I paradossi del lavoro globale
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I paradossi del lavoro globale
Non ci sono stati mai tanti operai salariati al mondo come oggi: eppure si continua a parlare di “fine” del lavoro. Le trasformazioni del mercato e la spinta alla flessibilità si collegano direttamente ai sistemi politici e ai diritti di cittadinanza. La divaricazione dei redditi continua a crescere: fissare un equilibrio più giusto è anche responsabilità della politica.
buongiorno e ho l'onore di presentare il professor gallino oggi io appartengo a una generazione diciamo forse la prima generazione la generazione sperimentale sono un po un laboratorio appartengo alla generazione che sia affacciata al lavoro dieci anni fa più o meno insomma dopo il pacchetto treu e da quando ho cominciato a fare questo mestiere cioè la giornalista diciamo che il dibattito in italia sul lavoro sulla flessibilità si è svolto a partire da un assunto che la flessibilizzazione il lavoro nel mondo globalizzato fosse un processo inevitabile e anche virtuoso la causa diciamo della flessibilizzazione del lavoro in un mondo globalizzato evidente insomma è uno shock epocale il fatto che un miliardo e mezzo di lavoratori nei paesi poveri via di sviluppo che lavoravano in condizioni miserevoli con salari da fame erano entrate in diretta concorrenza con il migliaia in mezzo miliardi lavoratori dei paesi occidentali che invece lavoravano in condizioni ben diverse insomma lavoratori con la pancia piena lavoratore con delle certezze sul lavoro sulla vita sul futuro sulla pensione nel nostro paese come tutti i paesi occidentali però a partire dall'assunto che ho appena detto cioè che la flessibilità fosse in qualche modo una conseguenza inevitabile della globalizzazione la discussione si è svolta a partire da questo assunto anche a causa lo devo dire del diciamo delle lamentele degli industriali che negli ultimi dieci anni in mancanza della svalutazione competitiva dopo l'ingresso nell'euro hanno sempre puntato molto forse eccessivamente sulla moderazione salariale dunque la discussione andata avanti anche nella politica insomma c'è stata poi la legge 30 la legge biagi o il recente protocollo del welfare sempre partendo da questo assunto oggi si discute se sia meglio proseguire nel solco diciamo della flessibilizzazione introdotta da questi provvedimenti o se sia invece preferibile avere recentemente abbiamo visto i sindacati hanno firmato una piattaforma per una riforma importantissima una riforma epocale come la riforma il modello contrattuale verso un modello più decentrato oppure si parla per esempio a sinistra se n'è parlato molto sul mio giornale di alcune proposte alternative cito la proposta boeri la proposta cioè di sospendere l'articolo 18 per due anni e poi stabilizzare il lavoro comunque rispetto diciamo a questa impostazione ormai interiorizzata dalla mia generazione e dalle generazioni vedo molti giovani in platea è molto contenta e sono giovani che ormai hanno interiorizzato il concetto di flessibilità diciamo inevitabile no ecco rispetto a questo a questa questa quest'assunto c'è una sola voce in italia almeno secondo me autorevole è discordante ed è quella di luciano gallino gallino ha insomma ha bisogno di presentazioni lo farò lo stesso farà una cosa un po formale professore emerito dell'università di torino uno dei padri della sociologia in italia e uno dei massimi esperti sicuramente il mondo il lavoro tra i suoi libri ricordiamo globalizzazione diseguaglianze il manuale di sociologia è uscito ormai credo dieci anni fa se 3 milioni vi sembran pochi la scomparsa dell'italia industriale l'impresa irresponsabile tutti i titoli che sono in qualche modo anche manifesti politici l'italia in frantumi diciamo che il controcanto di gallino sintetizzando molto e diciamo caratterizzato dalla convinzione che non sia affatto vero che la flessibilizzazione di un processo virtuoso di creazione di ricchezza o di occupazione come ci fanno credere anche autorevoli rapporti internazionali o che sia in qualche modo diciamo indispensabile per creare benessere soprattutto gallino non è convinto che ci sia un processo inevitabile nell'ultimo libro il lavoro non è una merce contro la flessibilità ancora una volta un titolo che molto diciamo esplicito sul contenuto il libro edito dalla terza gallino smonta e questa è una delle sue caratteristiche diciamo precipue galline un funambolo dei numeri diciamo è una persona è un professore e non è un sociologo che argomenta sempre sulla base rigorosissima dei numeri e in questo libro lui per l'ennesima volta smonta cifra dopo rossi dopo cifra realtà e numeri che diamo normalmente per scontati a partire proprio dai numeri base dai numeri dell'istat sull'occupazione una delle tesi del libro forse la tesi fondante che le trasformazioni del mondo il lavoro degli ultimi 15 anni dal protocollo di luglio del 93 ad oggi vadano inquadrata all'interno di un processo più ampio diciamo che ha investito paesi occidentali della ri mercificazione del lavoro e questa ri mercificazione il lavoro sappiamo tutti essere figlia insomma anche delle politiche economiche degli anni 80 del thatcherismo reaganismo viene dopo un lavoro invece di demercificazione che è passato in italia attraverso lo statuto dei lavoratori il processo della rim arci ficazione il lavoro mai qui è il valore aggiunto del sociologo gallino non viene analizzato solo dal punto di vista diciamo dei dati non vi è descritta molto bene questa separazione tra lavoro e persona che comporta la ri mercificazione il lavoro ma descrive anche magnificamente le conseguenze drammatiche esistenziali di questa ri mercificazione lavoro in questo libro cito qualche dato quella galinho smonta il famoso modello danese la flessicurezza primo non è così dorato come si tende a credere e soprattutto è inapplicabile un paese come l'italia perché noi siamo il paese con il terzo debito pubblico al mondo la flessicurezza la flessicurezza comporta in un enorme aggravio per la spesa pubblica è insomma da noi è semplicemente inimmaginabile quindi politici che ci raccontano la fiaba della sicurezza sbagliano in questo libro è contenuto anche una cifra diciamo molto poi passano la parola mi taccio che è stata molto diciamo discussa ed è il numero stimato da gallino dei lavoratori flessibili oggi in italia il professore li stima tra i 10 e gli 11 milioni 56 milioni di contratti a tempo contratti diciamo atipici contratti regolari però è il resto lavoro in nero questo è un libro che ancora una volta è dedicato al lavoro decente lavoro indecente al lavoro dignitoso al lavoro non dignitoso e perché bisogna cercare attraverso il primato attraverso la politica cui gallino riconosce un primato assoluto è una responsabilità enorme di ridurre questa piaga del lavoro flessibile e di ridurre anche le enormi diseguaglianze sociali che ha creato in tutto il mondo qui finalmente mi taccio con una domanda davvero il lavoro stabile che un po la conclusione dell'ultimo libro può essere una soluzione a questo dramma si sente in sequenza buongiorno a tutti grazie per essere qui e ringrazio la dottoressa mastrobuono l'amabile presentazione cominciare la mia in relazione come con qualche numero tanto per ricollegarmi quanto diceva la dottoressa mostri poco fa in italia secondo lo stima molto prudente vi sono almeno 45 milioni di persone occupate che hanno un contratto di lavoro regolari il quale a certe particolari caratteristiche una caratteristica è che moltissimi di questi contratti recano ho scritto da qualche parte una data di scadenza sono contratti che duello per un certo tempo per un certo per un certo periodo e parlo di scadenza piuttosto che di lavoro a termine perché di lavoro a termine si parla di solito in riferimento ai lavoratori dipendenti ma ci sono anche molti lavoratori formalmente indipendenti i contratti di collaborazione coordinata il contratto a progetto e al 3 i cui contratti hanno comunque una data di scadenza e la scadenza può essere relativamente lontana 23 anni in molti casi è piuttosto vicina qualche mese qualche settimana in certi casi alcuni giorni nel campo del del lavoro interinale o in somministrazione come dice oggi la legge ovvero in affitto per capirci si osserva ad esempio che nel 2005 ultimo anno per le quali ci siamo dati dati consolidati le cosiddette missioni ovvero i periodi di lavoro la durata media dei contratti era di 18,3 giorni dopodiché c'è il problema per la persona di rinnovare il contratto cosa che non sempre avviene ovviamente nel giorno successivo una seconda caratteristica di questi milioni di contratti regolari e che molti di essi prevedono un orario ridotto un tempo parziale 18 20 22 22 ore talvolta qualcosa di più a volte a volte meno anche quando collata persona vorrebbe lavorare a tempo pieno può avrebbe bisogno di lavorare a tempo pieno si stima che almeno il 60 per cento dei contratti a tempo parziale siano realtà subiti o co.co.co imposti le dinamiche che si osservano sembrano andare verso un peggioramento di questa situazione un aumento dei numeri perché vi sono dati recentissimi diffusi dal ministero del lavoro pochi giorni prima di essere riassorbito dal ministro del welfare nei primi mesi del 2008 in tutta italia le nuove assunzioni sono svenute per il 70 per cento con contratti a scadenza contratti che recano una scadenza e nello stesso periodo soltanto il 15 per cento di di lavoratore o di aziende hanno comunicato la transizione a un tempo a un tempo indeterminato questi 45 milioni di persone hanno un reddito medio che quando tutto va bene intorno alle 800 euro al mese che in molti casi è determinata la media dal fatto che la retribuzione mensile magari di 1000 1200 euro ma i mesi di retribuzione sono 89 invece di 13 comma piena con i normali contratti a tempo a tempo indeterminato ea orari ea orario che vi sono altri ma ci fai questo modo corrispondente intorno al 5 milioni di italiani che sono occupati con un contratto irregolare possiamo contato che non è registrato da nessuna parte e spesso unicamente verbale sono i lavoratori dell'economia irregolare e sommerso si stima come molti problemi con molta difficoltà lista tra stima che i lavoratori a tempo pieno irregolare siano almeno 2 milioni dopo le regolarizzazioni degli anni 2002 2006 mentre vi sono almeno tre milioni di lavoratori tempo a tempo parziale che fanno in genere un secondo un terzo lavoro non non registrato per certi aspetti questo è il dominio della massima flessibilità o se vogliamo della massima precarietà dell'occupazione perché l'occupazione il lavoro e con nessun reddito può essere revocato in qualunque momento dal datore di lavoro dato che qui non ci sono nemmeno date prefissate di scadenza potremmo definire il primo gruppo di precari e per legge perché questi diversi tipi di contratto con scadenza inserita nelle varie clausole del contratto sono tutti i contratti che trovano il proprio appoggio nelle varie leggi nella legislazione sul lavoro che consta di numerose numerosi episodi numerosi leggi e leggine e decreti e non ultimo il decreto attuativo della legge 30 numero 276 del 2000 nel 2003 e il secondo gruppo di persone sono precari fuorilegge e non perché sì sì macchina si siano macchiati di un particolare ha creato ma perché in questo caso significa che essendo al di fuori delle legislazione sul sul lavoro sono totalmente soggetti a alla volontà del datore di lavoro una serie di contingenze e incidenti possibili di ogni di ogni di ogni genere e appunto il regno della massima precarietà il regno dove i diritti sono vicini a questa grande massa di lavoratori sotto occupati e sottopagati è il prodotto di fortissime pressioni verso il basso che sono esercitate che provengono diciamo da varie da varie direzioni ne parlerò subito ma prima risponde a una domanda perché trattare insieme i lavoratori flessibili con un contratto regolare e i lavoratori flessibili o precari con un contratto irregolare spesso non esistente anche se intendiamoci la stretta di mano è un contratto o le dichiarazioni verbali di un puntatore di lavoro sono assimilabili a con contratto perché trattarli insieme cosa che in generale quasi nessuno proprio nessuno fa una ragione principale è che i passaggi tra questi due bacini il lavoro flessibile regolare e il lavoro flessibile e precario irregolare sono molto grandi molto intensi molto facili e in genere sottovalutati se uno guarda ad andare sequenze storiche del lavoro irregolare e scopre che intorno al 95 aumentano il lavoro regolare diminuisce di 8 1 milione di unità mentre aumenta quello del dell'economia irregolare negli anni tra il 2003 2000 2004 e il 2006 si riducono di molto i laboratori irregolare e aumentano quelli quelli regolari ciò che avvenuto è una transizione di tipo statistico negli ultimi anni produrre il periodo 2003 2006 circa 850 mila lavoratori che già lavoravano alle con un datore di lavoro percepivano per salarlo piaceri un'opera abbastanza regolarmente regolarmente un funzionario sono stati regolarizzati il che ha voluto dire che le famiglie sono state iscritte alle anagrafi comunali le rilevazioni campionarie dall'istat che si fondano su sull'anagrafica comunali li hanno finalmente captati dall'oggi al domani o quasi 850 mila irregolari sono entrati nell'economia regolare vi sono altre ragioni questa però è forse la la principale a ragionare su flessibili per legge sui precari per legge ignorando i precari al di fuori della legge è un grave errore economico metodologico culturale e politico se n'è poco si può aggiungere qualche qualche predicato vi sono anche altri emotivi ad esempio che contrariamente a quello che si legge quasi ogni giorno si dice l'economia irregolare è strettamente collegata all'economia regolare attraverso la ristrutturazione produttiva di cui tiro tra poco che ha uno dei suoi apici nella frammentazione del lavoro in appalti subappalti sub sub appalti fino anche a sette otto livelli beh quello che avviene in molti settori produttivi in alcuni più che in altri meno e che dopo il secondo o terzo fornitore al suo fornitore può subappaltante si entra in pieno nel lavoro irregolare e se non vi fosse quel lavoro irregolare anche il lavoro regolare l'economia formare avrebbe dei problemi l'economia è regolare meriterebbe molte più attenzioni di quanto non riceva di solito venendo vista di solito appunto come una forma di concorrenza sleale nei confronti delle imprese e dei lavoratori che sono pienamente in ritrovano la domanda principale da dove vengono queste pressioni verso il basso su retribuzioni diritti condizioni condizioni di lavoro vengono da molto lontano e sappiamo il primo luogo che la domanda forte la domanda ripetuta insistita di lavoro flessibile da parte dell'impresa dei paesi più sviluppati ha incluso il nostro sono data a ricercare nella ristrutturazione accelerati sì ma permanente la ristrutturazione su scala globale del processo produttivo è un processo che era avviato da decenni ma ha avuto uno scatto la forte accelerazione a partire dagli anni 80 non è del tutto errato dire che la globalizzazione contemporanea il decoder più o meno dei primi anni 80 perché sono gli anni in cui le tecnologie informatiche con le tecnologie infotelematiche permettono un insieme con una rapidità e una facilità dei processi di comunicazione di trasferimento di naturalmente di capitali di trasmissione di ogni sorta di documenti tecnici compresi disegni immagini fotografiche quale anche solo pochi anni prima non esisteva qual è stato l'obiettivo principale di questa ristrutturazione del processo produttivo è normalmente facilitata dalla tecnologia info telematica l'obiettivo principale era ed è quello di andare a produrre qualsiasi genere di bene e di servizio in quei paesi dove il costo del lavoro è minimo 5 10 15 20 volte inferiore col nostro e al tempo stesso prove sono minimi con inesistenti i diritti reali diritti esigibili di cui godono i lavoratori per molti aspetti la ristrutturazione del processo produttivo è stato un patto globale straordinario di politica del lavoro in tale processo ci sono tante tante misure una misura molto significativa sono i cosiddetti investimenti diretti all'estero destinati ai paesi in via in via di sviluppo si tratta dai primi anni 90 gli anni 2000 cioè tra i 10 12 e 15 anni si tratta di migliaia di miliardi di dollari oltre a 70 per cento di questo di questi capitali sono andati alla cina ma capitale crescenti stanno affluendo all'india e ad altri ad altri paesi un aspetto solitamente ignorato banche ne parlino perfino le grandi banche d'investimento e quindi non soltanto le ong i teorici della dell'altra globalizzazione il meglio si può stimare che molto meno della metà del prodotto che proviene dai nuovi insediamenti industriali realizzati da imprese americane ed europee imprese statunitensi di imprese o meno la metà è indirizzato al mercato interno del paese dove una società insegne le sue controllate i modelli organizzativi sono molti perché si può controllare un'altra impresa o azienda sul posto per via finanziare la per via manageriale per via tecnologica di almeno cinque o sei modi diversi di controllo sta il fatto che le imprese transnazionali che sono semplicemente quelle che producono reddito in due o più unità produttive siti in due o più paesi differenti book hanno organizzato un immenso sistema che ad esempio nel caso cinese produce più del 65 per cento delle merci che sono poi esportate in occidente in altre parole due terzi delle merci che vengono esportati in occidente non sono affatto merci fabbricate originariamente e autonomamente da industria della cina sono invece merci prodotte in tutto o in parte dentro quel paese per molti vantaggi che esse offrono a cominciare da bassissimo costo del lavoro e dagli orari senza limiti da imprese statunitense ed europea sia con impianti propri sia attraverso un gran numero di società consociate controllate incasso molto si stima che questo flusso di di esportazione sia prodotto per più di un terzo da tra imprese statunitense europee che lavorano con il proprio nome e che poi hanno generato migliaia decine migliaia di fornitori e subfornitori un altro terzo con di più è prodotto da da società miste dove entrano società di proprietà dello stato cinese perché gran parte delle industrie importanti in cina è tuttora i propri dello stato e società americane ed europee che la usano le tecnologie manager e loro mezzi di produzione e così via e chiaro che a seconda dei settori la quota effettiva destinato al mercato locale oppure l'esportazione dipende dalla natura del prodotto mcdonald's che ha aperto centinaia di siti in in cina ovviamente non esporta hamburger surgelati nei paesi europei in america saranno consumati su sul posto e l'investimento è stato fatto per coprire il mercato interno e invece vi sono molte altre società informatica produzione dico di computer produzione di microprocessori che sono andati a fabbricare quei loro prodotti in non solo in cina ma anche ninja in malesia nelle filippine in indonesia in brasile col con il fine di esportare quasi il 100 per cento della produzione ad esempio società come intel e texas instruments sono andate fabbricare microprocessore in malesia ma non è che pensassero di vendere decine di milioni di microprocessori l'anno ai cittadini malesi l'intento era quello di esportare più del 95 per cento della loro produzione nei paesi in via di sviluppo le imprese del dell'occidente agiato dell'occidente benestante può permettersi di pagare i lavoratori che soprattutto in moltissimi casi le giovani lavoratrici tra i 18 e 21 22 anni anche meno di 50 centesimi di dollaro l'ora senza oneri sociali aggiuntivi senza preoccupazioni per i versamenti previdenziali la sanità le ferie e altre voci che accrescono il costo del lavoro pesantissime costi lavoro dei nostri nei nostri paesi il risultato è che i prezzi delle merci importate da imprese statunitensi ed europee nel senso a 27 c politiche dell'unione europea o i prezzi sono inverosimilmente bassi al punto da spingere fuori mercato i relativi produttori occidentali chi è che produce più un giocattolo in europa negli stati uniti il 90 per cento euro l'ottanta per cento dei giocattoli e prodotti in cime e si arriva più del 90 per cento aggiungendoci qualche altro paese emergente l'alternativa che è piuttosto comune è che basandosi su quei bassissimi costi del lavoro e anche su agevolazioni fiscale sui prezzi dei terreni particolarmente favorevoli vincoli ambientali anch'essi molto molto bassi per la seconda alternativa è che le importazioni permettono dei rischiano di ricariche e quindi dei per dei profitti pur essi pressi inverosimili e attraverso questa strada che le imprese statunitensi ed europee hanno contribuito a mettere in in concorrenza tra di loro un mezzo miliardo di lavoratori che sia pure con molti problemi a un dottore in una prospettiva comparata e retribuzione elevate e diritti molto ampi con un miliardo e più di lavoratori che hanno retribuzioni irrisorie anche si noti anche per gli standard locali e dire diritti minimi se non inesistenti i lavoratori direttamente collegati alle esportazioni delle terre nazionale americane europee si calcola che calcola l'onu che siano poco meno di un miliardo e 950 milioni nella circa altre centinaia di milioni rappresentano gli anelli e stemmi e tra gli estremi della sub sub forniture questa massa di salariati per le sue dimensioni per la rapidità con cui si è formata è un fenomeno senza senza precedenti la rivoluzione industriale ha interessato 100 milioni fosse 200 milioni di persone nell'arco di quasi 1 di quasi un secolo mentre l'insieme dei lavoratori del mondo alle dipendenze di un'impresa arriva oggi a superare i 2 miliardi di persone si è parlato tanto di fine del lavoro ma il fatto è che questi primi anni del xxi secolo sono un epoca in cui si constata che il lavoro salariato non è mai stato così diffuso così numeroso nel mondo così totalmente totalmente dipendente totalmente attualmente subordinato in questa situazione di di competizione di concorrenza di conflitto non voluto dai lavoratori ma che è venuto oggettivamente determinandosi la flessibilità dell'occupazione quella che riguarda quei 10 milioni forse 11 di persona che ha ricordato l'inizio nel nostro paese ma centinaia di milioni di altri lavoratori che in francia in germania e nel regno unito negli stati uniti dove questo tema è molto sentito è molto discusso beh la flessibilità dell'occupazione è soltanto una componente della pressione che sui redditi e sui diritti della parte alta della scala viene esercitata dalle imprese dalle imprese globali a questo scopo viene usato quale strumento vengono usati con gli strumenti i redditi i diritti della parte bassa della scala dove stanno dove sta il maggior numero di forze di lavoro con mondiali c'è un dato recentissimo dell'organizzazione internazionale lavoro a questo a questo riguardo il quale il quale dice che le persone che hanno un lavoro nel mondo avrebbero toccato i 3 miliardi 6,4 miliardi della popolazione della popolazione mondiale di questi tre miliardi che hanno un lavoro 1,3 miliardi 1.300 milioni sono lavoratori che non guadagnano abbastanza per sollevare a se stessi e i familiari che saranno due tre quattro a seconda delle situazioni dei paesi dell'età al di sopra del livello di povertà misurato da due dollari di consumo al giorno un'altra parte rilevantissima degli occupati sono occupati nell'economia informale che il termine internazionale termini dell'oil nell'organizzazione del lavoro per disegnare disegnare l'economia sommersa sull'economia di regolare come noi come noi definiamo uno studioso statunitense perché poi diversamente a quanto avviene in europa che nel nostro paese le osservazioni i saggi i rapporti approfonditi all'amet i ceri che i dati vengano maggior parte pregano degli stati uniti da centri di ricerca degli stati uniti uno studioso statunitense ha riassunto in questo modo la questione si tratta di un gioco economico uno che guarda a che cosa succede agli spostamenti del lavoro dell'economia dei redditi sulla scala dei grandi spazi continentale internet continentale questo studioso scrive scriveva qualche tempo fa la pressione è volta ad abbassare i salari e le condizioni di lavoro nell'ultimo quarto di secolo negli stati uniti come in altri paesi è ben più di un riflesso della competitività crescente del declino americano o di mercati del lavoro su cui l'offerta è sovrabbondante che sono le spiegazioni tradizionali che vengono ad hoc e in parte il risultato di una strategia concertata delle grandi imprese del governo e della destra politica in questo caso si riferiva soprattutto gli stati uniti ma non solo per tagliare le le cose che hanno ottenuto i guadagni in senso ampio compresi diritti quindi ottenuti dal movimento dei lavoratori a metà del ventesimo secolo il mito del neoliberalismo una voce che viene dalla pagina del neoliberalismo dice che si tratta da una politica per liberare il capitale dei ceppi dell'interferenza statale in modo che possa competere più agilmente sui mercati globali anche questo si può leggere o sentire per tv 12 volte al giorno anche nel nostro paese il fatto è che si tratta invece di una strategia per liberare le grandi imprese e il loro capitale dalle restrizioni cui lo assoggettato il movimento dei lavoratori e la regolazione e la regolazione sociale conclude con la domanda che per certi aspetti che un po anche la domanda che io qui cerco di rispondere alla fine del mio libro noi parliamo di continuo del vantaggio competitivo e della concorrenza del lavoro a basso costo ma chi ha il coraggio di parlare di una politica del lavoro punto interrogativo fine della citazione si tratta quindi dato anche il tema del festival del mercato e democrazia ci siete anche di può veramente al fatto che siamo dinanzi a una grande domanda un grande interrogativo di tipo di tipo tipo politico la sfida che non viene dalla cina dall'india di per sé ma viene da imprese occidentali che spira si sono insediate beh è una sfida di karate dimensione globale i sindacati hanno pochi strumenti per opporsi a questa a questo conflitto a questa a questa offerta di forza lavoro a basso a basso costo che transita attraverso i prodotti importati dal trans dallas transazionali e quindi in sostanza la vera sfida della globalizzazione è questa la vera sfida della compensazione è si gioca sul terreno della politica del del lavoro da questo esito dall'esito di questa sfida dipenderà se l'avvicinamento se non forse il pareggiamento a periodo lungo forse inevitabile ma certo lontano tra i redditi e i diritti delle forze di lavoratori delle forze di lavoro relativamente più agiate più benestante e quelle che stanno in fondo alla scala le forze di lavoro la forza del lavoro più povere del mondo il l'esito possibile ex e questo incontro avverrà verso l'alto della scala facendo salire quindi il miliardo di lavoratore globale di cui abbiamo parlato se non avrà invece piuttosto verso il basso quello che succede che da vent'anni e più la maggior parte delle 90.000 corporation sono transazionali che di fatto controllano l'economia mondiale a cui fa capo circa un po meno di un milione diciamo con 900.000 sussidiari a vario titolo organizzate in vario modo beh le transnazionali che il linguaggio del loro vorrei notare così come la definizione del loro in generale con qualche eccezione con qualche distinzione concorre può fare si adoperano per che il suddetto incontro avvenga se possibile verso metà della scala e se possibile ancora più ancora più in prodotti in basso questo rischio il rischio che i paesi in via di sviluppo fossero utilizzati dalle grandi imprese tra nazionale per frammentare ristrutturare la produzione in modo da sfuggire all'ingombro dall ingombro e peso ai vincoli ai cosiddetti lacci lacciuoli del diritto del lavoro occidentale che era stato intravisto con molta chiarezza dalle organizzazioni internazionali fin dagli anni settanta del secolo scorso 40 anni fa con cio deve l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico certamente non locali jersey roma di sinistra nel mondo ha pubblicato nel 1966 le linee guida per le imprese multinazionali queste linee guida raccomandano imprese di rispettare i diritti di tutti coloro che sono toccati dalla loro attività all'estero di rispettare gli impegni internazionali del paese ospitante e altre cose del genere nei miei ocse sono state rivedute molte volte la versione è un esempio recente è apparsa nel 2000 nel 77 giusto un anno dopo l'organizzazione internazionale lavoro pubblica una dichiarazione molto molto bella molto ambiziosa che si chiama si chiamava dichiarazione 3 partita sui principi di politica sociale principi a cui le multinazionali dovrebbero attenersi anche questa questo documento è stato riveduto nel 91 poi nel 2001 in un documento che è molto più impegnativo di quello dell'ocse perché dice in circa 25 26 articoli molto dettagliati dice ad esempio che nei paesi in via di sviluppo le imprese dovrebbero pagare salari in grado di coprire i bisogni fondamentali del lavoratore e assicurare un discreto benessere della sua famiglia ivi compresi alimentazione abbigliamento abitazione e assistenza medica gli orari di lavoro dovrebbero essere ragionevoli e non superare le 48 ore la settimana canna circostanze eccezionali dovrebbe essere abolito che effettivamente il lavoro infantile e altre cose del genere si può dire documenti alla mano rapporti alla mano che tanto le linee guida dell'ocse che si possono difendere dicendo che sono generiche e quindi uno può anche non aver capito bene di che cosa si tratta e la dichiarazione di potere l'olio invece molto più specifica e si può dire che per quanto riguarda quest'ultimo documento quasi tutti i 26 articoli che riguardano le condizioni di lavoro sono stati e sono correntemente disattese da decine di miliardi imprese traslazionali ed imprese minori in gran numero di paesi del mondo vi sono altri altri documenti altre linee linee guide sono documenti della commissione della commissione europea ci sono articoli che si chiamano clausole sociali inserito negli accordi commerciali bilaterali e quindi promosse dal vecchio cat l'accordo generale sulle tariffe sul commercio che oggi si chiama l'organizzazione mondiale per il commercio una clausola sociale di nuovo secondo la definizione della ed è un articolo un comma che dice che vi dovrebbero essere dovrebbero sempre essere assicurate delle certezze delle garanzie fondamentali relative alle condizioni di lavoro e questi dovrebbero essere recepite formalmente in tutti gli accordi sulla liberalizzazione del commercio internazionale la proposta di inserire una clausola sociale degli accordi commerciali ha sempre incontrato molte resistenze da parte dei paesi in via di sviluppo ha incontrato resistenze anche da molti economisti che ritengono che il mercato manifesta i suoi migliori pregi quando non la costruzione di sorta il problema con i documenti che ho ricordato la dichiarazione the laterale dell'olio i documenti dell'ocse anche questi tentativi di inserire clausole sociali negli accordi commerciali qual è il problema che poniamo meglio i problemi sono due il primo è che questi documenti non hanno mordente non prevedono sanzioni di nessun tipo nemmeno richiami di tipo di tipo scolastico per così dire abbiamo constatato che nelle vostre aziende viene impiegato lavoro infantile questo non è confacente con l'articolo tale della tale della tale dichiarazione sono documenti significativi importanti la dichiarazione the laterale ripeto è particolarmente analitica ma essendo priva di denti come dicono gli americani essendo priva di mordente non prevedendo alcuna sanzione sono state praticamente disattese questo argomento però soprattutto per quanto riguarda le cosiddette cause sociali è viziato anche da un altro da un altro fatto c'è uno scambio concettuale di indirizzo le clausole non dovrebbero essere indirizzate come prevalentemente solo agli stati in generale dovrebbero essere interessate alle imprese soprattutto le traslazionale in in particolare perché per quanto attiene a salari e condizioni di lavoro il cui il bassissimo livello poi preme sui nostri salari e condizioni di lavoro e diventa richiesta insistita di di flessibilità beh qui sicuramente c'è di mezzo il fatto che i governi dei paesi emergenti temono moltissimo che le imprese occidentali a loro volta delocalizzino anche se in molti casi non si sa bene dove vadano a delocalizzare per pagare salari ancora più più bassi basta il fatto che il primo destinatario di quel clausole di quei richiami degli articoli della dichiarazione per trattenere dovrebbe essere dovrebbero essere le imprese tre nazionali perché sono loro che in primo luogo propongono che ottengono salari e condizioni di lavoro tutele sindacali del livello più basso più basso con più basso possibile per comprendere in che modo operano le imprese transazionali e anche numerose piccole e medie imprese perché non la definizione conti transazionale prescinde totalmente dalle dimensioni bastare ad unità produttive anche con dieci addetti ciascuna che producono reddito in due paesi in due paesi diversi le 22mila imprese italiane che sono andati in romania hanno in media una cinquantina di dipendenti e sono concause nazionale ma per vedere un po dentro a questi meccanismi può essere utile riferirsi a un caso recente della avvenuto in cina quel miliardo e passa un miliardo se si guarda soltanto agli sport un miliardo e mezzo e contra se si guarda anche tutta la filiera della produzione frammentata nel mondo beh certamente non stanno tutti in cina ma quelle che riguardano che lavorano per le esportazioni che sono poi ripeto passaggi di componenti e manufatti da una divisione o da un reparto della medesima società a un altro beh c'è che la metà di quel miliardo st precisamente dentro la scena agli altri stanno in india e russia stanno in messico indonesia filippine thailandia vietnam e altri e altri paesi le condizioni di lavoro che esistono in cina sono note da tempo sala e che non arrivano con dollaro l'ora familiari dei lavoratori che sopravvivono con meno di un dollaro al giorno rifiuto da parte delle imprese dei riconosce i diritti fondamentali e standard minimi orari di 60 ore a settimana le coultre obbligo di risiedere nel recinto della fabbrica per decine di milioni di soprattutto giovani lavoratrici estrema flessibilità di prestazione assenza di fatto di rappresentanze sindacali divieto di soldi di sciopero si può continuare con un po queste condizioni di lavoro e questi non diritti toccano poi il livello più basso in certe zone le zone economiche speciali che sono una cosa le zone franche di trasformazione da esportazione che in alcune regioni della cina sono incluse nel nella prima è che occupano molti decine di milioni di lavoratori e lavoratrici ma dalle da queste zone economiche speciali e dalle zone c'è anche di trasformazione ed esportazione provengono in gran parte l'esportazione di imprese occidentali con controllate da imprese occidentali già nel 2004 un economista che con la mista capo di morgan styler uno dei tre grandi nomi nel gotha delle banche di investimento rilevava che le esportazioni dalla cina si erano templi carte tra il 94 e 2004 da 120 miliardi a 370 miliardi di dollari e notava arrivando alla stessa cifra che proviene da un'altra fonte ma che il caso vuole sia identica era imputabile per il 65 per cento addetti gruppi economici in altre parole scriveva l'economista capo di morgan stanley l'enorme ondata di esportazione di cui accusata la cina perfino da qualche il ministro europeo è primariamente un'ondata di esportazione attivata da corporations globali che utilizza lavoratori e lavoratrici cinesi e questo fiume di export export così etichettati ma di fatto trasferimenti tra settore dovrà vedere una impresa diventano una enorme pressione sui salari e le condizioni di lavoro il livello di vita di ogni paese del mondo compresa compresa ovviamente ovviamente l'italia questo collegamento questo legame tra la localizzazione in cina perché volevo portare il caso cinese come perché mi sembra particolarmente indicativo di quello che accade questo legame tra la un'organizzazione in cina di multinazionali americane ed europee e la possibilità di avvalersi laggiù di lavoratore e lavoratrice smisuratamente flessibili docilmente flessibili incredibilmente sottopagati è emerso con particolare evidenza un anno fa o poco più durante la primavera del 2006 il governo cinese ha diffuso un disegno di legge la bozza di legge sui contratti di lavoro che introduceva nuovi requisiti erano dei quesiti che erano e sono molto al di sotto di qualunque contratto di lavoro stipulato in in italia ma per milioni di lavoratori cinesi avrebbero rappresentato un progresso le principali innovazioni che la bozza di legge proponeva era un aumento del salario minimo a 75 centesimi di dollaro flora la maggior parte molte trans nazionali pagavano allora in cina 65 centesimi di dollaro l'ora i contratti di lavoro venivano posti sotto la tutela della dell'autorità pubblica che erano introdotte cosa inaudita un internet al il licenziamento è cosa per certi aspetti ancora più straordinaria era introdotta la possibilità di negoziare le condizioni di lavoro in fabbrica che poi queste norme potessero venire in seguito realmente applicate non era molto altro la cina ha delle leggi sui sindacati ad esempio strava teneramente avanzate a vari aspetti della legislazione sul lavoro avanzatissime che però non so nemmeno lontanamente fatte fate rispettare ma quello che è accaduto è che molte imprese americane europea attraverso la camera di commercio americana e la camera di commercio europea dell'unione europea iniziarono una campagna molto intensa al fine di costringere il governo cinese può ritirare o quantomeno ad annacquare quella bozza di quella bozza di legge minacciando dall'altro alludendo la possibilità di delocalizzare all'estero se la legge fosse mai stata approvata hanno avuto un certo successo perché la legge che poi è stata approvata dal congresso nazionale del popolo del giugno 2007 ed è entrata in vigore a pochi mesi fa il primo gennaio 2008 è assai più soft versailles più morbida della prima bozza governativa ci sono anche meno le probabilità che avvenga realmente applicato però sta il fatto che essa era arretrata rispetto alla proposta iniziale dopo la intensissima campagna di lobbying dopo le forti pressioni della traslazione americane ed europee a cui ha accennato chi si è indignato per primo qualche kong qualche sociologo altro globalizzatore molte cose del genere no sono stati parlamentari americani nell'ottobre 2006 e quindi meno di un anno fa essi hanno inviato una trentina di essi hanno inviato una congressional l'attore congressuale inviata al presidente bush in cui dicevano noi cito tra la lettera dei parlamentari americani noi siamo rimasti sicuramente nel leggere sulla prima pagina del new york times e il 13 ottobre un dettagliato articolo relativo agli sforzi di società transazionali statunitensi volte a minare il rispetto di diritti fondamentali dei lavoratori e riconosciuti sul piano internazionale questa vergognosa campagna lobbistica di grande società americana è incompatibile con l'impegno del nostro paese di promuovere dovunque con la legge con la pratica il rispetto di diritti fondamentali dei lavoratori noi le chiediamo di prendere immediatamente le seguenti misure correttive e seguono una serie di di richieste dai ha mandato all'ambasciatore americano in cina di sostenere i diritti dei lavoratori cinesi ripulire pubblicamente gli sforzi di qualunque società con sede negli stati uniti volti e indebolire i diritti dei lavoratori all'estero e in particolare cinesi e cena è indicativo il fatto che siano dei parlamentari del congresso degli stati uniti che scrivono una lettera così così forte così vistosa grondante indignazione al presidente loro paese non risulta che poi si è avvenuto che anche quello che avvenuto è che in europa per quanto mi consta sicuramente sconce sempre qualcosa per carità ma per quanto mi consta in europa e in italia non avvenuto niente del genere ma una camera di commercio dalla ue europea non è stata meno accanita meno forte nell'esprimere il proprio dissenso nei confronti di un disegno di legge che cercava di aumentare le 15 20 centesimi loro personali o dei lavoratori cinesi e introdurre effettive tutele sindacali e altre cose nel giorno usando al caso cinese per illustrare un po più da vicino il meccanismo dei rapporti che poi sfociano in politica ci facciano i rapporti tra mercato e democrazia lasciano intendere che la democrazia forse lasciato andare un po troppo oltre il mercato è che una nuova forma di regolazione in primo luogo dei capitali finanziari ma anche dell'attività delle corporations internazionale premete sono necessarie ma quello che l'insieme dell'argomento che ho esposto e mi avvio concludere è il caso è il caso o cinese che cosa dice questo insieme di dati di argomenti di fatti dicono che le politiche del lavoro dovrebbero essere alla nostra epoca il problema centrale e prioritario della politica in primo luogo e dell'economia mondiale e questo significa che dovrebbe essere posto in primo piano sull'agenda dei partiti di governo di ogni paese compreso presumibilmente il nostro dove i mercati del lavoro il mercato il lavoro sembrano tutto sommato una secondaria questione economica mentre sono con una massiccia questione questione creare politiche la politica mondiale del lavoro se mai si delineasse e le rispettive politiche nazionali dovrebbero perseguire un obiettivo è predominante far salire i redditi nell'attribuzione i diritti del miliardo e mezzo di lavoratori globale verso l'alto della scala fino a che si avvicinino ad un livello di parità tenendo conto dei tanti fattori differenziali di produttività la parità di potere d'acquisto delle monete e altri fattori di compensazione del genere si avvicinino alla retribuzione ai diritti di cui godono i lavoratori dei paesi più sviluppati la domanda ossessiva e ossessionante di occupazione flessibili da parte delle imprese e delle associazioni delle imprese nasce e precisamente dalle norme squilibrio che esiste tra i primi i secondi i lavoratori con salari e mezzo dollaro l'ora zero diritti e quelli da 15 20 dollari l'ora netti ma che diventano anche il doppio con con i contributi con i contributi sociali si tratta di un'enorme squilibrio il solo modo per ridurre tale squilibrio e prima che anche sul terreno della politica e della democrazia intervengano fenomeni fenomeni sgradevoli il solo modo per ridurre in modo strutturale dovrebbe consistere nel puntare a diminuire a ridurre questo lo squilibrio ritengo che sia possibile che si possa fare una politica del lavoro globale dovrebbe impiegare molti molti strumenti coordinati in modo da potenziarsi a vicenda sul piano internazionale vi sono gli accordi internazionali l'attività dei sindacati del sindacato mondiale dei sindacati europei molti dispositivi degli delle leggi internazionali o leggi che poi che pur avendo un'origine nazionale sono ti canto rilevanza internazionale gli americani ammirevole da questo punto di vista hanno rimesso riportato alla luce a questo proposito per fare politica del lavoro una legge che risale al 1789 avete capito bene pochi anni dopo la nascita degli stati uniti che si chiamava ecco che una legge sui diritti di straniere che hanno subito porti da cittadini e imprese o imprese americane la legge dice che chiunque subisca un torto da un cittadino da un impresa americana dovunque nel mondo può presentarsi dinanzi a un tribunale americano la cosa non è facile però se ci si mette di mezzo un ufficio legale con 100 avvocati come in qualche caso sta avvenendo è possibile che la legge acquisti nuovamente una notevole stringenza notevole mordente e rimando al al mio libro per un dettaglio dei tanti interventi che sono possibili sia sul piano internazionale sia su quello sia su quello nazionale per sviluppare una politica della loro globale che abbia quell'obiettivo di fare incontrare redditi e diritti verso l'alto della scala piuttosto che verso il basso ma per intanto mi sa che perché qui grazie ringraziamo il professor gallino e per citare un altro pilastro della mia generazione nanni moretti si il dibattito si cominciamo con le domande sì lei prego non voglia fare una domanda il professor gallino antonio costanzo i dati è lo scenario che le ha disegnato come occidentale devo dire mi mortificano a dire il meno mi fanno arrossire c'è una cosa che mi incuriosisce mi rifaccio anche all'intervento del professor krugman due giorni fa qui al festival dell'economia qual è il professore se ne è il dato l'andamento del tasso di sindacalizzazione all'interno di questo scenario krugman riscontra che negli stati uniti il tasso di sindacalizzazione si abbassa in maniera drammatica in quelle che lui chiama le gilbert e gisele le età in cui la gente sta bene mentre si alza nel ei giochi compression quando vi è una maggiore uniformità alla distribuzione e me la faccio a chiamare della felicità pubblica adesso invece che ricchezza la chiamiamo in questo modo se la sua risposta è analoga a quella di krugman cioè il tasso di sindacalizzazione diminuisce la mia domanda è perché ho dobbiamo assistere a questi uffici che probabilmente legali come accennato in conclusione del suo intervento che poi probabilmente promuoveranno delle enormi riportate da grisham credo poi regolarmente class actions per conto di città di poco probabili io ritengo per conto di cittadini stranieri che sostituiscono il sindacato ecco però la mia risposta curiosità grande perché il tasso di sindacalizzazione diminuisce e colpa dei sindacati che non rappresentano più o è colpa delle lobby che fanno sorte di lavaggio del cervello dottoressa è una domanda un po sessantottina ma è la mia generazione grazie professore ma vorrei aggiungere anche tra l'altro la cosa straordinaria il libro di krugman che un bellissimo libro che consiglio a tutti e si chiama la coscienza di un liberal uscirà credo in italiano la prossima settimana e che un economista riconosce il primato della politica non credo sia una cosa molto frequente insomma e cita dei cicli politici che hanno determinato quello che diceva poc'anzi signore il tasso di sindacalizzazione nei paesi occidentali america del nord quegli stati uniti e canada europa occidentale diciamo laura 15 perché altri sindacati sono nati i nativi di recente il tasso di sindacalizzazione in forte diminuzione da almeno da quasi 40 anni da circa 40 anni non è stata precisamente un incidente tanto reagan quanto il primo ministro pace hanno intrapreso azioni di scavo dr impatto economico economico e politico per ridurre drasticamente la il potere la rappresentanza dei sindacati le azioni di reagan contro i controllori di volo l'azione della serata cioè contro i minatori hanno prodotto che erano sono state leggi non so gli chiedo di ciò per una sorta di legge che incidevano sulla rappresentanza sui meccanismi di rappresentanza a cui in inghilterra ad esempio non si potevano avere rappresentanti incerti shops certe officine incerti dipartimenti entrava molto nel meccanismo di rappresentanza del risultato è stato di farti minori e di decine di punti il tasso di sindacalizzazione perché con interventi di regale di taxi dei sindacati hanno perso un grandissimo potere di contrattazione che se i lavoratori dopo 2 3 al 5 anni vedono che dalle contrattazioni non sorte non so se le banche non esce neanche si staccano dal dal sindacato ci sono stati altri anche il processo recente che ho interrotto all'inizio di frammentazione dell'attività produttiva in quelle che si chiamano catene di produzione una catena di creazione del valore diffuse per i continenti che perdono il mondo e pongono ostacoli enormi alla sindacalizzazione se un qualcosa viene prodotto in 10 15 20 paesi differenti e questo è il caso di migliaia e migliaia di prodotti oggi come si fa a rappresentare gli interessi dei lavoratori che alla fine producono quel tale oggetto che può esser elettrodomestico un computer molte altre cose anche un servizio di qualche di qualche tipo può essere un film o la campagna pubblicitaria ma la frammentazione delle attività produttive aveva tra i suoi obiettivi anche questo è quello di ridurre l'incidenza del sindacato lo anche se non l'avesse avuta come scopo come scopo diretto ha reso oltremodo difficile la rappresentanza a causa della composizione che in un paese come il nostro popolesi e in molti casi avere due o tre anelli della catena di produzione del valore a 500 800 mila kg resistenza ma anche altre 4 5 a 5 mila a 10 mila ho visto recentemente l'analisi da questo punto di vista di un piccolo elettrodomestico che arriva poi nei supermercati a 120 130 180 euro è prodotto in 10 paesi diversi che fa 11 passaggi complessivi per un totale di 40.000 km cioè i pezzi i primi pezzi sono acciai speciali che partono la svezia vanno in austria per essere trattati e poi vanno in cina da altre parti alla fine finiscono a seattle negli stati uniti complessivamente percorrere 40 mila chilometri in un certo senso il sindacato dovrebbe stare dietro a 40.000 km di movimenti e di processi produttivi da poter rappresentare gli interessi di quella catena dei lavoratori i sindacati hanno commesso errori hanno però stai fatto che le tanto i processi politici quanto i processi economici i primi fortemente emigrati i secondi un po meno mirati ma che vanno nella stessa direzione hanno posto ostacoli enormi alla sindacalizzazione in europa le cose nell'europa continentale le cose vanno un po meglio ma tanto in francia quanto germania quanto in italia i sindacati hanno perso decine di punti rispetto ai livelli di anche in germania dove ci sono sindacati nazionali che sono sono stati pilastri dell'economia anche perché avevano i loro rappresentanti nei consigli di sorveglianza delle imprese hanno perso molto del loro peso perché dinanzi a un argomento come ho firmato un accordo che prevede zero aumenti con aumenti irrisori per i prossimi tre o cinque anni oppure noi delocalizziamo del vienna ma anche il potentissimo meta anche c'è un metro ferraina del tedesco alla fine accetta quella quell'accordo il che vuol dire che l'anno dopo 10 20 o 100 dipendenti per fabbricarne non rinnoveranno la tessera ci sono altri domani ti prego eccomi mi sono impossessato del microfono buongiorno e grazie sono qua professore grazie professore per la relazione lunga e densa di contenuti debbo dire come se una campanella fosse suonata al mio orecchio rispetto a un grande problema che abbiamo proverò a fare delle affermazioni che rispecchiano il mio livello di comprensione di alcuni aspetti del tema che lei ha trattato vorrei avere dei commenti i suoi su questi il primo la prima affermazione questa che c'è un grande processo globale di ingresso in uno stato di benessere di una parte importante dell'umanità che ne era stata fuori una parte importante l'umanità ripeto sono affermazioni che tagliano la realtà perché i processi sono molto contraddittorio però di fatto mi sembra di poter dire che è partito un grande processo in cui delle fasce di popolazioni importanti stanno emergendo dalla povertà da uno stato di economia di sussistenza legato all'agricoltura a questo proposito al di là della delocalizzazione del lavoro a basso valore mi pare che ci sia un processo di delocalizzazione se possiamo chiamarlo così anche del lavoro ad alto valore non molto tempo fa sui giornali ho visto degli articoli su repubblica in particolare in cui spiegava come queste catene del valore e mettono al riparo non quelli che non i lavoratori che producono molto valore cioè i ricercatori ecc ma i lavoratori che producono servizi locali che non si possono delocalizzare e quindi i grandi centri di ricerca che si stanno aprendo in cina per esempio da parte delle aziende farmaceutiche quindi quindi prima affermazione questo grande movimento con un processo molto contraddittorio che porta a un riequilibrio delle potenze economiche e politiche mondiali il secondo la seconda affermazione semplicemente ripeto quello che ha detto lei di questo processo traggono vantaggio le transazionali soprattutto mettendo molta pressione sul lavoro e anche sull'ambiente il tema quale come dice lei che la politica in qualche modo sembra assente e allora il tema da dibattere appunto a lungo oltre questa questa sua presentazione e come la politica a livello nazionale a livello internazionale può può agire mi sembra di poter dire che dato che parliamo di mercato democrazia che parliamo di imprese transnazionali che hanno la casa madre soprattutto nei paesi ocse che sono paesi fondamentalmente al punto di vista politico democratico che ci deve essere un grande processo non credo molto ai politici illuminati che è come dire vanno contro le lobby delle delle società multinazionali credo invece che visto che sono perché sono regimi democratici e che deve partire un grande processo di acculturazione e di presa di coscienza di quali sono gli elementi concreti di questo processo internazionale volevo sapere cosa ne sapeva in proprio cioè se lei pensa che l'esito è più attraverso le politiche illuminate dall'alto oppure processi sociali che vengono dal basso o un mix di questi grazie prima che il professore risponde mi dovrei chiedere però di fare domande un po più brevi ecco cioè più puntuale diciamo grazie riguarda l'ingresso in una fascia generativo benessere bisogna distinguere sicuramente in cina in india e in altri paesi indonesia e brasile ecco una quota consistente di popolazione che ha migliorato di molto il suo livello di vita si può parlare ovviamente di un 100 milioni di indiani fossi 200 milioni 200 milioni dicesi il il problema che anche un problema politica un problema che a che fare con la democrazia è che sono enormemente cresciute le disuguaglianze anche in quei paesi perché rimangono molte centinaia di milioni di persone sia in india che te in cina che sono a livelli di proprietà che stanno tra l'uno e il due dollari al giorno con un arretramento sostanziale rispetto alla situazione di dieci o venti anni fa perché mentre il governo cinese è rimasto un governo che controlla fermamente l'economia tant'è vero che è appunto un terzo delle esportazioni sono prodotte da imprese imprese miste della società con la società ma mister ha abbandonato ogni intento ogni preside di regolazione di fondamenti della vita civile come l'istruzione primaria anche l'istruzione secondaria la sanità la previdenza e quindi centinaia di milioni di cinesi mai degli indiani che prima potevano contare su un minimo di sostegno in questi campi come potremo contare su almeno l'istruzione primaria della gratuita un minimo di assistenza sanitaria che cos'è il gel ne sono oggi totalmente nelle prime allora non è del tutto corretto dire che il benessere dei primi è guadagnato a danno delle condizioni di vita del the seas con di ma non si è nemmeno tanto tanto lontane anche per ragioni di politica economica complessiva la totale apertura gli investimenti diretti dall'estero di paesi come l'india e la cina ha dato origine per volontari rispettivi governi per scelte dei rispettivi governi a un modello economico fondato essenzialmente sulle esportazioni invece che sulla crescita dell'economia interna sul potenziamento del dell'agricoltura lac locale che poteva permettere di sfamare evitare di produrre alimenti per da mezzo miliardo di persone in su quindi mentre l'ingresso nel benessere nella pace debba essere indiscutibile bisogna vedere quali sono i prezzi le cose non viste le cose trascurate le indifferenze a carico di 40 50 60 per cento della popolazione oltretutto volendo fare un bilancio dell'economia sostanziale non l'economia che si misura con azioni con plusvalenze azionarie con indici di borsa con la creazione di credito che poi agli effetti che si sono visti nell'ultimo anno parlando di economia come sistema che deve provvedere la assiste alla sussistenza e quindi alla vita dell'essere dell'essere umano beh le persone al di sotto dei che arrivano fine di due dollari al giorno continua a essere 2 milioni 2 miliardi del 4 nel nel mondo più di 40 per cento quanto 500 della popolazione della popolazione mondiale un miliardo di persone non ha accesso all'acqua d'acqua potabile e il rifornimento d'acqua e comunque distante più di un chilometro dati onu nell'ultimo rapporto sullo sviluppo umano più di un miliardo di persone vive in slums e loro quando parlavi slums che voglio avere veramente baraccopoli bidonvilles favelas eccetera li definisce in modo molto restrittivo come abitazioni di carattere intimo in molti casi scavati nel nelle discariche l'enorme aumento dei prodotti alimentari sta facendo salire il numero di persone che soffrono la fame e che spesso se non muoiono di fame muoiono perché anche un raffreddore per la persona fortemente denutrita e letale lo sto facendo salire da 850 900 milioni a un miliardo dal punto di vista sostanziale l'economia del mondo non è che vada benissimo d'accordo che vi sono in india forse 100 150 milioni di persone che si avvicinano a livelli occidentale è qualcosa di già avviene in avviene in cina però in molte altre parti di quegli stessi paesi e del resto del mondo vi sono situazioni che le stesse nazioni unite definiscono grottescamente miserande è possibile che in un mondo che tutto sommato è così ricco così dotato di tecnologie così dotato di manager capaci di imprese che producono qualunque cosa abbasso abbasso prezzo è possibile che muoiono 25.000 bambini giocano in me tangere o ai cinque anni perché sono delle critiche la minima malattia le uccide oppure morano per l'acqua infetta tipiche malattie infantili al di sotto dei 5 anni l'onu ha celebrato con un notevole vantaggio al fatto che per la prima volta nel 2007 il numero dei bambini morti sotto i 5 anni per cause che potevano essere eliminate curabili con un dollaro al giorno si era stato di qualcosa inferiore ai 10 mila ai 10 milioni il 25 mila per 365 più o meno fa quella cifra l'economia mondo dovrebbe cercare altri successi per vantarsi piuttosto che le si è scesi da 10 milioni e 1 a 9 milioni e ottocento e 800mila quanto chi comincia prima ma io credo che qualche politico illuminato non guasterebbe in nessuno in nessun paese ma poi i provvedimenti gli interventi reali si fanno quando milioni di persone si muovono si potrebbe osservare quanto prima degli dei processi dei fenomeni sociali ad esempio in cina si calcola che in cina vi siano almeno 60 mila movimenti manifestazioni scontri all'anno di contadini espropriati di minatori che monica come mosca nelle miniere nel miniera di carbone di molti lavoratori malcontenti per per qualche per qualche sopruso e il terribile terremoto che ha colpito la cina è aumentato di qualche milione le persone a cui tutto sommato il fatto che a shanghai pechino ci siano i negozi del gucci con i negozi ferrari non basta come orizzonte per per la propria per la propria la propria esistenza e prima di continuare io vorrei introdurre un elemento di attualità italiana e poi proseguiamo con le domande ovviamente una piccola domani un elemento di attualità torniamo in italia tra cina e vorrei fare ha preso il galinho questa questa domanda insomma i sindacati sono indubbiamente sulla difensiva in questo momento perché vicende come alitalia come malcontento diffuso sugli statali eccetera stanno alimentando un clima in cui il sindacato viene percepito come una casta una corporazione alla pari della politica ecco io vorrei sapere se secondo lei questo è un po quello che che diffuso nell'opinione pubblica questa percezione il sindacato è colpa sulla mente delle imprese la politica o il sindacato ha delle responsabilità insomma in questo il sindacato ha sicuramente delle responsabilità anche se non è che quello che è avvenuto nel regno unito negli stati uniti o magari in germania in francia si indifferente della ciò che succede in italia così come la frammentazione dei processi produttivi incidono negativamente sulla possibilità di rappresentanza dei sindacati qui come in molti altri paesi ma sicuramente il doversi il sindacato non mi riconosco anche molti moltissimi calisti di fronte a di fronte sta attraversando una crisi molto molto forte molto molto rilevante ha dei problemi di revisione dei meccanismi di rappresentanza per quanto la frammentazione dei processi produttivi lo possono permettere ad esempio in molte grandi aziende metalmeccaniche comunque tre i giocatori devono eleggere un 1 più rappresentante sindacale sulla base di una rappresentanza di di fabbrica o addirittura di territorio avanti provincia o che non ci sono rappresentanze di di luoghi produttivi la catena di montaggio la logistica la verniciatura i luoghi dove si lavora si suda si soffre ci sono incidenti e così via questo diluisce molto la capacità rappresentativa del sindacato perché un conto è il sindacalista che faceva lui stesso prima il montatore sulla linea che viene eletto e allora può discutere con la direzione i problemi dei regni del controllo degli eventi straordinari della flessibilità della prestazione che ha un'altra forma di flessibilità interna alle aziende se invece viene nominato uno che in quei luoghi di lavoro in realtà non c'è mai lavorato il legame e la capacità di rappresentare gli interessi concreti quei lavoratori viene meno questo è un problema che ha il complesso del del sindacato dei sindacati e che riguarda anche la nuova democrazia interna loro capacità di adeguarsi e si è più vicine ai processi produttivi devo dire però che il sindacato mi pare stia un po esagerando nel parlare di crisi e nel badare a muoversi con estremo garbo per non in un certo senso per non urtare nessuno perché da questo esempio nel documento sottoscritto dalle tre maggiori confederazioni che dovrebbe essere discusso come va come confindustria si tratta di un documento di natale cautela di una tale attenzione anche con delle delle prese di posizione collocarsi in una prospettiva che del tutto dissonante rispetto a quella che potrebbe essere la posizione di un sindacato vi sono dei passi in quel in quel documento in cui si parla del problema della finanza mondiale della finanziarizzazione che sta travolgendo per certi aspetti l'industria perché i grandi fondi di investimento i fondi pensioni sono diventati proprietari di più di metà del dell'industria un po in italia ma poi bisogna dare per bisogna vedere i dati di enza ha un possesso di questo genere forse occorreva una presa di posizione un po più energicamente in quel documento si dice che a fronte della finanziarizzazione del mondo dagli sviluppi della finanza mondiale occorre adeguarsi con nuove forme di intervento ma il problema nasce quando uno pensa di adeguarsi quando uno pensa di adattarsi invece di distanziarsi ricerca rivela dentro di esercitare un po di pensiero un po di pensiero critico e cercando di non farsi tagliare a sinistra che sono da uno come marchionne perché marchionne che ha detto poche settimane fa non se ne può più con la finanza globale perché ha assunto un peso tale da stravolgere anche i bilanci aziendali allo stesso modo di gestire le imprese in un documento dei sindacati almeno quella posizione noi poteva trovare il riflesso mentre c'è una posizione che è per certi aspetti un po a destra di marchionne lei ha detto che l'economia irregolare è strettamente legata all'economia regolare si è questo tema secondo me getta una luce interessante sul tema del festival mercato e democrazia perché se noi guardiamo noi interessante perché se noi guardiamo al caso italia cioè il mio modo di vedere e che difficilmente si possono scindere queste due comuni sembra proprio che l'economia regolare non possa fare a meno di quelle regolare perché gli appalti sono tenuti in un certo modo perché il lavoro deve essere retribuito e ci sono interi distretti anche in italia di lavoro in nero sottopagato per grandi aziende perché anche diciamo per esempio lo scarico dei rifiuti delle aziende viene fatti regolarmente vorrei sapere se secondo lei esiste la possibilità di una economia regolare e sganciata da quella irregolare anche per esempio per quanto riguarda i fondi che vengono investiti nelle aziende che non sempre sono di provenienza pulito lecita se esiste quindi se può esistere un mercato è una democrazia perché mi sembra che nel momento attuale non c'è mercato e non c'è democrazia grazie mi lascerei perdere la questione della finanza lecita o illecita riciclaggio di denaro e perché ci porta su un altro treno a quella dell'economia illegale mentre l'economia informale o sommerso irregolare significa sia da noi che in altri paesi la definizione internazionale significa la produzione di beni e servizi del tutto legali con mezzi zio documentazione irregolare mentre altrimenti si capita se si cade nella produzione di beni o servizi chiaramente chiaramente illegali il legame tra due è innegabile perché l'attività agricola l'attivita lager industriale industria conserviera eccetera beh il 80 90 per cento dei prodotti agricoli degli ortaggi e cesa viene raccolta da manodopera prevalentemente immigrata con loro salari da due dollari loro tre dollari l'ora con il 30 40 50 300 di irregolari ma quelle poi diventano prodotti del tutto regolare che vanno a finire nei supermercati o da altre altre parti è un problema in realtà di portata di portata globale di portata mondiale perché nell'ultimo rapporto sul 5 passione del mondo dell'olio che è di pochi che di pochi mesi fa si nota che quasi il 50 per cento di quei 3 miliardi gli occupati sono occupati nell'economia informale sia come coadiuvanti in famiglia sia come lavoratori autonomi o altro e volendo pensare a una politica del lavoro globale è molto difficile pensare a i nostri 5 milioni poi due milioni di francesi tre milioni di tedeschi e poi non so i 100 milioni di lavoratori regolari dell'america latina pensare di portare tutti sotto un contratto regolare firmato dalla legge sancito dai dalle corti e così via ovviamente bisognerà trovare dei terreni di percorso di avvicinamento intermedio è molto difficile ma non è mai stato tentato il di solito l'atteggiamento nei confronti dell'economia informale con cui regolare è quanto a discorsi ci fanno concorrenza mentre se sparissero dall'agricoltura gli irregolari due giorni dopo crescerà baglioni nessuno rimarca de prisco il 30 53 cento dei prodotti di origine agricola quindi potrebbe cominciare come la donna sono stati riconoscimento pubblico del fatto che l'economia regolare è una componente importante dell'economia nell'economia formare irregolare e poi bisogna pensare a qualche forma di transizione di via intermedia che non sia soltanto quella degli ispettori del lavoro giovano anche quelle ce ne vorrebbero di più dovrebbero essere dotati i migliori i migliori mezzi va tutto va tutto bene ma visto che nessun paese è mai riuscito a sconfiggere l'economia irregolare ma semmai soltanto a ridurla ovviamente tra la piena formalizzazione e la totale informalità la totale assenza dei diritti bisogna studiare qualche bacino intermedio dove almeno alcuni milioni di persone in posizione totalmente irregolare possono trovare un inizio di regolarità senza pensare appunto di portare immediatamente entro il 4 di contratti simili a quelli che conosciamo dell'economia come regola è un problema di cui si sta occupando molto l'oil organizzazione internazionale del lavoro perché quando 45 per cento delle forze di lavoro nel mondo occupate sono nell'economia informale non si può pensare soltanto a che so angolare 100 milioni di ispettori del lavoro per mandare in giro a parte il fatto che mandare in giro ed ispettore del lavoro nel nicaragua o da altre parti può essere non solo difficile ma come rischioso acceso si professore visto che ha appena citato in risposta alla domanda del giornalista il modello contratto alla riforma del modello contrattuale facendo un accenno critico penso che l'accenno critico possa essere riferito anche al discorso che la riforma di questo modello contrattuale che peraltro è fortemente voluta da confindustria forse l'ha proprio nella direzione di abbassare i redditi e i diritti piuttosto invece che di innalzarli in un mondo globalizzato allora si rischia appunto di andare ad un modello contrattuale che indebolendo il contratto di lavoro nazionale priva in realtà di certezze tutto un mondo del lavoro dando ancora di più mano libera diciamo alle imprese che come lei ha detto in un bellissimo libro il consumano della flessibilità la flessibilità in italia contrariamente a quanto arriva mediamente all'opinione pubblica è altissima cioè sulla flessibilità alle imprese possono già fare conto sono le persone lavoratori che però stanno pagando il prezzo di aumento di profitti e di globalizzazione ora da lei un parere espressamente sul memorandum su come vede lei il rapporto quindi tra contrattazione di primo e di secondo livello grazie rispondendo contribuirò la mia fama di citata all'inizio della ma a che punto è sempre interessante mettere insieme pezzi articoli test i dati che provengono da fonti molto differente che sembrano toccare gli elementi del tutto discreti del tutto staccati tra loro mentre cucendo insieme poi nascono nuove prospettive nelle stesse settimane in cui si elaborava quel documento delle tre confederazioni si parlava molto del contratto nazionale della necessità di riformarlo e così via alcuni grandi quotidiani pubblicano dei servizi moto va infatti fondate su dati che provengono da documenti di banche centrali di banche di banca internazionale si diceva che se avessi facevano ricordavano che negli ultimi 20 anni almeno dagli 8 ai 10 punti di pil si sono spostati dal lavoro al ai profitti al capitale che alle rendite non è soltanto come forse sembrava leggendo qualcuno di questi articoli non è soltanto il lavoro indipendente anche il lavoro autonomo di livello medio medio basso fa parte di quello di quel bacino di lavoro che ha perso il 20 anni più di 8 punti e in meno di quindici più di tre e mezzo tre punti e mezzo di pil fanno 52 miliardi vengono 5 ma al 52 miliardi e mezzo mai contati è un trasferimento enorme soltanto negli ultimi 15 anni se parliamo di 8 punti fra 8 per 15 fa 120 miliardi di spostamento da dal reddito da lavoro ai profitti e rendite e cesa l'unico strumento democratico legale per di più esistente che vi sia per cercare di fermare la corsa allo spostamento verso le imprese le aziende verso al 5 per cento 10 per cento superiore della popolazione perché poi quello il risultato a sfavore del lavoro l'unico strumento esistente di contatto nazionale perché contratto nazionale nella sua globalità può dire no si fanno un po di calcoli e si stima che se si va in quella direzione si perda nel giro di tre anni 50 un altro mezzo punto mette in mezzo punto bisogna cercare di guadagnare semmai credo che recuperare 38 punti sia molto difficile un impegno storico pietro se dati ineccepibili di fonte ineccepibile dicono che c è stata un enorme spostamento dai redditi da lavoro compreso nella fascia importante di lavoro di lavoro autonomo ai redditi da impresa capitale rendite eccetera questo dovrebbe per lo meno e si è tenuto presente quando si parla di contratto nazionale invece nel documento delle tre confederazioni non c'era minimo accenno al fatto che quello è l'unico strumento per casey si può discutere con il proprio datore di lavoro ma io vorrei 300 euro in più al mese perché sa io come classe ho perso tre punti e mezzo di pil ma il discorso un po difficile fare nei confronti del datore di lavoro è un quindi scorso da fare nell'ambito delle trattative sul contratto nazionale praticamente gli stessi giornali avevano in prima pagina in molti in molti casi con titoli altisonanti l'incredibile esproprio di salari operato negli ultimi 20 20 anni che e poi a pagina 2 a pagina 3 occorre andare verso una modifica del contratto nazionale perché troppo vincolante troppo non mette insieme le due cose poi ne trae delle conclusioni buongiorno professore mi chiamo francesco sono un lavoratore precario quindi interinale di un consolato italiano in africa e grosso cosa c'è in africa nigeria e mi occupo di tematiche relative alla politica dell'immigrazione che quindi è naturalmente molto direttamente collegata alla politica del lavoro volevo suo parere su quello che può essere l'impatto dei flussi migratori verso il nostro paese relativamente a quella race to the bottom di cui si parlava prima nella sua analisi ovvero se in flussi migratori appunto inarrestabili e continui verso nostro paese verso i paesi occidentali contribuiscono appunto ad abbassare quella tutela dei diritti dei salari che riguardano i lavoratori a livello globale grazie al momento attuale ciò che la loro consistenza attuale i flussi migratori non sono nemmeno sufficienti per compensare il decremento della popolazione il tasso di natalità in italia per per donna in età in età fertile è intorno a 1,3 dovrebbe essere 2,1 per avere una popolazione costante per mantenere la popolazione costante occorrerebbe almeno 300mila nuovi cittadini arrivati da qualche parte in questo è di grande importanza anche per temi come la previdenza come le pensioni il sistema pensionistico che sono una componente importantissima delle condizioni delle condizioni di lavoro il bilancio dell'inps ad esempio a 6 il meno peggio di quanto non lo si dipinga per interessi più più o meno evidenti anche perché da nel corso di alcuni anni vi sono centinaia molte centinaia di migliaia di immigrati che passano gli immigrati ormai regolarizzati che pagano regolarmente le loro quote all'inps e dato che il nostro sistema di pagamento delle pensioni rimangono sistema a ripartizione per cui uno che lavora paga la pensione diciamo meglio 23 che lavorano pagano la pensione a a1 che non lavora non lavora più quello è un contributo molto importante al all'equilibrio del sistema del sistema previdenziale e anche le previsioni che ci facevano anni fa sul calo demografico sono un po meno peggio di quanto non fossero alcuni anni fa grazie appunto al inviare parliamo degli immigrati regolarizzati perché sono quelle che finiscono contati nelle statistiche delle statistiche della dell'inps quindi a parte qualche settore forse forse l'agricoltura forse qualche altro sotto settore della green dell'agro industria la manodopera immigrata non è competitiva non è concorrenziale per che occupa posti di lavoro che non che non sono più graditi che non sono più accettati da giovani italiane tipicamente il caso della cultura oppure essendo le condizioni di lavoro e le retribuzioni e tutto sommato le medesime perché sono stati regolarizzati non c'è un'effettiva pressione come la principale è quello demografico senza immigrati saremmo verso il non molto in là verso il 2035 o giù di lì avremmo perso 10 milioni di abitanti con la popolazione sempre più sempre più anziano abbiamo bisogno per mantenere popolazione stabile di almeno 300 mila ingressi regolari e l'anno per il momento abbiamo 500 mila sì buongiorno volevo chiedere secondo il professor gallino stato un attimo volevo chiedere al professor gallino come mai in italia si parla di flessibilità e non di precarietà e viene confusa la flessibilità con la precarietà in quanto molto spesso vengono fatti dei paragoni tra l'italia resto d'europa senza effettivamente contestualizzare da un punto di vista socio culturale e istituzionale i vari paesi europei nel senso che il neoliberismo il mercato libero in inghilterra neo liberismo in italia hanno un effetto completamente diverso cioè la flessibilità del lavoro in inghilterra per esempio vuol dire che tu hai un contratto ai contributi pagati i tuoi diritti sono comunque regolarmente rispettati mentre in italia c'è un andamento a livello di sfruttamento di mercato nero di co.co.pro un pullulare di contratti contrattini eccetera eccetera e di lavoro sommerso che assolutamente non è non è riconosciuto cioè voglio dire sono sempre si parla sempre di politica neoliberale però evidentemente in un contesto chiuso e se possiamo dire clientelare del tipo italiano ha un effetto diverso rispetto a quello dove c'è un mercato libero la competizione all'aperto c'è un sistema meritocratico appunto io conosco questi due paesi quindi le faccio e quindi mi chiedo come mai quando si parla di lavoro precario di lavoro flessibile c non si contestualizza appunto la situazione italiana rispetto ad altri paesi europei dove effettivamente magari le politiche del lavoro come diceva lei sono un pochino più cioè invece che ad abbassare il livello globalizzazione in basso si i diritti vengono in qualche modo innalzati non so se mi sono spiegata apprezzato non sono d'accordo sui sulle promesse del suo del suo intervento perché la situazione in altri paesi e differenze varie ma nel fondo sostanzialmente si vive la nostra è chiaro che un film e non può sostituire un rapporto di ricerca ma che lei ha visto l'ultimo film di ken loach che si intitola lo fanno tutti che riflette molto bene per quanto possa conoscere il regno unito quello che succede che succede laggiù la precarietà di una fascia molto rilevante della popolazione che è soggetta libertà assenza di diritti di ogni di ogni tipo nel quadro di un mercato del lavoro molto dinamico e semmai di retribuzioni un po più alte ma certamente non ti diretti maggiori la situazione in in francia è sostanzialmente simile alla nostra vi sono innumerevoli rapporti di ispettori del lavoro ad esempio francese che dicono per carità tanto per cominciare a parigi si trova di tutto nel cantiere del della dei fans nei migliori ristoranti con due o tre stelle sulla guida michelin dovunque si dovunque si vada si trova un notevolissimo livello di lavoratori irregolari e precari in germania non parliamone una parte molto importante della letteratura sulla precarietà o meno sulla precarizzazione viene dalla germania perché le leggi le correnti leggi ars di modifiche del mercato del lavoro hanno sostanzialmente accresciuto la carità per quanto riguarda la futura una francia forse uno dei maggiori sociologi del francese degli ultimi degli ultimi decenni bugie già intorno al 1995 giù di lì ha scritto scritto la fotomodella intervento che si concludeva dicendo oggi la precarietà se pato non c'è limite alla diffusione della della precarietà non credo vi siano differenze sostanziali tra i diversi paesi anche perché la letteratura è nel mio libro cito qualche centinaio di rapporti articoli di diversi paesi stati uniti e paesi europei e ciò dà il nome decimi tra letteratura viene dalla francia dalla germania dal regno unito viene dalla svizzera per gli svizzeri varia volta in svizzera a parlare di queste cose la precarietà la flessibilità è un problema quindi a mio avviso non vi sono differenze sostanziali nel livello di di precarietà soprattutto di pregare per legge mentre vi è una differenza di quantità perché noi abbiamo intorno al 20 per cento di economia sommersa sul pil forse qualcosa di più francesi tedeschi probabilmente ne hanno la metà o giù di lì ma quanto a fenomenologia della precarietà sono solo gli stessi francesi scrivevano grossi libri sulla precarietà più di 15 anni più di 15 anni fa la differenza tra flessibilità e per carità è importante flessibilità è il termine tecnico diciamo così esiste la flessibilità dell'occupazione che significa possibilità di assumere e licenziare senza troppe regole che magari senza senza senza regole che in altri paesi è più alto che da noi in danimarca dove sono anche più elevato i contributi sociali per le politiche attive eccetera la libertà di licenziamento è molto elevata quindi è molto elevata la flessibilità della occupazione dovrebbe significare maggior facilità di licenziamento e maggior facilità di trovare subito un altro co lavoro diversamente dal caso molto specifico della danimarca quello che succede che in molti casi c'è il licenziamento ma poi lavoro arriva parecchio tempo dopo la flessibilità della prestazione una cosa diversa perché significa orari modulare orari annuali variabili per cui si lavora 32 ore per alcune settimane 48 52 o più in altre settimane si lavora tournée si fa il lavoro il partito e altre cose le altre cose del genere è quella la flessibilità della prestazione che può aver luogo entro contratti di lavoro nazionali ragionevolmente garantiti c'è una terza variante la flessibilità che la flessibilità del tempo cioè il cosiddetto flexi time noi abbiamo ancora trovato una italianizzazione e flexi times significa lasciare una quota importante dei dipendenti di un'azienda liberi di scegliere le ore ed entrata e uscita la durata dell'intervallo che in molti casi anche il numero di giorni alla settimana che lavoravano per cui lavorano quattro giorni a settimana e se quella dopo la svezia forse dove gli esperimenti di flexi time sono più avanzati e che sicuramente sono esperimenti interessanti per adeguare le richieste di flessibilità che in certi casi le stesse persone avanzano la necessità di continuare a studiare la necessità di portare un figlio almeno ai terni od oltre un ritorno agli agli studi la flessibilità poi se utile alle persone quando non è importa perché se io voglio fare lavorare in certi giorni e obbligano a lavorare in altri la flessibilità non va più bene quindi flessibilità tecnicamente vuol dire tre tipi libertà di licenziamento e facoltà vi.ri facilitati riassunzione variabilità della prestazione per far fronte alla variabilità dei processi produttivi variabilità dell'organizzazione del lavoro la precarietà è quello stato del l'incertezza di insicurezza di costi umani e sociali che deriva dall eccesso di flessibilità dell'occupazione in particolare perché un conto è un contratto a termine un contratto in scadenza o di collaborazione coordinata poi un secondo contratto poi un terzo contratto dopo l'ottavo del cibo contratto e l'esistenza che diventa precaria perché diventa precario il reddito come con double inizio 8 9 mesi di reddito quando tutto va bene invece di 13 diventa precari alla previdenza chi ha cominciato molto presto a stipulare contratti ad accettare contratti di collaborazione coordinata chi ha cominciato dieci o quindici anni fa va incontro pensione dell'ordine del 30 per cento di un solaio medium quindi per carità della previdenza diventa precaria ossia incerta ma malsicura imprevedibile la capacità di accumulare del accumulare delle esperienze professionali perché in qualche caso passare da un'azienda all'altra può che giovare moltissimi altri casi non giova affatto serve soltanto a distruggere la professionalità presidente per carità di rappresentanza sindacale perché come si fa a rappresentare coloro che in un'azienda sono presenti per due settimane o tre mesi e molto difficile rincorrere la loro la loro rappresentanza quindi flessibilità 3 nozioni tecniche tra loro concatenate anche se molto differenti tra di loro precarietà che la vita la vita precaria di sicura incerta che deriva soprattutto dal cesso di flessibilità dell'occupazione in kune un attimo e poi direi magari facciamo ancora 12 domande professore stiamo sfinendo eccomi la domanda che mi veniva la parola poc'anzi delle del modello tedesco diciamo dove notoriamente in germania c'è un modello si chiama la mitbestimmung compartecipazione alla decisione dell'azienda il ministro sacconi forse facendo appello alle sue origini socialiste una settimana fa una settimana fa ha parlato della possibilità di introdurre diciamo una partecipazione di lavoratori all'azionariato delle imprese delle aziende lei lei cosa ne pensa cosa ha capito soprattutto e cosa pensa veramente perché monde la compartecipazione a cogestione tedesca un conto e congestione e un conto e azionariato che tra l'altro sta anche scritto una costituzione c'è un articolo della costituzione nel titolo iii che dicevo cito da qualche parte nel mio libro dice che la repubblica favorisce la partecipazione al campionato e capita nazionale dei lavoratori la collezione lo tedesca è una cosa molto grosse molto seria perché deriva direttamente dal dettato costituzionale ed allora non si chiama costituzione si chiama comunica jazz legge legge fondamentale che è stata articolata poi in legge che dicono che nelle aziende mi pare sotto i mille dipendenti nel consiglio di sorveglianza deve essere un terzo di rappresentanti dei sindacati e nelle aziende con più di 1000 2000 di rivedere il limite esatto dipendenti i rappresentanti di sindacati diventano il 50 per cento dato che poi nei consigli di sorveglianza sono presenti anche i lander e questo ha fatto una grossa differenza nel determinare le condizioni di lavoro dei lavoratori tedeschi e anche nel determinare retribuzione che sono tra il 20 e il 40 per cento netto più alto del più alto delle nostre per quanto in quella d'italia la legge di riforma del diritto societario del gennaio 2003 mi pare ha introdotto la possibilità per le società di scegliere il sistema di governo dell'impresa dualistico e quindi di introdurre la distinzione tra consiglio di gestione ossia consiglio di amministrazione e consiglio di sorveglianza finora risulta che pochissime aziende abbiano finora scelto il sistema dualistico però sta il fatto che la legge blocca lo prevede potrebbe essere facilitato potrebbe essere sollecitato anche dalla come si dice la moral suasion la persuasione morale che un governo può esercitare al fine di estendere il consiglio il sistema dualistico è però dovrebbe sta scritto da qualche parte mentre nella legge italiana non sta scritto che il consiglio di sorveglianza è obbligatorio che ci siano rappresentanti dei sindacati perché se non è obbligatorio diventa qualcosa di molto di molto gli eventi di scarso di scarso mordente però se si sceglie il sistema dualistico e si si vincolano le imprese ad avere una rappresentanza dei sindacati mi pare che siamo lontani perché appunto in germania si parte della costituzione ed a noi appare più difficile però che una strada percorribile sarebbe un passo verso una democrazia economico la democrazia un po più computer la partecipazione al capitale azionario possesso di azioni è tutt'altra cosa che anche in altri paesi in francia ad esempio venne un certo numero di aziende che offrono azioni o a tutto il personale come quella di f le 13 ed è falsa e altre che la limita non so dai capi nel capire nel quadro in su però quando uno ha in mano mille e di azione con 2 mila euro di azioni che fa va nelle assemblee degli azionisti che dice a noi non vorremmo che la nostra azienda si fondesse con l'altra impresa polacca perché non mi sta bene il piccolo piccolissimo ogni film l'azionista non ha nessun potere
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