e con il consumo in realtà dobbiamo farlo alla luce anche di studi come questi che in italia devo dire non hanno una tradizione ampia sicuramente l'anno negli stati uniti hanno una tradizione apri si è trattato ha una tradizione abbiamo percepito anche nelle cose ascoltate in parte questo pomeriggio ma in generale in incontri come quello con serge latouche che peraltro rivela arriverà domani critico perché se c'è una cosa che si impara anche leggendo la storia dei consumi italiani e storicizzando il nostro rapporto con gli oggetti che acquistiamo e proprio che noi per ragioni storiche che molti di voi sanno molto meglio di me e per la presenza di culture politiche comuniste cattoliche in questo paese abbiamo avuto un rapporto poco risolto con la dimensione del consumo con la dimensione anche del del consumismo credo che abbiamo pensato di strutturare l'incontro di questa sera nel seguente modo di dopo questa brevissima mia introduzione la professoressa scarpellini e assistita da sneijder che ora ci mostrerà ci racconterà che cosa significa la vita la biografia di un oggetto il rapporto che c'è fra un oggetto e noi la relazione che si instaura poi se crede io ne farei un paio di domande e poi ovviamente se voi avete delle domande sono più che benvenute quindi io adesso darei la parola emanuela scarpellini per la biografia degli oggetti il ciclo di vita bene intanto volevo ringraziare per questa bella presentazione e soprattutto perché in questa occasione ho la possibilità di parlare di un argomento che mi sta a cuore non solo i consumi ma il nostro rapporto con gli oggetti io quando ho cominciato a studiare questo tema mi sono chiesto davvero tante volte quale ruolo hanno gli oggetti per noi e ho chiesto prima di tutto a me stessa e devo dire che bella prima risposta facile che mi viene da dire ci sono degli oggetti che non sono per me hanno un particolare valore affettivo posso ricordare quell oggettino che mi è stato regalato mi ricorda qualcosa e così via però forse questa è una risposta ancora troppo semplice in realtà di oggetti fanno parte della nostra vita quotidiana cioè rappresentano un po il nostro quotidiano il proprio il paesaggio potremmo dire domestico e anche lavorativo che abbiamo intorno e invece molte volte noi non li consideriamo li diamo per scontati sarebbe bello immaginarci se per un momento gli oggetti della non so della nostra casa sparissero di colpo che cosa avremmo la nostra casa non sarebbe più quella perché non riusciremo a orientarci il solito tavolo dove mettiamo le cose l'appendiabito qualunque cosa in realtà hanno costruito intorno a noi una specie di appunto di panorama domestico che per noi dal riferimento importante allora basandomi su questa riflessione quando ho visto il titolo di questo importante ciclo di incontri qui a trento parlava cicli di vita mi sono chiesto ma potremmo fare un ragionamento e pensare gli oggetti come qualcosa che hanno come dire una specie di vita loro naturalmente una vita sociale perché la vita degli oggetti che interessa noi è quella degli oggetti che hanno a che fare che entrano nella nostra vita e allora ho cominciato a pensare che per esempio alcuni studiosi di archeologi mi viene in mente in effetti fanno proprio questo lavoro loro trovano magari un vaso un coccio una punta di freccia e da quello riescono a risalire studiano il materiale come ha fatto dove è stato ritrovato a risalire alle persone che l'hanno prodotta quindi sono loro i primi a farci capire che gli oggetti sono una parte della nostra storia e allora riferendoci al cicli di vita si può raccontare una specie di biografia degli oggetti possiamo parlare anche per loro di una nascita di una vita e di una morte magari morto apparente vediamo e questa è stata l'idea con cui ho pensato a questa a questa intervento e quindi inizierà con la nascita e inizierei pensando proprio la quantità di oggetti che noi abbiamo intorno oggetti che a volte per noi sono quasi non sono io direi invisibili ne abbiamo talmente tanto intorno ma se dovessimo elencarli dovessimo pensarci facciamo fatica a elencarli perché li diamo per scontati sono talmente dentro alla nostra vita che non li vediamo letteralmente li usiamo ma quasi senza accorgersi allora cominciamo con la nascita come nascono in fondo gli oggetti anche qui è la mia preparazione soprattutto insomma i miei studi di storia mi fanno pensare che per raccontare come la storia della prima parte di questa di questa vicenda la nascita degli oggetti bisogna tornare indietro nel tempo e potremmo cominciare con un quadro questo è un quadro del settecento in cui c'è un nobile e era un primo ministro portoghese come un con conte che si vede che va beh lui fa vedere perché lui lavorava nel settore navale però quello che ci interessa vedere che già allora ci sono una serie di oggetti importanti intanto ci sono i vestiti che sono oggetti importanti c'è poi una poltrona abbiamo la carta abbiamo dei mobili quindi gli oggetti hanno sempre fatto parte del panorama umano però c'è un piccolo problema che questo nobile aveva intorno a sé parecchi oggetti e molti di questi lo vediamo nel questa slide sono anche oggetto molto belli i suoi abiti sono molto preziosi molto belli io avevo trovato delle testimonianze che raccontavano che per viabili di un nobile un fatto bene ed è interessante che a volte gli abiti dei nobili degli uomini erano più costosi e più pregiati di quelli delle donne potevano servire anche fino a quattro cinque mesi di lavoro adesso è difficile fare un conto di un abito che impiega più persone per cinque mesi di lavoro più materiale non dimentichiamo che spesso questi abiti avevano i bottoni che non erano usati come oggi siamo noi per allacciare le cose vanno usati come solo per bellezza ed erano fatti spesso di pietre preziose quindi abbiamo degli oggetti straordinari già in questo quadro peccato che erano oggetti che può che si potevano permettere erano oggetti tutti di tipo artigianali fatti su misura fate su richiesta del nobile che se gli permetteva c'erano già alcune manifatture laboratori artigianali fra i primi che noi conosciamo sono quelli che lavoravano per esempio le ceramiche ma anche in questo caso si trattava spesso di opere veramente straordinaria come pregio come qualità quasi vedere uno spesso contornati d'oro avevano erano molte volte fatto proprio su richiesta su misura abbiamo proprio dei ritratti all'interno di questi quadri per gli altri c'era non c'era molta storia e come ci racconta questo quadro di contadini gli oggetti della massa dei contadini che poi era la gran parte della popolazione erano pochissimi non avevano habib estiti quasi tutto era praticamente fatto in casa l'auto consumo quindi farsi in casa e vestiti farsi in casa gli attrezzi passi in casa i mobili si facevano praticamente tutto pochissimo ero ha comprato fuori nei mercati oppure dagli ambulanti quindi la realtà era una realtà gli oggetti ma gli oggetti importanti veri erano solo di una piccola élite il risultato di questa cosa era che c'erano relativamente pochi oggetti nel mondo perché pochi se li potevano permettere quindi questa storia della nascita dei consumi cambia invece con la rivoluzione industriale con la rivoluzione industriale io lo so mi viene sempre in mente quando dico rivoluzione industriale e le grandi fabbriche che fanno cose da non so le macchine di ferro i battelli a vapore eccetera ma in realtà una delle vere trasformazioni della rivoluzione industriale è stata la produzione di serie quindi il fatto che si cominciasse a produrre in serie a battendo enormemente i costi degli oggetti che potevano quindi andare o una massa di persone molto più ampia ed in realtà tutto nasce a volte non ci pensiamo dalle armi i primi e caddero veramente l'idea di fare una produzione in serie furono hanno avuto la licenza agli inizi dell'ottocento proprio gli armaioli perché loro pensarono giustamente che nelle armi ovviamente richiestissime sempre dagli eserciti queste sono colt era facile dividere diciamo i singoli pezzi anziché a fare un'operazione come si era sempre fatto fino allora produrrà artigianalmente l'intero pezzo su richiesta del cliente si prendeva il pezzo in questo caso prima le armi lunghe poi le armi corte come questi e si tagliava letteralmente nella lavorazione in alcune parti semplici e le si faceva andare avanti all'infinito tra l'altro non solo si poteva produrre molto di più a prezzi più bassi ma c'era un altro grossissimo vantaggio che se si rompeva un pezzo delle di questa pistola non so il tamburo se poteva sostituire e le in questo caso il governo americano che fu il primo a dare dei grandi finanziamenti per spingere la produzione di massa fece proprio questo ragionamento non mi serve che mi piace delle armi devono funzionare ma io ho bisogno anche di armi che se hanno qualche problema posso sostituire un pezzo non la butto viene compro un arma perché ne costa troppo quindi con questa idea è soprattutto samuel colt che sviluppa la produzione di massa e comincia a fare e da esempio agli altri sul fatto che si può produrre industrialmente e sui numeri altissimi un oggetto di uso comune e come come per esempio le armi chi per esempio imparò moltissimo da questo fu isaac singer che e con la sua macchina da cucire adottò lo stesso sistema cioè cominciò a produrre le sue macchine non più solo per uso industriale ma anche per uso privato dividendo letteralmente i vari pezzi del lavoro e tra l'altro questo è bello lui addirittura e non solo prese l'esempio delle dell'industria di armi ho trovato sui giornali che loro i contemporanei dicevano che usava l'armory practice cioè la pratica delle armi perché era ormai diventata una specie di standard questo della produzione fatta da questi armaioli quindi lui addirittura assume tre importanti dirigenti che avevano lavorato per la colt e gli dice fate esattamente la stessa cosa solo che mi producete delle macchine da cucire il risultato perché nel 1876 diventa leader mondiale di queste macchine e le ma tiene a cucire vuol dire che si cominciano a produrre abiti in serie non è più solo la sarta che lo fa ma vuol dire che ci sono industrie che possono tagliare industrialmente magari vari pezzi cucire rapidamente le varie parti assemblarle stirarle venderle prima nell'introduzione si parlava dei luoghi di consumo venderle in nuovi posti come i grandi magazzini che per la prima volta propongono abiti pronti abiti finiti è una grande rivoluzione di cui ne forse oggi abbiamo perso un po il senso perché per noi normale ho mai comprare delle cose industriali pronte ma una volta nessuno lo faceva quindi pochi potevano permettersi di chiedere delle cose artigianali e pagavano moltissimo erano infortunati per gli altri semplicemente non c'era nulla quindi questo passaggio della nascita degli oggetti pronti a fondamentale e chi forse l'ha lanciato a livello mondiale come idea perché poi spesso sono le idee sono più importante degli oggetti e naturalmente ford questa è la famosissima il modello t della della ford che nel 1911 comincia la produzione nel 13 fa la prima catena di montaggio e che dimostra che con un prodotto così complesso come una addirittura un'automobile si poteva usare lo stesso criterio usato da raccolte da singer molti pensavo fosse impossibile perché le macchine erano troppo difficili troppo complicate e lui lo dimostra quindi fa questo questo piccolo gioiellino che costava nel 13 260 dollari che in effetti ho letto un buon prezzo anche perché era un auto che prima aveva la scocca in legno poi rivestono in acciaio 20 cavalli se vi interessa qualche dato tecnico e andava a 80 all'ora che non era male c'era un piccolo problema il sistema di frenaggio non era molto adeguato per cui non poteva frenare più di 50 allora diciamo che poi dai 50 agli 80 si andava proprio rischio comunque il successo di questa macchina di fondo è proprio l'idea che la produzione di massa può cambiare cambiare il mondo in fondo e si diffonderà hanno solo in tutti i paesi ma in tutti i tempi in italia passerà per esempio parlando di macchine da cucire la nec è inutile dire la fiat il simbolo del nostro miracolo economico negli anni cinquanta diffonderà l'idea di una macchina di un'automobile diffusa su tutti gli strati sociali allora praticamente questa storia che riguarda la nascita ci fa vedere che da un certo punto in avanti e succede qualcosa di particolare e che aumentano notevolmente gli oggetti che sono a nostra disposizione mentre prima abbiamo detto erano pochi e rari a un certo punto praticamente tutti i settori riescono a produrre tanto riescono a produrre cose anche di qualità e tutte noi in realtà tornando alle prime immagini che ci sia migliaia di cui abbiamo parlato abbiamo in tutto noi una quantità enorme di oggetti impensabile una volta io direi che una persona media oggi noi tutti oggi che siamo in questa sala abbiamo più oggetti forse di quelli che aveva un nobile molto ricco un paio di secoli fa o comunque siamo lì quindi questo ci ricorda l'importanza che ha avuto anche questa trasformazione della produzione in serie e questa nascita degli oggetti che ha portato un enorme moltiplicazione moltiplicazione naturalmente aumentata anche da dal fatto che sia un comparso oggetti completamente nuove parlavamo prima della macchina ma questo è il classico esempio la televisione tutto il mondo dell'elettronica spinge e portaoggetti prima impensati nelle nostre case allora la nascita quindi ci racconta una storia di aumento degli oggetti per calda un certo punto in avanti e facili per gli oggetti e nascere essere prodotti ma poi c'è la parte importante la vita degli oggetti e che cosa possiamo dire riguardo la vita degli oggetti in fondo questo stesso processo di trasformazione che abbiamo visto abbiamo detto ha avuto come prima conseguenza la moltiplicazione degli oggetti e la diffusione attraverso varie classi sociali ma una sua seconda conseguenza è stata che non so se posso usare questi termini diminuisce la vita media degli oggetti diminuisce la speranza di vita degli oggetti diciamo così così un po per ridere ma se vogliamo considerare la durata di un oggetto durata sociale di un oggetto in un certo senso è la verità è questa tornando sempre un pochino più indietro l'oggetto finiva la sua vita sociale abbiamo detto quando era proprio logorato distrutto però anche allora si cercava di ripararlo in tutte le maniere qui abbiamo immagini per esempio qui ho trovato un ombrellaio che ripara ombrelli rotti e così arrotino la zappa gli attrezzi qualunque cosa era riparata all'infinito e non solo perché c'era una grande povertà e non ci si poteva permettere di perdere un oggetto importante ma perché c'era anche una mentalità per cui l'oggetto era prezioso non si poteva buttare prima che fosse finito la sua vita era uno spreco quasi un peccato e quindi anche le classi abbastanza abbienti stavano attenti a non sprecare a non buttare gli oggetti il valore positivo ovvero era il risparmio non il consumo quindi la vita degli oggetti era lunga immobili passavano di generazione in generazione nessuno pensava belli butto via ve li compro muove arrivano dai genitori sono bellissimi i vestiti anche ecco qua una bella immagine di una famiglia in questo caso italiana degli anni 30 io posso fare una scommessa non ho trovato i documenti ma sono sicurissima che i più piccoli in questa foto quelli che si trovano a destra non hanno certo di vestiti nuovi ma hanno investiti nei loro fratelli delle loro sorelle prima i vestiti passavano da generazione a generazione non si buttavano via il bambino cresceva in fretta il vestito è ancora buono si dà al fratellino all'amico che ha il figlio piccolo e poi magari quando la camicia aveva il colletto i polsini lisi si cambiano i colletti non si cambia una camicia il cappotto si rivoltava le lenzuola si rattoppa va non mi ricordo per esempio mia nonna quando una volta ero andata la piccola a casa sua aveva delle lenzuola di lino bellissime però avevano fatte con una specie di patch work e michele pensavo fosse un modello così particolare ma in realtà l'ha giustamente lei quando si rompeva insomma molto belle ma chiaramente avere una certa età si rompeva una parte tagliavo il suolo che si era già rotto in una parte buona e la giungeva tagliava il pezzo rotto quindi faceva questo effetto patchwork bruciava capelli non solo lì tutti i disegnini in realtà erano le sue cuciture e facevano durare le lenzuola un tempo inverosimile e quindi anche da questo punto di vista potremmo dire che la vita degli oggetti cambia da un certo punto in avanti e si riduce perché noi in realtà con la rivoluzione industriale soprattutto col benessere che arriva un po tutte le classi sociali noi non facciamo così io non so se qualcuno di voi fa che taglia i perfetti delle lenzuola secondo me buttiamo via se va bene lo usiamo per un po come copertura ma poi fanno una brutta fine non aspettiamo che si rompano neanche in realtà magari c'è cambia la moda preferiamo un oggetto più nuovo non parliamo poi della tecnologia che ci spinge naturalmente a comprare degli oggetti sempre nuove il nostro telefonino magari va benissimo però esce quello che è adesso è più potente c'è più definizione prende meglio e la tentazione sarebbe di cambiarlo magari anche dopo poco anche se quello che va benissimo continua a funzionare per bene lo stesso per la moda i vestiti non si passano più di generazione adesso addirittura si parla di fast fashion parlando di questi negozi soprattutto i grandi retailer tipo zara ma anche queste cose che danno vestiti e tutti questi vestiti a prezzi bassissimi che sono pensati per durare davvero pochi mesi ed essere ricomprati e sappiamo che è assolutamente vero perché aumentato enormemente i rifiuti il rifiuto tessile prima di rifiuto tessera una parte minima è aumentata enormemente perché la gente prende un golfino lo mette un po poi basta tanto costava 10 euro lo butto viene compro un altro da 10 euro il mondo dei produttori ha cavalcato enormemente questo discorso questo nostro desiderio un po di essere alla moda cioè quindi vuol dire di essere anche socialmente nella giusta posizione e un po ha cavalcato proprio questo nostro desiderio di essere sempre all'ultimo grido aprire l'ultimo prodotto a questa è la televisione non appena trilione di prima televisione che fosse non potremmo avere adesso super moderna che sa fare collegamenti con vari device a internet a tutto quanto possiamo permetterci grazie all'abbattimento del costo di questa televisione e al nostro reddito abbastanza positivo però il risultato ha quindi parlando della vita degli oggetti è che questa si è ridotta abbiamo avuto un'accelerazione non so diciamo del turnover dei nostri oggetti e una spinta verso un continuo cambiamento che sembra un po la chiave di lettura della nostra epoca più moderna e adesso vengo alla morte perché se una vera e propria biografia degli oggetti ci deve essere la vita ci deve essere prima la nascita ma poi c'è la morte alla morte degli oggetti e dopo un ciclo che abbiamo detto in realtà è diventato sempre più breve gli oggetti terminano la loro vita accanto a noi che possono essere abbiamo detto usati o un po meno usati e abbiamo visto che in realtà rispetto al passato ci sono varie differenze allora in primo luogo abbiamo detto che quando intanto si nel passato l'oggetto andava avanti moltissimo ma supponiamo che fosse davvero rotto non potessimo più usarlo come un negozio come questi per tonare sempre luoghi del consumo erano comunissimi in tutte le città erano i rigattieri e non negozi in cui si portava un oggetto che non serviva più anche un po rotto loro prendevano di tutto al limite pagano a peso può poco o niente li mettevano in questi luoghi dove si poteva trovare di tutto credo rixi lega acquisto si comprano mobili ecco mobili vecchi mobili un po rozzi aggiunto andava bene loro a volte li aggiustavano un po ma neanche tanto e aspettavano praticamente li facevano entrare in un altro e cerchia sociale c'era una persona che andavano lì dice ho bisogno di un mobile che non mi così tanto mi costi poco anche se non è proprio bello è questo che erano appena portato e così il rigattiere oppure c'erano anche i robbie vecchi cioè questi venditori o compratori ambula ricche che andavano in giro con i carretti che devono se appunto voleva vendere queste robe vecchie loro le facevano praticamente lì riutilizzavano per magari persone a cui potevano servire o che non si sarebbero comunque mai potute permettere un mobile o un oggetto nuovo quindi diciamo che la spinta al riuso e al riciclo era fortissima in cui in questa fase abbiamo anche un'altra immagine che ci ricorda che questo non vale poi tra l'altro solo per gli oggetti grosse importanti tipo immobili tipo oggetti che so di ferro di arredamento eccetera ma valeva persino per i vestiti vestite abbiamo dato avevano una vita lunghissima da una persona all'altra poi rifatti ricuciti messi apposta in mille modi alla fine quando propri erano cominciati stimi pensò persino milano forse le sue lenzuola però non l'avrebbe buttati via diventavano stracci stracci sempre utili per la casa perché è uno strofinaccio cose di questo genere vanno usati si poteva andare avanti così finché persino agli stracci di diventavano inservibili ma anche allora non era certo il caso di buttarli via in questo caso entravano in azione e a seconda delle regioni sono chiamate in maniera diversa sono straccivendoli o cenciaioli anche in questo caso si trattava di persone che spesso andavano in giro con un carretto e compravano letteralmente stracci tessili di qualunque tipo usato a peso e questo questa immagine che si vede è un 1 straccivendolo e questo può è a torino e vedete lui ha fatto praticamente al giro della giornata e ha messo in questi sacche insomma quello che anche alcune cose si sembra di vedere quasi degli abiti dei pezzi interi altri sono letteralmente dei brandelli di stoffa e loro praticamente in realtà non dividevano se c'era qualcosa di appena un riutilizzabile veniva rivenduto per la trentesima volta altrimenti sappiamo che portavano questi materiali in due posti o alle cartiere che quindi veniva utilizzato per fare poi la barra materia prima della carta di pregio oppure lo portavano alle industrie tessili che in questo caso scartavano li vari tipi cioè dividevano i vari tipi di tessuti e anche in questo caso li riciclavano per farvi nuovi tessuti sappiamo tutti che la città di prato per esempio ha fatto la fondato le sue fortune proprio su sul riciclo riuso di stracci quindi insomma questi oggetti non morivano mai è però una piccola parentesi a questo punto perché sembrerebbe che in questo nel tempo fa a questo punto il problema della morte degli oggetti non si ponesse perché erano talmente duri utilizzati ce n'erano anche relativamente pochi che quindi il punto di smaltirli non c'era in realtà non è proprio così vero perché noi sappiamo che guardando nel passato c'è una quantità di leggi di editti di circolari ma di tutto in cui si cerca di regolamentare il problema lo chiameremo smaltimento dei rifiuti per cui si spiegava che non devono essere abbandonati soprattutto nelle città nelle vie dovevano essere messi in alcuni posti particolari però la quantità di leggi fa pensare che non fossero molto rispettati la verità era che le città di una volta erano piene di rifiuti perché la gente sostanzialmente quando aveva lasciamo perdere questi stracci messo ma doveva buttar via alcune cose o anche questi stessi straccivendoli alla fine certe cose che gli interessava le lasciavano a dove capitava se andava bene le bruciavano lasciamo perdere i problemi di inquinamento ma se no in molti casi soprattutto nelle città e le citare anche in di sporcizia e noi sappiamo che tra l'altro uno dei motivi anche delle grandi epidemie o che ci sono state nel passato erano dovuto proprio a questo fatto cioè che c'erano questi cumuli di immondizia di vario tipo che vengano lasciati lì nelle strade questi praticamente sì marcivano insomma noi sappiamo perdono questo percolato che scendeva addirittura nelle nelle parti più basse del terreno e raggiungeva le falde acquifere siccome è naturalmente una volta non si parlava di acqua corrente ma tutti usavano l'acqua dei pozzi praticamente il risultato che molti casi le falde acquifere sono inquinate da questi rifiuti e poi la gente beveva l'acqua del pozzo bella naturale pulita che in realtà era inquinata da questi tipi di rifiuti e questa è stata sappiamo uno dei grandi veicoli delle malattie delle epidemie dei secoli scorsi quindi è vero che in un certo punto che la morte lo smaltimento dei rifiuti non dessero dei problemi anche nel passato e se posso appunto fare ancora una piccolissima parentesi andando in giro adesso anche adesso al tretto guardavo come la città è bella come a posto solo tutti i monumenti le case le piazze sono pulite ma proprio per la strada c'è questo senso anche di ordine e di pulizia noi non abbiamo idea di che cosa poteva essere girare in una strada secoli fa era una strada come diceva in va bene intanto non c'era le fognature sappiamo e così via c'erano questi rifiuti abbandonati soprattutto nelle stradine un po laterali ma insomma c'era un odore sappiamo veramente molto forte quindi questa questo senso di pulizia e di di naturalità e di bella vita che si faceva una volta nelle nostre città è un po lontano dalla verità nelle nostre città una volta le cose non erano cose semplici per la pulizia per la sanità forse le cose andavano meglio nelle campagne dove va bene non c'erano problemi di questi smaltimenti di questi rifiuti ma una volta invece il problema era grave quindi noi abbiamo questa idea che una volta tutto era più legato alla natura non c'era chimica non c'erano industrie e tutto funzionava benissimo ma la cosa non è così noi sappiamo che anche la natura può dare dei problemi molto seri socrate è stato avvelenato con una naturale tisana infuso di erbe di cicuta cioè non ha avuto bisogno di cose chimiche per morire una volta per esempio parlando di oggetti le tinture dei tessuti che venivano spesso dalle erbe o anche da a volte anche dai minerali erano tossiche al punto che sappiamo che ci si poteva ammalare solo per portarli perché poi la tintura passava nella pelle e giusto per finire questa parentesi mi viene in mente avrete sentito tutti parlare anche della questione di napoleone sulla polemica che c'è stata una vecchia polemica sul fatto che sia stato avvelenato meno con l'arsenico e sappiamo che pochi anni fa forse avrete letto proprio con un reattore nucleare a pavia hanno fatto un analisi dei capelli effettivamente hanno visto che i suoi capelli contenevano più o meno una quantità di arsenico 100 volte superiore a quella che abbiamo noi e quindi c'e ma allora è stato avvelenato no perché facendo la stessa analisi sui suoi contemporanei risulta che avevano lo stesso livello di arsenico la cosa molto semplice che per esempio una sostanza come l'arsenico era molto presente nell'ambiente era utilizzata per esempio nelle tappezzerie nei coloranti a volte come medicinali e quindi veniva assorbita lentamente dall'organismo quindi quando parliamo di oggetti del passato e di oggetti naturali del passato non chimici noi industriali volevo solo dire che non sempre leggendo effettivamente ci si scopre che a volte noi ci facciamo un'idea ci facciamo un po mito di quello che poteva essere la vita nel passato che non sempre è così vera quindi per tornare quindi al nostro discorso di prima e quindi la morte degli oggetti diciamo che in realtà anche nel passato la morte degli oggetti poteva essere un problema per lo smaltimento e per queste cose col passare del tempo invece ne abbiamo cercato di risolvere questo problema per esempio creando dei posti appositi dove smaltire questi oggetti tossici o non tossici una bella foto di una discarica che sappiamo che un problema è comunque beh inutile non parlarne è un problema che ne abbiamo ogni momento si sente continuamente di questo problema delle scariche che non bastano che l'ha poi le persone non le vogliono ma servono è un problema praticamente tutti i giorni ma è che un problema diventato molto grave da una parte perché per la quantità degli oggetti che noi scartiamo legato a tutto il discorso di prima per cui come ha ben detto ognuno di noi sa consuma una quantità enorme di oggetti e qualche modo di questi devono morire devono andare a finire da qualche parte dall'altra parte l'altro problema legato proprio al tecnologie allo sviluppo che c'è stato e la qualità di questi oggetti possiamo perdere quelli tossici ma ormai abbiamo tanti oggetti pensiamo a quelli derivati dalle materie plastiche eccetera che non sono video biodegradabili e quindi non si distruggono durano tantissimo e diventa difficile smaltirli ci vogliono magari posti particolari e sappiamo che il loro smaltimento è molto più costoso sarà capitato a tutti voi di dover smaltire per esempio un elettrodomestico un televisore un computer e avrete tutti noi abbiamo visto che adesso bisogna pagare o poi portiamo nei stesso il televisore nella discarica oppure comunque ci fanno pagare una certa cifra perché bisogna smaltirlo in una certa maniera perché non può essere messo insieme ai rifiuti in questa maniera e qui c'è anche un ulteriore piccolo problema che non solo quindi la fine la morte degli oggetti è un po un problema proprio per le per le modalità di smaltimento ma che non sempre tutto va per il meglio sappiamo ad esempio che a volte non vengono smaltiti nella maniera giusta a volte qui abbiamo anche l'intervento della criminalità organizzata che porta questi oggetti in discariche abusive oppure industrie che sotterrano rifiuti tossici nel terreno e cose di questo genere e addirittura adesso da un po di tempo si è scoperto anche un nuovo commercio io ho trovato questo video molto interessante che si trova su youtube fatto da greenpeace che fa vedere in questo caso hanno visto che ci sono tutta una serie di paesi soprattutto paesi in via di sviluppo in molti casi ma anche come vedete cina india e adesso soprattutto stanno diventando paesi africani che in pratica fanno da ricettacolo dei nostri rifiuti lo era un fatto un esperimento erano a londra hanno preso al di lui ho tirato giù con le immagini hanno vedete questo un televisore che non funzionava più bene hanno messo dentro un gps cioè non ho aperto ho inserito questo gps non attaccato bene poi non richiuso tutto e sono andati a portare il televisore nella discarica hanno pagato per lo smaltimento eccezionale tutto quanto e poi sono stati a vedere e risultato che dopo pochissimo è risultato che questo televisore si muoveva si muoveva ed è finito in un porto in un porto inglese e allora a questo punto adesso si sono attrezzati per seguire il suo viaggio questo viaggio li ha portati e vedete il tutto intorno all'africa fino alla niger a lagos ed ecco che allora vanno a lagos vedete che questo alla questo apparecchio per rilevare il segnale con questo televisore quindi allora sono arrivati questo al porto di lagos e con apparecchi no ho cominciato a seguire il segnale per trovare su questo televisore e si sono trovati in questo incredibile posto che è un gigantesco mercato so se mercato è la parola giusta ma diciamo di sì in cui arrivano praticamente si calcola par decine e decine di container di televisori computer elettronica da parte soprattutto europea che dovrebbero essere smaltiti in altra maniera ufficialmente di solito dovrebbero essere considerati cose di seconda merce in realtà si tratta di veri e propri rifiuti quindi loro vanno avanti con loro segnale ecco che finalmente ritrova sul televisore il televisore che lui aveva regolarmente pagato e smaltito in gran bretagna e il risultato che poi loro chiedono ma tutta questa roba che arriva tutti sti condannato la ne fate e allora gli dicono circa il 15 20 per cento riusciamo a riciclarlo in tutto in parte almeno come oggetti di ricambio come parti per tutto il resto sostanzialmente diventa una specie di gigantesca discarica finisce così semplicemente l'inquinamento si sposta dal nostri paesi in questo caso a lagos in nigeria e può essere che magari fra quei pezzetti di televisore che vediamo sopra ci sia anche il nostro televisore quello super moderno che abbiamo visto prima che abbiamo smaltito credevamo di avere smaltito in maniera corretta in una discarica quindi il risultato finale avrà di tutto questo discorso è che la moltiplicazione degli oggetti la loro vita più breve tutti i problemi legati alla loro morte morte sociale che comprende addirittura viaggi globalizzati magari più lunghi di quelli fatti alla produzione ha creato un aumento di quella che noi tutti ormai conosciamo come lim pronta ecologica degli esseri umani sulla terra queste sono un dato abbastanza noto che è stato elaborato dal vf in pratica per chi non lo sapesse si tratta dell'impatto che ognuno di noi sa sul pianeta misurato in ha in terreno c'è si calcola che io non so per vivere un anno bisogno di mangiare 30 kg di pane allora faccio il conto di quanta terra ci vuole perché cresca il frumento 30 chili mangio 10 kg di carne faccio il conto di quanto consuma una mucca per dare 10 dic ed il cane e così via bevo tanta acqua e vado avanti così quindi faccio un conto di quanta terra idealmente consumo io per vivere allora in questa immagine ne vediamo che la prima linea di dove c'è l'uno rappresenta l'equilibrio quindi diciamo che fino al 1 luglio diciamo tutti gli esseri umani consumano e non hanno poi quello che la terra può rigenerare quindi abbastanza consumo tando frumento ma in un anno neri cresce altrettanto e così via dice è una situazione di equilibrio però noi vediamo che praticamente già negli anni 70 con la situazione di equilibrio sia andata rompendo e noi oggi questo è l'ultimo calcolo è stato è uscito proprio pochissimo tempo fa questo questo calcolo è l'ultimo del 2008 noi siamo quasi a 1,5 vuol dire che la nostro impatto sulla terra è di 1,5 cioè non hanno consumiamo quello che la terra ci mette a dare in un anno e mezzo le proiezioni purtroppo come vedete sono molto negativi nel 2030 supereremo due volte quindi noi consumiamo in un anno quello che la terra ci metterà due anni a ridare e nel 2050 e arriveremo una soglia considerata effettivamente critica e forse di non ritorno di tre volte per cui diciamo il depauperamento della terra dovuto atto anche a tutte queste cose che abbiamo detto il nostro impatto l'uso dei nostri oggetti problema dello smaltimento e naturalmente il grigio rappresenta diciamo l'uso di carboni petrolio perché tutti questi oggetti hanno bisogno di energia per essere fatti quindi diciamo il nostro impatto continua accrescere la conclusione allora di questa cosa e che forse noi dobbiamo pensare davvero di più i nostri oggetti per sé area quello che noi facciamo il nostro uso pensare non solo la loro vita ma anche alla loro morte e controllare effettivamente come muoiono e quali sono poi le modalità con cui vengono eventualmente riutilizzati riciclati oppure abbandonati perché se poi finiscono la loro vita in nigeria per il pianeta non va bene lo stesso un po troppo comodo santone a casa mia la vita dei nostri oggetti in fondo allora possiamo forse dedurre che anche la nostra vita la storia degli oggetti anche la nostra storia e il loro futuro come il nostro futuro è nelle nostre mani oggi grazie per la vostra attenzione io avrei un paio di domande osservazione attraverso essa scarpellini che li rivolgerò subito e poi tocca a voi se volesse avete voglia e tempo insomma un paio di spunti mi sembrano davvero degni di ulteriore approfondimento riflessione riguardano la speranza di vita il destino dopo la morte degli oggetti perché il cui parto da una situazione molto prosaica per provare poi invece a attraverso la sua risposta ovviamente a dare un significato un po più profondo perché io ho l'impressione anche diciamo in questo caso autobiografica che sul fronte dei vestiti noi continuiamo a trasmettercela nel senso che chi ha un po di figli diciamo così ho anche un po di figli un po di cugini sa che in realtà i vestiti invece anche nella diciamo della società post industriale post moderna continua a esser se a essere trasmessi secondo me la peri bilità terribilità di un oggetto che lei ha credo molto correttamente osservato riguarda solo determinati oggetti io ho l'impressione che sia in corso una sorta di divaricazione temo anche diciamo rafforzato acuita dalla crisi economica tra beni per così dire primari che riguardano l'alimentazione e il vestiario e credo che in quel caso la crisi ci spinga in qualche modo non solo a risparmiare ma anche diciamo a non buttare un vestito ma a trasmetterci lo diciamo da cugino a figlio da figlio al fratello della frase della sorella mentre nel caso degli oggetti elettronici che poi sono quelli che dominano la nostra vita in realtà c'è una specie di intrinseca per i bilità dell'oggetto stesso che sta sì che quelli davvero li buttiamo io non so quanti di voi una volta che cambiano telefonino il vecchio telefonino lo conservano io immagino che credo lei non osserva le dice no a questo sarà interessante poi sentirlo però in effetti è qui in credo che dobbiamo rivolgersi un interrogativo che è uno sforzo diciamo di coscienza che dobbiamo fare tutti lei ha posto a mio avviso una questione importantissima quanti di noi siamo qui in una regione molto virtuosa ma io poi vivo a roma e tra l'altro mi facevano sorridere molte delle cose nelle immagini e delle diapositive che le ha proiettato per in realtà alcuni mestieri che lei da per scomparsi a roma esistono ancora cioè il rigattiere c'è secondo la porta portese trova tutte le diciamo beni non solo di vestiario ma anche di elettronica ad esempio c'è tutto il mondo degli immigrati dell'est che sull'elettronica e sul tutti i beni materiali elettronici ci fa una vita così ci campa però ho l'impressione di assistere a questa divaricazione quindi le chiedere innanzitutto se se non è così se la crisi non acuisca questa divaricazione insisterei molto se lei crede sulla responsabilità e forse sulla superficialità io parlo di nuovo da cittadino romano e da romano perché noi tendiamo e credo che invece qui siate molto per tenti a non considerare poi quella che sarà la vita dopo la morte dell'oggetto elettronico perché poi l'oggetto il comico finisce a lagos e non è nemmeno lo sappiano e finisce a lagos ed è una cosa gravissima credo se non finisce in campania nelle discariche abusive della campania anche questo dovremmo ricordarcelo e poi appunto la conseguenza di tutto ciò sulla vita di tutti noi quindi sono un po è un po questo doppio profilo che vorrebbe approvare approfondire con lei certo mi sembra che l'aspetto positivo che viene fuori proprio in questi ultimi beh ormai ben dire anni purtroppo in cui sono contrassegnati della crisi potrebbe essere duplici da un certo punto di vista è una parte secondo me ha effettivamente acuito anche da un punto di vista culturale l'attenzione sul riciclo sull'uso e così via quindi secondo me quell'osservazione assolutamente vera che c'è una nuova tendenza a riutilizzare il vestito l'oggetto vecchio attraverso il mercato ed è e direi che insieme non necessità che economica per cui a volte non è sempre una scelta ma è anche culturale per cui non lo fa volutamente quello di non buttare le cose di riciclarle e così via quindi non so a volte anche dalle cose brutte possono essere cose belle può essere che la questa crisi e anche tutti questi dati che noi abbiamo ci spingono veramente a pensare che siamo sul punto di dover fare delle scelte importanti certo che però non sempre possiamo naturalmente grandi potenti capi che sono lontani e devono decidere così via anche realtà sono scelti dobbiamo fare tutti noi la storia secondo me la vera morale che viene fuori è che le cose cambieranno al momento in cui tutti noi inizieremo a cambiarle perché se stiamo sempre aspettare che ci sia qualcuno che faccia una legge che ci diano incentivo che contano le navi che vanno al lago e continuiamo a diana che continuiamo a salire su questa scala quindi a mio parere è sicuramente vero che c'è una nuova attenzione proprio a questo aspetto della del riuso del riciclo c'è anche tutta una campagna per esempio molto importante per limitare gli imballaggi quindi cercare di prendere prodotti evitando gli imballaggi che rappresentano il 70 per cento dei nostri rifiuti plastici quindi potremmo già tagliarne una quantità enorme se riducessimo gli imballaggi e questo è vero poi c'è sicuramente un aspetto anche abbiamo detto economico perché non c'è dubbio che il riuso e diventa come dicevamo una necessità per le classi sociali meno abbienti quello che una volta erano magari gli italiani di una certa classe sociale oggi sono spesso nuovi immigrati che sono poi diverse a seconda anche dei paesi da dove arrivano in realtà ci sono delle differenze molto grosse sappiamo che anche loro consumi sono molto differenziati e quindi può essere in realtà un ciclo che si ripete in particolare per quel che riguarda i prodotti elettronici i nostri dati che noi abbiamo è che a questo punto noi stiamo cercando di comprimere alcuni consumi per esempio addirittura al prezzo ormai l'alimentare ma alcuni consumi in particolare su vestiti purtroppo qualcosina anche sulla cultura ma anche per esempio sulle vacanze mentre non abbiamo ancora compresso e continuiamo tutto sommato mantenere stabili o in leggero aumento i consumi tecnologici cioè quello che secondo me questa crisi ha fatto anche scattare e fare pensare quali sono le nostre priorità nel momento in cui non riesco più a comprare ad avere tutto qual è la cosa che secondo me è più importante magari io mi rispondo per me è importante avere un telefonino che va bene preferisco pagare e avere l'hiv l'abito lo cambia o meno quindi per esempio e questo alla fine è una risposta che ci dice anche quali sono i valori importanti per noi quanto per esempio la tecnologia si è diventata un punto fondamentale per la nostra vita di oggi non riusciamo a farne a meno un po perché ovviamente anche volendo voglio dire oggi senza telefonino senza spostarsi c'è uno fa in fretta dire ne faccio a meno anche sul lavoro i rapporti familiari rapporti con gli amici ormai sono improntati a questo tipo di vita e se qualcuno vi chiede ci troviamo a stasera ci sentiamo per telefono invece beni non c'è il telefono e allora vedi tu c'è uno rischia di essere tagliato fuori anche dal da un certo tipo di vita sociale per cui alla fine forse fa delle scelte alcuni consumi cerco di mantenerli più o meno se riesco su altri cerco di risparmiare lo storico è un entomologo diciamolo però le chiederei un qualche giudizio di valore nel senso che il 90 per cento delle persone presenti qui in sala avranno come mi sperimentato la rabbia di fronte ai computer che vanno piano e con ai soldi per sostituire diciamo così è una delle grandi leggende che tutti noi provare i giochi ci sarà anche qualche esperto insomma che i profani hanno letto o ascoltato in questi anni che diciamo che i produttori di beni tecnologici in realtà danno allo strumento stesso una specie di vita breve di deperibilità rapida per cui nel tempo non carichi non sopportano più certi programmi io compro windows 8 quello che sta uscendo in questi giorni è il mio computer non lo sopporta più per cui in realtà vivono poco la durata diciamo che il produttore dal prodotto stesso è molto rapida per cui abbiamo una sorta di necessità lo so se è imposta o nelle cose di sostituirli continuamente perché le chiedeva un giudizio di valore perché forse noi dobbiamo anche interrogarci lei ha detto a un certo punto di vista non abbiamo oramai automatizzato una sorta di gerarchia per cui diamo una priorità privilegiamo gli oggetti tecnologici non rinunciamo agli oggetti tecnologici non siamo forse più capaci che non c'era gli oggetti tecnologici ma mi domando se è qui veramente le faccio una domanda un po personale che va al di là del giudizio della fotografo dello storico se poi l'universo del consumo la società consumistica occidentale non abbia diciamo costruito un consumatore in qualche modo sia un po un po coatto è costretto a rinnovarsi continuamente non so se i nostri desideri siano davvero oramai un po costretti alla modifica non so se abbiamo bisogno di tutti questi strumenti è oramai credo di essere come voi un pò più ma di certi acquisti in ora ora ho cercato faticosamente dimettermi su facebook di comprarne uno smartphone e arranco non so se se la mia vita si è migliorata peggiorata perché come se fossi l'introduzione dal quale non riesco a saltar tutto non è facile rispondo a questa domanda possiamo metterla in due modi dalla parte c'è sicuramente una responsabilità reale effettiva provata dei produttori il discorso del l'oggetto tecnologico che si usura tra virgolette si usura tecnologicamente è una cosa che sappiamo che è vera come sappiamo che aveva che per esempio le lampadine vengono fatti proprio le prove sul numero di ore che devono durare vengono messi su un apparecchio si fa il calcolo esattamente del dell'altezza del filamento perché se ti sarà capitato anche a voi di avere qualche lampadina difettosa e non si rompe mai ma è un errore di fabbrica perché sono calcolate per per un numero abbastanza preciso di ore per cui uno passate queste ore la lampadina il filamento si distrugge bisogna comprarne un'altra quindi che ci sia una spinta dei produttori da questo punto di vista non c'è dubbio perché hanno impostato dai tempi del di colt le loro fabbriche per continuare a vendere non possono fermarsi se no si teoricamente possono raggiungere nuovi mercati però molte volte è aleatorio e ci sono concorrenti non è così facile d'altra parte io mi permetto di dire che forse a volte noi usiamo un po questa scusa a volte siamo un po noi io non so se proprio vero che sto pensando anche a me che butto via solo le cose che davvero non funzionano più o che sono vecchi tecnologicamente e se non c'è invece questo effetto anche di volere avere la cosa nuova perché penso che culturalmente questa cosa nuova all'ultimo modello eccetera sia anche una cosa cioè attribuiscono un valore positivo la cosa di moda pensiamo alle automobili l'automobile ormai che sono un bene che in teoria dura infine un po di anni fa durava 10 anni nessuno aveva mai problema come faceva a riparare le automobili duravano tantissime adesso dopo due anni e cg nuovo modello col parroco rotondo un po quadrato al cambiato due profili e il nuovo modello quello modello quello vecchio vale di meno e quelli che ce l'hanno si sentono una macchia vecchia che un anno e mezzo e quindi ci attendono dopo un po a dire ma loro macchina vecchia magari fra un anno mela cambio perché recchia però a questo punto io mi chiedo siamo davvero vittime di una manipolazione o non siamo noi stessi che stiamo inseguendo anche per un desiderio di apparire socialmente per un desiderio di avere nuovo telefonino un uomo a chi ne nuovo orologio non siamo noi stessi un po degli attori di questo di questa cosa non si combinano e per cui a volte diventa più facile per noi dire beh non è colpa mia non mi funziona il compito che fossero più niente devo comprare un nuovo ma io non lo comprerei per conto mio no io starei con quello vecchio non inquinerà è però già che ci sono lo compro forse a volte diventa questo ripeto anche per me posso dirmi in prima persona diventa un po una scusa con cui noi giustifichiamo un comportamento consumista che socialmente molto molto diffuso facciamo più fatica a dire no può durare mi non dico ma durare almeno un anno in più non facciamo questo sforzo diciamo i verti lo cambio quindi siamo forse insieme ti lascio la parola a voi che riguarda una parola importante
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