Ministro Gaetano Manfredi: La formazione nell’epoca della pandemia
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Ministro Gaetano Manfredi: La formazione nell’epoca della pandemia
L'Italia ripartirà quando riapriranno, tra le altre, scuola e ricerca. Il ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, ha spiegato le scelte del Governo, come cambieranno (e quando) le condizioni della didattica e della ricerca. Il Festival dell’Economia di Trento è ancora una volta l'appuntamento irrinunciabile per capire il futuro dell'economia e del nostro Paese, l'Italia.
buonasera buonasera e benvenuti a questo nuova puntata della rubrica intersezioni nell'edizione web del feste ad economia innanzitutto buonasera cia paolo coli di prodotti serate aspettiamo gaetano manfredi il ministro dell'università della ricerca che ci dovrebbe raggiungere tra pochi minuti si è scusata un impegno che sta chiudendo proprio in questi minuti e quindi approfitto dell'occasione per ricordarvi che questa edizione web prelude al fatto che poi ci sarà a fine settembre dal 24 27 l'edizione a trento noi speriamo che le condizioni consentono di farla al meglio l'edizione di trento sarà sul tema importante legato anche alla fase che attraversiamo ovviamente che ambiente e crescita ci saranno molti economisti come al solito molti economisti stranieri è annunciata la presenza di premi nobel e saranno in buona parte speriamo anche in presenza e comunque molti anche il collegamento abbiamo deciso anche insieme a paolo collini perché paolo golini che come molti di voi sanno economista rettore dell'università di trento anche questo titolo e oggi con noi ma soprattutto poi dal mio punto di vista una persona che mi è molto care che cara al festival perché da molti anni e coinvolte nel comitato editoriale e con il comitato editoriale con tito boeri che è il responsabile del feste responsabile scientifico nel suo cipolletta fracasso paolo abbiamo pensato di cominciare subito il festival cioè cominciano nelle date in cui avrebbe dovuto aprirsi l'edizione presenza che non è stata possibile per i motivi di cui parleremo da qui a pochi minuti anche col ministro però abbiamo iniziato ben sato di iniziare subito perché per e mai come oggi l'economia e al centro discussione pubblica quindi ci sembrava un po strano di rinviare a fine settembre la discussione che è oggi fondamentale perché oggi si prendono delle scelte per contrastare la crisi indotta da locke dow che vanno discusse pubblicamente e dove sia d'accordo che come detto amartya sen e un grande economista anche filosofo democrazia e soprattutto dibattito in pubblico e quindi più trasparenti e pubbliche sono le scelte e meglio è credono a paolo sei d'accordo con me ma sicuramente e poi credo che sia stata anche l'occasione per pensare a modi nuovi di portare al festival alle persone per trovare sempre stato un grande evento popolare lo sarà sempre lo auguro che ci siano philippe 62 ci siamo noi sicuramente ne sono un evento molto aperto e che ha sempre cercato di essere inclusiva questa occasione ci dà anche così la possibilità di intanto di mantenere anche l'appuntamento di dei primi di giugno al quale siamo affezionati in toccare il tema caldo del di ciò che sta succedendo e anche di farlo con un modo sperimentando questa questa ibrida niente lo sai come una grande occasione di sperimentazione tante cose molto negative le tragedie umane e con i disastri economici che ne conseguono certo però il fatto che questi momenti distruttivi destruct il piccolo siano anche i momenti in cui poi vengono fuori delle innovazioni un peso di agri festival mostra questa sua vitalità mi sembra una cosa sono questa è l'idea e poi insomma non si può non parlare di economia in questo momento sia appunto io devo dire che in queste settimane ho seguito in questi giorni come tutti la vicenda la presentazione documento della commissione colao che è stato tra l'altro ospite del festival proprio l'inaugurazione un dialogo boeri a oltre che a seguito a quelli inaugurazione dove c'e neanche tu col presidente fuga tattico sindaco a beata poi c'è stato un dialogo con gentiloni sui temi dell'europa che ritorneranno spesso nei nostri incontri e poi appunto uno con colao e pisani ferry e devo dire che poi in seguito anche le vicende cosiddetti stati generali dell'economia e io personalmente per deformazione professionale ho sempre l'impressione che le fan di più perché questi temi siano appunto discussi pubblicamente cioè da tutti che i cittadini capiscano di cosa si sta parlando e questo è esattamente quello che in 15 anni abbiamo fatto il festival economia quest'anno serata la quindicesima edizione questa edizione web diciamo l'abbiamo dedicata in particolare a questo tema appunto cioè come che impatto ha avuto la pandemia lockdown sull'economia sull'economia italiana ma anche su quello di europea internazionale abbiamo deciso di dividere delle rubriche e allora vi do qualche informazione intanto sui prossimi appuntamenti questo di intersezioni la scorsa settimana abbiamo avuto andrea fracasso che dialogava con una scienziata politica nadia urbinati la prossima settimana avremo walter ricciardi medico consulente ex direttore di istituto superiore sanità consulente al ministero della salute speranza che dialogherà con gilberto turati economista che si è occupato di sanità in realtà tutta la prossima settimana sarà sui temi della sanità perché si aprirà con una parola chiave lunedì dello stesso turati che è salute ci sarà un un dialogo tra tito boeri raffaela sadun che sarà sul management e la sanità qui tutti coloro che hanno interesse a capire eccolo forse abbiamo in collegamento sta per collegarsi anche il ministro tutti coloro che sono interessati diciamo ai temi della sanità della salute credo potranno avere molto interesse a seguire e infine poi ci sarà innocenzo cipolletta che è il coordinatore comitato editoriale tra i fondatori del festival che parlerà discuterà dialogherà con patrizia grieco su scuola e parità di genere non dimentichiamo non dimenticando la rubrica del venerdì venerdì si alternano i consigli di lettura e domani ci sarà tonia mastrobuoni con irene tinagli che parlerà di libri richard baldwin edito dal mulino sulla globalizzazione o con i consigli di marconato marconato per chi non lo sapesse è un economista dell'economista di finanza napoli è da sempre un grande conoscitore del cinema ecco gaetano manfredi buonasera benvenuto benvenuto stavo dicendo ecco ci sta dicendo gaetano e abbiamo deciso di dedicare questa edizione web diciamo prima che poi si arrivi speriamo 30 un'edizione in presenza a fine settembre a come quella di fine settembre sarà sul tema al titolo sarà ambiente e crescita probabilmente a che fare anche con la pandemia ma questa edizione nel web e sugli effetti della pandemia e lock down sull'economia perché mai come oggi l'economia al centro di scelte che vanno discusse in pubblico dicevamo con paolo che appunto il paese a economia e un grande esercizio come avrebbe detto amartya sen di discussione democratica in pubblico perché le scelte le scelte vanno discusse e credo che tu sei d'accordo oggi appunto abbiamo l'occasione in questa ruby dicevi non sono d'accordissimo con quello che dice perché credo che veramente adesso il momento in visto che dobbiamo un po costruire una nuova mappa guardare un po dove dobbiamo andare diciamo questo deve nascere da un confronto solo ascoltando e confrontandoci noi riusciremo un po a scegliere la strada migliore ecco c'è in questo paese è stranamente ogni tanto l'idea che il dibattito in pubblico poi diventi diciamo come dire eliminerà responsabilità del decisore mentre non è così solo che è molto difficile molto diverso decidere dopo un dibattito pubblico trasparente obice farle qualche segreta stanza quindi poi il decisore ha tutta la libertà di decidere ma acquisita come dire no gli elementi in una discussione informata credo che l'università in questo sia assolutamente come uno dei luoghi dove interviene ma infatti io penso che su questo l'università deve un po riacquisire questo ruolo di diciamo di area di discussione nel senso che l'università essendo anche una struttura diciamo testa dal punto di vista politico è un posto ideale dove alla fine si può discutere anche in maniera un po dura quella discussione può essere anche aspra senza che questo poi diciamo riduca quella che la sua efficacia l'importante è che sia una discussione che sia in un certo senso reale concreta che guardi all'obiettivo del risultato e non una discorso una diciamo non una discussione di ideologico cioè quella discussione di ripe ideologico anche a botte sterile e fate e poi fa in un certo senso di affermare quello che tu dicevi che è meglio non discutere e decidere mentre invece la cosa migliore è avere una buona discussione che porta una buona decisione quindi questo insomma io penso che noi dobbiamo riacquistare questo spazio del dibattito pubblico evitando che però sia un dibattito sterile perché voglio il dibattito sterile dà ragione a chi dice che è inutile fare un di patti immagino che ambedue voi essendo stati tutti e due paolo è tuttora tu lo sei lo sei stato fida rettori i maggio che decisioni dentro la discussione accademica neve allora io lo dico perché penso che appunto gli democrazia bisogna presentare anche le persone che sono note da quasi tutti ma magari c'è qualcuno che non lo sai ovviamente gaetano manfredi appunto è ministro e ministro dell'istruzione della dell'università della ricerca da da poco dal 10 di gennaio credo sei stato nominato a fine anno scorso del governo con te e arriva questa responsabilità importante in realtà dopo una lunga esperienza di gestione quindi è un che il caso non sempre stato così di un ministro che ha una competenza gestionale non soltanto come dire teorica ma anche attiva perché è stato per molti anni rettore all'università è una grande università come quella di napoli dal 2014 mi sembra gaetano vero e dal 2015 è presidente anche della crui la conferenza dei rettori delle università italiane gaetano manfredi è un ingegnere docente di tecnica delle costruzioni promessi da di napoli dove in particolare lo dico perché è una specializzazione importante in questo paese si è occupato di ingegneria sismica quindi i terremoti adesso vivi anche speriamo di non quelli politici ma insomma diciamo che speriamo che non ci siano terremoti politici ma certamente conosci alle esperienze terremoti di fisici geologici di emergenze o gestite insomma ho partecipato a tante insomma negli ultimi 20 anni quindi le emergenze l'essa vero la questi coronavirus e stato una supera emergenza però insomma un po di esperienza non la so fatto in tante parti ecco io vorrei partire proprio da questo per la prima domanda che va pure a te e poi a paolo relativamente all'impatto di queste emergenze cioè possiamo immaginare ma in realtà credo che poi va detta una qualche parola sull'impatto specifico sull'università del dell'oak down e in particolare mi interessava tua stato rettore di una grande visita del sud mi interessava capire se c'è stata anche una differenza nel modo in cui l'impatto ma come l'impatto si è tenuto nelle verse regioni tale pianta nord e sud ma non soltanto cioè le conseguenze come ha reagito l'università come autonomamente le diverse università non hanno reagito a questo a questa crisi così grave e poi entreremo nel merito anche delle forme della didattica ma qui volevo una prima tua risposta generale diciamo ma guarda che dico che diciamo perché adesso ci riusciamo forse possiamo cominciare anche a fare un bilancio di quello che è successo perché questo ci aiuta anche a fare una riflessione il futuro se noi riguardiamo un po quello che è successo non è la prima decisione di chiusura delle università ha riguardato alcune grandi regioni del nord essenzialmente la prima fase di chiusura perché chiaramente un po l'epicentro della pandemia è stato l'area tra la lombardia e l'emilia e quindi diciamo all'inizio la prima chiusura è avvenuta al morte devo dire ladispoli dea che io diciamo rispetto alla quale mi sono subito mosso di concerto con la conferenza e con i colleghi elettori perché chiaramente c'è poi anche l'autonomia dell'università che rappresenta che questo valore enorme dal podestà politico la mia idea era stata quella diciamo di fare in modo che le attività didattiche continuassero perché perché ovviamente avendo un ruolo di governo io avevo un informazione un'informazione diciamo che riguardava tutto il paese e ne avevamo la consapevolezza che questa crisi non fosse un atleti si dicevano di piccola dimensione ma poter mai fosse una crisi di grande dimensione non puoi al livello a cui è arrivata ma insomma la preoccupazione era molto forte e quindi alla fine diciamo la chiusura degli atenei diciamo delle delle regioni del nord ha portato che le regioni del nord passassero dicevamo all'offerta online e già questa risposta è stata una risposta molto positiva nel senso che in tempi rapidi l'offerta didattica si è trasferita sul sul sulla rete in maniera massiccia e anche gli esami e le lauree che rappresentavano poi due e molto importante perché sono i momenti di verifiche e di conclusione della della carriera poi dello studente e che poi diciamo quelle se si facessero con una certa regolarità noi per esempio avevamo il problema anche non so dell'infermieristica della medicina c'è di cose che poi servivano veramente proprio per l'emergenza queste 19 università delle delle regioni del nord hanno funziona questo passaggio la insomma l'anno su fatto rapidamente quando poi dopo io insomma avevamo la certezza che bisognava andare sul lock down nazionale perché in realtà il governo si è mosso diciamo a step ma noi avevamo abbastanza le idee chiare di quello che sarebbe successo cioè quindi era un percorso che è stato un po stabilito all'inizio io avevo dei timori che per esempio dell'euro delle università del mezzogiorno oppure qualche università piccola delle aree interne potesse avere delle difficoltà in questa transizione ma i fatti ci dicono invece che la transizione anche l'efficienza poi del processo è stata praticamente uniforme a livello nazionale cioè nel senso che oggi se ne vediamo i dati ma vediamo anche il dato del gradimento degli studenti perché moltissimi atenei lo strano paese ci sono salvati delle diciamo delle valutazioni a livello nazionale alla fine i diciamo assist del sistema universitario con e si è mosso in maniera con dei risultati che sono uniformi questo secondo me ma diciamo mi ha fatto per me è stata una grandissima soddisfazione perché ho sempre creduto nell'idea che il sistema universitario fosse diciamo un aggravio di uso questo termine che ripeto una grande infrastruttura nazionale cioè che fosse in grado di dare una risposta uniforme dicevamo a livello nazionale scusa mi posso possa interrompere di cosa vuol dire uniformi co sa cosa ha in mente quando lo sceriffo credo che diciamo che il termine di fornita io sì significa che il inter p e di opportunità per per i ragazzi queste opportunità debbono essere diciamo sufficientemente eguali in qualsiasi parte d'italia sia dal punto di vista geografico ma anche quando noi guardiamo la differenza perché voi diciamole i divari in italia sono tanti perché abbiamo il divario nord sud abbiamo le aree interne le aree metropolitane abbiamo i piccoli atenei andiate ne abbiamo tante differenze e il seme guardiamo il dato del gradimento degli studenti il dato del numero di esami sostenuti del numero di laureati ci accorgiamo che sostanzialmente non ci sono delle differenze geografiche né si tra piccole e grandi e grandi atenei questo significa che la risposta è stata una risposta uniforme e paradossalmente questa è una considerazione che secondo me dobbiamo fare deve essere un motivo anche di riflessione per il futuro cioè noi abbiamo avuto una risposta uniforme in un gene un sistema che è dotato di autonomia se dove praticamente diciamo esistono le auto delle singole università e benché io abbia dato un indirizzo ovviamente condiviso dal punto di vista diciamo delle azioni da fare però non è stato mentre 11 20 liz chiamiamolo dirigista nel senso che ho scelto perché io credo in questo credo questo è il mio modello di università in un indirizzo nazionale ma poi in una risposta che fosse in cui ci fosse grande responsabilità da parte dell'autonomia universitaria cosa che devo dire questa mia scelta però io l'ho insomma la rivendico e secondo me è stato uno dei motivi per cui poi il sistema disposto ha funzionato perché mi viene bene mi viene in mente una cosa a gaetano che in una fase in cui non sempre come dire c'è stata perfetta sintonia tra governo nazionale e governi regionali il modello università qualcosa da suggerire a questo riguardo io diciamo questo mi fa la domanda diciamo io ho vissuto un po in questo mio ruolo di nuovo di ministro il rapporto con le regioni che è stato un rapporto inizialmente molto complicato dire anche la gestione del dell'emergenza non è stata non è stato se non è stato semplice erano ancora situazione molto difficile e quindi che ha messo a dura prova poi anche il paula anche poi le governance locale oltre che ovviamente a ser il governo nazionale però io penso che l'autonomia dell'università di questo ne ero convinto anche precedentemente l'autonomia delle università del sistema universitario ha dato una 8 una buona prova di sé perché è stato un autonomia cooperativa cioè nel senso che questo è stato cioè non c'è stata una competizione tra le diverse università chi voleva funzionare meglio di un altro c'è ognuno anzi il sistema delle diciamo la conferenza del rettore ha rappresentato un luogo dove si sono accumulate le esperienze di ognuno e si è cercato di mettere a fattor comune queste esperienze in maniera tale che le esperienze migliori fossero patrimonio poi degli altri allora questo è un sempre che non è stata una autonomia competitiva in cui ognuno voleva dimostra c'era l'ansia da prestazione perché ognuno voleva dimostrare che era più bravo dell'altro cosa che poi tra le regioni avviene credo anche per un motivo ovviamente elettorale di competizione politica in questo caso c'era un obiettivo certo c'è stato un indirizzo che è stato condiviso col governo e che ho dato come ministero con degli obiettivi che erano condivisi ognuno ha cercato di metterli in pratica nel miglior modo possibile mettendo a disposizione lui sue esperienze con gli altri anche adattandole ai diversi territori e le diverse realtà perché questa è stata poi la capacità di adattarsi e stata importante perché è chiaro che non tutte le regioni avevano le stesse sensibilità la anche la stessa percezione della pandemia perché è chiaro che parlare di pandemia a bergamo non era la stessa cosa che parla di via a potenza cioè nel senso io l'ho vissuta ogni pecchia ogni giorno mi sentivo i suoi colleghi parlavamo si ascolta tutti si sono mai stato un momento per me di grande insomma molto importante però alla fine io credo che il sistema abbia funzionato e poi ovviamente dopo dovremo fare un'analisi più attenta discutere e capire cosa è andato meglio e cosa peggio però complessivamente è stata un'esperienza positiva ti ringrazio molto perché questo mi consente di girare subito la domanda paolo collini intanto perché lì autonomia in trentino se ne intendono diciamo nell'università e una è una è una questione importante anche discussa in trentino e volevo sapere in generale cosa ne pensava o delle cose che appena detto il ministro e poi anche declinando nell'esperienza trentina rispetto a quello che ha detto li spaventa questa idea dell'autonomia cooperative non competitiva che mi sembra molto interessante non ha fatto ovvia perché ci sono elementi che spingono una direzione l'altro c'è perché ha prevalso l'aspetto cooperativo beh intanto saluto tutti di nuovo ma credo che legalità non abbiamo segnalato una cosa importante che un sistema molto tutto è centrato come quello che dell'università perché lui sta godono di una significativa vorrebbero di più ma insomma negativa autonomia ci sia mosso in realtà con una comunità come noi più intenti sorprendente se uno pensa che uno poteva fare cose molto chiaramente tentato una regia una regia ma ora in un'autorità abbiamo nigi ha sicuramente autorevole e io lo dico ma lui lo sa che aveva avuto un ministro così capace di conoscere anche nel dettaglio i problemi anche piccoli o grandi che si incontrano la vita universitaria ci ha permesso di avere indicazioni anche che hanno permesso di superare i tanti piccoli ostacoli e tante cose però ad esempio c'è una cosa che che funzionava molto bene che è un accento di vettori che ogni giorno si scambiano a decine di messaggi come tu cosa fai su questa cosa io con la faccia su quella con dimmi come fai mandami il tuo documento è fatto regolamento cioè ci siamo scambiati un mucchio di informazioni aspetto grazie a questi mezzi che oggi sono e perché c'era un grande spirito di chi è lì a un problema tutti chiaramente insomma collega di bergamo ha avuto dei momenti in cui il problema ma era diverso da quello di altri ma il cuore ma è di tutti e tutti hanno fatto la loro parte dico anche che ad esempio nel momento in cui è proprio orecchio lombardia qualcuno ha temuto di non riuscire nemmeno a dare la didattica a distanza perché insomma stato un momento in cui la situazione drammatica e l'abbiamo visto tutti c'è stato anche un movimento degli altri dm guarda che se i tuoi studenti possono lasciarsi a noi possono relazione fatta da qui possiamo cercare di sopperire perché l'importante che tutti andiamo avanti a sé questo è un po anche perché ci conosciamo tutti tra di noi che siamo parte di una comunità che una volta stacca aveva anche dei suoi momenti lirici d'incontro abbastanza regolare fra vettori sono molti gruppi di lavoro tra università che l'altra conferenza di retorico ordine sociale c'è un sistema di grande condivisione un po di competizione fra le novità c'è e ci fa anche bene perché si aiuta e cerca di fare sempre qualcosa in più ma è una competizione dentro una grande responsabilità e il sistema universitario italiano è un sistema estremamente valutato dove sono tutti insomma soggetti a molte valutazioni a molti sistemi di controllo della qualità quindi molto autonomo rispetto a tutto il resto della pubblica amministrazione ma anche molto responso di quello che fa quindi siamo abituati ma forse anche dentro delle regole comuni che magari sono scritte ma anche non scritte e che sono regole che fanno parte di una sorta di deontologia dell'essere una università pubblica italiana ha detto a un sistema pubblico consapevoli che tutti beneficiamo da ciò che nel sistema nazionale fa e che tutti dobbiamo concorrere con una grande idea di infrastrutture che da quel termine l'unità è una grande infrastruttura del paese non ha inventato adesso ma sempre stato un po il suo modo di descrivere un sistema articolato molto decentrato ma capace di funzionare come una rete con molte connessioni e con delle regole comuni che fanno funzionare con qualche modo collo di unitario e così un eccellente esempio di come l'autonomia sicuro coniugare una unitarietà di e in piedi risultati e questo che abbiamo dato buona prova probabilmente ci ha aiutato al fatto che i colleghi di tutte le età è perché insomma che noi abbiamo la nostra vita non sempre le tecnologie moderne sono nostro padre non siamo nati digitali hanno anche per la mostrata una grande capacità anche perché per venti ricercatori in tutti i campi sono abituati a confrontarsi anche con l'innovazione con gli strumenti di nuovi con tutti i titoli tecnologie non a caso ricordiamo che internet è la mail sono state prima di tutto messi inventate per motivi di difesa ma poi messe dentro il sistema delle università come primo campo di applicazione quindi sono strumenti impose che sappiamo maneggiare più di altri bomber è un esempio di lavoro fatto bene ci arriviamo anche a questo nella didattica a distanza però volevo intanto sottolineare questo che che avete detto mi sembra molto importante cioè appunto in una fase in cui abbiamo un post sofferto di questo aspetto cioè della gestione dell'autonomia un po come dire anarchica a volte o comunque non sempre con una sintonia questa esperienza dell'università che sono luoghi in cui per definizione ci sono soggetti come i professori universitari che io conosco bene pubblicando 90 per cento assolutamente come dire un senso dell'individuo voi molto forte e però probabilmente perché come diceva paolo esisteva già una un'abitudine lavoro insieme io mi sono sempre chiesto per esempio perché la conferenza stato regioni non fosse il luogo normale diciamo di una di un incontro e discussione sulle scelte in questo periodo lì evidentemente ha funzionato il fatto che come diceva paolo gaeta non c'era già un rapporto tra vettori la persona che arrivato al ministero era la persona che gestiva questo rapporto già prima quindi evidentemente godeva della fiducia di un rapporto come dire di di relazione anche informale immagino con le varie persone e questo mi sembra un dato che forse nello stato dialogo mi sembra già mette un punto interessante di di comunicazione segnalazione all'esterno cioè di come questa in questo mondo che non è un mondo facile può fornire una chiave anche per il futuro perché l'autonomia non è detto che debba essere appunto lotta intestina competizione né come ha detto gaetano no può essere per collaborazione cooperazione se io penso vada che diciamo come giustamente diceva paolo diciamo che ci sia una competizione sana un confronto questo rappresenta un aspetto positivo perché porta al mu l'azione al miglioramento di tutti però il il tema è che evitare che diciamo che ci sia una competizione che in un certo senso sia distruttiva cioè che porti non ha un miglioramento complessivo ma tenda alla prevalenza dell'uno a danneggiando l'altro allora questo è il tema diciamo secondo me reale il la cooperazione che si è quindi che ci parlavano in un certo senso di un'autonomia cooperativa che non significa e all'italia cioè che tutti quanti debbano fare la stessa cosa ma in cui ha l'aspetto diciamo valutativo e competitivo renga venga visto in una logica di miglioramento complessivo cioè dire di dare valore a tutti a chi è più bravo e che in grado poi di migliorare ma che più brava mette a disposizione le proprie competenze anche per aiutare quello che sa un po più indietro sembra un discorso buonista ma il 9 rivista diciamo poi dell'efficienza del sistema valore dell'eccellenza senso se queste eccellenze un'eccellenza che aiuta a far crescere la qualità media perché quella qualità media che da un grande impatto che fra i grandi numeri c'è allora alla fine noi non ci non basta avere dei picchi di eccellenza noi dobbiamo avere dei picchi di eccellenza che però se uno lo strumento per far salire la qualità media del sistema questo come come tu sai lo diceva sempre un grande intellettuale d'autore cara tullio de mauro che tu ben conosce vi è che è venuto anche a tre festival che cioè l'eccellenza va bene ma poi c'è un provare la scuola prima di tutto ma anche l'università di far crescere no perché poi l'importante è certo avere centri di ricerca di eccellenza collegati con l'economia ma anche è importante che la gente faccia la raccolta differenziata che si mette in fila livello della qualità della cittadinanza che dipende molto anche dalla formazione io vorrei di prima di passare ai problemi specifici legge vi stanno arrivando molte domande e ce n'è una che mi sembra importante a proposito è quello che diceva il ministro sul tema ha cedute detto i legali ta eguaglianza e c'è un problema molto serio nella crisi dell'impatto differenziato la crisi può avere su strati sociali diversi su persone che hanno diverso rapporto con lavoro precario e cioè dell'università è parte di questo e ci arriva una domanda di una signora che si chiama lisa schivalocchi sugli studenti fuori sede e play chiede molti studenti fuori sede si trovano ora in gravi difficoltà economiche a causa dell'emergenza e non hanno potuto avere un supporto effettivo per quanto riguarda gli affitti è prevista una qualche forma di compensazione nazionale riguardo anche per le difficoltà che hanno anche le regioni e le province autonome su questo c'è un'idea ci sono provvedimenti o azioni previste guarda il tema noi diciamo abbiamo cercato di fare un sistema di interprete 26 e il diritto allo studio c'è il welfare studentesco in realtà è una materia che finanziata partente dallo stato ma e gestite a livello regionale la gestione regionale l'intervento che noi abbiamo fatto a livello centrale e stato un intervento che si è incentrato sulla tassazione essenzialmente questo riferimento essenzialmente al nuovo anno accademico cioè di avere degli interventi di sostegno sulla tassazione di questo bene aveva proprio parlato anche con paolo insomma perché alla fine abbiamo fatto un intervento che proprio stiamo finalizzando in queste ore perché il decreto è stato mandato dalla conferenza dei rettori proprio l'altro giorno parte proprio da un'idea diciamo di avere degli interventi chiamiamoli orizzontali che siano un po comune a tutti e poi lasciare un proprio all'autonomia delle università delle risorse per fare anche degli interventi verticali questa proprio paolo bene aveva suggerito che noi avevamo parlato una volta perché poi le diciamo l'italia è fatta di tanti tali e quindi poi anche le situazioni economiche i problemi di impatto della crisi questa è una crisi che ha un impatto asimmetrico proprio che si rivolge che le realtà sono tutte diverse una dall'altra quindi sicuramente intervento sulle tasse intervento sulle borse di studio vengo dalla conferenza stato regioni dove abbiamo oggi approvato il riparto delle borse di studio quest'anno abbiamo insomma messo 40 mila in realtà diciamo abbiamo 40 milioni che sono state legate alle emergenze quest'anno ci saranno 60 milioni in più quindi saranno in complessivamente quindi un po più di fossi studio su queste solo sull'intervento abbiamo messo delle risorse su digital divide che un altro problema perché chiaramente seguire a distanza posta quindi anche questo simpatia per vento sugli affitti è stata fatta essenzialmente dalle regioni non in maniera uniforme ma questo è un po un problema è stato fatto dalle dalle regioni l'intervento che noi che noi facciamo a livello centrale con un intervento normativo e consentire ai fuori sede del nuovo anno di poter godere del condizione di fuori sede anche se non stanno tutti e dieci mesi fuori sede perché noi che consideriamo che il prossimo anno ci potrà essere una percentuale di persone che non riusciranno a seguì a muoversi quindi si muoveranno solamente per un periodo dell'anno quindi garantiremo insomma questi di avere i benefici di fuori sede anche se non saranno tutti e dieci mesi lontano da casa quindi potranno avere quindi c.so c'è tutta una serie di interventi per gli interventi sugli affitti sono stati fatti sono stati fatti essenzialmente a livello regionale non ha fatto un intervento nazionale è stato un intervento che è stato fatto dalle regioni dalle singole regioni per esempio la tensione siciliano ha fatto la regione toscana lo ha fatto cioè dove c'erano molti fuori sede e alcune università sono intervenute loro os con un sostegno agli affitti e un intervento che è stato fatto in maniera un po adesso non so il caso della portatrice in quale regione si trovava però questo è un intervento che è stato gestito essenzialmente a livello regionale gli altri a livello nazionale e paolo al trentino come si pone il tema vedono il tema forte per il 70 per cento dei nostri studenti non è nella nostra regione e quindi tenendo conto che poi anche quelli della provincia di trento a volte vengono da valli lontane noi abbiamo 10 10 11 mila studenti che stanno in città fra trento e rovereto e che sono di fatto dei fois e quindi il tema è molto forte molti di loro sono anche rientrati con qualche polemica mamma qualche migliaio e anche a rimasto durate lotta un pil che hanno vissuto io ho avuto anche interazioni con molti di loro solitudine questo momento c'è ovviamente il tema degli abiti cieli noi abbiamo cercato di distinguere come posizionerebbero perché non tutti hanno oggi delle condizioni economiche qui difficili tema perché questa crisi è molto segre settoriale non è dettagli e tagli al reddito di tutti e quindi ci sono delle categorie professionali che sono fortemente colpite quindi famiglie che oggi sono in forte difficoltà abbiamo cercato di introdurre uno strumento che sarà pienamente origine l'anno prossimo che ha uno strumento previsto fortunatamente dalla normativa che è la possibilità di adeguare la valutazione della condizione economica degli studenti cioè delle famiglie degli studenti a non a quella precedente come si fa normalmente con l'indicatore isee la condizione economica ma usando un isee calcolato sulla situazione di adesso in questo spirito ci permette di dare una mano a coloro che ne hanno davvero bisogno che sono in situazioni difficili perché tutto sommato io capisco che può ovviamente dispiacere anche qualcuno che ha affittato un posto alloggio spi che si trova magari hanno un non utilizzarlo o ad utilizzarlo senza senza realtà vende beneficio perché rimane chiuso in casa però se dietro c'è una famiglia che non me stata colpita dalla crisi io credo che le risorse dobbiamo metterla da dove sei ha detto jobs i dati ci dicono che percentuali elevate sono oggi in situazioni difficili perché lavoro autonomo dicono i genitori artigiani anche piccole imprese persone in cassa integrazione insomma c'è una parte d'italia che è stato freddo che soffriva molto e io credo che bisogna essere selettivi e mettere le risorse che non sono mai abbastanza comune avanzano mai per quanto ce ne siano là dove servono e quindi anche sul tema affitti noi abbiamo fatto la provincia di trento assieme all'ente predator studi ha fatto un intervento immediato in questi mesi sui mesi prossimi abbiamo anche una interlocuzione con le rappresentanze dei proprietari di casa per suggerire di cercare di venire incontro a studenti che avranno difficoltà magari difficoltà anche a venire lì c'è una operazione di questo tipo e olio credo che vada come la facciamo pre tasse universitarie in modo da andare ad aiutare soprattutto chi altra affrontando una situazione difficile difficile immediata e difficile in prospettiva trentino ha un grosso comprato di economia turistica è chiaro di questi questi oggi hanno di fronte non solo ai marchi chiusi tre metri hanno di fronte un annata che probabilmente sarà tremenda dal punto di vista dei risultati economici quindi bisogna cercare di fare un po in questo senso io penso che la crisi ci costringa ad essere anche molto attenti a chi è una condizione di bisogno diversa da quella di prima da chi invece per fortuna perché magari una famiglia più solida oa delle magari da fa ma io dico i miei figli al momento grazie a dio anche il ministro non siamo stati toccati nelle nostre condizioni economiche per e oriali tano non mettiamo anche brutta notizia adesso ma mentre così è il momento è così io troverei giustificato che avessero un beneficio insomma invece magari può essere molto utile abbiamo toccato un tema che richiederebbe un incontro ad hoc cioè il tema anche della mobilità sociale legata alla formazione in questi anni sono venuti a trento tanti ne abbiamo parlato c'è stato un edizione speciale le ricordo 21 un giovane ricercatore di princeton violante che ha fatto vedere la correlazione tra mobilità sociale nelle varie regioni italiane dimostrando come purtroppo c'è uno scarto molto forte tra nord e sud e l'altro stefano scarpetta e l'ocse che qualche 23 anni fa ci ha fatto vedere una graduatoria dell'ocse per cui tutti i paese l'ocse aime e l'italia non fa eccezione ha avuto hanno registrato una riduzione in mobilità sociale gli ultimi anni che alla fine è l'articolo 3 della costituzione e questo che lo dice sempre anche il culo delle nostri ospiti fisiche ignazio visco il governatore banca d'italia la spola l'università la formazione sono i principali fattori diciamo di mobilità sociale da questo punto di vista così dire come dire è questo un impegno specifico e forte dell'università l'università a questo compito anche non solo la scuola voglio la scuola è abbastanza evidente ma è un compito anche che si deve porre università e come si può caetano declinare in questa fase particolarmente difficile allora guarda io diciamo questo è un tema ti ringrazio per questa domanda che mi hai fatto è che una donna argomento che mi sta particolarmente a cuore anche perché un po io diciamo essendo rettore di università meridionale in una grande università meridionali napoli è una realtà che ci ha tante differenze insomma un po toccata con mano questo problema io credo che esistono sul tema delle opportunità due delle opportunità all'università sull'università due tipi di aspetti c'è l'aspetto economico che tu ricordavi cioè il tema che dicevamo l'università ovviamente ci possono essere delle persone dei giovani che vengono da famiglie che hanno un reddito basso e che non hanno gli strumenti per poter frequentare l'università chiaramente la risposta a questo è un welfare studentesco che sia veramente tale l'italia ha investito poco degli ultimi anni nel siamo storicamente o nelle borse di studio il paese europeo che c'hai il numero di beneficiari di borse di studio per l'accesso all'università tra i più bassi come percentuale da una tassazione venga mediamente alta in germania si parla molto di meno per andare all'università benché con l'intervento sulla notare è con l'allargamento che faremo quest'anno avevamo mediamente un terzo degli studenti che parla o più di un terzo che non paga le tasse e la meta che avrà delle le pagherà avrà delle tasse ridotte però esiste un altro aspetto che è un aspetto diciamo di sistema che il tema del di chi accede all'università in relazione a quello che il tipo di studi che ha fatto perché questo è un tema su cui io credo che mi porgeva proponiamo poca attenzione anche gli ultimi dati di almalaurea ci dicono che all'incirca l'ottanta per cento del poco almeno dell 80 per cento dei laureati sono studenti che vengono dal liceo mentre quelli che vengono dagli istituti professionali credo che solo il 3 per cento oggi si laurei chi viene dagli istituti tecnici la parte rimanente 15 18 per cento quindi oggi l'accesso all'università è essenzialmente un accesso dei liceali liceali non sono la maggioranza degli studenti che stanno in italia credo che siano ricerche 35 per cento crede all 80 della produzione di quelle laureate soli chance quindi in realtà il diciamo il divario c'è sì e si apre già nella scelta della scuola superiore nel senso che ho un pezzo importante del paese e in genere chi oggi frequenta gli istituti tecnici istituti professionali sono sono figli di non laureati o figli che diciamo di sì famiglie che hanno redditi medio bassi che sono operai e così via quindi paradossalmente noi che volevamo costruire una scuola che non fosse una scuola di classe oggi in fondo abbiamo costruito un università nick di classe è bastata sulle scelte c'è un pezzo intero del paese che non pensa proprio lì c'è che per la fine non accedono sì da non per un problema di reddito che si potrebbe risolvere con la borsa di studio ma perché ha fatto una scelta della scuola superiore che lo porta a non andare più all'università e questo dipende da un tenda al tema il mio punto di vista che diciamo che la riforma per esempio degli istituti professionali è stata una riforma molto penalizzante dal punto di vista del poi di quello che doveva essere se non c'è una visione un po vecchia del fatta cedeva subito a lavorare cioè che oggi in un momento in cui le competenze devono essere delle competenze molto più alte secondo me è stata una scelta sbagliata e poi dalla mancanza in italia di una formazione terziaria di tipo professionalizzante che invece in francia in germania dal presente il 50 per cento dell'offerta terziarie che in italia non c'è uno o per quello che c'era né me decollata cioè its anche le lauree professionalizzanti che adesso abbiamo avviato si rivolgono a piccoli numeri quindi oggi per riprendere l'idea di una università che sia veramente ascensore sociale dobbiamo avere un accesso più ampio alla formazione terziaria che noi che diciamo che compensi questa licealizzazione dell'università cioè che tutti i liceali vanno all'università e che consenta a fasce della popolazione che oggi non vanno all'università di pensare di poterci andare cioè di poter andare a fare una formazione terziaria cui possiamo chiamarlo università favo school e istituti tecnici superiori poi dobbiamo fare un'offerta che si rivolge a tutto questo pezzo del paese che oggi non pensa proprio di far studiare i figli al dopo il diploma del diploma superiore quando poi sappiamo bene che oggi per come l'organizzazione anche normativa ci siamo oggi per svolgere per esempio una professione liberal e prima lo si poteva fare da ragioniere da geometra da perito industriale cioè con un titolo secondaria oggi non è più così oggi a livello europeo obbligatorio per un titolo terziario allora questo che cosa ci dice che dobbiamo allora da un lato dobbiamo fare un welfare studentesco che sia degno di un paese come in osso dall'altro però dobbiamo avere un offerta universitaria che diciamo un offerta di formazione terziaria per usare un termine più corretto che sia veramente comuni comprensiva cioè che guardi a tutti non guardi solamente chi vuole fare l'avvocato vuole fare l'ingegnere ma guardi diciamo alla società in una maniera più ampia solo così riusciremo a ricostruire quell idea di una università diciamo di una formazione terziaria che sia reale ascensore sociale altrimenti ci saranno dei dei pezzi enormi della società italiana che già dalla scelta del passaggio da scuola meno della scuola media diciamo a scuola superiore diciamo alla fine sceglieranno di all'università un chip quindi e questo nome ti ringrazio molto perché mi sembra che la tua risposta è molto interessante quando hai detto abbiamo costruito unità di classe basato sulle scelte credo che hai centrato punto dolente ed è un punto dolente perché abbastanza manifesto quello che hai detto e sotto sotto gli occhi di tutti che c'è una discriminante in quella in quella radiografia della mobilità sociale che fece vedere questo ricercatore italiano violante che insegnava si vedeva come se tu sei a trento e non sei figlio dell'avvocato di un avvocato forse hai qualche speranza di fare l'avvocato se sei ad agrigento le tue speranze sono prossimi a nulla cioè diventi abboccato se sei sostanzialmente in un giro di relazioni vorrei farvi l'ultima domanda con questa chiave che tu ci hai appena dato aquila vorrei fare prima palo poi ha detto parlava parlavamo prima della didattica a distanza cioè di come appunto la la lockdown ha forzato l'università a percorrere una strada che non è che non ci fosse già prima tu vieni da una università napoli dove federica come dire stato un grande modello un grande cantiere di dati a distanza però la domanda volevo farvi era proprio in questa luce che tu hai detto cioè intanto cosa rimarrà all al di là dello stau di questa esperienza che qualcuno gino roncaglia un nostro autore e che è molto riflettuto sul sulla scuola in particolare ha definito didattica di emergenza perché la didattica a distanza preso con un cambiamento anche delle modalità che non sempre a meno nella scuola è stato possibile cosa rimarrà e cosa e come possiamo utilizzare questa esperienza per ridurre quelle diseguaglianze cioè questo tipo di didattica può essere una didattica che vende anche la didattica più inclusiva per certi aspetti pescia dei pericoli quel digital divided cui tu parlavi cioè come si può gestire questa situazione che in parte state è imposta anche come occasione per un cambiamento in positivo lo chiederei prima paolo anche dal punto di vista di un economista cioè che vede costi e benefici di questo e poi chiedere a tempere la conclusione del nostro dialogo ma non ci sono dubbi che questa è stata un'esperienza che ci ha insegnato book di cose perché insomma abbiamo visto tra l'altro c'era dei dati sulle scuole 24 ieri che davano un gradimento anche elevato degli studenti rispetto ad i dati la risposta che indubbiamente abbiamo toccato con mano una cosa che sapevamo cioè che alcune cose la trasmissione della conoscenza cioè fatto che il docente che cerca di introdurre le persone a un campo del sapere di spiegarglielo di rendere più comprensibile a distanza può funzionare bene e soprattutto su qual copiare con dei benefici straordinari da lo dico da economista cioè lo puoi fare quando vuoi dove vuoi che ti distrai poi ascoltare non devi iscriverti gli appunti perché c'è la registrazione sara sui benefici e quindi perché disaccoppiamento è importante e questo si sposta a domandarci play valore aggiunto di una didattica in presenza perché altrimenti potremmo concludere che il mondo hai fatto di università a distanza anzi di un'unica grande università mondiale e che fa la didattica per tutti e tutti sull'ascolto e invece no proprio anche per le cose che dicevamo poco ha fatto è che l'apprendimento e è qualcosa di più che memorizzare o interiorizzare delle conoscenze e sviluppare le abilità di ampio spettro che che si coniugano molto bene anche con l'interazione sociale come esperienza diretta certo didattica deve essere capace di valorizzare questo punto e quindi la lezione che noi ne traiamo che molti di noi era già nota ma non riuscivamo a metterla sul tavolo e che dobbiamo pensare un'evoluzione della didattica che mettere le cose che utilizzi bene le tecnologie che faccia economie di scala su tante cose che possono essere fatte noi abbiamo insegnamenti dell'ingegneria e dove lo stato di matematica sti pax 7 volte metteremo mica a distanza center della registrazione della stessa cosa possiamo cercare di modificarlo e questo è un grande vantaggio noi viviamo un drammatico vivevamo a gennaio insomma qualcuno si è chiesto qual è la mia principale di secondo non ho abbastanza aule beh forse adesso magari qualcosa si può anche fare diversamente quindi c'è una potenziale nord ma dobbiamo anche essere molto capaci di fare della didattica in presenza un grande valore aggiunto cioè di fi dello studente un protagonista del processo di apprendimento mettendolo al centro di occasioni in cui svolge un ruolo attivo e poi c'è la grande dimensione sociale di questo si collega molto secondo me anche la coda dicevamo poco fa io credo che non otterremo la più grande ascensore sociale con un modello di inclusione e si limita a dare persone la possibilità di avere una formazione magari a distanza perché questo costa poco perché non hanno i mezzi io penso che l'ha fatto di essere parte di una comunità con l università per gli studenti che la comunità fatta di tante persone è una grande occasione di crescita e di inclusione sociale gli studenti sono tutti uguali non sono diversi perché vengono da famiglie diverse dalla propria storia ragazzi ma questa è un'occasione di inclusione sociale straordinaria e per loro un'occasione di apprendimento enorme quando studenti vengono da tutta italia come capita a molte universita che hanno un grande il numero studenti è un elemento di integrazione del paese che faccio che ha fatto l'erasmus allora io penso che su questo noi dobbiamo investire e che io quello che il sistema del diritto allo studio che sicuramente in italia è povero ma io credo che la regionalizzazione non si la strada giusta né dove un grande modello di diritto allo studio nazionale che distribuisce anche in funzione dei bisogni non sono dove sono nato perché purtroppo la regionalizzazione oggi mette nelle regioni e delle province autonome una quota importante dei pochi allora le regioni ricche aiuteranno di quegli studenti delle regioni unite ma forse non è proprio quello che dovremmo fare anche se il fondo poi cerca di riequilibrare quindi io penso a un modello che sia questo mette a distanza delle cose investe moltissimo in una didattica attiva crei occasioni di apprendimento sempre più george bersani è sempre più diverse anche dall'aula tradizionale in cui gli studenti vivono un'esperienza formativa questa è una prospettiva che io credo dobbiamo cercare di abbracciare con le difficoltà delle università di essere grandi motori di innovazione perché insomma siamo un po dei pachidermi ma io penso che abbiamo imparato tanto e cercheremo di farlo cercheremo di farlo anche nel prossimo semestre saremo chiamati a combinare diversi elementi didattica in presenza di dati a distanza spero magari con le restrizioni un po meno rigide di quelle che oggi ci rappresentiamo che insomma ci permettono di mettere in aula uno studente su quattro ma io penso che da qui autore se le cose non vanno bene potremo fare molto di più ma soprattutto cercheremo di farlo magari quindi io penso che sia una grande occasione di innovazione di apprendimento di grande faticava anche qui l'università italiana mostra di avere una capacità di reazione che ormai noi media ma vedrete i risultati incessante ma questo mi sembra quello che dice paola mi sembra molto importante credo al ministro sappia bene come oggi uno dei grandi temi è proprio quello di mettere insieme i provvedimenti come di emergenza necessari dare assistenza e protezione però anche con quelli che creano delle prospettive anche di cambiamento è meglio prima di lasciare la parola manfredi per concludere su questo punto mi corre l'obbligo ci sono tantissime domande non le posso citare tutte le dico credo che sia difficile per manfredi rispondere ma insomma uno alessandra iorfida pone il problema della formazione dei medici specialisti e della grande difficoltà che si è avuta in questa fase su questo fronte della di intervenire subito gianni guastatore chiede si apre all università settembre domanda nei viaggi laura pepe che anche una bravissima studiosa storica dell'antichità dice sì è giusta più entità debba rivolgersi a tutti ma senza abbassare il livello semmai bisogna aumentare quello della scuola secondaria che però non è facile e franca panizza di cito solo alcune chiede cosa pensa al ministro della formazione professionale viene utilizzata non per preparare persone a preparare lavoratori non crede che uno studente formato con capacità critica strumenti lavoro sia poi in grado di essere autonoma delle scelte quindi a capacità di costruirsi una pensione sociale ovviamente sono domande che richiederebbero armi disco di fare molte sezioni lecito perché avendo noi dato da questa possibilità di fare domande vi pare giusto almeno che alcuni siano quantomeno citate questioni su cui ovviamente le credo immagino che sia per paolo collini che per gaetano manfredi la riflessione sia quotidiana e chiedere a gaetano di appunto volerci dire intanto su questo aspetto cioè di come questa può diventare un'opportunità questa crisi di questa difficoltà e in questo anche nell'uso di strumenti tecnologici e didattici nuovi e come sta lavorando su questo insieme con appunto la comunità dell'università noi diciamo sono molto d'accordo poi dopo darò anche qualche risposta puntuale anche per le persone che hanno fatte ma un'informazione nella io sono molto d'accordo quelle diceva paolo cioè nel senso che questo è stato un po l'idea un po iniziale anche nelle più dura io credo che si è sempre un po pensato l'ho pensato io come ministro hanno pensato i miei colleghi rettori che diciamo questa ne dovessimo da un lato dare una risposta a un bisogno istantanea c'è quindi continuare a garantire didattiche esami e lauree però dovessi ma anche partire da questa esperienza per cogliere un'opportunità ed è indubbio ma questo riguarda l'università questo riguarda il paese perché riguarda i servizi riguarda l'organizzazione sociale riguarda i trasporti anche l'idea che noi oggi stiamo facendo questo webinar online anche questa è una novità forse in un altro momento ci saremmo visti visti tutto a trento quindi cioè erano in fondo questa grande emergenza che un'emergenza globale e che anche questa un valore perché ha messo in crisi già consentito portato a riflettere anche sul nostro concetto di globalizzazione cioè questa veramente questi tre mesi sono stati un secondo me importantissimi umanità per il mondo c'è e stata un'esperienza che ci ha fatto il cielo sono nessuno anche come ricercatore sono uno sperimentatore quindi questa è stata una grandissi traumatica centinaia di migliaia di morti però è stata una grandissima esperienza che noi dobbiamo in un certo senso mettere a frutto ecco che cosa abbiamo capito io credo dal punto di vista dell'università abbiamo capito che noi non dobbiamo avere paura delle tecnologie cioè nel senso che diciamo ognuno è stato costretto ad aver da fare con le tecnologie anch'io c'è un e non siamo nativi digitali e abbiamo capito che i nostri studenti che invece sono degli digitali che queste tecnologie ci vivono ogni giorno io lo vedo da mia figlia lo vedo dai suoi amici per loro era già normale fare una chat una videoconferenza una cosa facevano già normalmente segni forse li abbiamo capiti un po in più ci abbiamo capito che queste tecnologie sono un'opportunità ecco adesso però come utilizzarle ecco perché non esiste una tecnologia buona una tecnologia cattiva il modo con cui noi utilizziamo la tecnologia che la rende positivo l'areola rende negativa quindi fatto è anche noi adesso stiamo discutendo di questo argomento grazie a te e al festival che le persone li fanno gli appelli discutono mi sembra un aspetto molto importante perché finalmente parliamo di didattiche che era un argomento che nell'università era stato cancellato dall'agenda cioè diciamo quasi come se parlate di didattica fosse una cosa un po fuori moda e abbiamo capito secondo me due cose da un lato che la didattica che noi facciamo in aula era una didattica troppo vecchia cioè l'idea del professore che stanca 3 che parla agli studenti è un discorso dal mio punto di vista che del secolo scorso cioè è una cosa diciamo questa trasmissione in cui lo studente un soggetto passivo rispetto alla lezione è qualcosa di vecchio cioè ma come anche abbiamo capito quello che dicevi tu che una vera didattica diciamo a distanza e una didattica che non utilizza gli stessi strumenti della didattica in presenza cioè non è la ripresa della lezione cieche che su peggio lo stesso concetto dello stesso problema allora io credo che oggi noi dobbiamo fare una grande sperimentazione sulla didattica loro io credo che la didattica dell'università che io abbiamo detto è una comunità e deve essere fatta diciamo prevalentemente in presenza perché stare insieme significa imparare tante cose in più come diceva paolo ricordo benissimo avere un giovane studente al messia di napoli e venivo dalla provincia io per me diciamo andare all'università significava si seguire la lezione ma diciamo passare dalla provincia alla città quindi è stato un momento di crash di crescita personale quindi fatto di muoversi il fatto di stare insieme il fatto di discutere di incontrare amici persone che vengono da altre parti è un fattore nazionale come anche l'identità europea avere un'università più internazionale sia come studenti che come docenti che dovrebbe essere un nostro obiettivo significa far crescere di più le persone perché si incontrano persone di altri paesi che hanno culture diverse certo è un valore straordinario che non può essere sostituito da una didattica a distanza e vero che noi oggi abbiamo un università in cui abbiamo una didattica in presenza che poco interattiva quindi troppo vecchia e quindi noi ci dobbiamo dobbiamo scommettere fare una didattica molto più interattiva e che la didattica a distanza può essere una integrazione io questo l'ho ripetuto varie volte per fare un'università un po più inclusiva cioè per recuperare siamo abbiamo anche una università che è una marea di persone che l'abbandonano quindi una grande dispersione e chi può aiutare la dispersione universitaria può ridurre i tempi di laurea intervenendo sui suoi fuori corso può considerare dirsi può considerare di fare alcune funzioni che si possono fare benissimo e distanza dobbiamo fare una una lotta tra quelli che sono a favore contro al didattiche presenze la didattica a distanza basta semplicemente ragionare che cosa oggi significa fare una didattica moderna è secondo me una didattica moderna e una didattica più innovativa più interattiva che si fa prevalentemente in aula ma che utilizza le tecnologie immunizzate technology e ne abbiamo fatto una grandissima un grandissimo esperimento in questo in questo momento e abbiamo anche fatto un'altra cosa che secondo me è importante perché mi è capitato io parlando con tante persone che noi abbiamo portato l'università nella casa a casa delle persone visto che stavano tutti cui chiusi in casa oltre gli studenti a vedere che i professori universitari veramente esistono è veramente fanno lezione perché poi c'è la poi li posso dire la diciamo la narrazione le persone versità re che non va mai all'università che non parla mai con gli studenti cioè diciamo che questo nella nell'immaginario collettivo mi è capitato di vedere incontrare per strada persona e cioè per strada insomma quando ho potuto interagire in questo momento il hawk down che mi dice no a sa io poi ho seguito alla lezione che faceva mio figlio e ho capito una cosa c'è di un'università e questo è un altro punto che secondo me va messo in campo che deve e deve erogare competenze erogare sapere non solo ai propri studenti ma alla società cioè io credo che lui nella nostra società tantissimo bisogno di sapere cioè noi dobbiamo far crescere le competenze della società e quindi un'università che in grado di fornire fornire contenuti utilizzando strumenti innovativi l'esperienza di federica va in questa direzione ma se ne potrebbero fare tante altre anche il grande pregio di potersi rivolgere a tutti non solo agli studenti alle persone che hanno una curiosità chi vuole riprendere a studiare a chi vuole sapere qualcosa che sia diciamo in un certo senso certificata cioè io credo che noi dobbiamo pensare a un'università veramente del nuovo millennio che deve utilizzare di più le monde va abbandonare quella che è la sua natura però io dico spesso se l'università ha resistito le anni e ha attraversato non so quante pandemie guerre la peste tutto quello che è successo e se è stata capecchi è stata capace di adattarsi ai cambiamenti cioè quindi l'università di oggi si deve adattare un cambiamento che quello che è successo con la pandemia rimanere in aula mantenere la sua idea di comunità però essere più interattiva più capace di rivolge più inclusiva utilizzare le tecnologie in maniera più aperta e fare in modo e diciamo che questa occasione diciamo diciamo così drammatiche possa diventare una grande opportunità per fare una didattica più moderna e io sono molto fiducioso su questo sono d'accordo con paolo io penso che l'università stata in grado di dare una risposta come anche su un altro tema che il tema dei servizi noi dobbiamo avere dei servizi che sono completamente dematerializzati se noi non avessimo avuto gli esami completamente temete realizzati le procedure le procedure completamente i certificati completamente dematerializzate l'università si sarebbe fermata questi tre mesi invece aveva temete realizzato molti servizi non tu che quindi dobbiamo andare avanti anche su questo e questo può essere anche un esempio per la società una società realizzate molto efficiente molto più democratica nell'accesso fa perdere meno tempo molto più sostenibile dal punto dette dal punto di vista ambientale quindi cogliamo questa occasione per per avere per fare un'esperienza che sia un'esperienza diciamo considerare questa esperienza come un'opportunità e io credo che il primo semestre del prossimo anno sarà il semestre del distanziamento sociale se messe delle varie delle mascherine ma potrebbe essere anche se messe di una grande sperimentazione cioè di come integrare le tecnologie come capire come fare meglio lezioni in aula come riuscire ad arrivare a coloro che sono lontani per un qualsiasi motivo non si possono muovere guardando a un mondo che cambia radicalmente perché un mondo in cui i tempi del lavoro il tempo dello studio saranno sempre più intersecati tra loro e quindi non lo si dovrà rivolto da sempre fare formazione continua a un mondo che la gente si sposterà in maniera sempre più articolata in cui avrà sempre bisogno più di riorganizzare le proprie competenze e quindi io credo che questo è veramente questa pandemia è stata un'accelerazione di una trasformazione che già era in atto ma che solamente si accede ha dato moltissimo quindi noi dobbiamo cogliere questa sfida io sono e lo dobbiamo fare anche adesso insomma io sto lavorando anche su delle idee di proposte di riorganizzazione ovviamente poi condividerò insomma che ha scorso c ascoltando parlando con tanti colleghi tante persone perché penso che anche l'idea diciamo del recovery fund di questa ripartenza dell'italia ma debbo dire globale deve partire dall'esperienza che abbiamo fatto non possiamo buttare via quello che è successo dobbiamo capire quale l'università del post cobit che sicuramente deve prendere il meglio dell'esperienza che abbiamo che abbiamo condotto fino adesso io credo che questo deve essere uno spirito positivo poi tipo di dog brevi nelle pillole sulle specializzazioni chiaramente noi in italia abbiamo un imbuto formativo cioè abbiamo il problema che le borse di specializzazione non sono corrispondenti per accumulo eno per singolo anno a quelle che al numero di aspiranti quest'anno ne avremo quasi 5mila in più e quindi sicuramente daremo una prima risposta a quella che il pil insomma un bisogno è un bisogno importante poi sulla formazione io parlo di professione formazione professionalizzante non di propri di formazione professionale perché questo c'è una grande differenza tra queste due cose la formazione professionalizzante e una formazione che dai contenuti teorici che consentono alle persone di poter sapere di poter imparare ad imparare ma che ha una curvatura meno teoriche più pratiche che quindi si può meglio prestare a una serie di talenti e di e di aspirazioni che sono diverse da quello che lei chi vuole fare l'avvocato vuole fare il letterato potevo fare in media il medico l'ingegnere quindi noi non dobbiamo avere insomma pensare che la formazione professionale sia oggi della formazione professionalizzante sia imparare a usare il tornio diciamo questa è la formazione professionale del novecento e dobbiamo guardare alla formazione professionalizzante e adesso le università tecniche tedesche sono nate come una formazione professionalizzante oggi le professioni delle università tecniche tedesche sono tra le più competitive a livello globale quindi insomma la storia che è stata quindi e quindi non abbassamento della qualità ma una qualità che si che è una qualità che sia una qualità diffuso ritorniamo al discorso di prima quindi che sia in gara di intercettare tutti i talenti che sono tra anche io penso che l'università di oggi la formazione terziaria di oggi intercetta solo un pezzo dei talenti ma non tutti quindi noi dobbiamo essere avere un'università che sia più democratica e meno tassista come oggi io credo che ne veramente oggi i dati ce lo dicono abbiamo un'università che è molto legata al senso è all'origine familiare questo credo che non ce lo possiamo più permettere se vogliamo far crescere di più il paese dobbiamo avere un'università più usiamo la formazione terziaria e più larga più ampia più capace di più capace di includere e poi a settembre le university università sono già aperte molte a luglio faranno anche esami e lauree in presenza sicuramente a settembre si fa lezioni in aula solamente che chiaramente la faremo compatibilmente col tema degli studenti stranieri che forse non potranno tornare in italia a settembre con qualche trucco qualche fuori sede che non si potrà muovere con l'affollamento possibile nelle aule ma settembre gli studenti dorme in aula penso che paolo potrà confermare che ha talento gli studenti torneranno in aula 7 questa favola che le università non aprono a settembre una favola perché non è vero l'abbiamo stabilito subito che a settembre si tornava in aula 4 maggio io ho fatto delle linee guida come ministero in cui c'era un crono programma delle azioni che stiamo portando avanti che era già tutto scritto basta leggersi quello che stava scritto lo siamo semplicemente mettendo in pratica quindi non abbiamo né cambiato idea né ci siamo adattati al momento avevamo un percorso che stiamo semplicemente declinando poi con una serie di strumenti attuativi ma la strategia è stata condivisa e decisa tutti quanti insieme e la siamo in di prati bene io vi ringrazio moltissimo ringrazio gaetano manfredi che paolo è di casa diciamo siamo insieme in questa impresa che anche nel piccolo ha cercato per il conto di quello che manfredi ci ha detto quando abbiamo pensato all'edizione web del festival economia abbiamo ripreso molte cose ma l'abbiamo fatta diversa pensi all economia la gran parte gaeta non sono le lezioni magistrali presenza il rapporto è un relatore un'altra cosa qui l'abbiamo fatta dialogo come questo nostro di oggi pomeriggio perché ci sembrava che nel web come tu hai detto una dimensione dialogica fosse più accattivante fosse più inclusiva e credo che le cose che avete detto ne sono state una molto efficace dimostrazione quindi vi ringrazio molto e spero di rivederti anche a trento punto alla fine settembre per fare per fare un bilancio ulteriore della situazione e soprattutto mettere continuare in quella strada di una cosa che tu hai detto che mi sembra fondamentale cioè di fare dell'università come come sempre stata come nella missione necessità una grande leva di democrazia di partecipazione di cittadinanza questa mi sembra molto importante grazie grazie
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