Voci europee. Una serata dedicata ad Antonio Megalizzi
Incorpora video
Voci europee. Una serata dedicata ad Antonio Megalizzi
Senza un’opinione pubblica europea è difficile pensare a una unione politica. Per crearla sono necessari scambi tra i media nazionali ma anche la creazione di luoghi di informazione, analisi e discussione transnazionali. C’è una nuova generazione che si sente europea e che cerca informazioni critiche e selezionate. A questa generazione apparteneva Antonio Megalizzi.
buonasera a tutti e buonasera tutte è una serata molto speciale perché è in ricordo di antonio megali si è un ricordo di un giovane giornalisti sono giornalista impegnato che crede nella democrazia nel racconto delle l'importanza di di raccontare i fatti è un giovane che raccontava giovane giornalista che raccontava la democrazia la democrazia europea e quindi una serata molto particolare in cui abbiamo pensato e grazie agli organizzatori del festival in particolare giuseppe laterza che il migliore omaggio che potessimo fare per ricordare antonio micalizzi era di raccontare di parlare delle sue sue passioni e delle sue battaglie ed interrogarsi su quello in cui in qualche maniera quotidianamente cercava di per cui si impegnava cioè di credere costruire sviluppare l'informazione europea credendo in un opinione pubblica europea aaron tema molto delicato delicato perché nome di immediato approccio e consapevolezza però appunto pensiamo che dobbiamo è un elemento fondamentale parliamo molto d'europa in particolare in questo questi giorni di lezione ma anche in questi questo periodo del festival è l'idea è proprio di di sapere di interrogarsi se veramente possiamo parlare di europa di costruzioni europea di posizione politica europea se non c'è l'esistenza e l'affermazione di un opinione pubblica europea si racconta che già idolo con un pensiero condiviso da tanti esponenti politici avevano l'idea di dire costruiamo l'europa durante la notte e poi un giorno facciamolo in modo un pò tecnico un po burocratico però ha certo punto una mattina i cittadini si risveglieranno europei europeisti europei probabilmente questa questa visione che aveva una sua logica storica è arrivato a un punto in cui si percepisce in qualche maniera proveniente dal referendum su maastricht francese dall'inizio al 90 è ancora di più quando c'è stato i voti sull'alta per costituzionale che questa questa visione non può andare avanti che non si può costruire l'europa è difficile immaginare di andare a progredire nell'integrazione europeo senza proprio coinvolgere i cittadini e coinvolgerli significa anche avere un agorà un forum dei cittadini in cui si dibattono delle delle tematiche e delle tematiche comune per cominciare appunto questa discussione e devo dire confesso che prima della prima dell'incontro abbiamo parlato è stato molto stimolante la discussione che abbiamo avuto tra di noi ha darei subito la parola andrea fracasso che che fa parte del comitato organizzatore festival ma soprattutto è direttore degli studi internazionali dell'università di trento e che è stato anche professore e che ha studiato con cui ha studiato antonio micalizzi vino subito la parola in quel che introdurrà un po il nostro la serata e ricorderà anche perché questa serata essenzialmente dedicata a antonio micalizzi sì grazie buonasera a tutti e sono contento di poter portare questa sera un po il ricordo sia come docente che conosceva antonio ma anche come membro del comitato in questa in questa serata antonio ricorderete che ha perso la vita in un attentato terroristico dicembre scorso insieme ad un altro collega ed amico bar tech noi abbiamo pensato che questa serata organizzata in questo modo fosse il modo migliore per ricordarlo per le ragioni che proverò ad illustrare molto brevemente innanzitutto il festival è un luogo come ha detto bene giuseppe laterza in apertura dove si crea o se alimenta la discussione pubblica e quindi è un luogo giusto per discutere di questo la dimensione europea come ha detto in apertura beh fa parte e riguarda si concentra sui temi del festival di quest'anno antonio era un fervente europeista come diceva luana di lui ed era uno studente ed era un giornalista allora se diciamo così fino a una decina d'anni fa 15 anni fa sul sull'europa non si discuteva moltissimo anche perché c'erano sorte di consenso permessi no quindi non c'erano temi è veramente controversi da discutere negli ultimi anni è diventato molto più importante farlo e quindi l'intuizione di antonio e di altri come lui nella sua generazione è stato quello di capire l'importanza di discutere e di affrontare questi temi e quindi di svilupparli in qua in quale modo da cominciare a pensare in senso verticale dell'unione delle sue istituzioni per il parlamento della politica europea in senso orizzontale di quello che accade negli altri paesi e quindi di quello che ci accade a fianco e noi sappiamo molto di più dei nostri paesi vicini di quanto magari non sapessimo tempo a dieta e poi c'è una terza dimensione che forse quella meno sviluppata che quella sovranazionale quindi cominciare a creare movimenti di opinione europei su temi europei dal punto di vista politico partiti ma dove si è vista anche di comunicazione esistono alcuni esperimenti riusciti e vincenti e ne sentirete parlare uno di questi è cui vorrei far riferimento euro fonica ero fonica è un format che mette insieme delle radio universitarie sono un centinaio di raggi universitari da diversi paesi antonio era molto coinvolto in questo aveva visto lungo era coinvolto perché pensava che fosse lo strumento adatto per affrontare i temi europei a cui mi teneva così tanto poi appunto vi sarà descritto di più succose euro fonica vorrei solo dire che ero fonica credo la settimana scorsa ha vinto all'inizio di questa settimana vinto il premio carlo magno del parlamento europeo come iniziativa di giovani per la promozione appunto dell'unione europea quindi a toni aveva capito lavorando intensamente come anche bar tech a questo a questo questo progetto progetto che l'aveva portato a strasburgo proprio nei giorni in cui ha perso la vita ma progetto che aveva portato strasburgo anche l'anno prima dove lui diceva si era innamorato dell'unione europea e questo mi lega a questa ultima cosa la dico perché antonio aveva scritto nella motivazione con la quale aveva fatto domanda per entrare alla laurea di studio internazionali aveva studiato a verona comunicazione e quindi ovviamente lui mirava a fare il giornalista perché si era iscritto a studi internazionali europee internazionali perché voleva comprendere comprendere di più equi uso ancora una volta le parole di di luana che saluto e abbraccio tra chi voleva comprendere di più per spiegare meglio e questa secondo me è un'altra cosa importante un'altra intuizione importante che ha ripreso mi sembra tito boeri in apertura quando diceva i problemi complessi non necessitano di semplificazione banalizzazione ma di qualcuno che li comprenda e che poi li sappia spiegare e questa è un'intuizione che antonio avuto che però sentiva per poterla svolgere fino in fondo l'obbligo di documentarsi di informarsi e di discutere è una cosa che tutti i suoi compagni che vedo presenti amici dicono è che lui discuteva con chi non era d'accordo con lui e quindi da questo punto di vista questa la cosa importante serviva ad animare la discussione è il dibattito è il per poterlo fare in modo costruttivo però bisognava essere informati sulle sulle ragioni degli altri e anche per questa ragione credo appunto fosse doveroso farlo in una ricordarlo in una in un incontro dove potremo sentire delle opinioni diverse a questo proposito vorrei far presente anche che la famiglia di antonio che in parte è presente questa sera che abbraccia ancora ha messo in piedi una fondazione che comincerà al 7 giugno la propria attività con una grande partecipazione di tutta la comunità trentina la provincia le istituzioni locali e cosa fa questa cosa farà cosa intende fare questa istituzione ma discutere di formazione informazione quindi ancora una volta il legame tra giornalismo informazione studi e quindi capacità di influire sulla diciamo un po sulla sulla comprensione da parte dei più giovani sono legate quindi anche in questo senso questa occasione sembra molto molto adatta per per onorarne la memoria quindi non voglio dilungarmi oltre credo che fosse doveroso tutti noi fin dal principio avevamo pensato che fosse bello ricordarlo nel festival diciamo avete visto quanti intuizioni antoni aveva avuto ma anche che eredita ci ha lasciato avrete notato dal capo dello stato ma anche quando si si si discute con le persone al bar che ricordo di antonio è vivo ed è un ricordo molto positivo l'entusiasmo di antonio entusiasmo consapevole non fanatico consapevole critico credo sia un'eredità importante e quindi questa sera non sembra una una bella occasione per ricordarlo ancora grazie allora fracasso e dunque stasera per fare con noi presento ossia sorelli borelli che lavora per politico e un gran elis che uno dei responsabili bbc e presidente dell'unione delle radio europee annalisa camilli giornalista di internazionale nicola pifferi che appunto che la collega di antonio antonio micalizzi rowe fonica io farò in qualche maniera lo speaker moderatori di questa serata dico questo perché volevo anche approfittare per salutare il speaker john burke off che è presente con noi stasera e che sarà domani appunto alla al festival sul palco per raccontare appunto come si sia organizza la democrazia in una delle più grandi democrazie europee passano subito la parola ancora piferi per raccontarci comunque la storia di questa radio protonica io devo confessare che ho scoperto l'esistenza di questa radio con gli con gli eventi appunto di gennaio scorso e ho scoperto l'esistenza anche di questa rete di giovani giornalisti che sono militano per raccontare le istituzioni europee dunque la vita democratica europea di quel passo subito la parola amico rapisce grazie euro fonica è nata proprio come come esperimento di condivisione prima che come format radiofonico e formare giornalistico è nata da un'idea di raduni che è lector dell'università italiana e da radio campus fans che invece letto delle radio universitarie francesi che insieme a dare ad altri network di radio universitarie europee hanno pensato facciamo qualcosa insieme cominciamo a lavorare assieme e parlare di unione europea assieme d europa assieme ed è nata eurofoglia che è nata l'idea è nata nel 2014 poi orfani che proprio partita nel 2015 eurosonic a è un format è un format multilingue nel senso che è prodotto in diverse lingue in diversi modi anche perché poi abbiamo capito che i diversi pubblici sono abituati a diversi tipi di contenuti e apprezzano di più diversi tipi di contenuti e che vuole raccontare sì l'unione europea ma soprattutto l'europa unita vuole raccontare l'europa come come grande continente inteso proprio come quel grande spazio unito in cui viviamo e di cui non possiamo fare a meno antonio micalizzi come bar tech erano due i nostri colleghi e lavoravano con noi e sono anche due dei colleghi che euro fonica se lo sono inventati la lo hanno veramente creato dal nulla e poi diciamo più influenzato in assoluto adesso come adesso euro fonica la versione italiana di euro fonica ha cambiato completamente ha cambiato completamente stile era nata come si può dire anche un po una forma nostalgica di radiofonia amanti del servizio pubblico e amanti di una radiofonia molto classica eurosonic a era fatta in un modo creata in una serie di puntate da un'ora che raccontavano l'unione europea da un anno euro fonica invece è diventato un podcast questa è stata anche una delle idee di antonio un podcast giornaliero delle pillole giornaliere che racconta l'unione europea in maniera completamente diversa e non solo un podcast diventata anche una serie di contenuti social dove io ed altri colleghi abbiamo assolutamente perso la dignità raccontando per esempio labbra exit ha letto in pigiama perché nel modo migliore per comunicare una notizia che arrivava un orario in cui tutti erano a letto in pigiama e allora noi l'abbiamo raccontata così eurosonic a vuole essere quel tentativo di far capire che l'europa è qualcosa da cui non possiamo e non vogliamo scappare e che è quella cosa che ci che ci caratterizza come europei ok da una parte appunto l'unione europea ma soprattutto dall'altra l'europa unita è una cosa che io ripeterò all'infinito ed è forse la cosa a cui io credo di più all'interno di oro fonica questo concetto di europa ogni te questo racconto di un'europa che vive che vive assieme che va appunto dal podcast più politico su cosa succede all'interno la commissione su cosa succede quali sono i risultati delle elezioni quali sono gli scenari che potrebbero svilupparsi nei prossimi giorni in questi giorni stiamo facendo una analisi seria e approfondita dei vostri di tutti i paesi divisi diciamo per ragioni geografiche e forse anche un po politiche del continente europeo ma va da quello fino il racconto a letto in pigiama di che cosa per l'ennesima volta il parlamento britannico ha bocciato è un esperimento continua perché questo anche il gioco bellissimo delle radio universitarie io sono arrivato eurosonic a passando da samba radio che la radio universitaria di trento e bolzano sono degli ambienti in cui avendo degli editori giovani e che hanno voglia di sperimentare sia la possibilità di provare sia la possibilità di provare a fare delle cose di schiantarsi di sbagliare miseramente ripensa ma forse questa interessante invece no ma sia proprio la possibilità di provare a comunicare uno stesso concetto in dieci modi diversi e vedere qual è quello che funziona meglio senza quella pressione di un editore che inevitabilmente vuole un ritorno of investments nozze in economia un ritorno effettivo ed economico dei suoi risultati e questo secondo me è la cosa più bella di euro fonica la possibilità di provare a raccontare la nostra europa nel modo che ci viene in mente quel giorno e che vediamo che quel giorno può funzionare meglio per quel pubblico fatelo fonica diversi pubblici uno radiofonico 1 social io comincio ad avere dei dubbi che siano gli stessi perché proprio hanno delle evidentemente delle preferenze completamente diverse e quindi sì questo è proprio quello che uno fonica e vuole essere e penso continuerà ad essere con la forza ritrovata dopo i giorni difficili di dicembre e gioco è difficile che però evidentemente non finiranno mai ma che con in mente quello che è successo quello che eroga cui abbiamo rinunciato in un certo senso quello qui hanno rinunciato i nostri colleghi continua ad andare avanti con una forza ritrovata è sempre più importante essenziale le voglie in quello che dici nicola e ci sono due elementi essenziali il primo è di cui parliamo stasera è l'approccio appunto verso la democrazia europea lo spazio europeo e l'altro da notare io l'ho noto ovviamente in quanto in quanto giornalista da decenni ormai la capacità anche da cercare di ri vent arsi per una generazione di diventar sì il modo di espressione e di racconto del mondo molto spesso abbiamo visto dei giovani giornalisti che venivano che vedermi che mi chiedevano come come fare per entrare nei mezzi di comunicazione nei media e la strada nelle ultie maniera era molto molto bloccata e dicevo molto spesso la vostra generazione deve anche inventarsi nuovi strumenti di comunicazione ero fonica appare in lieve di danza come un vero tentativo anche sull'approccio che sa verso dove si fa la politica ormai a livello a livello europeo siamo abbiamo finito lalalalala periodo del periodo elettorale la settimana scorsa abbiamo visto è questo sono i commenti è emerso anche nei dibattiti stamattina che in qualche è stato la prima elezione veramente compatto europeista cioè nel senso che fatto a livello europeo e non soltanto per la partecipazione che è aumentata di quei che il mostro dimostra un interesse maggiore che nel precedente le elezioni ma anche nella pratica politica e anche dei partiti pure i partiti sovranisti hanno fatto una campagna europea e penso ad esempio alla manifestazione a milano tipo che sezione fa attorno a matteo salvini in cui c'era c'era una decina di partiti sovranista voleva sapere che chiederei in particolare della silvia se alla sensazione appunto che i giornali media l'informazione ha organizzato anche il anche lei il dibattito è quasi la politica che forse è più avanti ma che i giornali a livello al livello del racconto sono rimasti su tematiche nazionali ma diciamo che queste elezioni europee erano importanti perché sia i sovranisti che i partiti europeisti l'hanno dipinto è raccontato durante la campagna elettorale con un voto fondamentale un voto per la sola parte dell'europa sostanzialmente quindi l'attenzione è stata maggiore e i risultati a seconda di come li si legge ci dicono qualcosa di molto importante quindi se guardiamo i numeri dell'affluenza possiamo dire forse c'è un ritorno a un sentimento di europeismo se guardiamo ai risultati in francia o nel regno unito in italia possiamo dire forse stiamo andando verso la distruzione dell'europa il populismo il nazionalismo quello più puro ovviamente i giornali io credo si siano focalizzati sul significato di queste elezioni soprattutto da un punto di vista nazionale perché poi l'impatto di queste elezioni è stato diverso in diversi paesi e soprattutto è stato eletto in un modo diverso a seconda di dove ci si trovava per esempio in italia i giornali ovviamente hanno raccontato la vittoria della lega e quello che i partiti sovranisti italiani oddio il partito sovranista italiano quindi la lega ci ha voluto raccontare che con quel 34 per cento andrà in europa e cambierà all'europa e quindi l'europa non sarà più quella che è stata fino adesso le letterine che arriveranno da bruxelles per sgridarci sui conti pubblici verranno strappate e così via e giornali italiani hanno raccontato soprattutto questo in una dimensione europea faccio l'esempio del giornale per cui scrivo la percezione stata completamente un'altra cioè quello che è stato percepito quello che è stato visto a livello europeo e che forse questo terremoto populista e nazioni la lista è stato in qualche modo bloccato per carità i numeri dicono che l'influenza in europa è cresciuta e maggiore però non è stato quel terremoto e quindi credo che dipende un po da che punto di vista ci si ponga però naturalmente i media di dei diversi paesi europei pensiamo anche ad esempio alla gran bretagna la gran bretagna non ha nessun interesse in questo momento di parlare di tematiche europee per la gran bretagna quel voto che non doveva neanche esserci perché dovevano essere già usciti ha un significato soprattutto a livello nazionale infatti abbiamo visto che insomma la mail si è dimessa adesso ci sarà un'elezione per eleggere il suo successore e poi bisogna vedere quando escono quando non escono è il risultato di quelle lezione ci dice che chi è andato a votare e chi vuole uscire dall'unione europea ma come i giornali inglesi hanno raccontato le elezioni europea non è in una chiave europea ma una chiave di impatto nazionale quindi credo dipenda molto da da che punto di vista ci si ponga annalisa goya internazionali aspettare un appunto una operazione con diversi giornali europei ha avuto questa percezione di un europeizzazione del dibattito o nel nel dialogo con gli altri altri colleghi erano su era difficile forze di trovare degli argomenti perché gli argomenti rimanevano dtp nazionale io credo che questa sia stata una campagna elettorale condotta in ogni paese da un punto di vista nazionale condotta così dai partiti tranne che dai partiti della destra e dell'estrema destra e così i giornali hanno in qualche modo culturalmente seguito a questo orientamento per cui i principali giornali europei hanno parlato di che cosa queste elezioni europee significavano per i singoli governi e sono state diciamo elezioni che hanno rappresentato dei test fondamentalmente per per i governi in carica gli unici che hanno condotto questa campagna a livello europeo sono stati sovrani sti questo ci deve interrogare per proprio perché per i sovrani steel europa l'unione europea le elezioni europee erano un tema ed era uno degli obiettivi critici no uno dei dei fantasmi contro cui rivoltarsi su questa questione hanno costruito come ricordavi a un'alleanza europeista sembra una contraddizione ma non lo è sono gli unici che hanno cercato da molto presto nella campagna elettorale dei punti di convergenza anche se poi sappiamo che questi punti di convergenza nei fatti nelle politiche non esistono per per nessuno di questi partiti noi abbiamo è internazionale dal 94 cerca di creare uno spazio europeo di discussione semplicemente traducendo la stampa internazionale in italiano quest'anno per queste elezioni abbiamo sentito che dovevamo fare uno scatto in più e cioè creare una super redazione un super giornale cioè lavorare fianco a fianco bianco confrontarci con altri giornalisti europei in particolare sull'ascesa dei sovranisti e sull'estrema destra e quindi abbiamo messo su diciamo una redazione trans trans nazionale con liberazione walter con giornali amici diciamo così e abbiamo provato a lavorare insieme su questa questione facendo delle inchieste e ci siamo resi conto appunto di quanto da una parte non questa abitudine di costruire di discutere insieme di alcune questioni era la prima volta in qualche modo che avveniva e quindi c'erano proprio delle difficoltà importanti anche di comprensione dei dei reciproci paesi delle dinamiche che stavano politiche dei reciproci paesi è però per altro verso è stato molto interessante appunto documentare di come su alcune questioni le estreme destre stessero lavorando veramente gomito a gomito veramente in comune penso alla questione immigratoria penso all'attacco diciamo ai diritti delle donne penso alla questione ambientale abbiamo trovato un filo rosso che univa moltissime delle politiche e più che delle politiche delle propagande questo interessante che venivano usate dai dai sovranisti in europa un'altra questione di cui ci siamo resi conto che abbiamo documentate di quanto lo spazio pubblico in realtà è la campagna elettorale si sia spostata dalle dalle prime pagine dai grandi giornali dai mezzi d'informazione ufficiali ai social network di quanto si sia giocato proprio sui social network e non nella nei mezzi d'informazione tradizionali diciamo così questo è chiaramente qualcosa che documentiamo da molti anni ma mi sembra che in questa campagna elettorale questa questo elemento sia stato abbastanza preponderante è di nuovo abbiamo ravvisato una strategia comune delle estreme destre che è mancata completamente invece alle altre parti in gioco quello che abbiamo cercato di fare sul settimanale è stato per esempio fare un lavoro molto didascalico sulle istituzioni europee registrando un gap di conoscenza nonostante tutto enorme tra il discorso pubblico sull'europa e le istituzioni c'è una mancanza di conoscenza molto profonda di che cosa sono di fatto le istituzioni che di nuovo sono state in qualche modo in questi anni rappresentate come in qualche modo lontane no dalla forze di fatto sono anche state lontane dalla realtà dalla vita dei cittadini nei diversi stati dell'unione responsabili no capro espiatorio molto molto spesso usati usate per raccontare i problemi dei singoli a cui spesso è stata attribuita la causa dei diversi problemi nei diversi stati dell'unione quindi abbiamo cercato di fare un lavoro molto didascalico in cui raccontavamo che cosa sono le istituzioni come funziona questo unione europea ci siamo resi conto anche lì che non avevamo mai fatto prima l'abbiamo fatto questa volta per la prima volta insomma quindi anche questo dice molto della distanza appunto tra la discussione è quello che poi politicamente hanno significato queste queste elezioni graham e risse appunto forse la gran bretagna uscirà fra alcuni mesi da europea ma appunto l sulla conoscenza delle istituzioni su come funziona le elezioni europee su quelle il ruolo del parlamento del dl consiglio dei ministri lei ha la sensazione che il che l'opinione pubblica britannica era ben informata e a e intervenuto ha votato appunto in piena conoscenza cioè l'agorà il principio dell'agorà del dibattito politico e che bisogna essere informato in qualche maniera per poter percorrere intervenire la sensazione che sulle istituzioni sul funzionamento il dibattito era cioè in media anche hanno fatto il loro il loro lavoro si vede uno dei mini el'ex in fondo cross parti lines mall des hommes chiedervi un po a tutti cioè avete fatto dei media che in qualche maniera internazionale per primo da tanto a tanti anni politico ruffoni che ha sono dei media in qualche maniera che si sono creati forse con l'idea di una mancanza di che forse in media tradizionale ho detto così tradizionale erano in qualche maniera una non un'attenzione particolare sufficiente su su su queste questioni all'intestazione che si sta recuperando c'è ancora un gap se posso mettere i media i media tradizionali non amano gli esteri non amano gli esteri principalmente perché costano tantissimo costa tanto raccontare gli esteri e non amano prima scherzavamo gli esteri europei perché sono quella via di mezzo tra l'estero molto vicino che ha un impatto diretto tipo cosa succede al confine e l'estero molto lontano che diventa invece esotico e quindi interessante da raccontare l'unione europea ha un impatto importantissimo invece che molto spesso non viene portato avanti dai menù tradizionali io credo che con queste elezioni abbiamo visto un cambiamento abbiamo visto un cambiamento per momeno di interesse verso l'unione europea che poi non vuol dire di come sia stata tradotta perché dicevamo anche che la traduzione delle elezioni europee che abbiamo appena vissuto è stata una traduzione molto nazionale nel senso i mille italiani hanno parlato tantissimo per esempio di elezioni europee ma ne hanno parlato concentrato sul web sulla dinamica lega 5 stelle pd che risorge lo risorge insomma sono certo è un inizio e quindi va bene prendiamo tutto quello che arriva in un certo senso accettiamo che ci sia un inizio di interesse verso verso l'europa e quindi sì per rispondere alla domanda in un certo senso c'è un interesse maggiore i temi europei anche nei media nazionali però non credo che sia ancora abbastanza chiaro è noi tutti quanti qui abbiamo un solo quello come tema quindi per noi è facile dire non è abbastanza parliamo solo di europa quindi è evidente che sia più facile per noi però c'è ancora tantissimo da fare e c'è tantissimo da fare nel senso che bisogna contemporaneamente educare il pubblico ha sentito parlare più di europa e dall'altra parte fare in modo che i media tradizionali ai parlerò di più io non sono d'accordo nel senso che penso che invece sempre di meno si discuta di questioni internazionali in generale e di questioni europee nel senso europeo e appunto credo che invece prevalga di gran lunga la prospettiva nazionale sempre di meno nei giornali c'è un approccio come minimo europeo dico ma direi internazionale questo diciamo non ne beneficiano alcune questioni enormi politica penso la questione dell'immigrazione ha come abbiamo parlato in questi anni per esempio in italia della questione dell'immigrazione che avrebbe dovuto avere almeno una dimensione europea perché sappiamo che la maggior parte dei problemi che abbiamo registrato in questo paese legati alla soluzione alle soluzioni della questione migratoria avevano a che fare con le regole europee per esempio che non si riuscivano e non ci sono riuscite poi alla fine a riformare tutto il dibattito per esempio sulla riforma del regolamento di dublino è stato un dibattito che abbiamo fatto in pochissimi e che invece avrebbe dovuto essere nel 2015 no all'epoca della grande crisi degli strati avremmo dovuto parlare della crisi del sistema europeo d'asilo per esempio è invece non ne abbiamo parlato in questi termini è oggi mi sembra forse sarà un bene per internazionale non so e per i mezzi di informazione che continueranno invece occuparsi di mondo ad occuparsi di europa ma mi sembra che le questioni siano sempre meno poste come questioni che riguardano più paesi ecco silvia media per i display pascal abc media dai media dell enel competitiva army wives and partners news and many people le faccio risponderà da silvia borrelli perché politico è nato considerando appunto che si poteva anzi raccontare e che non era noiosa che in qualche maniera cedeva qualcosa di essenziale nella costruzione europea e che appunto era necessario in qualche maniera raccontarlo allora sicuramente si è sicuramente l'impatto di politico negli ultimi quattro anni e mezzo nella bolla di bruxelles a livello di istituzioni è stato grande però secondo me in questa fase visto anche il tema di questo festival e l'ondata di populismo che vediamo un po dappertutto e anche importante sottolineare che il giornale per cui lavoro io internazionale d'europa mica purtroppo sono delle nicchie e questi temi di cui parliamo la riforma di dublino i vari regolamenti europei le competenze dell'unione sono argomenti che non tutti comprendono non sono facili da raccontare e quindi bisogna anche secondo me trovare un bilanciamento tra il volare alto per alzare il livello della discussione e volare a un livello in cui tutti tutti quelli che poi vanno a votare riescono a capire di che cosa si sta parlando per non prestare il fianco a quella che poi la propaganda che si fa come dicevamo prima soprattutto sui social o sui giornali o sulle televisioni dove è tutto semplificato tutto veloce basato sulle immagini su un hashtag piuttosto che un servizio di 60 secondi al telegiornale quindi secondo me è molto difficile questo tipo di bilanciamento cioè sicuramente il giornale per cui scrivo è un giornale che quando è sbarcato dall america in europa ha pensato che così come si raccontava washington che comunque è il governo centrale di una nazione composta da cinquanta stati federali si poteva fare la stessa cosa a bruxelles quindi raccontare bruxelles oltre alla politica dei vari paesi membri ed ha funzionato assolutamente però se io penso ai miei amici miei coetanei non giornalisti non addetti ai lavori che non fanno parte di questo settore che magari a questo festival non sarebbero neanche interessati a venire non hanno mai letto un articolo su politico quindi il problema secondo me un po questo che poi si vede nei risultati elettorali cioè bisogna capire come parlare a tutti e parlare a tutti in questo momento è difficile penso che la sfida della comunicazione al momento la stanno vincendo in sovranisti e populisti perché sono messaggi semplificati i messaggi molto diretti fatti attraverso i social media il filtro dei giornali e sono messaggi che probabilmente la maggior parte delle volte sono anche sbagliati non sono basati sui fatti però parlano la pancia degli elettori e purtroppo sono le emozioni degli elettori e la percezione della realtà più che i fatti che in questi ultimi anni io credo abbiano dominato il discorso politico prego andrea non da una lista ovviamente però sarei un po attento a portare passare il parallelo tra discussione politica risultati elettorali costruzione dell'opinione pubblica sono due cose che ovviamente si toccano ma non necessariamente penso al dibattito crescente sul tema ambientale da greta in avanti siamo so che c'è una preoccupazione generalizzata non sia ancora tramutata completamente in un tema di scontro politico questo non è un argomento che non fa parte della discussione pubblica europea dire a questo punto questo se posso se posso dire l'ultima cosa che è stata detta interessante se se si guarda l'eurobarometro nero banteur chiede quali sono le tre sfide principali per l'europa e quali sono le tre sedi municipali per il proprio paese se molte diversità in alcuni paesi sono identificati esattamente le stesse e l'italia è un caso quindi le migrazioni problemi economici in altri in altri paesi invece sono diverse quindi diciamo chi risponde a questo questionario distingue quelle che sono le sfide nazionali da quelle che sono le sfide i problemi europei anche questo è un risultato interessante quello che non so che credo sarebbe interessante capire è se questo è un problema quindi l'informazione non aiuta a capire e distinguere quindi nel caso italiano si proietta l'italia fuori oppure se in realtà e gli italiani abbiano come dire ha compreso che alcuni di quei temi che per loro sono importanti a livello nazionale vanno decisi a livello europeo tipo l'immigrazione quindi forse come dire bisogna studiare un po di più questa relazione qui e anche in un le gare esprimono il voto oppure la contesa elettorale a la creazione di un ambito somma di t discussione un po più ampia sul tema del dl come creare proprio un'agorà un'opinione pubblica europea che sarebbe appunto il preambolo a una a una vera democrazia europea prima vorrei comunque interpellare gara melis che il che ci ha posto anche nella pre discussione di questa di questo dibattito stasera ci ha fatto una domanda ha detto ma dobbiamo porsi il problema di creare un'opinione pubblica europea about alternativo italiano countries and italian people che la generazione erasmus e un attaccamento non soltanto da quelli che hanno fatto erasmus è un fenomeno generazionale e poi questo attaccamento a roma è un attaccamento non voglio dire passivo ma di considerazioni come qualcosa di acquisito o proprio e una è un'adesione con la conseguenza che un progetto che dessero ancora portato avanti che la generazione erasmus esista ce lo confermano appunto i dati di eurobarometro secondo me la generazione erasmus è una generazione che combina le età con l'esperienza non per forza solo le esperienze l'altro qualsiasi esperienza che veda un confronto europeo certo l'erasmus è quello più tipico è quello in cui la stessa unione europea ha spinto ha finanziato di più e ha spinto di più perché i giovani potessero partecipare esiste quindi di base una generazione erasmus bisogna vedere questa generazione in che direzione in che direzione vuole andare e quanto vuole impegnarsi perché appunto come ti devi giustamente l'europa è qualcosa che ci troviamo fatta bella fatta preparata ce la teniamo pure è qualcosa che vogliamo sviluppare vogliamo portare avanti vogliamo cambiare io credo che qui ci sia la grande la grande differenza all'interno anche della generazione di giovani che credono tanto nell'unione europea e credo ci siano le due anime credo che ci siano quelli come realtà ci sono le tre anni invece sono quelli che in un certo senso non inseriamo nella generazione erasmus perché nell'europa non credono e poi ci sono le due anime di quelli che credono nell europa in modo diverso io come dicevo prima spingo tantissimo sempre sul concetto di europa unita piuttosto che di unione europea di per sé è certo l'unione europea si può cambiare l'importante è che si vada in una direzione di sempre maggiore unione di sempre maggiore collaborazione all'interno dell'europa e credo che questo che questa idea in un certo senso sia condivisa la maggior parte dei giovani che hanno partecipato l'erasmus di ma la maggior parte di giovani europeisti c'è chi invece è molto contento d come di come sta e di certo non vuole cambiare io spesso faccio questa domanda perché come dicevamo prima eurosonic a fa anche tanto attività nelle scuole nelle università e io spesso la faccio la domanda voi vi sentite più europei più italiani più trentini addirittura siamo in trentino e tenti di tendono a battere gli italiani questo è un dato che chi posso riportare ma sono tanti quelli che mi rispondono io mi sento più europeo io stesso mi sento molto ma molto più europeo che non italiano che non trentino e quindi in un certo senso mi sento di dire che in un certo senso fiducioso di poter dire che ci sia una generazione europea ci sia una generazione erasmus che ci sia all'interno di questa generazione che però come dicevamo prima è in buona parte una grande nicchia non proprio la nicchia a vera e propria ma una grande nicchia all'interno di questa nicchia c'è anche una consapevolezza europea e una voglia di discutere europa questo è un po quello che penso che quindi si la generazione delle specialiste sì esiste anche un agorà europeo però è dentro questa generazione e fa molta fatica a uscire anche perché è una generazione che non sempre è pronta a combattere logicamente verbalmente per l'unione europea spesso davanti a un euroscettico privando il panico non si dice più niente e se ci si gira dall'altra analizza voi siete abituati a internazionale appunto a passare da una lingua all'altra ma molto spesso si dice il problema dell'europa e anche appunto in un opinione pubblica europea di un'agorà europea e la lingua è questo l'elemento fondamentale anche perché molto spesso gli stati nazioni si sono creati su delle basi linguistiche e questo che sarebbe un ostacolo alla creazione di opinione pubblica europea c'è un tema legato sicuramente la lingua e però io credo che rispetto anche a quello che si diceva sulla generazione erasmus che evidentemente che proprio perché c'è un tema legato alle lingue che chi ha più percezione di sé e si si si percepisce come europeo e chissà più lingue che chi quindi ha avuto la possibilità di studiarle e quindi spesso questo è anche legato al senso parlo di genere così come alla mobilità cioè la possibilità di aver fatto un'esperienza in altri paesi europei questo dobbiamo dircelo è sicuramente legato al senso e alla scolarizzazione e quindi io credo che non possiamo parlare non possiamo parlare di un'agorà europea finché tutti non hanno non avranno la possibilità di imparare altre lingue dell'unione europea e muoversi lavorare all'interno dell'unione europea con grande eco con più libertà co più con più mobilità io credo che ci siano delle condizioni strutturali no che potrebbero aiutare moltissimo a estendere questa nicchia e potrebbero aiutare quindi a costruire in effetti una opinione pubblica europea un'agorà europea ma io credo che anche giornali al di là della lingua e della questione linguistica i giornali potrebbero avere un ruolo fondamentale il punto è che uno degli elementi delle crisi della crisi della socialdemocrazia è legato alla debolezza dei mezzi di informazione nel loro insieme alla crisi del modello di business dei giornali ed i mezzi di informazione tradizionale ma è evidente che i giornali potrebbero giocare un ruolo fondamentale proprio perché sarebbero in grado come nel nostro caso ma ma come negli esempi che facevo di superare la questione linguistica basterebbe mettere dei giornalisti di diverse nazionalità a lavorare sullo stesso tema e così a farsi traduttori in qualche modo interpreti ponti delle stesse questioni nell'opinione pubblica di quel paese cioè porre questioni europee con una declinazione nazionale esattamente come abbiamo cercato di fare in questi mesi con le elezioni europee in questo piccolo esperimento che abbiamo fatto un altro elemento che ho registrato in questi anni dove ho molto visto questa generazione erasmus che poi anche generazione interrail diciamo così è stato l'attivismo c'è un attivismo europeo e l'ho visto molto sulla questione immigratoria trans nazionale sia appunto che europeo che ho visto lì dove sono sono scoppiate in questi anni le crisi legate ai rifugiati no penso a lesbo nel 2015 una grande mobilità di giovani di persone appunto che si percepiscono e europee e che sono andati a dare una mano a un paese in quel caso la grecia in grande difficoltà perché non aveva un sistema d'accoglienza pronto a ricevere quei numeri che appunto ci sono stati nel 2015 e c'è stata una risposta veramente europea e non istituzionale però in quel caso di nuovo registriamo una distanza no tra una popolazione un'opinione pubblica che si è mossa rispetto a quella a quella vicenda molto naturalmente molto spontaneamente è però una distanza con le istituzioni europee hanno invece fatto molta fatica ad occuparsene e poi se ne sono occupate in qualche modo esatto costruendo facendo della grecia insomma un caso di studio negativo su come si gestisce la questione su questo punto della lingua perché appunto stesso il problema della lingua il sesto tempo tutto sommato le tematiche col crimine ormai anche se non so comprensibile però le tematiche i cittadini tutti europei le capiscono quando c'è appunto una crisi greca guardiamo tutti i dibattiti della vueling parlamento greco chi mai avrebbe pensato di guardare quello che sia già decise ovviamente labbra exit qualsiasi cittadino europeo ha un'opinione sulla breaks dunque tutto sommato anche con le difficoltà della lingua non è che le problematiche ormai già sono europei secondo me dipende un po dalle tematiche è quanto impattano i cittadini tutti non soltanto del paese in cui i fatti accadono e e quanto interessano cioè vediamo adesso come diceva prima il professore greta tombeur che quindi questa onda verde in europa questi scioperi che ci sono stati da bruxelles ad altre capitali europee ogni venerdì di studenti questi venerdì per il futuro per i cambiamenti climatici e questo in quel caso appunto come diceva si è tradotto anche in un voto che che ha fatto crescere molto i verdi e questo è un po è un argomento trasversale però ce ne sono altri che in realtà poi dipende un po come come come dicevano si sa se nicola che annalisa come vengono raccontate anche come impattano le persone dei diversi paesi europei perché ci sono alcuni temi che sicuramente tutti conoscono come la crisi greca piuttosto che la break it però che non interessano perché magari non impattano in prima persona e sicuramente la crisi dell'immigrazione ad esempio avrà impattato magari i cittadini dell'italia del sud in un verso rispetto ai cittadini thellung e ria piuttosto che dei paesi scandinavi quindi credo che la barriera linguistica sicuramente esiste e forse impedisce anche ai cittadini di appassionarsi perché poi quando si vedono non so i dibattiti all'interno delle commissioni parlamentari piuttosto che nella plenaria quando vanno i capi di stato a parlare ciascuno parla nella propria lingua ovviamente se noi guardiamo il premier italiano parlare a strasburgo abbiamo un altro impatto chi lo ascolta tradotto probabilmente si appassiona di meno così come quando vediamo la merkel con i sottotitoli quindi un po la barriera linguistica esiste e complica un po lo scambio e il confronto e il dibattito a parte la barriera linguistica credo sia una questione di tematiche quindi appunto l'esempio dell'ambiente è un qualcosa di trasversale che interessa tutti che per i giovani è importante che se ne sono fatti portavoce vari partiti in europa altre che impattano meno a seconda del di dove uno si trova e quindi per forza di cose si si appassiona di meno interessa almeno credo nicola brevissimamente appunto per quello che che dicevi tu non è un caso secondo me che la black sia un qualcosa di cui si è parlato così tanto anche al di fuori del regno unito perché proprio l'inglese essendo una lingua che delle più parlate a livello di europa è è proprio l'esempio lampante del fatto che in un certo senso qualche tipo di limite linguistico qualche tipo di barriera linguistica ci sia e che quindi infatti appunto sia la break sit quel qualcosa che esce facilmente nel tutto e per tutto penso a tutte le immagini che abbiamo sentito che abbiamo visto è anche molto più facile da tradurre la bbc anche per giornalisti italiani francesi eccetera probabilmente tradurre nei media ungheresi piuttosto che di altre nazioni ci sono meno giornalistiche parlano quelle lingue poi vabbè c'è anche da parlare dell'impatto dell'ab racing sul resto d'europa perché è chiaro che poi li come la crisi greca la breaking forse ci fa preoccupare in italia c'è stato un impatto forte perché c'è questa spinta c'è stato a un certo punto non chi diceva usciamo dall'europa spesso credo negli ultimi anni e confronto con la brecht forse anche un po messo un argine limitato quel dibattito gran voler intervenire sulla questione linguistica ai top ten kitan text l'engagement speak english santis medico people and place e ora psp così of public nations public services con strumenti o il tpp pudica una domanda breve pensate appunto che sono le le istituzioni oppure di avviso pubblico che deve portare avanti questo possono essere gli attori privati che devono in qualche maniera che possono come come nel passato che sono le che sono lele molto spesso i giornali nell'ottocento che hanno creato questi l'idea di nazioni che hanno accompagnato l'idea di nazione e hanno appunto degli attori privati e dunque sono i privati o in qualche maniera il pubblico che deve contribuire a questa formazione eventuale assoluto che c'è bisogno di formare questa opinione pubblica europea che vuole ma sono molto brevemente che ormai sia uno sforzo è una scommessa che devono fare i privati perché se guardiamo all'informazione al servizio pubblico in vari paesi europei è probabilmente la gran bretagna fa eccezione per ragioni culturali e storiche del servizio pubblico non è un servizio pubblico neutrale o politicamente bilanciato possiamo pensare all ungheria ma possiamo anche pensare all'italia cioè comunque c'è una dinamica sul servizio pubblico che viene impattato dalla politica quindi inevitabilmente se uno vuole cercare di creare un'opinione pubblica europea basata sui fatti e non basata su chi governa in quel momento probabilmente lo sforzo e l'investimento loro lo devono fare i privati abbiamo parlato molto di informazioni sulla vita politica europea sulle dinamiche politiche europee va al di là della al di là della e appunto del dell'informazione se vogliamo creare una forma di spazio comune non soltanto la farò lo spazio veramente comuni in cui circolano le idee da questo punto di vista con giuseppe laterza casa editrice laterza con tre altre case editrice in francia fish in germania i galaxy in spagna abbiamo cercato di creare una rivista online che si chiamava w magazine che è andato avanti per due anni con il supporto di dell'università proprio con l'idea proprio che c'è bisogno di fare circolare le idee circolare idee anche con un'idea che non soltanto l'informazione essenziale siamo siamo tutti qui a partire andrea fracasso giornalisti ma per l'idea appunto che è che la formazione irpina pubblica passa anche e soprattutto attraverso l'informazione ma c'è anche l'idea di una narrazione europea cioè fare circolare le idee ma anche avere una narrazione dell'europa del perché siamo insieme e dove vogliamo avere dove vogliamo andare non soltanto l'idea che costruiamo l'europa perché ci conviene voi che quel sentimento rete quale quale visione a vetero fonica e soltanto un progetto di informazione e o proprio un progetto di narrazione europea è un progetto è un progetto inevitabilmente anche lì narrazione da una parte c'è l'informazione che è fondamentale ed è la maggior parte della nostra della nostra dell'osso lavoro la maggior parte del nostro impegno però all'interno di queste informazioni inevitabilmente c'è anche una narrazione perché c'è un obiettivo e un tema chiaro che l'europa ed è inevitabile che se si parla a un pubblico che non è abituato a parlare di europa sentire parlare di europa oltre che informare su quello che succede bisogna anche raccontare qualcosa perché io posso perfettamente informare sul fatto che il parlamento ha provato in un certo modo dopo una lunga sì ma e rocambolesca discussione nelle commissioni e poi in plenaria natale direttiva però se non spiego che poi deve passare anche nel consiglio dei ministri manca un pezzo manca un pezzo che esula dalle informazioni entra nel racconto dell'europa entrando il racconto di come funziona l'europa sia da un punto di vista tecnico con questo esempio ma anche da un punto di vista culturale e questo cioè evidentemente su quello che dicevamo prima ci sono degli degli esperimenti di servizi pubblici europei anche non so se non funzionino perché manca un opinione pubblica europea oppure siano proprio l'inizio della nascita di un opinione pubblica europea o meglio non funzionino del tutto perché in parte hanno anche loro un certo seguito che però è molto targetizzato nel senso se noi rappresentiamo una nicchia di informazione loro forse ne rappresentano uno ancora più stretta sulle narrazione c'è in particolare arte la rete arte che però che in effetti è seguito abbastanza limitato che non è tutto su tutto il continente europeo e se l'unione europea analisa graham silvia sulla narrazione europea basta informare o ci vole proprio se vogliamo immaginare un europa diversa cambiare le narrazioni immaginare che partiamo partire della generazione nicola di antonio di antonio micalizzi di bartók proprio l'idea di cambiare di dire che esiste in qualche maniera un popolo europeo che forse cioè un demos che forse sarà minoritario ma fa parte dei più giovani e che appunto bisogno di cambiare la narrazione io credo che stanno i giornalisti tenere insieme la complessità non tanto credo che ci siano livelli differenti no la narrazione probabilmente dovrebbero cambiarla ai politici o chi fa parte delle delle istituzioni noi giornalisti dovremmo fare bene il nostro lavoro e di solito fare bene il nostro lavoro è raccontare le questioni e porle nella loro complessità senza senza annoiare non cercando di essere rilevanti di portare elementi interessanti importanti al dibattito pubblico io credo che alcune questioni non possono essere poste se non in termini europei e internazionali dirò di più e quindi come giornalista faccio e credo che appunto noi dovremmo riconquistare quel ruolo che è necessario per per la democrazia che è quello di portare informare correttamente in maniera indipendente più possibile e legittimarsi agli occhi di un'opinione pubblica che ormai non legittima più tanto nemmeno nemmeno i giornalisti io credo che già questo se facessimo queste se lo facessimo insieme anche ad altri giornalisti europei il più possibile con uno sguardo incrociato diciamo così probabilmente contribuiremo a costruire a un'opinione pubblica europea credo che però ci siano dei piani differenti ecco anche la politica per per certi versi dovrebbe porsi la questione e le istituzioni a loro modo grand canal essa daily nation jean marc e alias classe 3 set the shins e poco text fax anzi silvio la parola conclusiva ma io sono d'accordo con quello che ha detto annalisa assolutamente e per quanto riguarda il servizio pubblico quello che diceva graham ovviamente non bisogna generalizzare però io credo che un problema oggigiorno ci sia e credo che se siamo arrivati a questo tipo di narrazione in alcuni paesi dipende anche da da un rapporto ed il modo in cui i fatti vengono raccontati e chiaro che la narrazione non va non sono i giornalisti a doverla impostare è la politica che l'ha imposta ai giornalisti dovrebbero fare facce che dovrebbero conoscere i temi di cui si parla ovviamente i terminano può esserlo anche abbastanza complessi comunque bisogna conoscere trattati non è che bisogna andare sempre ai tecnicismi però quando se ne parla quantomeno bisogna capire le diverse cose di cui si sta parlando credo non sia facile credo sia una strada in salita probabilmente l'unione europea è andata avanti per quanto riguarda l'economia il commercio l'agricoltura la pesca tutte cose molto tecniche che forse da un punto di vista analisti con sono abbastanza affascinanti da raccontare ed è stata timida da un punto di vista di comunicazione forse a raccontarsi ea imporsi nella nel dibattito pubblico e quindi per ora mi sembra un dibattito pubblico molto limitato alla politica e la dimensione nazionale però questo è sicuramente un qualcosa che è auspicabile che venga cambiato se se vogliamo un'europa diversa non vogliamo le spinte disgregazione che poi sono le uniche voce unitaria no quelli dei populisti il messaggio dei populisti ricordavi la manifestazione di milano magari su 3000 cose che sono quelle di cui si occupa l'unione europea non sono d'accordo la legge è legge di bilancio commercio quant'altro però su quei due temi su cui i populisti sono d'accordo l'immigrazione in primis hanno creato un opinione pubblica europea se si vuole crearla anche dall'altra parte bisogna probabilmente unirsi su determinati temi e iniziare ad esporli in un modo che sia comprensibile a tutti in parte una responsabilità dei giornalisti forse anche del del servizio pubblico come diceva gran però appunto credo che siano tutti uguali non credo che in tutti i paesi le dinamiche siano le stesse quindi forse non in tutti i paesi c'è la stessa possibilità di fare questo grazie grazie grazie a rowe fonica anche di ricordarsi che appunto che dobbiamo anche dire ai politici spesso che la loro dimensione nazionale in qualche maniera è largamente superata grazie veramente di essere stati presenti di questa sera è lunga vita agro fonica in memoria anche di me dialisi che insieme alle rette
{{section.title}}
{{ item.title }}
{{ item.subtitle }}