2024, rebus Stati Uniti
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2024, rebus Stati Uniti
Un'uomo per la comunità Amara.org Buongiorno, buongiorno, benvenuti. Grazie di essere qui. Buongiorno e benvenuto al generale Luzzi. Grazie di aver accettato il nostro invito a dialogare oggi su legalità, solidarietà, militarità, come cambia l'arma dei carabinieri. Grazie e buongiorno, presidente Flick. Aspetti che l'aiuto. Il presidente Flick, lo chiamo presidente perché presiede il comitato etico dell'arma dei carabinieri, l'ha avuto presidente. Il generale Luzzi mi ha autorizzato a promuoverla sul palco a presidente del comitato etico dell'arma dei carabinieri, ma come sapete è già stato ministro, ministro della giustizia, presidente della Corte Costituzionale, quindi una voce autorevole, affidabile e un rapporto anche intenso e straordinario con l'arma dei carabinieri. Perché leggevo proprio qualche giorno fa o addirittura ieri un sondaggio delle Eurispes, fatto insomma tra diverse istituzioni, organi dello Stato, che metteva tra i primissimi posti l'arma dei carabinieri, ma soprattutto registrava un aumento della fiducia e della popolarità dell'arma dei carabinieri. Lei si sa spiegare il motivo, c'è una maggiore paura degli italiani c'è invece un maggiore senso di fiducia nell'arma, come spiega questa? La spiego io credo col fatto che l'arma sta lavorando molto nello sviluppo di quella prospettiva dello slogan della benemerita, è considerata benemerita l'arma, nella tradizione, cioè dell'intervento dell'arma sul piano della solidarietà e della traduzione della solidarietà. E' una vera verità nel rispetto della legge di fronte a tutti gli episodi di fragilità e di difficoltà che abbiamo nel nostro Paese, cominciare degli episodi di fragilità del territorio, frane, alluvioni, terremoti, addirittura anche terremoti, e dalle situazioni di fragilità personale, di solitudine dei soggetti disradattati. Io credo che in questo l'arma sta sviluppando molto, e in questo modo, a mio avviso, si deve continuare a svilupparlo, un discorso di militarità intesa nel senso della solidarietà. Le tradizioni militari che l'arma ha nel primo risorgimento, l'unità d'Italia, e nel secondo risorgimento, aver cooperato attivamente nella resistenza che è madre della Costituzione, che è venuta nel 1946-48, è fondamentale. Adesso c'è un terzo risorgimento che lega l'Italia all'Europa e nel quale sta avanzando pesantemente l'istanza di solidarietà. L'arma mi pare partecipi a questo discorso molto attivamente, continuando a coniugare tutela della legalità, tutela dell'eguaglianza, di osservanza delle leggi, quindi, il cui obiettivo, l'obiettivo dei principi fondamentali, è soprattutto la pari dignità sociale, che vale anche per i soggetti più fragili. Generale, lo so che chiedere ai vertici dell'arma dei Carabinieri le ragioni di un successo può essere imbarazzante, ma lei condivide quello che ha detto il presidente Flick, cioè veramente l'arma sta incrociando di più i bisogni degli italiani e c'è un'idea di militarità meno legata alla forza e più alla solidarietà? Assolutamente sì. Qual è il tema della modernità? L'arma dei Carabinieri si sta adattando a una società che cambia e anche a sensibilità del cittadino che cambiano. I sondaggi ci hanno dato in questo sondaggio RISPES tra i primi posti, ma al di là dei primi posti va letto il dato nelle sue linee generali. Il dato dice che gli italiani hanno fiducia dell'istituzione dei Carabinieri. Sono convinto che la fiducia non deriva dall'attività di polizia classica che tutte le forze di polizia al mondo fanno, ma deriva da quel quid in più che è la capacità di dare rassicurazione sociale. C'è una capacità di ascolto e dialogo col cittadino, ovviamente parlo dei massimi sistemi, e questo è l'elemento più qualificante. Quindi essere vicini alla gente nei momenti di difficoltà, ne citano per tutti perché l'ho vissuto direttamente sulle mie spalle della Luvione in Emilia-Romagna un anno e qualche giorno fa. Io sono romagnolo, quindi ho avuto percezione immediata di quello che è successo, anche perché ho avuto casa mia che si è salvata per 30 centimetri. Quindi la vicinanza dei Carabinieri, nel momento di difficoltà, il primo intervento, come sempre hanno fatto, ha dato un segnale della presenza dello Stato, dell'istituzione, che la gente apprezza molto di più di quello che sono a volte alcune dinamiche di lotta al crimine, perché la gente oggi vive un momento di incertezza, io direi anche di preoccupazione. I italiani oggi sono preoccupati, comunque la situazione internazionale è quella sotto gli occhi di tutti. Intanto ci sono preoccupazioni per il futuro dei nostri figli, e quindi avere una istituzione rispetto alla quale il cittadino ha fiducia e la guarda anche in termini di capacità solidaristica all'istituzione è fondamentale. Io dico di più, noi abbiamo rapporti di collaborazione con 73 paesi, scambi, interscambi con Gendarmerie, Forza di Polizia, Stato Subilitare, 73 paesi che sono tanti, tutti guardano all'arma come un riferimento organizzativo, ma soprattutto guardano all'arma con questa capacità di dialogare coi cittadini. E parlo di paesi per noi in questo momento impensabili, il mondo arabo, paesi che cercano di imitare, che chiedono a noi come fare per avere un rapporto sereno con il cittadino, come fare per stare vicino a gente al di là di quella che ha funzione di polizia tradizionale. Quindi diciamo la militarità solidaristica mi piace, non avrei pensato in queste due parole, ma rifratendoci sono profondamente significative, perché militare significa essere organizzato, significa essere efficiente, significa essere disponibile, significa avere anche quel senso di sacrificio che nel nostro lavoro è richiesto. L'arma, se perde la militarità, è un'organizzazione infinita e sono certo che anche la Guardia Finanza, dialogando con loro ogni giorno se perde la militarità, sarebbe un'altra Guardia di Finanza. Il fatto di essere militare significa efficienza, ma significa oggi interpretare i bisogni dei cittadini che sono bisogni soprattutto di tipo civile, di attenzione e di solidarietà. La stazione Carabinieri deve essere la famiglia che ti accanto, la famiglia vicino, il buon vicinato. Tu sai che la stazione sta accanto a te, magari non hai la confidenza, non ci vai a pranzo, non ci vai a cena, però sai che nel momento di difficoltà, nel momento che hai un'esigenza, sai che c'è un portone che deve andare a bussare e chiedere aiuto e avere l'aspettativa di questo aiuto. E questo credo sia la percezione principale degli anni rispetto all'istituzione di Carabinieri. È un rapporto fiduciario perché sanno che ovunque ci sia esigenza, comunque i Carabinieri ci saranno. Presidente, le volevo chiedere, ma anche in questa nuova versante della solidarietà, c'è un bisogno di formazione, c'è stata una formazione nell'arma dei Carabinieri e mi incuriosisce una cosa, lei ha modificato il motto dei Carabinieri. Invece di usi, no? Obedir tacendo, usi, obedir pensando. Partiamo previssimamente dal fatto che la nostra Costituzione contiene dei principi fondamentali. Tra questi principi fondamentali c'è l'articolo 1, democrazia, lavoro, sovranità popolare. L'articolo 2, non posso citare tutti, è per carità, state tranquilli, diritti inviolabili e doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. L'articolo 3 che ci dice dove andiamo a parare, pari dignità sociale, di tutti, di tutti, di tutti compresi i soggetti più fragili, sono quelli con cui spesso l'arma si trova a doversi confrontare. Ma c'è anche qualcosa di più, un articolo 9, quello che veniva liquidato come tutela dell'ambiente e che è molto importante perché a mio avviso sta costituzionalizzando attraverso una riforma di due anni fa, di cui ci siamo avuti conto fino a un certo punto, lo sviluppo sostenibile. Sostenibile per chi? Per il mercato? Per gli oligarchi delle piattaforme informatiche? Per il rapporto tra profitto e potere? No, sostenibile per la persona umana e quindi per la sua centralità. E quindi per quel discorso di impegno alla pari dignità sociale che l'arma sta cominciando fortemente, l'arma ha sempre praticato, ma che sta sviluppando anche nella formazione dei suoi organici perché la militarità non va intesa soltanto come autorità o come partecipazione a efficienza della guerra. La militarità è il fatto che la disponibilità della forza, che è necessaria, e quindi il riconoscimento dell'autorità, del vincolo gerarchico, del comando, è necessario per l'efficienza dello svolgimento dei propri compiti. E io credo che per portare avanti il discorso di attuazione di quello sviluppo sostenibile della persona umana e non dell'ambiente in cui la persona umana vive, passa anche attraverso la formazione dei carabinieri, che mi pare ricordava il generale, si sta facendo qualche iniziativa, l'abbiamo anche fatta insieme, proprio perché siano consapevoli dei valori che la Costituzione prevede e del problema della loro attuazione attraverso leggi che non sempre sono efficienti, ma lì ci deve pensare la Corte Costituzionale. Tutto qua, o meglio, tutto ma molto qua in questo discorso, di una formazione che è anche una testimonianza nei confronti della gente, sia perché la gente dia loro quella fiducia che si meritano, sia perché loro continuino a meritarsela, certo le mele magici sono dappertutto, ma però vanno affrontate, ma soprattutto va dato a tutti nell'ambito della scala gerarchica, della ripartizione delle competenze e delle responsabilità, questa constatazione, la constatazione che l'autorità, il comando, l'attuazione, l'obbedienza all'ordine, la disciplina, sono fondamentali per quel risultato di cui parlavamo prima. A proposito di questo, della formazione, mi viene in mente che i fronti che adesso dovete presidiare, di cui dovete occuparvi, stanno velocemente cambiando, mi riferisco alle tecnologie, all'informatica, mi riferisco anche alle minacce che adesso non sono più appunto presidiare il territorio, ma le grandi infrastrutture, cioè siamo passati anche in questo campo su un settore completamente nuovo, su cui è richiesto una formazione, un aggiornamento, anche una collaborazione internazionale, lei prima parlava di collaborazione o comunque dialogo con 73 paesi. Ecco, a che punto siamo su quel fronte, siamo attrezzati e le minacce sono reali anche in questo quadro internazionale nuovo? Il mondo sta cambiando velocemente, il vero elemento di qualità di questo momento storico è il velocemente, l'averbio velocemente, come ha detto lei, che il mondo cambi nella dinamica dell'umanità, ma cambiare così velocemente significa doversi adattare velocemente a quelli che sono i nuovi bisogni, le nuove esigenze dei cittadini e questo non è un tema così semplice da affrontare. Però devo dire che l'Arma già da diverso tempo si è reso conto di questo cambiamento della società e quindi dell'esigenza di sicurezza e si è via via adattata a quello che è sentire nuovo dei cittadini. Oggi abbiamo portato l'esperienza del territorio dentro il web, votando le situazioni, ovviamente è un problema non semplice, subentano aspetti giuridici, subentano capacità del nostro personale, subentano sensibilità diverse del cittadino. Sostanzialmente oggi abbiamo le tecnologie del web che sono un mondo parallelo al mondo reale. Se ci pensiamo bene dentro il web c'è tanto di bello, ci sono contratti economici, c'è tanta socializzazione anche positiva, ci sono tante aspettative di conoscenza ma c'è anche tanto crimine e questa è la parte che a noi sta molto più a cuore. Noi ci siamo organizzati già da tempo con una rete di cyber investigation a livello nazionale, con particolare qualificazione presso alcuni organismi deputati alla lotta dei grandi crimini, uno fra tutti il CIT e ROS. È una rete che sta funzionando bene, quindi ci rimane che ampliarla, però l'ampliamento richiede tempo, richiede soprattutto un elemento che in questo momento l'Italia non ha personale. C'è l'Italia purtroppo sia in termini di alta specializzazione, parlo di laureati nel settore informatico, ma soprattutto parlo di operatori, parliamo di ragazzi e diplomati in grado di collaborare nella gestione dei sistemi, almeno ne abbiamo troppo pochi perché comunque il mercato privato è più attrattivo rispetto a quello pubblico e questo è il nostro oggi limite che abbiamo bisogno di far crescere anche la società per prenderci personale da buttare nel settore. Questo penso che l'ARMA è stata anche antesignana, sia ben organizzata, siamo molto contenti dei risultati che stiamo ottenendo e lì facciamo quello che facciamo nel mondo reale, i pattugliamenti. Ricordo tutti che il web è qualcosa di immenso, molto più di quello che noi pensiamo, soprattutto se pensiamo al deep web o al dark web, come lo vogliamo chiamare, l'80% è quello nascosto, un po' come un iceberg, l'appunto è il 10% quello che vediamo è che se navighiamo rischiamo di scontrarci, sotto c'è il 90% del ghiaccio sommerso che non sappiamo come è fatto e dove va. La consapevolezza è questa, ha portato a fare indagini, ovviamente ha ragione veduta, soprattutto in materia di terrorismo, proselitismo al terrorismo, soprattutto in materia di finanziamento al terrorismo e soprattutto in materia di alcuni reati che sono particolarmente avvertiti dagli italiani come gravi, appedo pornografia, non faccio solo un esempio per farmi capire questa espressione. Quindi il web è qualcosa di indefinito, perché non è che c'è l'autorità web. C'è adesso anche il furto dei dati personali, cosa che noi non... Nel web si sta verificando esattamente quello che si verifica nella realtà umana, terra e territoriale delle cose, è chiaro che c'è di tutto. Ci sono anche nuove tecnologie che possono essere usate sapientemente a fine della tutela della collettività. Non si parla tanto di intelligenze artificiali, cui limiti ancora non si sono ben capiti e non sappiamo dove può andare, ma ci sono anche delle possibili deviazioni di queste tecnologie ai danni dei cittadini. Parlavo di furto di dignità, ma questo ormai è diventato in me quasi un reato frequente, molto più di quello che noi pensiamo. Ma basta che c'è una esigenza di tutela della privacy. Se adesso qua noi prendiamo tutti internet, se ci digitiamo solo 24 ore abbonamento al giornale, domani arriveranno tutta una serie di messaggi, diciamo non ti vuoi abbonare, abbonare solo 24 ore, ti vuoi abbonare... Io vi consiglio di abbonarvi naturalmente. E se non succede che il messaggio che arriverà non sarà solo 24 ore, sarà di un'altra testata, di un'altra testata internazionale. Questo per dire, il tema della privacy è un altro tema delicatissimo, ma molto delicato. Noi ovviamente non siamo in grado di tutelare la privacy. Facciamo il nostro meglio, esattamente come lo facciamo nelle venienze ordinarie, attraverso un pattugliamento, attraverso poi indagini laddove emergono del fattereato. Due argomenti, così serve anche per far capire quello che si fa. Il tema delle criptovalute. Girano miliardi nelle criptovalute. Diversamente dall'euro o dal dollaro, c'è uno stato che garantisce che la criptovaluta è tutto molto più sommerso, tutto più indecifrato. E soprattutto sono anche meccanismi che si prestano al riciclaggio, che è uno dei grandi temi da combattere per tutela dei principi dell'economia. Noi abbiamo una sezione positivamente organizzata già da qualche anno per il contrasto, per il controllo e per l'indagine in termini di criptovaluta. Adesso ne apriremo un'altra a breve a Milano, perché questo è un altro tema che ci sta molto a cuore. La finanza sta facendo altrettanto, ovviamente nell'ambito delle loro competenze di polizia economico-finanziaria. E questo è un aspetto. Poi c'è un altro aspetto legato anche ai comportamenti umani. Le criptofonie. In Europa ci sono 200.000 telefonini criptati. In Italia circa 20.000 telefonini criptati. Cioè parla un telefonino con l'altro la cui piattaforma di scambio non è in Italia o negli Stati Uniti, come succede magari con Whatsapp, a cui si può discutere se è intercettabile o non. No, le piattaforme che si trovano in Bielorussia, Kazakistan, Uzbekistan, praticamente completamente fuori controllo. E in questi 20.000 telefonini c'è una parte che vengono utilizzati della criminità organizzata, soprattutto il traffico di stupefacenti. In collaborazione con la gendarmeria francese sono state bucate molte di queste piattaforme. La gendarmeria francese e autorità cibernetica in Francia hanno una legislazione molto d'assalto i francesi, cose che noi non abbiamo, però sono stati a recuperare tanti dati a fini investigativi. E allora qui ci sono una serie poi di tematiche vanno ad essere affrontate. Quanto l'Italia possa aggredire queste piattaforme? Certo. Azioni d'assalto, chiudo, è un tema. L'altro tema è l'utilizzo di questi dati acquisiti in maniera un po' piratesca dai francesi rispetto ai procedimenti penali italiani che sono garantisti, giustamente, siamo una democrazia. E quindi sono temi molto complessi, ma noi ci siamo, perché adesso coi francesi collaboriamo, sono reduci da un incontro anche ieri che abbiamo fatto anche su questo tema, in termini di collaborazione, che c'è una collaborazione totale, perché la collaborazione internazionale è anche su questo argomento importante. No, ma lei diceva una cosa interessante a proposito della legislazione, faceva un confronto con la legislazione francese che è molto avanti. Io su questo volevo interpellare proprio il presidente Flick e chiedergli se, appunto, queste nuove tecnologie, nuovo tipo di reati, ma anche il concetto stesso di guerra e pace con l'informatica cambia i contorni e se abbiamo una legislazione, una costituzione, diciamo... Adatta a... Abbiamo una costituzione che troppi dicono, è vecchia e va cambiata. Io credo che va in qualche parte adeguata, ma fermandosi lì, perché ci ha dato 70 anni di ragionevole tranquillità e libertà. Molte volte il dire che la costituzione va cambiata perché non è più attuale e per nascondere la responsabilità politica di tutti, io non entro nel merito, nel non averla adeguata, ma prima ancora nel non averla attuata. Io credo che l'obiettivo dei carabinieri debba essere, ho citato semplicativamente, il carabiniere tecnologico e il carabiniere forestale. Perché? Perché abbiamo due urgenze dinnanzi a noi, globali. L'urgenza del clima, del riscaldamento del pianeta, del cambiamento del clima, che è l'urgenza di mettere fine allo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. Questo richiede un intervento forte, di formazione, di educazione e di prevenzione e di repressione. I carabinieri con la loro capillarità sono necessari da questo punto di vista, proprio per la loro presenza da personale, e per quello che accennava il generale Luzzi sulla prossimità del carabiniere. Io aggiungo anche un'altra cosa, perché usi a obbedir pensando. Perché conoscere questi valori vuol dire avere maggior convincimento e maggior possibilità di applicarli nella veste del carabiniere. La seconda urgenza essenziale altrettanto è quella della trattazione del carabiniero. Noi siamo arrivati a questo livello per l'urgenza ambientale, perché per lungo tempo ce ne siamo disinteressati. Poche persone ne parlavano, buttavano l'allarme e noi non ci facevamo caso. Adesso abbiamo cominciato a capire, quando abbiamo visto gli ghiacci che si sciolgono, il problema è l'altro anche. Non è solo quello dell'emergenza o della transizione, che è una transizione ecologica che ci costerà parecchio, perché ci costringerà a cambiare modo di vita rispetto alle nostre comodità, ma è anche quello della transizione tecnologica. Finora abbiamo entusiasticamente aderito le conclusioni, i risultati di una tecnologia, passaggio dall'informazione all'informatica, dall'informatica ai big data, all'elaborazione algoritmica e alle piattaforme, e senza rendercene conto ci siamo trovati imprigionati in qualcosa di cui adesso cominciamo a accorgersi. Le violazioni della privacy di cui parlava il generale Luzzi sono furti di identità o primo o dopo. Adesso cominciamo finalmente a capire anche la pericolarità e i rischi dell'eccesso di tecnologia, che tra l'altro si presta in modo formidabile a commettere reati. Ecco perché accanto al carabiniere forestale, quello cioè che lavora per il rispetto della natura e per ritornare a un livello di equilibrio del rapporto tra persona e natura, e infatti la Costituzione ha introdotto il principio della biodiversità, il principio dell'interesse delle generazioni future, delle generazioni che verranno, tutte cose che finora non erano molto. Tutelavamo il paesaggio quando lo tutelavamo, cioè il riferimento al passato e al presente, mentre dobbiamo pensare a cosa capiterà in un domani che già oggi è presente. Accanto al carabiniere forestale ci vuole il carabiniere tecnologico, il quale sappia come utilizzare le risorse che servono per le investigazioni, sono fondamentali nel rispetto delle garanzie. Il banco di prova è appunto il confronto tra Francia e Italia nell'utilizzazione di materiale che secondo la nostra giurisprudenza deve essere utilizzato solo con particolari schemi. Anche questo è necessario, proprio perché lo sviluppo sostenibile è il sviluppo che pone al centro la persona umana, non il mercato, e neppure l'indagine sui crimini, pone al centro la persona nella sua globalità. Io credo che il discorso di formare l'arma in tutti i suoi livelli a questa duplice figura che poi è una forma di strinsecazione, un momento attuale, di una presenza dell'arma in vari settori. Penso all'arma e all'arte, all'arma e alla salute, all'arma e agli incidenti sul lavoro, è una cosa su cui dobbiamo strizzare le antenne e intervenire di più. Ecco, mi pare che questo sia essenziale per il suo futuro. Questo è un discorso molto interessante perché in qualche modo, generale, il presidente Flick racconta una pervasività dell'arma nella società italiana. Ha toccato tanti temi, tecnologico, ambientale, arte. Salute. Salute, incidenti sul lavoro. Quindi c'è proprio una contiguità tra la vita degli italiani e le vostre funzioni. Però a me interessava, visto che lei ha coniato militarità solidarista, ritornare un po' a quel concetto e anche approfondire quello di pervasività e contiguità con gli italiani. Perché così come siete sul campo e presenti per quanto riguarda i cambiamenti tecnologici, ci sono poi anche i cambiamenti sociali, il calo demografico, il calo delle nascite, quindi l'invecchiamento di una società. Quindi in qualche modo tutti i cambiamenti vi chiamano in causa. Immagino anche quello dell'invecchiamento della popolazione che richiede anche da voi non solo una sorveglianza maggiore sulle truffe alle anziani, ma anche una vicinanza, una solidarietà diversa sul territorio. Più bella domanda, non me la poteva fare. Le spiego perché è un tema che è soprattutto la tutela della fascia anziana, un tema che sta particolarmente a cuore all'arma, e questo è giusto, secondo quel principio solidarizio che si diceva prima, ma del quale io sono non convinto, ma assolutamente convinto che dobbiamo fare qualche cosa per la protezione almeno su quelle che sono le nostre funzioni di sicurezza pubblica. Il tasso di natalità è basso, 0,8, quindi significa che gli italiani sono in decremento, ma al di là di questo dato sicuramente gli aziani sono in aumento. Ed è una fascia sociale particolarmente vulnerabile, sotto mille sfacettature, compreso quella sanitaria, ma non è un problema nostro, non siamo in grado noi di intervenire sull'aspetto sanitario. E vi assicuro che ci sono passato sulla mia pelle con mia madre, è un tema molto delicato la gestione di un anziano quando sta poco bene. Poi c'è il tema di tutela dal crimine, e parla truffa agli anziani. Abbiamo avviato con forte determinazione una campagna per abbattere sensibilmente questa piaga, e non a caso uso il termine piaga, è una piaga, perché gli anziani sono vulnerabili, vengono truffati con modalità che ognuno di noi qui parlerebbe da bambini, ma così l'anziano ha certi meccanismi e quindi arriva quello, magari lo convince che il nipote è in pericolo e si fa consegnare 3000 euro, 4000 euro e quant'altro, ma non sono i 4000 euro, è il danno psichico che questo tipo di crimine produce rispetto all'anziano, perché l'anziano poi ce ne rende conto, difficoltà di lui familiare, che non vuole far capire i familiari che lui è vulnerabile, magari spesso i familiari non hanno quella giusta sensibilità per proteggerlo, per tranquillizzarlo, e creano dei veri propri traumi. Noi abbiamo avviato una campagna che a me ha portato arresto di persone, perché dietro ci sono delle organizzazioni, non è il singolo che fa la truffa, ci sono organizzazioni che spesso, di cui una gran parte, fanno riferimento alla campagna, con centralini organizzati anche con persone che hanno anche delle doti psicologiche, con gente sul territorio, quindi da Napoli, telefono a Trento, battono il territorio secondo certi schemi, qua ci sono gente di Trento, vanno un po' a Campione, trovano la vecchietta, le mando subito il maricciallo a prendere 2.000 euro così sistemiamo il problema di suo nipote, quello va lì da 2.000 euro. Dalla campagna è in parte Noma di Sinti, sono due grandi aree di intervento, più ci sono tutta un'altra serie di persone. Che cosa abbiamo fatto noi? Addirà di iniziative legislative, che sono, non noi, mentre l'ha fatto il Ministro interno, il Ministro Pianto D'Ossi, molto attento, e con le altre forze di polizia, e sono in discussione nella Camera, io credo che usciranno queste norme, perché è una necessità primaria tutelare questa fascia di italiani molto vulnerabile, è una questione di etica dello Stato, così un termine pesante, questo è sotto un profilo di intervento legislativo. Poi abbiamo fatto tutta una serie di interventi di sensibilizzazione, con la CEI, con la conferenza episcopale italiana, abbiamo avuto un platchet per contattare gli anziani al termine delle messe domenicali, Valmarisciallo che, in tre minuti, sensibilizza su questo tema. Lo facciamo rispetto ai ragazzi delle scuole, facendo anche per loro di tutelare i nonni, lo abbiamo fatto attraverso accordi con le associazioni degli amministratori condominiali, per noi è importante la sensibilizzazione, e questa sensibilizzazione ha ottenuto risultati, perché da inizio dell'anno abbiamo restato solo 50, a me non piace restare persone, le dico subito, sono contrari tendenzialmente, non è quello il tema dell'arma del restargente, però serve per arginare, ovviamente rispetto alla legge, un fenomeno che è diventato una piaga, in quest'ultimo diuteliana è esplosso in maniera veramente preoccupante. Senta, però a me colpiva, lei diceva la fascia vulnerabile della popolazione, indicando gli anziani e anche sollecitando i ragazzi a tutelare i nonni, ma non sono anche i giovani oggi fascia vulnerabile, proprio per le ragioni che lei diceva prima, cioè per una rete di web informatica e social, anche lì i ragazzi sono esposti a crimini nuovi o semplicemente a una pressione sociale devastante, anche su questo mi pare siate in prima linea. Assolutamente sì, l'altra fascia generazionale che è vulnerabile, perché i ragazzi sono, uso un termine che dà l'idea, tendenzialmente fragili. La mia generazione, già arrivava a 18 anni, era più o meno solido, perché intanto si andava a lavorare da giovani, il lavoro estivo, intanto le famiglie erano un riferimento, anche un arginine nei confronti anche di forme di violenze sociali. Oggi a me la famiglia ha perso un po' lo smato, comunque la famiglia è cambiata, non do un giudizio positivo negativo, è cambiata, perché cambia il mondo, cambia anche la famiglia. Quindi questi ragazzi sono un po' abbandonati da se stessi, non voglio togliere nessuno quello che sta facendo, però sono un po' abbandonati, tendenzialmente tendono a fare reglazioni anche sul web, ma soprattutto una cosa che abbiamo rilevato è che non distinguono più il bene dal male, che sembra una banalità. Cioè talunni comportamenti che tengono sono convinti di esserne il giusto, quando invece addirittura in alcuni casi sono anche penalmente rilevanti. Le faccio un esempio molto semplice. Di fronte a Risse, spesso Risse è nata all'ultimo minuto per la reglazione di giovani ottenute sul web. Le bandi ci sono sempre state, non è una cosa nuova, però la reglazione sul web è una novità. Gente che fra di loro si conosce più di tanto, ma che trovano un momento da sembra, che stanno a squadra di calcio, che vogliono un altro valore, si confrontano ad altri gruppi, la Risse. Dopo che le forze di polizia come fanno individuare i responsabili è difficile. Allora uno si si mette, discorso che si aprì, sull'web e si trova quello che praticamente... Io c'ero e pubblico la foto, magari ho il filmatino che ha fatto, mentre meno un altro. Cioè, allora uno che fa una Risse, che fa violenza nel confronto di un altro soggetto, è palesiamente reato, ma lui non se ne rende conto, tanto che la pubblica su web vantandosene. Quindi il concetto del disvalore è un tema importante. Ora noi che facciamo? Noi di nostro piccolo siamo consapevoli che i ragazzi sono il nostro futuro. Cerchiamo ovviamente per abbattere anche queste tensioni, queste pulsioni, così devianti. Andiamo alle scuole, cerchiamo di parlare con i ragazzi, che serve anche per accorciare la distanza tra l'uniforme e il giovane. E quindi tutta una serie di vantaggi di questo genere. Quindi siamo profondamente convinti, certo non siamo i primi a dover educare i ragazzi, a fargli cambiare mentalità, però diamo il nostro contributo. Però, esatto. Senta, a proposito di questo, il generale dice che non siamo noi che dobbiamo educare i ragazzi. Comunque c'è una funzione che svolgono sulle fasce deboli della popolazione, siano anziani o giovani. In questo l'arma incarna un po' lo spirito della Costituzione, quando parla di unità nazionale di coesione sociale, nazionale. Direi proprio di sì, perché la Costituzione, quando ci parla della conservazione, della tutela della biodiversità, la biodiversità è anche quella culturale e anche le tradizioni, anche il modo di vivere, primo. E quando ci parla di interesse alle future generazioni, apre il discorso del futuro. Cioè, la nostra Costituzione, che si ne dica, è profondamente aperta verso il discorso del futuro e della centralità della persona anche nel futuro. Allora, il valutare, il ricordare il passato, il tenerlo presente, non è solo un fatto di nostalgia o di possibile manipolazione della memoria all'altra finalità di tipo politico, strumentale. È un discorso estremamente importante per ricordarci degli errori attraverso cui siamo passati. Dopo di che, io penso, per esempio, che quando si parla dell'ambiente solo come tutela del paesaggio, no, non è solo la tutela del paesaggio che c'è oggi. È la tutela di fronte a quello che potrà capitare, o la previsione di quanto potrà capitare con l'ulteriore sfruttamento della natura e il cambiamento drammaticamente brutto del paesaggio. E questo è uno dei dati. L'altro dato che mi sembra molto importante è che la dimensione umana va vista nella sua globalità, non soltanto in alcuni aspetti. Allora, per esempio, la paura di fronte alla criminalità che tocca queste nuove tecnologie o la paura di fronte a queste tecnologie, l'intelligenza artificiale prende il controllo della persona. No, non lo prenderà magari, ma è in grado di provocare guasti drammatici se non viene temperata. Il nostro rifetto è un po' quello di quelli che quando Noè costruiva l'arca per salvarsi dal diluvio universale, veniva sfottuto allegramente da tutti quelli che passavano. Gli dicevano, ma che fai? Fai ancora l'arca. E poi, come finita. Ecco, cioè è la saggezza di guardare al futuro attraverso la tenuta presa e di tener presente anche i problemi del passato. Il discorso della moltiplicazione delle occasioni di reato, di scontro, di violenza è tipico di una società nella quale abbiamo perso il senso dei valori. I valori sono quelli che ci sono stati tramandati, che sono stati valutati, che si sono modificati, che si sono accresciuti, che si sono cambiati attraverso la vita insieme. E ho l'impressione che sia fondamentale non solo la tecnologia per evitare le truffe di questo tipo, che sia fondamentale la garanzia della difesa, che è un principio assoluto, che sia fondamentale la garanzia di evitare la separazione e la custodia, la carcerazione di chi è diverso, perché in fondo c'è un po' questa tendenza e lei lo sa come è meglio di me forse. Ma è necessario continuare a valutare il discorso dei principi fondamentali della Costituzione, che a Dio piacendo sono anche quelli di non delegittimare completamente le esperienze positive del passato e di preparare un futuro e soprattutto lasciando che questo futuro venga gestito dall'automatismo delle macchine o dalla logica del profitto senza limiti di chi gestisce le macchine, le piattaforme e gli oligarchi delle piattaforme, perché siamo arrivati a questo punto. Certo, lei però ha appena parlato del passato, delle lezioni del passato e del filo da tenere con il presente e con il futuro. Io ricordo che l'altro giorno c'è stato un anniversario doloroso, la stragia di Capace, quindi noi parliamo del futuro, tecnologia e fasce di popolazioni deboli, però abbiamo dei mali endemici storici come quelle appunto della criminalità organizzata, mafia, Andrangheta, Camorra. Ecco, non è che ce li dimentichiamo per guardare troppo il futuro? No, questo assolutamente no. Per me sarebbe stato molto più semplice parlare di quello che facciamo adesso nei confronti contro la criminalità organizzata con indagini importanti. E sarebbe stato più facile ricordare che abbiamo rezzato Matteo Massina Denaro o che abbiamo sequestrato oltre un miliardo di beni un anno a mafiosi o tutta una serie di soggetti di indagine in corso che non sono solo nelle regioni endemici ed italuni fenomeni criminali, ma sono in tutta Italia, attenzione, in tutta Italia, pure a Trento, dove sono state arrestate persone due anni fa, tre anni fa, perché partenevano Andrine Calabresi. E quindi il tema è nostro della lotta di criminalità organizzata e la lotta al terrorismo, soprattutto in questo momento internazionale, è un tema numero uno. Però quello che dicevo prima, la gente vuole anche altro, vuole la sicurezza di avere un'istituzione che è al suo fianco, un'istituzione che può contattare e con la quale si può confrontare. Questo oggi è un tema nuovo? In parte sì, perché oggi c'è molta più sensibilità da parte del cittadino. Se parliamo anche, per esempio, di criminalità organizzata, chiaramente la rete internazionale è fondamentale. Abbiamo una rete importante, perché poi parliamo di Andrangheta, parliamo di un'organizzazione globale, un'organizzazione che controlla gran parte del traffico stupifacente da Sud America, e noi che parliamo di piccole organizzazioni. Ovviamente l'Italia è imparato dalla propria storia, questo credo che sia la cosa fondamentale. Oggi in Italia ci sono le migliori leggi, e lo dico senza ombre smentite, per la lotta alla criminalità organizzata. Nessun paese al mondo, neanche gli Stati Uniti, hanno leggi pari a quelli italiane, nati sul sangue di tanti servitori dello Stato, ovviamente. Abbiamo una magistratura specializzata nella lotta al crimine organizzato e al terrorismo, con una Procura nazionale anti-mafiano e anti-terrorismo, che non ha nulla da imparare da altre magistrature. Ovviamente rispetta le norme che il Parlamento si è dato, e questo non è cosa poco. Chiudo, io sono profondamente convinto che l'Italia abbia tra le migliori forze di polizia al mondo. Noi ci confrontiamo con tutti. Solo noi italiani non sappiamo di essere bravi, ma questo in tanti settori, anche quelli giuridici o anche quelli economici. Pensiamo che gli altri siano più bravi, ma in realtà noi in Italia siamo, se parliamo di forze di polizia, tra le migliori forze di polizia al mondo, tra le migliori capacità investigative al mondo, e gli altri paesi da noi vengono ad imparare. Noi abbiamo rapporti con l'FBI, che abbiamo tre giorni fa, quattro giorni fa, abbiamo avuto una delegazione dell'FBI americana per confrontarci su tematiche di carattere operativo. Ora, noi apprendiamo anche dagli altri, che non è che siamo i detentori della scienza. Dagli altri apprendiamo, ma noi del nostro diamo agli altri. E gli altri ci riconoscono questa grande capacità. E lo dico con grande orgoglio, perché è così. E non posso essere smentito su questa affermazione. Mi sembra una conclusione perfetta per questo incontro e per questa giornata. Io ringrazio il presidente Flick, grazie presidente, grazie generale, grazie a tutti. Arrivederci. Sottotitoli di Luca Gardella Sottotitoli di Luca Gardella
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