Tecnologia e lavoro prima della rivoluzione industriale: il vetro di murano
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Tecnologia e lavoro prima della rivoluzione industriale: il vetro di murano
Ben prima della rivoluzione industriale antiche regole dei mestieri, nuovi materiali, ristrutturazioni delle gerarchie del lavoro e anche precoci forme di meccanizzazione da secoli condizionavano lo sviluppo tecnologico delle aree più avanzate dell’economia europea. Tra 1400 e 1800, i pregiati vetri di Murano furono al centro di trasformazioni di grande portata in risposta all’apertura di nuovi mercati coloniali e alla nascita di nuovi centri produttivi in Boemia e in Inghilterra. La tradizione veneziana venne così mutando rapidamente, in direzioni poco note ma degne di rilievo.
buonasera a tutti benvenuti in questa calda ma molto interessante serata siamo per fare un percorso all'interno di questa tredicesima edizione del festival che ci porta indietro nel tempo francesca trivellato che vi sto per presentare e non è l'unica tra gli ospiti invitati alla tredicesima edizione del festival a guardare indietro per aiutarci a capire che cosa sta accadendo in questo gigantesco periodi di trasformazione tecnologica di profondi mutamenti nelle relazioni tra lavoratori e datori di lavoro di cambiamento del lavoro in quanto tale sapete che circola un grande timore ne abbiamo parlato anche poco fa in diretta con il direttore scientifico tito boeri della della grande paura il catastrofismo quale con il quale molti osservatori guardano alle trasformazioni che la tecnologia sta portando al mondo del lavoro perché di fatto molti lavori a cui siamo abituati stanno sparendo le proiezioni più pessimisti che guardano e vedono disoccupazione nel futuro è però se noi guardiamo soprattutto alle grandi rivoluzioni industriali del passato alle grandi trasformazioni scopriamo che a distruzione di lavori vecchi e qua è sempre seguita creazione di lavori nuovi ecco perché ha senso ed è giusto inquadrare quello che noi stiamo vivendo in questi anni in una prospettiva più ampia nel con lo sguardo dello storico che è dunque da integrare a quello dell'economista è quello dello scienziato sociale c'è chi dice sì va bene in passato e ci è andata bene però this time is different questa volta potrebbe essere diverso potremmo trovarci di fronte a qualcosa di inedito a una trasformazione inedita e forse lascerà sul campo morti e feriti o comunque molti disoccupati è una domanda gigantesca e ripeto per provare a rispondere guardare al passato ai grandi stravolgimenti nel passato è fondamentale mi permetterete mi tolgo la giacca perché la temperatura su questo palco è vicino a quella di fusione parleremo di temperature di fusione tra pochissimo fusione per fare vetro allora io sono molto contento devo confessarlo scusatemi questo riferimento ecografico di presentare francesca trivellato perché innanzitutto ci sono due veneziani su questo qualunque cela spesso visto che venezia livelli sono pochi anche se da 22 anni francesca insegna storia all'università di yale con una grande passione e grande attenzione dedicata alle trasformazioni economiche e al rapporto tra tra lavoro e tecnologie in particolare oggi ci presenterà ci parlerà di come questo rapporto si declina guardando alla produzione che noi tutti anche chi a venezia non c'è mai stato identificano con la città e cioè il vetro il vetro di murano che ho scoperto guardando al futuro anticipando la di quello che trivellato c saper dire però già nel tempo della gloriosa serenissima del cinquecento e poi nel seicento e settecento quando inizia un lento ed inesorabile declino complice l'allargamento del mondo conosciuto la proto globalizzazione di cui parlerà francesca si crea un fenomeno di polarizzazione nella produzione del vetro interessantissimo io non sapevo che così come oggi chiunque vada venezia può scoprire l'esistenza di un vetro di pessima qualità che costa due lire che spesso nulla a che fare con la tradizione di murano e che circola per il mondo e poi invece un vetro d'alta qualità molto pregiato e care bene questa doppio livello della produzione di qualità di nicchia e di massa destinato al mercato globale esisteva già 400 anni fa è stata per me aumento una grande sorpresa molto interessante da scoprire soprattutto perché a questa polarizzazione come scopriremo si accompagnavano all'epoca delle conseguenti e interessantissime evoluzioni trasformazione del lavoro di chi al vetro si dedicava con diverse con diverse mansioni e nomi anche che scopriremo che francesca ci spiegherà divide cola mi posso tranquillamente tacere per lasciarti la parola al termine della sua lezione sul lavoro e tecnologia e la storia del vetro di murano ci sarà spazio per domande dialogare e cercare di capire anche quanto questo percorso nel passato ci può aiutare davvero per capire il presente e anche l'immediato futuro francesca che velato a te grazie mille pietro del soldato mi fa piacere rivedere anche se forse non ci ricordiamo ci dobbiamo essere incontrati perché a venezia impossibile non incontrarsi lama grande maggior parte delle sessioni di questo splendido festival è giustamente dedicata ai processi di globalizzazione di trasformazione del mercato del lavoro dell'impatto delle nuove tecnologie oggi è a discutere possibile ricette su come governare il futuro e questo mi sembra ovvio ed importante allora perché guardare al passato e un passato in questo caso remoto come diceva pietro ci sono altri interventi ce n'è stato uno in questa sala proprio ieri a questa medesima ora e forse alcuni di voi erano presenti sulle trasformazioni che le tecnologie ebbero sul mercato del lavoro delle donne nel corso del novecento in italia come premessa lasciatemi dire che la storia di per sé non ci insegna nulla è il modo in cui noi guardiamo alla storia criticamente che forse ci può dare degli spunti se non altro per capire perché i problemi di fronte ai quali ci troviamo oggi sono così complessi perché sono problemi che spesso si sono venuti a sedimentare lungo un gran numero di secoli e a cui altri già prima hanno pensato e altri già prima a volte hanno contribuito a creare questi problemi dunque in questa relazione vorrei farvi fare una specie di passeggiata lungo i secoli e parlarvi di un industria il vetro muranese che appunto tuttora esiste soffermandomi sulle profonde trasformazioni perché ci si immagina il periodo preindustriale come un po tutto piatto invece ci furono delle profondissime trasformazioni che ebbero corso tra il rinascimento e la rivoluzione industriale e per cominciare vorrei proprio soffermarmi su questa parola pre industriale che può sembrare una parola arcaica e così un po descrittiva un po fuori moda invece la parola preindustriale ha molti significati per comprendere dei modi di produzione dei modi anche di organizzazione della politica della società molto diversi da quelle da quelli odierni e in questo caso per la nostra discussione tre punti in particolare vanno evidenziati il primo il più ovvio è che in periodo pre industriale i macchinari avevano meno importanza si trattava di una produzione ampiamente artigianale fatta con le mani con il sudore degli uomini delle donne ma non per questo un periodo in cui di assenza di innovazione tecnologica tutt'altro infatti come vedremo anche se in questa industria vetraria veneziana c'erano delle corporazioni di mestiere molto forti che controllavano molti aspetti dell'organizzazione sia della produzione che del mercato del lavoro c'era un'intensissima competizione tra le singole aziende competizione che avveniva in gran parte sul piano tecnologico e c'era anche una fortissima competizione tra diversi stati europei riguardo al primato delle produzioni vetrarie quindi questo è il primo punto voglio che per portare questo passato remoto ad essere un po più vicino a noi ad immaginarlo come in un periodo di grande competizione e di grande competizione in particolare sugli aspetti tecnologici questa competizione sul piano tecnologico diede luogo a questa profonda ristrutturazione del sistema vetrario veneziano avvenne in gran parte in risposta ad un fenomeno di proto globalizzazione molti dei temi di cui si parla oggi sono proprio legati a come la deindustrializzazione nell'occidente a come alcune dell'impatto delle della dislocazione delle produzioni in altri paesi del mondo questa ovviamente sono forme di globalizzazione molto più intense che di cui abbiamo a che fare oggi ma dalla sei settecento il mondo non divenne necessariamente più piccolo ma più ineguale e quindi alcuni di questi fenomeni di cui oggi siamo ben coscienti ebbero già le loro il loro inizio come diceva pietro oggi il vetro di murano e una galassia enorme in cui c'è una molto polarizzata una vetreria artistica destinata a un piccolo una piccola clientela ricca una produzione di lusso molto costosa ed un enorme produzione in parte domestica in parte straniere in parte di imitazione destinata al largo consumo e in particolare ai turisti un simile processo di polarizzazione di gerarchizzazione ebbe inizio nel seicento quando venezia si trovò ad adattare la sua produzione alla domanda di per i mercati coloniali che erano dominati da stati stranieri in particolare vedremo dall'inghilterra e dal portogallo quindi da una europa atlantica da cui venezia era esclusa ma alla quale forniva in particolare perline di vetro per il commercio degli schiavi quindi un prodotto molto meno sofisticato e legato a dei mercati molto distanti che venezia stessa non controllava l'ultimo appunto e anche questo mi sembra un punto importante perché ha delle eco contemporanea è fortissima e ricordare che il termine preindustriale vuol dire anche parlare di all'epoca precedente alla rivoluzione francese e dunque all'epoca precedente al momento in cui almeno in termini di aspirazioni teoriche si venne ad affermare un concetto di eguaglianza prima tra cittadini uomini e poi tra cittadini e cittadine ora seppur imperfetta come quella delle nostre democrazie odierne questa aspirazione all'eguaglianza era completamente assente da questo mondo pre industriale pre rivoluzione francese un mondo nel quale si davano per scontate delle gerarchie sia di genere che economiche e queste gerarchie avevano come oggi una dimensione legale perché erano sancite dalla legge è una dimensione che possiamo chiamare simbolica così come oggi i diritti di cittadinanza non sono legati solo a chi come alcuni di noi ha la fortuna di avere un passaporto addirittura più di un passaporto sappiamo che chi non ha un passaporto non è semplicemente privato di un passaporto ma è anche privato di una dignità e di un riconoscimento sociale e appunto quindi questo questo nesso tra il riconoscimento legale il riconoscimento simbolico è assolutamente imprescindibile per comprendere l'organizzazione del mercato del lavoro e vedremo come l'espansione della vetreria veneziana nei prodotti di più bassa qualità fu fatta grazie ho alle spalle a secondo di come la vogliamo vedere a un ampissimo mercato del lavoro che pescava tra immigrati in questo caso particolare dalle regioni friulane e delle donne ovvero dai due gruppi che erano esclusi dai privilegi delle corporazioni quindi questa dimensione del rapporto delle gerarchie legali all'interno di questa società civile così diverse dalla nostra non sono estranea come poi il mercato del lavoro veniva organizzato dopo queste premesse un po teoriche riprendiamo la storia dall'inizio il vetro era molto conosciuto in tutto il mondo romano nella roma antica si conosceva un'ampia produzione vetraria sia per uso domestico che per usa decorativo nella laguna di venezia è morto ma manca manca una slide nella laguna di venezia il vetro la produzione vetraria è attestata a partire dal decimo secolo ma fu con la caduta dell'impero di tamerlano ai primi del 400 che arrivarono dall'oriente in particolare dalla siria sia le materie pregiate sia sia il capitale umano che in epoca preindustriale era il know how degli artigiani che si spostavano questo è la mappa dell'impero di tamerlano da sua massima espansione che volevo mostrare per farvi vedere come fin dall'inizio questa industria che noi associamo una piccola isola della laguna veneziana era comunque legata nelle sue origini ad un mondo molto più lontano quindi tutti questi mercati pre industriali sebbene non globalizzati come quelli odierni erano comunque legati a regioni molto distanti nell'anno 1291 il governo della repubblica di venezia decretò lo spostamento di tutte le fornaci per la produzione del vetro nell'isola di murano perché all'epoca venezia era fatta di legno e non di pietra e dunque il pericolo di incendi era altissima si erano verificati numerosi scendi di questa entità questo isolamento delle fornaci per la produzione del vetro nell'isola di murano sebbene appunto decretato per motivi ambientali in me sto due processi importantissimi che ebbero delle conseguenze sulla forma di organizzazione del lavoro e dell'innovazione tecnologica il primo di questi processi fu la concentrazione delle aziende produttive lunga quella che si chiama la fondamenta dei vetrai che chiunque sia stato a murano ricorderà quando si scende dal vaporetto ci si incammina lungo questa strada che ha da un lato il canale dall'altra le le vetrerie e voi vi immaginate che quella era la stessa strada sul lato della fondamenta c'era l'aspetto la produzione e sul retro c'era il giardino dove si mantenevano le linee le materie prime eccetera quindi questo senso venezia è rimasta particolarmente poco toccata una corporazione di mestiere le corporazioni di mestiere a venezia si chiamano arti per motivi locali e in generale in europa tutte le produzioni artigianali cittadine da circa dal 1200 al 1800 dovevano essere organizzate in corporazioni che molise che per esercitare un mestiere bisognava essere iscritti a una corporazione e che la corporazione aveva un monopolio su una particolare un particolare settore ben definito di produzione o di smercio alle corporazioni di norma appartenevano solo gli uomini e ai quali venir venivano incamminati lungo una carriera che aveva tre fasi quella di apprendista spesso non pagato qualcuno che viveva da molto giovane da bambino per i nostri termini a casa di un padrone per imparare l'arte poi diventava garzone e sera fortunato e la corporazione lo consentiva faceva un esame apposito per diventare maestro a questa carriera artigiana le donne erano sempre escluse esistevano alcune corporazioni soprattutto per lo smercio i cosiddetti merciai in cui hubble kune ci sono credo 4 corporazioni di donne per la produzione di sarte produzioni tessili in tutta europa ma di norma le donne sono escluse dalla carriera artigiana controllata dalle corporazioni l'arte dei velieri cosiddetta quindi la corporazione di murano aveva due competenze la prima era la produzione di prodotti finiti cosiddetti di vetro cristallo ovvero il vetro più pregiato che appunto era così trasparente ad avere il nome della pietra preziosa il secondo compito che le era affidato per cui aveva anche il nome d arte madre era di produrre dei semilavorati in vetro che poi nella città di venezia venivano finiti quindi canne per poi come vedremo fare le perle le lastre non finite per gli specchi le rondelle da montare nelle finestre e così via purtroppo sappia i documenti storici sono sopravvissuti in modo un po erratico quindi sappiamo molto poco della produzione vetraria veneziana nel cinquecento che pur sappiamo essere stata stato il periodo di incontrastato predominio tecnologico sappiamo di più dell'industria vetraria nel sei settecento che è un periodo interessante perché un periodo tendenzialmente associato al declino economico della repubblica di venezia e al periodo come vedremo durante il quale la competizione degli stati stranieri per la produzione del vetro si fece più intensa ora come si fa il vetro come si faceva il vetro in particolare la componente principale del vetro e la silice a venezia e la silice veniva ottenuta dai ciottoli quarzo xi più pregiati erano del fiume ticino oppure del fiume adige dai quali si otteneva appunto un vetro di questo vetro di tale trasparenza per cui è noto come il vetro cristallo queste sono due tra i molti manufatti la coppa barovier la famiglia barovier credo sia iscritta al guinness dei primati come la ditta familiare di più lunga durata hanno degli alberi genealogici particolarmente sofisticati comunque questa è una delle una famosissima prodotto vetrario del quattrocento e questo è un tipico calice in vetro cristallo ora nel periodo pre industriale primo le materie prime erano tutte naturali non erano sintetiche il che vuol dire che erano per definizione in pure anche questi ciotoli ad altissimo contenuto quarzo zoe comunque il massimo gli ingegneri che hanno studiato i chimici che hanno degli ingegneri chimici che hanno studiato questa industria passata hanno determinato che al massimo questi ciottoli potevano contenere un 98 per cento di silice e c'era quindi sempre dei residui che i maestri vetrai non sapevano come controllare non sapevano esattamente cosa fossero cosa ci fosse dentro magari ossidi sanal i coloranti cose inaspettate il secondo punto da ricordare rispetto al caratteristica della produzione pre industriale su cui ha scherzato e giustamente pietro erano le temperature diffusione la silice pura fonde a 1700 gradi centri centigradi in periodo pre industriale era impossibile raggiungere queste temperature a murano tra sei e settecento si raggiungevano di solito nelle fornaci a legna i 700 gradi poi nell'ottocento si raggiungerà si raggiunsero fino ai 1250 gradi il che vuol dire intanto che a queste piccole impurità nei ciottoli erano un po benvenute perché abbassavano anche minimamente la temperatura di fusione ma soprattutto che i maestri vetrai dovevano aggiungere esplicitamente delle materie per abbassare la temperatura di fusione queste materie erano delle ceneri quelle di migliore qualità venivano dalla siria anche qui quindi il commercio a lunga distanza in questo in questo mondo in cui sappiamo che questi erano i parametri per la produzione della pasta di vetro l'innovazione perché ognuno voleva diversificare il proprio prodotto esattamente come oggi l'innovazione non era prerogativa della corporazione come istituzione nel suo complesso ma era in realtà oggetto di competizione tra le singole aziende come ho detto tale simile di te come facciamo a saperlo per esempio quando la figlia di un padrone di fornaci o la figlia di un vetraio si sposava talora portava in dote un ricettario ovvero uno di questi piccoli quadernini nel quale il padre o il fratello lo zio scrivevano le componenti dei delle varie paste vetrarie che avevano cercato di produrre nei vari anni quindi sappiamo che c'era in questi questi ricettari sono associati quelli che gli storici chiamano i segreti del vetro segreti che non appartenevano all'istituzione della corporazione ma alle singoli individui alle famiglie che decidevano a chi passarle a chi no sappiamo anche che alcuni di questi padroni di fornace si presero la briga di ottenere dei detti la repubblica di venezia fu il primo stato europeo a introdurre una legislazione a protezione dei diritti intellettuali degli inventori nel 1474 e non molti ma abbiamo trovato alcuni ma alcuni brevetti per macchinari per rompere questi ciotoli in quarzo xi tra il 1561 il 1643 vediamo che alcuni di questi due tra i iniziano questa procedura per ottenere dei brevetti quindi vediamo già che c'è una parziale meccanizzazione ma questo è importante questa meccanizzazione non era fondamentale per contenere i costi di produzione perchè i costi di produzione non erano erano minimamente legati ai salari e ai macchinari erano le materie prime a pesare più di ogni altra cosa sui costi di produzione abbiamo trovato lì incontra ho riscontrato alcuni alcuni budget di alcune di queste aziende da cui si vede che a seconda dei vari settori della vetreria muranese la manodopera incideva tra il 10 e il 27 per cento dei costi di produzione contro il 40 o il 75 per cento delle materie prime quindi per questo la competizione avveniva sulle materie prime non possiamo dire solo che siccome erano nel mondo pre industriale la meccanizzazione non c'era non contava perché purtroppo era più economico pagare un garzone che rompesse questi ciotoli piuttosto il vero problema era come risparmiare per trovare delle ceneri magari di minore costo e per incisa questo è un punto su cui se volete possiamo tornare durante la discussione i salari dei garzoni e dei maestri vetrai a murano erano oggetto di libera trattativa tra padroni di fornace da un lato e maestri garzoni dall'altro c'è un po un mito che in periodo pre industriale le corporazioni fissassero i salari si tasseri prezzi questo non è vero infatti troviamo per esempio dei garzoni che guadagnavano più di dei maestri quindi c'è il concetto di produttività individuale esiste anche in questo periodo ma per tornare alle materie prime che come ho detto sono l'oggetto più importante su cui i maestri e i padroni di fornace a murano si soffermano fu lì fu proprio riguarda le materie prime che durante l'ultimo quarto del seicento venezia venne battuta dalla boemia e dall'inghilterra due regioni dove venne prodotto un vetro cristallino di uguale trasparenza ma a base potassico e di piombo rispettivamente il cassetto vetro flint inglese quindi riducendo significatamente i costi di produzione ma mantenendo lo stesso livello qualitativo ed è per questo come vedremo che venezia spostò l'asse della propria produzione verso prodotti di qualità inferiore rispetto ai quali riuscì a mantenersi competitiva comunque venezia cercò nonostante questa durissima competizione dalla boemia e dall'inghilterra di rimanere competitiva anche nell'industria di più alto profilo per la quale era divenuta famosa nel corso del quattrocento del cinquecento per esempio il governo della repubblica sponsorizzò alcune ricerche su alcune erbe palustri che venivano cresciute in laguna per cercare appunto di trovare dei sostituti alle ceneri più pregiate e così riuscirà a rho per esempio a produrre con queste con queste erbe palustri delle ceneri ordinarie che costavano fino alla metà di quelle anzi fino a un quinto adesso vedo i miei appunti fino a un quinto di meno delle ceneri più pregiate importate dal levante anche sui ciottoli che erano costosissimi ciottoli di fiume si innescò una ricerca di prodotti sostitutivi e si utilizzarono delle sabbie che fino allora erano state utilizzate solo per ripulire gli specchi e che potevano dare delle paste vetrarie se non eccellenti comunque accettabili ma la debolezza maggiore dell'industria muranese fu del sei settecento soprattutto nel settecento venne dalla carenza di legname carenza di legname a basso costo una crisi energetica che in francia e in inghilterra in inghilterra addirittura dal 1600 e quindi ci era stata già risolta con l'uso del carbon fossile di cui non c'era disponibilità nei pressi della laguna ora se questa mia interpretazione è corretta la crisi energetica fu più decisiva delle istituzioni sia statali che della corporazione o comunque non furono solo le restrizioni istituzionali a mettere in crisi la competitività dell'industria veneziana di più alto profilo perché c'erano dei limiti strutturali ai quali non si potevano trovare soluzioni immediate ora torniamo alla divisione del lavoro tra murano e venezia dove rinveniamo le conseguenze di questa di questa divisione del lavoro ricorderete come dicevo che a murano si producevano dei semilavorati in vetro che poi a venezia venivano venduti e rifiniti l'arte dei paterno stiamo iniziando dall arte degli spaccio neri da vero stagione da banchetto non permanente era la meno specializzata di tutte queste corporazioni era la corporazione dei venditori ambulanti di vetro comune sappiamo pochissimo ma dobbiamo immaginare che in questa città anche le persone così più ordinarie probabilmente avevano accesso a dei vetri che vetri che si rompevano si riciclavano nelle case veneziane negli inventari ci sono c'è una presenza di vetro significativa l'arte dei finestre ri è interessante perché già dalla fine del cinquecento vari i viaggiatori stranieri nelle loro relazioni quando passano per venezia notano che a venezia le finestre sono di vetro cosa che oggi diamo per scontata ma ricordatevi in periodo pre industriale non c'è il riscaldamento centrale le finestre sono piccole le finestre sono spesso coperte da teli o dalla o dowd assi di legno e quindi questo è un importante forma di isolamento energetico l'arte degli specchieri vedete qui le date di creazione di queste arti sono importanti perché coincidono con dei momenti di espansione di questi mercati nel sestiere di cannaregio per quelli voi che siete avete una certa familiarità vicino alle fondamenta nuove c'era una galassia di lavoratori sia di specchi sia legale che illegale a venezia ci furono due pesti che decimarono la popolazione nel periodo preindustriale una nel 1630 e 31 dopo ognuna delle pesti tipicamente il governo allentava le restrizioni verso l'accesso di nuovi di nuovi garzoni e maestri magari così lasciando che i cosiddetti fuori foresti come si chiamava venezia gli immigrati avessero accesso a queste a queste professioni e dopo la peste del 1630 31 moltissimi i friulani vennero ammessi a questa corporazione degli specchieri infatti questa è un'immagine settecentesca di un lavoratore di specchi e possiamo assumere con una buona probabilità che si trattasse di un mini grato friulano i quali si specializzavano appunto negli specchi inferiore qualità perché nel frattempo nel 1665 il re sole in francia aveva fatto venire illegalmente perché tra altri maestri vetrai a venezia non potevano per legge emigrare aveva fatto venire alcuni maestri sia da venezia che da una cittadina ligure altare dove c'è un'altra importante produzione di vetro era riuscito a far produrre delle lastre di vetro di enorme dimensione quelle che voi vedete a versailles e a venezia non riuscirono mai fino all'ottocento a costruire queste lastre di enorme dimensione e quindi specie si specializzarono invece in queste piccole lastre destinate in particolare all'impero ottomano questi piccoli specchietti e li facevano i friulani la questo processo di specializzazione per cui i prodotti di qualità inferiore venivano fatti da gruppi di lavoratori meno protetti dalla corporazione questo processo lo ritroviamo in forma analoga ed ancora più accentuata nel settore delle perle dominato dalle donne qui vedete che fin dal 1300 18 esisteva una corporazione chiamata dai paternoster i e poi dei marguerite eri che paternoster i sono le piccole perle per i pattern il pattern nostri no per per le corone per per le preghiere della chiesa cattolica e questa arte dei paternoster i venne poi a suddividersi in un'altra arte dei parleri e sofia lume quindi già il fatto che esistessero due corporazioni per la produzione delle perle è un'indicazione dell'espansione della specializzazione di questo di questo settore le margherite sono le perle proprio di minore di minore valore sono fatte a partire da canne di vetro forato affettato per così dire e poi un po volate e infilate come vedremo da delle donne le perle a lume sono perle fatte individualmente a partire da una canna solida e anche questa è una immagine del settecento fa parte della stessa collezione di disegni del credem brock e fatte come vedete da una donna ora l'evento più drammatico nella storia del mondo pre industriale del mondo dal quattrocento all'ottocento è il cosiddetto scambio colombiano nome che deriva dal titolo di un libro famoso importante di alfred crosby sottotitolato le conseguenze biologiche e culturali del 1492 scambio altissimamente ineguale che diede all'europa mais patate e pomodori oltre che come vedete a varie altre piante ad alcuni animali e che portò nel continente americano per la prima volta malattie che decimarono fino al 90 per cento della popolazione indigena popolazione che non aveva sviluppato le immunità per resistere a queste malattie questo scambio colombiano che ristrutturò i rapporti del mondo intero ebbe anche delle eco e degli effetti abbastanza diretti sulle manifatture di murano in quella piccola isola del della laguna di venezia questo c'erano atlantico che divenne così centrale nella colonizzazione e nell'espansione del degli stati europei venezia non vi partecipò direttamente ma vi partecipò indirettamente in particolare le produzioni vetrarie veneziane erano legate all'espansione dell'impero britannico e dell'impero portoghese poi vedete che tra l'altro l'impero portoghese controllava il il brasile brasile che fu l'ultimo stato ad abolire la schiavitù nel 1888 questi due imperi britannico e portoghese controllavano per la maggior parte quelle aree dove le perline venezia ne ebbero una un altro successo sia in nord america dove la faccia dei campani inglese le usava per soprattutto nello scambio per ottenere le pellicce di castoro e soprattutto vari stati europei ma soprattutto il brasile soprattutto il portogallo che controllava l'angola nell'acquisto di uomini e donne lungo la costa atlantica africana che venivano poi forzatamente costretti in schiavitù e portati nelle nelle piantagioni americane e sappiamo per esempio che a londra venne creata una big house una casa delle perle dove un po si producevano poi delle perle di imitazione veneziana sia in olanda che in inghilterra ma dove alcuni mercanti veneziani avevano il loro sbocco principale lisbona era un importantissimo porto di sbocco per le perline venezia ne abbiamo la storia di un antonio barbari a una muranese che intraprese un viaggio nella penisola iberica e soprattutto a lisbona per conoscere meglio questi mercati perché questi mercati di schiavi africani erano molto sofisticati se gli europei portavano delle perline di assortimenti di colore sbagliati di forme sbagliati venivano rifiutata quindi c'era un problema di trasmissione dell'informazione dalle coste dell'angola all europa atlantica a questo piccolo angolo dell'adriatico dove venivano prodotte tra l'altro importante ricordare che la tratta degli schiavi crebbe enormemente proprio nel periodo del settecento il cosiddetto periodo dell'illuminismo il periodo che magari alcuni di voi associa appunto a un periodo di progresso di lenta di lento movimento verso la rivoluzione francese in realtà come questo grafico dimostra fu proprio nel settecento che il più grande numero dei 12 milioni di schiavi africani venne portata negli stati uniti qui scusate scusate nel continente americano qui vediamo alcune degli esemplari di perle che avevano successo lungo le coste africane la cosiddetta per la rosetta che ha anche un nome inglese chevron che interessante ha un nome inglese proprio perché gli inglesi la usavano che era destinata ai mercati africani e abbiamo moltissimi di questi campionari più ottocenteschi ma anche prima del novecento di campionari che i maestri vetrai preparavano a burano per capire quali perle poi andassero andassero prodotte queste tra l'altro queste perle di bassissima qualità vennero prodotte in grande quantità murano fino agli anni sessanta e questa è un'industria con una lunghissima eredità e questo è anche un industria dominata dalle donne non abbiamo molti documenti anche questi documenti visivi sono più tardi del periodo di cui vi sto parlando ma la cosidetta in pira ressa la donna che in pira le perle un altro nome inglese che fa la traduzione del termine veneziano diventa una figura tipica della venezia con queste immagini dell'otto e del novecento ma sappiamo dai propri documenti che comunque si sono ancora conservati figura tipica anche nel sei e del settecento e questo è una riproduzione moderna oggi si fanno queste esibizioni per i turisti ma la tecnica è rimasta la stessa quindi le donne che infilano queste perle margherite in dei lunghi aghi che poi vanno ai fili e ieri per chi di voi era presente alla discussione sull'impatto delle tecnologie sul lavoro femminile si è parlato di certe immagini che non hanno nulla a che fare con la realtà per cui certe presunte caratteristiche fisiche delle donne come per esempio le dita più fine anche se ci sono delle con le dita grosse degli uomini con le dita fine poteva essere associata a c'è alla specializzazione di certi mestieri in realtà questa come si è detto ieri a una scusa è una scusa per creare delle gerarchie di potere e delle gerarchie economiche per cui alle donne venivano affidati dei lavori manuali di più basso prestigio e dunque di più bassa remunerazione chiudo con due considerazioni finali la prima è che questa gerarchia di genere che venne creandosi nella produzione di perline di vetro veneziano non ha solo un carattere folclorico come questa immagine potrebbe evocarli all'epoca in questo periodo prima della rivoluzione francese le gerarchie di genere erano sancite per legge come ho detto le donne non potevano avere accesso alla carriera professionale che era incardinata alle professioni e questa eredità ha lasciato un solco molto profondo non più sul piano legale poiché oggi non esiste una discriminazione legale verso le donne nel mercato del lavoro ma sul piano simbolico quindi l'importanza di riflettere su questo nesso inscindibile tra le immagini che abbiamo di che cosa un certo gruppo sociale può fare e che cosa la legge in teoria a consente di fare è proprio questa gerarchia simbolica a venezia nel vetro di murano è fortissima il maestro vetraio è un uomo è spesso un maschilista allora vedete da questa immagine che quando il nostro precedente presidente del consiglio visitò murano dovette dar mostra delle proprie capacità polmonari non esiste nessun motivo fisiologico per cui le donne non possano soffiare il vetro così come non esiste nessun motivo fisiologico per cui le donne non possono guidare le gondole ma sono solo due americane fastidiose che sono andate lì a dire voglio imparare a guidare la gondola voi vi immaginate il gondoliere come uomo c'è anche un calendario di gondolieri è visto ultimamente un po così ironico quindi qui oggi non esiste nessuna nessuna restrizione legale per una donna perché faccia che soffi il vetro che guidi la gondola queste sono eredità simboliche non da poco finora non molto tempo fa ogni volta che scendeva dall'aereo all'aeroporto di venezia mi accoglieva questo poster anche rispetto ai temi di questo festival come proteggere le produzioni artigianali rispetto alla globalizzazione e il consorzio dei produttori di vetro a murano scelse questa immagine che si commenta da sola cioè loro hanno messo no global ma ci voleva il petto villoso per comunicare quel messaggio quindi questo è il primo punto su cui volevo soffermarmi non per scherzare né a parlare molto seriamente delle rita dell'eredità della storia sulla struttura dei mercati di lavoro odierno è il secondo punto che è strettamente collegato è che sebbene il movimento il mutamento tecnologico dell'industria vetraria veneziana era limitato noi sappiamo che nel quattro e cinquecento l'industria vetraria veneziana fu all'apice del proprio successo dal punto di vista della qualità ma dal punto di vista della quantità di vetro prodotto e smerciato in tutto il mondo furono il sei e settecento ad essere i secoli i dominanti dunque i due secoli che come dicevo sono associati al periodo della cosiddetta decadenza e del declino economico della repubblica e queste due conclusioni sono strettamente legate tra loro perché ad una produzione di lusso ben affiancandosi una più voluminosa produzione di oggetti a basso prezzo destinati a mercati esteri dunque indipendenti dal controllo veneziano ma mercati esteri legati a questi processi di proto globalizzazione che avevano fatto di venezia una semi periferia e che a loro volta dipendevano questi mercati di produzione di smercio dallo sfruttamento di una manodopera si qualificata perché quegli immigrati friulani e le donne in peer avesse avevano delle altissime grado di specie di specializzazione ma era una manodopera che non era né remunerata né tutelata in misura analoga ai maestri vetrai uomini delle corporazioni e questo penso siano due eredità molto ingombranti che il mondo della tradizione preindustriale ci ha lasciati e che mi pareva valesse la pena discutere anche nell'ambito di un festival che comunque giustamente si propone di discutere i temi più legati al presente e qui mi fermo grazie grazie davvero francesca trivellato per questo viaggio che che ci ha fatto fare in un passato così così vicino ora si apre uno spazio piuttosto lungo se vogliamo anche di discussione di domande io direi dunque credo che ci sia un microfono in sala che che gira scaldate i motori preparatevi a fare delle domande nel frattempo mentre ci pensa te provo sottoporti qualche considerazione a caldo che è venuto a me ascoltando innanzitutto partendo da quel ultima immagine no global e anche un po come dire proto sovranista del vetro di murano anti globalizzazione che mi sembra come di restare all'estremo opposto di un arco che inizia quasi un millennio prima nel modo più globale possibile cioè dire stiamo parlando di un altro che un arte che identifichiamo con un luogo con un territorio con venezia con burano e che nasce perché arriva come capacità e know how e risorse umane da oriente e da tamerlano con ceneri provenienti dalla siria e che immediatamente si rivolge a mercati in giro per il mondo e che addirittura aumenta nel momento di declino politico di venezia come a dire l'arte che incarna come tante altre la natura profondamente globale di venezia sin dalle origini poi in un percorso per i paradossi della storia molto accidentato arriva oggi addirittura a identificarsi con l'immagine del no global trovo che sia straordinario inquietante interessante e ci può anche far riflettere su un'altra cosa che riguarda più in generale la storia di venezia noi oggi da almeno una ventina d'anni siamo abituati a identificare per esempio il noi italiani di quel simbolo il simbolo di venezia cioè leone di san marco con il mito dell'autoctona eroe in fondo è l'icona della padania ora non se ne parla più per ragioni politiche su cui non ci soffermiamo però il vessillo della lega di movimento fortemente basato sulla sovranità sulla identità locale ha usato il leone di san marco laddove la storia di venezia è per sua natura per tante ragioni che non possiamo approfondire al penso tu possa confermare una storia di apertura di scambio continuo prima il fatto vedere quel bellissimo grafico dello scambio colombiano dove si vedono le cose che arrivano in europa dal continente americano la patata il pomodoro il mais che non a caso pochi anni dopo la scoperta dell'america appare come rilievo in uno dei portali della basilica di san marco e mais è alla base della polenta uno degli alimenti che noi invece tendiamo a pensare come il quanto di più locale radicato in 3d e tradizioni ancestrali che non ha rapporti con l'esterno e invece la storia molto più complessa vedere che oggi il deposito di tutto questo sia il grido no global è in te è per lo meno interessante fa riflettere la l'altro ragionamento che ti volevo chiedere chi ti volevo sottoporre il seguente di carattere più marcatamente economico è forse utile per capire l'oggi le trasformazioni che stiamo vivendo tu hai sottolineato come la competizione per nella produzione del vetro e si giocasse non tanto sul costo del lavoro quanto sul costo della materia prima e questa la grande differenza tra il passato e il presente per esempio le grandi trasformazioni tecnologiche di oggi fatto salvo che non è che le materie prime oggi non costino o siano disponibili il coltan quel materiale così importante per tanti supporti tecnologici che utilizziamo nei nel sottosuolo della repubblica democratica del congo è uno dei fattori che ha scatenato una guerra con 45 milioni di morti quindi non è che sia proprio facilissimo da ottenere però ciò detto la grande differenza e per capire la trasformazione da oggi le sue differenze rispetto al passato rimane questo oppure no decisamente dipende da dalle industrie dipende dai settori non quindi il vetro è una industria rappresentativa e tipica ora più che parlare del del presente forse ne approfitta per mostrarvi i due grafici sul costo del lavoro in periodo pre industriale che mi sembrano molto significativi anno sono spariti forse sosta è sparita vabbè eccole qua e grazie noi abbiamo questa immagine del del periodo preindustriale come uno in cui c'è una carriera a scalini e poi a seconda che tu sia garzonio maestro guadagni un tot e questo perché abbiamo questa immagine consensuale e molto piatta del periodo preindustriale ora queste no non è a colori forse non è leggibilissimo ma da questa da questo grafico voi vedete che durante il seicento c'è una fascia di riprodotti retribuzione della quale sia maestri compagnone perché la pubblicazione dei francese sono i garzoni in cui ci sono sia garzoni che maestri quindi è chiaro che ci sono delle contratti questi sono dei salari giornalieri che vanno contrattati per un periodo la lavorazione delle fornaci dura dieci mesi da ottobre a giugno ora può essere che un maestro sia anziano noi non sappiamo molto su questi individui mentre il cartone più giovane ma noi sappiamo anche che il garzone non sempre può diventare maestro e questi maestri si organizzavano collettivamente per avere dei sussidi di disoccupazione che per esempio venivano negati ahi ahi garzoni quindi non sto deviando dalla tua domanda ma per dire che i mercati del lavoro di questo periodo preindustriale erano altamente competitivi e anche e soprattutto in queste in queste in queste industrie come quella vetraria magari non so come la corporazione di chi faceva gli orologi le corporazioni in cui la la manodopera specializzata era molto molto importante la produttività individuale contava quindi anche un po non è più un mercato che assomiglia se non proprio a quello dei calciatori ma insomma un mercato in cui ci sono dei valori importanti aggiunti che porta l'individuo e al tempo stesso ci sono delle restrizioni per cui i maestri a otterranno sempre maggiori maggiori protezioni questo per dire che nel periodo pre industriale non dobbiamo immaginare appunto che ci sono gli uomini o le donne ci sono anche delle differenze tra gli uomini nelle carriere e ci sono delle differenze tra un singolo individuo e l'altro e questo è importante perché sennò ci immaginiamo questa rivoluzione industriale questa rivoluzione francese come degli spalti acqua e dormi e mentre ci sono delle continuità che pensi siano state un po sottovalutate leggo male interpretando questo grafico se mi par di capire il differenziale la forbice tra i maestri e le qualificazioni più basse diminuisce col col passare del tempo passare del massimo di noi stessi perché perché tra gli anni 1600 80 e 90 questi maestri riescono a ottenere questo sussidio di disoccupazione ci hanno un potere di contrattazione collettiva molto più forte e c'è una polarizzazione dentro alla corporazione quindi anche questi garzoni che comunque rimangono all'interno delle protezioni corporative le protezioni corporative vuol dire delle cose importanti cioè se tu muori la tua vedova magari a un sussidio per pagare il funerale oa un sussidio oppure il tuo giovanissimo figlio può essere preso come lavorante quindi sono per un mondo in cui tutto conta come se questi privilegi sono importanti essere completamente esclusi come furono le donne e come dopo la metà del settecento furono i friulani voleva dire nella vita individuale di queste di queste persone qualcosa di molto significativo ci sono domande allora ancora no allora ne è ne approfitto per sottoporti un'altra riflessione ma colpito una cosa hai sottolineato come una peculiarità di venezia quando arrivavano i viaggiatori forestieri era la presenza delle finestre di vetro ora una delle caratteristiche dell'architettura veneziane di essere particolarmente piena di apertura di vuoti di grandi di di grandi spazi di tante finestre non solo le facciate dei palazzi sul canal grande questo per una ragione innanzitutto strutturale no di peso per pesare di meno perché non ricostruiamo la storia di call su cosa poggia venezia questo ho avuto delle conseguenze anche di carattere persino estetico perché la presenza così forte della luce ha per esempio inciso sulla pittura del cinquecento veneziano è la sua cifra e l'uso della luce tintoretto tiziano e la presenza della luce negli spazi chiusi era anche determinata da questa presenza di così tante aperture nelle facciate dei palazzi e che effettivamente non sapevo ma ho appreso ascoltandoti spesso erano chiuse da lastre di vetro era e come se un elemento così strutturale legato anche l'innovazione tecnologica poi abbia un suo corrispondente persino nella creatività nelle forme d'arte che si sviluppano in quelle strutture e sovrastrutture per usare un linguaggio moltissimi quadri del cinquecento rappresentano lui quelle rondelle no le finestre veneziane fatte legando a piombo questi piccoli cerchi di vetro che sono il prodotto di una tecnologia ancora limitata perché era difficile fare le lastre grandi e lisce e quindi quelle che adesso spesso gli artigiani riproducono ad altissimo prezzo quindi se uno vuole oggi farsi la finestra non a lastra ma con le rondelle deve pagare di più allora era l'unica cosa che si riusciva a fare tecnologicamente ma che divenne un prodotto molto tipico è come dici tu ci sono molti quadri in cui anzi sono la testimonianza più viva per noi per capire come erano fatte queste queste queste finestre ma le finestre sono importantissime non so se vi è mai successo che salti la luce per una settimana per cinque giorni ci a leggere a lume di candela o le è una cosa tremenda cioè vive nel periodo pre industriale a parte che per noi donne difficile idealizzare il periodo preindustriale anche per motivi così libertà civili ma dal punto di vista delle difficoltà domestiche pratiche era una cosa complicatissima quindi avere queste finestre in vetro era un comfort non da poco soprattutto questi viaggiatori stessi venivano dall'inghilterra dalla germania quindi da climi ancora più no ancora più aspri dove avrebbero ben voluto in inghilterra alcune tasse venivano fatte sul numero di finestre quindi seri povero hanno diffuso le finestre al nostro una roba da ricchi oppure erano questo ne è difficile da da da contabilizzare ma le finestre insomma erano relativamente molto più diffuse a fine a venezia che altrove proprio perché questa nella città di venezia dappertutto oppure solo nelle quali si espandessero non questo non te lo monte lo saprò vederli sembrano se nelle altre cittadine venete è probabile ovviamente i costi di trasporto erano più significativi ma immagino si potrebbe costruire un modello con un raggio di diffusione di questa tecnologia è come vallo di lo stato di salute oggi dell'industria vetraria che si lamenta in che nel modo che ci ha dimostrato si lamentano moltissimi non ha nessuna competenza per giudicare ovviamente lui bello della quella della produzione ci sono due fenomeni problema un fenomeno della dislocazione della produzione in altre aree in tutte le industrie e poi c'è un fenomeno della produzione di imitazioni sono due fenomeni diversi quando anche un l'industria automobilistica produce all industria sartoria produce alcuni alcune fasi disloca alcune fasi della propria produzione comunque ne sorveglia tutte le fasi no questo è diverso dai fake louie vito modal dai prodotti di imitazione sono due problemi entrambi i complessi e diversi e penso che che quella quella immagine per quanto caricaturale andasse a a toccare il problema delle imitazioni che è un problema vero perché ci si mette una targhetta medi murano made in italy e prima che la guardia di finanzia riesca a sorvegliare tutto scendono queste crociere che arrivano alla laguna di venezia e chissà che cosa gli si vende no quelli sono oggetti fabbricati in altre parti del mondo e per certi aspetti indistinguibili quindi quindi questi sono sono problemi reali del fatto che possa avvenire no anche perché che alcuni prodotti vengano spacciati come qualcosa di diverso e che ci sia una un desiderio di mantenere e di difendere alcune competenze che sono reali competenze che vengono comunicate quello che volevo dire attraverso certe immagini che non sono neutre o neutrali che sono delle immagini che ci danno il senso la storia e dell'associazione di certe di certe gerarchie economiche e di potere molto forti ma ovviamente l'industria vetraria di basso livello oggi come tutte le industrie delle quali credo che nessuno di noi indossi più molti molti abiti prodotti no nelle vicinanze di dove li acquistiamo insomma e e quanto questo coinvolga lo sfruttamento di manodopera e ancora meno protette eccetera eccetera sia un problema molto reale ci sono un po di ma rialzate allora io non so dove cominciare ce ne sono almeno quattro per la signora dietro la mia domanda riguarda legge ha raccontato che appunto c'è stata e c'e la circolazione di beni e quindi materie prime eccetera volevo chiederle se poteva dirci qualcosa anche sulla circolazione delle persone ha fatto questo accenno molto interessante di questo maestro vetraio a un certo punto decide di andare di persona a vedere questi nuovi mercati e quindi che tipo di implicazioni da un punto di vista interculturale insomma anche conoscendo un po il suo lavoro un altro lavoro che ha fatto ma mi sembra che sia veramente innovativo questo questo approccio di interrogarsi appunto su diversi livelli di circolazione quindi beni persone e idee e e quindi su come dire esperimenti anche di dialogo interculturale che appartengono a un'altra epoca qui non vogliamo replicarli oggi ma esistevano e questo credo che sia illuminante un po per la anche per la contemporaneità come no toniolo la mia è proprio una domanda collegata ieri abbiamo discusso un libro di questo importante storico della tecnologia che si chiama il motivo questa northwestern che si intitola la cultura della crescita lì lui sostiene quello che diceva proprio la signora che tra seicento e settecento c'era una comunità di sapienti che pensavano molto molto molto integrata all'interno dell'europa anzi lui dice proprio perché l'europa era divisa questo consentiva anche agli eretici trovare sempre un posto dove non venivano perseguitati o con grande questa grande comunità di diffusione delle idee delle tecnologie che ne para rivoluzione industriale c'erano allora io da veneziano ho sempre avuto forse dei miti che tu riesci subito a sfatare perché tu hai detto due cose una che c'erano i brevetti cosa che io non sapevo questi brevetti presumibilmente però viste le circostanze del tempo valevano all'interno dei territori della repubblica immagino che non fossero brevetti internazionali che è un concetto che arriva molto più tardi e allora come si proteggeva il segreto della fabbricazione di segreti della progettazione del vetro e come dice la signora la tecnologia viaggiava lo sappiamo è una rivoluzione industriale moltissimo con le persone no e ci si facevano come coi calciatori si pagava la gente e tu hai detto che il re sole e vero o non è vero che una delle protezione della repubblica era il servizio segreto e lo stiletto che se dovevano ben sapere che se fossero avessero lasciato murano le probabilità di essere diciamo così assassinati era era elevato è una storia vera o è per questo per alcuni di loro era un blocco alla mobilità insomma mi interesserebbe sapere un po sì se me l'hanno raccontata giusta o sbagliata bellezza rispondo molto volentieri entrambe a entrambe le domande che sono appunto o collegate sulla esportazione della manodopera vetraria qualificata venezia non era aperta come sull'importazione delle materie prime quindi anche questa questione ma oggi si parla oggi globalizzazione che cosa sia pre che cosa si chiude e vero c'era una sorta di polizia segreta era vietato emigrare dal territorio della repubblica se si era iscritti alla corporazione dei vetrai e c'era una polizia segreta che infatti seguì questi muranesi fino a parigi c'era una competizione di questo piccolo paese pochissimo noto altare sulle montagne ligure dove c'era una produzione vetraria altamente specializzata e siccome erano piccoli per competere con venezia loro non avevano nessuna restrizione all'emigrazione quindi quelli che andarono in francia erano tutti altaresi ma alcuni maestri vetrai non resistettero a questi a questi ingaggi ma ho molto molto lucrativi rispetto alla questione se venezia spesso descritta come uno stato cattolico ma più aperto rispetto agli stati contro riformisti della penisola italiana questa questione la cultura o sono altri elementi che determinano la competitività di un industria rispetto al libro di john gianni toniolo ha citato lì quello che gli storici chiamano gli economisti chiamano il controfattuale in al controfattuale cioè se l'avesse venezia fosse stata più illuminata avesse lasciato che chiunque venisse andasse però non c'era il carbone cioè difficile dire che l'inghilterra vinse in alcuni in alcuni settori economici perché era a parte che seri cattolico d'ebrei non è che stessi tanto bene in inghilterra c'è comunque era era aperta ad alcune e divenne più aperta lentamente verso alcune sette protestanti anche se lentamente comunque libia è difficile misurare no ci sono dei dibattiti infatti feroci tra gli economisti se se il carbone o la cultura può essere che siano tutti e due comunque per quello volevo sottolineare nella mia presentazione che spesso si incolpano nella storiografia a venezia si incolpano le istituzioni l'oscurantismo dello stato la rigidità della corporazione e ci sono degli elementi effettivi però intanto queste regista rigidità corporative come dimostrato anche da questo grafico sono state distorte centrate oltre misura e comunque una maggiore liberalizzazione del mercato del lavoro non avrebbe potuto risolvere alcuni problemi energetici che in quel periodo a causa dei costi di trasposto di trasporto non erano risolvibili i brevetti ha una storia importante se i brevetti sono un'invenzione veneziana sono ovviamente per cui questi stati sono sono piccoli no strano degli stati regionali c'è un collega anche lui veneziano che insegna la warwick university luca mola che ha studiato come alcuni di questi c'erano degli impresari che andavano da uno stato regionale all'altro a farsi brevettare la stessa cosa perché non c'erano dei brevetti internazionali ma c'è anche da dire che non c'è nella serie dei brevetti veneziani si vede che le macchine si brevetta vano di più noi sistemi idraulici sistemi militari telai questi segreti vetrai legati a quella che oggi chiamiamo la chimica non venivano brevettati ma così anche in inghilterra cioè tutto il mondo della chimica perché in questo periodo preindustriale non c'era una conoscenza scientifica di questi elementi quindi era anche difficile portarli di fronte a un panel che doveva decidere arbitrare se questa era un innovazione oppure no quindi non dobbiamo come storici della tecnologia non dobbiamo presumere che quando abbiamo delle informazioni sui brevetti possiamo prendere quello come un universo rappresentativa di tutto il mondo dell'innovazione fino a 800 avanzato ci sono pochissimi brevetti in campo che oggi chiameremmo chimico che è dove da questi ricettari sappiamo che a murano la tecnologia si faceva in modo che noi chiamiamo artigianale attraverso un sapere che è difficilissimo oggi da ricostruire proprio perché queste materie prime sono a noi poco conosciute sono materie prime naturali non sintetiche di cui loro attraverso una sperimentazione quotidiana avevano un sapere un know how che è andato perduto allora c'erano altre due domande facciamo tempo a raccoglierle forse entrambi insieme poi da in arrivo lenti e rivas buonasera buonasera mi sentite sono marco campini no apprezzavo professoressa appunto il fatto di sottolineare che alcuni mestieri erano soltanto degli uomini ma da tradizione è rimasta basta pensare al presidente del consiglio presidente della repubblica che abbiamo sempre uomini insomma vada come vada sono sempre con te a parte questo è richiedevo nel lei diceva che si diventava canzoni è però era difficile poi diventare maestri ecco mi incuriosiva questo punto era come oggi l'ascensore sociale rotto oppure c'era una certa meritocrazia e in effetti poi maestri erano necessariamente pochi vogliamo sentire che la signora prego allora due curiosità 1 volevo sapere se nel momento in cui la qualità della produzione diminuisce questa è stato subito ho guidato dalle corporazioni e poi l'altra cosa proprio una curiosità così le donne che lavoravano erano le a famiglia dei vetrai e quindi non era neanche pagate magari oppure era un'opportunità di lavoro anche per altre donne con tutte le tragedie che si andava indietro come ci ha spiegato grazie grazie per queste due domande che entrambe hanno a che fare con l'organizzazione del lavoro allora le corporazioni avevano degli atteggiamenti diversi rispetto alle opportunità di ascesa sociale di grado a seconda dei periodi di contrazione ed espansione della della produzione quindi per quella diceva proprio nei periodi immediatamente dopo la peste grande apertura decreto del senato che consente ai non nativi di venezia di entrare nelle corporazioni e di fare carriera poi quando la competizione estera si fa più forte ovviamente si tagliano le opportunità a chi sta più in basso quindi di norma spesso le le regole per la il passaggio di carriera rimangono immutate ma quasi si sa si fa una prova di maestranza che viene quindi c'è un un gruppo di maestri che deve valutare ma ci sono nel settecento petizioni su petizioni lamentele su lamentele su quanto queste prove di maestranze diventano dei brogli delle cose un po così o semplicemente vengono creati delle specie di numeri chiusi quindi gli è anche non può vedere come un fenomeno corporativo ma anche razionale in un certo senso no quindi chi come sempre chi entra in un club poi chiude le porte no del club come si è visto lasciamoci andare dalle polemiche ma insomma è un fenomeno molto molto comune quando ci sono le opportunità per tutti le porte sono aperte più la competizione si fa dura più quelle porte vengono chiuse da chi è già dentro al al gruppo privilegiato sappiamo cioè le informazioni che abbiamo su queste donne sono proprio bisogna andare un po raccoglierle no perché le corporazioni nella loro fissazione producono un sacco di carte che va bene probabilmente ce n'erano poche a murano sono quasi tutte a venezia e quindi spesso immagino da quello un po che viene descritto di famiglia in cui si fa un po di tutto può essere anche che questo non sembra essere un lavoro stagionale ma è possibile che la stessa donna magari faccia anche qualche cos'altro questo è molto molto difficile da saperlo quello che sappiamo con certezza è che le corporazioni dunque i maestri di queste corporazioni di uomini non sono sono coscienti ma creano e sfruttano questo mercato sia degli immigrati friulani che delle donne quindi non è un fenomeno spontaneo è un fenomeno guidato e addirittura 756 questi friulani le donne mai acquisiscono uno statuto diciamo semi corporativo adiacente alla corporazione così che i maestri sanno che sono sempre lì ma non possono entrare nella corporazione quindi non è assolutamente un mercato diciamo del lavoro in competizione con la corporazione ma la corporazione che elevando le barriere verso quelli che ne sono completamente esclusi de può tenere i salari ancora più bassi quindi c'è è una è una deliberata forma di organizzazione del lavoro guidata cosciente concia è infatti documenti parlano la donna delle perle per me riempirà rete cioè i documenti delle corporazioni ne parlano in modo esplicito non non come delle rivali assolutamente ma come degli strumenti della loro forza se non ci sono altre domande ce ne sono mi pare di no ce n'è un'altra che lo scusa non avevo visto aspetti il microfono sono non la sento nel fondo l'arte vetraria e veneziane di origine bizantina perché per esempio quando lei dice in in prs pera o cioè mi sempre una parola di origine greca non lo so penso quello come peer un piron come edite in veneto vero perché presuppone il greco bizantino cio era di origine bizantina anche perché venezia mantenne la datazione imperiale bizantino fino al decimo secolo per questo le le corporazioni non esistono in periodo tardo antico e altomedioevale come forse lei sa dunque purtroppo le corporazioni sono un po una nostra gabbia perché quando non esistono è difficile sapere qualche cosa su quel settore e io non ho studiato quel periodo ma gli specialisti sono riusciti ad attestare attraverso documenti scritti la produzione vetraria solo dal decimo secolo ci possono come come non so gli studi di di vladimiro dorigo ed altri storici che hanno usato per esempio l'archeologia per studiare la continuità tra il mondo romano il mondo bizantina il mondo della venezia altomedievale potrebbe essere interessante se io questo non ho grandi competenze ma può essere che l'archeologia laguna possa rinvenire e poi datare delle produzioni vetrarie che attraverso i documenti scritti non sono riconducibili alle date precise anche questo è un tema importante per gli studiosi per gli storici che non possono più limitarsi soltanto alle fonti archivistiche ma quanto io ne sappia dal punto di vista della fonte archivistica cartacea si risale al decimo secolo quindi dopo il periodo che venezia si emancipò così per così dire dall'impero bizantino altre curiosità abbiamo soddisfatte tante quindi penso che possiamo ringraziare francese ha rivelato grazie a voi
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