L'Europa da costruire: più opportunità che vincoli
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L'Europa da costruire: più opportunità che vincoli
L’Europa è in stallo: molte lodevoli intenzioni e dichiarazioni ma pochi atti concreti. La difesa, spesso di corto respiro, degli interessi nazionali, anche nella gestione delle politiche economiche e finanziarie, non deve ostacolare la definizione degli strumenti indispensabili per una efficace governance comune, l’unica che può affrontare efficacemente i problemi posti dalla globalizzazione, dagli andamenti demografici e da cambiamenti tecnologici senza precedenti.
bene buongiorno a tutti grazie di aver accettato il nostro invito grazie al governatore ignazio visco per la sua presenza grazie alla collega valentina romei e raro iniziale con questa puntualità contrassegnato ovviamente anche le campane spero che sia di buon auspicio per tutti gli appuntamenti che il paese dovrà rispettare nei prossimi mesi e nei prossimi anni il tema della nostra conversazione con il governatore che ancora ringraziamo e l'europa da costruire più opportunità che vincoli ovviamente non parleremo soltanto dei grandi temi europei e dello scenario che si è aperto con il voto del 26 maggio ovviamente affronteremo anche l'attualità italiana tenendo conto che il governatore quello che viene definito in un periodo di quiete nel senso che sono i periodi che precedono le riunioni della banca centrale europea ma possiamo rivolgere qualsiasi domanda al governatore poi ovviamente il governatore riterrà giusto rispondere oppure no allora io mi fermo qua perché abbiamo un'ora di tempo dobbiamo rispettare il nostro programma e cielo la prima domanda la collega valente grazie grazie mille buongiorno a tutti buongiorno signor governarlo vorrei partire con una domanda molto generale un economista ha parlato dell'italia come della bella addormentata d'europa cioè un paese molto ricco di risorse ma addormentato in una lunga stagnazione economica ormai pluridecennale come si risveglia l'italia da questo sonno e se le misure del governo vanno nella direzione giusta insomma è una domanda semplice che noi possiamo restare tutta la giornata sono molti anni che affrontiamo e affrontiamo da vari punti di vista primo punto di vista è ma c'è una carenza di domanda e quindi bisogna spingere la domanda verso l'altro per consumi per investimenti per e possiamo analizzare le ragioni per le quali questa domanda è depressa ma certamente un paese che non cresce cresce molto meno degli altri paesi europei per vent'anni evidentemente ha qualcosa di più più che una domanda che manca forse la capacità di investire in capitale in capitale fisico nelle persone negli e nelle imprese nella politica in grado di risvegliare non soltanto gli spiriti animali e gli investitori ma per dare un messaggio di prospettiva presenza il messaggio di prospettiva chiaramente la l'investimento l'impresa difficilmente difficilmente cresce il punto uno dei punti sui quali però bisogna partire dai quali avvertire è lo stato diciamo demografico del paese è una delle questioni sulle quali ho qualche modo un po sottolineato l'esigenza di riflettere di più è proprio quello se un paese invecchia e il nostro paese invecchia insieme al giappone insieme alla germania e tra paesi che più invecchiamento produzione più forte può essere che diminuiscono anche le prospettive di crescita interna di domanda rispetto alle quali si posizionano le imprese la domanda che si stanno scomporre ma come la germania invece riuscite a crescere beh è riuscito a crescere perché c'erano prospettive di domanda al di fuori della germania che la germania è riuscita a cogliere nel nostro caso noi abbiamo in parte recuperato negli ultimi 78 anni quote di mercato internazionali ma siamo ancora specializzate in settori nei quali è chiaramente la concorrenza dei paesi emergenti è molto forte e in cui le prospettive non sono non sono molto elevate non sono arrivate neanche le prospettive di puntare tutto su una rivitalizzazione delle imprese nella manifattura era manifattura tradizionale perché a manifattura tradizionale e molto probabilmente un settore nel quale il lavoro sarà meno domandato perché sarà più automazione digitalizzazione ottica senza archibox tutte le innovazioni tecnologiche chiaramente sono presenti e con queste si ridurrà quel tipo di lavoro che noi abbiamo avuto domandato per molti anni e che è poi a garantire consumi sufficienti per sui redditi da lavoro che però se questi non riescono a essere sostituiti da occupazione in altri settori con investimenti adeguati che guardano anche a nuove esigenze chiaramente e restiamo indietro le nuove esigenze sono anche però nuove esigenze di che nascono in un mondo molto diverso da quello di 20 anni fa un mondo in cui è necessario essere non solo più istruiti quindi avere più conosce fuse ma anche saperle usare in modo diverso questa è un chiodo che io batto spesso ma credo che questo è uno degli altrimenti sui quali siamo indietro quindi riforme di struttura si che facciano crescere le imprese in settori nei quali noi può competere possibilmente cercando di utilizzare capacità umane cup capitale umano diciamo migliori questo è un discorso però di medio periodo lungo periodo e noi siamo sempre alla ricerca di soluzioni immediate le soluzioni immediate a volte possono essere necessarie sicuramente è evidente che se c'è disagio sociale questo saggio sociale va accolto e in qualche modo accompagnato cercando di ridurlo con tutti i mezzi possibili però bisogna avere presente una strategia o una visione di medio periodo lungo periodo che devo dire negli ultimi dieci quindici venti anni da noi non c'è stata non è una visione solo della politica è una visione della società nel suo complesso richiede che ad essa ci sia posta attenzione sicuramente dalle imprese dal mondo del lavoro ma forse anche dai media e quindi se i media fossero un pochino più attenti alle questioni di struttura anziché agli scambi di lettere o mancati scambi di lettere forse sarebbe un qualcosa che chi fa politica può chiaramente anche utilizzare per cercare di incontrare diciamo un mondo complicato come quello in cui viviamo oggi bene grazie nelle considerazioni finali che lei ha eletto venerdì e ha parlato della necessità di un'ampia riforma fiscale allora le voglio chiedere qual è la sua opinione sulla flat tax sulla tassa piatta e se si può fare in deficit ma insomma non ho parlato di imposte specifiche e nel parlare di riforma fiscale o ricordato che sono 50 anni quasi 50 anni da quando noi abbiamo di mettere insieme nel paese un revisione che finalmente si rivolgesse a considerare imposte sui redditi imposte indirette le chiaramente possibili agevolazioni per i redditi più bassi e così via un uno sforzo però che poi dopo ha visto necessariamente correttivi integrazioni pensate alla l'introduzione dell'irap pensate al modo in cui libro è stata rimodulata o pensate anche agli interventi per esempio non direttamente sulle imposte ma che sempre interventi mirati a quello sono come gli 80 euro del governo renzi nel complesso abbiamo un sistema che è da un lato molto complicato dall'altro non è un sistema di cui comprendiamo fino in fondo quanto esso valenti la domanda renda difficile alle imprese programmare pensate a tutti gli interventi fiscali che sono stati fatti a volte si per favorire l'indebitamento altre per spostare la raccolta di finanziamenti verso il capitale proprio poi riportati via e questo è un sistema molto instabile di cui non sappiamo veramente quali sono gli effetti complessivi abbiamo parlato negli ultimi tempi di clausole iva di salvaguardia per tenere i conti pubblici e nero complesso sotto controllo abbiamo parlato di tassa su imposizione diretta dove flat è parte di un abbassamento però complessivo dell'imposizione diretta sappiamo che tutti distrutti sanno tutti sottolineano che nella costituzione si enfatizza la progressività del prelievo fiscale ma questo a questo punto per chi ha pensato a l'introduzione di un'imposta proporzionale anziché anziché progressiva viene accompagnato da una serie di correttivi ecco io credo che tutto questo vada inserito in un quadro organico che da un lato tiene conto del fatto che il mondo in cui viviamo è molto diverso pensate a un mondo digitale che è ovviamente un problema non solo italiano è un problema diciamo globale però che va affrontato in modi più possibile armonici ma va affrontato e contemporanee quindi servizi che sono diversi da quello che erano prima che quindi per i quali l'imposizione deve essere immaginata probabilmente in modo diverso e pensate ha fatto che bisogna ancora capire gli effetti distributivi o redistributivi che imposte diverse possono avere sia quelle dirette sia quelle indirette che quelle su gli immobili per esempio che tanto hanno generato clamore negli negli ultimi anni c'è chi dice e stato un grave errore introdurre l'imu sulla prima casa c'è chi dice e stato un errore toglierla no dopo averla introdotta indubbiamente sicuramente la la la mancanza di coerenza intertemporale è molto molto molto dannosa però io credo che tutto questo è quello che dico io ho scelto di spiegare nelle mie considerazioni finali le varie interazioni che penso debbano essere valutate prima di effettuare un intervento su una singola imposta che sarebbe semplicemente continuare nel processo non organico che abbiamo avuto negli ultimi 40 50 anni e ancor prima di quello avere anche però presente che con le nuove tecnologie e possibile in realtà anche non solo disegnarla in modo diverso ma anche raccoglierla in modo diverso i fronteggiare il problema dell'evasione che tutti in modo diciamo più o meno nei dotti che conosciamo programmi che siano sostanzialmente mirati ed efficienti credo che questa quindi non so la risposta alla flat tax per sé non so perché non so qual è l'impatto che questa può avere ma in tempi non lunghi di questo credo di aver già parlato in passato ma con una prospettiva data e con un obiettivo di razionalizzazione oltre che di chiaramente di efficacia per l'attività attività produttiva e che non si deve procedere avendo presente credo che non dire niente di nuovo che se ci sono due elementi che bisogna considerare sono come premiare e il lavoro e come favorire l'impresa beh grazie valentino la discussione sul costo che poi magari riprendiamo dopo però io adesso vorrei parlare un attimo di europa lei ha detto due giorni fa che l'italia sarebbe stata più povera se fosse stata fuori dalle dall'europa però il processo di integrazione europea non è completo quali sono i passi verso maggiore integrazione che porterebbero ancor più benefici all'europa e all'italia in particolare quelli che hanno maggiore urgente da qui c'è da fare una distinzione tra quello che è auspicabile quello che è possibile viviamo in un mondo in un momento molto difficile in cui non c'è soltanto ai giornali sottolinea il populismo sovrani smo nazionalismo eccetera c'è indubbiamente una mancanza di fiducia ed è mancanza di fiducia all'interno delle diverse nazioni che compongono l'unione europea e l'area del di fanno parte dell'area dell'euro un sottoinsieme di queste e tra di esse per cui la risposta è sempre quella andiamo a vedere come si può ovviare a uno stato di insoddisfazione dell'opinione pubblica e si può ovviare o facendo qualcosa o spostando l'enfasi su coloro che sono responsabili dell'attuale stato di cose è implicito in quello è quindi riduciamo il loro ruolo perché riducendo tutto migliorerà io parto dall'osservazione che noi siamo molto integrate ci sono dei grafici che in qualche modo sottolineano quanto importante sia il mercato europeo per le nostre imprese esportatrici quanto siano importanti anche i finanziamenti che noi abbiamo dall'estero sia di portafoglio sia per investimenti diretti e quanto questo sia sostanzialmente importante in un mondo nel quale sempre più c'è una difficoltà nel nello scambio di beni e servizi forse anche persone e quanto sia importante un'area integrata di dimensioni quali quella europea per gli equilibri complessivi ciò detto ci sono stati ovviamente progressi straordinari nella evoluzione della dell'europa si è persa la memoria delle ragioni per cui l'europa sia integrata cioè si è persa totalmente direi a livello politico ma anche forse livello della responsabilità nei programmi di studio la ragione è fondamentale cioè la pace come elemento cruciale per garantire il benessere benessere economico ma anche il benessere diciamo sociale come ci si sente in una collettività e la seconda guerra mondiale è stato veramente il momento cruciale che ha dato la spinta al progetto europeo dopodiché questo progetto è stato in qualche modo declinato in modi in modi diversi anziché partire dalla politica si è partiti da accordi commerciali dagli accordi commerciali si è arrivati ai servizi dei servizi si è arrivata alla moneta unica e poi ci si è fermati e questo è il problema è grosso noi abbiamo avuto siamo entrati in una moneta unica nella prospettiva che ad essa avrebbero fatto se seguito passi importanti questi passi non ci sono stati c'è stata una crisi finanziaria non causata dall europa c'è stata una crisi ed ebi sovrani causata in europa da difficoltà sicuramente di concezione e anche timori di come altri avrebbero potuto usare le risorse di alcuni stati e da lì è nata l'esigenza di ri accelerare il processo quindi se voi guardate al rapporto dei quattro presidenti come si dice del giugno del 2012 evidente che c'è una sequenza di interventi per accrescere la capacità di unione unione moneta economica ma poi in prospettiva attraverso le varie fasi quindi dell'unione dei capitali e mercati per finanziare nello stesso modo indipendentemente da dove ci sono progetti le imprese che questi progetti hanno all'unione di bilancio perché con la crisi finanziaria è emerso il fatto che una politica di bilancio comune non c'era e quindi ci sono stati interventi in ordine sparso alcuni dannosi alcuni necessari non si poteva fare altro però chiaramente questo ha mostrato la mancanza di un complemento alla politica unica monetaria da parte della politica di bilancio quella che noi chiamiamo politica politica fiscale con un anglicismo il e poi chiaramente ci sono state le politica bancaria che cos'è l'unione bancaria o ne bancaria è un tentativo in un momento in cui si è visto che banche di paesi diversi avevano rischi legati anche alla loro presenza nei paesi e ai loro investimenti nelle obbligazioni emesse nei paesi si è cercato da parte di alcune parti di cercare di rem e cerchiamo di avere un'unione in modo che questo sia trattato nello stesso modo con le stesse regole con le stesse prassi ma non è un successo ancora ci sono elementi che mancano ci sono elementi parziali in genere io credo che tutte queste queste fasi sono state fasi necessitate dal dover fare qualcosa in un periodo breve ma contemporaneamente non sufficientemente approfondite per quel che riguarda la città di mettere insieme ancora regole e comportamenti diversi tra diversi paesi quindi c'è molto da fare ancora su quel piano io sono abbastanza fiducioso che questo è che questo disegno può andare avanti è questo il problema sono le forze invece che possono rallentato e le forze che lo rallentano sono quelle che individuano proprio in questo in questa unione l'elemento renault della nostra capacità di crescita del nostro benessere nostro e di altri paesi però il punto di fondo che ci sono questioni strutturali cruciali quella demografica e unica quella tecnologica un'altra ci sono questioni di la comune di sicurezza e così via che spingono a trattare a trattarle insieme ma contemporaneamente rendono diffidenti partecipanti al progetto sulla reale volontà degli altri di essere parte di questa di di una unione d'intenti quindi è molto difficile io credo che segnati mentre prettamente dell'unione bancaria che ormai abbiamo non si può andare indietro bisogna migliorarla ci sono problemi dal lato della soluzione delle crisi delle banche che hanno qualche modo posto poca attenzione alla proporzionalità quindi alla dimensione noi abbiamo immaginato di nell'ambito di francia spediti board di introdurre regole per da poter applicare alle banche too big to fail applicato però e cross the board abbiamo problemi nell assicurazione dei depositi perché senza un assicurazione dei posti credibile che non vuol dire far pagare al ad altri i costi di una crisi particolare di un paese ma vuol dire evitare che ci sia la percezione che quelle crisi non possono essere affrontate senza una credibile unione o unità su questo su questo piano è difficile riuscire a mettere insieme la vigilanza nella risoluzione delle crisi e la evitare rischi dal lato della liquidità della uscita dalle banche e che poi possono avere effetti anche di insolvenza nel sono prolungate abbiamo soprattutto necessità di accompagnare una politica monetaria unica con una controparte di politica economica comune è questa è questa anche di stabilizzazione automatica se vogliamo e quindi ci sono dei tentativi sono proposte ci sono progetti ma è chiaro che ci vuole una politica che sia in grado di avanti senza attribuire all'europa i problemi che in realtà discendono da altre date altri fattori da dalla nostra lentezza nella adeguarci al mondo che è cambiato mi dispiace riportarla su questioni più provinciali e di modesta levatura allora nello stesso giorno in cui le leggeva le considerazioni finali alla camera veniva approvato una mozione votata un po da tutti se ancora potessi fare un titolo avrei fatto e gli sventurati votarono che impegna il governo per modo di dire alla introduzione dei cosiddetti mini bot che ne pensa dove vieni bot sono bot quindi cominciamo subito sono titoli del debito pubblico piccoli ma sempre debito pubblico è quindi non sono una soluzione al problema del debito pubblico non è che con quelli sono più entrate o minori spese secondo punto una delle difficoltà più grossa che noi abbiano diversamente da tutti i paesi europei in prospettiva negli ultimi anni solo la grecia è stata come noi e della maggior parte dei paesi ocse è che il costo del debito da noi supera il tasso di crescita dell'economia perché supera il tasso di crescere l'economia e per sicuramente che da servire basso quindi tutto ciò che si deve si può fare per favorire l'investimento dare fiducia e quindi aiutare le imprese non solo a fare più investimenti 20 migliori loro stesse e contemporaneamente occupare più persone tanti interventi sul piano sul piano della partecipazione al lavoro e così via tutto va bene però per data crescita se i tassi salgono questo ti mette in moto un processo un circolo vizioso perché la variazione del debito il rapporto tra debito pubblico e prodotto e funzione di due variabili la differenza tra il tasso d'interesse il tasso di crescita e tassi di interesse complessivo quindi per un po noi siamo ancora godendo di tassi bassi passati ma se questi tassi restano questo tende a crescere invece che invece che ridursi e se il tasso interesse superiore al tasso di crescita ci vuole qualcosa che compensi questo e quindi entrate superiori alle uscite al netto della spesa per interessi c'è un recente intervento di olivier blanchard inizio anno che ha detto beh insomma alla fine non c'è tanto problema perché nella storia il tasso di interessi tassi interesse reali hanno sempre in qualche modo mostrato di essere più bassi al tasso di crescita e quindi il sistema si trova un equilibrio e il debito si riduce gradualmente interne ha prodotto senza preoccuparsi troppo questo vale per per gli stati uniti vale per la maggior parte dei paesi europei il giappone così così per noi non vale e la cosa che bisogna evitare è che con proposte che magari possono cercare di risolvere percezioni di problemi si mettono in moto in realtà percezioni dall'altra parte che facciano salire il costo perché c'è più fiducia più sfiducia nel risolvere veramente il problema del debito di questo paese un problema che noi ci siamo portati per tanto tempo noi siamo entrati nell'unione europea con un debito sul prodotto più alto molto più alto degli altri paesi di molto di tutti dei grandi paesi sicuramente e io ricordo distintamente una conversazione che ho avuto con conti meyer che era il governatore della banca del centrale tedesca all'epoca in cui ci fu il negoziato e lui mi disse noi abbiamo dato via libera alla fine carlo mi ha convinto che il rapporto debito su pil e in italia sarebbe sceso nel corso degli anni carlo ciampi e è però non avete fatto e quindi non avete fatto una politica fiscale sufficientemente accorta per tant'è vero che invece è che dal 120 per cento che è la prima moneta dell'anderlini zione monetaria siamo scesi a circa il 100 grazie anche a privatizzazioni e altro nel corso dei primi anni 2000 e poi siamo ritornati a oltre 130 parte di questo 34 punti è dovuto alla nostra partecipazione programmi di e agli interventi che abbiamo fatto a favore dei paesi colpiti dallo choc del debito quindi noi pur essendo colpiti siamo intervenuti ma sono tre punti 4 e il il problema è che noi abbiamo avuto un aumento di questo sicuramente ha pesato la condizione dell'economia ma sicuramente il differenziale di interesse misura due cose misura quanto la bassa crescita ti rende difficile restituire in prospettiva il debito e questo è chiaramente la questione per cui bisogna crescere sicuramente di più ma misura anche la fiducia che nei mercati coloro che investono il loro risparmio direttamente o attraverso il risparmio lo gestisce anno nel nella una politica di contenimento dello squilibrio di bilancio che sia continua nel tempo che sia non affrontata con proposte che poi di fatto il debito non lo fanno scendere della banca centrale europea ci sono grandi cambiamenti a un periodo economico particolare e gli economisti sono in disaccordo sul il potere della banca centrale in questo momento alcuni dicono che siccome tassi di interesse sono già così basse e gli asset acquisiti sono già molto alti di fatto la banca centrale è senza strumenti altri dicono che la banca centrale dovrebbe entrare un pochino di più nel dialogo della politica fiscale ovviamente la vanità centrale 7 alla politica fiscale però dovrebbe entrare di più nel dialogo in modo da facilitare una convergenza tra politica monetaria e politica fiscale altri ancora dicono considerando la lentezza delle altre istituzioni europee la banca centrale è l'unica che ha la rapidità e la capacità di intervenire in caso di crisi la quale le sembra la visione più convincente e nel caso fosse l'ultima quali sono gli strumenti che veramente ha a disposizione prima di tutto non parlo di quello che sta per fare lavorare e siccome è una questione sulla quale chiaramente ne parliamo sempre non entrerò nel dibattito corrente al nostro interno se non per dire che io vedo banca europea e della banca centrale europea come un organo che sicuramente ha una cappa di non solo riflessione ma il vento ampia con qui senza incertezze quindi se si prendono decisioni si elabora su quelle decisioni anziché però il punto importante ha sottolineato po la banca centrale sostituire in con la sua politica politica che mancano io credo che no credo che non possa credo che abbia strumenti alla fine gli strumenti della banca centrale adesso si dice non convenzionale creare moneta ma io credo che la creazione di moneta sia elemento naturale di una banca centrale quindi per un po di tempo abbiamo detto lo strumento è i tassi di interesse però in realtà la moneta la crei ovviamente crei la moneta di banca centrale della base monetaria e poi bisogna vedere come reagisce il sistema nel creare la sua moneta la moneta interno però in realtà ci sono questi strumenti si è parlato in varie parti del mondo di creare moneta buttandola giu dall'elicottero lo diceva monetarista figuriamoci non è io non credo che sia un problema di strumenti e è vero c'è già alla banca centrale ha acquistato molte attività finanziarie molti titoli pubblici per per creare quella moneta dare liquidità e ha evitato in questo modo un rischio evidente che era quello legato anche alla combinazione di una crisi economica e una crisi di debito pubblico in vari paesi ha evitato di andare in deflazione è molto importante il framework è molto importante si sta discutendo anche negli stati uniti come la ford guidance cioè il dialogo con chi i mercati debba essere strutturata in modo da evitare che i mercati reagiscono negativamente alle agli impulsi che la politica monetaria da però credo che alla fine la politica monetaria ha le sue le sue capacità di intervento qualcuno di che dovrebbe cambiare e non solo occuparsi in europa di stabilità dei prezzi ma anche di altro cioè un trattato che c'è che la stabilità dei prezzi e poi in subordine fa le cose per ora però chiaramente la stabilità dei prezzi e la rifrazione dell'economia sono andati insieme perché con gli strumenti di politica monetaria che noi abbiamo introdotto negli ultimi 4 5 anni abbiamo stimolato la domanda se la domanda fosse stata stimolata anche in certi paesi con altre politiche il compito della politica monetaria sarebbe stato più agevole e forse dei rischi diciamo ad essa connessi sarebbero stati ridotti e forse i risultati sarebbero ottenuti prima in questo senso la tempo si parlava di policy mix in realtà non è solo un policy mix e avere la capacità di usare anche gli strumenti creati di politica di bilancio in questo caso per ovviare alla distanza che c'è tra la domanda effettiva e quella potenziale quest'aria per occupare le risse che da noi ancora sono non occupati lei prima il governatore ha parlato con una critica anche ai mezzi di informazione del tema di questa lettera che il ministro dell'economia ha inviato alla commissione europea io penso che se una lettera fosse stata scritta in condizioni assolutamente normali e data la stampa probabilmente la stampa si sarebbe posta tutta una serie di interrogativi sulle varie versioni ecco allora le volevo chiedere quanto conta diciamo la credibilità nei rapporti all'interno europea e soprattutto noi non stiamo sottovalutando i costi impliciti di una procedura sul debito che il rischio che il nostro paese potrà affrontare o dovrà affrontare nei prossimi anni io non è che volevo criticare la stampa per noia per carità perché ha parlato di un evento che è chiaramente un evento importante per tutti noi perché poi dietro l'evento ci sono fatti reali ci sono difficoltà contrasti che tutti conosciamo o critico osservato che però manca la capacità di tutti noi a piedi anche nostra di comunicare ma sicuramente anche della stampa che ha grandi potenzialità e sicuramente non solo diretti attraverso la carta stampata ma pensa pensiamo anche al loro ruolo nell'ambito dell'interazione con i social media non facciamo altro che leggere blog così via però di spingere su quali sono alcuni temi veramente cruciale che che si studi meglio e in modo diverso che si stia attenti al fatto che nel giro di prossimi 25 anni c'è il rischio di perdere qualche vari milioni di persone nella popolazione nel suo complesso che bisogna far lavorare di più leggi se mettiamo tutte insieme i problemi i problemi nel nostro paese credo che ci sono queste cose che forse meritano veramente perché non sono congiunturali sono strutturali quindi di fatto colpiscono meno di quello che può colpire una crisi finanziaria politica o un dato molto negativo del economico però sono i temi fondamentali senza di quelli non si non si scappa che cosa vuol dire credibilità io credo che vuol dire tutto problema è in questo momento ho detto prima c'è sfiducia forte sfiducia in europa non solo all'interno dei paesi ma tra paesi da un lato la si pensa in modo effettivamente diverso quindi c'è un con i paesi per alcuni paesi il debito non importa quale non importa quanto non importa se finalizzato a attività di investimento in infrastrutture beni capitali o altro è un un qualcosa da evitare e in altri paesi questo è anche nell'economia nella teoria economica è un elemento forte per garantire il trasferimento delle risorse nello spazio nel tempo quindi e che poi è alla base della capacità di crescere innovare quindi ci sono effettivamente differenze però c'è una sfiducia che poi si vede da parte nostra noi pensiamo che i paesi nordici sono troppo attenti alle regole alcune regole forse possiamo dire potremmo dire ma non sono attenti a tutte le regole e da parte loro c'è una valutazione dei paesi del sud dove sono tutte cicale non lavora non è che è sbagliata basta pensare a livello di risparmio accumulato in alcuni di questi paesi per esempio il nostro quindi e c'è un problema di dialogo quindi la difficoltà grossa e la nostra incapacità di dialogare io spero che ovviamente le elezioni europee sono un grande momento di democrazia e di espressione anche di desideri io penso però che siano al momento in cui un nuovo parlamento un nuovo governo se vogliamo del dl d'europa sicuramente una nuova commissione iniziano ad operare ci sono molte opportunità per ridurre le differenze e identificare temi sui quali lavorare insieme credibilità beh insomma la credibilità è un concetto complesso per esempio è un concetto che richiede una stabilità di intenti non necessariamente lo stesso governo per molti anni ma un sistema che non preveda di introdurre delle regole e poi toglierle sostituirle con altre introdurre gli incentivi cancellarli e mettere sussidi un'altra parte alzare le imposte in un certo settore poi per questo crea poca credibilità e quella poca credibilità si accompagna a la difficoltà da parte delle imprese di fare investimenti meditati di medio termine quindi quella è la credibilità poi c'è la credibilità che si acquisisce con le misure di politica che ciascuno di noi ha responsabilità di introdurre per cui la credibilità della banca centrale sicuramente più alta perché mantiene una continuità raggiungere gli obiettivi da conto dei risultati di quanto lo sia la credibilità di tante politiche di intervento pubblico nell'economia e anche questo è un qualcosa che bisogna ridurre perché la percezione a volte è anche il modo in cui si racconta a volte ha effetti indesiderati e pericolosi io chiuso queste osservazioni finali come è stato osservato brillantemente ma c'erano le virgolette quindi si sarà facile vederlo azioni con delle citazioni che riguardano l'importanza di come si comunica di come si interviene nel dibattito anche politico e di politica economica credo che abbiamo moltissima evidenza dell'impatto che questo a per le decisioni di chi consuma di chi lavora di chi produce di chi investe di chi risparmia questo è qui e questa è la credibilità della politica quindi la responsabilità della politica di essere credibile è quella di noi non soltanto rispettare gli impegni mantenere continuità e avere quella che tommaso padoa schioppa chiamava la veduta lunga e chiaro che questo confligge col fatto che siamo molto spesso chiamati alle urne e quindi per poter conseguire risultati chi ha responsabilità politiche sente necessariamente il col dovere di dover dare nel breve nel breve periodo dei risultati soddisfacenti e chi sa chi vota vota per per lei o per lui io credo che su questo ci vuole una forte campagna di educazione di tutti noi e capire quanto sia importante riuscire a essere credibili sul medio termine sulla nostra capacità di cambiare le cose nel medio termine per questo anche sul debito e la famosa lettera e i costi che può avere io credo che bisogna essere molto chiari quello che è importante è avere una visione di medio periodo non dire facciamo qualcosa oggi in modo che domani il debito pubblico sia più basso dell'ics per cento perché è impossibile a meno di una crisi a meno di interventi molto pericolosi non si può fare però è fondamentale dire noi abbiamo una serie di strumenti che adesso mettiamo all'opera e non facciamo certe cose che lo possono possono compromettere una traiettoria per raggiungere una per avere per conseguire quella traiettoria di rientro che è necessaria perché un debito pubblico al 130 per cento e sostenibile e non ci sono problemi ma da un lato impedisce di prendere iniziative che sono importanti sia di stabilizzazione anzi a di infrastrutturali sia di investimenti e in secondo luogo crea uno stato di volatilità sui mercati finanziari inaccettabile noi dobbiamo mettere ogni anno 400 miliardi di euro per finanziare il disavanzo che abbiamo anche un disavanzo 50 del santa tanta miliardi ma il resto è per rinnovare il debito che va a scadenza e non possiamo avere questa volatilità così forte perché poi si riflette nei bilanci di tutte le famiglie le imprese e le banche le banche hanno avuto del nel corso del dello scorso anno perdite da investimenti finanziari legate allo spread come si dice che è servito perché ha visto che c'erano rischi di politica o anche di percezione di quello che la politica può essere date certe dichiarazioni io che dobbiamo stare molto attenti alle dichiarazioni che si fanno proprio allacciarmi a questo punto su due aspetti uno sulla sfiducia dei paesi del nord verso i paesi del sud mi chiedo se questo non sia un concetto più del 2011 ormai sia diventato un po la fiducia verso l'italia perché altri paesi sono usciti dalla crisi hanno percorsi più sostenibili se ci sia quanto pesi la sfiducia dell'italia adesso in questo percorso e poi sulle banche la mia domanda è quanto sia preoccupato perché anche questo è un problema un pochino strutturale le banche il finanziamento italiano è sempre un finanziamento bancario le banche sono state quelle che hanno recepito i maggiori finanziamenti t'altro che sono questo programma della banca centrale europea un finanziamento agevolato il loro stato di salute molto migliorato tuttavia i crediti alle imprese sono ancora in contrazione nel resto europa crescono oltre il 6 per cento e e ora le banche hanno a che fare con un nuovo rischio paese è una bomba pronta è stato sono due domande la prima domanda è la fiducia nel paese la seconda è gli effetti che lo stato di incertezza nel quale ci troviamo da parecchi anni può avere per il finanziamento dell'economia e quindi la sua capacità di crescita la prima è sicuramente ci sono delle ragioni legate a quella osservazione che faceva prima di tip meyer per esempio che si aspettava una riduzione del debito pubblico l'ho visto salire mia risposta è stata molto netta non è vero che la finanza pubblica ha causato questa mancanza di convergenza ma è stata ritardo il nostro sistema è riuscito a oggi a apertura dei mercati la globalizzazione al cambiamento tecnologico credo che questo sia molto importante questo ci differenzia dalla germania sicuramente le regole del mercato del lavoro che hanno introdotto per tempo e così via sono molto valorizzate però ande differenza che loro hanno avuto la stessa crisi che abbiamo avuto noi dopo il 2008 ma poi sono ripartiti subito e noi ci siamo fermati e sono ripartiti perché loro tipo iva e la manifatturiera tedesca non i servizi la manifatturiera era in grado di rispondere assai bene a le esigenze straordinarie che l'apertura di mercati dava negli ultimi 25 30 anni con la globalizzazione con la rivoluzione tecnologica c'è stata anche un cambiamento demografico che viene sottovalutato sono la popolazione mondiale è aumentata di 2 miliardi e mezzo due miliardi e trecento milioni su 5 50 per cento in 30 anni e questo dato enorme servito sicuramente da alcune imprese non tanto servito da noi che competiva mo con le imprese di quegli stessi paesi dove questa evoluzione demografica aveva luogo quindi da un lato c'è sicuramente questa visione che noi non abbiamo avuto una risposta sufficiente sul piano dell'economia e quindi il dubbio ma in grado poi di ripagare i debiti chicchi che ci sono sicuramente siamo in grado sicuramente ci sono punti di forza in italia che sono tali da garantire una capacità di crescita forte li sottolineo venerdì scorso e in vari in vari punti sicuramente no e abbiamo avuto un recupero sul lato della capacità competitiva notevole e adesso abbiamo una quella che tecnicamente si definisce la posizione netta sull'estero cioè il debito comodato né all'estero che è sostanzialmente 0 questo è posizione importante non l'ho detto in questa occasione ma si confronta con una posizione netta sull'estero negativa cioè un del resto del mondo lancia del 20 per cento della spagna dell'ottanta per cento quindi è un punto di forza per questo paese abbiamo un paese che sa non è vero che hanno cicala anzi è un paese dove si lavora chi lavora al tram 8 ma qui si lavora poco perché non tutti lavorano abbiamo un tasso di partecipazione al lavoro basso quindi chi guarda dal dal nord l'italia vede che il tasso di partecipazione è di quasi dieci punti più basso che che nei paesi nordici e la germania inclusa e o del resto dell'europa è un tasso di occupazione femminile è molto più basso non solo di quello medio europeo ma anche di quello maschile circa 20 punti percentuali più basso 50 per cento ma è veramente basso abbiamo una differenza tra il centro nord e mezzogiorno che non si riesce a colmare con un centro nord nel quale gli investimenti anche pubblici sono molto scadenti in cui l'iniziativa privata e scarsa in cui ci sono elementi socio economici se non illegali che frenano frenano lo sviluppo e cioè questa questa sfiducia ma è una sfiducia di fronte alla quale come dicevo cioè la capacità di un paese che ha accumulato risparmio più degli altri paesi è vero che buona parte di questo risparmio e circa 60 55 60 per cento e in immobili e quindi il valore degli immobili ma la parte finanziaria il proprio risparmio investito in obbligazioni titoli i fondi gestiti anche professionalmente è elevato e questo va indirizzato per far crescere l'economia quindi sì c'è sfiducia non è non c'è sempre comprensione è molto difficile il dialogo anche con chi tratta con noi tutti i giorni nel cercare di spiegare la peculiarità dell'italia è vero che dopo il 2011 è elitaria quella che ha reagito meno bene il portogallo spagna stessa grecia adesso sancendo irlanda hanno reagito in fretta in parte grazie al finanziamenti che hanno avuto per problemi specifici che loro avevano sia nel caso irlandese sia nel caso spagnolo era fondamentalmente l'immobiliare nel nostro caso sicuramente c'è questa componente ma c'è un problema di economia che è cresciuta poco dopo la crisi finanziaria e dopo la crisi e debito sovrano in senso in modo diffuso con molte imprese molte piccole imprese colpite che poi hanno avuto effetti sulle banche e quindi le banche e le banche hanno secondo me subito gli effetti dell'economia reale e vero che l'italia è un paese ancora banco centrico in economia europea fondamentalmente bancocentrica e quindi è quella la fonte di finanziamento è anche vero che il debito delle imprese in italia e basso in rapporto al prodotto siamo molto al di sotto del debito medio europeo dell'indebitamento privato europeo debito pubblico alto debito privato basso questo è caratterizzazione l'italia interessante perché poi non è che solamente il debito pubblico se eccessivo un problema anche il debito privato se eccessivo un problema da noi non è eccessivo le banche fanno pochi prestiti adesso c'è poca domanda ancora questo è vero e c'è poi un problema di tasse perché se la struttura dei tassi d'interesse resta quella che vediamo adesso con i differenziali che abbiamo sulla carta pubblica che poi si trasferiscono attraverso il costo per il funding che le imprese hanno e che le banche hanno e che finora è aiutato dal finanziamenti e che le banche possono avere in bici e se rimane così però alla fine quei finanziamenti non sono perenni e la reazione sarà semplicemente quella di riequilibrare il passivo e l'attivo di bilancio ea questo punto mancheranno effettivamente componenti di finanziamento che però ci sono per ora quello che credo debba essere sottolineato è che da noi certamente ma non solo da noi è un problema comune in europa e per questo il mercato dei capitali unione mercato del mercato così importante abbiamo sostanzialmente un credito all economia che è sostanzialmente prodotto attraverso il canale bancario c'è c'è stato un tentativo di ricchi di browlow aiutando dal punto vista fiscale anche l'autofinanziamento quindi i fondi propri che però negli ultimi tempi in qualche modo è stato rivisto per lo meno ma c'è manca manca quella capacità di utilizzare il mercato per finanziare i progetti i progetti di investimento e progetti di di innovativi sui quali chiaramente non è alle banche che bisogna rivolgersi perché debba anche chiaramente sono banche commerciali non solo è ancora da noi sono fondamentalmente banche commerciali progetti di investimento sono progetti che vanno valutati che sui quali bisogna rischiare sui quali serve una capacità imprenditoriale importante e ci sono soggetti specializzati fondi vince cape equity e così via che possono e devono intervenire molto di più di quanto non abbia fatto finora bene credo che sta sia l'ultima domanda per rispettare i tempi che ci sono stati assegnati e finirai sul tema delle banche le ha dedicato una parte molto cospicua della sua e l'azione delle sue considerazioni al tema delle banche che hanno migliorato la loro posizione però in questi anni ci sono stati numerosi salvataggi sono sbaglio 12 adesso ne abbiamo un terzo alle porte sono stati applicati nei vari casi regole diverse no quindi c'è un incertezza la domanda è bisogna sempre salvarle tutte sono imprese ci sono sempre dei rischi sistemici e giusto rimborsa i colori risparmiatori che sono stati truffati ma è giusto anche rimborsare coloro che sapevano di sottoscrivere capitale di rischio non è stata questa per esempio una pessima educazione civica e anche di finanziaria che abbiamo avuto come conseguenza di alcune decisioni insomma vorrei finire con questo non semplice e anche abbastanza spinoso tema che ne lascia un messaggio di speranza dunque è il prima di tutto la mette in prospettiva io credo che noi abbiamo avuto sicuramente crisi bancarie anche per comportamenti nelle banche che a volte sono stati sicuramente imprudenti e a volte anche non legali però nel complesso il sistema bancario italiano a fronte di una caduta del reddito quasi 10 per cento di investimenti caduti di ute il trend del 30 produzione industriale del 25 occupazione raddoppiata beh non è crollato quindi abbiamo avuto queste crisi bancarie più di dodici perchè abbiamo avuto piccole banche di cui si sono in qualche modo ignorato non si sa non si conoscono le sorti ma un centinaio di banche sono uscite dal mercato o perché si sono fuse con altre perché hanno chiuso quindi queste sono piccole sicuramente quelle che abbiamo osservato insomma piccole medie e medio grandi ma sostanzialmente nel complesso una per tuale del sistema bancario italiano che non è riuscita a far fronte alle situazioni di crisi individuale di crisi macroeconomica e che ha portato a ciò che sta su tutti i giornali negli ultimi anni come l'elemento debolezza e che è un elemento debolezza che si doveva fare qualcosa di diverso e risolvere le crisi delle banche come sono state risolte date le regole che abbiamo date che le regole che abbiamo credo che alla fine chi ha avuto responsabilità di risolvere le crisi o con soldi pubblici quindi il governo o con interventi di sostanzialmente coordinati con l'unione europea e quindi di risoluzione o anche di liquidazione o con interventi del fondo interbancario volontario in quei casi per evitare i rischi di instabilità alla fine abbiamo avuto che le crisi sono risolte e sono fiducioso che ci sarà la capacità di risolvere le prossime ma possono fallire le banche allora qui ci sono due questioni la prima questione è una che dico molto spesso il fallimento di una banca è diverso al fallimento di un'impresa in un altro settore se fallisce un supermercato e questo lo dicevo prima che ci fosse amazon e altre cose digitali ma se fuori mercato il giorno dopo cominciano a sorgere un supermercato accanto se fallisce un supermercato amazon della più più spazio o forme di b diciamo distribuzione diciamo non necessariamente in un particolare nelle località fisica avranno uno stimolo e compenseranno si sa che se fallisce un'istituzione finanziaria se fallisce una banca il rischio più grosso parte che quello di chi sa è azionista di chi obbligazionista di che depositate di chi riceve i finanziamenti quindi la continuità che è però molto importante però il rischio è che il giorno dopo ne fallisca un'altra il contagio in questo senso il fallimento delle banche è qualcosa di molto delicato e molto diverso questo non vuol dire che le banche non devono chiudere negli stati uniti senza che nessuno attaccato la banca centrale il ministero dell'economia la secca in sedi uniti sono stati chiusi in ultimi dieci anni 500 banche nessuno come sono state chiuse beh esiste un fondo che si chiama e fai di sì in fondo interbancario che per interventi sulle banche pubblico sostanzialmente con un capitale pubblico che porterò anche prendere soldi sul mercato che quando vedi una banca in difficoltà e non banche piccolissime anche banche che da noi sarebbero considerate significative cioè con attivi da noi viene così significativa una banca dei 30 miliardi di euro di attivo con anche cento più miliardi di dollari però queste sono state prese in gestione dal fondo questo fondo ha cominciato a vedere possibile aggregazioni da dove era possibile le agevolate ha curato la chiusura di banche sostanzialmente trasferendo le passività e vendendo le attività altri soggetti bancari e al costo ovviamente di azionisti a volte anche di pubbliche di investitori nella banca con capiti di di obbligazioni convertibili quindi questo tipo di istituzione è importante per evitare che ogni volta che c'è un problema in un intermediario finanziario ci sia il rischio di che questo si trasferisca altri e che quindi sia necessario intervenire per evitare quel rischio garantire la stabilità finanziaria questo è io credo che questa sentenza appellata ma che è importante se non altro come messaggio che dice che nel caso non so se l'opinione pubblica la conosce nel caso in cui è stata effettuata la integrazione di una banca e un'altra banca con l'intervento del fondo interbancario di garanzia sui depositi per quella era qualcosa di legittimo e non di illegittimo come ritenuto dalla commissione europea la commissione si è appellata vedremo come risultato ma il principio resta e resta il fatto che servono delle istituzioni come i fondi di garanzia anche obbligatori e eventualmente anche pubblici che gestiscano questi casi di rischi di sostanzialmente anche di insolvenza parte delle banche evitando che questi si trasferiscano ad altro grazie allora grazie al governatore per questo incontro grazie alla ventina era la sua presenza grazie a voi per averci ascoltato
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