Terra e comunità
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Terra e comunità
In un’epoca di crisi come quella che stiamo attraversando, cresce l’esigenza di trovare la propria identità in una comunità. Spesso il punto di riferimento è legato alla terra. Il paesaggio e l’ambiente fisico non sono più elementi romantici ma concrete fonti di ricchezza se adeguatamente valorizzati. Una comunità legata alla terra può assumere valore inclusivo e di solidarietà, ma anche escludente.
buongiorno eccoci qui con una puntualità alla quale io non sono abituato che non generi italiani ma questa è una delle altre peculiarità di questo festival una puntualità doverosa anche perché siamo in diretta televisiva come sapete alcuni dibattiti vengono trasmessi in televisione sia in diretta che poi in differita provocandomi anche qualche insonnia perché l'altra sera dicevo prima posto cipolletta non avendo avendo perso il dibattito in diretta tra lui e petrini l'ho visto a mezzanotte e mezza ha spento le due passano perché non sono riuscito a staccarmi quindi anche la sera se avete perso qualcosa fate un po di zapping in questo periodo televisione si riescono anche a vedere dei dibattiti dove la gente non grida dove non si azzuffa dove gli interventi sono lunghi e ci sono certi ragionamenti ma eccoci qui con solo giuseppe de rita discutere di terre comunità un tema ovviamente quanto mai attuale che in questo festival e stato analizzato da più punti di vista giuseppe de rita non ha bisogno di presentazioni ma è d'obbligo comunque ricordare almeno due cose delle 2000 che ha fatto come sapete un passo dell'iter è un sociologo anche se formazione giuridica è stato tra i fondatori nel 64 del censis il principale istituto di ricerca socio economica ed è soprattutto una persona che personalmente invidio perché fa un lavoro appassionante e lo psicologo io lo definisco lo psicologo perché sociologo degli italiani e quando c'è il suo rapporto scopo come siamo cambiati senza che ce ne fossimo accorti ogni anno questo appuntamento è per noi prezioso e e permettetemi di dirlo con con orgoglio marine del nostro famiglia editorialista del corriere della sera è stato presidente del cnel per per oltre dieci anni anche nella casa editrice lemonnier e membro della fondazione italia usa ma chiuderei qui la presentazione del relatore se non per ricordare alcuni suoi libri ha scritto con aldo bonomi un manifesto per lo sviluppo locale con galdo capolinea nord est pubblicato da marsilio poi ha scritto società e crisi delle istituzioni che è uscito per einaudi ancora con cacciari bonomi che fine ha fatto la borghesia per einaudi e tanti altri libri allora il tema di oggi etere comunità nel mare della globalizzazione inevitabile che ognuno di noi cerchi di avere dei punti di riferimento perché più gli orizzonti si allargano più c'è questo effetto dalla famiglia non ha paura hai bisogno di qualcosa di di dover riconoscerti e tra l'altro nonostante alcuni diciamo così pregiudizi come ha detto inaugurando questo festival governatore dellai l'attaccamento al territorio l'identità e la globalizzazione non sono in antitesi scrivo all'altro giorno che anzi proprio chi è saldo nei propri nelle proprie radici chi sente di avere un'identità forte non teme l'altro non teme il diverso non teme le contaminazioni e quindi il rapporto con la propria identità rapporto con la terra può essere sia positivo nel senso che può dare più forza perché se l'esterno ma può essere anche invece negativo come vediamo in molti casi perché è un attaccamento che porta all'esclusione ultima ultima considerazione e la rubo da un articolo che de rita pubblicato nel sul corriere recentemente 15 maggio e giustamente posto dell'italo osservava che alla crisi hanno resistito solo i sistemi terra terra con le loro componenti a lungo condannate come provinciali premoderne irrazionali oggi abbiamo governi municipali e provinciali dice de rita che sono molto attivi nel mettere a punto interventi anticiclici abbiamo regione che si danno carico di fronteggiare pericoli disoccupazione abbiamo grandi e medie città che riscoprono un sano egoismo urban cominciano a pensare in grande come mai nel recente passato ecco posso verità io ho parlato anche troppo allegra parola ci illumini su questo rapporto tra terre comunità grazie franco ma quando con gli organizzatori abbiamo deciso questo titolo terra e identità io ho avuto qualche resistenza perché di solito chi fa il mio mestiere si porta presso un etichetta che cerca disperatamente di scrollarsi di dosso la mia etichetta e il difensore dello strapaese quello che conoscere i danni a quello che esalta le dimensioni piccolo e immediate terra terra appunto dell'italia quello che non capisce i livelli leanza di globalizzazione della società vista dall'alto come diceva una volta giuliano amato scherzando di medici e non hai assolutamente la cultura della tour eiffel le cose le vedi terra terra in effetti o tour la torre non ci vado anche perché soffro di vertigini quindi non ci potrebbe pure andare però questa etichetta qualche volta mi dispiace perché in fondo ciascuno di noi specialmente se fa un mestiere intellettuale dovrebbe esser libero beh da dalle rigidità di immagine allora avuto magari fare qualche cosa di diverso qui alla fine aspettano terre identità che è una conferma naturalmente la mia etichetta tradizionale di uomo che vive e studia terra terra che probabilmente non aprirà un nuovo ciclo dell'immagine de rita più internazionale più globalizzato più relazionale più finanziarizzata però scherzava con m a me me stamattina andando a far l'intervista per la televisione se l'avessi intitolata new economy e finanziarizzazione globale probabilmente tre anni fa ha avuto un grande successo oggi si sarebbe la sala vuota perché ti immagini chi oggi crede ancora in questi due elementi mentre invece trova il mette su la terra e l'identità ci siamo abbastanza ancora e ci resteremo per molto tempo perché questo doppio rapporto per un brano per una sempre per un effetto dell'etichetta perché io sono sempre stato in pratica da ibrida 68 69 in poi sono sempre stato un difensore un cantore del capitalismo territoriale capitalismo lo potete indicare con tanti aggettivi militarismo finanziario capitalismo industriale capitalismo urbano capitalismo in materiale eccetera eccetera qualcuno di noi anche quelli che hanno lavorato con me l'hanno intitolato capitalismo molecolare capitalismo personale però in italia il capitalismo è territorio ricordo la sorpresa che ebbe allora io venivo in quegli anni veniamo da una lunga esperienza dove c'è più che decennale di programmatore per piano da nuovi fino al progetto 80 di ruffolo la sorpresa che vi arrivando a prato nel il 68 69 in quel capitalismo stava lì stava su quel territorio in eva di quell identità locali viveva del rapporto umano fra la gente della nella competizione fra la gente della divisione fra il lavoro fra prima e seconda lavorazione fra quello che come secondo la lista andava a fare apprende gli stracci a livorno e li portava che vi dava un secondo lavorista che ne faceva la evoluzione fino a un quarto doppiolavorista e c'era una realtà il territorio in c e da allora dal 71 72 in poi su questa sul doppio binario economia sommersa e territorio è andata avanti la mia convinzione non soltanto la storia di quello che ho scritto ho fatto che ha scritto fatto il censis che cita è la mia convinzione che l'italia sia un capitalismo territoriale capitalismo in cui il territorio ha una sua dimensione forte più forte di qualsiasi altro se io penso ai grandi protagonisti che ho visto scomparire nel corso dei miei 50 anni di lavoro mi guardo intorno e di gomma pensavo che sarebbero stati noi non dico e terni ma insomma non penso solo ai due con cui ho lavorato di più non professionalmente ma anche umanamente per colleganza per pensa a liri e pensa alla cassa per il mezzogiorno due grandi soggetti del paese eppure scomparsi distrutti auto distrutte da una capaci incapacità di vivere la storia per come si presentava come diremo oggi pomeriggio in una riflessione facciamo con marcantoni e paolo prodi era ancora lo stato sovrano che in qualche modo cercava di imporre una linea di sviluppo e il territorio invece nel sud come al nord andava avanti ognuno per proprio conto ma ne ho visti tanti di soggetti non territoriali finiti in qualche modo ingloriosamente mentre il territorio può avere prato ha avuto 6 crisi nella sua storia dal 5 da quando la conosco io sassuolo era terza crisi ogni montebelluna credo che sia la tate secondo la terza ogni scogli territorio ha avuto la sua crisi ma non è finita come soggetto alita dello sviluppo non è andata pallino perché in fondo non si sapeva più che cosa servisse e se uno pensa appunto alla storia recente italiana e questa è la storia di un capitalismo territoriale dove la dimensione territoriale non solo la terra dove poi tornerò come concetto di base ma proprio il territorio in quanto tale ha avuto un suo peso fondamentale nessuno negli anni settanta avrebbe pensato che il 70 per cento dell'export italiano viene da 60 di sé rete industriale e chi sono i distretti industriali la forza ancora oggi del sistema nessuno avrebbe pensato che alcune filiere settoriali si sarebbero dislocate nel territorio avessero avuto rapporti stretti con il territorio tanto per dire tutta la filiera nella produzione di grandi navi da crociera si distribuisce in tutti i paesini del veneto dove in ogni paesino trovi quello che fai lo sgambetto che fa la poltroncina che farà la statua finto marmo da metter le navi da crociera e uno ritrova in questo territorio una filiera mentre non la finirà la concepiamo con un fatto diciamo sì verticale no che si espande nel territorio si attua nel territorio pensate a quello che è stato anche questo territorio l'appartenenza di alcuni territori alla alla grande vaga la grande saga del lusso italiano mica è stato soltanto la tozzo la ferrari ci sono stati i vini gli oli ci sono stati le mele ci sono state le realtà di una qualità di livello e di un livello di medio alto di medio altissimo mercato che in qualche modo hanno avuto anche nel territorio la loro realtà pensate a quello che è successo negli ultimi cinque anni da nel 2001 2002 in poi con la crescita dell'agriturismo e la crescita dei borghi cioè con questa cultura di rifluire verso il territorio per cercare qualità della vita per cercare una offerta diversa del turismo che non fossero albergo 4 stelle di qualità treppo che non non pompava più noi abbiamo avuto una realtà in cui il territorio è diventato un soggetto importante e se ci pensate bene anche la crisi recente è stata una crisi che ha avuto nella dimensione territoriale una sua consumo preso fondamentale non è stata una crisi gestita da soggetti grandi anno si dice lo dicono specialmente a sinistra l'ilo il governo non ha fatto quello che doveva fare ma c'è dentro di loro uno è l'idea di un governo di uno stato sovrano che si prende carico ridotto nel governo i governi moderni e stati mortali moderni mettono top e mettono toppe scordiamoci costato programmatore e soggetto generale di sviluppo di cui ho anche scritto intere pagine negli anni cinquanta e sessanta scordiamoci lo stato mette top mette troppe perché è uno stato funzionale non più uno stato sovrano e nel periodo della crisi è inutile che vi fani o franceschini altri vi dicano dove dovevate fare di più non è un problema di buona volontà o di incapacità di governo di tremonti di berlusconi è un problema che lo stato in quanto tale può far poco può far poco mentre invece la crisi è stata riassorbita all'interno di decine e decine i territori diversi lo stato che ho fatto una pezza sulla sulle banche quelle che erano più esposte dicendo se avete bisogno si sono un po di soldi perché vi possiate patrimonializzare difendervi nella speculazione internazionale della bolla finanziaria degli ultimi anni e dall'altra parte cassa integrazione due pezze quello che invece è stato fatto giornalmente da province comuni famiglie realtà territoriali comunità locali quasi alcune volte vicina fosse pensate a quello che è stata la reazione del nostro micro welfare cioè di un welfare fatto a livello non più della riforma delle pensioni o della riforma della sanità ma a livello di comportamenti quotidiani di solidarietà se pensate a quanto la responsabilità delle famiglie proprietarie di impresa dato alle imprese un po di risparmio familiare per superare la crisi di gennaio febbraio marzo aprile speriamo che poi la crisi finisca per o comunque anche lì c'è stata messa una pezza da parte dei territori se pensiamo che una grande crisi che poteva essere un meteorite che si schiacciava sul nostro paese facendo un carattere che non finiva mai con relativo del terremoto invece si è redistribuita ma come si sa ridistribuita su milioni di famiglie su un milione di imprese di piccole imprese su milioni di lavoratori che hanno fatto secondo lavoro primo lavoro cassa integrazione hanno in corpo in modo articolato i comportamenti ma in particolare si è trasferita siete compressa sui territori per cui ogni territorio ha avuto il suo livello di crisi però nessun territorio avuto una crisi da cratere da terremoto perché si è ridistribuito neppure neppure i nostri e le nostre grandi città industriali hanno in qualche modo ha avuto un uno sbalzo appunto da meteorite con colpo finale se pensate quello che sta avvenendo a torino a torino quali che siano poi i giudizi che diamo sulle operazioni del dottor marchionne ed alla fine alla fine di io però in cassa integrazione stanno tornando al lavoro notare in cassa integrazione ce l'hanno gli impiegati mille impiegati per sei mesi ho scritto stamattina sul corriere sull'artico che questa mattina si fanno quello che è la crisi e il prossimo autunno è la crisi degli impiegati terziari di quelli che nel terziario hanno cercato comunque di fare qualche cosa giustamente il titolista il colera ha già messo la parola sono in crisi i qualcosisti perché il terzialità lia è stato fatto da quelli che hanno fatto qualcosa si sono inventati qualcosisti finanzieri consulenti formatori comunicatori addetti stampa tutte queste cose che hanno fatto il terziario italiano non ci sono più 1 anno ulteriore del bocco non hanno sbocchi paragonabili a quelli che hanno avuto le generazioni precedenti che hanno occupato il terziario la mia quella dei miei figli ha occupato il terziario ha sviluppato se stessi in un terziari i nostri i miei nipoti non avranno lo spazio terziario che ho avuto io hoc hanno quindi figli tre generazioni italiani hanno occupato tutti gli spazi terziere oggi non ci sono più prigione invece continuiamo a formare a formare giovani laureati in materie improbabili la scienza comunicazione scienze della formazione e alla fine faranno i qualcosa dovranno sgomitare per fare qualcosisti e sappiamo tutto quanto sarà difficile fare chiudo la parentesi per dire in fondo il chi ha resistito bene anche alla crisi chi ha in qualche modo affrontato il problema crisi non è stato neppure il discorso del del polmone terziario ci abbiamo problemi di occupazione disoccupazione c'è il terziario sgonfiano la realtà che ci mandava i laureati del 75 76 inventando lavori non si chiamano di pubblica utilità insomma quasi tutti hanno cominciato al terziario oggi non possiamo più fare e quello che ha assorbito il terziario è stato sostanzialmente la dimensione che diventi assorbito la crisi è stata la dimensione territoriale in gran parte in secondo luogo la dimensione minuta sul territorio dalla dalla dalle manutenzioni gestite dalle province fino alle famiglie che si sono date da fare questo è il punto è un fatto negativo è un fatto sul piano dell'identità collettiva retrogrado io ho sempre pensato l'ho sempre detto farò sempre fatto la solida situazione che il ma già sentito ma nemmeno per doni che l'identità viene dalla relazione soltanto la relazione da identità un sito sempre heidegger che diceva l'identità non è nel soggetto ma nella relazione identità non si ritrova il soggetto non si ritrova in una identità già data in se stesso ma mettendosi in relazione con altre oggi l'identità italiana dove fa se no in un ritorno una relazione originaria con se stessi con la propria famiglia con il proprio territorio perde in questo momento la dimensione della relazione verso l'esterno nella relazione con la realtà il mondiale con la realtà finanziario con lo sviluppo tecnologico sembra quasi che ci sia una regressione dalla relazione non ci siamo mai resi conto che quella relazione era fatua era puramente virtuale qual è la relazione nostra con i sub prime o la relazione nostra con goldman sachs oo lehmann brothers quale è stata se non attraverso un direttore un direttore di filiale di banca che ti ha venduto che ha messe in portafoglio una realtà che non conoscevi che però nella dimensione pubblica nella dimensione mediatica ti ha fatto pensare che tu hai in relazione con la finanza internazionale con la cartolarizzazione con tutte parole che erano mediaticamente importanti ma che non ti hanno dato nulla sul piano della relazione alla relazione restava povera è la relazione di coda poltiglia non è che una relazione col mondo l'italiano medio non ha avuto una relazione col mondo tranne quella minoranza vitale che girava vorticosamente il mondo vendendo prodotti e facendo il piccolo imprenditore sparsa gli altri no la realtà piccolo borghesi italiana non non s'è presa una relatà non ha maturato una modernità di identità attraverso un identità di relazione con l'esterno della relazione era vuota fatta di titoli trevisi di titoli giornalistici delle notizie valide il tam tam hai sentito che di gente che magari aveva letto sui giornali e in televisione viso quello che appare sui giornali ma non non ha in relazione la relazione attraverso i media non è in relazione è un qualcosa che abbiamo tutti relazione con il caso casoria ma non facciamo ridere nessuno a relazione ha soltanto una specie di flusso informativo si fa per dire che non ci crea relazioni tanto è vero che se ci guardiamo negli occhi o lo speck ci siamo noi che pensiamo sul caso casoria viene fuori le cose più banali perché non essendoci relazione non sappiamo che di sanremo moralistico menefreghismo a condiscendenti ma non abbiamo alcuna identità quando la relazione viene mediata dai media viene rimediata dal flusso delle informazioni più o meno codificato noi non abbiamo relazione era torniamo a questo aspetto banale kitty da relazioni perché oggi la relazione non soltanto perché la crisi ha attivato tutti i meccanismi difesa tipici delle relazioni banali ma controllabili la famiglia e la piccola impresa e il territorio la responsabilità del comune o della provincia ma perché quelle cose lì diventano oggi addirittura più importanti delle relazione le identità allegate alla relazione la relazione diventa in qualche modo ritorna al raggio piccolo e non a reggio lungo per carità anche noi anche io abbiamo scritto l'identità di raggio lungo la rete lunga delle relazioni tutte parole che avete sentito che io ho anche scritto però nel momento della crisi risulta fondamentale il fatto che la relazione alla relazione di prossimità e che l'identità è evidente e di prossimità la relazione principe quella da cui deriva l'identità non è nel soggetto mai nella relazione la relazione principe è evidente è la relazione di prossimità questa dimensione forte del rapporto con con a terra con il territorio con le identità precedenti del resto lo sapete meglio di me le altre identità non hanno la stessa forza che da questa realtà dice ma ci voleva una crisi per far capire alla gente che lo strapaese più forte della della nostra dimensione internazionale della globalizzazione dell'avventura che per certi versi il il effetti il sindaco che fa tv che da un po di soldi ai confidi o da un po da un po di soldi per fare un po di manutenzioni stradali pur di coprire un po di disoccupazione più importante del grande banchiere che deve arrabattarsi a vedere se qualcuno non lo frega nella finanza internazionale amica è così nella realtà quotidiana vincerò strapaese fra cinque anni fra due tre anni avremo naturalmente un orologio che va a destra sinistra sono parte un'altra il pendolo sicuramente ci sarà ma oggi questa è la realtà dei fatti noi abbiamo un'identità spostata su le relazioni di prossimità e non sulle relazioni l'umidità è giusto non è giusto io non entro in questo a mio mestiere di falciano monologo di studiare i fenomeni non tanto italy dei giudizi però devo dire che da 50 anni a questa parte tutta mia viva il lavoro questa parte qui delle prossimità corte delle identità corte del dl terra terra della realtà vissuta dell'identità vissuta con il territorio ha sempre vinto rispetto a i piani decennali o quinquennali che ho scritto anch'io negli anni i grandi interventi a 10mila miliardi in dieci anni della primo piano della cassa per mezzogiorno ha vinto quest altra roba che però anche nel mestiere non è mai stata studiata abbastanza a me interessa poco perché come tutti sanno io sono uno che fa mordi e fuggi se capisci una cosa poi se ne stufa giorno dopo è difficile parata approfondire però se escludiamo alcune cose non è stata studiata in più l'economia sommersa dall 87 88 in poi con gallino specialmente ma in questo rapporto con il territorio tranne cose di nuovo a dire di rullani e di bonomi è stata studiata poco in termini accademici in termini di approfondimento e pure è effettivamente la realtà più importante che ci sia oggi in italia perché questo perché a ribadire una cosa che forse a qualcuno non piacerà molto perché questa italia gli italiani sono terragne è gente che vive di ferro che ha vissuto di terra e che sulla terra ha costruito se stesse non siamo dei grandi navigatori non siamo dei grandi viaggiatori perché facciamo un po di vacanze fuori ma il rapporto con la terra è il rapporto sostanzialmente importante per noi e se uno ci pensa bene non vorrei andare oltre il territorio ideologo del territorio ideologo addirittura del rapporto con la terra però una terra è diventata via via nel tempo un qualche cosa che ha avuto un un suo processo di grande picco negativo oggi dire ritorno a terra era un agricoltore e l'agricoltura era un settore in crisi un settore residuale un settore dove c'erano solo vecchi dove non c'erano giovani dove non c'è la tecnologia un'agricoltura residuale chi ha sentito l'altro ieri dialogo fra petrini e cipolletta ha riconosciuto tutti e due i nostri contraddittori hanno riconosciuto che c'è la più alta tecnologia che c'è oggi in italia è quella dell'agricola che cominciano ad esserci un po di giovani che c'è una produzione agricola incredibilmente alta che anche essendosi degli anziani però livello di produttività è alta e che oggi è l'agricoltura che garantisce una produzione agricola air industria di grande levatura e con ogni probabilità un turismo nuovo legato al paesaggio borgo all'agriturismo totalmente nuovo significa che qualcosa sta cambiando che questa che non è soltanto come avviene in qualche giornale la citazione di obama e finanzierà investimenti in agricoltura dei giovani ma soltanto la moda qui è un ritorno di qualcosa di profondo che per l'italiano è stato un qualcosa di profondo un rapporto con la terra che è un rapporto di sfida la terra ci è stata data diceva la bibbia non per gestirsela ma per far fruttificare s1 io ho fatto in questi due giorni di sabato domenica qualche giro qui per le valli invece uno si guarda intorno a sé dentro un'antropologia umana che ha dialogato e ha padroneggiato la terra la straordinaria per me città romano vissuto per le strade per massimo per i giardinetti romani questo rapporto con avere impensabile ma si rigiri tania lo vedo lo sento lo avverto e non è soltanto la distesa dei vigneti o dei mille di meleti che trovate che si ritrovano in un bar è proprio questo senso che la terra non è più una cosa da prendere o ad abbandonare la terra è un meccanismo di sfida psicologico è una sfida di questa cosa mi dire frutta questa cosa qui se devo lavorare sopra questa roba qui non sarà più lavoro fisico ma sarà un'impresa di dissodare e far fruttare la terra per certi versi è l'unica cosa che abbiamo per molti versi se non vogliamo fare i qualcosisti che sono l'esatto opposto del rapporto del contadino o per un giovane responsabili di agriturismo del meno giovane responsabile di una grande azienda del lusso del mangiare e del bere e questo qualcosa sta in agricoltura impossibil qualcosa sta sulla terra è impossibile il rapporto sai di invenzione del lavoro non è pensabile quando sei di fronte la pelle sei soltanto la fatica boia o la fiducia o la tenacia per certi versi una delle cose che sta riprendendo corpo in italia per esempio sul rapporto con sui consumi del rapporto anche con la vita stessa è una sorta di sapienza sapienza dei limiti non pedrini ieri lo diceva in forma secondo me troppo polemica è troppo mediatica è invece la sapienza che è tipica sapienza e tenacia sono le virtù tipiche del vecchio agricoltori ritorno lentamente nei nostri nel nostro nella nostra temperanza dei consumi nel nostro modo ma nel nostro modo anche di lavorare chi ha lavorato con me in sala se n'è uno solo nadio delai mi sa che io ho lavorato con come se il censis il mio campo di loro fosse un pezzo di terra giorno per giorno della semente scavando righe scavando dice mai già scavato tutto che scarica ancora e invece no perché il ritorno sulle cose è quello e la tenacia che da una sapienza una volta si diceva del cuore e da un modo di avere anche un prestigio intellettuale che io non avrei mai avuto se non ci fosse stata questa capacità di scavo di volontà che aggrava la terra diventa una metafora di una cultura non di un ritorno alla cultura sapienziale avrebbe detto silvo pastorale avrebbe detto nino andreatta arrabbiandosi siete rappresentanti della sapienza silvo pastorale degli antichi no non è quello è un qualcosa di diverso qualcosa di diverso che nelle realtà più avanzate di questo paese e ci metto il trentino in questo non ha più nulla della vecchia cultura contadina è una cosa diversa avere stata scavata scavata scavate da diverse con una tenacia enorme con una sapienza con un'invenzione con capacità di e chi no nas e china una terra che non che diventa qualcosa st el habitante urbano e la è la giovane ragazza urbana che diventa che cerca qualche cosa è il meridionale che non ho mai avuto la terra perché perché era uomo della di fondo quindi non era per terra sua usciva da una qualsiasi città contadina del mezzogiorno e cinque al mattino col somaro andava a coltivare un po di terra chiede rosa del del suo padrone latifondisti e ritornava non c'è mai stato il meridionale non ha rapporto con la terra ce l'ha in questo momento soltanto nelle zone dove è arrivata è arrivato il vino è arrivato proprio è arrivata un po di agriturismo nel materano o nel o nella voglia soltanto lì nasce una cultura diversa paradossalmente il moderno nasce nel rapporto con la terra nasce nel vincolo che il nostro signore va dato che t'ha dato la terra aveva e honey lavora perché se non c'è questa capacità di andare in profondità me lavorare la terra non ce la fa allora sei prigioniero degli degli annunci l'obbligazione lehmann brothers o l'obbligazione goldman sachs sono meravigliose compratela non comprate e i poverini che non hanno mai scavato un pezzo di terra chi la scavatrice no voglio andare a vedere ma chi non ha mai scavato la cultura urbana la cultura del genericismo urbano la cultura che non ha mai avuto un rapporto con la terra di cui io sono figlio a per carità non sono nato a roma nel sud a roma tutta la vita a roma però nessuno oggi nella cultura urbana riesce a vedere questa realtà questa dimensione allora non è soltanto ed è un problema del valore del territorio nella nello sviluppo italiano che è stato ho detto prima con qualche azzardo capitalismo territoriale non è soltanto il valore del territorio nel fronteggiamento della crisi di questi ultimi perché c'è stato il fronteggiamento la decompressione territoriale della botta che ci poteva distruggere tutto è ancora e di più oggi un problema di rapporto antropologico con la terra che ricomincia a dare un'identità che ci sembrava non più il collegabile alla terra e al territorio se ci pensate bene il nostro modo di concepire l'identità è sempre stato un modo tra virgolette borghesia intellettuale come popolo pensate al discorso italiani sul costume italiano di leopardi al 1824 pensate a tutta la cultura tutta la cultura risorgimentale pensate alla scuola pubblica creata per dare un'identità collettiva italiana gente che non ce l'aveva e pensate guerra d'indipendenza alle guerre coloniali crispina per far crescere un identità di grave paese arrivate pure al fascismo con l'identità delle aquile romane sulla via dell'impero questa idea di far crescere un identità attraverso una filiera elitaria in cui qualcuno pensava il sentimento del paese dovete essere italiani doveva essere dove portare le aquile romana code da esser grande potenza eccetera eccetera in qualche modo ha creato una dimensione diciamo così di identità piccolo borghese borghese voleva essere borghese che è diventata piccolo borghese e che aveva una cultura sempre più povera dal punto di vista identità una cosa è leggere cattaneo e leopardi per sentire come se chi sono gli italiani una cosa leggere carducci è una cosa entrare in una scuola elementare di roma e farsi spiegare da un insegnante impiegata anch'esso l'identità italiana non dice più no non c'è più il filo rosso della nostra evoluzione che ci andava identità perché s'è spezzato perché alla fine era una cultura diritto e veniva trasmessa al popolo relitto fascista come le lettere risorgimentali oggi invece il problema è che l'italia non ha più identità borghese scolastica dei libri dei libri di testo che nei perché no degli intellettuali economisti sociologi e giornalisti opinionisti corso neo che parlano dei dati l'italiano medio ha bisogno di un'identità che non è più data dal flusso delle opinioni dal futuro prime alta del futuro ovviamente e quindi la sua identità series si ritorce si rivolge la ricerca nelle cose fondamentali nelle cose fondamentali probabilmente non gli basta più neppure gli ultimi 40 anni di libertà di essere se stessi di poter fare cioè l'identità come le goic ha soddisfazione di aver costruito se stessi o di star costruendo se stessi con una quarta moglie o con il quinto lavoro non mi interessa oggi il vero problema è che l'identità cresciuta in questa sorta di prima indirizzo elitario cosa dobbiamo essere e poi di liberazione fate quello che volete queste due cose stanno di decrescere si ritorno ai fondamentali e probabilmente no non vorrei apparire ratzinger jano fino a questo punto si ritorna però sul piano sociale se sul piano valoriale non sappiamo dove andiamo sul piano sociale si ritorna a un rapporto nuovo con la terra ha un rapporto antropologico che in qualche misura diventa nuova identità dice ma non è un ritorno indietro non è una regressione non sei il cultore il cantore dello strapaese che stravede per un paese ancora più strapaese di quanto sia adesso personalmente quando io ho qualche dubbio prendo la macchina e giro per l'italia girando l'italia d'oggi devo dire che la cosa che mi legge di più che regge di più di questo paese non è vi sono ancora la mia madre prato opposto solo sono le campagne sono i modi le campagne sono i modi di vivere dei borghi di piccoli paesi delle deiva degli stessi fantasy attenzione al paesaggio che una volta non avevo che per 15 20 anni avevo visto stravolto ogni volta che tornava a far la pontebbana ma i ricordi ma questi dove sta la mia fonte banca ci vedevo solo stabilimenti e depositi e si ritorna invece a un ha un rapporto diverso significa che c'è l'ecologia c'è legambiente ci sono che non lo so la formazione dell'opinione così minuta è la più diversa possibile ma non credo che sia un'opinione che viene dall'alto che viene dei grandi movimenti d'opinione è uno è un qualche cosa che viene dal bar questo rapporto con la terra che lascia alla città una dimensione mediatica qualcosisti è un po paul tignosa poi purtroppo simili a qualcuno ci vive anche troppo come me però questo è il punto allora il problema che abbiamo oggi di fronte proprio questo se la crisi docce avendo se la crisi di oggi avendoli richiamato in in in funzione questa dimensione di strapaese per superare una crisi che ci veniva da lontano che veniva da cose per noi conosciute soltanto sui giornali con nomi cognomi vari nomi di ditte di banche d'affari di banche nazionali scozzesi islandesi irlandesi ecc questa crisi che poteva tra volgersi si è che era stata annunciata come travolgente noi abbiamo in qualche modo coperta con un atteggiamento di strapaese problema alcuni dicono non si può negare che soltanto una pezza e che a ottobre arriverà una crisi più dura e che queste difese da strapaese non reggeranno qui con l'impressione mia non è intini in questa direzione ma potremmo rivederci a novembre per vedere che succede ma quello che è certo è che questo meccanismo di resistenza dello strapaese a una a una cultura una crisi ha un linguaggio a dei panorami di personaggi e di sigle che non che non conoscevamo e che soltanto adesso abbiamo qualche sospetto che fossero non così credibili tipo le società di rating ma poi davvero erano credibili avevano affidabili però fino a quando ci avevano detto 3a patria vabbè ci stiamo scendendo verso a ab ab nessuno sapeva cosa ci fosse dietro ore però questa sorta di cultura non terragna di coltura di vuoto spinto ser volte e in qualche modo stata messa a freno da un po di di strapaese il problema è che mi ero posto anche quando ho scelto questa questo titolo ma non è che ci fidiamo troppo del nostro paese non è che andando avanti addirittura dal perito dal volume del territorio che tutto sommato è accettato oggi come logica di che vive lì sono territoriale se andiamo addirittura sulla cultura antropologica della terra come realtà di fatto andiamo ancora più indietro torneremo alle tende nel deserto dell'epoca di abramo non si sa bene dove torniamo con questo ritorno ai fondamentali e ci allontaniamo da un confronto con la cultura internazionale con la mentalità internazionale con la finanza internazionale con la globalizzazione industriale con la globalizzazione quotidiana dell'informazione e noi e noi andiamo a coltivare mele in val di non e certamente questo è un problema assolutamente è un sospetto che ci dobbiamo porre perché l'identità è nella relazione non è soltanto nella soggettualità più più prossima però onestamente se penso a quello che tutti anche personaggi tipo luca montezemolo ricomincia e cominciano a dire qui ci vogliono valori bisogna ritornare ai valori frase che non mi sentirete mai dire perché sono restio a parlare di valori in modo così generale però bisogna dire che alcune delle cose che la terra che la cultura terragna sa dalla sapienza alla prudenza alla tenacia ma tenace prudenza sono gli unici valori che incognito in modo oggi sono esprimibili al di là della parola bisogna rilanciare il pallone allora questo rapporto come avete visto credo in perfettamente delineato da me oggi in parte perché avevo resistenze a farlo in parte perché è difficile però il è un rapporto che non è territorio e identità e terra e identità e noi diciamo questa è una società in qualche modo antropologiche antropologiche ed è così bene così perché il vero problema oggi è che la nostra identità il nostro modo di vivere il nostro modo di vivere insieme è un modo di vivere che se continua ad essere governato da una cultura piccolo borghese è puramente mediatica diventa una realtà anche nel nostro cervello un po di poltiglia l'unica cosa che ci può permettere di rinnovare noi stessi e proprio mettersi di fronte a una cosa che sembra nel tempo immutabile perché sono milioni d'anni che la terra terra ma che alla fine crea ha creato non soltanto identità ma anche comunità di persona e questo in qualche modo va riconosciuto essere un valore o almeno un rapporto quella fra terra e identità che a mio avviso va merita di essere studiato molto di più ormai che il rapporto fra territorio e sviluppo di cui sappiamo dotto ma che in fondo oggi dallo spazio da crea una successione per un rapporto più complesso meno studiato quindi è la prima volta io stesso che ne parlo in pubblico fra terra terra terra e cultura terragna di noi italiani questa è una cosa che non è studiata però è anche giusto che qualcuno si prende il rischio di lanciarla all'opinione pubblica grazie le grazie al polso di vita è molto affascinante questa lettura faccio due domande prima di aprire il dibattito col pubblico tanto per rompere il ghiaccio e allora si figuri se chi lavora in trentino dirige un giornale che pur essendo quella sera si chiama quella del trentino non crede nel valore dei territori però io ho sempre la paura del passare da un eccesso all'altro che si passa un eccesso all'altro non è un altro giorno abbiamo pubblicato un editoriale di dario di vico in cui giustamente rilevava come l'errore di quelli che lui chiama i modernizzatori senza consenso sia stato quello di ignorare il valore dei territori oggi però una paura diversa e cioè che signori il valore del della nazione del paese del sistema allora lei ha fatto mi consentirà di essere polemico per accendere la discussione le ha fatto un accenno ha detto i governi mettono le toppe è però se il governo avesse messo una toppa sul caso o per forse la fiat non sarebbe rimasta col cerino in mano certo la situazione più complessa cioè voglio dire credo che esaurire tutto nei territori e questa è una paura che noi vediamo molto qui in trentino ma non solo in trentino dove l'autonomia mischia volte di essere vista come recinto che chiude sia quella di dimenticare che certi problemi non possono essere affrontati solo nel legame con la terra non creda ma certo che non tutto è risolvibile con legame sulla terra però un legame sulla terra vivifica faccio un esempio a mio disdoro io casa di vacanza estiva courmayeur quindi sono un occidentale sta da molti anni conosco benissimo la valle d'aosta navale rosa è un recinto territoriale senza terra senza terra il trentino è un recinto della con la terra vale rosa diventa un sistema di clientela amministrativa tutti dipendono in qualche modo dei 140 mila impieghi abitanti della valle tutti dipendono dalle finanze regionali in pratica non direi mai che oggi la situazione della valle d'aosta sia una situazione forte importante di tale proprio perché non c'è terra non c'è il rapporto matera è il rapporto con un impiego pubblico sia il rapporto con un turismo di elite per alcuni versi ma anche tutto sommato banale ma è un turismo secondo turismo prevalentemente invernale dove il rapporto con la terra non c'è credo che l'agriturismo in valle non ce ne sia quasi per mondo quindi il problema è che certamente il rapporto con la terra il rapporto il territorio tende ad essere recinta pisani del fante vita vera la mia impressione è che noi abbiamo una società che ha delle sue capacità di vivere e anche di rischiare che viene da una dimensione terragna forse non avrebbe notato io l'ho notato ma mi prendo tutta la responsabilità di dirlo che l'operazione fiat marchionne o quel è un'operazione di un italiano un'operazione di alieno con la cultura di strategia aziendale molto particolare ha giocato fra le fila e ha giocato sul baratto ha giocato sulle file come trequartisti né in campo di calcio che non stanno mai a fare le ali e mezzo fanno le mezze punte non fanno mai centravanti di sfondamento cerchi vanno da destra a sinistra e girano da una parte dell'altra e vedono dove a un certo punto c'è un buco ci si ficcano o fanno il lancio è un trequartista che gioca fra le fila che giochi a giocando sul baratto che i soldi non ce l'aveva diciamo e la dovuto dire il marchio lancia io l'ho abolisco e ti lascio una parte di mercato della lasciate come mai coi vari marchi o box sono quelle divario figlio il marchio alto quello della grande telero tengo solo per quello ha giocato sul baratto se ci pensate bene pur essendo tutti diciamo i giornalisti dicono che marchionne è l'anti italiano nato fuori italia vissuto fuori in italy e canadese vive casualmente in italia ma la sua mente mondiale lui ha giocato con una cultura che è molto più terragna di quanto si pensi baratto e giocare fra le file stare in campo fra le fila non non fare mai personalmente il protagonista anche un kakà ad esempio un armiere ma è uno che gioca ed è un protagonista ma mai mettersi in una posizione di punti dove è stato sconfitto è stato sconfitto dal fatto che probabilmente non avevo i soldi adeguati ma è stato sconfitto anche dal fatto che altri altre realtà noi non pensiamo alla potenza del gas russo e di quello che i rossi hanno in europa come lobbisti più o meno vernicianti è stato sconfitto dal fatto che la signora merkel aveva problemi di elezioni in alcuni territori è stata una dimensione politica delicata di alcuni territori tedeschi dove c'erano le fabbriche opel io ho l'impressione che un giorno che faremo qualcuno farà spero che berto che nel giorno fa scrivere a qualcosa dell'argomento si scoprirà che la vicenda opel fiat e chrysler è stata una vicenda in cui la strategia industriale non dipende dipendeva certo da dimensioni classiche quali industrial quale quante ma quanto che volumi di auto prodotte l'anno dove produrre con quale tecnologia elettrica non elettrica ma valeva anche una dimensione in cui il territorio sia nel giocare fra rifila la cultura territoriale del giocare sul baratto e hanno avuto un peso poi sono state altri hanno avuto più peso però ogni volta che si fa una partita qualcuno vince qualcuno perde non si può vincere se io sono nominato di questa capacità di marchionne di non essere un industriale puro con strategie industriali di un certo la grande dimensione il grande volume e cioè c'era questa connessione questo girare fra le fila questo prende l'aereo parlare una volta a londra volta a berlino una volta parigina volta in canada una volta in russia perché il suo gioco era è sempre stato questo di giocare fra le fila che è un qualcosa che è di un aderenza alla realtà specialmente che poi non offre i soldi mi offri baratto di di quantità e baratto di ma è di brands e beh questo è stato un elemento su cui bisognerebbe studiare ma non fa parte della mia conferenza di oggi quindi elimina grazie un'ultima domanda parte mia poi apriamo dibattito col pubblico le dice nel momento della crisi si torna raggio con tono e saccoccia anche il raggio della relazione allora io le chiedo non c'è il rischio che in questa relazione di prossimità aumentino le difficoltà di accettazione dell'altro del diverso mi spiego un conto è essere buoni buonisti ragionare sull'accoglienza generale vedere il problema in in dimensione nazionale altro è quando il problema dell'accoglienza c'era in casa quando il diverso e in concorrenza con te per apprendere la casa popolare o per avere provvedimenti benefici del welfare o quant'altro crede che la crisi e questo rivaluta rapporto con la terra possa rendere ancora più difficile un rapporto che comunque in italia non è ancora facile purtroppo ma vediamo due elementi il primo elemento rapporto una terra cosa da ho detto prima da questa specie di forza e tenacia nel nel fare il nuovo nel dissodare ulteriormente una cosa che credevi di conoscere perché ce l'hai di fronte questa cosa qui ha creato una cultura italiana tipicamente legate alla terra pensate in questa crisi pensate sostanzialmente a tre cose il valore della famiglia tipico valore della terra il valore del patrimonio una patrimonializzazione non abbiamo retto perché la nostra patrimonializzazione era sia la patrimonializzazione della casa sia la patrimonializzazione mobiliere paese come l'inghilterra nel momento in cui che vive a debito con la carta di credito nel momento in cui c'è più lo stipendio e vive di affitto non può più pagare l'affitto a chi li ritira una carta di credito non muore di fame in italia c'era la casa e c'era risparmio familiare e quello veniva da questa specie di tendenza a garantire una patrimonializzazione perché abbiamo resistito bene perché dal 2000 al 2006 non avevamo fatto un opa di patrimonializzazione incredibile noi avevamo fatto un milione di case l'anno nuovo dal 2001 al 2005 cioè c'eravamo patrimonializzate nel momento in cui è arrivato alla crisi il patrimonio cielo cioè il patrimonio del risparmio è salpato in una delle case che altri paesi non avevano quindi la cultura del patrimonio viene da una cultura contadina così come viene nella cultura contadina e la cultura della centralità della famiglia così come viene dalla cultura territoriale del territorio la cultura della cautela e della prudenza ci siamo ritornati molto più prudenti di quanto si pensi molto più cauti nel nostro rapporto con il consumo è lentamente cambiato ma non perché petrini si ci invita ad essere moderati invece di tre vestiti 2 invece che 5 vacanze una eccedenza ma perché dentro di noi sta entrando questo rapporto di prudenza se è vero che c'è un rapporto valoriale diverso nel nostro rapporto con con la terra che è datata la tenacia e dalla capacità di sfruttamento al vigore con cui si fa si lavora sulla terra c'è anche un rapporto traslato fra la terra e noi in termini valoriali il valore del patrimonio della famiglia e il valore della prudenza anche se agiata della temperanza queste cose qui arrivano dice ma queste cose qui chiudono dice ferrero perché a un certo punto ognuno si rifugia in se stesso rifugia in un mondo che ritiene il meglio possibile e rifiuta l'integrazione anche fine se uno gira l'italia i problemi di integrazione di accettazione del diverso di integrazione sociale voi non li avete nei piccoli paesi e non li avete neppure in agricoltura nel 77 quando facemmo la prima ricerca sugli immigrati in italia ho passati trent'anni pensate un po c'era la paura che i pescatori tunisini a mazara del vallo i tunisini i magrebini che facevano i monitori di vacca melle nella pianura padana ai croati che facevano i bagnini a rimini avessero portassero delle degli elementi di rottura i piccoli paesi e l'agricoltura stessa passerebbe andare in giro per avere una bandana hanno fatto integrazione dove non c'è stata integrazione in italia come in francia il benevenuto nelle periferie urbane dove il rapporto con la comunità e al rapporto se volete che con la terra non c'è stato dove c'è quella cultura borghese piccolo borghese urbana impiegatizia o addirittura di periferia urbana che di lì bidelli scolastici degradati che a un certo punto non accettano il vero problema del rapporto con una relazione non è in coloro che hanno relazioni di prossimità buone e che quindi nella relazione di prossimità possono anche accettare qualcuno perché è la prossimità che crea una possibilità di integrazione e nella bandiera e nella periferia e nelle realtà dove non c'è nessun rapporto di prossimità manco in famiglia perché padre madre e con uno accanto all'altro magari non si parla i figli non entrano se non per mangiare e lì che non si forma integrazione e se noi fossimo onesti dovremmo dire il vero problema è di capire perché l'integrazione non sia anche nei paesi a maggioranza richiesta lo sanno benissimo che i piccoli paesi accettano mica accettano solo la badante perché la zia anziana la vecchia nonna bisogno badante accettano un po tutti quello che non viene accettata è una realtà veronese intorno alla stazione una realtà è una realtà urbana è una realtà milanesi in cui alla stazione di possono scambiare l'extracomunitaria perchè ha rubato un pacchetto di ringo è lì che c'è una dimensione in cui dove sta è più facile dove c'è una relazione prossimità avere un'integrazione è più difficili dove non c'è relazione made in prossimità né di altro allora ognuno va alla guerra e prendi botte presenti a botte tutti quelli che ci sono intorno io preferisco una prossimità nella prossimità non è mai esclude non è mai e scusa se voi ci pensate io mi sento volte penso ai rapporti con mia moglie oi rapporti con sé i miei figli con i miei nipoti invece c'è prossimità non c'è l'esclusione se c'è gusto dello stare insieme valore del rapporto prossimo se sfinisce quello mi poiché è un chiunque non c'è più il rapporto vero dice mai to one con ma insomma non mi dice nulla se invece c'è questo rapporto costante con la prossimità questo ed è la dimensione comunitaria e del resto non ho fatto a tempo ad approfondire cos'è la comunità se non la saldatura fra i soggetti l'anno scorso nel rapporto sensi del 2007 noi usiamo questa rosa mode nel 2007 questa parola che fece un po di scalpore perché era brutta mucillaggine la società italiana era una mucillagine noi cerchiamo di spiegare che cosa è una musica per chi la guarda sono delle componenti vegetali che vivono uno accanto all'altro senza mai saldarsi fra di loro senza mai legarsi luna colpo quindi non hanno alcuna capacità di movimento vanno secondo le correnti e alla fine non avendo vita perché non hanno relazione tra loro diventano porti josé diventano colpita e siete catano la realtà italiana è una realtà di gente che vive uno accanto all'altro senza integrarsi la prossimità e il primo conto di questa integrazione non possiamo pensare di rifare il sindacato di rifare il partito di massa in un paese come questo dove moglie e marito io non accanto all'altro senza o due fratelli una accanto all'altra senza integrare se non c'è l'integrazione del rapporto di prossimità non puoi creare comunità la comunità può essere certo che puoi creare la comunità di un piccolo paese a spello bevagna dove si vive bene le porte aperte non hanno paura sia un controllo sociale ma è il controllo sociale del quotidiano non è detto che ci sia un rapporto di prossimità sicuramente c'è di più che in via che che ai parioli a roma sicuramente ma quello che è importante che una società come la nostra ha bisogno di rapporti di prossimità perché altrimenti la mucillagine vince perché la mucillagine il vivere accanto senza integrarsi e noi siamo un popolo che in questo momento aiutato dalla televisione dal consumismo che ci considera tutti isolati in uno dall'altro singolarmente si fosse una qualche offerta famiglia aveva fanno quello che ti devono quindi i biscotti probabilmente il cibo ma non c'è tutto il resto è tutto legato a un soggetto che vive accanto ad altri soggetti non ha comunità che vivono insieme ecco questo è il punto cruciale il rapporto la relazione di comunità li denti l'identità di prossimità è essenziale anche per ricreare comunità altrimenti non la greer e ricreeremo dall'altro offrendo nuovi contenitori di prossimità se uno ci pensa per quanto mi sono arrabbiato io se uno pensa al partito democratico è esattamente quello che non si dovrà fare cioè un'identità creata dall alto come un contenitore di persone potenzialmente prossime e no quella gente che anche a livello di dirigenza vive uno accanto all'altra e non ha alcun processo di prossimità da vivere non facciamo gli stessi errori grazie professore devo dire mi è venuto in mente che per tale ragione anni fa era andato a trovare un'amica in un ospedale della val di non ha partorito lì e hanno scoperto che nella maternità la maggioranza erano stranieri e non se ne ha mai sentito parlare mentre i problemi anche di conviventi sono in città non nelle valli dove e quindi evidentemente questo rapporto con la terra ha ragione che spesso rende più facile ci sono le domande prego microfono prima aveva chiesto domande molto rapidamente tutto il suo ragionamento musica dolce musica per i nostri per i nostri orecchi pro per chi viene dalla terra come molti di noi poi lei ha nominato la val di non vengo proprio dalla casa e mezzo e militi e quale nostalgia della vecchia terra ma la riproponiamo il valore principale ma è poi venuta in mente la battuta di mia mamma quando nei nostri come la gente stata donata puntata in cui facciamo le domande subito che sono nei nostri quando ne quando i cittadini ci snobbavano un po diceva ma in fondo questi mangiano di quello che produciamo della nostra terra in un modo per sottolineare la il rilancio di questa potenza allora professor io gli chiedo sarebbe anche d'accordo lei sul rilanciare le identità delle minoranze linguistiche quelle che si possono dimostrare storicamente culturalmente dal punto di vista letterario anche in base al censimento della popolazione sempre nell'ottica della conservazione di un valore di un patrimonio storico e linguistico all'interno dell'italia e dell'europa la salvaguardia delle minoranze linguistiche ci terremmo al particolare maniero si parla della minoranza linguistica ladina che siccome è l'unico intervento che faccio tutto questo festival dobbiamo fare una domanda posso di vita non è il momento per fare interventi sul fenomeno soltanto due battute la sinossi è una domanda chiedo allora abbia patente volevo dire un grazie al festival e augurando che questo metodo lo usasse sempre perché non solo il festival ma tutte le realtà non avremmo perso i giovani e per celestino vi invito a scrivere qualcosa a livello pubblico però perché sennò va via è un peccato era quindi un grazie veramente sulla i due punti dell'identità relazioni sul fatto di superare le precomprensioni alla rosmini la domanda era proprio su questo che ha ne ha parlato molte volte su rosmini clemente riva eccetera che le lepri completo della sesta la sesta praga rifacendo le coscienze e quindi credo che sia veramente io volevo aggiungere se non fare una volta va là che tanto io non sono il fotografo il fotoreporter lo faccio ponte tra tanti piccoli e piccola gente della strada quindi io vorrei veramente mi sono preoccupati di registrarmi tutto per portare a loro quindi gli grazie a de rita che l'ho fatto tante volte grazie al festival e l'augurio che questo metodo possa diventare veramente vero bertuca ground zero cioè se vanno out cioè silvano rauzi presidente degli allevatori trentini io mi sento in dovere di ringraziare il professor de rita per quanto ha detto in un momento di così grande difficoltà per le nostre produzioni e la zootecnia vive un momento drammatico sulla territorialità perché abbiamo correnza che arriva il latte a meno della metà del prezzo del costo nostro di produzione questo con la globalizzazione ma chi vuole approfondire questi fenomeni oggi repubblica porta un servizio di greenpeace che è costato tre anni di lavoro questo questo servizio e dove il titolo è l'amazzonia la gomorra dei tropici danno spiegazioni dei costi umani e ambientali che certe produzioni portano con la complicità delle multinazionali in classi grazie anche ieri nel dibattito che cita appunto di cipolletta con petrini si diceva bisogna sostenere i nostri contadini ma allora 3 risposte per quanto riguarda il primo intervento quello sulle minoranze etniche linguistiche io capisco bene che in una realtà quale quella trentina il problema della minoranza è molto sentita e molto forte credo di aver fatto due o tre anni fa un convegno proprio e rovereto fatto dalla provincia autonoma sulle minoranze con grande riprone i dialetti e le geografie delle varie minoranze devo dire che non saprei rispondere così su due piedi se le minoranze avendo un rapporto con la terra sono destinate come dieci anni fa avremmo pensato a una lenta estinzione sono minoranze via via accorpate acculturate nella cultura italiana nazionale internazionale della lingua inglese nella cultura dei giornali eccetera io credo di no credo che dieci anni fa noi potevamo dare come davamo dell'agricoltura un giudizio di tipo residuale la sugli ultimi quando scompariranno gli ultimi non ci sarà più nulla così dire sui ladini se poi latini scompaiono non succede nulla credo che non sia vero e ci sia un aumento dell'importanza della dimensione nel rapporto con la terra e del rapporto di minoranza assolutamente importante non posso dirlo in termini professionali per come mai fatto ricerche su quest'area però ieri sera parlando con gino lunelli di una sua baita in val di fassa m'ha detto che lì si sente che ci sono i ladini si sente che c'è una cultura diversa che c'è più solo che c'è più comunicativa che c'è un rapporto con la terra diversa che in un'altra parte del trentino probabilmente non basta per dare un'identità di terra per dare una dignità di identità di minoranza linguistica e ferrania a certe comunità però credo che ci sia e che con ogni probabilità non voglio usarlo come ovvero non far arrabbiare petrini la parola miglia però un discorso di nicchia certamente in tutti in tutte le società ricche ci sono le vecchie e quindi in una società ricca come la nostra amica linguistica e importante per quanto riguarda la seconda secondo intervento io anche di rosmini ho parlato più space aveva spesso in questi anni di beatificazione l'ultima volta sono andato anche a rovereto a parlare essendo rosmini roveretano illustre ma il problema è che il lo sforzo che dice ma che c'entra rosmini col discorso fra terra e identità lo sforzo di rosmini ha fatto in tutta la sua vita è stata quella di collegare crede in ragione sostanzialmente un qualcosa che sembrava troppo primordiale come la fede ma un qualcosa tipico della modernità come il ragionamento la ragione l'illuminismo secondo me è quello sforzo del rosmini ha fatto su una dimensione è chiaramente di tipo filosofico io credo che va fatta anche per le cose poveri più poveri che ho detto prima io il rapporto con aver non è come robot come per molti è stato il rapporto con aree con la religione un rapporto primordiale un rapporto diciamo sì intuiti un rapporto fideistico rapporto con la terra e per me anche con la religione ha un rapporto di ricchezza che non deve però essere legato soltanto a se stesso ma collegarsi con la dimensione della ragione collegarsi cioè con anche perché no con la dimensione della modernità in cui viviamo probabilmente sì romita rosmini fosse vivo avrebbe fatto una riflessione su una cultura della terra e una cultura della della modernità legare le tue cose soltanto che invece noi abbiamo una realtà in cui le due cose si sovrappongono conviene a tutti contrappormi per cui la fede è una cosa molto più importante in qualsiasi ragionamento e guai a chi tocca il meccanismo di fede e ragione fi del relativismo amorale invece di fare soltanto un ragionamento dall'altra parte se ragioni and pencil regioni sia l'unica possibilità di innescare un tuo comportamento senza valori senza peccati eccetera eccetera non fai altro che un altro relativismo cioè impone un te stesso a tutti i rapporti di circa circostante quindi anche qui fra quello che ho detto fra identità comunità e territorio c'è un problema di amica di dialetti che non di contrapposizione purtroppo ho l'ho detto prima per molti anni invece c'è stata una contrapposizione proprio la negazione agricoltura il territorio non c'entrano niente con il capitalismo moderno centro con l'economia moderna sono un'altra cosa sono il passato e come se dicessimo la fede religiosa cattolica o islamica non internet è una cosa da da medioevo adesso stiamo su un altro livello questa rimozione è il segno di una debolezza nella cultura moderna aver rimosso da tutto quello che veniva dal territorio dall'economia sommersa da piccola impresa ha fatto sì che la maggior parte degli economisti moderni non abbia capito che cosa era la società moderna proprio perché hanno pensato a una cosa che era in qualche modo escludente di questo livello ultima domanda il problema della competizione di realtà in cui le ville e l'uva il vino l'olio del salame felino tutto quello che noi oggi stiamo facendo sulla terra italiana per fare produzioni tipiche prestigiose ad alto ad alto valore aggiunto ad alto dimensione commerciale può venire distrutto da una concorrenza altrui perché le mele si possono fare altrove perché i salami felini giocando sulle direttive comunitarie si possono fare mica solo filino si possono fa pure a hong kong quindi per carità il rapporto con una concorrenza mondiale per meccanismi e per prodotti squisitamente legati alla terra è certamente un pericolo vero pericolo probabilmente certi versi più sottile che un pericolo di concorrenza sulle scarpe tozzi sono scarpe costi fendi il marchio legato a quel prodotto quel prodotto vale per tutto il mondo se tu devi resistere sul prodotto mela melinda e un po più diverso lamela e vivaldi non ho il vino del lago il vino l'olio del lago di garda o qualsiasi altra cosa e diventa difficile sembra più facile perché c'è la denominazione territoriale invece più difficile perché ormai il meccanismo è un meccanismo in cui i disciplinari interni ai singoli prodotti sono tali che possono essere falsificati in ogni modo però non ora vale quello che diceva petrini l'altro io non le nicchie ma il la difesa dei rischi alimentari la difesa rispetto a prodotti che non hanno nulla di legame con la sua terra la ripresa della qualità a oltranza anche quando si tratta di escludere un prodotto a meno costo però fatto secondo i disciplinari della se non secondi disciplinari della berlina brunello quello che si sa è lì che ritorna il gusto tipicamente squisitamente terragno di mangiare del suo di mangiare delle cose proprie e questo secondo me lentamente al di là dei proclami di petrini o di mangiar sano dello slow food eccetera certamente arriverà quasi certamente attraverso una paura del rischio alimentare più che attraverso il meccanismo del gusto però arriva sono convinto che naturalmente una concorrenza c'è sempre ci sarà sempre ho detto prima che i nostri territori anche più famosi più ricchi da brava a sassuolo hanno avuto 567 crisi in 20 in 40 anni perché anche ravaldi nonno nel il turismo gardesano non potrebbero averla avranno sicuramente il problema di capire se effettivamente poi viene superato il team la deriva lunga del tempo dei processi non sarà in qualche modo favorevole a un altro anno oltrepassamento della crisi grazie professore voglio annunciarlo in diretta che è già entrato in una vertenza sindacale lei senza saperlo questa è la potenza della comunicazione una mail che mi è arrivata alle 11 43 quindi di tutti fa dalla uil il qualcosisti in agricoltura esistono e quindi viene citato da una vertenza che in corso adesso tra la uil e la federazione della cooperazione quindi stia attento a come parla perché è molto lunga ma gli altri nella poderosa mia valenza del corriere ha messo in prima pagina stamattina gli alcolisti ma qui per il corriere sicuramente anche di ponte qualcuno legge esatto ci sono altre domande no io direi che visto che ci sono altri interventi al telefono che qualcuno è andato perché abbiamo un po sforato però sarà molto interessanti e voglio solo ricordare non ti va conclusioni perché mi pare che il ragionamento sia stato chiaro e lucido quindi inutile fare chiuse uso il minuto di chiusura per ricordare che oggi pomeriggio alle 15 possono de rita sarà la facoltà di sociologia aula kessler per una lezione proposta dal trentino school of management sul titolo da sovrano a sistema la metamorfosi dello stato ne discuteranno mauro marcantoni e concluso dell'iter professor paolo poli quindi un altro appuntamento molto interessante da non mancare spero che l'amplificazione sia le migliori in modo che si possa sentire tutto quello che dice può essere de rita chiedo scusa se c'è stato qualche problema ma credo che alla fine il ragionamento sia arrivato anche voi grazie di tutto buongiorno
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