Investitore consapevole
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Investitore consapevole
L’analisi dei grandi cambiamenti macroeconomici, politici, sociali e tecnologici degli ultimi quarant’anni dimostra che è necessario adattare il proprio approccio agli investimenti a un mondo in continua evoluzione, dove è sempre più importante avere la consapevolezza di come il comportamento finanziario può influenzare il pianeta e il nostro modo di vivere. Ne discutono, attraverso il libro "Investitore consapevole", Rinaldo Sassi, Paolo Bosani, moderati da Cheo Condina.
Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Sottotitoli creati dalla comunità Amara.org Buongiorno a tutti. Benvenuti alla presentazione di Investitore consapevole. È un libro che è stato scritto da Paolo Bosani e Rinaldo Sassi. Le loro cariche le vedete, ma vi racconto un po' chi sono. Paolo è una vecchia volpe della finanza dell'Espalmo gestito. È stato tra i fondatori di Kairos SGR, che è uno dei punti di riferimento dei fondi dell'Espalmo gestito. Invece Rinaldo è founding partner di STPG, che è una casa di investimento e docente all'Università di Parma. Hanno scritto un libro molto interessante. Io l'ho letto in due giorni prima di arrivare qua devo dire che ha degli spunti piuttosto originali. Anche per i giovani, sono contento, perché qui in sala abbiamo tanti ragazzi. C'è una buona percentuale di giovani secondo me si avranno la forza di prendere questo libro spero che gli venga dopo questa presentazione di leggerlo. Troveranno sicuramente degli spunti per capire come anche loro possono cercare nel loro piccolo di cambiare quella che sarà la finanza e il mondo di domani. Una premessa e poi lascio lo spazio ai nostri autori. Investitori consapevole, non aspettatevi di trovare dei consigli di investimento. Uno, perché se loro ce li avessero o io ce li avrei, non avrei potuto fare questa presentazione. Al proposito, nel loro libro, loro ricordano questa frase. È molto difficile fare previsioni, soprattutto riguardo al futuro, che è quella di un premio Nobel per la Fisica, il danese Nils Bohr. Direi che è un parere piuttosto autorevole. Quindi, insomma, fare previsioni per il futuro è difficilissimo. Loro ci spiegheranno quali sono le condizioni economiche, finanziarie e sociali che si sono determinate per dare di percorrere un certo tipo di futuro. E guarderanno anche all'indietro e ci diranno che cosa è successo negli ultimi 50 anni. Anche perché poi capire che cosa è successo è molto importante per sapere quello che succederà. Chiudo ricordando un dato di, diciamo, un elemento di grande attualità. Forse molti di voi non l'avranno visto, ma questa mattina è arrivata la notizia che è stato trovato un accordo sull'inalzamento del tetto del debito americano. Altrimenti, diciamo, gli Stati Uniti sarebbero finiti in default. Ogni anno alla fine è sempre la stessa cosa, l'accordo si trova. Però era un qualcosa che teneva in tensione i mercati finanziari. Ecco, proprio 1981, quindi stiamo parlando di più di 30 anni fa, quasi 40, è ormai passati troppi anni, si parlava sempre proprio di questo questo fu uno degli elementi che ha nescato un trend sui mercati, sull'economia globale, che io vorrei che voi raccontaste a chi ci ascolta. Sì, una delle nostre idee forti è che tutto il mondo che comincia all'inizio degli anni 80 è un mondo caratterizzato da un nuovo modello politico, quindi l'arrivo della touch, l'arrivo di Reagan, da una tecnologia che consente finalmente di delocalizzare, l'arrivo della Cina con soprattutto la sua grande forza a lavoro che mette sul mercato, comincia un'epoca di 40 anni che porterà poi a un livello di tasse di interesse da dove stavano allora all'inizio degli anni 80 fino ai tassi 0 negli Stati Uniti, 0,5 negli Stati Uniti e negativi in Europa. Questo trend nel nostro modo di vedere le cose, o meglio questo sottofondo socio-economico, oggi non c'è più, è completamente sparito, sta cambiando velocemente vedremo poi quali sono le caratteristiche magari di questi cambiamenti, ma la cosa che è abbastanza curiosa è che andando, come abbiamo fatto, a ripercorrere le prime pagine dei giornali di allora, in particolare, se avrete voglia di leggere il libro, prendiamo una data che ha un certo valore, che è il 30 settembre del 1981, quel giorno la prima pagina del New York Times paradossalmente riporta, o forse direi più ironicamente, riporta tutta una serie di temi che sono fondamentalmente ancora i temi di cui parliamo oggi, perché si parla tanto di immigrazione, c'è un provvedimento di Ronald Reagan per cercare di fermare gli immigrati che arrivavano da Haiti, c'è una lunga di atriba sui rapporti Russia e Stati Uniti perché all'arrivo di Reagan alza un po' l'asticella dei rapporti tra Russia e Stati Uniti e soprattutto al centro del New York Times c'è un lungo articolo in cui questa brava giornalista si dice fortemente preoccupata perché il tetto del debito pubblico americano verrà alzato a un trilione, se considerate oggi più o meno il debito pubblico americano ammonta a credo 31 trilioni e passa, quindi di strada se n'è fatta molto le preoccupazioni quindi erano abbastanza infondate, però vi dà l'idea che anche cambiando un sottofondo socio-economico in maniera importante, come vedremo dopo, è curioso che i temi poi ritornano fuori periodicamente, come quello del tetto sul debito uso. Ecco, ma visto dal punto di vista dei mercati, quindi di un investitore, perché poi insomma non tutti ma molti di noi magari hanno investito nell'espanio gestito, magari ha il classico portafoglio bilanciato, 60% azioni, 40% obbligazioni, magari ha investito in titoli di Stato, questo periodo di cui stiamo parlando, quindi 1981 fino al 2008, che rendimenti ha dato? Perché sono rendimenti straordinari, voi avete fatto un esempio numerico veramente eloquente. Facciamo questa premessa, se questo tetto del debito non fosse alzato, gli Stati Uniti si troverebbero in una situazione di default tecnico, da molti punti di vista, e questa situazione porterebbe inevitabilmente a un cambio di percezione rispetto a quello che è stato considerato negli ultimi 40 anni l'investimento percepito più sicuro al mondo, nulla è percepito più sicuro dei treasury, quindi noi abbiamo fatto un giochino, abbiamo immaginato che un nonno decida a un certo punto di regalare 100 mila dollari a un nipote, li mette in una cassetta di sicurezza e investe però nell'investimento più sicuro, più privo di rischio che ci possa esistere e il nipote dopo 35 o 40 anni apre questa cassetta e si ritrova questo titolo, rappresentativo di titoli di Stato americani, quindi con un rischio praticamente nullo, questo pezzo di carta ha reso il 1300%, questo vi dà l'idea di che cosa è stato. Quindi quando sono diventati da 100 mila a un milione e tre. La cosa ancora più ironica riguarderebbe invece un nipote più fortunato che ha trovato 100 mila euro rappresentativi di un indice Standard & Poor 500, quindi una cosa semplicissima, la borsa più semplice al mondo, un titolo rappresentativo di qualcosa estremamente facile lui invece a questo punto avrebbe ben più che 10 milioni di dollari. Quindi questo vi dà l'idea di che cosa è successo sul risparmio, sul mercati finanziari, avendo come substrato quel contenuto socioeconomico che abbiamo evidenziato, che sono poi fondamentalmente un'ideologia politica che favoriva sicuramente il capitale rispetto al lavoro, l'arrivo della Cina e la forza della globalizzazione in funzione di una tecnologia che consentiva di ridurre molto i tempi e le distanze come era prima il computer e poi internet. Però attenzione perché la cuccagna è finita, magari chi investe se ne ha accorto già da nuovo, è chiaro, ci sono state performance un po' altaleinanti in questi anni della borsa, secondo me c'è anche da essere abbastanza soddisfatti, però quella cuccagna là è finita, perché Rinaldo? Perché la parola debito da cui siamo partiti in realtà a rovescio significa credito voi in questa sala secondo me siete creditori di qualche controparte lunedì mattina quando apriranno i mercati transeremmo qualche miliardo di operazioni queste operazioni in realtà pensiamo che siano di capitale tra aziende, ma in realtà riguardano prevalentemente tre volte tanto il credito che noi concediamo a qualcuno e dentro i nostri portafogli c'è questo credito che ha vissuto di tassi alti e ci hanno reso soddisfatti in alcuni periodi come stavi dicendo in alcuni periodi invece ci rattristano perché sono piatti o addirittura diventano negativi. E su questo che noi ci siamo soffermati un attimo, cioè ok, questo è stato il passato, il passato ci ha insegnato a finanziarizzare l'economia, cioè abbiamo dato finanza ma in realtà non abbiamo sviluppato parallelamente una quantità di economia reale che fosse equivalente, quindi abbiamo creato una gigantesca bolla che in questo momento è diffusa sul sistema. Che cosa possiamo fare per cambiare le cose? Secondo noi ci sono degli elementi, con Paolo ne abbiamo discusso lungo, che in questo momento ci invitano a cambiare radicalmente il nostro modo di pensare probabilmente anche il nostro comportamento. Nel libro la parola consapevole è sottolineata da tre concetti sottostanti, parliamo di reddittività e chi di noi non si preoccupa della reddittività del suo patrimonio, di responsabilità, credo ci stiamo allenando, questo è un mondo che ha bisogno tra i megatrend di rispettare di più il pianeta, quindi di essere ESG e poi c'è una parola che è impegno attivo, l'impegno attivo è diverso dalla responsabilità, l'impegno attivo è qualcosa che vi invita a farlo a titolo personale vi riempie a livello dell'anima, vi dà la possibilità di sentirvi parte del processo di sviluppo del valore, ma essere consapevoli mentre prestiamo i soldi a un fondo o a una gestione è complicato. Sì, perché poi c'è il classico, si compra il fondo ESG, compra il fondo green, che non investono in armi, che investono in energia pulita, questo lo possiamo fare tutti. Però il vostro libro va oltre, ci fate un esempio concreto? La consapevolezza sta nell'idea che il nostro lavoro, il nostro tempo il capitale che noi utilizziamo possono stare più vicini, più insieme, perché in realtà l'economia ha bisogno di rete, nessuna azienda si salva da sola, tutte le aziende hanno bisogno di interagire hanno iniziato a farlo con voi prima di tutto da clienti. In questa sala sicuramente partecipate a app, avete la possibilità di interagire con produttori di telefone, computer, trasmettete dati. Io questa mattina venendo da voi ho attraversato uno degli sponsor, ho utilizzato l'autostrada del Brenner, ho trasmesso dati, gli ho concesso di sapere che stava venendo qua, perché il mio Telepass era collegato. Così come voi quando partecipate ai social network lasciate dati questi dati hanno un valore importantissimo, ma non ne siete partecipi. È come se di quelle aziende a cui prestate i dati non prestaste la parte migliore di voi, che è quella professionale. C'è un'evoluzione, la tecnologia ci consente di abbinare la nostra capacità professionale e il capitale. Quindi ad autostrade qualcuno bravo tecnologicamente oggi può dare un'idea, può consentire ad autostrade di aumentare i servizi, di offrire qualcosa in più voi potreste essere quotisti di questa società ma non semplicemente col capitale, col vostro mestiere, così come il mestiere di giornalista può essere inserito all'interno di una generazione di contenuti e valori che interessa tante aziende e questa cosa avviene solo per un fatto. C'è tecnologia, una volta non potevamo scambiarci i dati, oggi sì questi dati ci consentono di essere un investitore di capitale, di professione assolutamente diverso da prima, molto più interattivo. Voi con Nomisma a proposito di giornalismo avete fatto, mi parlavi di un'intesa, c'era un progetto più che altro che era interessante, ce lo racconti, Nomisma è un istituto di ricerca bolognese. Amiamo l'intra presa, abbiamo bisogno di sviluppare idee, accompagnare i giovani che in questo momento stanno uscendo delle università per sviluppare i loro progetti, le startup sono interessanti, alcune muoiono ma altre stanno aprendo opportunità infinite. Fare una ricerca su questo campo richiede una base dati importanti, la base dati ha molto valore e non può essere morta a se stessa, c'è bisogno di interazione, il giornalismo insieme con chi fa ricerca come con noi con chi cerca le buone idee deve stare insieme. Questo ci permette di realizzare una società condivisa in cui ognuno di noi ha un ruolo, porta delle cose e contemporaneamente ha messo magari un chip di capitale questo ci alimenta, sarà un progetto in cui noi verremo della nostra capacità di lavoro ma anche della nostra capacità di apportare capitale, le cose devono stare insieme altrimenti sono disgiunte, oggi esistono quelle che noi chiamiamo ragnatele economiche ma esisteranno in futuro le ragnatele finanziarie, le ragnatele finanziarie sono cose semplici, durante la pandemia i gruppi di rock, mi sento rock perché ho il microfono che mi assomiglia a qualche concerto, i gruppi rock non riuscivano a fare concerti, hanno chiesto ai loro sostenitori di contribuire anticipando denaro che gli consentiva di sviluppare LP, CD, la mia età tornando a 40 anni mi riporta le cose vecchie. Ecco queste persone hanno lavorato in crowdfunding, in reward crowdfunding, cioè hanno un beneficio perché hanno dato denaro in cambio riceveranno la possibilità di andare a concerti, non solo qualcuno ha cominciato a scrivere testi, a contribuire con questi gruppi per poter portare la sua capacità, questo è un mondo nuovo di cui come scriviamo insieme con Paolo non vediamo che l'inizio, noi non siamo in grado di capirlo fino in fondo, però diverse novità si stanno introducendo. Beh sicuramente le tecnologie di oggi favoriscono lo sviluppo di questo mondo nuovo giustamente non è possibile oggi come dire ipotecare il futuro con le tecnologie che vediamo in questo momento, volveranno e ci daranno nuove possibilità. Ma come è nato questo libro? Ha un'origine un po' curiosa e poi dovete raccontare anche come è nato l'occhiello, anche questo si collega alle tecnologie. No, l'origine del libro nasce da una serie di chiacchierate che cominciamo ormai quattro anni fa con Rinaldo in cui a noi pareva chiaro, evidente, che questo mondo, quello che per semplicità chiamiamo il mondo dei inizi anni 80, stava cominciando a sgretolarsi e badate bene, 4 anni fa non esisteva il Covid, non esisteva la guerra in Ucraina questo ci ha molto affascinato, perché? Perché ci ha dato la sensazione che quando comincia a vedere un trend poi questo trend trova al suo interno il modo per accelerare le vicende sia dall'Ucraina da una parte sia del Covid dall'altra non hanno fatto altro che accelerare lungo questa strada che è quella di vedere un po' sgretolarsi quel mondo costruito negli anni 80. Oggi parlare di neoliberismo è quasi fuori moda, oggi c'è molta più attenzione verso i fattori, ma anche da parte dei governi c'è molta più attenzione verso le desuguaglianze. Oggi la Cina farà fatica a mantenere il suo ruolo di fabbrica del mondo perché sapete che abbiamo scoperto che non possiamo far dipendere il nostro benessere, le nostre mascherine, i nostri semiconduttori semplicemente da paesi che stanno chilometri di distanza da noi e quindi si parla sempre di più di French Orient, di riportare a casa supply chain in paesi che sono molto più omogenei. Quindi tutto questo mondo sta piano piano cambiando. Il Covid, prima la guerra in Ucraina, dopo hanno dato un'ulteriore accelerazione a questo cambiamento e quindi ci è apparso che forse è arrivato veramente il momento, perché era talmente evidente che questo mondo sta cambiando, che abbiamo provato a metterlo per iscritto. Poi la sintesi del sottotitolo veniva un po' difficile e allora veniva soprattutto difficile mettere insieme tre elementi che sono la reddittività. Tra reddittività, responsabilità e impegnatività, i primi due venivano. I primi due venivano, i primi due non venivano. Allora abbiamo fatto la cosa che secondo noi impareremo tutti a fare. L'abbiamo chiesto a chat GPT e ha detto impegnativo, perfetto. Poi magari se ci sarà modo e tempo di parlare anche di quello che sarà il contributo dell'intelligenza artificiale, ma almeno in questa fase l'intelligenza artificiale sarà soprattutto un fattore di collaborazione noi lo scriviamo nel libro e siamo molto meno preoccupati sul discorso che l'intelligenza artificiale possa rappresentare una totale perdita di lavori esistenti attualmente. E poi sarei interessato a capire anche nel mondo degli investimenti come può influire l'intelligenza artificiale. Magari ci dà un portafoglio ottimale, dubito. Provo io? Allora sul mondo degli investimenti, lo raccontavamo prima, tendiamo a, questo è una mia idea personale che meno ha riguardato un confronto, io tenderei a dividere tra quello che è trading e quello che è investimento. Ci sono due cose completamente diverse ormai. Secondo me il trading è una scienza e in quanto scienza ormai è destinata ad essere apparnaggio dell'intelligenza artificiale. L'intelligenza artificiale ormai, facciamo un passo indietro, c'è l'algoritmo, a un certo punto arriva il machine learning che non è altro che una forma in cui l'algoritmo auto apprende e arriva l'intelligenza artificiale. Ecco, oggi gran parte dell'attività anche di trading sull'S&P 500 è fatto attraverso degli algoritmi, quindi ci siamo già d è già diventata una scienza e tra l'altro noi in passato, perché poi la storia insegna, abbiamo avuto dei grandi gestori di patrimonio, penso a Reynolds per esempio, che è partito avendo un enorme successo con gli algoritmi e quindi continuerà questa lunga strada. L'investimento secondo me è più una scienza, è una scienza, scusate, un'arte quindi in quanto tale la componente umana continuerà a essere decisamente preponderante quindi credo che ci vorrà del tempo prima che l'intelligenza artificiale possa sopperire all'attività umana. Poi rimaniamo comunque dell'idea che come tutti i fenomeni della vita, fate questo ragionamento, negli anni 60 il gestore medio aveva molto meno informazioni, ra molto preparato, molto meno preparato, era bravissimo a costruire dell'alfa. Man mano che il mercato è diventato sempre più sofisticato, sono arrivati sempre elementi sempre più preparati, quindi sempre più intelligenza, è diventato sempre più difficile creare alfa e poter battere gli indici. L'alfa è la capacità di un gestore di fare di più rispetto a un indice rappresentativo di mercato. L'intelligenza artificiale rappresenta un'unteriore intelligenza, quindi secondo noi te renderà ancora più difficile creare l'alfa se a un certo punto Ciao GPT creerà un'alfa, arriverà un'altra Ciao GPT che ne creerà un'alfa uguale e l'alfa alla fine si assorbe, perché alla fine è sempre un fenomeno che nella concorrenza tende ad assorbire. Per cui siamo ancora in divenire secondo me su tutto quello che è il discorso investimenti, sulla parte 3D ne è già, è già lì per esserci. Sul discorso invece dell'intelligenza artificiale cosa possa fare sul mercato del lavoro, noi abbiamo una convinzione, almeno nel breve periodo siamo molto più preoccupati dell'andamento demografico che non dell'intelligenza artificiale, come ha scritto un noto commentatore politico vista l'andamento demografico dei praticamente tutti i principali paesi, l'Italia, la Germania, la Germania perde 400 mila lavoratori nella fascia dei 15 a 64, nella fascia del lavoro. Visto l'andamento demografico un noto commentatore ha detto speriamo che l'intelligenza artificiale la robotizzazione riesca a arrivare prima a sostituire la perdita di lavoro, ma questa è una situazione che riguarda ormai Corea del Sud, riguarda, l'abbiamo letto recentemente, la Cina, quindi credo che il fattore demografico sia più importante, crediamo, sia più importante del fattore dell'intelligenza artificiale. A lungo andare, come dice Keynes, siamo tutti morti, però vuoi dire la tua Rinaldo. Credo di condividere assolutamente tutto quello che avete sentito, torno sul tema investitore consapevole dalla parte dell'impegno attivo. Quando ci siamo trovati con Paolo, la riflessione che abbiamo fatto è che a volte nella vita sei fortunato, noi siamo fortunatissimi, ma in grado delle difficoltà enormi che stiamo sentendo addosso perché i mercati sono complessi, lavorare complesso, le crisi asimmetriche, gli shock asimmetrici ci hanno costretto a inventarci, a rinnovarci, abbiamo una condizione macroeconomica incredibile. Voi pensate che dal momento dello scopio degli shock, ad oggi, la liquidità che troviamo in giro per il mondo si è moltiplicata cinque volte. Solo che i macroeconomisti ricordano che stampare moneta non significa generare economia, significa favorirla, ma poi ci vogliono degli inneschi. Noi abbiamo trovato che gli inneschi ci sono già. Non esisteva la tecnologia che abbiamo oggi, la tecnologia ci consente di ricambiare la nostra vita. Il mondo diventerà molto più immateriali, i prodotti diventeranno servizi, avranno una componente di servizio che sarà molto più importante della parte tecnica. Ora associato alla parte tecnologica c'è il pianeta, abbiamo detto prima, il pianeta va salvato. Abbiamo bisogno di anche qui innovare, abbiamo bisogno di una spinta creativa, non bastano le cose che facciamo nel modo in cui le facciamo oggi, vanno reinventate. Abbiamo, come ricorda Paolo, un tema drammatico, la demografia. Noi facciamo fatica già oggi a trovare le persone in azienda, ma come noi tutto il mondo è a caccia di professioni, a qualsiasi livello le persone sono la difficoltà principale. Quindi ben venga tecnologia che ci aiuta a rendere comoditi dei mestieri che potevano essere sostituiti da dei processi automatici. Questa è una condizione vitale, il libro vuole darvi l'impressione positiva che malgrado tutto ci troviamo davanti a un'occasione incredibile. Abbiamo la possibilità di intervenire nel piccolo e nel grande. È chiaro che è più consapevole, è più portato a essere consapevole nella sua diversificazione del patrimonio una persona che ha un grande patrimonio. È chiaro che la partecipazione all'intrappresa da parte di una famiglia abbiente è più facile da parte di qualcuno che ha un lavoro molto più tradizionale. Ma in realtà quello che voglio dirvi è che quel lavoro si potrà abbinare molto di più il capitale. Domani un miliardo di euro si svilupperà in transazioni cripto. Le cripto non sono il male, le cripto sono semplicemente strumenti che avvicinano persone giovani al mestiere dell'investimento di capitale che abbina loro professione. È un'occasione incredibile, non abbiamo ancora capito quanto importante è, ma renderà molto sociale la modalità di investire. Io ho una figlia di 18 anni, questa figlia quando racconterà il suo curriculum non farà come facciamo noi raccontando che passata da una banca di investimento piuttosto che da una grande azienda multinazionale racconterà l'insieme di progetti nei quali lei è intervenuta professionalmente aggiungendoci un chip di equity avrà guadagnato da entrambe le cose. Questa è una vera rivoluzione. Per equity si intende insomma il capitale proprio che si investe in un'impresa. All'inizio ho detto che voi non fate previsioni, però mi metto nei panni di chi vi ascolta, il futuro è bellissimo, però il presente è un presente in cui c'è tantissima inflazione non si sa quando calerà. C'è una frenata della crescita, ci sono dei mercati assolutamente volati, dei tassi di interesse che non si sa dove vanno. Ecco, diciamo un piccolo risparmiatore, quali devono essere i suoi fari? Se non rispondete voi, io non lo posso dire. Ma il libro, comunque senza voler fare previsioni, dice quantomeno in termini di asset allocation la direzione che può avere anche un piccolo risparmiatore nel suo piccolo. Allora intanto c'è un tema che giustamente hai affrontato che è un tema dell'inflazione, che è in un mondo dove si delocalizza, anche se non è proprio così, quantomeno diventa multipolare e in un mondo dove la demografia scende velocemente facciamo un po' fatica proprio per le esigenze che hanno le imprese di trovare sempre più persone che stanno in quella fascia dai 15 ai 64 anni, che sono le persone che lavorano, faranno sempre più fatica a trovare il personale e quindi inevitabilmente ci aspettiamo, questo è un capitolo a quale abbiamo dedicato parecchio spazio, ci aspettiamo che nei prossimi anni ci sia una sorta di reverse nel rapporto capitale-lavoro. Abbiamo vissuto 35 anni in cui a premiare è stato il capitale, per tutti i motivi che abbiamo detto all'inizio, perché quella cultura degli anni 80 premiava il capitale, secondo noi è adesso arrivato il momento in cui a premiare sarà il lavoro. È chiaro che se premi il lavoro, perché la storia è sempre funzionato così, devono scendere i margini delle azioni, quindi ci aspettiamo. Però ovviamente in tutto questo ci sono altri lati importanti sul fronte degli investimenti, quindi è possibile e probabile che continueremo ad avere un'inflazione un po' più alta. Secondo noi va sempre ricordato che comprare delle obbligazioni dovrebbero dare quantomeno un rendimento reale, cioè al netto dell'inflazione, questo è uno dei fattori per cui è venuto in crisi il sistema tradizionale, secondo noi già a metà dello scorso decennio, ricordatevi che abbiamo vissuto in un periodo che viene chiamato dagli inglesi financial repression, in cui siamo andati a comprare delle obbligazioni i cui rendimenti erano negativi, cioè che vuol dire che tu in partenza stai già perdendo i tuoi soldi in termini reali, quindi cercare delle obbligazioni che siano sicuramente di una certa solidità, ma che diano un minimo di rendimento reale. Nessun frontazionario invece non vedete rendimenti esaltanti? No, se aspettiamo quelli che vengono chiamati dagli anglosassoni lo expected return, proprio perché secondo noi la spinta a cui assisteremo nei prossimi anni di una maggiore rivalutazione del lavoro è sempre un problema di domanda offerta, se c'è una offerta di lavoro lo devo pagare di più, non c'è ombra di dubbio, ma guardate che stiamo già assistendo a degli esempi da questo punto di vista nel 1922, il labor department ha già tirato fuori tutte le statistiche relative agli incrementi salariali nelle varie classi e paradossalmente le classi più deboli esistenti, che sono le persone di colore e i giovani, quelli che stanno tra i 16 e i 20 anni, sono le due classi naturalmente più deboli, sono quelli che hanno avuto i maggiori incrementi salariali. Sono tutti i sintomi che ci dicono che questo rapporto sta cambiando, il capitale renderà meno e quindi le azioni probabilmente faranno meno utili. Faccio un ultimo dato che lì è riportato, non mi ricordo più o meno quando, ma penso forse proprio all'inizio degli anni 80, la parte di profitti rappresentava l'11% del costo del lavoro, più o meno arrivati al 2022, la parte di profitti rappresentava il 43% del lavoro, quindi c'è stata un'esplosione di profitti rispetto a quanto un'impresa paga il lavoro. Ecco, secondo noi anche solo riportare giù di qualche punto significa andare incontro a quei fattori ridistributivi che fanno parte del nuovo contesto sociale di cui abbiamo detto, perché ai tempi dell'attacere di Reagan della redistribuzione e della diseguaglianza probabilmente si interessava nessuno. Adesso invece la cosa è, direi, su tutti i giornali. Rinaldo, il tema comunque, come ricordavate, è quello di diversificare il proprio portafoglio, cioè non mettere tutte le uova nel suo successo, perché poi se si rompe si rompono tutte. Sì, il mestiere per tutti noi è complicato, la diversificazione è un caposaldo, è una legge severa che ci penalizza quando ci innamoriamo troppo di qualcosa, quindi è un ottimo consiglio che sorpassa i tempi. È vero però che all'interno della strategia di diversificazione le componenti che andiamo ad assumere, le asset class che andiamo ad assumere stanno ampliandosi e noi stiamo dicendo non andiamo a cercare volentieri alfa nelle asset class tradizionali, lo cerchiamo in asset class in cui ci sono delle novità, dove si porta dietro alle evoluzioni che vi stavo dicendo e in cui noi siamo possibilmente più coinvolti. Considerate poi che dovremo soffrire il fatto che i cicli economici, come quelli finanziari, saranno più repentini e più profondi, quindi avremo frequenza di cambi di monetari frequenza anche di benefici sull'equiti che saranno ansiogeni perché avremo un costante ribasso e rialzo su cui dovremo lavorare questo ci porterà ad essere esterni, ci porterà ad essere consapevoli delle cose che conosciamo approfonditamente. Torniamo sempre al tema, fate le cose di cui avete una conoscenza profonda, dedicatevi a specializzarvi sia come persona che come investitore, le due cose abbinate possono portare l'alfa che cercate. Ok, ok. Allora, io dovrei solo aggiungere che il libro è edito da sole 24 ore, che uscirà il 3 giugno, giusto, sarei ne dico il 3 giugno. Allora, io avrei tante altre domande da fare, però vorrei capire se qualcuno in sala è rimasto soll'eticato, insomma, dal dibattito, spero che almeno qualche domanda ci sia che non siamo stati troppo critici e troppo finanziari. Io ce l'ho davanti, signor Bosani, al ritorno all'inizio dell'Unità Unita. Ah, no, arriva, arriva. Sì, buongiorno. Signor Bosani, all'inizio dell'Unità Unita ha parlato del debito, diciamo, degli Stati Uniti. Era un triglione... 1941, sì. Son 31 o 34, mi risulta, triglioni oggi, ma uno si domanda chi pagherà mai questo? E il mondo se davvero dicono il debito è dieci volte più del prodotto interno l'ordo, so adesso, dico così, cifre così un po' campate in aria, ma lo dico, chi pagherà mai questo? È molto semplice secondo noi. Allora, intanto c'è da fare una premessa. Il debito è pericoloso in quanto cresce di più rispetto alla crescita del Paese, la crescita del GDP e soltanto negli ultimi anni abbiamo avuto un'accelerata notevole da questo punto di vista, cioè che il debito è esploso in tutti i contesti quindi cresce più del GDP, quindi diventa pericoloso. Chi pagherà questo debito? Il vero problema, e qui torniamo giustamente alla domanda che facevi tu, è che lo paghiamo noi, se non stiamo attenti come investitori. Perché? Perché nei momenti in cui, facciamo un caso concreto, abbiamo vissuto gli ultimi mesi negli Stati Uniti, l'inflazione era l'otto, ma le retribuzioni medie sono al quattro. Quindi vuol dire, questo è per il debitore, è il sogno di tutti i sogni, perché praticamente sto facendo pagare al creditore quattro punti all'anno del mio debito e quindi lo pagheremo noi, sarà un misto. Quando parlavamo di financial repression è proprio questo, vuol dire obbligare le persone, non con una pistola puntata alla testa, ma inconsapevolmente nella loro abitudine, obbligare gli investitori a sottoscrivere delle obbligazioni, del tesoro, che rendono molto meno delle inflazioni, che quindi già in partenza sono una perdita. E questo l'aspetto fondamentale che noi abbiamo sottolineato anche nel libro, è questo che a un certo punto a metà del 2015 è scattato e è questo che fa sì che i rendimenti che ci siano oggi sul mercato sono totalmente insufficienti per un risparmiatore medio. Questa situazione di financial repression guardi che comunque ridendo scherzando credo che duri già da quasi otto anni, perché è più o meno post crisi 2011 quando c'è stata l'ultima crisi dei cosiddetti pigs, da lì in poi siamo andati dritti verso rendimenti reali e negativi e quindi la stiamo pagando noi. Paolo, condivido in pieno e se volete vi do una domanda, prima del scopo del Covid la banca centrale europea gestiva un bilancio di 2.500 miliardi, oggi è vicina in 9 miliardi, abbiamo stampato moneta. La base imponibile che abbiamo trasformato, che è la base di un bilancio di 2.500 miliardi, è la base di un bilancio di 9 miliardi, che è la base di un bilancio di 9 miliardi, che è la base di un bilancio di 9 miliardi, loops nonstoffo???? su iconi kimeau, super, super! lavoro che facciamo noi tutti i giorni. Questa è un'attività che ci deve vedere consapevoli perché se accettiamo solo il rendimento come metro di misura di dove i nostri soldi vanno a finire, accompagniamo quello che dice Paolo in questo momento, cioè accompagniamo il fatto che saremo costretti comunque a sopportare con effetti inflattivo quel debito che ci dobbiamo assorbire noi. Noi dobbiamo generare economia, questa è la verità, perché se finanziarizziamo il nostro risparmio, il risparmio dall'altra parte sarà fatto pagare comunque a noi attraverso il fatto che dovremmo rinunciare a una reddittività almeno pare all'inflazione qui c'è il pezzo di consapevolezza che secondo noi ognuno di noi può avere nel piccolo nel grande. Ho solo due domande veloci, uno tenendo presente diciamo l'algoritmizzazione dei mercati finanziari che delega ormai agli algoritmi anche i vari segnali di acquisto di vendita. L'analisi fondamentale avrà un ruolo minore o sarà implementata nell'algoritmo in qualche modo, avrà un valore maggiore tenendo presente i presupposti che avete detto che bisogna generare economia reale. Un'altra cosa che mi interessa così, il buy back è molto utilizzato in questo periodo soprattutto dalle banche che hanno molti utili e invece che a comprare obbligazioni comprano azioni proprie. Il buy back è sempre stato visto in maniera variopinta, c'è chi lo considera un segnale per gli azionisti nel senso investo io vuol dire che credo nella mia azienda, un livello banale di analisi oppure può essere visto come negativo nel senso che se poi ha ex-bost perché se dopo l'azione non cresce vuol dire che non sono capace di investire i soldi che hai inutili. Volevo chiedere una valutazione perché è molto diffuso ho visto perché sono un investitore soprattutto in Italia anche. A parto magari dal secondo che forse è più facile e di cui parlavamo proprio all'inizio, la nostra convinzione è che ci siano una marea di piccole e medie aziende quotate a mercati ufficiali che oggi scambiano a dei multipli estremamente estremamente interessanti. L'imprenditore di queste aziende si ritrova in una posizione estremamente sfavorevole perché perché se a un certo punto tutto quello che è il mondo quotato di certe aziende medie piccole treda e scambia ha dei rendimenti dei multipli molto bassi è chiaro che la sua carta non vale più niente se vuole fare delle acquisizioni esterne perché se io voglio andare a comprare se l'imprenditore A vuole comprare l'imprenditore B dando in cambio carta di A non lo può fare perché quello B che non è quotato dice guarda paradossalmente la mia carta vale più della tua e quindi non ha interesse a scambiare quindi l'imprenditore oggi che ha una società quotata in borsa media piccola ha dei multipli interessanti si trova in una situazione svantaggiata l'unica cosa che può fare è se la società è sana è in grado di farlo e fare un buy back per riportare su un po' il valore della società e poter trovarsi in una situazione quantomeno di parità rispetto al mondo del non quotato che paradossalmente oggi è diventato più caro del mondo quotato non so se Rinaldo tu che vedi molte più corporate di me se voi non valutate che la mia azienda vaga questo io lo penso ma la compro tutta e poi la vendo quindi c'è un fatto positivo non c'è solo il fatto negativo che leggiamo continuamente quando leggiamo che Microsoft fa buy back di billions and billions per poi magari diventare no qual era apple il primo operatore al mondo di corporate bonds lì magari c'è qualcosa che stride moralmente no però soprattutto lo vediamo in italia ci sono delle aziende al quale noi francamente consiglieremo a maniera abbastanza aggressiva di cominciare a pensare a un buy back perché se fai utili e il mercato non te li riconosci a questo punto il segnale lo devi dare tu Provo a rispondere al primo pezzo di domanda Paolo che non è facile nella locazione efficiente nella frontiera efficiente con cui noi mettiamo i soldi in modo tale da ottenere il massimo beneficio nel rapporto rischio rendimento tutti abbiamo studiato questa matrice binomiale che ci consente di fare i puntini di trovare il nostro la nostra perfetta allocazione che ha studiato come noi su brilli mayors si ricorderà che alla fine l'economista il premio Nobel ci dice state attenti c'è un alfa mercato l'alfa mercato è imprevedibile cioè non è possibile costruire perfettamente questa logica quantitativa interviene l'intelligenza artificiale e ci consegna un paradigma è in grado di cogliere un secondo assunto che è stato studiato da altri premi Nobel cioè che nella relazione tra i surplus che si vanno a creare è possibile generare un meccanismo quantitativo che dia un surplus complessivo maggiore dei surplus singoli in pratica se sapesse tutto quello che facciamo noi in modo istantaneo potrebbe dire a tutti noi contemporaneamente qual è la locazione efficiente il paradosso qual è che ovviamente in questo modo saremmo noi a servizio di questa realtà e quindi ci ribelleremo quindi nel meccanismo fluido in cui ci stiamo infilando rimane per fortuna l'effetto umano cioè non ci sottoporremo mai a questo perché l'essere umano è di fatto ingovernabile e quindi avremo dei sistemi più efficienti di prima che potendo governare una certa quantità di persone sono in grado di costruire frontiere fficienti migliori di quelle tecniche che avevamo ci sarà un'analisi tecnica 2.3.0 ma comunque resterà vero che l'allocazione efficiente torna ad avere bisogno della nostra consapevolezza cioè del nostro intervento sapiente che va fino in fondo perché altrimenti per la parte quantitativa sarà comunque migliore lei di quello che possiamo pensare noi allora io volevo chiederle quello che vi stiamo vivendo ora in occidente diciamo una situazione di crisi detta stagflazione tra inflazione stagnazione se l'unico modo per uscirne non sia una crisi cioè noi abbiamo vissuto in europa siamo partiti con il trattato di ma strict con in cui andavano assolutamente rispettati il parametro del 60 per cento tra debito e pil e questo nei momenti in cui sarebbe dovuto essere applicato è stato completamente tralasciato anche passando per il pace e ribaditi più volte col patto di stabilità e crescita e ce ne siamo completi e fregati nel momento in cui avevamo bisogno semplicemente di soldi cioè passando dal quantitative easing arrivando finora con il next generation e pnr cioè la mia domanda è necessaria una crisi per uscire da questo circolo vizioso che crea sempre più debito e che comunque anche negli ultimi otto anni ci ha fatto assistere a tassi a zero praticamente una cosa secondo me assurda a livello economico perché si perde il valore di quello che è il tempo c'è il tempo in economia un valore fondamentale il tasso a zero cancella completamente il valore del tempo quindi volevo chiedere questo c'è se visto da un punto di vista di un professionista sia necessaria una crisi per uscire da questo periodo o si possa uscire in altro modo bella domanda la grecia ha avuto la sua crisi molto pesante e oggi ha probabilmente un governo che è il più europeista di tutti e sicuramente ha svoltato la testa delle persone è come se avesse resettato avesse capito che anche c'erano anche tanti se mi passate il termine pifferai e che era il caso di tornare magari su un po di sano vecchio po di sani vecchi concetti liberali che è concetto diverso dal liberismo perché i due concetti a volte vengono confusi ma una cosa essere liberare un conto essere liberisti nel caso specifico dell'italia io devo dire che trovo che l'italia abbia in quest'ultimo periodo ha avuto una straordinaria capacità di innescare quello che una volta noi meno giovani chiamavamo lo stellone dell'italia allora il nostro problema è è finita l'austerità quando noi all'inizio abbiamo detto attenzione guardate che è cambiato il quadro di riferimento prima di tutto quello politico non c'è più il neoliberismo neoliberismo voleva dire austerità c'era il famoso washington consenso poi ma qualche indicazione la trovate nel libro ma c'era adesso non vanno più di moda queste cose adesso si parla invece di come primo obiettivo cercare di risolvere risolvere il problema delle disguaglianze in generale ma questo in tutti i posti personi cinesi parlano di common prosperity è diventato il piano di biden degli ultimi un po tutte le caratteristiche della sua ultima amministrazione in tutto questo poi si innesca cosa l'inflazione e l'inflazione abbiamo detto prima col signore è la panacea di chi è indebitato perché perché alla fine il debito lo paga il creditore è così e quindi per un paese che ha adesso non credono tutti ricordi gli ultimi dati 160 per cento del gdp no vuol dire che ogni anno va giù da solo il suo debito semplicemente perché qualche uno sottoscrive i suoi titoli reali a un valore che è decisamente inferiore rispetto a quello del tasso di inflazione spesso più contento di prima spesso più contento di prima perché c'è il famoso problema no quello che come si chiamava l'illusione monetaria il concetto dell'illusione monetaria è illusorio ma noi pensavamo ecco devo dire i noi più vecchi pensavamo che l'illusione monetaria fosse un fenomeno che non avremmo più visto nella nostra vita no ti ricordi quando la gente era contenta di comprare i bot al 19 con l'inflazione al 25 tutti contenti e non si rendevano conto che in realtà è molto meglio a comprare i bot al 5 con l'inflazione al 1 no però era la gente sembrava più contenta al 19 con l'inflazione 25 era pure illusione monetaria ma con l'illusione monetaria chi la paga noi allora il debitore ogni anno si vede il suo debito reale diminuire continuamente costantemente come sta succedendo all'italia quindi in mezzo a questi che un tempo noi più vecchi avremmo chiamato gli stelloni d'italia forse non c'è più necessaria non è più necessaria una crisi economica almeno di breve e poi in questo si innesca un ulteriore fattore il terzo grande stellone dove è andata a finire la geopolitica perché penso che siamo tutti d'accordo che oggi sollevare un problema italiana nel contesto geopolitico con una guerra in mezzo all'europe è l'ultimo dei desideri di chiunque dall'america alla germania alla francia quindi credo che se tutti noi abbiamo pensato che un certo punto la possibilità di vedere la famosa troica in italia fosse una possibilità molto alta oggi francamente la palla per vedere una crisi forte sul sistema italiano la spingerei in là di parecchio poi quello succederà fra 4 5 anni non lo sappiamo ai ultimi tre anni ci hanno anche insegnato che fare previsioni è molto come dici tre anni favamo i tassi a zero e lei un barriere di petrol costava a zero però spero di aver risposto alla tua domanda sicuramente l'inflazione aiuta l'italia da un punto cioè essendo un paese molto indebitato però l'italia essendo anche un paese detentore di molto risparmio è un problema l'inflazione per questo e comunque se io penso diciamo alla dico alla parità però ad evitare di evidenziare sempre più quella che si sta creando che è la forbice sociale cioè se io penso all'investitore me al cittadino medio è colui che investe in obbligazioni italiane in un momento come questo in cui ha fatto ma ha sottoscritto magari un mutuo a tasso variabile si trova costretto a vendere le proprie obbligazioni e perdere quindi il 30 e 40 per cento perché è quello che hanno perso le obbligazioni l'investimento più sicuro per ccellenza dove una persona ripone la propria liquidità ha perso in tre o quattro anni il 40 per cento in un momento di bisogno di liquidità appunto e perché i tassi sono variati in modo cioè inaspettatamente come l'inflazione e questo è un problema però di più da due minuti risponde io prendo venti secondi e il resto è tuo è un problema di educazione finanziaria e di predisposizione all'investimento io personalmente quando sento parlare di leva finanziaria in un ridisco sempre e il signore che ha descritto lei è ipotetico ha fatto leva finanziaria gli conveniva molto di più usare quei soldi per comprarsi per pagarsi il suo mutuo è purtroppo più complesso ci sono un paio di cose in più l'italia ha un milione e mezzo di imprese con un ritorno non investment cioè un reddito sulle cose che fa inferiore al costo del denaro in questo momento il 50 per cento di prese non può pagare la leva debito che oggi le banche sono in grado di offrire perché brucia valore quindi visto che l'obiettivo finale che abbiamo è scaricare un aumento dei salari per permettere alle persone di vivere meglio dobbiamo generare economia dobbiamo fare più economia dobbiamo riuscire a rendere più efficaci le imprese solo questo sanno il resto il resto è un inviluppamento è un cane che si morde la coda non si riesce a risolvere chiudo dicendo un'altra cosa abbiamo di nuovo un'occasione impressionante nessuno degli studenti che è passato l'università prima di noi ha visto un momento in cui l'economia finanziaria ha presentato tassi negativi tassi negativi che azzerano il tempo sono un buco nero il tempo in realtà si è curvato dall'altra parte c'è un'altra idea dall'altra parte c'è l'idea che se noi in questo momento ci fermassimo ci distribuissimo il debito pubblico tra tutti gli stati saremo comunque contenti cioè c'è un equilibrio e questo ci deve portare a ripensare un'economia che lo distribuisce questo debito pubblico in modo che generi valore qua sta l'elemento cruciale dobbiamo ritornare sull'economia reale e lo possiamo fare non perché un'imprenditore ha veduto fa una multinazionale perché ognuno di noi genera un pezzo di valore in più questa è la scommessa grazie grazie a voi per chi lo voleva cioè perché insomma volesse acquistare il libro ce ne sono già alcune copie dietro di voi grazie a tutti
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