Sicurezza alimentare e commercio internazionale tra conflitti e cambiamenti climatici
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Sicurezza alimentare e commercio internazionale tra conflitti e cambiamenti climatici
La sicurezza alimentare e il commercio internazionale tra conflitti e cambiamenti climatici è un tema di enorme attualità; in particolar modo, alla luce del fatto che gli abitanti sulla Terra sono ormai 8 miliardi, con un clima capace di creare danni danno irreversibili. In dialogo Carmel Cahill, Independent Expert, Françoise Trine, Senior Food Security Officer, Un Committee on World Food Security (CFS), moderati da Stefano Schiavo. A seguire, è toccato a Francesco Lollobrigida, ministro per la Sovranità Alimentare e delle foreste, trarre le conclusioni con Silvia Marzialetti, giornalista Radiocor, con un focus su “Sicurezza alimentare e tutela del made in Italy”.
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Because when you're as focused on serving your clients as we are it's hard to beat your own drum Buongiorno, buongiorno e benvenute a tutte e a tutti a questo panel intitolato Sicurezza alimentare e commercio internazionale fra conflitti e cambiamenti climatici organizzato dalla scuola di studi internazionali io sono Stefano Schiavo, sono il direttore della scuola che è un centro multidisciplinale dell'università in cui i fenomeni internazionali come quelli di cui parleremo oggi vengono studiati mettendo a sistema competenze che provengono da discipline diverse che ci permettono di avere una visione ampia che è quella necessaria per comprendere fenomeni complessi come quello di cui parliamo oggi la sicurezza alimentare è sicuramente uno delle grandi sfide che l'umanità ha di fronte, che ha sempre avuto di fronte che, in qualche modo purtroppo, continua ad avere di fronte a sé nonostante i progressi e la crescita economica l'obiettivo di eliminare la malnutrizione è ancora lontano dall'essere raggiunto quindi la questione della sicurezza alimentare è in qualche modo centrale in tutte le discussioni sul futuro penso anche sul futuro del futuro quindi è una questione centrale anche per il tema del festival di quest'anno Oltre alle questioni di ampio respiro e di lungo termine la pandemia e poi più recentemente la guerra in Ucraina hanno purtroppo reso evidente come la questione sia molto attuale hanno aggiunto degli ulteriori elementi di preoccupazione a quella che è comunque una situazione critica legata all'aumento della popolazione mondiale agli effetti negativi che il cambiamento climatico probabilmente avrà già sta avendo su alcune zone del mondo in particolare Oggi discutiamo di questa situazione in particolare del ruolo che il commercio internazionale può, deve o magari non deve avere nell'affrontarla lo facciamo con due ospiti di grande prestigio che ringrazio di essere qui con noi in rigoroso ordine alfabetico Carmel Cahill e François Trin Carmel è un'esperta di politica agricola e di politiche commerciali ha una lunga carriera presso l'OSCE dove ha ricoperto numerosi ruoli molto importanti fino a quello di vice direttrice della direzione per l'agricoltura e il commercio Anche ha avuto modo di partecipare a numerosi incontri internazionali di alto livello sui temi dell'agricoltura e del commercio in particolare Per il suo ruolo durante il G20 sull'agricoltura del 2011 in Francia il governo francese le ha conferito l'ordine del merito agricolo Grazie per essere con noi oggi Carmel, ci apprezziamo François Trin invece senior food security officer presso il Comitato delle Nazioni Unite per la Sicurezza Alimentare Mondiale Vanta più di 20 anni di esperienza presso organizzazioni internazionali come la FAO e le Nazioni Unite ma anche nel settore privato e in organizzazioni non governative lavorando sempre nel campo della sicurezza alimentare e della nutrizione Dal 2015 fa parte del Comitato per la Sicurezza Alimentare delle Nazioni Unite dove tra le altre cose coordina il lavoro sulle tematiche di genere che è un altro tema molto importante che spero avremo tempo di affrontare oggi François, qual è la situazione attuale? A che punto siamo rispetto all'obiettivo ambizioso che l'agenda 2030 si è data di porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, una migliore nutrizione promuovere un'agricoltura sostenibile? Grazie, buongiorno a tutti, sono molto contenta di essere con voi oggi Prima di rispondere alla domanda di Stefano volevo sottolineare che le opinioni che esprimere oggi non sono necessariamente le posizioni del Comitato Ho deciso di fare la presentazione in italiano, il mio italiano un po' approssimativo me ne scuso in anticipo Allora adesso rispondo alla domanda Purtroppo l'impegno preso all'unanimità da tutti i governi delle Nazioni Unite in 2015 non è risultato nell'eliminazione della fame, dell'insecurezza alimentare e della malnutrizione non ha portato i risultati promessi in questo campo o anche in altri campi Allora le Nazioni Unite pubblicano ogni anno un rapporto per il monitoraggio della sicurezza alimentare e della nutrizione L'ultimo rapporto è stato pubblicato in 2022 e sulla situazione di 2021 La situazione in 2022, che copre ovviamente la guerra in Ucraina, sarà pubblicata a luglio E il rapporto 2022 fornisce nuove prove, se necessarie, secondo cui il mondo si sta allontanando dall'obiettivo di raggiungere l'obiettivo 2 dell'agenda 2030 dello sviluppo sostenibile Allora, forse possiamo mettere il grafico? Sì, allora, questo grafico, non so se lo vedete, ma l'evoluzione della fame nel mondo illustrata sullo schermo da questo grafico La curva superiore mostra il numero di persone che soffrono dalla fame da 2005 a 2021, l'ultimo anno per il quale abbiamo dei dati La curva inferiore fornisce la stessa informazione, ma in percentuali della popolazione mondiale Si vede che dopo un lungo periodo senza progressi, tra 2012 e 2018, l'insicurezza alimentare è cominciata a risalire in modo molto ripido E oggi, no, in 2021, raggiungiamo la cifra incredibile di 768 milioni, secondo la stima delle Nazioni Unite, di persone che soffrono della fame, non dell'insicurezza alimentare Quello è 150 milioni in più della situazione mesurata due anni prima, prima dell'inizio del Covid-19 Oggi abbiamo quasi 10% della popolazione mondiale che soffre della fame, la percentuale esatta è 9,8% C'è stato un incremento molto importante, 100 milioni in 2020 e più o meno 50 milioni in 2021 Ovviamente non riflette la situazione dovuta alla guerra in Ucraina e il problema causato da queste due paesi, Ucraina e la Federazione Russa che producono una parte importante delle cereali di base, oli aginosi, e molto importante, i fertilizzanti per l'agricoltura E si aspetta un aumento anche grande in 2022 dell'insicurezza alimentare Quello è molto sconfortante ovviamente, anche traumatizzante Allora adesso altri cifri, possiamo passare all'altra diapositiva, sono già detto 2021, 770 milioni di persone stimate che soffrono della fame, più o meno 10% della popolazione mondiale Il rapporto delle Nazioni Unite dà pure stime sul numero di persone che soffrono di insicurezza alimentare moderata o grave abbiamo 2,3 miliardi di persone, più o meno 30% della popolazione mondiale Con le donne, che sono 4% in più, soffrono di insicurezza alimentare moderata o grave degli uomini La stima è di 32% di donne e 28% di uomini In 2020, infatti i cifri sono un po' più vecchi, è stato stimato che più di 3 miliardi di persone non potevano permettersi una dieta sana, sto calcolando con il prezzo degli alimenti Qui stiamo parlando del futuro del futuro e ovviamente i bambini sono una componente importante del futuro Questo rapporto sottolinea che 150 milioni di bambini mostrano un ritardo nella crescita e dello sviluppo dovuto all'incapacità di accedere ai nutrienti necessari per questa crescita con conseguenze per lo sviluppo fisico e anche cognitivo Il commercio internazionale permette alle persone e ai paesi di accedere a cibo prodotto altrove quindi anche in qualche modo contribuisce alla sicurezza alimentare di quelle zone del mondo in cui le risorse naturali come l'acqua sono limitate D'altro canto la dipendenza dalle importazioni è spesso percepita come pericolosa, come un elemento di vulnerabilità la guerra in Ucraina sembra valorare questo concetto di cercare l'autosufficienza alimentare Come possiamo bilanciare e conciliare questi due punti di vista così diversi? È un grande piacere essere qui e scoprire Trento Devo dire che lo conoscevo solo dai libri di storia e scoprire davvero questa bellissima città Vedo che ci sono dei giovani, la maggioranza del pubblico costituito da giovani se voi dovete uscire da questa sala ricordandovi qualcosa spero che usciate Avendo l'idea che stiamo parlando di questioni davvero complesse che necessitano di un pensiero, di una riflessione approfondita prima di formarsi un'opinione che potrebbe essere utile evitare reazioni emotive o di pancia perché stiamo sempre parlando di questioni molto complesse quando parliamo di agricoltura e di nutrizione e di alimentazione Per rispondere alla domanda che Stefano mi ha posto Devo dire che la FAO è naturalmente l'agenzia principale che si occupa di questi aspetti La FAO infatti dice che l'insicurezza alimentare e la malnutrizione sono causate essenzialmente da conflitti dagli eventi estremi climatici, dalla povertà e dalle ineguaglianze e da shock Quindi il commercio se non altro non c'è in questa lista come una delle cause principale dell'insicurezza alimentare anche se naturalmente uno shock economico in un Paese può essere trasferito per un altro Paese attraverso gli scambi commerciali e quindi questo espone vari Paesi a rischi Ma cerchiamo di ricordare questo, conflitto, il clima, povertà sono davvero cause importanti di insicurezza alimentare Cerchiamo anche di dare un'occhiata a quelle che sono le cifre Circa il 20% delle calorie consumate nel mondo vengono dagli scambi commerciali, cioè più di quello che io avrei mai pensato Se avessi cercato un punto di immaginare quale potesse essere questa cifra Il commercio, però, gli scambi commerciali sono complicati Alcuno di questi 19% è legato al fatto che i Paesi poveri importano i prodotti alimentari come esempio il riso, i cereali Ma questi stessi Paesi che esportano tè, caffè, cacao, frutti tropicali, fiori recisi Parti di questo commercio, di questi scambi, condotti da blocchi importanti come l'Unione Europea che probabilmente è l'importatore e esportatore principale di prodotti alimentari nel mondo Se lo rapportiamo a posti appunto come l'Unione Europea, la Cina che ad esempio importa proteine per alimenti per animali con cui soia, dall'Agentina, dal Brasile, dagli Stati Uniti Questo significa che alcuni Paesi importano e esportano gli stessi prodotti Ad esempio gli Stati Uniti importano manzo per hamburger e poi esporta del manzo ad alta qualità Quindi tutto questo per dire che il commercio è una rete davvero molto complessa di scambi che avvengono in modi molto diversi e per motivi diversi all'interno delle catene del valore Guardate io direi di no, non è pericoloso, in gran parte delle condizioni e delle circostanze è una cosa positiva Quindi essenzialmente quello che il commercio permette di fare è che nel caso dei prodotti alimentari permette a questi di essere spostati da luoghi dove c'è un surplus di questi prodotti a luoghi dove ci sono dei deficit, delle deficienze, delle mancanze di questi prodotti Quindi permette di avere una diversità nelle diete perché in molti Paesi questa diversità non ci potrebbe essere se utilizzerebbero solo i loro prodotti Le vostre menti italiane direbbero, ma noi possiamo produrre qualsiasi cosa Pensate che però ci sono dei Paesi che riescono a produrre solo un numero molto limitato di alimenti Naturalmente quindi la diversità legata alla dieta è molto importante e permette di ridurre prezzi per i consumatori fornisce delle opportunità di raggiungere il mercato agli agricoltori Quindi ci sono molti aspetti positivi legati al commercio per lo che riguarda la sicurezza alimentare Tutti gli scienziati e gli economisti sono d'accordo sul fatto, concordano sul fatto che vedendo il sempre crescente impatto dei cambiamenti climatici, luoghi che sono già in situazioni di difficoltà dove avvengono eventi estremi, ad esempio a causa di siccità, soffriranno di più dove le regioni temperate potranno aumentare la produzione Quindi, visto che parliamo del futuro, del futuro, dobbiamo davvero pensare come possiamo rafforzare le capacità dei Paesi di commerciare in modo che siano giusti, prevedibili che ci portino certezze, perché la sicurezza alimentare in futuro dipenderà ancora di più dagli scambio commerciali rispetto a quello che accade oggi, se non altro la scienza non dubita di questo aspetto Ho già parlato troppo, me ne rendo conto con questa risposta, però le questioni che più di recente hanno fatto pensare alle persone che il commercio rappresenti un problema che sia pericoloso, il Covid e la guerra ocarina ntrano in queste riflessioni, quindi entrambe queste cose hanno avuto un impatto significativo sulla sicurezza alimentare non c'è dubbio, ma nel caso del Covid, in realtà il sistema di scambi alimentari si è dimostrato affidabile perché al cibo è stato dato priorità, perché i Paesi hanno cercato di abbassare alcune richieste, alcuni requisiti per permettere lo scambio dei prodotti, quindi gran parte dei problemi durante il Covid sono stati legati al fatto che le persone hanno perso i posti di lavoro, non hanno più potuto avere i loro stipendi, quindi pagare prodotti alimentari al fatto che le persone fossero costrette a restare a casa. Naturalmente l'Ucraina e la Russia sono fornitori di cereali per il resto del mondo, però anche in questo caso dobbiamo riconoscere che la storia, la faccenda è davvero complessa decisamente c'è stato un aumento nella sicurezza alimentare a causa della guerra in Ucraina e spesso appunto in Ucraina stessa 18 milioni di persone sono sfollate, vivono in maniera molto più insicura e soffrono di sicurezza alimentare molto più di quanto non fosse accaduto prima la risposta internazionale però vale la pena ricordarla perché ci dà la speranza che forse questi aspetti possano essere gestiti in maniera efficace a livello internazionale quindi intanto quello che molte persone non si rendono conto che è successo è che le sanzioni imposte sulla Russia non hanno avuto a che vedere con i fertilizzanti e prodotti alimentari quindi nessuna sanzione su fertilizzanti e prodotti alimentari sulla Russia. Per quel che riguarda l'Ucraina, l'Unione Europea si è mossa molto rapidamente per creare corridoi di solidarietà, per permettere un ponte sul terra per portare prodotti naturalmente, è stato fatto lo sforzo anche se si è trattato dello sforzo davvero importante La Russia, l'Ucraina e la Turchia hanno lanciato l'iniziativa per permettere appunto all'Ucraina di ricominciare a esportare il grano attraverso le rotte precedenti Gran parte dei paesi in via di sviluppo, ad esempio in Africa che importano, hanno posto delle tariffe appunto per l'importazione di prodotti ma sono stati in grado di diversificare le loro importazioni La FAU, l'iniziativa AIM, non ho tempo di spiegarvi questo, i G20, i G7, tutti hanno lavorato davvero duramente per portare avanti il messaggio che il commercio doveva continuare ed era una pessima idea imporre restrizioni commerciali Non ci sono riusciti completamente, sono state imposte le restrizioni al commercio ma sono poi state eliminate molto rapidamente quindi c'è stato un risultato relativamente positivo L'assistenza umanitaria, quindi il budget del program è stato raddoppiato l'anno scorso perché i paesi sono andati a cercare di fornire assistenza e sollievo a questi paesi Naturalmente i prezzi sono aumentati, questo ha creato parte delle difficoltà A livello paradossale la Russia l'anno scorso ha avuto una grossissima produzione, hanno potuto quindi aumentare l'esportazione e questo in realtà ha migliorato, sono riusciti a colmare alcune delle mancanze Questo è stato fatto anche con l'aiuto del Canada, la FAO, sul suggerimento della FAO sono state aperte delle finestre di finanziamento per ridurre i costi Non sto dicendo che è tutto rosa e fiori però è stato fatto molto per mitigare l'impatto della guerra in Ucraina e molto di questo ha avuto un ragionevole successo I prezzi però sono aumentati moltissimo, 5-6 mesi dopo l'inizio della guerra, adesso i prezzi sono tornati a livello pre guerra e l'impatto in generale anche se naturalmente ci sono, sono significativi, sono reali Non voglio dare a nessuno l'impressione che non ci siano degli impatti però sono molto inferiore rispetto a quello che si temeva quindi andando avanti verso il futuro, ovviamente la strada sarà ancora un po' complicata ma bisogna fare in modo che tutti i meccanismi funzionino bene e che appunto continuino a offrire l'assistenza procedendo in avanti Il rapporto annuale sulle crisi alimentari che è stato appena pubblicato all'inizio del mese di maggio fornisce un quadro molto desolante in linea con quello che ci hai detto poco fa Quali sono i principali fattori che hanno determinato questo peggioramento? Carmel ha menzionato che le leve principali sono il clima, i conflitti, la povertà In questo mix così tossico in qualche modo dal tuo osservatorio, in qualche modo privilegiato, quali sono i principali fattori che hanno contribuito al peggioramento di cui ci hai parlato? Prima di tutto è importante chiarire che questo rapporto focalizza sui paesi che non sono capaci di reagire da soli alla crisi alimentare e richiedono l'aiuto internazionale Stiamo parlando di 58 paesi nel mondo che è una bella quantità, paesi e territori che si trovano in situazione di insicurezza alimentare severa che molto spesso vuol dire un buon numero di giorni senza mangiare Questo rapporto identifica le cose che peggiorano la situazione di sicurezza alimentare La prima cosa che hanno identificato nel 2022 sono i shock economici che non erano il caso prima, infatti vuol dire i shock che causano insicurezza alimentare molto spesso dovuto alla trasmissione tra l'aumento dei prezzi alimentari Il secondo fattore di problemi sono le situazioni di insicurezza alimentare e poi troviamo in terza posizione gli eventi legati al cambiamento climatico Voglio precisare che questo rapporto si focalizza molto sulle cose dell'aumento dell'insicurezza alimentare, ma la grande parte di questi paesi sono in insicurezza alimentare da anni o decadi Ci sono cose strutturali che fanno che sono in questa situazione E' importante sottolineare che le cose strutturali ovviamente come ad esempio la mancanza di rispetto dei diritti umani, la mancanza di governance, la povertà ovviamente E' anche una causa dei problemi strutturali che conoscono e in particolare fanno che hanno una capacità limitata, se ne hanno una, di reagire a shock addizionali Quando i governi si trovano a fare fronte a degli shock, in particolare lo abbiamo visto dopo il Covid e la guerra in Ucraina, molto spesso si parla di rendere i paesi più resilienti Questo viene tradotto in aumentare la produzione interna e ridurre la dipendenza delle importazioni, come se questo fosse in qualche modo un canale obbligato verso la resilienza E' questa rispetto alla tua esperienza una buona lezione da trarre dall'esperienza degli ultimi due anni? Pensando alla prima domanda, se qualcosa è pericoloso, chiaramente andare oltre confine e cercare di fare affidamento soltanto su quello che si produce internamente Probabilmente per alcuni paesi sarebbe ancora più difficile che affidarsi al commercio, nel senso che è più facile subire shock più frequenti e volatilità maggiore anziché avere magari un approccio più diversificato E questo sarebbe il caso in particolare se si cerca di produrre il proprio cibo, la propria alimentazione e bisogna dipendere magari dalla disponibilità di acqua Quindi la produzione rischia di essere più incerta e anche i raccolti possono essere a rischio E se questo succede, succede perché magari il commercio non è stabilito e diventa più difficile riempire quei buchi che sono presenti appunto a livello commerciale Soprattutto se i raccolti non vanno bene, un altro degli impatti, o meglio, definire la resilienza significa anche essere, bastare a se stessi però questo significherebbe anche un aumento dei prezzi interni E quindi chiaramente questo, quando il governo aumenta i prezzi i consumatori hanno grosse difficoltà a acquistare quel tipo di cibo, quindi i prezzi sono più alti e la scelta è molto più limitata Quindi questo tipo di resilienza attraverso la produzione interna potrebbe anche essere un'illusione perché per esempio se si utilizzano i fertilizzanti o se devono importare i fertilizzanti Questo succede con moltissimi paesi o se è necessario importare risorse energetiche o pesticidi La resilienza è soltanto illusoria, quella di produrre il proprio cibo perché chiaramente le importazioni influenzeranno anche la produzione interna Quindi che cosa definisce la resilienza? Beh, sicuramente una sorta di equilibrio tra la produzione interna in quel paese chiaramente ogni paese dovrebbe cercare di massimizzare la produzione sostenibile che si può fare all'interno di quel paese Quindi produzione interna nazionale, magari anche per l'esportazione, un po' di importazione e poi una sorta di misure di stock che possono essere fatte a livello nazionale oppure anche regionale per cercare di affrontare eventuali emergenze. Esistono anche dei programmi di sicurezza anche se nelle situazioni in cui sono presenti dei conflitti chiaramente è molto più difficile che i governi riescano a mettere in atto questi programmi di emergenza e sicurezza Però è estremamente importante che esistano quantomeno, in questo modo la resilienza potrebbe essere quindi diversificare le relazioni commerciali e questo potrebbe migliorare alcune situazioni. Alcuni paesi che sono stati influenzati dalla guerra in Ucraina sono quei paesi che si sono affidati in passato alle importazioni soltanto dalla Russia o dall'Ucraina e questo è il caso di alcuni paesi africani quindi i paesi hanno bisogno di diversificare le proprie importazioni per affrontare questi shock economici Dal pubblico volevo fare un ultimo giro di domande con voi, in qualche modo guardando effettivamente adesso al futuro del futuro François, quali sono le sfide principali che l'umanità ha di fronte riguardando, se parliamo di sicurezza alimentare dal punto di vista delle discussioni nel comitato Quali sono le grandi preoccupazioni, le grandi sfide che abbiamo di fronte e poi Carmel chiederò in qualche modo come il commercio può aiutarci a affrontare le sfide future Grazie, non è facile ovviamente in cinque minuti dare le sfide, ma prima di dare le sfide volevo attravere l'attenzione in particolare dei giovani sul fatto che l'insicururezza alimentare, la fame non è una fatalità, non è creata dai venti naturali, è creata da decisioni umane La situazione che viviamo oggi non succede per caso, siamo noi che l'abbiamo creata l'abbiamo creata prendendo decisioni in tutta una serie di settori che hanno influenzato l'insicurezza alimentare anche se non era il loro obiettivo o il loro interesse di farlo Un ottimo esempio è il commercio internazionale che non ha l'intenzione di agire sulla sicurezza alimentare ma in pratica l'influenza molto Il commercio internazionale è stato moltiplicato per cinque sulla quantità di cibo che è stata commercializzata e aumentata per cinque volte dall'inizio degli anni novanta a mezza degli anni fino a 2017, sono dati dell'organizzazione Quello importante di realizzare, questo essendo detto vuol dire che eliminare la fame, l'insicurezza alimentare, la malnutrizione è una decisione, è la volontà di farlo di prendere le misure che sono necessarie, direi che la prima sfida è realmente di creare un consenso tra tutte le parti sui problemi da affrontare come affrontarli Non ho mai incontrato nessuno che ha detto io non sono d'accordo con la lotta contro l'insostenibilità del settore agricolo, tutti sono d'accordo sulle sfide, sul cambiamento climatico ma il problema è come farlo, che cosa fare per affrontarlo e ovviamente tutti difendono i loro interessi Allora sfide globali richiedono soluzioni globali e per questo c'è bisogno di una governance globale, una governance globale forte e robusta che è capace di gestire gli interessi, in particolare gli interessi di potenti perché sono molto forti in questo settore una governance che sia democratica, che metta in avanti la trasparenza nel muoversi e anche dare a tutti, inclusi quelli che soffrono dell'insicurezza alimentare stiamo parlando di 600 milioni di persone, la possibilità di avere la parola per dire quali sono le priorità da affrontare per eliminare questa situazione Allora purtroppo è abbastanza probabile che le avversità continueranno ad arrivare e peggiorano la situazione di sicurezza alimentare nell'immediato c'è veramente migliorare e impedire alla gente e ai bambini in particolare di avere fame e quello richiede in particolare il commercio internazionale che è la sola arma che abbiamo e dalla quale dipende l'aiuto alimentare che tra l'altro le cifre date all'aiuto alimentare sono triplicate dovuto alla situazione di prezzi alimentari Francoise diceva che c'è bisogno di una governance robusta e di collaborazione internazionale, l'altro canto vediamo che il WTO fatica a trovare un accordo soprattutto sui temi legati all'agricoltura che sono politicamente molto sensibili, tu vedi qualche possibilità di trovare un accordo? Questa è una domanda complessa, quando sento Francoise dire che abbiamo bisogno di una governance forte per il sistema alimentare, penso a quello che sta succedendo a Ginevra dove la governance su una parte anche molto piccola, cioè le regole che regolano il commercio, sono bloccate, veramente sono bloccate a causa del conflitto, della situazione geopolitica presenti nel mondo in questo momento chiaramente è necessario essere ottimisti e cercare di pensare che riusciremo ad avere una nuova governance per il sistema alimentare o quanto meno superare i problemi presenti ma è sicuramente una situazione molto difficile In termini di facilitare il commercio, i cambiamenti che abbiamo osservato sono pochi, infatti l'Organizzazione Mondiale del Commercio è piuttosto bloccata e gli accordi regionali vengono fatti tra i paesi stessi cco perché il commercio alimentare è riuscito ad avere tutti questi progressi negli ultimi anni, che è una cosa anche positiva perché questi accordi tendono ad essere più ampi rispetto a quelli tradizionali coinvolgono anche il clima, magari in un modo un po' più qualitativo questo ci fa notare che gli sforzi sicuramente si fanno, comunque tornando alla domanda rispetto alla regolamentazione multilaterale sul commercio si è stato fatto molto, io comunque rimango ottimista in qualche modo Si tratta veramente di una cosa molto complessa, mi piacerebbe poter parlare con quella classe lì per un paio d'ore e parlarne veramente a fondo perché è una questione veramente complessa Mettiamola così, l'OMC permette attualmente ai paesi, a moltissimi paesi di mettere in atto politiche che stanno distorcendo un po' il commercio e sono dannose anche per l'ambiente Per esempio, non ci sono limiti virtualmente perché non è possibile attuare un nuovo accordo rispetto al limite dei prezzi o di aumento dei prezzi all'interno di questi paesi per il commercio I paesi in via di sviluppo hanno totale libertà in termini di sussidi rispetto a fertilizzanti e questo tipo di elementi, possono avere dei sussidi sull'elettricità, sull'acqua, in parti del mondo Osserviamo delle catastrofi gigantesche in termini di sicurezza alimentare e credo che sia necessario fare qualcosa molto urgentemente su quanto riguarda le regolamentazioni del commercio rispetto alla libertà dei paesi a livello nazionale Perché stanno succedendo veramente delle cose molto pericolose per l'ambiente Adesso mi piacerebbe diventare un attimo professore per un paio di ore e parlare con i giovani, un altro dei problemi riguarda le politiche sul commercio e l'impatto che possa avere sull'ambiente e sul clima Ora non ho tempo per parlarne ma è veramente un problema molto complesso ma è necessario assolutamente fare qualcosa a riguardo Non ho le risposte, sto soltanto ponendo il problema attualmente È necessario fare qualcosa per riconcegliare il modo in cui creiamo le leggi sul commercio e le leggi internazionali per il clima e per l'ambiente Questa è una delle sfide principali per il futuro sicuramente La linea in qualche modo alla passata della palla, Silvia Marzialetti che intervisterà il ministro Lolo Brigida Chiedo se abbiamo spazio per raccogliere una o due domande dal pubblico oppure se siamo andati troppo oltre Siamo andati troppo oltre, mi pare di vedere facce che non hanno il coraggio di dirmelo ma lo capisco da solo Allora mi scuso per non aver trovato Abbiamo il ministro collegato Abbiamo il ministro collegato, allora Ubi Maior direi Minor Cesat Vi ringrazio tutti, ringrazio molto le nostre ospiti, ringrazio tutti i partecipanti E lasciamo senz'altro lo spazio a Silvia e al ministro, grazie mille Buongiorno a tutti, dovremmo avere il ministro collegato Buongiorno ministro Buongiorno e benvenuto al ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare delle foreste Francesco Lolo Brigida Benvenuto, grazie per essere qui con noi Lo sentiamo? Io non l'ho sentito Io parlo, se ne ascoltate Bene, ci siamo Allora ministro, il futuro del futuro è leitmotif dell'edizione di questo festival di Trento E quando si parla di futuro e di sfide che ci attendono Quello della sicurezza alimentare per tutti si configura come un tema cardine 8 miliardi gli abitanti di questo pianeta secondo l'ONU Stando all'ultimo Global Report on Food Crisis della FAO Sono 528 milioni gli individui sparsi in 58 paesi del globo Che soffrono di insicurezza alimentare acuta Conflitti e shock economici soprattutto sono considerati dalla FAO i principali driver di questo malessere Dopodiché ci sono una serie di variabili come climate change Che stiamo misurando anche su di noi in questo momento storico Ci sono delle fitopatologie che diventano di anno in anno più aggressive E che minano le nostre produzioni Sullo sfondo c'è una politica europea estremamente restrittiva Che pone dei target ambientali estremamente performanti come è giusto che sia Penso al Green Deal, penso al Farm to Fork Quindi il tema rappresenta anche una sorta di dibattito filosofico dei nostri giorni Visto la sfida che siamo chiamati ad affrontare Il tema appunto è come si fa a conciliare dei target ambientali così ambiziosi Con l'input pressante, crescente, di spingere il motore della produzione agricola ai massimi Per soddisfare appunto le esigenze di una popolazione alimentare che è in continua crescita Intanto Cecilia mi permetta di ringraziare il direttore Tamburini per l'invito Per avermi concesso di intervenire online Sono ore che stiamo dedicando all'emergenza che ha colpito l'Emilia-Romagna e le Marche E ovviamente diventa difficile anche lasciare i luoghi Nei quali lavoriamo agli interventi utili ad affrontare questa prima fase E poi soprattutto la fase della ripostruzione che forse ancora dal punto di vista anche dell'argomento che trattiamo più rilevante Quello della sicurezza alimentare è il tema E ho sentito negli interventi che mi hanno preceduto quello che dovrebbe essere la risposta più ovvia E che l'Italia intende provare a perseguire, coniugare quelle che sono le criticità che emergono Con un modello che metta in condizioni le nazioni del pianeta, specie quelle considerate più avanzate Di farsi carico della responsabilità di guardare al processo di crescita demografica Di maggiori esigenze, di criticità legate alle fitopatie e agli eventi climatici Con una visione strategica complessiva Quella che nel tempo è mancata e che forse dobbiamo provare a mettere in campo anche in relazione al nostro tempo Che fa emergere nuove consapevolezze Noi per molto tempo abbiamo vissuto di certezze che in particolare negli ultimi 4 anni sono andate affievolendosi Abbiamo vissuto della certezza che la libertà personale non fosse comprimibile se non per crimini commessi E la pandemia ci ha insegnato che c'è un momento nel quale per ragioni diverse si può restare chiusi Con la libertà che viene compressa per ragioni giustificabili ma che sono nuove rispetto a quella a cui eravamo abituati Stesso discorso con l'aggressione della Russia all'Ucraina Abbiamo capito che eventi contingenti possono mettere in discussione sistemi produttivi In maniera tale da minare la possibilità di produrre o come minimo avere un aumento dei prezzi al carrello Per esempio dei prodotti alimentari, faccio riferimento all'energia, faccio riferimento ai fertilizzanti Quindi va inquadrato un processo in cui ci sia garanzia delle filiere di approvvigionamento Un processo che paradossalmente alcune nazioni che vedevano a rischio questo tipo di elemento Hanno già da qualche tempo previsto e affrontato con delle strategie Creando per esempio filiere alternativi o dotandoli di strategie nazionali che mirassero a garantire l'approvvigionamento alimentario ed energetico In casi nei quali potesse essere messo in discussione per conflitti, per esempio delle aree meteorentali Ragionare oggi di sicurezza alimentare legata alla popolazione significa provare a guardare a un processo Che permetta dal nostro punto di vista in relazione due obiettivi Quello di garantire cibo per tutti, ma io aggiungo, e l'ho sentito anche richiamato prima negli interventi, un altro termine Che secondo me non deve mai essere distinto dal cibo Quello della qualità come elemento che deve essere una caratteristica che resta ancorata all'elemento produttivo Perché da questo si va sul safety security che accanto al safety security sono i due obiettivi che vanno perseguiti in maniera interconnessa Cioè garantire cibo di qualità per tutti, come farlo? Questo è l'elemento su cui bisogna aprire una riflessione certa e una riflessione che va guardata da due punti di vista Con pragmatismo innanzitutto, senza visioni ideologiche che mirano sostanzialmente a garantire l'affermazione di propri convincimenti Senza tener conto che vanno inquadrati su un piano globale Lei prima faceva riferimento alle politiche europee Ridurre la produttività all'interno dell'Europa con norme che prevedono per esempio l'abbattimento dell'utilizzo dei fitofarmaci In maniera eccessiva e contestualmente riducendo non solo l'inquinamento che comunque è un fenomeno mondiale Non può essere arcinato solo da scelte europee Riducendo però la produttività non risolve il problema perché noi siamo comunque cittadini che poi consumano E che vedono acquistare gli stessi prodotti da nazioni che invece non tengono conto di questo tipo di modello Dobbiamo lavorare sulla ricerca, sulle tecnologie evolutive delle piante che nulla centrano con gli OGM Che permettono di avere per esempio piante resistenti alle fitopatie o piante meno idroisigenti Che rispetto al vicende di criticità idrica possono affrontare meglio la possibilità di essere coltivate in alcune aree del mondo Che erano già abituate alla siccità ma anche in aree che oggi vedono questo problema affermarsi come le regioni del nord Italia Poi bisogna sviluppare un'azione, questo sì, fondamentale dal nostro punto di vista Che guardi a continenti ad alta crescita demografica come l'Africa con un occhio diverso in termini di cooperazione internazionale Noi dobbiamo cominciare a fare investimenti seri per far crescere la produttività in quelle nazioni da due punti di vista Una quantitativa è evidente, l'Africa per esempio ha il 60% dei territori arabici del pianeta Eppure è il primo continente in termini di criticità legati all'approvvigionamento di cibo per le proprie popolazioni L'altro elemento è qui, sentivo prima il riferimento al commercio, rientra la vicenda della regolazione del valore aggiunto Che si può dare alle produzioni anche nei paesi del terzo mondo Spiegando, affermando, riuscendo a mettere in condizione quelle nazioni di produrre anche qualità Cioè relazionarle a quelle che sono le richieste di mercato anche orientate con gli investimenti delle nazioni occidentali E' un'idea di portare in aree di questi continenti che non hanno dinestichezza né con le competenze né con le tecnologie avanzate Che invece possiamo mettere a disposizione anche dando ristorio e riscontro alle nostre imprese Che da questo punto di vista hanno livelli eccezionali e possono essere da traino Per raggiungere l'elemento della produzione, l'elemento della valorizzazione e quindi anche l'autosufficienza potenziale di alcune aree Che invece oggi sono ben distanti anche da avere quella alimentare Ne abbiamo trattato, Piuto, su questo, di questo argomento a Miyazaki nelle G7 Anche in quello dell'agricoltura, lo ha ribadito la presidente Meloni L'Italia propone e proporrà come elemento cardine del prossimo G7 una cooperazione con modalità diverse Lo faremo anche dal 24 al 26 luglio a Roma nell'incontro sulla sicurezza alimentare Ragionando di sicurezza alimentare in termini quantitativi ma anche qualitativi E non cercando soluzioni che invece distorbono questo modello E poi magari se ci sarà altra occasione su altre domande Proverò anche a dire quali sono i pericoli che noi intravediamo sulla qualità Per arrivare invece a produzioni quantitative che minano tutto un altro processo di rispetto dell'ambiente e della salute Alcuni analisti sostengono che si sta configurando un nuovo assetto Che alcuni definiscono riglobalizzazione selettiva Soddivisa cioè per aree geografiche finalizzata a rendere più efficiente gli scambi e l'utilizzo delle risorse In funzione delle caratteristiche locali Secondo la FAO questo aspetto deve poggiare su due architravi che sono uno sguardo aperto al mondo E contemporaneamente uno sforzo per rafforzare la propria autonomia in termini di sicurezza alimentare E su questo il conflitto russo-ucraina Dochet Ogni tendenza sovranista, dice la FAO, sarebbe un errore Lei che ne pensa? Come devono essere ripensati i modelli agroalimentari Per far sì che la battaglia per la sostenibilità e la battaglia per il food, per la sicurezza alimentare Possano quindi sovrapporsi e rafforzarsi a vicenda Guardi, io sono d'accordo sul fatto che ci debba essere una strategia globale Lo dicevo prima, che la FAO possa essere uno dei protagonisti rispetto a questo Perché evidentemente l'organizzazione che ha proprio questo obiettivo La vicenda della sovranità alimentare che nulla c'entra con la incomunicabilità all'interno del mercato Anzi paradossalmente per esempio per l'Italia produce esattamente il fattore inverso Noi siamo produttori riconosciuti di qualità, di prodotti in tutti i campi Ma diciamo nell'agroalimentare in termini di eccellenze Della qualità come alimento di discernimento delle nostre produzioni La gente sceglie, è tradotto, i prodotti italiani perché immagina siano abbinati alla qualità E su questo noi dobbiamo insistere, continuare ad avere quella possibilità che vorremmo fosse garantita a tutte le nazioni Di decidere il proprio sistema produttivo e di decidere il proprio sistema alimentare di conseguenza Ovvio che a noi rafforza questo anche dal punto di vista della capacità sul mercato di essere competitivi Perché in assenza dell'elemento cardine che attrae verso le nostre imprese, verso le nostre produzioni E quindi l'acquirente, noi saremo costretti a competere sulla quantità Ma l'Italia non è in grado di competere sulla quantità E per questo io credo che dal nostro punto di vista questo elemento sia un elemento da proteggere Il che, ripeto, non significa non garantirsi invece un'apertura ai mercati, agli interscambi Che però devono avere un paletto, che è un paletto che in qualche modo anche la fa opone Un ragionamento di mercati compatibili, è inutile porsi nelle condizioni di aiutare il Paese del Terzo Mondo Senza dargli la possibilità di avere anche degli indirizi per entrare con le loro produzioni nei mercati a prezzo forte E invece metterli in condizione di produrre prodotti che entrano nel mercato a prezzi in concorrenza con i nostri Abbattendo di conseguenza la qualità dei nostri produttori che sono costretti ad inseguire sul prezzo Non ne hanno un beneficio le nazioni del Terzo Mondo, non ne hanno un beneficio le nostre imprese E allora da questo punto di vista una regia, un quadro strategico che non sia invasivo ma che sia comprensivo di questo elemento Che facendo leva anche sui fondi di cooperazione possa incidere per un miglior sviluppo dei Paesi del Terzo Mondo E nel buon tempo per una protezione di quelli che sono gli interessi delle nostre imprese Io credo non sia impossibile che sia del tutto ragionevole come approccio ma a qualcuno deve farsene carico Noi crediamo che le nazioni occidentali devano cambiare anche prospettiva cercando di lavorare con i Paesi dell'Africa Dell'Asia per esempio e non sfruttare i Paesi dell'Asia e dell'Africa come è avvenuto per troppo tempo Climate change and emergency in Emilia Romagna Allora il Consiglio dei Ministri ha destinato 2 miliardi a questa emergenza All'agricoltura per ora sono andati 100 milioni di indennizi, 75 milioni a valere sul fondo innovazione L'agricoltura, penso all'ortofrutta, penso all'azotecnia, è stato il settore più colpito Si rischia di azzerare un intero tessuto imprenditoriale che vanta una produzione lorda di 1,5 miliardi di euro Che poi si vanno a moltiplicare lungo la filiera e 500 mila posti di lavoro Volevo chiederle se ci sono le condizioni per attivare il fondo UE di solidarietà e accedere agli aiuti europei per catastrofi naturali Così come accadde con l'alluvione del 2021 in Germania quando furono erogati questi 613 milioni di euro Sì, ci sono tutte le condizioni, anche noi abbiamo chiesto l'attivazione del fondo di riserva per l'agricoltura Destinato in parte ad affrontare anche altre emergenze ma secondo noi per la quota residua per parte potrebbe essere investito su questo In realtà nel decreto per il mondo dell'agricoltura c'è molto di più, nel senso noi abbiamo investito sul fondo aggregate Che serve a ripagare gli agricoltori rispetto ad eventi e criticità come quello alluvionale, in altri casi siccità, grandine Ma in questo caso abbiamo concentrato i fondi sull'Emilia anche rispetto al fatto che gli eventi siccitosi di quest'anno evidentemente sono meno rilevanti rispetto ad altri periodi Abbiamo inserito 75 milioni che andranno all'Emilia Romagna per l'innovazione, quindi per la possibilità di acquistare nuovi macchinari rispetto a quelli che sono stati danneggiati in questa fase Però poi c'è molto sul mondo del lavoro in agricoltura, grazie all'intervento previsto dalla collega Calderone, tutti i lavoratori del mondo dell'agricoltura sono stati messi in sicurezza con uno strumento nuovo ed importante È evidente che noi oggi abbiamo danni incalcolabili, quando dico incalcolabili dico nel senso letterale, noi possiamo calcolare i danni in agricoltura solo con il riassorbimento completo delle acque Perché chi conosce questo mondo sa che ci possono essere danni per quest'anno con la perdita del raccolto, di parte del raccolto, ma ci possono essere danni per il soffocamento delle piante da frutto che costringono al reimpianto Se gli on danno per quattro anni, tre anni prima che si possa tornare in produzione, con, lei lo sottolineava, un rischio di prospettiva, noi rischiamo di avere anche persone che per passione, per tradizione familiare hanno inteso intraprendere un'attività come quella agricola Perché magari non intenderanno continuarla o potrebbero intendere di non continuarla di fronte a tre o quattro anni di fermo della loro attività e questo sarebbe un problema catastrofico in una regione strategica come l'Emilia Romagna Che lei ha ricordato le cifre, non le sottolineo, è però una delle regioni che nell'ortofrutta e in altri settori è tra le massime produttrici, anche l'allevamento è uno degli elementi sui quali l'Emilia fa la differenza nel sistema Italia Per cui noi dobbiamo oggi, lo abbiamo fatto come governo, affrontare l'emergenza, l'epifenomeno peraltro dell'emergenza, perché ci sarebbe molto da discutere su questo, stiamo lavorando di come un evento alluvionale possa essere dannoso per una percentuale E se c'è un quadro di concause invece che ne aumentano gli effetti, magari dobbiamo ragionare come stiamo facendo per predisporre una strategia che abbatta gli effetti collaterali dell'alluvione che possono essere evitati dall'uomo, alcuni no, ma altri invece con strategie e infrastrutture adeguate o previsioni adeguate possono essere limitati in maniera importante Ultimo delle questioni, c'è un tema che fino adesso è stato sempre tenuto ai margini, su quali a mio avviso bisogna discutere in maniera seria, che è quello del sistema assicurativo, un sistema assicurativo che su eventi di questa natura spesso mette in condizioni di avere una differenza tra coloro che pagano l'assicurazione e ricevono un beneficio e quelli che non la pagano poi ricevono un sostegno Io credo che da questo punto di vista, a vantaggio di entrambi, e anche a vantaggio delle casse dello Stato, ci debba essere un ragionamento che va affrontato con la serenità del caso, ma in maniera tale da comprendere che questi eventi vengono a riproporsi in maniera ciclica e che quindi una predisposizione di strumenti da questo punto di vista è di maggiore garanzia per tutti Bene, lo diceva lei prima, ricerca e innovazione vengono indicate spesso come la chiave di volta rispetto a quel paradosso di cui parlavamo prima, e cioè queste politiche ambientali superperformanti, super restrittive e la necessità di produrre al massimo Il Parlamento italiano ha recentemente approvato questo disegno di legge sull'ETEA, che sono le tecniche di evoluzione assistita, quindi parliamo di genome editing, parliamo del futuro dell'agricoltura, perché poi effettivamente quello è il futuro Pensiamo anche ai Nobel nel 2020 che sono andati alle due ricercatrici che si occupano di genome editing e che sono la Charpentier e la Doudna, l'americana Doudna Noi però di questo disegno di legge non ce ne facciamo nulla se l'Europa non modifica le normative che equiparano il biotech, quindi l'ETEA agli OGM, dobbiamo uscire da questo impasse C'è un regolamento pronto, ma proprio un paio di giorni fa il Vicepresidente della Commissione UE, Timmermans, ha lasciato intendere che questo regolamento sul biotech e la Direttiva Sur, che poi è quella che introduce il giro di vite sui pesticidi Quindi questo, prevedendo un taglio lineare che in Italia equivalrebbe a un giro di vite del 62% nell'uso di fitofarmaci E appunto Timmermans ha detto che debbono procedere insieme e che se non viene approvato l'uno non verrà approvato neanche l'altro, tant'è che l'Europarlamentare Dormann, alto atesino che si occupa di agricoltura per il PPE, ha parlato di una minaccia, ha definito queste affermazioni come una sorta di ricatto Lei che ne pensa? Guardi, penso a quello che prima sottolineavo, c'è qualcosa che non torna in questo tipo di approccio di Timmermans Da una parte una visione ideologica, in cui per portare a casa un obiettivo che è diventato una bandiera, si sacrifica un modello produttivo, di questo parliamo Perché è del tutto fuori da ogni ragionamento invertire i fattori, chi è che può immaginare che i pesticidi siano la soluzione migliore? Io a volte preferisco chiamarli agrofarmaci siano la soluzione migliore, è evidente che sono dei medicinali che servono ad affrontare patologie e fitopatie che distruggono alcune culture Questo è un fatto, e soluzioni alternative oggi non ce ne sono, e questo è un altro fatto Che l'agricultura più sostenibile sia in Europa e in particolare in Italia, nel pianeta, è un altro fatto consolidato E quindi se uno ragiona pragmaticamente dovrebbe invertire i fattori, dovrebbe dire sviluppiamo al più presto attraverso le tecnologie di evoluzione avanzata Che non c'entrano niente con gli OGM, che mutano le specie, mentre qui si tratta di far progredire più rapidamente alcune specie che progredirebbero con ogni probabilità attraverso la genomica tradizionale con un tempo più lungo E allora noi ci aspetteremo da parte del commissario, intanto un maggior rispetto del Parlamento, che fino a prova contraria è l'espressione più alta e democratica dei cittadini europei Ma comunque un approccio che dica, lavoviamo subito sulla ricerca, creiamo piante in grado di essere resistenti alle fitopatie, meno idrosi esigenti e tutte le altre questioni che oggi ho posto rispetto alla prima domanda E poi progressivamente, mano a mano che troviamo cure alternative più sostenibili in termini ambientali, riduciamo ancora i fitofarmaci Altrimenti che succede? Succede che noi riduciamo le nostre produzioni in Europa, dove è l'unico luogo in cui siamo in grado di far rispettare le tabelle di marcia che Tim Mance vorrebbe imporre in ogni modo prima della scadenza del suo mandato Ma non smetteremo di consumare quelle merci, allora le dovremmo acquistare, le dovremmo importare, e da dove le importiamo queste merci? Da nazioni che usano magari 10, 20, 30 volte la quantità di pesticidi che noi pietiamo nel continente europeo Poi, ma questa potrebbe essere una cattiveria, da dove le facciamo entrare? Magari da Rotterdam e allora qualcuno potrebbe avere interesse in termini commerciali ad avvantaggiarsi di un processo di questa natura con una riduzione delle produzioni europee e un vantaggio magari di accesso da luoghi specifici del nostro continente Dobbiamo essere chiari, e io credo che l'elezione del 2024 potranno portare maggiore chiarezza su questo, sugli indirizzi che ci vogliamo dare, riduzione sì dei fitofarmaci, riduzione progressiva parallela a quello dei risultati che la ricerca può dare con la ricerca applicata L'Italia da questo punto di vista è una nazione molto avanzata perché in questi giorni proprio il nostro Parlamento su questo sta immaginando la sperimentazione a terra, noi faremo di tutto per garantire un sistema di agricoltura che metta in condizione a parità di consumo di suolo di maggiori produzioni All'inizio del secolo scorso brillanti menti come per esempio Nazareno Stramperli nell'applicazione pratica della genomica riuscì a raddoppiare le produzioni di grano attraverso esattamente questo tipo di studio e di fenomeno che limitava le criticità derivanti dalla ruggine, dall'allattamento, dalla stretta di agosto utilizzando grani provenienti da diverse parti del mondo con risultati straordinari che a parità di consumo di suolo le raddoppiavano le produzioni di grano Questo è il ragionamento per arrivare a una rivoluzione verde realmente applicata che garantisca l'ambiente ma che nel contempo ora garantisca la produttività e per questo l'equità sociale perché è l'altro elemento che manca sempre in questi ragionamenti, impoverire le nostre produzioni significa impoverire un'intera economia e quindi mettere a rischio il nostro modello sociale oltre le grandi criticità che sono legate all'ambiente perché dove manca l'agricoltura manca anche la manutenzione del territorio l'uomo non è come qualcuno ha voluto provare a far intendere in questi anni un potenziale nemico dell'ambiente l'uomo è un elemento importante all'interno dell'ambiente per garantirne la qualità e riequilibrare alcune criticità lo stiamo verificando in ogni area dove manca l'agricoltura e dove manca l'allevamento non c'è un miglioramento dell'ambiente anzi molto spesso c'è l'esatto opposto Grazie Ministro, abbiamo un minuto, le chiedo di commentarmi questa frase che è solito ripetere il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Gianzanti prendete una mappa del mondo dove c'è un'agricoltura forte c'è democrazia nelle aree in cui l'agricoltura è debole non c'è democrazia dove c'è cibo c'è democrazia perché è più facile leggere anche nella mappa del mondo quali siano state le criticità che hanno fatto emergere la primavera araba piuttosto che altre criticità dove c'è l'assenza di cibo nascono delle conflittualità e allora riuscire a dare cibo di qualità ripeto per tutti significa garantire una giustizia, un'equità che può durare perché peraltro l'altro elemento, quello della sicurezza in termini di qualità produce benessere perdurante perché c'è stato un tentativo di mistificazione nel quale qualcuno cade immaginando che la standardizzazione dei prodotti, la scelta di realizzare prodotti, potete chiamarli synthetic food, potete chiamarli prodotti coltivati prodotti che non hanno nulla a che vedere con il sistema agricolo di allevamento tradizionale possa essere la soluzione noi non la intravediamo come soluzione perché non produce cibo di qualità con ogni probabilità può creare criticità alla salute per questo in Italia per esempio l'abbiamo vietato, può produrre criticità per l'ambiente perché significa sottrarre agricoltura e allevamento dalla manutenzione del territorio sicuramente devastante per il nostro sistema produttivo di alta qualità perché evidentemente lo capisce anche un bambino chiunque vuole produrre in laboratorio e poi quindi all'interno per esempio di bioreattori è difficile che lo faccia in nazioni dove c'è il rispetto dei diritti dei laboratori rispetto dei diritti dell'ambiente ma per ragioni del tutto ovvi e delocalizzerebbe anche queste produzioni in parti del mondo dove tutto tra virgolette più semplice tutto costa meno per poi rivendere all'occidente diciamo gli stessi prodotti dividendo questa è la cosa che ci spaventa di più il mondo in due fasce di popolazione quelli che mangiano prodotti di qualità e che se li possono permettere ricchi e invece una gran parte di cittadini meno abbienti costretti a mangiare cibo di scarsa qualità non è futuro perché in alcune nazioni come sapete che io stimo ed ammiro da tanti punti di vista come gli Stati Uniti questa divaricazione alimentare già esiste a differenza di nazioni come la nostra che è interglassista in termini alimentari e ha prodotto una divaricazione anche sul livello di benessere del fisico delle persone noi abbiamo negli Stati Uniti un 77% di sovrappeso e un 36% di obesità che ovviamente in Italia è 3, 4, 5 volte inferiore grazie alla nostra alimentazione lì già si è arrivati a una divaricazione di questa natura noi vorremmo aiutare gli Stati Uniti ad invertire questa tendenza anche nel loro interesse avendo una salute perdurante piuttosto che assorbire metodologie che possano portare gli stessi risultati con un incremento delle criticità per il nostro sistema sanitario e quindi con un modello che non ci agevola da nessun punto di vista Bene ministro, grazie molte, la ringraziamo per questa intervista e buon lavoro, salve Grazie a tutti, buongiorno Grazie a tutti Grazie a tutti
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