Dove va la democrazia
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Dove va la democrazia
Sabino Cassese, professore emerito alla Normale di Pisa, è intervenuto al Festival dell'economia per parlare della democrazia a 360°: dalla partecipazione popolare nel corso degli anni, al ruolo dei singoli rappresentanti promotori, fino alle debolezze e ai punti di forza del sistema democratico.
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mondiale noi abbiamo avuto partecipazioni che arrivava al 93% degli eventi di diritto al voto una cosa veramente unica quasi al mondo, insomma poi abbiamo avuto una diminuzione del 80% poi siamo arrivati ora a lungo per il 73% ora siamo arrivati a poco più del 60% con quella nazionale, poi a livello locale come lei sa, siamo arrivati anche sotto, qualche volta però questo ci ricorda una cosa che la democrazia non vuol dire solamente sentire il popolo e il governo della maggioranza quindi la possibile tirannide della maggioranza di cui parlavano Madison e Tocqueville ma vuol dire spesso la più forte minoranza pensate quante volte nelle democrazie moderne sono verificati, anche in Italia, casi di questo tipo quattro forze politiche 20, 20 e 20, 40% governava però i 20, 20 e 20 divisi tra di loro sfanno 60% quindi è la maggioranza che sta dall'altra parte cco questo è un problema dall'altra parte però va detto che insomma la quota degli aumenti di diritto al voto che va veramente alle urne sta accalando in tutti i paesi moderni ho fatto una ricerca qualche tempo fa sulla partecipazione elettorale in Inghilterra a livello locale per vedere quale partecipazione c'è nel paese che ha creato il self government è scesa al 30% capite? è il paese nel quale è nato l'autogoverno è nata l'autonomia locale bene, in quel paese è scesa praticamente a un terzo dell'elettorato si potrebbe imputarlo ai meccanismi delle diverse leggi elettorali cangianti ma forse anche in realtà una poca appettibilità dell'offerta politica ma questa è una chiosa tutta politica che posso fare io credo o se vuole associarsi mi associo volentieri in realtà secondo me in larga misura questo è un fatto che riguarda l'offerta politica insomma noi oggi l'Istat due o tre anni fa ha fatto un'indagine sulla partecipazione politica delle persone con più di 14 anni in Italia la cosa che è venuta fuori è che la partecipazione politica attiva riguarda solo l'8% della popolazione italiana quella passiva del 70% la partecipazione non politica ma sociale associazioni volontarie organizzazioni professionali e così via è tre volte quella attiva politica il che vuol dire che c'è uno spazio che i partiti politici potrebbero occupare no? è assolutamente vero sono assolutamente d'accordo si parla licenti insomma stiamo vivendo una legislatura tutta nuova perché il Parlamento è stato ridotto nel suo numero è modificato nelle sue modalità di funzionamento anche perché la grande terrore almeno che avevamo noi quando osservavamo gli impatti del taglio del numero dei parlamentari ra che il funzionamento attraverso le commissioni rischiava di creare il parlamentare ubicuo quindi di inceppare anche i meccanismi del normale funzionamento della democrazia quando si svolge nel concreto dei parlamentari il Parlamento sta andando avanti con forse eccessi di monocameralismo perché di fatto legifera solo una camera l'altra ratifica semplicemente su input poi governativo ecco secondo lei come sta funzionando questo primo crash test del Parlamento a formato ridotto? diciamo la riduzione da circa 1000 a 600 dei parlamentari sta funzionando complessivamente bene sta funzionando bene per un motivo che non è stato mai spiegato da quelli che lo proponevano che l'hanno proposto sempre con la motivazione sbagliata perché in realtà dopo 50 anni di esperienza delle regioni la riduzione del numero dei parlamentari risponde a una esigenza funzionale cioè che noi abbiamo 20 corpi legislativi quanti sono i consigli regionali che svolgono la funzione legislativa che è simile alla funzione legislativa del Parlamento quindi quando si è affermata questa realtà i primi consigli regionali sono stati votati nel 1970 dopo mezzo secolo di affermazione di questa realtà è chiaro che questa suplisce ad un Parlamento più ridotto in termini di personale questo dovrebbe costituire però una spinta per le regioni a legiferare secondo di più e secondo meglio perché purtroppo le regioni manano leggi che per lo più sono la copia l'una dell'altra che è un paradosso perché l'autonomia l'abbiamo voluta per la differenziazione perché sennò che senso aveva dare competenze legislative a tutti i consigli regionali ma se poi si copiano l'uno con l'altro si perde un po' la specificità che deriva dall'esigenza di autonomia mi sta aprendo un'autostrada di curiosità cronistica sul tema delle amministrazioni locali e naturalmente sulla riforma che è oggetto di ampia discussione politica di scontro politico che in parte è oggetto anche del suo impegno professionale perché lei è preside della commissione che deve valutare i livelli essenziali delle prestazioni che sono l'asticella mediana sulla base della quale creare i meccanismi compensativi per chi eventualmente tra le regioni si ritrovasse al di sotto nell'incapacità di adempiere a quel livello ssenziale delle prestazioni parliamo di questa cosa, le 23 competenze che sono previste nel progetto Calderoli alla legislazione regionale sono in equilibrio secondo lei è un disegno che può ssere compatibile con anche le funzioni centrali su temi delicati penso per esempio al tema dell'alluvione la gestione del territorio sarebbe uno degli argomenti delegati credo non sarebbe opportuno avere un territorio avvestito di arlecchino dove alcuni siano efficienti, altri no magari creano problemi a valle nella gestione delle acque questo solo per esemplificare il tema è un tema fondamentale perché naturalmente c'è bisogno di un assetto che stia in equilibrio tra poteri e sovranità centrale e poteri locali faccio una premessa però autonomia vuole dire differenziazione in qualche modo parlare di autonomia differenziata vuol dire ripetere lo stesso concetto se si voleva un ordinamento uniforme su tutto il territorio non si introducevano le regioni l'aver introdotto le regioni vuol dire accettare l'idea che la regione Campania possa legiferare in modo diverso dalla regione Basilicata per fare un esempio secondo il nostro legislatore costituente dall'inizio, dal 1948 anzi prima della costituzione italiana per quanto riguarda la regione siciliana aveva accettato che un quarto delle regioni fossero ad autonomia differenziata è parecchio differenziata sono cinque le regioni che hanno già uno statuto quindi per due buoni motivi l'autonomia differenziata non dovrebbe spaventare ora l'altra cosa che volevo dire ma chi l'ha detto che quelle 23 materia debbono essere date a pacchetto alle regioni non lo dice neppure Calderoli il disegno di legge che in Parlamento di cui si è cominciata la discussione in Parlamento prevede che l'intesa per trasferire una maggiore quantità di funzioni possano comportare funzione per funzione che quindi ci possa essere una che ne prende tutte 23 una che ne prende 20 un'altra che ne prende 2 un'altra che ne prende 5 a questo punto di vista non è come dire il pacchetto delle funzioni che viene trasferito alle regioni la preoccupazione naturalmente che si creano dei divari ma c'è prevalentemente perché dall'inizio la discussione è partita sul piede le tasse che si raccolgono le imposte che si raccolgono in Lombardia per fare un esempio rimangano in Lombardia che crea naturalmente come dire parte al principio che non c'è una solidarietà tra le regioni io penso che invece se le regioni mostrano maggiore solidarietà questi problemi possono essere superati però per mostrarla lo devono fare sul serio la cosa che più mi ha colpito dell'esperienza regionale è stato quel passaggio durante la pandemia di quando persone ospedalizzate in due regioni italiane furono accolte in ospedali della Baviera c'è stata maggiore solidarietà da parte di länder tedeschi che da regioni italiane che avrebbero potuto ospitare quelle persone che avevano bisogno di assistenza ospedaliera questa assenza di collaborazione è orizzontale tra le regioni questo è un fatto negativo della nostra esperienza regionale rischia di essere come posso dire un baco culturale che consente sempre di immaginare che il retropensiero della riforma sia quella di sfuggire a qualcosa piuttosto che non contribuire da qualcosa altro ci aiuti a fare una chiarezza lei che idea si è fatta di tutta la discussione che sarà fatta sul fatto che anche sulla scuola le regioni avrebbero potuto scegliere in autonomia e quindi immaginando un racconto anche alla storia patria diverso a seconda dei luoghi in cui questo avrebbe dovuto essere fatto intanto nella scuola un racconto diverso può essere fatto da ciascun insegnante perché nessuno prescrive che la storia italiana venga raccontata nello stesso modo da un altro insegnante nello stesso dificio scolastico grazie a Dio nessuno è venuto a controllare anche le mie lezioni universitarie che potevano essere diverse da altri professori della stessa materia o di materia con termine poi diciamo la verità persino la signora Tacher introdusse in Inghilterra il National Curriculum se lo ricorda il National Curriculum perché in Inghilterra voi sapete che i dirigenti agli studi scolastici fino alla signora Tacher potevano scegliere le materie sulle quali impartire degli insegnamenti organizzare gli insegnamenti nelle loro nelle loro scuole e naturalmente quasi tutti insegnavano la matematica la lingua però moltissimi decidevano di fare gli insegnamenti di storia dell'arte mentre altri non lo facevano la signora Tacher introdusse il Curriculum Nazionale cioè c'è una base di materie sulle quali comunque deve essere impartito un insegnamento a tutti i livelli scolastici quindi da questo punto di vista non ci sono gravi problemi il problema si può porre per gli insegnanti che è una cosa diversa cioè la carriera degli insegnanti la retribuzione degli insegnanti è un problema delicato perché riguarda da un lato gli eccessi di sistemazione di stabilizzazione il ruolo degli insegnanti che c'è stato in Italia che continua a esserci ahimè con tutti i governi che si sono succeduti dall'altra la retribuzione che è un problema molto delicato perché non c'è dubbio che ci sia un appiattimento del livello retributivo nel sistema scolastico italiano per cui non ci sono incentivi, cioè si può dire paradossalmente che un insegnante in una scuola entra a un certo livello e rimane allo stesso livello fino alla fine della sua carriera, cosa che non accade per nessuno di tutti gli altri corpi che non hanno in senso tecnico una carriera per esempio i magistrati se gli insegnanti avessero gli scatti di anzianità i magistrati sarebbero felicissimi, contentissimi costerebbero tanto di più certo, resto al tema nostro della democrazia in senso lato e vasto sostanzialmente le tre componenti della democrazia sono lezioni, libertà e meccanismo di check and balance quale delle tre componenti della democrazia italiana ha funzionato meglio secondo lei letto con questa mascherina interpretativa secondo me ha funzionato molto bene la garanzia dei diritti fondamentali che come dicevo all'inizio è un elemento ssenziale della democrazia se non c'è una lista dei diritti fondamentali non ci può essere democrazia perché la democrazia si nutre di quei diritti fondamentali la democrazia dobbiamo immaginare come il secondo piano di un edificio se mai visto il secondo piano di un edificio senza il primo piano dell'edificio il primo piano sono i diritti principali dei cittadini dalla libertà d'associazione, la libertà di riunione, la libertà sindacale alla libertà di manifestazione del pensiero la libertà di istruirsi e così via ora noi da questo punto di vista diciamo tante cinque anni di vita repubblicana possiamo essere molto soddisfatti siamo meno soddisfatti della partecipazione dei cittadini alle elezioni e ne abbiamo parlato siamo meno soddisfatti del sistema di checks and balances cioè quel meccanismo di correzioni le democrazie hanno rispetto alle autocratie le democrazie ci hanno un grande vantaggio cioè di avere quello che nel corpo umano chiamiamo gli anticorpi il nostro corpo difende se stesso con gli anticorpi solo quando non funzionano che prendiamo la medicina la democrazia ha poco bisogno di medicina perché ha delle sue capacità interne che derivano dall'esistenza di anticorpi, questi anticorpi fondamentalmente sono dei meccanismi di bilanciamento qualcuno che corregge qualcun altro c'è una bella espressione che fu adoperata da un politico americano nel 1882 se non ricordo male che la democrazia è a machine that runs of itself una macchina che cammina da sola cco, non ha bisogno delle medicine insomma, ecco stiamo al tema dei temi che ricevo nell'introduzione quello della competition, diciamo così tra i sistemi autoritari e i sistemi democratici soprattutto l'esperienza iniziale del covid, temo che ci abbia fatto vacillare molto nella nostra fiducia nella capacità della democrazia, quando vedevamo la Cina che era in grado di costruire ospedali ghetto in una settimana mettere centinaia di migliaia di persone in confinamento ci sembrava una grande dimostrazione di efficienza poi però alla fine del covid abbiamo scoperto che il vaccino però l'hanno scoperto come dire, le aziende che stavano all'interno dei sistemi liberal democratici per fortuna, però indubbiamente esiste d è legittimo, soprattutto se si entra nella logica degli schemi degli studiosi chiedersi effettivamente se i sistemi autoritari possano mostrare dei vantaggi rispetto al meccanismo democratico è una provocazione, ma credo abbia senso le democrazie in particolare le democrazie mature, cioè quelle che hanno come quella italiana, diciamo tre quarti di secolo di vita hanno un problema il loro problema è la democrazia stessa perché la democrazia ha dato voce al popolo e quindi alle esigenze collettive d è grazie alla democrazia che si tutelano interessi collettivi, la tutela dell'ambiente, la tutela dei beni culturali la tutela della salute l'assicurare l'istruzione fino a un certo livello e così via che cosa produce tutto questo? Il fatto che tanti interessi sono canonizzati in legge che stabiliscono la tutela di questi giusti interessi collettivi che questi interessi spesso sono il conflitto tra di loro, non so se lei sia romano, ma se c'è qualche romano sa che a un certo punto noi ci siamo battuti per avere un grande auditorium il parco della musica Renzo Piano l'ha disegnato a un certo punto mentre si costruiva il parco della musica, mentre si costruiva si è scoperto che c'era un insediamento romano allora qui a questo punto si è posto un problema che riguardava la cultura, va bene? Curiamo l'interesse dei romani ad avere una cultura musicale della musica classica e quindi di poter godere degli concerti oppure rispettiamo il patrimonio culturale antico degli italiani che sta lì in alcuni tra l'altro bellissimi ruderi con una collezione di bellissimi vasi che adesso è esposta ci è voluto del tempo per prendere una decisione di questo tipo Renzo Piano ha dovuto cambiare il progetto dell'auditorium per consentire la protezione di questa zona in cui c'era questo insediamento romano allora le democrazie hanno questo peso e cioè che si sportano appresso il peso del proprio successo hanno avuto successo come democrazia perché hanno dato voce al popolo ma proprio questo successo costituisce un costo vi racconto questo mi interrompa se un mio collega americano che si chiama Samuel Isaacaroff insegna alla New York University ha fatto qualche anno fa un'osservazione molto interessante ha accertato che il terzo terminale dell'aeroporto di Pechino e il quinto terminale dell'aeroporto di Hydro a Londra sono stati disegnati dallo stesso architetto Norman Foster inglese piccolo dettaglio quello di Pechino è stato costruito in 4 anni quello di Londra in 10 anni tutti quanti hanno detto ma vedi l'autocrazia funziona meglio quando c'è una solo comando questo comando si realizza non è vero, quei 10 anni sono serviti perché in Inghiterra come in tutte le democrazie mature bisogna rispettare le regole sull'inquinamento acustico, sulla salubrità del suolo sul mancato inquinamento delle fasce freatiche, sul rispetto delle regole urbanistiche noi questo lo vogliamo perché vogliamo la democrazia perché ci diverte la democrazia come gioco noi vogliamo la democrazia perché rappresenta degli interessi della collettività che vogliono la tutela del loro patrimonio la salute delle persone, l'istruzione la tutela dei luoghi in cui vivono, cioè delle città quindi lo sviluppo urbanistico così via quindi ben vengano questi 10 anni questa è la mia conclusione non riempiamoci di ammirazione nei confronti dei cinesi perché in realtà quei 10 anni sono stati utili per la democrazia Democrazia vittima del suo stesso successo, forse anche delle sue stesse come posso dire derive sbagliate se così posso permettermi di dire laddove per esempio si è squilibrato il rapporto tra politica e amministrazione se non mi sbaglio ho letto nel passato anche diciamo così ricostruzioni interessanti che fanno vedere come con un certo indebolimento della leadership politica ha di fatto aumentato la delega al ceto amministrativo che a questo punto ha preso probabilmente il sopravvivente ha preso più potere tanto da farlo diventare come posso dire quello che gli americani chiamano il veto player di consentire continuamente di intralciare i meccanismi decisionali della democrazia stessa è sbagliata questa lettura o ha un senso? Non è sbagliata diamoci un po' di numeri al vertice della burocrazia al vertice dell'apparato amministrativo dello Stato ci sono poche persone voi calcolate in Italia quanti sono i membri del governo nazionale i membri delle giunte comunali e provinciali noi stiamo nell'ordine di qualche decina di migliaia di persone non di più la macchina è composta da 3 milioni 260 mila persone questa macchina non è fatta da automi questa macchina è fatta da da persone che hanno interessi persone che sono iscritte in sindacati persone che tendono a avere un atteggiamento corporativo spesso persone che sono talmente presse dal proprio lavoro che ritengono che la propria funzione debba prevalere su tutte le altre, pensi spesso ai tutori delle cose d'arte delle bellezze paesistiche dei beni culturali che hanno un potere di veto dicono questa strada qui non si fa perché ci sono delle ricerche chi osa fare delle metropolitane a Roma perché come si fa un buco si trova naturalmente un insediamento un vecchio insediamento romano quindi ci vuole coraggio per superare quindi bisogna capire questa sproporzione capire che se non c'è sufficiente capacità di guida da parte del persona che ha il volante in mano che si chiama governo, giunta regionale presidente regionale sindaco e così via è ovvio che il motore tira da una certa parte l'equilibrio tra il guidatore il motore che è importante d è importante evitare che poi il motore vada o troppo lento o vada per la propria strada oppure prenda la mano al guidatore Certo, esattamente questo il tema Cioè la democrazia sostanzialmente è il modo con cui il popolo sceglie, il popolo decide, il popolo controlla anche il potere, se così vogliamo dire è proprio così? Funziona davvero così la democrazia italiana? Possiamo dirlo proprio a scatola chiusa che la popolazione italiana davvero controlla il potere attraverso il voto? Beh Noi diciamo che la democrazia italiana, come tutte le democrazie moderne, è una democrazia rappresentativa però bisogna mettersi d'apporto sul significato delle parole se noi la parola rappresentanza politica la riteniamo simile a quella che io posso avere nella riunione del mio condominio nel quale io mi faccio rappresentare da un condomino dicendogli sul punto 1 vota così sul punto 2 vota così sul punto 3 vota così mi sbaglio perché primo noi non diamo un mandato secondo colui che mandiamo non sa chi l'ha votato quindi non c'è un rapporto tra il mandante il mandatario terzo la stessa costituzione dice che non c'è un vincolo di mandato dice che i deputati rappresentano la nazione nel 1774 un grande studioso che fu reparlamentare nel Parlamento inglese rivolgendosi ai suoi elettori di Bristol disse state attenti io ascolto la vostra opinione ma il Parlamento nel quale voi mi potreste mandare non è un'associazione di ambasciatori gli ambasciatori hanno una delega del loro governo a rappresentare gli interessi nazionali io vado lì d è sulla base del mio giudizio che io mi faccio in discussione con le altre persone che siedono in Parlamento che raggiungono a conclusione che cosa voleva dire quel signore che si chiamava Edmund Barkey quel signore voleva dire che il parlamentare non è un rappresentante come il condomino che va alla riunione di condominio il parlamentare è una persona designata, uno dei grandi fondatori del diritto pubblico italiano Vittorio l'Orlando diceva che la rappresentanza ra una designazione di capacità non dobbiamo pensare che noi abbiamo mandato quello a fare quella cosa noi abbiamo scelto quella persona perché abbiamo fiducia nel suo condividiamo il suo orientamento abbiamo fiducia nel suo giudizio abbiamo una ragionevole affidamento che andando lì nella discussione collettiva raggiunga delle conclusioni che saranno la sua responsabilità che non si imputa a noi noi ne subiremo le conseguenze forse quindi è capito il gioco della rappresentanza è una cosa infatti in Germania ci hanno due nomi diversi è interessante interessanti questi spunti che ci da il professor Cassese la discussione tra voi accademici dice anche e spesso sottolinea la democrazia diversa tra democrazia come meccanismo o come organismo che cos'è la democrazia vista con queste due definizioni diciamo un meccanismo è qualcosa che viene governata dall'esterno un organismo è qualcosa che riesce a a governarsi da solo pensate a quella frase che c'è scritta nell'articolo 6 del trattato dell'Unione Europea che l'unione è un'unione sempre più stretta ver closer union in inglese che cosa voleva dire quella frase voleva dire che l'unione come dire è capace di camminare da sola per adoperare una famosa metafora è come una persona che va in bicicletta deve continuare a correre in bicicletta perché se no se si ferma cade quel concetto lì è alla base dell'idea della democrazia come organismo ed è il motivo per cui le democrazie sono meglio delle autocrazie non tanto è soltanto perché danno voce al popolo ma anche perché sono capaci di sopravvivere da sole mentre i meccanismi sono sempre governati dall'esterno c'è sempre un leader politico un urban un leader cinese così via che sta lì e che guida la macchina mentre la democrazia proprio perché c'è questa circolarità no, c'ha un input, un output scusate, lo dico in inglese, un input un output è un feedback cioè c'è un input io voto per qualcuno chiedo qualcosa poi quello che va lì mi dà un output cioè mi dà un prodotto, un servizio una politica poi questo retroagisce se corrisponde la mia aspettativa che faccio? io lo rieleggo quindi c'è un feedback che alimenta con un nuovo input il sistema politico questo meccanismo circolare input, output poi output che ridiventa un input nel senso di appoggio per la classe politica o se volete preferite un'altra espressione che risale al lock di autorizzazione che risale alla classe politica di prendere certe decisioni costituisce il meccanismo virtuoso della democrazia se questo meccanismo si interrompe in qualche punto le cose vanno male non perché le cose vanno male ma noi ci dobbiamo interrompere in questo punto perché il nostro tempo per le domande dal palco è terminato invece è il momento vostro per un esercizio di democrazia reale le domande a professor Cassese non so se c'è un microfono la domanda no era semplicemente parlato di autocrazie conomie mature conomie meno mature che stanno subendo un'involuzione verso l'autocrazia vediamo la Turchia, l'India di modi la Turchia di Erdogan lei ha citato urbani in Ungheria il Messico democrazie magari forse meno mature che però hanno una tendenza sembra un trend molto forte in questo momento anche qualche democrazia matura che ha tentazioni un pochino di questo tipo come vede questo momento diciamo il bilancio della democrazia nel mondo è più o meno questo purtroppo la maggior parte degli 8 miliardi di uomini e donne che vivono su questa terra è ancora retta da è ancora retta da sistemi non democratici quindi la democrazia non si è ancora affermata nella maggior parte delle popolazioni del mondo questo è un lemento negativo secondo non tutte le democrazie scusate non tutti i paesi nei quali si svolgono delle elezioni hanno delle democrazie piene nel senso che abbiamo detto che dicevo Orioli prima cioè libere ripetute elezioni state attenti perché democrazia non vuol dire elezioni vuol dire ripetute elezioni perché solo se le elezioni si ripetono c'è quel meccanismo virtuoso che vi stavo illustrando prima perché io do o tolgo il mio sostegno a certe forze politiche non tutte le democrazie hanno dei sistemi di checks and balances degli anticorpi questi sono gli anticorpi del sistema della democrazia quindi il secondo fattore di crisi della democrazia deriva dal fatto che anche quegli ordinamenti che sono democratici sono tuttavia spesso solo parzialmente democratici uno di questi è Orban lui stesso ha affermato che la sua è una democrazia illiberale che è una contraddizio inadieto va bene il liberale non è democrazia se è democrazia non può essere illiberale questo mi pare chiaro da quello che dicevo prima però bisogna anche rendersi conto che le democrazie possono essere diverse l'ONU nel 2005 ha preso un'assemblea dell'ONU che è una democrazia nella quale ha affermato che la democrazia è l'aspirazione di tutto il mondo ma che bisogna riconoscere che ci possono essere democrazia diverse con accentuazioni diverse dei diversi elementi non c'è dubbio che la diffusione della democrazia oggi costituisca un fattore limitante della universalizzazione di alcuni principi ancora troppo poco si è fatto per spingere a diventare più democratici vi faccio un esempio le Nazioni Unite hanno creato una cosa che si chiama UN Democracy Fund cioè il fondo per la democrazia delle Nazioni Unite che tra parentesi non è finanziato da tutti gli Stati parte delle Nazioni Unite ma è finanziato a titolo volontario da alcuni Stati questo fondo c'è un fondo analogo nell'Unione Europea finanzia associazioni della società civile di singoli paesi per promuovere la democrazia vi faccio un esempio ha finanziato abbondantemente associazioni femminili in paesi dove le donne non hanno ancora diritto al voto nelle elezioni politiche nazionali questo è un meccanismo molto interessante perché avete un organismo sovranazionale che bypassa un ordinamento nazionale finanzia la società civile le donne di quel paese associazioni di donne di quel paese perché queste pubblichino giornali per esempio per promuovere il diritto di voto delle donne questa promozione avviene come contro lo Stato nazionale perché lo Stato nazionale è uno Stato che ha una legge che non dà non dà il suffraggio universale vero a tutta la popolazione meccanismi di questo tipo sono ancora initineri sono ancora bambini non hanno ancora avuto la forza sufficiente per affermare per sviluppare la democrazia nel mondo Professore a suo modo di vedere la diffusione del digitale ok la diffusione del digitale mette in qualche modo in crisi il concetto di democrazia presentativa a favore del concetto di democrazia diretta cosa resta della democrazia rappresentativa in un mondo completamente digitale? la sua domanda comporta due argomenti uno è il digitale l'equilibrio democrazia diretta, democrazia rappresentativa diciamo che la diffusione dello strumento digitale certamente può agevolare la democrazia ma a sua volta ha dei limiti facciamo un esempio ammettiamo che in Italia si introduce che venga deciso di votare da casa con lo strumento tutti quanti c'è una violazione della costituzione sai in quale articolo? in quell'articolo che dice il voto è segreto perché a quel punto lì qual è il motivo per il quale quando andiamo al seggio elettorale ci dicono di lasciare il cellulare sul tavolo del molto semplice, perché io posso andare lì scattare la foto del voto che ho dato vendere il mio voto è la stessa cosa peggio ancora si avrebbe se mi faccia vedere il volto della persona con cui sto dialogando è la stessa cosa si avrebbe se si votasse con il digitale l'altra cosa è la questione della democrazia diretta, non c'è dubbio che la democrazia diretta sia un grande strumento importante ma non abbiamo nessuna esperienza concreta di democrazia diretta funzionante quando si superano certe dimensioni l'esempio della Svizzera l'esempio della California sono interessanti esempi ma sono esempi localizzati io quando se ne è parlato tanto mi sono divertito a fare una stima ho preso il numero delle decisioni che veniva adottato ogni giorno dai membri del Parlamento Italiano scusate in media in un anno dal Parlamento Italiano ho calcolato quante decisioni avremmo dovuto prendere noi tutti gli italiani aventi diritto al voto tutti i giorni compreso Natale Capodanno, il 15 Agosto le feste comandate 9 decisioni ogni giorno domanda ma noi siamo preparati a fare una cosa di questo tipo io confesso la mia assoluta in preparazione perché decisioni di questo tipo sono decisioni che vanno dal trattamento salariale della Polizia di Stato fino alla decisione di finanziare certe opere nel mezzogiorno chi di noi può affrontare un tema di questo tipo senza discutere con altri riunirci il Parlamento esiste, si chiama Parlamento perché parlano o dovrebbero parlare cco questo è il punto, quel collegio si suppone che sia composto da persone che si scambiano delle idee però guardate che se andate a vedere il processo di decisione del Parlamento vi renderete conto che dietro a quelle decisioni c'è tanto lavoro pensate ogni atto legislativo arriva con una relazione poi si aggiunge una relazione tecnica poi c'è l'ufficio parlamentare del bilancio che prepara una relazione poi ci sono le commissioni parlamentari dove c'è un deputato relatore cioè nonostante l'impressione che il Parlamento dà di una certa rozzezza, superficialità tuttavia dietro a quello c'è tanto lavoro potremmo averlo tutti noi quei circa 40 milioni di italiani che hanno diritto al voto cco io ho dei dubbi che quando ci si muove da dimensioni limitate a dimensioni più basse si possano introdurre strumenti di democrazia diretta Buongiorno professore la mia domanda un po' si ricollega a quanto sta venendo accennato relativamente al voto cioè spesso si fa un gran parlare della possibilità di estendere la platea di aventi diritto al voto ad esempio abbassando l'età minima quindi introducendo il voto ai 16 anni per rinvigorire la democrazia lei pensa che questa misura potrebbe effettivamente garantire un maggiore coinvolgimento della popolazione invogliare e riportare la popolazione al voto oppure crede che questa misura in sé per sé non sia sufficiente che altre misure collaterarie e corollarie debbano essere introdotte grazie io credo che possa essere un grosso stimolo di abbassare l'età degli aventi diritto al voto ma che da solo non basti sia utile ma non sufficiente non è sufficiente per un motivo che il vero tema della crisi della politica italiana della democrazia italiana sono i partiti tanto per darvi un'idea per trent'anni della storia repubblicana italiana l'otto per cento della popolazione italiana era iscritta a un partito sapete quanti siamo ora quanti sono gli iscritti ai partiti il due per cento della popolazione italiana dall'otto al due ora i partiti sono lo strumento della democrazia il raccordo continuativo tra la società la popolazione il governo lo stato il rapporto continuativo è mantenuto dalle forze politiche l'articolo 49 della costituzione dice molto chiaramente che tutti i cittadini hanno il diritto di associarsi in partiti per concorrere con metodo democratico la formazione della politica nazionale la costituzione italiana è composta di poche parole hanno fatto grande risparmio di parole stranamente questa dizione che io ho ripetuto credo abbastanza correttamente a memoria ripete un altro articolo perché l'articolo 18 dice che tutti i cittadini possono associarsi ma lo ripete di nuovo quando si parla dei partiti perché la costituzione è ritornata su questo concetto di associarsi in partiti perché voleva sottolineare che il partito è un'associazione io mi sono divertito dagli ultimi tempi a interrogare i segretari dei partiti di diversi partiti chiedendo qual era la data dell'ultimo loro congresso nazionale non me lo sapevano dire girata per l'Italia nelle piazze italiane nelle strade italiane una volta si vedevano delle scritte invece di un negozio c'era scritto sezione del partito X la democrazia cristiana se non ricordo male il partito della democrazia cristiana aveva 20.000 sezioni i comuni italiani sono 8.000 vuol dire che nei comuni più grossi ne aveva più di una sezione cco il radicamento sociale il numero degli scritti la struttura periferica del partito il radicamento sociale dei partiti il mezzo fondamentale della democrazia dei partiti che è di fare un congresso nazionale cioè il luogo nel quale si raccolgono i rappresentanti degli scritti sono per così dire vaporati qui c'è una contraddizione che il partito strumento della democrazia non è democratico quindi deve realizzare qualcosa che non realizza al suo interno questo è il motivo principale oggi i partiti italiani va detto che è anche fuori d'italia ma i partiti italiani in particolare sono sostanzialmente dei comitati elettorali sono dei comitati che organizzano delle elezioni sostanzialmente sostanzialmente decidono chi deve essere eletto questo è il compito dei partiti quindi questo è un fattore di crisi, io credo che andrebbe bene l'abbassamento dell'età perché c'è un processo anche di maturazione che è molto più veloce oggi rispetto a ieri però non penso che da solo riuscirebbe a risolvere i problemi critici della democrazia il nostro tempo è finito io starei qui delle ore come immagino anche voi ma purtroppo i tempi dell'organizzazione del festival sono questi quindi abbiamo terminato un'ultima battuta, io credo che avrebbe senso il voto ai 16 anni anche perché perlomeno ci sarebbe in fronte a una pressione di interessi diversi e forse per esempio cominceremo a guardare al welfare in un altro modo il welfare, lo stato sociale è uno dei derivati della democrazia dei privilegi della democrazia occidentale che forse va tutelato ma va anche riletto alla luce di quello che pensano i giovani che diciamo la verità, dalle dinamiche della democrazia, delle dinamiche delle istituzioni sono ancora troppo ai bordi farebbero bene a venire al centro Grazie e buona giornata Grazie e buona giornata
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