Come cambia il Pnrr, a partire da energia e fondi di coesione
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Come cambia il Pnrr, a partire da energia e fondi di coesione
Come cambia il Pnrr, a partire da energia e fondi di coesione? Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione ed il PNRR, incalzato dalle domande della giornalista de Il Sole 24 Ore Manuela Perrone. Fitto ha rassicurato sulla necessità di apporre modifiche al Pnrr alla luce degli avvenimenti internazionale: guerre, stravolgimento dei costi energetici, inflazione… sottolineando che non vi è alcun ritardo e che il Governo è al lavoro per modificare il Piano in seguito agli ultimi fatti di cronaca.
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Io non ho avuto un allarmismo dalle raccomandazioni che sono emerge D'altro giorno da parte della commissione europea perché per quanto compete Il tema del Piano Nazionale di Ripesa e Resilenza e delle risorse europee Le raccomandazioni hanno detto 3 cose. Basta leggere il provvedimento Perché purtroppo spesso si dibatte sulla base di un titolo Invece leggendo i provvedimenti si comprende meglio le cose come stando Il primo aspetto è quello collegato all'attuazione E ho già detto che solo 4 Paesi al momento hanno presentato il piano modificato con il Repower Il secondo è quello collegato ad uno degli elementi fondamentali dell'azione del governo Meloni Che io rivendico con forza e convinzione perché da mesi noi sosteniamo E il presidente del Consiglio Meloni in modo lungimirante lo ha previsto Nella signazione delle deleghe la necessità di avere una coerenza tra le diverse programmazioni La commissione europea nelle sue raccomandazioni indica in modo molto chiaro il fatto Che ci sia bisogno di un coordinamento e di una connessione Tra il Piano Nazionale di Ripesa e Resilenza e le risorse della coesione Sulle quali tornerò dopo anche per dire qualcosa di più specifico E il terzo è il rafforzamento della governance Cosa che noi abbiamo messo in campo con un decreto legge Che è entrato in vigore da un mese circa Soprattutto però dice la commissione europea a livello territoriale, a livello locale Queste sono le tre raccomandazioni Io leggo un dibattito che sinceramente non si ritrova nelle raccomandazioni della commissione europea Ma che parla di questi ritardi che vorrei che venissero quantificati E indicati con precisione anche perché Dietro ad ogni possibile e potenziale ritardo c'è una storia Non è che il ritardo nasce ieri sera o da un mese o da quattro mesi Magari ne parliamo, entriamo nel dettaglio E secondo me la reazione semestrale sarà un'occasione per una fotografia dettagliata Di tutto questo che vada un po' oltre la radiografia Magari è importante adesso in fase di revisione fare una risonanza magnetica Per essere più precisi nella individuazione della diagnosi E ipotizzare la soluzione giusta e quindi la terapia adeguata Ecco ministro, è vero ma è anche vero che voi da gennaio Avete annunciato una revisione del piano Mentre l'ultima richiesta di check ai ministeri per proporre Le proposte concrete di revisione di ogni investimento Avevano come data di scadenza martedì scorso Quindi mercoledì scorso e il 24 maggio Le chiedo, finalmente sono arrivate tutte le proposte Voi siete in grado di proporre in tempi brevi Ci dica introquando un nuovo piano italiano a Bruxelles E secondo lei sulla base della documentazione già ricevuta Quanto è la percentuale con cui il nostro PNRR sarà rivisto? Rivedremo il 100% del piano, l'80%? Anche qui penso che sia importante dare un contributo di chiarezza Il termine per la revisione del piano da regolamento europeo Lo stabilisce il ministro Fitto Ma l'ha stabilito la commissione europea il 31 agosto Così ci mettiamo tutti sereni su quello che è l'indicazione E torno su un punto Non è un caso che al momento solo 4 paesi su 27 Abbiano presentato la modifica del piano con il repower Vorrei anche ricordare, così come ho fatto poco fa Che se noi abbiamo un piano che è il più grande di Europa Dei paesi europei Ci sarà anche qualche complessità maggiore rispetto agli altri piani Nel senso che l'Estonia è uno dei paesi che ha presentato Già il suo programma di modifica evidente Che è un programma che io immagino sia un po' meno complesso Di quello del nostro paese per una serie di ragioni Che non sfugiranno alla sensibilità di ognuno di voi E quindi penso che sia anche questo un tema Così come ritengo che sia altrettanto importante Partire da un'altra considerazione rispetto ai tempi La mia lettera ai colleghi ministri non è un fordopera È la conclusione di un lavoro Cioè noi da gennaio ad oggi Qualcuno ci rappresenta come degli irresponsabili Che siamo stati a perder tempo Ma io ricordo almeno 3 o 4 riunioni bilaterali Con ogni singolo ministro Con tutte le strutture dei ministeri Vorrei ricordare che la dimensione del PNR Fa anche un po' perdere di vista forse la complessità rispetto ai numeri Perché abbiamo sempre ragionato su centinaia di milioni di euro e qualche miliardo Qui noi stiamo parlando complessivamente di 220 miliardi di euro Quindi quando facciamo un incontro con un ministro Magari parliamo di 30, 35, 40 miliardi di euro Quindi non è che proprio... E soprattutto siccome siamo nei termini Io penso che bisogna fare velocemente ma non in fretta Perché fare in fretta rispetto a queste questioni è molto pericoloso Perché rischiamo poi di fare delle scelte Che poi non hanno più la possibilità Come stiamo facendo adesso di essere riviste Ma che rischiano di portarci nella fase successiva Ad una conclusione non positiva del programma Con tutte le conseguenze perché ricordo a me stesso E a tutti quanti noi Che il piano prevede una conclusione della realizzazione del 100% degli interventi A giugno del 2026 Giugno 2026 ci può sembrare lontano Se invece ci ricordiamo che la settimana prossima è giugno del 2023 Capiamo che mancano tre anni E quindi abbiamo un approccio un po' più concreto alla questione E comprendiamo alcuni problemi che ci sono in questo senso Quindi noi abbiamo tenuto numerosi incontri bilaterali A livello politico e tecnico con ogni singolo ministero L'interlocuzione che sta andando avanti È un'interlocuzione non semplice dal punto di vista della dimensione dei problemi Ma molto positiva dal punto di vista della collaborazione con il singolo ministero La lettera che io ho inviato è una lettera conclusiva di questo percorso Ed è una lettera con la quale non c'è un termine del 24 Non è un termine di legge È un modo per serrare le fila e stringere un po' e concludere questo lavoro E quindi a secondo dei ministeri stiamo lavorando Se un ministero ha oltre 30 miliardi di risorse Un altro ce ne ha 5 O uno o due Comprenderete che la differenza di approccio è notevole Quindi magari c'è una maggiore facilità di intervento Se un ministero ha avuto le misure a lui assegnate Che hanno avuto una capacità di spesa E hanno addirittura creato un overbooking all'interno di quelle misure Che è un elemento di riflessione per quello che dobbiamo immaginare come revisione E' un tema Se un ministero ha avuto invece un numero di domande inferiori rispetto a quell'idimensionamento È un altro tema Quindi dobbiamo capire questo Dobbiamo avere come bussola nel dibattito anche politico Io mi auguro, come sapete, evito sempre le polemiche Anche quando provano a farmi fare interviste che io non ho mai fatto Ma questo è un altro tema al quale cominciamo ad essere abituati Ma detto questo, è importante anche su questa questione sottolineare alcuni elementi Perché noi quando parliamo del completamento degli interventi a giugno del 2026 Dobbiamo fare un piccolo passo indietro Il governo appena si è insediato E torno alla lungimiranza dell'individuazione, della scelta della coesione insieme al PNR Cioè del collegamento, della connessione dell'intera partita delle risorse europee assegnate al nostro Paese Ha fatto un lavoro di monitoraggio sulle risorse assegnate all'Italia nel periodo 2014-2020 Ebbene, in quel periodo l'Italia, fra risorse europee e di cofinanziamento nazionale Ed il fondo di sviluppo e coesione ha ottenuto complessivamente un programma di 126 miliardi di euro A fronte di 126 miliardi di euro, dal 2014 ad oggi sono quasi nove anni Noi abbiamo speso al momento, dati ufficiali della ragionaria generale dello Stato, il 34% Ora col PNR noi, per avere una dinamica di una dimensione Dobbiamo capire che le risorse quasi si raddoppiano, 220 miliardi Gli anni quasi si dimezzano, 5 anni E quindi, diciamo, ragioniamo con i piedi per terra, in modo sereno e concreto Individuando delle soluzioni per le quali non ci sono, per quanto ci riguarda, dei ritardi Perché l'obiettivo, anche nel confronto positivo con la Commissione Europea, è quello di fare le cose fatte bene Se vogliamo parlare anche dei target e delle milestone, delle scadenze E penso che sia utile farlo, ma con un approccio anche qui sereno, discutiamo della terza rata Ma noi sappiamo che la terza rata era fatta di 55 obiettivi Che per la prima volta avevano un numero così impegnativo E che scadevano al 31 dicembre dello scorso anno e che il nostro governo si è iniziato al fine ottobre Io do questi elementi per aiutare il dibattito con un approccio sereno E per evitare che ci sia, diciamo, delle dichiarazioni, delle affermazioni Che certe volte, sinceramente, mi lasciano abbastanza perpresso, se non sorpreso Ministro, però è vero che noi siamo ancora in trattativa, chiamiamola così, per sbloccare la terza rata Relativa agli obiettivi di dicembre, ma l'agenda del PNRR corre Noi abbiamo 27 obiettivi a fine giugno, ne abbiamo ben 69 a dicembre Il 2023 doveva essere l'anno della messa a terra degli investimenti e della spesa che finalmente raddoppiava, correva E invece rischia di essere l'anno in cui riemergono i demoni italiani La zavorra della burocrazia, la cattiva qualità della spesa Come la mettiamo con questi obiettivi del 2023 che sono alle porte e che valgono peraltro altre due rate da 34 miliardi? La mettiamo con senso di responsabilità e dicendo le cose come stanno E facendo le correzioni opportune che oggi vanno fatte Perché oggi noi abbiamo una finestra fino al 31 di agosto Che è quella che ci porta a modificare il PNRR con il Repower non solo L'obiettivo del governo è quello di proporre alla Commissione Europea di cambiare diversi obiettivi Non solamente quelli del 30 di giugno Perché concentrarsi sugli obiettivi intermedi è un errore Questo governo ha un angolo visuale che è quello del 2026 Quindi oggi noi dobbiamo ragionare sui diversi obiettivi che ci accompagnano al 2026 a partire da quelli del 30 di giugno Ma sarebbe un errore ragionare solamente sugli obiettivi di immediata scadenza Perché sono tutti obiettivi intermedi di un percorso finale E a noi interessa il percorso finale Farò degli esempi concreti per spiegare che cosa voglio dire in questa direzione Anche in riferimento a questo Però anche qui, l'ho accennato prima, lo voglio sviluppare meglio Facciamo dei confronti perché è utile farli questi confronti Solo tre Paesi hanno richiesto tre rate Spagna, Grecia, Italia Molti altri Paesi, due, alcuni una La Germania, che spesso viene citata, ha fatto una sola proposta modificando tre obiettivi Non ha ancora richiesto una rata Io dico queste cose in questa sede Perché penso che sia utile avere questi elementi di contesto Perché sennò noi continuiamo a inseguire, non ne capisco la ragione Un dibattito che rischia di essere una tempesta in un bicchiere d'acqua che fa male al Paese Ma che non serve a risolvere nessuno delle questioni E vengo alle questioni specifiche Nella mia informativa in Parlamento Perché, come sapete, c'è un dibattito che viene richiesto regolarmente in Parlamento Al quale io non mi sottrangono in alcun modo Magari, diciamo, in sei mesi rischiamo di fare più dibattiti Di quanti non siano fatti nei due anni precedenti Ma questo va bene, lo stesso, non è una polemica, è solo una notazione, una sottolineatura Però penso che sia importante discutere di queste questioni Faccio degli esempi che ho già detto in Parlamento 30 giugno, noi abbiamo una scadenza, un obiettivo che è quello degli asilinido Sono stati riaperti bandi nel corso del 2022 E questo ha comportato il fatto che al 30 giugno probabilmente Una parte degli asilinido non potranno avere l'assegnazione dei lavori così come previsto Ora, quando noi diciamo che proponiamo una modifica di un obiettivo intermedio Parte un dibattito, il governo brutto e cattivo è contro gli asilinido No, il governo brutto e cattivo ha in mente di modificare una tappa intermedia Che non sarà realizzata così come è scritto Perché modificando un obiettivo intermedio, spostando cioè di qualche mese quella data Si possono far rientrare quei comuni che sono in ritardo E quindi mantenere la data di scadenza finale che è quella di realizzazione di tutti gli interventi Quindi settembre per gli asilinido? Lo vedremo, è un confronto con la Commissione Europea Se il precedente governo ha stabilito con la Commissione Europea un bando Che prevede per esempio la realizzazione di almeno 40 colonnine per l'idrogeno Nei distributori italiani E noi abbiamo trovato questo obiettivo ambizioso e positivo E successivamente a questo obiettivo ambizioso e positivo Ritroviamo solo 35 domande Che vogliamo fare? E' un obiettivo non raggiunto? E' una responsabilità del nostro governo? Cioè parliamone, parliamone Non è che è un tema Io penso che sia un tema che porta con il buon senso Ad avere una discussione serena con la Commissione Europea E a capire come presentare una modifica che non sia solamente la modifica della spesa Ma che sia una modifica anche degli obiettivi E come ho detto prima questi obiettivi devono essere proiettati fino al giugno del 2026 Perché se noi oggi non individuiamo una criticità potenziale che c'è nel prossimo anno tra due anni Noi ci sveglieremo al ridosso della scadenza del piano Con un grave problema Perché quando parliamo di PNR dobbiamo ricordare che se noi non dovessimo A giugno del 2026 aver completato al 100% gli interventi Al danno della revoca del finanziamento C'è la beffa che il governo dovrà trovare delle risorse proprie Per garantire l'uso di queste risorse, la copertura di quell'intervento Non solamente per la parte già fatta ma chiaramente per il suo completamento Quindi non è un tema di braccio di ferro, di scontro muscolare tra i diversi Ministeri È un terreno di confronto serio che il governo ha posto Con un obiettivo che mi fa piacere Che dopo che per sei mesi, sette mesi l'abbiamo sostenuto e l'abbiamo inserito nelle dereche di governo La Commissione Europea nelle sue raccomandazioni lo indica come una delle priorità Cioè il raccordo tra la coesione e il PNR Perché? Perché il PNR ha una data di scadenza Che è quella del giugno del 2026 La politica di coesione ha una data di scadenza Che è quella del 31 dicembre del 2029 Il fondo di sviluppo e coesione non ha una scadenza Riuscire a mettere in sinergia i tre fondi E creare dei collegamenti che possono spostare quegli interventi Noi abbiamo la certezza che non possono essere realizzati entro il giugno del 2026 Spostarli in questi altri due programmi E immaginare delle scelte e della parte a cui più tengo Importanti, che siano adeguate al contesto nuovo che noi abbiamo Penso che sia la scelta giusta Cioè noi abbiamo avuto, da quando è stato deciso il PNR Una guerra, uno stravolgimento dei costi energetici Un cambio di dinamica geopolitica a livello internazionale L'inflazione Gli Stati Uniti che mettono in campo un programma di interventi Come l'IRAI Che rischia di spostare tutti i principali gruppi internazionali In quella direzione, se non siamo in grado di dare una risposta adeguata E che facciamo noi? Rimane tutto immodificabile Fino a pochi mesi fa, chi parlava, il presidente Meloni Anche nella sua veste precedente Lo ha fatto di modifica del PNR Io vi posso suggerire di andare a trovare una ricca rassegna stampa Siamo stati croci fissi per aver avuto l'ardire Di dire che il PNR andava modificato Oggi veniamo criticati perché non saremmo in tempo per la modifica del PNR Anche questi sono fatti, non sono opinioni Basta andare ad avere una lettura attenta di tutto ciò che è accaduto E un po' di memoria che in questo momento nel nostro Paese Penso che sia molto utile Se interpreto bene quello che ci ha detto sul metodo di revisione del piano Ci saranno degli obiettivi per cui saranno rivisti i tempi Magari rimviati altri obiettivi per cui saranno rivisti il target quantitativo O il target qualitativo Lei ha più volte però detto nelle ultime settimane Che bisognerà anche guardare alla dimensione dei progetti E ha accennato al tentativo di risolvere il problema della eccessiva polverizzazione Cito le sue parole Puntando invece sui grandi progetti strategici In particolare per l'autonomia energetica Immagino da destinare al capitolo aggiuntivo del Repower EU Allora le chiedo, quali iniziative strategiche avete in mente Quali soggetti attuatori E come risponde a chi penso per esempio ai costruttori dell'Ance O anche alle perplessità dei comuni Che ritengono che in realtà rinunciare ai piccoli progetti Significhi rinunciare all'impostazione stessa del piano Che è un piano di riduzione dei divari territoriali Di cura e manutenzione del territorio Che ha nella capillarità uno dei suoi fondamenti Io penso che dire che la polverizzazione su alcuni programmi Rispetto alla strategia di alcuni progetti Vada ragionata e un dato oggettivo Dire che noi stiamo definanziando i piccoli progetti Per non finanziarli più È una cosa che non ha mai detto nessuno Quindi anche questo è un tema Però se noi partiamo da un dato E il dato è quello relativo alla questione della coesione Dal punto di vista dei numeri ai quali ho fatto riferimento prima Se noi abbiamo avuto 126 miliardi di euro Nella programmazione 2014-2020 Che hanno avuto una percentuale di spesa del 34% Che è nata questa percentuale esclusivamente dal fatto C'è stato questo eccesso di polverizzazione delle risorse Dei progetti Allora noi dobbiamo porcelo un problema Oppure se abbiamo avuto un'indicazione chiara Che è quella che non va bene Fine ad oggi noi continuiamo in quella strada Cioè noi prendiamo atto che questa polverizzazione Ha prodotto una capacità di spesa così ridotta E costituisce uno dei limiti fondamentali Della gestione storica delle risorse europee Che proseguiamo in quella direzione E io penso che sia un tema che vada affrontato Che non vuol dire non andare incontro alle richieste E alle esigenze del lance Perché penso che anche questo possa trovare Nella coesione, nel fondo di sviluppo e coesione Una dinamica che risolva la questione Il punto però, e vengo alla considerazione più generale E quella strategica Noi abbiamo appena insediati questo governo Ha messo in campo una legge di stabilità Seria e responsabile in poco più di un mese Che ha previsto 35 miliardi di euro di interventi 21 miliardi di questi 35 sono andati a famiglia Imprese per il caro bollett E' un dato di fatto oggettivo E' diventata una spesa corrente Una spesa non utile al Paese Vogliamo provare a trasformare pezzi di spesa Non utile ed emergenziale Risolvendo la questione strutturale Noi pensiamo di sì Il repower è una risposta in questo senso E non è un caso che nella predisposizione del nostro repower Il governo abbia scelto due linee di tendenza La prima, quella del rapporto con i grandi stakeholders Con le grandi aziende di Stato Per rafforzare la capacità delle nostre reti Per rafforzare la nostra autonomia strategica Per far questo abbiamo messo in campo un confronto Che il Presidente del Consiglio Meloni ha avviato Con gli amministratori delegati delle principali aziende A Palazzo Chigi Poi è nato un tavolo interministeriale Dove stiamo lavorando e predisponendo questa prima gamba del repower Che è quella relativa ai progetti strategici Che possono essere realizzati entro il giugno del 2026 Che sono strategici Che rafforzano la competitività del nostro sistema Paese E una seconda gamba E quella collegata proprio a quella considerazione Che ho fatto sull'uso delle risorse in legge di stabilità Cioè la seconda gamba è quella di mettere in campo Una risposta sul terreno dell'efficientamento energetico Con un sistema di incentivi per famiglie imprese Che vadano in questa direzione E quindi poniamo questa questione Che si collega e chiudo questa riflessione Anche a quello che ho accennato prima E che sta accadendo nel mondo Perché noi vedete siamo in presenza di tensioni a livello globale Delle quali non è che possiamo accorgerci Come è stato per la crisi energetica il giorno dopo Cioè lo dico senza polemia come dato di fatto Il 24 febbraio la Russia ha invaso dello scorso anno l'Ucraina E il giorno dopo si è aperto il dibattito in Europa e in Italia Ovunque sulla mancanza di autonomia strategica dell'Italia Ci siamo accorti di una cosa che sapevamo tutti Cioè della dipendenza dalla Russia Ora si sta ponendo rimedio a questo con una serie di interventi Ma noi abbiamo altri potenziali focolari di tensione Che potrebbero generare crisi molto gravi e molto serie Penso alle esercitazioni intorno a Taiwan Per fare un esempio A quelle conseguenze che potrebbero derivare su questo Ma penso, l'ho accennato prima, alla politica di investimenti Che gli Stati Uniti hanno messo in campo Per dare una risposta all'inflazione Il Consiglio Europeo di febbraio ha deciso su input e azione Del Presidente Meloni nelle sue conclusioni Un aspetto molto importante Perché sono state individuate la possibilità Non solamente di decidere l'allentamento delle regole Del regime di aiuti di Stato Che, presa così, rischia di essere anche un endebolimento Delle caratteristiche, delle garanzie Del mercato unico a livello europeo Ma abbiamo aggiunto, su appunto l'iniziativa del Presidente Meloni Abbiamo aggiunto un aspetto molto importante Quello della flessibilità nell'uso delle risorse disponibili Quindi il PNR è l'acquisizione Perché? Perché se noi allentiamo il regime di aiuti Cosa che è già avvenuta I paesi che hanno una maggiore capacità fiscale Possono intervenire con le loro aziende I paesi che, come noi, non hanno una maggiore capacità fiscale Addirittura non ne hanno proprio Per ragioni che conosciamo tutti Rischiano di mettere in difficoltà il loro sistema produttivo Dobbiamo intervenire perché la rimodulazione dei programmi esistenti Possa essere anche un modo per utilizzare parte di queste risorse Per sostenere il mondo produttivo del nostro Paese Renderlo in condizione di affrontare questa fase complessa che stiamo vivendo E sul processo della innovazione tecnologica, della ricerca, dello sviluppo E anche di altri interventi a seconda delle aree del Paese E sul sud ci sarebbe da aprire tutta una riflessione Forse non abbiamo il tempo A mettere in campo una serie di interventi che possano andare in questa direzione Ecco, sono questi gli aspetti che caratterizzano l'azione del governo Che noi stiamo cercando di mettere in campo E mi sembra che siano, lo dico anche qui, molto tranquillamente Molto fuori dalle dinamiche di un dibattito Che spesso appare un po' troppo istelico E un po' privo di un'analisi e di un approfondimento Perché la cosa di cui oggi ne abbiamo bisogno È entrare nel merito e nelle questioni di dettaglio E comprendere che la riuscita o meno di tutte le cose che abbiamo detto Non è un risultato del governo Meloni E non è un risultato del Paese E quindi serve serietà e responsabilità Ed è questa la cifra che sta caratterizzando l'azione del nostro governo Ministro abbiamo 5 secondi Siamo in conclusione Le cito queste parole L'attuazione piena del Piano Nazionale di Riprese e Resilienza È una prova essenziale della nostra credibilità Nei confronti dei cittadini e nei confronti dei partner internazionali Sono le parole di Mario Draghi pronunciate a ottobre Poco prima di lasciare il timone del governo Lo pensa anche lei? Sì, ma aggiungo un emendamento se possibile Mi servono 25 secondi non 5 E mi scuso per questo Che è questo Noi oggi il PNR non è una sfida per l'Italia e basta Il Next Generation ha rappresentato una novità assoluta Perché c'è un principio di indebitamento complessivo a livello europeo Quindi la risposta e la riuscita non è solamente una riuscita dell'Italia È anche e soprattutto una riuscita della Commissione Europea Delle scelte che la Commissione Europea ha messo in campo Quindi oggi noi abbiamo di fronte una dinamica a livello internazionale Che non è solamente quella dell'Italia È quella del contesto europeo E della capacità di essere in grado di poter dimostrare Che questo sforzo di indebitamento comune per dare una risposta Lo ricordo, alla grave crisi determinata dal Covid Abbia una risposta concreta E lo dico, consentidemi quest'ultima conclusione Perché nel dibattito italiano si fa la corsa ad assumersi i meriti Per aver ottenuto le risorse del PNR Ricordo sempre a me stesso Perché non voglio polemizzare con nessuno Ma penso che sia utile farlo Che i criteri per i quali l'Italia ha preso tutti questi soldi Sono tre La popolazione, l'Italia è uno dei paesi con maggior popolazione in Europa La minor crescita del PIL durante la fase Covid E la minor crescita dell'occupazione durante la fase Covid Quindi non c'è dei meriti e delle medaglie da appuntarsi Ma c'è una situazione molto complessa e problematica Sulla quale riflettere e quindi anche adeguare le scelte Che conseguentemente devono essere portate avanti in questa direzione Grazie Ministro, grazie a tutti Grazie a voi Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara. broadcast Burrman cause Burrman causes Bello Bello
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