Always Educative. L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla formazione.
Incorpora video
Always Educative. L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sulla formazione.
Questo intervento affronta l'impatto dell'intelligenza artificiale (IA), in particolare quella generativa, sulla formazione. L'IA generativa rappresenta una discontinuità storica nel rapporto uomo-conoscenza, togliendo il monopolio umano sull'uso efficace del linguaggio. Essa richiede una ridefinizione di lavoro, competenze e formazione. L'intervento esplora tre scenari: sviluppo di competenze generali sull'IA, integrazione dell'IA nei processi specifici e creazione di nuove regole per l'utilizzo dell'IA. Si sottolinea l'importanza dell'ibridazione tra umano e digitale nella formazione e la necessità di un approccio critico e responsabile all'utilizzo dell'IA.
Star Grazie a chi ci sta seguendo da casa o dall'ufficio e grazie a chi ci sta seguendo in sala qui nella sede della camera di commercio di Trento, quindi che ringraziamo per l'ospitalità. Io sono Laura La Posta, sono caporedatrice del sole 24 ore che organizza per il terzo anno consecutivo con Trentino marketing per conto delle istituzioni locali questa meraviglioso festival giunto alla 19esima edizione. Noi abbiamo avuto una giornata molto piena di eventi, dalla premier Meloni che è stata accolta in città con grande civiltà e cortesia, da tutti anche gli ragazzi universitari, l'università è uno degli organizzatori di questo festival quindi davvero abbiamo avuto i complimenti di premi Nobel presenti, uno ieri, un altro domani, l'ultimo domenica, quindi state collegati, seguiteci perché davvero venite a questi eventi perché Trento è una città meravigliosa e davvero merita di essere all'attenzione internazionale come è in questi giorni. Quindi davvero grazie, grazie, grazie a tutti voi. Allora oggi parliamo di Always Educative, l'impatto dell'intelligenza artificiale sulla formazione e lo facciamo con Delio Picciani, amministratore delegato di TSM, che vuol dire Trentino School of Management e con la professoressa Susanna San Cassani, responsabile del centro METID del Politecnico di Milano. Grazie entrambi, grazie. Ecco mi fa molto davvero piacere sentire parlare di questi argomenti e imparare io stessa molte cose importanti, un po' perché ho studiato anch'io pedagogia, professoressa, e tra l'altro le mie tesi. Il mio esame di maturità è stato proprio sull'argomento della pedagogia, quindi davvero è un tema importantissimo. Poi come mamma di due ragazze ho dovuto un po' aggiornarmi anch'io sui metodi educativi e poi è arrivata la grande rivoluzione dell'intelligenza artificiale e devo dire che ho visto le mie figlie usare chat GPT e anche insegnarmelo. Quindi abbiamo questi ragazzi molto più digitali di noi e quindi ci tocca anche aggiornare i metodi di formazione e i metodi di dialogo con loro. Credo che possiamo davvero imparare tantissimo dai nostri ragazzi e che non bisogna avere paura dell'intelligenza artificiale anche applicata a un campo importante come quello della formazione. Quindi io voglio ringraziare TSM per aver organizzato questo incontro e complimentarmi perché dei effettivamente 60.000 persone che vengono formate da voi, 30.000 circa sono della pubblica amministrazione e che possono attingere a questo catalogo di corsi incredibili che davvero di 250 pagine. Quindi non c'è proprio scusa qui tra tutti i corsi che voi erogate 1.200 docenti, 2.200 incarichi all'anno, 100 iniziative a catalogo. Questo posso davvero dire che è un colosso della formazione internazionale. Complimenti. Senta, abbiamo qui quindi l'amministratore delegato. Grazie per aver invitato anche la professoressa che è una delle maggiori esperte in Italia su questi temi. Però un piccolo saluto prima poi del suo discorso, magari ci racconta meglio. Spezziamo in due parti e la salutiamo. Funziona? Funziona? Ah, adesso sì. Grazie. TSM è società di sistema del sistema proprio provinciale della nostra provincia autonoma. Il socio di maggioranza è proprio la provincia, però annoveriamo fra i nostri soci, soprattutto devo citarli l'università e la regione, che poi lavoriamo anche molto con l'università sul tema della formazione. La presentazione l'ha quasi fatta lei, lo ringrazio per le parole che ha speso, ma effettivamente lei mi ha detto voi Trentini vi sottovalutate, prima fate e poi poi comunicate. La metà. E questo dice che è un risultato che però è efficace del 50%, quindi dobbiamo imparare, lo dico anche a me, vedo la nostra direttrice Paola, dobbiamo imparare. Non so se riusciamo a comunicare e poi fare, però quantomeno farlo in contemporanea così almeno siamo più visibili. Io voglio ringraziare la professoressa Sancasani, noi abbiamo avuto diverse occasioni di collaborazione anche in passato che ha accettato il nostro invito, in quanto lei è proprio responsabile di un centro importante del politecnico in metodo delle tecnologie innovative per la didattica, quindi un mondo molto vicino al nostro, anche se loro per la maggior parte si rivolgono al mondo degli studenti, però ci sono moltissime similitudini, poi comunque voglio dire, ci sono dei principi a cui anche noi tendiamo ad attingere per le nostre docenze e inoltre tutto lei, se andate a vedere su YouTube, la trovate spesso perché parla molto di intelligenza artificiale, oggi abbiamo fatto anche una bella discussione sugli effetti. Noi evidentemente sull'intelligenza artificiale abbiamo voluto dare questo titolo soprattutto pensando che con l'impatto che sta avendo, io non voglio sprecare parole, per come è una parola molto usata, però sicuramente c'è un grandissimo problema di fondo che deve rientrare nel tema della consapevolezza. La consapevolezza arriva non solo, ma soprattutto per quelli che la usano alla formazione permanente, il long life learning, come lo dicono gli specialisti, è una condizione essenziale per poter in qualche modo non subire, ma usare in maniera consapevole questi metodi. Ecco poi dopo avremo modo magari dopo la relazione, la esposizione che fa la professora San Cassani di approfondire brevemente qualcosa di quello che TSM fa per l'intelligenza artificiale e soprattutto anche i suoi programmi. Grazie. Grazie, adesso diamo appunto spazio per cercare di capire che cosa fare, come aggiornare i metodi didattici, questo ci tocca a tutti particolarmente, ma anche a me particolarmente come coordinatrice scientifica del Sole 24 ore Formazione, la nostra business school, con cui siamo partner con un colosso come Multiversity. Eppure i metodi didattici devono evolvere, non basta più solo la sincrono, non basta più solo l'online, avere piattaforme solide. Qui l'intelligenza artificiale ci costringe davvero a cambiare metodo di insegnamento, a cambiare anche metodo di valutazione e poter immaginare anche delle modalità di apprendimento diverse, personalizzate per ogni ragazzo, quindi con grande piacere le do la parola e ascolterò. Esattamente così, ma quando ne parliamo di intelligenza artificiale in realtà di che cosa parliamo? Parliamo di una disciplina, parliamo di prodotti, parliamo di servizi, parliamo in realtà di un filone culturale che affonda le sue radici fortemente nel secolo scorso e ha portato alla luce messo a disposizione tutti noi prodotti e servizi che possiamo ormai utilizzare nella nostra quotidianità. Sapete benissimo che tutti i sistemi di raccomandazione per esempio di Amazon più in modo che di altri strumenti che utilizziamo, di Netflix e così via, sono basati su intelligenza artificiale. Ma quello che ci ha fatto, anche se ci accorgevamo che Amazon ci raccomandava certi prodotti che casualmente ci interessavano, che Netflix era in grado di riconoscere quali erano le serie che potenzialmente ci potevano interessare di più, ci siamo accorti dell'intelligenza artificiale quando abbiamo avuto tutti a disposizione addirittura sullo smartphone un piccolissimo settore, il prodotto di un piccolissimo settore dell'intelligenza artificiale che è l'intelligenza artificiale generativa. Perché si chiama generativa? Perché genera, perché è in grado di generare contenuti, testi, immagini, video, audio, addirittura codice e così via. Allora quando noi parliamo di eCiata GPT, Gemini, Copilot, tutti i nomi che voi avrete sentito nominare, ci avrebbe quasi spontaneo chiamarli dei prodotti o dei servizi almeno. Però se li osservate un po' più da vicino, ci rendiamo conto che hanno un contenuto in termini proprio di costrutto socioculturale che va ben oltre al prodotto e al servizio. Cioè hanno un contenuto di conoscenza umana che va molto oltre a tutti i servizi che abbiamo avuto a disposizione fino ad adesso. Quindi il discorso che proveremo ad abbozzare qua in questo breve incontro sull'intelligenza artificiale in particolare generativa e come sta aprendo nuove prospettive alla formazione, in particolare alla formazione manageriale e alla formazione dei professionisti di cui si occupa TSM, parte proprio dall'idea che siamo di fronte a dei costrutti socioculturali che costituiscono una discontinuità storica del rapporto dell'uomo con la conoscenza. Noi abbiamo avuto tante importanti discontinuità storiche nel nostro rapporto con la conoscenza. Io sono abituato a lavorare sempre in modo molto interattivo con le mie aule, qua purtroppo c'è un tema di microfone avendo lo streaming per cui non lo posso fare anche se vedo tanti ragazzi in aula. Però provate a pensarci quali sono stati gli importanti momenti di discontinuità del nostro rapporto con la conoscenza. Il primo è stato la scrittura, ditelo anche se non lo sentono gli altri, ripeto io, la scrittura, poi quell'altro importantissimo è stata la stampa. Naturalmente poi anche il passaggio alla digitalizzazione, voi pensate forse che siano sempre esistiti, ma per chi ha fatto come me le alimentari nei primi anni 70, in cui i maestri usavano forse i ciclostilati, che è un parola che non avete mai sentito nominare, l'arrivo del web, in particolare del web 2 all'inizio degli anni 2000 è stata una radicale trasformazione del nostro rapporto con la conoscenza, perché improvvisamente una grande mola di conoscenza era disponibile da un unico punto semplicemente a distanza da un click. Ma cosa cambia di così radicale nel grazie o a causa secondo della prospettiva che prendete, nel rapporto con la conoscenza, grazie o a causa dell'intelligenza artificiale generativa. Primo punto che dobbiamo avere bene in mente è che l'intelligenza artificiale generativa toglie definitivamente il monopolio umano all'uso efficace del linguaggio. Fino a prima di Cia GPT, nomino Cia GPT come sinedo che così ripassano i ragazzi che devono fare la maturità, la parte per il tutto eccetera. Ecco, allora, prima di Cia GPT non esisteva la possibilità di rivolgersi ad un'enorme biblioteca nella nostra lingua ottenendo una risposta nel nostro linguaggio che fosse sufficientemente efficace. E guardate che il tema della nostra lingua è rilevantissimo perché voi con Cia GPT potete parlare in italiano, in inglese, in spagnolo, in giapponese, in quello che ritenete e le fonti rispetto alle quali vi vengono costruite, che hanno costituito il data training che ha portato Cia GPT ad essere in grado di costruire quelle risposte, sono tantissime lingue diverse, purtroppo prevalentemente inglese, però sono di tantissime lingue diverse. Allora, questo nuova abilità dello strumento digitale, che come vi dicevo non è solo uno strumento, è davvero come dice Cosimo Accoto che è un filosofo della scienza, della tecnologia molto interessante, è un costrutto sociotecnico culturale. L'abilità che ha è impressionante e vi voglio fare un esempio. Lavorando con i colleghi dell'Università di Padova che hanno un'incredibile facoltà di agraria, scuola di agraria, sto scoprendo nuovi concetti e siccome una delle mie manie sono i concetti portabili, sono quei concetti semplici che hanno origine da tante discipline diverse, per esempio dalla fisica, concetti portabili sono le leggi della termodinamica, piuttosto che il concetto di omeostasi o così via. Quei concetti semplici, sintetici, che nascono in una disciplina ma possono essere facilmente utilizzati anche per leggere e interpretare altri contesti. Cosa ci dice il minimo di Liebig? Ci dice che la crescita di una pianta è limitata dal fattore disponibile in quantità inferiore al suo bisogno. In sostanza, se nel terreno dove c'è la vostra piantina che fa fatica c'è troppo poco fosforo rispetto a quello che l'everbe bisogna, avete voglia di aggiungere acqua, altri tipi di concime, non serviranno a nulla. Esattamente come il livello di acqua che c'è in una botte dipende dall'altezza della doga più bassa. Allora vedete questa proprio quelle caratteristiche che vi dicevo prima, un concetto semplice e sintetico che si capisce subito, che funziona per l'agraria ma lo potete anche usare per interpretare la relazione che non funziona bene col vostro fidanzato o la vostra fidanzata, perché forse c'è un minimo che non è soddisfatto. Allora, io ho chiesto così, e ve lo vedete lì il prompt, il prompt è il suggerimento, la richiesta che si fa all'intelligenza artificiale, e io gli ho chiesto applica il minimo di Liebig alla lettura dell'infinito di Leopardi, così. Allora, già nel mondo umano trovare due persone che siano sufficientemente capaci di interpretare l'infinito di Leopardi e sappiano cos'è il minimo di Liebig non è facilissimo. E poi, vabbè, in questo caso ho preso l'infinito di Leopardi ma naturalmente funzionerebbe anche con opere d'arte molto meno note. Guardate la finezza dell'interpretazione. Applicare il principio del minimo di Liebig alla lettura dell'infinito di Giacomo Leopardi significa identificare l'elemento minimo, ovvero la risorsa più limitante che potrebbe definire o condizionare l'impatto emotivo e il significato del componimento. Poi mi fa tutta una bella analisi e alla fine mi dice se dobbiamo applicare il principio di Liebig l'elemento che potrebbe essere considerato il minimo è l'immagine della siepe. In sostanza voi pensatevi l'infinito di Leopardi senza la siepe. Il suo impatto emotivo sarebbe sostanzialmente nullo e quello lì è il minimo di Liebig dell'infinito di Leopardi. Se non è un uso efficace del linguaggio questo, è vero che l'intelligenza artificiale non capisce quello che ci dice, nel senso non capisce il suo senso situato nella nostra realtà come noi siamo in grado di coglierlo. Per lui sono una sequenza di parole che con probabilità, che hanno un'altissima probabilità di avere senso messo una dopo l'altra in risposta alla mia domanda. Ma vedete il livello di sofisticazione della riflessione, non solo della costruzione di contenuto che siamo in grado di costruire con l'intelligenza artificiale, oltretutto in un contesto fortemente transdisciplinare. Allora questo ve l'ho fatto vedere, abbiamo perso un minimo di tempo per dire attenzione, l'uso efficace del linguaggio come strumento di accesso alla conoscenza, di costruzione della conoscenza e di divulgazione della conoscenza è una discontinuità fortissima nel nostro rapporto con la conoscenza. Quindi voglio dire, probabilmente molto peggio della stampa o quantomeno della portata almeno di quello che è stato quello della stampa. Altro effetto, attenzione, in questa fase storica, non ho detto che sarà sempre così, ma in questa fase storica paradossalmente la crescita della diffusione delle intelligenze artificiali generative danno un'importanza ancora più rilevante alla realtà. In che senso? Nel senso che se io voglio ad esempio chiedere alla I di aiutarmi nella diagnostica, ne avrete sentito parlare, ci sono molti strumenti che stanno crescendo anche molto rapidamente che possono essere d'aiuto nella diagnostica medica. E c'è per esempio questo strumento molto sviluppato dall'Associazione dei Termatologi Americani che consente di andare a identificare tra le macchie della pelle quelle che meritano un approfondimento. Allora, se io ho a disposizione come medico questo strumento, diventa molto più importante di prima la mia abilità di relazione con la realtà. Cioè, diventa più importante della mia abilità diagnostica, diventa più importante la mia abilità di dialogare col mio paziente, di far emergere quei sintomi che magari non mi stanno raccontando, di cogliere un aspetto che magari non era evidente, di sintetizzare e raccontare chi è quel paziente all'intelligenza artificiale, compreso delle ipotesi sensate sul suo stile di vita, sul suo modo di vedere il mondo e di relazionarsi col proprio corpo e con la propria salute, che l'intelligenza artificiale non è in grado di leggere. Paradossalmente, noi addestriamo questo, non solo nel caso della medicina, ma i nostri studenti molto di più a fare esattamente quel pezzo del processo che l'intelligenza artificiale sa fare molto bene e saprà fare molto bene sempre di più nei prossimi anni, che fa il pezzo che viene prima, quello della lettura della realtà, della sua comprensione e della sua sintesi di comunicare all'intelligenza artificiale perché ti possa aiutare efficacemente, e anche quella che viene dopo, perché tornando all'esempio di prima, quando io ho una diagnosi, devo poi essere in grado di portarla a un paziente, devo essere in grado di convincerlo dell'opportunità di curarsi, di fargli intravedere le speranze che magari non sono immediatamente individuabili. Questo vale anche se vi avessi fatto l'esempio di un'app che aiuta nei processi legali, nei processi amministrativi, nelle gestioni dei processi ambientali e così via. La realtà torna prepotentemente nelle nostre aule in termini di bisogno educativo proprio con l'intelligenza artificiale. Abbiamo bisogno che i nostri studenti, i nostri lavoratori, i nostri professionisti siano più bravi di prima a interpretare e a leggere la realtà e poi a utilizzare output significativi per modificarla. Riuscire ad utilizzare la realtà per modificarla non è decisamente un aspetto banale, perché bisogna essere in grado di interpretare. Io posso avere anche dall'intelligenza artificiale un'ottima strategia di organizzazione della mia azienda, se glielo ho raccontata bene passo precedente, ma poi per applicare quella strategia organizzativa io devo essere in grado di capire come raccontarla le persone, di accorgermi dalle facce che alcuni l'hanno presa male e altri no e così via. Allora, mi ho fatto questo discorso in modo veramente molto sintetico, però volevo darvi proprio questo spunto. Siamo di fronte a un salto evolutivo nella relazione con la conoscenza e questo salto evolutivo, questa discontinuità ci impone di riprendere le domande fondamentali e di ricostituire delle risposte. Allora, cos'è il lavoro nel momento in cui io riesco a fare tutta una serie di operazioni procedurali significative ad alto valore aggiunto ad una macchina? Che cos'è una competenza? Che cos'è di conseguenza? Che cos'è la formazione? Allora, non possiamo dare per scontate le risposte a queste domande, dobbiamo andare a ricostituire delle risposte che siano significative nel momento attuale in cui l'intelligenza artificiale generativa e non solo sta diventando una piattaforma che inerva tutti i nostri processi, la formazione, l'educazione, il lavoro, le professioni e la cittadinanza. Ovviamente, in una situazione di questo genere è chiarissimo che il ruolo di tutte le figure di guida nelle organizzazioni diventa assolutamente significativo perché non è più soltanto come poteva essere finora, il fondamento del successo organizzativo, ma diventa proprio il pilastro essenziale su cui un'organizzazione può basarsi per riuscire a gestire questo passaggio incerto. Ed è un'incertezza profonda, perché se dobbiamo rimetterci a pensare cos'è il lavoro, cos'è la competenza, cos'è la formazione e poi a ripensare i processi, a ripensare le modalità organizzative, abbiamo bisogno di persone che riescano a guidare le organizzazioni in questi processi. Per semplificare al massimo, andare verso un'operatività molto spinta, possiamo a grandissima linea definire che gli scenari che intrecceranno le strade dell'intelligenza artificiale in questo momento storico siano sostanzialmente tre. Il primo è quello che riguarda proprio lo sviluppo delle competenze generali su che cos'è l'intelligenza artificiale, non solo generativa, è proprio la comprensione dei modelli concettuali che ci stanno dietro. La seconda direzione è quella dell'integrazione dell'AI nei processi specifici. Cosa vuol dire usare l'AI per scrivere le bozze degli articoli per i post che si utilizzano per una newsletter aziendale, per esempio? Cosa vuol dire utilizzare per scrivere delle determine? Cosa vuol dire per andare a costruire dei processi o delle strategie di marketing? Lavorare sul sviluppo di competenze su tutte le implicazioni dell'integrazione dell'AI nei processi specifici. La terza direzione, che è più complessa da spiegare rapidamente, riguarda il fatto che le regole che ci daremo in tutti i contesti, quelli educativi, quelli lavorativi e quelli della vita sociale civile, per l'utilizzo e l'integrazione o il non utilizzo e la non integrazione dell'intelligenza artificiale, devono essere essi stessi oggetto di innovazione, nel senso che ce le dobbiamo inventare queste regole. E non possiamo immaginare che semplicemente percolino lungo i canali, discendendo dalle IAE Act dell'Unione Europea. No. Perché sarà necessario che tutti noi, ognuno nel proprio contesto, ci diamo delle regole nuove. Reinventiamo in qualche modo il nostro modo di imparare, di insegnare, di lavorare, di essere cittadini, in un mondo innervato da questo tipo di strumenti, strumenti che, come accennava la dottoressa prima, mettono in discussione profondamente le nostre prassi. Si accennava prima l'esempio della formazione in cui le modalità classiche della valutazione, basata per esempio sui saggi o sulle tesine o sulle tesi, è evidentemente non più sensatamente praticabile, perché non verifica nulla se non l'abilità di utilizzare l'intelligenza artificiale. Questo non significa che dobbiamo cercare di relegarle in un angolo, perché semplicemente non è possibile, perché non siamo noi che decidiamo. Non è una decisione che possiamo padroneggiare, perché i nostri studenti la utilizzeranno. Open AI continuerà a fare nuovi strumenti, indipendentemente dalle regole che ci diamo, di esclusione dell'intelligenza artificiale dei nostri processi. Quindi dobbiamo trovare il modo di reinventarci i nostri processi, perché funzionino magari anche meglio. Non è quello stesso, ma funzionano anche meglio. Un esempio per dire come funzionerebbe una prova, ne parlavamo prima di entrare, invece di far fare un saggio su un famoso pedagogista, ti chiedo di argomentare una determinata posizione nel dialogo con l'intelligenza artificiale, chiedendo all'intelligenza artificiale di giocare il ruolo di quel famoso pedagogista. Ed è quella la relazione che mi restituisci. Allora questo è un esempio pratico che io vi faccio partendo dalla mia di professione, visto che io mi occupo di formazione di insegnamento, per dire che dobbiamo reinventarci i processi. Questa reinventazione deve essere fatta dal basso, se non la facciamo dal basso perdiamo una grandissima occasione, ma per farla dal basso ci vogliono competenze, ci vogliono sia le competenze di cui abbiamo parlato prima, ma ci vogliono anche manager che siano in grado di guidare queste competenze. Poi possiamo inventarci le azioni sul territorio, tutte quelle che vogliamo, i bootcamp di l'iteras per far avvicinare attraverso percorsi di formazione intensiva tutti i nostri interlocutori all'intelligenza artificiale, cercare di lavorare sull'ideazione creativa dell'integrazione delle AI nei processi specifici. Nella condivisione di percorsi, e tra l'altro ne stiamo facendo anche con la Trentino School of Management, di ideazione delle strategie attraverso le quali possono essere al meglio utilizzati questi strumenti. Per arrivare verso la conclusione, la formazione è ormai veramente da molto tempo che si pone il problema dell'ibridazione. Io durante il lockdown dicevo guardate che noi dovremmo avere la E commerciale, ci avete presente quella E company, quella E lì, dovremmo averla stampata qui quando parliamo di education, perché è un momento storico in cui non c'è nessuna utilità nel polarizzare amo il digitale, io odio il digitale o cose di questo genere. Abbiamo bisogno di trovare tutte le strategie di integrazione che ci permettono di far raggiungere la quantità maggiore possibile di persone, obiettivi di apprendimento significativi in tempi rapidi. Allora questa integrazione si gioca su tantissimi piani che vedete elencati qui, ma si gioca anche sul piano dell'integrazione tra umano e digitale. Questa è la mascotte del mio centro, questo batragallo, questo incrocio tra un pappagale e un batrace, tra un pappagale e una rana, che rappresenta proprio l'idea che per costruire dei processi di apprendimento che usino tutte i tassi dal pianoforte, che riescano a sfruttare al meglio tutto quello che questo mondo ci offre di fisico, di digitale, di artificiale o di umano, dobbiamo lavorare su strategie di hybrid thinking, cioè di progettazione che considerino il nostro mondo antropico naturalmente, costituito di parti fisiche, di parti virtuali, di parti umani e di parti artificiali. Non è un processo semplice, noi ci stiamo lavorando da anni su questo tema, anche cercando di mettere a punto metodologie di progettazione che aiutino i docenti e i formatori a perseguire queste strade, ma come si dice se non si incomincia non ci arriveremo mai e forse da qui possiamo incominciare. Grazie, grazie a tutti. Complimenti per la mascotte veramente carina, ma volevo chiederle professoressa, quindi sostanzialmente vietare è inutile, oltre che controproducente perché ti stai togliendo un alleato. Che cosa bisogna fare allora? Per la chiave e ibridazione facciamo un esempio cosa state facendo al Politecnico, perché non abbiamo detto che il vostro centro si chiama Metodi e Tecnologie Innovative per la Didattica e che formate i vostri 2.500 docenti e 45.000 studenti, ma non si può attendere, bisogna trovare dei metodi di insegnamento un po' diversi, anche di valutazione, verifica. Cosa state facendo voi? Noi stiamo agendo su vari fronti, il primo è quello di responsabilità sociale, essendo un'università pubblica per cui abbiamo messo a disposizione di tutti gratuitamente una serie di MOOC, cioè corsi online aperti sul portale Polimi Open Knowledge, sull'intelligenza artificiale, sia sugli aspetti tecnologici che su quelli legali e su quelli etici. Il fatto che il corso di etica sia stato il primo che è uscito, prima di quelli tecnologici, mi rende particolarmente orgogliosa, perché credo che sia veramente molto importante. L'altro fronte sul quale stiamo lavorando è proprio quello dello sviluppo degli strumenti, nel senso che stiamo lavorando con il nostro centro AIRIC, il Centro di Ricerca sull'intelligenza artificiale, ha uno strumento che si chiama My Learning Talk, che è sostanzialmente addestrato sui contenuti di ciascuna corso universitario e prevede anche tutta una serie di strumenti di supporto per il processo d'apprendimento, per cui ogni studente può apprendere l'argomento dialogando con l'intelligenza artificiale, dall'intelligenza artificiale riceve anche domande che sollecitano la sua curiosità, può essere interrogato dalla intelligenza artificiale e ricevere feedback, può farsi fare degli esempi contestualizzati e soprattutto ha costantemente in tutti i ritorni che ha i rimandi ai libri, ai libri di testo, le dispense ai materiali. Quando parlo di AIBRID Thinking in pratica vuol dire esattamente questo, non pensare che ci sia nessuna forma di sostituzione, perché ovviamente questo strumento non sostituirà il docente, sarà un'opportunità in più, i primi strumenti che li hanno utilizzati, non mi sembrava vero di avere un docente 24 ore al giorno a mia disposizione, e già perché io non sono a disposizione 24 ore al giorno e poi di uno alla volta, quindi bisogna lavorare sempre in una logica di integrazione, compreso con le tipologie di fonti, i libri sono importantissimi e dobbiamo insegnare ai nostri studenti come è diverso costruire un pensiero scrivendolo a mano, scrivendolo al PC o dialogando con un'intelligenza artificiale, come è diverso capire un pensiero ascoltandolo da un podcast, leggendolo in un libro, guardando un video, questo tipo di educazione ce la siamo lasciata scappare, non ce ne siamo occupati e adesso forse è il momento invece di occuparsene. Grazie, grazie davvero. Che spunti ne traiamo per una scuola di management? Perché alla fine la formazione è continua, dobbiamo tutti continuare a studiare, ma poi i dirigenti, le persone che voi formate anche della pubblica amministrazione devono guidare questo cambiamento? Certo, per fare questo abbiamo bisogno noi stessi di imparare all'interno, infatti abbiamo formato un Academy e io ho anche il piacere e l'onore di annunciarvi che ieri al forum della pubblica amministrazione siamo stati menzionati, abbiamo vinto un premio per la PIA nella classifica PIA competente, nella categoria meglio PIA competente, proprio per il tema di innovare la formazione con l'intelligenza artificiale anticipiamo le competenze del futuro, quindi stiamo già lavorando per quello, soprattutto per trasferire le nostre conoscenze e quello che abbiamo imparato all'interno della nostra Academy, anche all'interno soprattutto della PIA ma poi di tutto il sistema. Qui voglio ringraziare Nicola Villa che è responsabile dell'unità trasformazione digitale e innovazione, che è con il suo staff, grazie a Nicola e grazie anche al supporto che ci dà sempre la Direttrice generale Paolo Borz, con il suo staff ha messo insieme un programma che purtroppo non abbiamo il tempo di dettagliare ma comunque è stato un approccio importante per noi e un riconoscimento. Poi, in questo momento siamo impegnati attraverso l'Academy ma siamo anche impegnati attraverso diversi progetti e per stare solo sull'intelligenza artificiale e per essere sintetici sui progetti bandiera del PNRR che riguardano per esempio protezione civile, turismo e famiglia, stiamo lavorando con un gruppo di lavoro fatto da Trentino Digitale, da FBK, dall'azienda sanitaria della provincia autonoma di Trento per sviluppare soluzioni verticali. Il nostro compito è quello del supporto alla formazione. Come ben ci ha detto Susanna San Cassani, la formazione in questi processi diventa un elemento strategico e su quello però bisogna anche imparare nuovi modi di fare formazione e qua c'è il nostro impegno. Ne parlavo proprio stamattina con il dirigente generale del Dipartimento del Personale, il quale gestisce la complessità del lavoro di oltre 4.000 dipendenti e ci sono già delle iniziative in corso a cui noi diamo il supporto per preparare proprio le risorse umane. Con la provincia si stanno intercettando e mappando i processi delle infrastrutture su cui si andrà a impiantare l'intelligenza artificiale e si sta studiando una norma apposita da implementare per rendere, ecco qui un argomento complesso, per rendere trasparenti e razionali alla base degli algoritmi che presidono l'erogazione dei servizi. Questo è un lavoro impegnativo ed enorme. E poi guarda caso, con il DOPA siamo fortemente impegnati perché sempre sul tema della formazione ci deve essere un approccio alla complessità e al futuro che ci aspetta. Questo è lo schema in cui... Noi siamo sicuri però che in tutto questo ci dovrà essere una leadership e una governa strategica, soprattutto da parte dei dirigenti pubblici. Parliamo prima di manager, lei mi chiedeva per quanto riguarda. Loro dovranno essere i premi probabilmente, dovranno essere consapevoli e prendere coscienza. E si sta cominciando perché uno dei progetti che abbiamo è proprio di organizzare un percorso executive sulla strategia dell'intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione, quindi per rispondere a lei concretamente. Però è chiaro che da parte loro con il supporto massimo che potremmo dare a noi, ma poi si può fare un discorso generale per tutta la pubblica amministrazione, ci dovrà essere una assunzione di responsabilità perché l'intelligenza artificiale abbia anche un impatto empatico e non di rigetto. Quindi bisogna trovare anche la giusta maniera per proporre questo cambiamento di paragrima. E poi sicuramente non dobbiamo dimenticare, qui salta fuori da uno speciale sull'intelligenza artificiale pubblicato poco prima del forum, proprio dal forum PA, i 57, adesso le percentuali magari possono, più di 3,2 milioni di dipendenti pubblici saranno altamente esposti, nel senso che potranno in qualche modo avere un supporto importante quindi dall'intelligenza artificiale. Il 28% avrà un moderato apporto, però non dobbiamo dimenticare che la previsione è che ci sia anche un 15% più o meno che non subirà nessuna influenza e quindi rischierà di essere una risoluzione umana obsoleta. E su questo bisogna lavorare perché bisogna recuperare. Questo lo sto dicendo per quanto riguarda la pubblica amministrazione, ma chiaramente è un discorso generale che bisogna riportare a tutto quello che è un problema sociale che potrebbe diventare veramente importante. E infatti uno delle paure che viene messa in alto quando si vanno a intervistare le persone che lavorano è il timore di perdere spesso il posto di lavoro. Su questo quindi sarà opportuno che noi lavoriamo. La formazione come la vediamo noi diminuisce il rischio del lavoratorio obsoleto, crea maggiore competitività all'intero sistema, la sistema paese. E poi detto in maniera brutale anche per quanto riguarda molte altre professioni, in qualche modo può prevenire o quanto meno frenare anche l'incidenza purtroppo in me, bisogna dirlo anche di licenziamenti di massa. Penso che su questo dobbiamo essere molto consapevoli anche se non riguarderà forse il primo impatto la pubblica amministrazione ma riguarda tutto il lavoro dell'impresa e su questo c'è una discussione enorme in atto. Ecco assolutamente non bisogna perdere posti di lavoro però bisogna anche capire che certi lavori un po' più ripetitivi magari andranno poi a ridimensionarsi e quindi bisognerà spostarsi sull'essere umano, si deve spostare sempre su livelli più alti. Quindi una volta che è aiutato dall'intelligenza artificiale deve anche poi evolvere nella conoscenza, nella formazione e quindi spostarsi su dei lavori più di alto livello di cui l'importanza è di continuare a studiare. Ecco quindi questa è la sfida che abbiamo. Io vorrei chiedere in sala se ci sono delle domande e sentitevi liberi di fare domande negli ultimi minuti. Quindi non so se ce ne sono, prego. Abbiamo un microfono? Si deve girare verso la telecamera o sentiamo il sonoro? Benissimo. Buonasera, grazie mille. In quale misura i professionisti di alto livello della formazione sono coinvolti nei processi di sviluppo di queste tecnologie e non solo nel lato utilizzatore? Perché sarebbe molto importante che il feedback migliorasse la performance di queste cose con un'attenzione a questi aspetti. Vedo tanto concentrarsi sul come lo usiamo, a mia conoscenza ovviamente, per questo la domanda a voi che siete gli esperti. Invece sarebbe forse importante mappare come il mondo della formazione sta partecipando all'evoluzione di queste cose. Il panorama dell'intelligenza attività generativa è costituita da dei motori, da dei large language model che hanno una funzione generale come per esempio c'è a GPT e piuttosto che i Gemini, che non sono pensati per la formazione, sono pensati come strumenti di accesso alla conoscenza e che seguono nella loro realizzazione i processi che le loro investizioni hanno in questo modo. Le imprese, oltretutto senza la supervisione in realtà quasi di nessuno, portano avanti. Una cosa diversa sono invece gli strumenti mirati per la formazione. Se voi cercate in rete strumenti basati su AI tool, AI based for teaching and learning, ne trovate una marea. Trovate soprattutto ovviamente, sviluppati in ambito anglosassone, strumenti pensati a supporto dei docenti per facilitare i processi di gestione didattica, sia quelli di tipo organizzativo che di quelli di tipo progettuale. In quelli è stato interesse delle startup che gli hanno promossi coinvolgere formatori o docenti nella loro progettazione, perché se andate a vedere ne hanno evidentemente raccolto i bisogni. Il problema è che sono anglosassoni, per cui vengono da quel modo di vedere l'educazione e la formazione che non necessariamente è il nostro, in particolare, della Sud Europa. Quindi sarebbe molto importante che nascesse un AI generativo per la formazione delle applicazioni verticali, però delle applicazioni verticali per la formazione ed educazione, basate sui valori e le tradizioni formative europee e italiane in particolare. Questo è per esempio il lavoro che stiamo facendo con lo strumento che ci stiamo facendo in Politecnico, quello di cui parlavo, My Learning Talk, che è fatto esattamente insieme ai docenti. Viene progettato e studiato insieme ai docenti e agli studenti, che forse sono ancora, anzi sicuramente sono ancora più importanti dei docenti, per capire effettivamente che cosa può facilitare il processo formativo e che cosa invece rischia di trasformarsi in una perdita educativa. Però dal punto di vista del sistema Paese siamo sicuramente indietro rispetto alle verticalizzazioni sull'EdTech basata sull'AI e sarebbe importantissimo sostenerla anche con i sistemi, le tradizioni e la cultura educativa. Abbiamo una storia di cultura educativa dalla Monte Sori in avanti, che voglio dire potrebbe dare un contributo ricchissimo e che ovviamente è sottoutilizzata dai tool basati in ambito anglosassone. Se posso dare una piccola risposta dal punto di vista di TSM, c'è un esatto parallelo a quanto ha detto la professoressa San Cassani. Parlava di docenti, docenti abbiamo un network, diceva Puccanzi la dottoressa, abbiamo un network di circa 1200 fraformatori e specialisti da cui peschiamo il meglio ogni volta che ci serve per una formazione di eccellenza. Anche noi dobbiamo ipotizzare che dovremmo fare una sorta di programma perché con i nostri docenti dovremmo confrontarci anche su questo tema perché cambieranno i modelli e cambierà la formazione, quindi avremo anche noi bisogno. Poi dice la professoressa, ma anche gli studenti che sono i più importanti, ecco i nostri studenti io li vedo in questo momento parlando ovviamente per la parte preponderante di lavoro che facciamo, che è per la pubblica amministrazione, dal nostro punto di vista lei dice bisogna coinvolgere anche gli studenti. E io dico dobbiamo coinvolgere tutte le risorse umane che stanno nella pubblica amministrazione, ecco il parallelo perché innanzitutto sui processi che bisogna automatizzare o che bisogna in qualche modo rendere copilotati come si usa a dire adesso, loro sono quelli che ne sanno di più delle procedure che stanno facendo, giuste o sbagliate che siano, quindi loro vanno coinvolti e saranno opportunamente stimolati anche attraverso consapevolezza, formazione ed incentivo mi auguro anche per farlo e si stessi che potranno dare dei contributi. Lei un giorno in una sua presentazione ha parlato del fatto che ogni professionista dovrà avere il suo dominio, ha definito dominio, faceva riferimento all'avvocato che dovrà imparare con l'intelligenza artificiale a formulare i giusti quesiti da portare in causa in tribunale. L'equivalente lo vedo anche nella pubblica amministrazione, dovremo in qualche modo supportare le nostre persone che lavorano nella pubblica amministrazione perché a loro volta diano tutti quegli elementi che possono migliorare tutta la situazione dell'acqua. Quindi c'è un parallelo. Non so se abbiamo visto. Bisogna creare gruppi di lavoro sicuramente interdisciplinari e anche con competenze diverse. Avevo visto forse un'altra domanda, prego, e poi andiamo a terminare. Io sono un medico, per i complimenti ai relatori, però vorrei anche una domanda. Abbiamo visto che l'intelligenza artificiale viene già usata nell'industria farmaceutica e che quindi attraverso questo tipo di ricerca si può ottenere un vaccino in pochissimo tempo che però viene basato sulla stimolazione genica di una proteina e ottene dei risultati sezionali. Però è stata concesso questa autorizzazione che autorizzando la spiegazione di ciò che poteva succedere nel 2026. Quindi tutti abbiamo fatto la vaccinazione, io compreso, abbiamo salvato il mondo e quindi abbiamo avuto un risultato eccezionale. E questo l'industria ce l'ha detto. In questo momento però non sappiamo i risultati finali. La stessa industria riconosce che ci sono delle complicazioni molto serie. Ritira i vaccini, inoltre è certificato che ci sono delle miocardite nei bambini. Quindi di fronte a questa situazione qui, in cui c'è una faccia della medaglia che dice che abbiamo fatto delle cose eccezionali, con un'intelligenza fredda, senza un'empatia. Perché ci fa dei calcoli, ci dice che questa è la cosa migliore. E poi chiediamo a questa intelligenza fredda di darci risultati nel 2026. Vorrei parlare anche della seconda parte della medaglia. Ci sono delle situazioni in cui l'intelligenza fredda viene usata in modo strumentale opportunistico. Per esempio, adesso parliamo dell'empatia che deve avere il medico. Attualmente i medici curanti non visitano più, si telefona solo e si dice che questo sintomo passa in farmacia. Stiamo parlando di empatia, dobbiamo relazionarci col pubblico. I nostri medici giovani hanno i protocolli. Esistono i falsi negativi, i falsi positivi. Io ho 74 anni, ho visto 57.000 persone. Nessuno risposta più. La risposta che dicono che questo è il protocollo, ma il problema è di un singolo individuo, non della statistica. Vorrei che destri una risposta a questo tipo di comportamento o di sistema procedurale che ha un'informazione esponenziale in una situazione di risposta utile che non abbia fatti con le arterali troppo esagerate. Questa risposta qui non viene data. Io penso che, mi dicevano che non si potrebbe fare sperimentazioni sull'uomo. La prima volta al mondo abbiamo usato un'intelligenza artificiale e abbiamo usato l'uomo come sperimentazione. Allora, un guardi puntolizzo visto che mi sono occupata anche di divulgazione scientifica e che l'anno prossimo avremo Katlin Karikò. Vedrà che lei stessa che non è intelligenza artificiale, è intelligenza umana quella che ha creato il metodo dell'MRNA, quindi dell'RNA messaggero, che gli ha consentito di vincere il premio Nobel due anni fa e che ha poi portato alla nascita dei vaccini e che abbiamo visto e sperimentato. Però è stato ritirato il vaccino solo di una delle industrie farmaceutiche e non tutto. Quindi, effettivamente, questo potrebbe aprire degli scenari. Bisognerà analizzare questi dati con l'intelligenza artificiale. Non prendiamola come una fredda nemico, l'intelligenza artificiale può aiutarci a elaborare bene anche i dati e a capire esattamente le statistiche anche in momenti di pandemici così drammatici come quelli che abbiamo vissuto. La razionalità umana poi nella parte di applicazione degli output alla realtà, finché la realtà non viene modificata direttamente attraverso dei meccanismi robotici governati nell'intelligenza artificiale che in alcuni settori, come per esempio quello delle armi, già funziona, resta responsabilità umana. C'è il tema della responsabilità. Tra le tante domande che ci dobbiamo riporre di nuovo in questa fase storica, cosa significa avere la responsabilità di un processo, di una diagnosi, della redazione di un atto e così via? Credo che questo tema della responsabilità vada rimesso al centro. L'uomo deve rimanere al centro. Io devo chiudere il collegamento per lo streaming, quindi vi ringrazio tutti e continuiamo con il festival dell'economia di Trento. Grazie. Grazie.
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}