La nuova era della medicina, dalla prevenzione alla terapia
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La nuova era della medicina, dalla prevenzione alla terapia
Il panel ha fornito uno sguardo approfondito sui progressi e sulle sfide del settore. Al centro delle discussioni è emersa l'Immunorevolution come elemento catalizzatore di un cambiamento epocale nella lotta contro il cancro. Il professor Mantovani ha evidenziato il ruolo cruciale del sistema immunitario, sottolineando la necessità di comprendere il microambiente intorno alle cellule tumorali.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buongiorno a voi, intanto voglio ringraziarvi per essere qui oggi insieme a noi, grazie, grazie di cuore. Sono Ricoletta Carbone, sono una giornalista, lavoro a Radio24 dove cure e conduco da tanti anni gli appuntamenti dedicati alla salute, alla ricerca, alla scienza e al benessere. Ho il piacere di moderare questo incontro, uno degli appuntamenti di questa 18esima edizione del Festival dell'Economia, un'importante occasione in cui le menti più brillanti del mondo scientifico, manageriale, opinion leader, sono chiamate a incontrarsi, a confrontarsi su un tema che ci riguarda tutti da vicino verso cui noi abbiamo tutti un interesse grande, il futuro del futuro e le nuove sfide del mondo che verrà. E oggi abbiamo il piacere di avere con noi, io sono Davvero Ronata, un grande uomo di scienza con cui parleremo della nuova era della medicina. Ci proiettiamo nel futuro, accanto a me il professor Alberto Mantovani, grazie professore, io vorrei un applauso perché abbiamo qua con noi un uomo veramente un ricercatore straordinario e direttore scientifico di Humanitas, professore Merito dell'Humanitas University che, professor Mantovani, posso dire che con i suoi studi sul funzionamento del sistema immunitario ha aperto davvero le porte a questa nuova era della medicina di cui parleremo. Siamo a Trento e proprio al Teatro Sociale di Trento, dove a sede la fondazione Pescoller istituita nell'ottanta proprio con l'obiettivo istituzionale di promuovere la ricerca oncologica, lei ha ricevuto un premio, uno dei suoi numerosi premi, ma è il premio più prestigioso dell'American Association proprio per le sue ricerche tra interazione, tra infiammazione e cancro, le loro ricerche, dei cui risultati, hanno dato un nuovo modo, un nuovo approccio, direi hanno rappresentato un cambio di paradigma. Professore, che dice, partiamo da qui, in omaggio anche a Trento. Partiamo da Trento, a cui sono molto legato. Sì, c'è stato un grande cambiamento di visione dell'essenza dell'essere cancro. Siamo passati da una visione in cui il cancro è la cellula tumorale, ra la visione prevalente all'inizio del nuovo millennio, così prevalente che due colleghi molto autorevoli, che si chiamano Dagana e Bob Weinberg, l'avevano cristallizzata in sei caratteristiche fondamentali, sei sigilli, per chi ha visto i film di Bergman. Io non ero d'accordo, come direi gli immunologi in generale, siamo passati da una visione tutta centrata sulla cellula tumorale a una visione per cui quello che circonda la cellula tumorale, in gerio lo chiamiamo il microambiente, se volete, la nichia ecologica, ntro cui cresce la cellula tumorale, è altrettanto importante quanto la cellula tumorale stessa. Di questa nichia ecologica fanno parte le difese immunitarie, a cui sostanzialmente sono successe due cose. Una parte delle nostre truppe di difesa sono passate al nemico e addirittura aiutano la crescita tumorale, la disseminazione metastatica e così via, e questo è stato il mio tema di ricerca per tutta la mia vita scientifica. Poliziotti corrotti. Sì, se vogliamo chiamarli così, poliziotti corrotti. Un'altra parte delle nostre difese, quelle fondamentali, per esempio, che attiviamo con i vaccini, sono silenziate, addormentate, e i poliziotti corrotti somministrano sonnipero alle difese. Alle difese buone, diciamo così, semplificando un po' le cose. Se posso faccio due considerazioni. La prima è sul premio, l'ho ricevuto negli Stati Uniti, poi è stato celebrato qui, mi è stato fatto il regalo di un coro di montagna. Mi piace menzionare questo perché la ricerca si fa in coro. Ci vogliono tante competenze, ci vogliono voce un po' roche e un po' da persone anziane, come la mia, soprattutto ci vogliono le voci fresche dei giovani, un coro. La seconda cosa è che la ricerca scientifica cambia parere. Ci confrontiamo coi dati, per esempio i due colleghi che ho menzionato, poi dopo dieci anni hanno rivisto il paradigma centrale e hanno detto sì, la nichia è importante, sono importanti le infiammazioni che promuove il cancro. Ecco, vorremmo che lo stesso atteggiamento di umiltà e di confronto pacato sui dati si trasmettesse alla società intera. È vero, grazie, grazie professore. Questo è un messaggio che arriva a tutti noi chiaro, diretto, come sempre tocca il cuore. Parliamo di futuro oggi della nuova era della medicina il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei sogni, scriveva Eleonora Anna Roosevelt, lei come ricercatore ha visto realizzarsi in questi anni un sogno, un sogno che ha attraversato cento anni di storia della medicina che ha rivoluzionato e probabilmente rivoluzionerà gli stessi concetti di salute, malattia, di diagnosi e di cura. I grandi padri della medicina, più di 100 anni fa, vedevano un cambiamento radicale della vita dell'uomo sul pianeta. La nostra specie, che ha circa 200 mila anni, ha sempre avuto un cucciolo della nostra specie, ha sempre avuto un'aspettativa di vita intorno ai 40 anni. Ecco, 100 anni fa inizia questo cambiamento straordinario, noi siamo fra i paesi più longevi del mondo, per cui un nostro figlio, un nostro nipote, un piccolo, ha un'aspettativa di vita oltre 80 anni. Questo, loro vedevano questo cambiamento in parte era legato alle armi dell'immunità, agli anticorpi che salvavano i bambini da gruppi di ferico, ai vaccini che avevano cambiato la storia del vaiolo. Ecco, e loro hanno sognato e hanno provato a usare queste armi nei confronti del cancro. La ricerca è fatta di insuccessi. Per 100 anni abbiamo avuto insuccessi, insuccessi ripetuti. Poi, con l'inizio del nuovo millennio, sono successe sostanzialmente due cose. C'è stato un cambiamento di visione, quello di cui parlavamo, poi c'è stata l'identificazione degli acceleratori e i freni del sistema immunitario. Il sistema immunitario è come una straordinaria automobile che però per andare bene non può solo usare acceleratore, ma deve usare i freni. L'identificazione dei freni ha fatto sì che si provasse a togliere i freni alle immunità negli pazienti con cancro. In questo momento noi togliamo due in clinica si sono viste cose straordinarie, per esempio, nella Loma. E questo è stato, siamo così entrati in un continente nuovo, il continente delle terapie immunologiche, un continente nuovo in cui abbiamo avuto risultati importanti, vorremmo aver fatto di più, dobbiamo dire, in cui ci sono grandi, grandi speranze. Si parla, a proposito di rivoluzione di futuro, perché lei ha detto, 100 anni di storia in cui i risultati non arrivavano, i sogni, l'impegno, il coro, i ricercatori, poi i risultati arrivano portano una vera e propria rivoluzione. Si parla, infatti, di Immunorevolution. Anche questa è un passo avanti, un momento, un'era, una condizione, una situazione che ci porta in questa nuova era della medicina. Immunorevolution perché la stragrande maggioranza degli oncologi non ci credeva. Non ci credeva che si potesse aprire un orizzonte in cui in oncologia si utilizzassero non solo degli anticorpi, un po' come si utilizza un farmaco tradizionale, ma si utilizzasse davvero quello che sappiamo del sistema immunitario. Quindi si è introdotto questo termine di Immunorevolution. Dobbiamo dire molto chiaramente che Immunorevolution non vuol dire abbandonare le armi tradizionali. Ricordiamoci sempre che chemioterapia, radioterapia, chirurgia, le terapie mirate sono fondamentali. Ma siamo entrati in un mondo nuovo che ci offre prospettive straordinarie con armi nuove che stiamo imparando ad utilizzare. Professore, in diverse occasioni la ricerca sul cancro costituisce una buona cartina di tornasole per provare a ragionare su quello che è il nostro presente sul futuro che verrà. Possiamo dire che ancora una volta la ricerca sul cancro ha permesso di superare i vaccini mRNA, la pandemia. Al tempo stesso la pandemia ha dato una spinta alla ricerca sul cancro. Un mutuo soccorso, posso dire. Noi viviamo di contaminazione. Nel senso che... Che detto da un immunologo è una cosa grande. Nel mondo microbico di contaminazione parlerà con vera competenza Maria Rescigno, che vi assicura una cosa straordinaria. Nella seconda tavola che ci seguirà. Viviamo di contaminazione. Quello che impariamo in un settore molto spesso lo trasferiamo ad altri settori. Faccio l'esempio dei vaccini mRNA, ma potremmo fare dopo altri esempi di questi passaggi. I vaccini mRNA nascono fondamentalmente da 3 cose. Uno, le particelle piccole che si chiamano nanoparticelle lipidiche che li trasportano. Sembra banale, ma sono fondamentali. 20 anni di ricerche per svilupparle sono quelle che danno il segnale di allarme alle nostre cellule di sentinella. Nel nostro gergo chiamiamo cellule diendritica. Il nuovo Maria è un grande esperto che ha dato contributi fondamentali a capire che periscopi hanno con cui danno l'allarme. Quindi le nanoparticelle, 20 anni di ricerca. L'idea di usare l'mRNA come uno strumento terapeutico ra quasi inconcepibile, anche per me. Un po' bizzarra. Perché è estremamente fragile. Qualcuno, per esempio Cati Caricò che è stata nella nostra università prima che diventasse così famosa, pensi che lei ci credeva per il cardiovascolare. Poi dal cardiovascolare è stata reclutata in una piccola compagnia a un'università che è l'Università di Mainz. Ci sono persone che mi sono amiche che credevano all'imonologia del cancro quando non c'erano molte persone che ci credevano. Per 20 anni hanno cercato di sviluppare vaccini contro il cancro. Il terzo elemento è un percorso durato circa 50 anni per sviluppare un vaccino contro il virus respiratorio sinciziale che è stato appena approvato negli Stati Uniti. 50 anni di insuccessi fino a che ci si è resi conto che bisognava cambiare la struttura dell'equivalente di Spike tutti abbiamo imparato cosa è Spike per fare un vaccino che funzionasse. Quindi la ricerca contro il cancro la ricerca contro il cancro, le nanoparticelle lipidiche il sogno di un vaccino contro il cancro Maria sta portando avanti. Maria Rescigno di nuovo, poi non la cito più. No, io non la cito più. Ma Maria Rescigno ha un'idea originale di un vaccino contro il cancro e la sta portando avanti. Tutto questo è stata la premessa per trasferire tutto quello che si era imparato per affrontare la pandemia, affrontare l'emergenza. La ricerca scientifica, la buona ricerca scientifica è una cintura di sicurezza. Mi piace. Lei ci sta dando delle immagini, dei messaggi che secondo me, proprio imparando da come si svolge il lavoro della ricerca noi possiamo prenderli per applicarle alla nostra vita quotidiana. Perché ci insegnano a resistere, ad avere sogni a lavorare in squadra, al famoso coro a non avere paura, ad affrontare il futuro a volere anche un futuro. Noi citavamo i figli, i nonni, io pure sono nonna quindi un nipotino e avanti tutta. Professore, se immunità e infiammazione sono ormai dimostrate come componenti essenziali, importanti di quella nicchia ecologica intorno a cui si sviluppa il cancro, però sono stati anche identificati nel punto di nare quanto la ricerca sul cancro ha portato anche benefici, come diceva lei scoperti in altri ambiti, come meccanismi sottesi ad altre patologie, penso alle malattie cardiovascolari, a quelle neurodegenerative. E quindi, professore, il nostro universo si sta allargando, questa nuova ra della medicina sembra avere tutte le caratteristiche per dare delle risposte per portare ad una medicina che è sempre più personalizzata. Lo sentiamo ripetere spesso, anche noi che non siamo addetti ai lavori, medicina personalizzata, proprio cucita su misura per me, per lei, per il signore che sta in prima fila. Professore, se non è futuro questo, dico. È meraviglioso. Questo è uno dei sogni. Faccio un passo indietro. La immunità e l'infiammazione sono emersi come meccanismi fondamentali, come lei ha già detto, sottesi importanti in patologie diverse. Quelle ovvie sono le malattie autoimmuni. Non ovvio è che ci sia una componente infiammatoria quando abbiamo delle malattie cardiovascolari, l'infarto del mio cardio, quando abbiamo neurodegenerazione. C'è una connessione, per esempio, fra sistema nervoso centrale e sistema immunitario che capiamo molto molto male, in cui ci sono legami fra situazioni come la depressione, sistema immunitario o stress, lo abbiamo sempre saputo, lo diciamo sempre, sistema immunitario malattie autoimmuni. C'è un termine filosofico che io ho utilizzato, cioè immunità e infiammazione rappresentano un po' una metanarrazione di buona parte della medicina contemporanea. E da questa capacità di attraversare i confini sono venute cose straordinarie. Ne posso raccontare una. Sì, anche un paio. Pensate che un po' di anni fa una persona che poi è venuta a scoperto che c'era una malattia genetica immunodeficienza caratterizzata da una mancanza di un'enzima che è Jack, quindi quello ha chiarito che quella era una molecola fondamentale per il sistema immunitario. Da lì poi si è passati a sviluppare inibitori che sono stati utilizzati per la lotta contro un tumore, adesso utilizziamo questi inibitori per le malattie autoimmune. Quindi siamo passati dall'immunodeficienza al cancro alle malattie autoimmune. Questo è il tipo di continuazione di cui abbiamo bisogno. Sì, abbiamo bisogno e produce buoni risultati. Professore Lei, parlando di sistema immunitario, l'ha spesso paragonato ad un'orchestra, un'orchestra ben coordinata che suona in armonia, ma io mi chiedo, Lei ha parlato di malattie autoimmune, le donne e gli uomini suonano lo stesso spartito, suonano strumenti diversi, perché le malattie autoimmune, lo sappiamo, hanno una preferenza spiccata per le donne. Anche questa, dovete mettere un po' a posto questa cosa qua, se parlando con qualcuno in alto, non so, vedete voi, però anche questa è un bel campo di ricerca. Io condivido che abbiamo un problema di farci carico di differenze di genere. Faccio una premessa, qualcuno stima che se noi facciamo 100 il carico di sofferenza sul pianeta, le donne portino fino all'80% del carico di sofferenza. Dovete metterci insieme molte cose non dimentichiamo mai le donne dei paesi più poveri le donne più poveri da noi. Ecco, quindi abbiamo un dovere morale. Le malattie autoimmune sono un paradigma di malattie di genere, nel senso che l'artiteromatoide colpisce 3-4 volte di più le donne che no gli uomini, il lupus, c'è una differenza ancora maggiore, c'è una malattia autoimmune molto particolare di Nicola, 20 volte di più. Allora noi abbiamo il dovere di affrontare questo problema, abbiamo fatto progressi, ma dobbiamo anche dire che non sappiamo. Noi abbiamo fatto progressi nel curare queste malattie, capendo meglio come funziona il sistema immunitario, ma non siamo ancora in grado di rieducare quindi questo è il primo capitolo di un approccio di genere. Poi ci siamo accorti che c'è una dimensione di genere anche per malattie non di genere. Mi piace citare una persona che si chiama Fabio Conforti che era in io e da noi, il quale si è reso conto che nella risposta a terapie immunologiche c'è differenza fra maschie femmine. C'è differenza sul fatto di essere obesi nei maschi e nelle femmine. E si è accorto che all'interno dell'anichie ecologica di cui abbiamo parlato, quella anichie ecologica è un po' diversa in un tumore come il tumore del polmoni, in un maschio e in una femmina. Questo solleva un tema generale in cui siamo attivamente impegnati ad utilizzare e farci carico di un approccio di genere anche per malattie non di genere. Ho citato il cancro ma discorsi anali. Questi potrebbero fare per le malattie cariovascolari. Professore, anche l'intervento terapeutico precoce rappresenta un'altra sfida, cioè intervenire quando la patologia è già presente ad altissimo rischio di svilupparsi ma clinicamente invisibile, cioè arrivare prima in un certo senso. In questa direzione si sta lavorando con quali risultati e che cosa ci aspetta per il futuro? Una medicina sempre più personalizzata come dicevamo, probabilmente anche per questo. Abbiamo parlato di terapia, non dobbiamo mai dimenticare che il fondamento della salute è la prevenzione. La prevenzione è quella che noi chiamiamo la prevenzione primaria, fatta di ambiente, fatta di stile di vita. Io poi ho una grande preoccupazione che spero poi di avere un buco per dire. No, ce l'abbiamo. Io guardo un po' lei, guardo qua, guardo là, ma guardo anche i minuti. Ce la riserviamo, faccio un po' con le antennine. Questa è la prevenzione. Poi abbiamo la diagnosi precoce. La diagnosi precoce ha cambiato e sta cambiando la storia naturale del cancro della mammella. 80% di persone che non ce la facevano ha 90% di cure. Cancro della cervice, cancro del coloretto. Qui ci aspettiamo rivoluzioni di diagnosi precoce, per esempio con test che chiamiamo di biopsia liquida. Non sono ancora maturi, siamo ottimisti. Poi abbiamo delle sfide, delle sfide. Arriviamo troppo tardi sul cancro del pancreas, arriviamo troppo tardi tornando al genere sul cancro dell'ovaio e noi abbiamo uno sforzo per fare un test precoce di cancro dell'ovaio. Cambierebbe in meglio la salute femminile. Poi abbiamo una sfida di quella che adesso viene chiamata Interception. Sappiamo che ci possono essere mutazioni genetiche di tipo canceroso, anche in cellule normali, ma poi è un po' come se ci fosse un fiammifero e poi però dobbiamo impedire che arrivi la benzina al fiammifero. Questo per esempio è il caso del cancro del polmone associato a inquinamento. Adesso ci sono dei dati che suggeriscono e indicano qual è la benzina che tiene acceso e che fa partire l'incendio. Questa di nuovo è una sfida di ricerca. Lavori in corso, ma con grandi soddisfazioni. Un tema molto caro, l'ha sottolineato più volte il tempo, la prevenzione, perché la ricerca fa il suo. In formato ma adeguatamente motivato, perché quello che devono fare i medici e come media, come giornalisti, noi possiamo probabilmente dare una mano, è motivare la persona. Poi ci sono dei dati che rappresentano in questo caso un po' un fallimento dell'informazione della motivazione. Mi riferisco al numero sempre maggiore di persone obese. Sappiamo ormai che l'obesità è attenzionata dei ricercatori dal clinici, perché abbiamo parlato di infiammazione. Professore. Innanzitutto, per me è una grande preoccupazione. Se fosse su una preoccupazione mia non sarebbe forse un grande problema, ma è una preoccupazione globale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità parla di pidemia di obesità. Non solo i paesi ricchi come il nostro riguarda anche i paesi poveri, paradossalmente. Un'epidemia di obesità che nel nostro paese è estremamente grave non fotografando la situazione attuale, ma guardando i nostri bambini, perché noi siamo uno dei tre paesi peggiori in Europa come numero di bimbi in sovrappeso obesi. Quindi questo sarà un carico di sofferenza di rischio di malattia per questi bambini come individui poi per la società. Quindi io penso che qualcosa andrebbe fatto. Possiamo chiedereci perché il tessuto adiposo. Il tessuto adiposo non è fatto solo di cellule grasse, per metà di cellule del sistema immunitario che hanno un ruolo molto importante nel tessuto adiposo, perché c'è un dialogo tra cellule grasse e cellule del sistema immunitario. Quando siamo in sovrappeso obesi il nostro sistema immunitario è disorientato, pronuncia parole sbagliate in quantità eccessiva che attivano uno stato infiammatorio subclinico che contribuisce in modo importante al rischio di cancro. Ricordiamo che l'obesità è un carcinogeno carcinogeno assolutamente testificato validato. E' un carcinogeno. Aumenti il rischio cardiovascolare, aumenti il rischio di diabetes tutte le cose che conosciamo. Quindi io penso che qualcosa che si è fatto dal punto di vista dell'informazione della condivisione delle conoscenze e degli stili di vita. Pensare all'obesità, al sovrappeso che poi può trasformarsi in obesità non come un problema di immagine, di forma fisica ma davvero con un problema di salute. Abbiamo parlato di prevenzione, abbiamo parlato di obesità, abbiamo ancora proprio pochi minuti. Intanto io la ringrazio per la sua chiarezza di aver ascoltato il suo racconto che ci ha portato la ricerca un po' nella nostra vita. Nel senso che ci ha la risa così un po' familiare ci ha raccontato un po' dietro alle quinte di quanto ci sia di impegno, di passione, di determinazione che, come ripeto, servono a tutti noi. Ma c'è una formula. Io per Radio 24 dico sempre la formula del professor Mantovani la cito sempre, professore, non me la sono ma ci sono i numeri che ci possono anche in questo caso sembra il festival dell'economia, di numeri ne dicono tanti professore, diciamo anche noi i nostri numeri della prevenzione. I numeri sono facili da ricordare. 0 5 30. Zero vuol dire zero sigarette. Torno al tema di genere, è un motivo di sofferenza quando vedo il cancro del polmone aumentare nelle donne per fumo, perché il cancro del polmone d è solo un esempio, sarebbe un tumore raro molto raro se non si fumasse di fumo attivo e passivo poi se vivessimo in un ambiente pulito, questo è l'altro elemento. Quindi zero fumo 5 volte al giorno, 5 prese al giorno di frutta e verdura fresca, i dati sono chiarissimi in qualunque situazione al mondo frutta e verdura fresca poi 30 minuti di esercizio fisico al giorno se posso anche qui lanciare un allarme i dati del nostro paese dicono che fra i bambini siamo tra i paesi che hanno il numero di bambini più basso che fa attività che fa attività fisica infine uno strumento che costa poco d è una bilancia con cui teniamo sotto controllo il nostro peso. Lei ha detto ha fatto un accenno al fatto di ascoltare ritorno all'immagine del coro la ricerca si fa in coro fa parte del coro anche il pubblico che sostiene la nostra ricerca e ci incoraggia. Grazie, professor Mantovani, grazie. Grazie, professore. Io sarò un po' all'età, un po' che vado avanti ma io mi commuovo sempre a vedere quanto c'è di impegno, di energia, di determinazione di generosità, grazie, grazie. Bene, abbiamo salutato il professor Mantovani e noi continuiamo a parlare del futuro della nuova era della medicina e lo facciamo con altri esperti che invito a raggiungermi qui il dottore Jacopo Andreose, si o Angelini Farma, grazie, grazie. Voi intanto potete fare un... venga vicino a me. Abbiamo con noi la dottoressa Maria Grazia Mediati vicepresidente con Cooperative Sanità. Grazie. La professoressa Maria Rescigno più volte nominata, ormai la conosciamo, ormai diventa nostra fuggina, capo del laboratorio di immunologia delle mucose microbiote umanitas prorrettore alla ricerca di umanità sui universiti la professoressa Paola Rossi, professoressa di Fisiologia al Dipartimento di Biologia Biotecnologia all'Università di Pavia e direttrice del master di nutrizione umana alla stessa università. Si possono... le cose, perché ce n'è una un po' alta e un po' bassa? Io me la sono alzata che così... vero? Ho anche il tacco. Allora inizierei con una domanda che rivolgo subito, abbiamo ai miei ospiti qui un rapidissimo giro di tavola, perché nuova era della medicina, il futuro della medicina, ecco, come voi, dal proprio osservatorio privilegiato mi dica il pilastro, la situazione, la condizione che secondo voi dovrebbe caratterizzare il futuro della medicina questa nuova era di cui parleremo anche in questo nostro incontro. Dottoressa Mediati, parto da lei. Ma c'è tutto, noi abbiamo un supporto tecnico che già inizio a ringraziare, perché veramente poi sono super efficienti e per me ci permettono di condurre con grande tranquillità questa nostra chiacchierata. Prego. Bene, chiaramente il mio osservatorio proviene dal territorio, io come farmacista territoriale parto dal territorio, proprio per questo guardo una medicina del futuro che è una medicina che dia più spazio alla sanità territoriale. Abbiamo visto oggi che ancora, nonostante se ne parli da anni, siamo molto concentrati sull'ospedale con tutto quello che sono problematiche. E proprio per questo io pongo l'attenzione a questa sanità, una sanità che come sappiamo dalla report demografico sta andando verso una popolazione anziana con plurimorbilità, con patologie croniche, quindi persone che hanno bisogno di supporto quindi la medicina che io vedo, anzi la sanità che io vedo è una sanità che si sposta ancora di più e fa crescere la sanità e la vicinanza al territorio, cioè vicinanza anche al domicilio del paziente, perché abbiamo visto in questi ultimi anni come poi ci si possa trovare subito isolati in caso di emergenze. Abbiamo visto. Quindi se lei dovesse raccontarmela con un'immagine o con una parola chiave, io penso che, insomma la medicina della porta accanto, dobbiamo andare al domicilio del paziente ancora di più di quello che abbiamo fatto fino a oggi e dobbiamo sviluppare la prossimità e quindi la medicina territoriale. Grazie, grazie io passo al dottor Andreose per lei un pilastro, una condizione, quell'elemento, quell'ingrediente che se fosse una ricetta sarebbe determinante per la buona riuscita? Tanto per cominciare volevo dire che salire sul palco dopo il professor Mantovani e come Simone Skin venissero dopo i Rolling Stones invece che prima. Comunque, direi collaborazione, secondo me è la mia vignetta, collaborazione tra le aziende, collaborazione tra il pubblico, pubblico che è istituzioni, chiaramente la ricerca, ma anche gli operatori sanitarie che sono sul territorio, quindi sono d'accordo anche con la dottoressa. Ritorna l'immagine del coro? Se me lo chiedeva gliel'avrei detto, copiavo spuderatamente, quindi il coro secondo me è fondamentale per l'avanzamento della sanità, non solo della salute pubblica, non solo della ricerca. Professore Sarecigno, arrivo a lei e poi chiudo con la professoressa Rossi. Io direi soprattutto la prevenzione, ma anche la rieducazione perché a livello delle scuole secondo me bisognerebbe insegnare i ragazzi a mangiare bene, ad avere uno stile di vita corretto a cercare il più possibile di prevenire lo sviluppo delle malattie, piuttosto che curarle. Quindi prevenzione a tutti i livelli, abbiamo sentito la prevenzione primaria, come ha detto il professor Mantovani, fondamentale, ma anche la prevenzione in termini di rieducazione, cioè insegnare le persone a mangiare bene avere uno stile di vita corretto. Abbiamo buoni ricercatori del nostro stile di vita, uno stile di vita che ci protegge. Professoressa Rossi? E' sempre un po' essere ultimo, capisco, che insomma poi prendono sempre, però, prof. No, va benissimo, io sono assolutamente d'accordo con Maria. Direi un'altra cosa che mi riguarda anche sulla formazione, proprio perché c'è questa idea di coro, di interdisciplinarità, di integrazione. Dobbiamo abituare i nostri studenti ad aprire proprio la testa, non ragionare in maniera specialistica, ma a vedere le interazioni tra le discipline. In questo l'asse di cui poi sicuramente parleremo, che è l'asse microbiota gut brain, microbiote intestino-cervello, ne è stato un esempio. Io sono neuroscienziata, mi sono sempre occupata di nutrizione. Un tempo i miei colleghi mi avrebbero detto, ma come, due interessi così differenti, in realtà in una visione assolutamente interdisciplinare, poi ne parleremo, questi assi sono assolutamente correlati. Dobbiamo anche formare i nostri giovani a un approccio più integrato tra le discipline. Assolutamente. Prof. Rescigno, a proposito di futuro, lei, insieme ai suoi colleghi, sta lavorando a quello che viene considerato un po' la prepista dei vaccini curativi contro il cancro, a proposito di futuro, il vaccino per il melanoma. Parliamo di vaccini curativi e non preventivi che peraltro esistono già. Ci dà un aggiornamento su questo ambito di ricerca? Sì. Ci ne orgoglisce tutti? Perché i vostri successi sono i nostri successi. La ricerca è da chi la fa, ma anche di chi la sostiene. Sì, soprattutto di chi la sostiene, perché questo è un finanziamento che ci sta permettendo di sviluppare un nuovo concetto di vaccino. Si è parlato tanto di vaccini contro i tumori utilizzando magari delle caratteristiche del tumore da andare in qualche modo a bersagliare. Noi abbiamo deciso di fare un approccio completamente diverso. Ci siamo chiesti che cosa distingue una cellula tumorale da una cellula normale. Una cellula tumorale ha la caratteristica di essere una cellula stressata. È una cellula che deve convivere ogni giorno con una quantità enorme di mutazioni questo la porta ad avere un'attivazione di un programma che è il programma dello stress. In questo contesto espone sulla sua superficie una sorta di bandierine che indicano che sono una cellula stressata. Abbiamo preso dei tessuti tumorali di pazienti di melanoma siamo andati a identificare queste bandierine in modo da caratterizzare le bandierine da trovare delle bandierine comuni a più pazienti in modo da poter fare un vaccino in qualche modo universale da utilizzare per tutti i pazienti con quella patologia. Nel caso specifico del melanoma stiamo lavorando attivamente anche contro il sarcoma. Abbiamo identificato sette bandierine ora stiamo generando un vero e proprio vaccino che verrà somministrato ai pazienti che non risponderanno all'immunoterapia di cui ha parlato molto bene il professor Mantovani che quindi non hanno ulteriori armi con le quali combattere il cancro. Attraverso il vaccino vogliamo scatenare una risposta immunitaria che dovrebbe essere riattivata dall'immunoterapia, ma se non è presente questa risposta non può essere riattivata. E quindi questi pazienti che non rispondono noi invece vorremmo renderli responsivi attraverso proprio questo vaccino terapeutico. Questi sono dei passi avanti straordinari che fino a qualche tempo fa non erano neanche pensabili. La ricerca non si ferma mai, non si è fermata neanche durante il Covid. In ciascuno di noi anche dei tatuaggi emotivi è difficile sicuramente dimenticare riprendere il passo. Lo stiamo raccontando anche attraverso i numeri che fotografano i nostri ragazzi sempre più fragili, fanno veramente fatica a riprendere il passo, ma il Covid da ogni esperienza anche la più negativa si può imparare qualcosa, ci ha insegnato ha messo in luce alcune situazioni che con obiettività e con l'impegno la passione tipica dei ricercatori dovremmo affrontare. Una di questi, dottoressa Mediati, lei l'ha già anticipato è proprio che durante il Covid abbiamo assistito ad un territorio che è mancato anche su questo si sta lavorando. Forse anche questo il Covid ci ha portato a vedere... Sicuramente il Covid ha manifestato, ha fatto manifestare quanto appunto fosse carente poi l'offerta che c'era o meglio questa offerta che ha creato delle differenze proprio nel servizio al cittadino. Tutt'altro invece è stato fatto, io qui appunto porto l'esempio, il lavoro che è stato fatto dal territorio dove ci sono i farmacisti, dove ci sono anche le cooperative. Noi siamo tutto il settore della cooperazione in ambito sanitario. Quindi io sto portando la voce degli operatori che tutti i giorni lavorano presso anche il domicilio del paziente che durante il Covid hanno dato veramente una grande svolta. Voi l'avete potuto vedere quello che poi faccio l'esempio perché ci lavoro quotidianamente nella mia farmacia quello che abbiamo fatto e come siamo riusciti a assumere una funzione completamente diversa da quella che stavamo portando avanti, come siamo riusciti da professionisti preparati, da professionisti sanitari che studiano 5 anni per raggiungere la laurea. Ecco da professionisti abbiamo avuto la capacità di dare una svolta alla nostra professione di iniziare a fare quello che è stato poi il contenimento cioè il controllo del contenimento dei contagi con i test poi con la bellissima campagna di vaccinazione dove abbiamo dato sicuramente un input importante. Questo però è soltanto una base cioè da questa base noi adesso stiamo lavorando principalmente dentro Conf Cooperative cioè dentro Casa Nostra, cioè dentro la struttura che ospita le cooperative sanitarie. Stiamo lavorando a uno sviluppo ulteriore delle reti territoriali. Io vorrei spiegare bene che cos'è questa rete territoriale vorrei spiegare anche che oggi stiamo andando spesso a cercare di costruire strutture che invece già esistono. Questo è un messaggio un po' politico nel senso che alla fine usiamo già le strutture ma anche personali fisiche, non solo strutture difici, ma usiamo le forze che oggi sono sul territorio. Perché per esempio oggi esiste una rete che mette in comunicazione i medici di medicina generale le farmacie, gli infermieri, gli operatori sociosanitari, tutti coloro che operano quotidianamente e che hanno scelto in questo caso la farmacia come punto di accesso, ma perché? Perché la farmacia è un punto di accesso agevolato, cioè noi siamo capaci all'interno delle farmacie di raccogliere il bisogno oltre che di fare tanta prevenzione. Dottoressa Mediatti, la fermo qui perché vorrei appunto comporre un puzzle con il punto di vista dei diversi relatori, quindi la farmacia, il territorio allenati anche durante il Covid, sottolineare valorizzare quello che abbiamo rimango ancora e passo al dottor Andreose alla tra virgolette eredità che ci ha lasciato il Covid, abbiamo capito che non c'è salute senza salute del cervello senza salute mentale qui in qualità di amministratore delegato di un'azienda internazionale, dottor Andreose che ha deciso di lavorare e impegnarsi in quella che viene definita brain health, proprio consapevole che l'ambito delle malattie neurologiche sia, posso chiamarla, la sfida di oggi anche di domani? Grazie, siamo in un panel di medicina però siamo al festival dell'economia quindi inizio da un paio di dati il dato è 4% che dirò in due chiavi diverse, 4% la percentuale del prodotto interno lordo di tutta l'Europa che viene spesa per curare per prevenire le malattie mentali anche da punto di vista di costi indiretti sul lavoro perché chiaramente c'è un impatto fortissimo soprattutto sui giovani che rappresentano grande parte della forza a lavoro potenziale ma anche di quelli che molto spesso subiscono l'impatto delle malattie mentali e l'abbiamo visto anche nel Covid L'altro 4% è la mortalità dovuta in Europa a questo tipo di patologie è un'emergenza significativa leggo la definizione dell'organizzazione mondiale della sanità di quella che viene chiamata la salute del cervello quindi il brain health lo stato del funzionamento cerebrale nei domini cognitivo quindi apprendimento e memoria sensoriale, socio emotivo, comportamentale, emotorio che consente a una persona di realizzare a pieno il proprio potenziale nel corso della vita quindi è più ampio delle malattie però se il cervello viene colpito da malattia o da altri fattori chiaramente questo ha un impatto sulla persona ma anche su tutto il sistema salute in Italia abbiamo 2.8 milioni di persone affette da depressione, 250.000 da schizofrenia lei parlava anche di malattie neurologiche circa 1.2 milione di demenza di cui 700.000 in Alzheimer 600.000 in epilessia 6 milioni a livello europeo quindi questi sono numeri che hanno chiaramente un impatto significativo in Italia il ministero sta mostrando una certa sensibilità sul discorso delle malattie neurologiche delle malattie del cervello quindi è stato recentemente istituito un tavolo tecnico sulla salute mentale che è stato coordinato dal professor Siracusano di Torvergata, quindi un passo iniziale importante ciò nonostante in Italia si spende ancora troppo poco sulla ricerca quindi pensando anche a cose da un punto di vista migliorativo circa 1.4% del PIL contro la raccomandazione europea che invece del 3% non solo ma anche i paesi più virtuosi dell'Europa sono già arrivati al 3 o anche di più quindi questo è chiaramente un aspetto che può migliorare anche la legislazione farmaceutica europea va in direzione in alcuni casi positiva ma in alcuni casi che sembrano disincentivare l'innovazione quindi pensando di nuovo a prospettive future sono aree da tenere sotto osservazione venendo ad Angelini è da molti anni che ci occupiamo della salute del cervello in Italia abbiamo sviluppato un antidipressivo di seconda generazione che ancora si utilizza in 40 paesi del mondo più recentemente siamo entrati nel settore della schizofrenia ancora più recentemente con una collaborazione con una azienda coreana nell'epilessia resistente quindi i pazienti più complessi e via dicendo non abbiamo solo un compito di sviluppare commercializzare i farmaci mettere a disposizione del numero più alto possibile di pazienti abbiamo anche un compito di supportare l'ecosistema qui c'è anche un impegno da parte di Angelini Farma nel supportare sia iniziative un pochino come dicevo all'inizio nella mia vignetta di collaborazione tra le varie istituzioni produzione di dati che ci permettono di capire la dimensione del problema salute del cervello ma anche supportare i pazienti che ad oggi in tutte le malattie che ho menzionato sono fortemente stigmatizzati in molti casi anche hanno problemi molto pratici di inserimento o mantenimento nel mondo del lavoro, quindi credo che questo sia anche un ruolo istituzionale delle aziende farmaceutiche è un ruolo importante una sfida importante rendere la salute mentale una priorità del benessere globale vengo dalla parte della professoressa Rescigno della professoressa Rossi perché a proposito di cervello un po' regista che possiamo dire della salute del corpo e della mente torniamo alla ricerca e torniamo agli studi che hanno fatto luce sui meccanismi così sottili che sono alla base di quella comunicazione c'ennava anche il professore Mantovani prima sembra che ci sia un bel chiacchiericcio tra i vari organi, tra tutte le parti del nostro corpo si parla di linguaggio, di parole ma soprattutto c'è una comunicazione tra i due cervelli, l'intestino e il cervello il famoso asse intestino e cervello la ricerca è andata a scoprire che cosa si dicono, che cosa fanno perché e tutto questo ha aperto un grande filone di ricerca che ha cambiato probabilmente gli stessi concetti di salute e di malattia perché le ricerche hanno permesso di dare degli strumenti per allargare lo sguardo anche ad altre malattie che non interessano solamente allora ci raccontate che cosa avete fatto che cosa state scoprendo quale sarà il futuro la nuova era della medicina che cosa ci porta questa conoscenza di quell'organo straordinario che tutti ormai conosciamo che è il microbiota perché voi siete neuroscienze in modo un pochino più didattico vi traghetto un attimo nel mondo del microbiota noi abbiamo circa un chilo e mezzo di biomassa nel nostro intestino che convive con noi in una relazione mutualistica e simbiotica quindi l'obiettivo finale comune è la salute di entrambi quindi la nostra biomassa deve essere in salute tanto che la nostra biomassa è molto superiore a noi sia come numero di cellule che come numero di geni quindi in modo un po' provocatorio c'è da chiedersi chi è l'ospite e chi è l'ospitante quindi noi siamo solo più grandi probabilmente ma dobbiamo fare una grandissima quindi questa è una biomassa con la quale dobbiamo convivere pensando e finalizzando verso la salute come obiettivo gli studi più recenti indicano che esiste una relazione non si sa ancora se sia causale ma sicuramente un'associazione tra la maggior parte delle patologie o anche disordine dell'umore quindi ansia e depressione lo stato del nostro intestino quindi è chiaro che questa è una relazione di cui dobbiamo tenere assolutamente conto perché da una cosiddetta infiammazione locale quindi infiammazione a livello intestinale si può giungere all'infiammazione sistemica addirittura a una neuroinfiammazione vi racconterà qualcosa in proposito quindi giusto per così ancora un attimino dal punto di vista didattico la ricerca si è mossa sempre da semplificazioni verso a concetti un po' più complessi cioè all'inizio forse scioccamente pensavamo di liquidare tutto lo studio del nostro microbioma a livello di filum quindi per chi si occupa di tassonomia batterica proprio ai primi livelli di tassonomia in realtà ormai dobbiamo parlare di specie addirittura di cepi quindi andiamo molto in profondità tanto che occorrono dei bioinformatici io dico sempre ai miei studenti se volete fare un lavoro che sicuramente sarà un lavoro del futuro il bioinformatico, beh, portiamo a casa diciamolo anche ai nostri ragazzi poi diciamo che l'ultima cosa che volevo dire dal punto di vista tecnico ci si è spostati proprio da un'analisi puntuale fotografica diciamo molto statica vedete che poi la scienza deve progredire come diceva giustamente il professor Mantovani adesso è completamente tutto diverso sono passati una decina d'anni non di più ma si è passati da una visione totalmente statica a una visione invece totalmente dinamica noi usiamo come mappatore il 16S renearibosomale dei batteri che è un po' il loro codice fiscale ma si è arrivati agli studi funzionali che per noi fisiologi ovviamente sono un'altra cosa non chi c'è ma cosa fa quindi è tutta un'altra musica quindi qualcosa che può essere molto poco presente quantitativamente può avere in realtà un ruolo enorme quindi si è proprio passati da questa rivoluzione curare l'intestino per guarire la mente possiamo riassumere così questa espressione che io utilizzerò ma in realtà l'ho copiato dal titolo del suo prossimo libro però me la farò mia questo vuol dire che curando l'intestino noi dicevamo l'aumento delle latine neurologiche anche la popolazione per fortuna invecchia vorremmo guadagnare anche salute con gli anni ansia, depressione, noi lavoreremo lì voi e noi ne guadagneremo lì per arrivare a una salute della mente e del cervello sono bravi questi ricercatori i nuovi studi ci fanno capire proprio quello quello che noi abbiamo scoperto è che nell'intestino quando c'è un'infiammazione che può essere legata a una malattia infiammatoria cronica come può essere la colite ulcerosa il cron, noi sappiamo che i pazienti che hanno la colite ulcerosa circa il 40% di questi pazienti soffre anche di ansia e di depressione che è sempre stata correlata con la difficoltà del paziente di dover convivere con una malattia così debilitante come può essere appunto il cron o la colite ulcerosa, in realtà ora sappiamo che l'ansia e la depressione di questi pazienti è una manifestazione extraintestinale della malattia, cioè i pazienti poiché hanno l'infiammazione intestinale soffrono di ansia e di depressione ma non perché per una convivenza con la malattia quello che abbiamo visto è proprio che l'infiammazione intestinale è legata anche a una dysbiosis cioè una modulazione della composizione del nostro microbiota, diceva giustamente Paola che il microbiota è un ecosistema e formato da tanti microorganismi diversi che convivono tra di loro con noi, quando questa composizione viene essere modificata si può anche aumentare quella che viene chiamata la permeabilità intestinale cioè dobbiamo immaginare l'intestino come una sorta di portone del nostro palazzo questo portone decide chi entra e chi esce o che cosa entra o che cosa esce, allora quando tutto va bene il portone è come una sorta di cancello cioè fa passare soltanto le molecole che noi vogliamo che passino se c'è un'infiammazione questo cancello viene essere scardinato e quindi sostanze indesiderate ntrano in circolo, raggiungono altri organi come il fegato e infine anche il cervello qui abbiamo dimostrato l'esistenza di un ulteriore cancello che normalmente è aperto perché se il portone fa il suo mestiere noi vogliamo che il nostro cervello interagisca con il resto dell'organismo quindi che ci sia un rapporto perché deve permettere il passaggio di nutrienti, quando c'è l'infiammazione quindi delle sostanze indesiderate raggiungono il cervello questo secondo cancello si chiude in questo modo non fa più interagire il cervello con il resto dell'organismo questo cancello si chiude come se fosse la porticina del palazzo se noi il portone è chiuso o fa passare solo quello vogliamo far passare non è necessario tenere chiusa anche la porticina ma se noi invece vogliamo proteggere l'appartamento dobbiamo chiudere la porticina quindi in qualche modo quando chiudiamo la porticina il cervello si isola va in ansia e depressione quindi tutto sembra nascere dall'intestino per lo meno quando c'è un'infiammazione intestinale non è detto che tutte le depressioni siano associate a questo però questo ci fa capire che forse non dobbiamo curare la depressione ma dobbiamo agire a livello intestinale cioè dobbiamo ripristinare la corretta composizione del microbiota e quindi anche la corretta apertura e chiusura di questi cancelli Dottor Andreosi vengo a lei intanto vi chiedo un commento a questi studi che aprono davvero uno scenario nuovo rispetto a poco tempo fa sicuramente affascinante sono comunque ipotesi lavorative veramente promettenti il collegamento a cui faceva riferimento la dottoressa tra la parte del microbioma la parte del cervello molto affascinante ho lavorato nel cron nel passato in tutte le malattie autoimmuni nei miei 25 anni di carriera ho fatto un pochino di tutto dal punto di vista sia la parte di ricerca ho iniziato nelle neuroscienze tra l'altro molti anni fa poi passando all'industria mi sono occupato sia di infiammazione che di oncologia che di antivirale, contaminazione era un'altra parola chiave che ci siamo portati la nuova era della medicina porterà, lo abbiamo accennato anche dei farmaci sempre più mirati, sempre più precisi sempre più costosi ma è proprio per questo che probabilmente tutto questo richiederà una selezione attenta del paziente, voi che ne pensate? perché questo è sicuramente un risultato avere dei farmaci, abbiamo parlato di quanto e come la medicina nel futuro sarà sempre più personalizzata avrà dei farmaci proprio più mirati ma ogni risultato è un punto d'arrivo ma al tempo stesso è un punto di partenza quindi una nuova sfida allora chiederei naturalmente al dottor Andreose che è qua vicino a me perché ce l'ho vicino perché è un problema che riguarderà sicuramente le aziende riguarderà ricercatorie clinici, riguarderà anche quella sentinella della salute, quel laboratorio sul territorio che è la farmacia dottor Andreose, poi passo alla dottoressa Mediati parlavamo anche di covid pochi minuti fa un mio collega americano ha definito il covid come l'11 settembre del sistema salute perché di fatto all'inizio eravamo totalmente impreparati però anche ha portato prima a una risposta immediata da parte degli operatori sanitari anche eroica come nel caso del 11 settembre degli operatori della sicurezza e pompieri via dicendo poi nella seconda fase ha uno sviluppo rapidissimo e abbiamo parlato prima della tecnologia dell'arena messaggero non dimentichiamoci che gli antivirali sono entrati in utilizzo nel covid a maggio del 2020 quindi il progresso è stato sostanziale in tempi brevissimi quindi sotto pressione abbiamo lavorato benino tornando alla sua domanda sul discorso dei pazienti terapie più mirate ma potenzialmente più costose io vedo nel futuro convivere le due componenti terapie che vanno più ad ampio raggio potenzialmente il microbioma visto che ce l'abbiamo tutti è una cosa che può essere anche come un'impronta digitale poi invece quelle più mirate pensando anche alle neuroscienze di nuovo visto che parlavamo di neuroscienze pochi minuti fa sono state introdotte le prime terapie geniche sulle neuroscienze in tempi recentissimi e quindi che vanno a impattare solamente su un numero selettivo di pazienti che ha una certa mutazione quindi io vedo un futuro in cui le due coesisteranno pensando anche al discorso Italia le dicevo che mi sono occupato di molte cose pensando a dei pionieri delle neuroscienze italiani non posso non menzionare la professoressa Rita Levi Montalcini che io ho avuto la fortuna di conoscere alla fine degli anni 80 che è stato come dicono gli inglesi life changing per me che mi ha fatto poi entrare nelle neuroscienze ma anche oggi esistono realtà sia da un punto di vista accademico sia da un punto di vista di ricerca sia da un punto di vista aziendale in cui l'Italia comunque può dare un contributo fortissimo anche alle neuroscienze nel nostro piccolo abbiamo annunciato recentemente una collaborazione con un'azienda giapponese che ha una specialità proprio nel attraversare la barriera hematoencefalica che è stato un ostacolo non insormontabile ma che ha complicato molte le cose da un punto di vista di efficacia per i farmaci che sono targettati a diverse proteine del cervello quindi combinando la nostra competenza di Angelini Pharma con le neuroscienze con questa tecnologia che si chiama speriamo nel futuro di poter disegnare delle molecole che possano attraversare la barriera hematoencefalica quindi avere un'efficacia selettiva per alcune patologie importanti ad iniziare dall'epilessia Grazie, allora dall'azienda passo al laboratorio anche al mondo accademico con la professoressa Ricini il professoressa Rossi e poi torno sul territorio la dottoressa mediata è preoccupata perché anche qua la farmacia quando parliamo di farmaci dopo già il covid la distribuzione, una farmacia che avvicina ma allora vediamo, laboratorio, mondo accademico, ricerca siamo qua molti di questi farmaci innovativi sono stremamente costosi come ben sappiamo perché hanno richiesto anche anni e anni di ricerca di sperimentazioni, allora è molto importante capire quali sono i pazienti che rispondono a determinata terapia Anche in questo caso il microbiota ci viene in aiuto perché quello che si è visto soprattutto per l'immunoterapia dei tumori è che i pazienti che rispondono meglio alla terapia hanno una composizione del microbiota molto particolare e quindi questo ci può permettere da una parte di identificare i pazienti che risponderanno ma dall'altra ci permetterà anche visto che il microbiota è comunque un organo dinamico che quindi è possibile modulare possiamo modularlo attraverso la dieta, attraverso l'integrazione cercare di modulare anche il microbiota di quei pazienti che dovranno ricevere una determinata terapia queste secondo me sono un po' le frontiere la frontiera del futuro perché noi sappiamo che ad esempio se noi prendiamo questa popolazione di persone qui oggi sebbene ognuno abbia un'impronta digitale del microbiota proprio tutta sua come dicevi giustamente prima Possiamo anche dividere la popolazione in tre gruppi sappiamo che uno di questi tre sottogruppi è quello che risponde meglio alla terapia oncologica probabilmente ad altre terapie magari anche le terapie di cui parlava il collega, il dottore potrebbero essere più mirate se conosciamo meglio anche la struttura del microbiota perché probabilmente anche in quei casi ci sarà una risposta migliore o peggiore in funzione della composizione e potremo grazie alla possibilità di modulare il microbiota anche permettere ad alcuni pazienti di rispondere a determinate terapie proprio attraverso la modulazione e quindi la dieta siamo ancora un po' lontani da poterlo fare quindi non è una cosa che domani riusciremo a fare ma il futuro è abbastanza roseo da questo punto di vista soprattutto per aumentare le chance di quel paziente di rispondere anche per non utilizzare un farmaco o magari un paziente che non risponderebbe Certo, ha una sottolineatura da fare professoressa Rossi perché poi con lei ci dirà prima di salutarci come mantenere in salute questo poi insomma decide tutto lui eh proprio quando ne diciamo regista della salute c'è il cervello che decide ma è fondamentale anche l'altro cervello Uno delle grandi sfide sarà anche la nutrizione personalizzata la nutrizione che sia proprio basata diciamo abbia come bersaglio il microbiota quindi anche in questo senso dovremo preparare formare dei giovani che riescano negli ambulatori di nutrizione a parlare di microbiota questa è un'altra grande sfida perché siamo ancora qui viene fuori proprio l'accademica Certo, arriviamo in farmacia? Tempi duri? Tempi rosi? Sentiamo cose meravigliose, no? Sentiamo che la scienza va avanti che i farmaci sono innovativi sono tanti, però sappiamo anche i costi li abbiamo detti, però a questo punto io pongo l'accento su una cosa, l'accesso a questi farmaci, nel senso facciamoli creiamo questo aspetto innovativo però poi diamo l'accesso ai cittadini facilitato qui pongo l'attenzione anche l'attuale situazione, io non penso che bisogna pensare solo al Covid, pensiamo a oggi Emilia Romagna è l'uvione io perché faccio questo esempio? Perché in questi giorni non vediamo altro che è una situazione di difficoltà di raggiungere dei posti, quindi di movimenti in quei posti non si riescono più a muovere le persone, allora nel momento in cui noi creiamo questi farmaci nuovi è importante farli vicino al paziente ritornando a discorso di non andare sempre verso per esempio la distribuzione diretta, noi farmacisti dovete sapere che continuiamo una battaglia continua tra regioni che utilizzano la distribuzione diretta vuol dire che devi andare in ospedale o presso l'Aslari derare farmaci di alto costo, come saranno questi quindi persone che devono attraversare territori difficili da attraversare, fare dei percorsi di ore ottenere costi per raggiungere il farmaco allora a questo punto io ritorno a dire la scienza deve portare anche a far ottenere il farmaco facilmente, quindi il farmaco deve arrivare a Cittadino anche attraverso le farmacie anche perché attraverso le farmacie si fa aderenza alla terapia, voi mi insegnate che se questi farmaci i farmaci funzionano se si prendono se si prendono anche in maniera corretta e continuativa avendo una persona con cui puoi eventualmente confrontarti quotidianamente e questo allontana sempre il discorso a quella che è la farmacia convenzionata la farmacia sotto casa, tra l'altro anche i costi vengono ridotti proprio perché andando vicino al paziente si riducono i costi delle aziende si può investire ulteriormente perché poi fondamentalmente stiamo aspettando tutti che il Ministero della Salute insomma metta ulteriori fondi sulla ricerca per i farmaci innovativi ce lo auguriamo tutti perché è il futuro dal canto nostro noi ci riproponiamo come fonte di prevenzione e aderenza alla terapia anche in questo caso Grazie, grazie dottoressa Mediati Professoressa Rossi voleva aggiungere qualcosa? perché considerato l'importanza della ricerca di cui abbiamo parlato, considerando la situazione che con i numeri il dottor Andreosi ha sottolineato cioè un numero crescente di persone che si confrontano con problemi di salute mentale ma anche problemi di salute del cervello malattie cosiddette neurodegenerative la ricerca si sta muovendo, ritorniamo all'immagine del coro le aziende, il territorio, dott. Andreosi e poi come mettere veramente, costruire un gruppo di lavoro, mi passi il termine 110 milioni di europei con malattie del cervello di cui parlavamo, quindi è un po' un'epidemia se vogliamo e soprattutto post covid come dicevamo prima è stata aggravata notevolmente 25% di aumento delle depressioni nel 2020 che era un anno non si poterà anche fare diagnosi per cui immaginiamoci qual è il sommerso quindi uno tsunami praticamente di malattie di questo tipo non è una competizione, si parlava prima della prevalenza delle malattie autoimmuni nel sesso femminile alcune conseguenze delle malattie del cervello sul sesso maschile, per esempio i suicidi sono dominanti, 79% dei suicidi in Italia sono del sesso maschile, non è una competizione per trappa sono numeri brutti quindi un'emergenza notevole, ci sono tavoli di lavoro dal punto di vista ministeriale, noi come aziende possiamo supportare creazione di dati per fare di fatto cultura su questi aspetti alcuni dei dati che ho citato vengono da un report che Ambrosetti European House ha iniziato a lavorare già da alcuni anni che si chiama Headways che va a vedere nei 27 paesi dell'Unione Europea più il Regno Unito, che a me ci ha lasciato qual è lo stato della salute mentale qual è lo stato del supporto del sistema sanitario dei vari paesi alla salute mentale anche ovviamente i gap quindi questo è un punto di partenza stiamo anche supportando la diffusione di questo rapporto verrà presentato a giugno anche alla Camera dei Deputati a Roma, è già stato presentato a Madrid al Parlamento Spagnolo, il Parlamento Europeo è chiaramente interessato a questi dati perché sono il punto di partenza quindi chiaramente avere dati per cui possiamo iniziare a parlare di fatti chiaramente poi tornando al discorso iniziale ci vuole il famoso coro del professor Mantovani quindi i dati supportano l'azione ci vuole volontà da parte delle istituzioni ad occuparsi di queste cose a chiudere quei gap di cui parla il report chiaramente noi come aziende possiamo fare il nostro ruolo sia per quel che riguarda le terapie sia per quello che riguarda il supporto a queste iniziative associazioni pazienti chiaramente sono centralissime perché solo loro ci possono dire come i loro cari o loro stessi vivono queste patologie un paziente sempre più informato messo in grado di partecipare perché si dice sempre spesso il paziente al centro ma nella nuova era della medicina speriamo anche grazie con le nuove tecnologie di metterlo realmente al centro dottore d'accordo? la dottoressa Mediatti è assolutamente d'accordo ma vorrei passare alla ricerca perché anche la tecnologia ci aiuta i passi avanti e le conoscenze che sono state fatte sul microbiota ma professoressa Rescigno in che modo la ricerca la tecnologia può davvero mettere insieme questa mi piace considerarla questa squadra di lavoro che sulla base delle conoscenze che fornisce la ricerca sull'impegno delle aziende su come si organizza il territorio io sono contenta e vi ringrazio di avere questo serbatorio oggi così diverso ma così complementare come le nuove tecnologie o la tecnologia in generale può inserirsi facilitare questo lavoro di squadra per mettere a terra le cose che avete scoperto ma come diceva giustamente prima anche Paola la tecnologia ha fatto avanzare lo studio del microbiota ad esempio perché all'inizio non si sapeva come si poteva studiare il microbiota quando si è capito che si poteva attraverso prima l'analisi del sequenziamento genico quindi andare a fare una fotografia proprio di chi c'è all'interno dell'intestino poi attraverso invece i nuovi studi di metabolomica ad esempio capire che cosa questo intestino produce perché la gran parte delle attività del nostro microbiota sono proprio associate ai processi dai metaboliti che vengono prodotti durante il processo di fermentazione dei cibi perché quando noi mangiamo non diamo da mangiare solo a noi stessi ma anche al nostro microbiota dobbiamo occuparci di tutti quelli là il quale in cambio però ci lascia tutta una serie di molecole che sono quelle fondamentali per il nostro benessere cco ora siamo in grado attraverso questa analisi di metabolomica di andare anche a dare un nome, un cognome a tutte le molecole che vengono prodotte dal nostro microbiota anche in risposta a diversi stimoli quindi in questo caso la tecnologia ci ha aiutato nel lavoro che ho presentato precedentemente che abbiamo fatto nell'asse intestino-cervello quello ha richiesto un lavoro in coro perché abbiamo avuto l'aiuto dei neurobiologi del nostro istituto quindi il professor Matteoli, la professoressa Lodato che ci hanno aiutato a capire perché noi passavamo dall'intestino un organo che conosciamo molto bene al cervello che è un organo che noi non conoscevamo quindi grazie a un lavoro di squadra, di equip siamo riusciti a dare delle risposte a delle cose che da soli non saremmo mai riusciti a fare con delle tecnologie che ora ci danno una mano, ci aiutano Professoressa Rossi, lei l'ha anticipato dando anche dei suggerimenti per le nuove professioni del futuro sempre più i gruppi sono composti da professionisti con esperienze che un tempo sembravano molto lontane, diverse che ci azzecca un ingegnere con un immunologo infatti nei laboratori c'è sempre più una varietà di ragazzi laureati in discipline diverse un po' come nel microbiota pensate che, adesso mi piace ricordare un ricercatore che è Timo Tidinan dell'università di Cork tale è l'influenza del microbiota che è stato cognato un termine che è psicobiota comprende prebiotici, probiotici, postbiotici, simbiotici tutte quelle molecole batteriche che sono in grado di avere un effetto sul sistema nervoso centrale quindi questo è avvenuto nel 2013 quindi parliamo sempre di una decina di anni fa tanta strada c'è da fare, sicuramente moltissima strada c'è da fare però la ricerca si sta muovendo nella direzione giusta partendo dalle cose più semplici ci stiamo complicando come è giusto che sia perché è complicato proprio il topic, l'argomento però stiamo arrivando a capire tante cose quindi assolutamente... grazie posso giudicare una cosa? bravo perché intanto volevo chiederle se lei se l'aspettava questo balzo in avanti però collegandomi al discorso dei ricercatori è vero ci sono delle professionalità importantissime però mancano questo è uno degli aspetti che volevo anche sottolineare al coro vanno aggiunte anche le università perché ad oggi non siamo in grado di gestire le necessità del mondo scientifico ma anche del mondo industriale con le professionalità giuste qua ci sono due prof per fortuna sto pensando non solo ricercatori ma anche medici non abbiamo abbastanza medici per il sistema sanitario nazionale figuriamoci se abbiamo abbastanza medici per l'industria che comunque servono a farci capire le patologie a farci capire l'impatto sui pazienti quindi le nostre università non sfornano abbastanza competenze per riuscire a vincere queste sfide dottoressa Mediati siamo partiti dalla tecnologia in questo giro di tavolo perché è stato veramente quell'ingrediente determinate che ha rappresentato una svolta anche per la farmacia che si sta trasformando assolutamente sì c'è stata un'evoluzione incredibile negli ultimi due anni parto innanzitutto dalla distribuzione per esempio dalle cooperativi di distribuzione farmaceutica che stanno facendo uno sforzo in mano per l'inserimento e lo sviluppo della tecnologia all'interno delle sedi proprio perché per esempio c'è stata una difficoltà non so se l'avete notata tutti nell'approvvigenamento di molti farmaci quanti farmaci sono stati mancanti sono ora mancanti dai canali distributivi oggi un antibiotico in farmacia per bambini non lo trovi ma proprio tanti sono quelle molecole che sono in questo momento introvabili quindi con problematiche che le famiglie devono affrontare di ansia perché poi lo troviamo in sostituto cioè voglio dire tra medici, farmacisti e specialisti poi una soluzione si trova dove le famiglie entrano sicuramente in tanta ansia quindi la distribuzione farmaceutica ha sicuramente fatto tanto ancora tanto di più ha fatto la farmacia la farmacia ha avuto questo sbalzo in avanti in tecnologia incredibile per esempio sulla telemedicina la telemedicina oggi non è altro che la possibilità di effettuare qualsiasi analisi in telecardiologia all'interno delle farmacie prima eravamo pochissimi in Italia ora siamo arrivati a quasi 9.000 farmacie mi ricordo che la farmacia la trovi nel paesino con 800 abitanti, con 1000 abitanti cioè dove c'è solo la farmacia quindi in quel posto un elettrocardiogramma d'urgenza con lo specialista chiaramente che referta quindi farmacia è sempre il discorso del punto di accesso in rete con lo specialista in quel momento risolve veramente grandi problemi al paziente oggi la telemedicina è lanciatissima facciamo altercardiaci, alterpressori, elettrocardiogrammi forse stiamo diventando il punto di accesso più importante questo che cosa ha previsto? chiaramente imprevisto importanti investimenti in tecnologia all'interno delle farmacie che devono comunque rinnovare sempre la strumentazione che va sempre aggiornata ma quello che auspica il nostro settore è veramente avere un legame più forte col servizio sanitario nazionale cco queste piccole cose che le farmacie possono fare perché non fargliele fare direttamente in SSN? perché continuare a far andare tutti agli ospedali anche per le cose più semplici? questa è la proposta le farmacie che ci sono fanno queste attività semplici vicino al cittadino usiamo invece gli ospedali specialisti la ricerca per tutte altre cose ancora più importanti quindi gli investimenti ci sono stati ma noi aspettiamo il passaggio del convenzionamento ci sono, volete fare delle domande ai relatori? grazie, c'è anche un gelatino che gira? si, arriva ccolo qua in prima fila, se ci sono altre domande poi vi prenotate, io intanto non riuscirò a seguire il flusso più che una domanda è una sintesi nel senso che prendo l'argomento dei territori noi abbiamo organizzato a Novalesa un paesino piccolo Planetop, il pianeta che speriamo che nasce a Taranto a Taranto 2 ne fa si è parlato del pianeta che speriamo abbiamo organizzato questo forum sulle aree interne il titolo è riabitare l'Italia al tempo della complicità c'è tutto un mega trend che parte dai territori cito tre libri velocemente metromontagna, riabitare l'Italia è il principio territoriale concludo dicendo la domanda è questa nel senso che nel 2019 era partita una bella iniziativa della pastorale della salute che aveva preso 5 diocesi come campione aveva fatto l'accordo con la SL parlo della diocesi di Alba per formare le infermieri di comunità con questo sistema noi andiamo a rigenerare se oltre alle infermieri di comunità noi formiamo i tecnici di telemetria creiamo quella filiera clinico-organizzativa medico di base, farmacista, infermieri di comunità il tecnico di telemetria c'è un trend che va a rigenerare le comunità proprio partendo dall'emergenza le comunità energetiche sono un'altra faccia di questo mega trend il discorso della siccità sono un'altra faccia perché in Calabria abbiamo il 73% di perdite delle condutture quindi noi dobbiamo avere la visione sistemica di rigenerare il territorio e la comunità partendo dall'emergenza in modo capillare, dobbiamo fare come la ricerca dare un nome o un cognome a tutti ci sono altre domande? grazie abbiamo 7 minuti e 06 secondi ragazzi buttatevi volevo fare una domanda alla dottoressa Maria Ricigno prima parlava del concetto di prevenzione ma lei intendeva praticamente la prevenzione che dovrebbe partire chiaramente dalle scuole primarie perché mi viene in mente l'Organizzazione Mondiale della Sanità che dice che l'80% delle patologie cardiovascolari il 40% dei tumori sono prevenibili con dei corretti stili di vita fin da giovani perché chiaramente l'invecchiamento non inizia a 60 anni ma inizia addirittura alcuni studi dicono inutero per motivi epigenetici il motivo era quello che intendeva lei praticamente educare delle figure che già a partire dalle elementari spiegano il concetto di prevenzione, attività fisica in parte si fa già, ci sono molte iniziative all'interno della scuola l'Irk ad esempio fa queste iniziative bisognerebbe aumentare queste iniziative bisognerebbe fare in modo che tutti i ragazzi abbiano un'educazione per lo stile di vita perché come dicevi giustamente tu in realtà anche si sa ad esempio che il microbiota viene trasferito dalla mamma al piccolo al momento della nascita quindi anche curare il microbiota durante la gravidanza è molto importante per cui bisogna veramente spingere le persone far capire alle persone cosa significa prevenzione prevenzione nasce proprio da una qualità della vita diversa da fare esercizio fisico, dal curare l'alimentazione soprattutto i ragazzi giovani che tendono a mangiare una serie di schifezze che non vanno bene loro pensano che questo non impatti sulla loro vita ma in realtà quello che stanno mangiando oggi magari tra dieci anni si trasforma in qualcos'altro quindi nel momento in cui i ragazzi sono invece coscienti dell'importanza dell'alimentazione proprio dai bambini perché il problema principale è l'obesità infantile in questo momento quindi cercare di insegnare ai ragazzi e ai loro genitori una corretta alimentazione fondamentale quindi prima si comincia e prima si previene che poi è la dieta mediterranea la più certificata, la più blasonata poi semplice ma quella vera non quella io mangio così, sono a dieta mediterranea perché sto in Italia c'è un'altra domanda, due altre domande mi sembra una qui e una in fondo vi chiederai se andate alla domanda secca molto velocemente, il professore prima ci ha raccontato dei percorsi di crescita durati vent'anni di insuccessi cinquant'anni di insuccessi come vi rapportate con dei percorsi di crescita di così lungo periodo dal punto di vista dei finanziamenti dal punto di vista della motivazione degli operatori grazie, è una bella domanda, potete rispondere voi è una bellissima domanda perché la frustrazione che associa il ricercatore è uno dei problemi principali della ricerca questo lo sappiamo, noi abbiamo dei ragazzi che vivono dieci insuccessi per un successo quindi quello che sta a noi è di insegnare che fa parte del nostro mestiere che non bisogna scoraggiarsi però questo è uno dei problemi principali anche per quanto riguarda i finanziamenti giustamente una ricerca significa che chi investe nella ricerca investe in un tempo molto lungo su questo penso che forse il dottor Adrode può dire vale la stessa percentuale la percentuale di fallimento a seconda delle varie fasi di sviluppo clinico è chiaramente altissima si spera che l'intelligenza artificiale tra le altre cose che potrebbe fare che migliori l'efficienza appunto dei processi di ricerca anche se è ancora da dimostrare però sì la frustrazione non è frustrazione fa parte dei grandi numeri il microbiota non è felice bisogna saperci condividere quindi sosteniamoli noi abbiamo 2 minuti e 53 non voglio mettervi la fanno ma dobbiamo fare veloce per cui relatore avvisato relatore salvato messaggio che ciascuno di noi può infiocchettarsi quindi veloce da portare a casa sul cui riflettere per cui accendere pensieri via si parte con la professoressa Rossi un flash posso darne 2 ma veloce il primo è che se facessimo un test di aderenza alla dieta mediterranea ahimè ci sono degli score proprio dei punteggi avremo mediamente uno score intermedio quindi innanzitutto dobbiamo seguire in maniera più aderente alla dieta mediterranea qui si potrebbe fare 2 ore ma ecco prendiamo spunto proprio da quello che diceva il professor Mantovani con i numeri perché le 5 porzioni di frutta e verdura sono necessarie assolutamente per avere una buona fitness ecologica del nostro microbiota quindi questa è una adesso passo alla professoressa Resigno poi se c'è tempo anche il secondo rapidissimamente io sono velocissima, curare l'intestino per prevenire le malattie va brava, questo mi piace Giovenale dice a me in corpore sano ma io dico vero ma anche non c'è salute senza la salute del cervello perfetto, dottoressa Mediati andiamo in farmacia io riporto il mio motto sanità territoriale quindi prossimità digitalizzazione perché ne abbiamo bisogno tutti ma umanità perché umanità delle cure quindi vicinanza ai più deboli che sono sicuramente quelli a cui dobbiamo pensare per primi ricordo al festival dell'economia Schopenhauer, la salute non è tutto ma senza la salute il tutto è nulla quindi investiamo nella salute ma professoressa una battutina proprio per dire velocissima vorrei un attimino farvi pensare al fatto che questo rapporto con il nostro microbiota è un rapporto diciamo circadiano vi invito a tenere gli orari dei pasti che mi era curata costanti per quello che ovviamente è la sostenibilità del nostro lavoro perché? Perché il microbiota ovviamente prendendo le fibre in questo caso le fibre solubili dalla frutta e dalla verdura è esattamente coordinato con i nostri ritmi circadiani è stato vinto un premio Nobel da 3 medici sui ritmi circadiani il nostro clock che è importantissimo sia regolato dal ritmo sonno veglia quindi mi raccomando il microbiota è così è un po' così, guarda l'orologio anche noi dobbiamo guardare l'orologio grazie, seguiteci perché parleremo di intelligenza artificiale anche di gentilezza a domani, buona giornata grazie, grazie ai relatori grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie
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