Crisi energetica e transizioni industriali
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Crisi energetica e transizioni industriali
Francesco Starace, presidente di SEforALL, ha messo in luce quelle che sono le sfide insidiose che oggi l’industria energetica deve affrontare, in un mondo caratterizzato dallo sviluppo tecnologico, dai cambiamenti climatici e da poteri politici con forze decisionali determinanti. Quali sono i rischi ai quali tale industria dovrà andare incontro? Quale ruolo gioca la tecnologia in questo settore?
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Quindi portarci velocemente verso una civiltà, verso una economia più elettrificata ci aiuta, è più economico, risulta poi chiaramente migliore per l'ambiente, ma soprattutto fa guadagnare più soldi. E quindi questo è un po' il problema di questa industria. Per capire questo passaggio. Chi lo capisce e chi non lo capisce. Queste sono le due facce di questa medaglia. E qui sei entrato in un punto chiave. Chi lo capisce, chi non lo capisce, chi non lo vuole capire, anche se in qualche modo lo percepisce, perché poi oggi lo vediamo esprimersi a livello politico in diverse forze che si affermano i nuovi equilibri che stanno nascendo, abbiamo visto in Italia, ma anche in Europa dove ci saranno le elezioni il prossimo anno anche negli Stati Uniti. Però prima di arrivare a questo ti voglio chiedere, ma quindi noi arriviamo da mesi in cui le bollette hanno raggiunto dei prezzi sterlari anche per un fatto speculativo, perché sappiamo che la carenza di gas, la necessità di approvvigionarsi rapidamente con gli stoccaggi, ccetera, ha fatto schizzare il prezzo del gas però per il futuro le persone cosa ti devono aspettare? Cioè prezzi più stabili in virtù anche di questo processo o ancora a fase di grande volatilità? Nel futuro dipende da quanto velocemente ci si affranca dalla dipendenza delle materie prime fossili, perché la volatilità nasce lì, quindi tanto meno ne abbiamo bisogno, tanto meno dipendenti siamo da queste fluttuazioni, da questo tipo di dinamiche che abbiamo visto questo anno che passiamo, quindi tanto più velocemente usciamo da questa dipendenza tanto più ce ne possiamo anche un po' fregare di questo tipo di valutazioni e di volatilità. Devo dire, l'Europa sta facendo un percorso molto veloce per affrancare almeno tutta la parte della generazione elettrica gran parte dell'utilizzo dell'energia fossile per i trasporti in maniera molto decisa. Adesso anche gli Stati Uniti hanno imboccato un po' quella strada con l'evoluzione dell'evoluzione dell'energia fossile quindi uscirne velocemente è la migliore ricetta. Purtroppo ci sarà ancora volatilità, perché c'è sempre stata, cioè è un mondo che vive di volatilità di conseguenza perché dovrebbe finire, non c'è nessun motivo, continuerà. L'importante è che impatti sempre meno. Poi alla fine, se la volatilità è tremenda ma impatta soltanto il 10% dei consumi, non è così un gran problema. Senti, appunto, parlando dell'Europa parlando anche della capacità che ha avuto l'Europa di correre su questo percorso, in realtà ciò a cui stiamo assistendo, l'abbiamo visto anche nei giorni scorsi che si è compattata una nuova maggioranza in cui c'era PPE, liberali, conservatori, sovranisti, per fermare alcune direttive, in quel caso era una direttiva sull'agricoltura e su nuove con suoi utili per ridurre sostanze chimiche e quant'altro, però l'abbiamo visto anche sull'auto elettrica. C'è una spinta dei vari Paesi membri di chiedere all'Europa di rallentare questi processi. Allora, che cosa come finirà? Che l'Europa dovrà rimangiarsi sui target. Come tutto questo si accompagnerà con la campagna elettorale che sta per iniziare per l'elezione del prossimo anno? La riforma del mercato elettrico che è stata immaginata quest'estate sta cercando di chiudere in fretta per evitare che poi vengano bloccati. Cosa ti aspetti? Quello che sta succedendo non è niente di patologico, è normale. C'è sempre qualcuno che non è d'accordo d è giusto che in una democrazia, in un processo di dialogo, ci siano quelli che cercano di prendere le ragioni, di capire perché, non so se ci sono queste istanze in Europa o nei paesi. Quindi non lo trovo niente di strano. Cioè, è normale che chi dice che continuerò a fare questo mestiere come l'ho fatto negli ultimi cent'anni, nel momento in cui arriva qualcuno che dice che ti sta succedendo qualcosa, cambi per forza o per piacere, ma comunque ti arriva questo cambiamento di posticipare, di allontanare questa cosa. Non ci trovo niente di strano. Non mi starei a preoccupare tanto su questo perché, ripeto, è un pochino anche a livello industriale. È successo a noi. Noi abbiamo dovuto cambiare pelle lo abbiamo fatto negli ultimi 15 anni chiudendo centrali di generazione a carbone, a olio combustibile e a gas facendone tante energie rinnovabili quando abbiamo capito che era economicamente conveniente quando abbiamo capito che se non lo facevamo noi ce lo facevano fare, c'erano altri che lo facevano contro di noi. Quindi è una dinamica inevitabile. Poi non mi starei a preoccupare adesso che c'è un gruppo di pressione che cerca di allungare i tempi. Ritorno al tema di prima. Ci sono dei rischi di passare dalla parte di quelli che sbagliano. Però ci sta che qualcuno non lo capisca. È normale, è sempre stato così. Ci sono quelli che non capiscono cercano di allontanare da sé il momento della verità, ma quello arriva lo stesso, non c'è niente da fare. Proposto di momenti della verità, salto un attimo al caso italiano. Assistendo a questo complesso di battito su questo piano, su PNRR, tantissimi investimenti molti volti proprio ad accelerare la transizione energetica, si sta lavorando a un nuovo piano nazionale per l'energia per inserire questi target europei. Però poi ci sono studi che continuamente dimostrano all'ultimo del Politecnico di Milano che noi sulle rinnovabili siamo in forte ritardo. Il passo che abbiamo per installare l'Italia è troppo lento per uscire a stare dietro a questo percorso. Peraltro, quando eri in Enel tu hai incontrato anche gli esponenti di questo governo, hai ragionato con loro sull'opzione di riversare una parte degli investimenti che non si potevano spendere altrove nel vostro caso sulle reti. Un bando da 4 miliardi per le reti l'avete già vinto, altrettanto forse si potrebbe fare sia per le reti che per i sistemi di accumulo. Quindi, come secondo te questo paese uscirà da questa fase che sembra un po' distallo in questo momento, una fase anche difficile in cui arrivano le raccomandazioni europee che ci chiedono di... A livello macro l'Europa sta facendo abbastanza bene, perché l'anno scorso, per esempio, quindi parliamo del 2022, l'Europa ha messo giù circa 56 mila megawatt energia e rinnovabili nel solo anno 2022 d erano impianti quindi decisi nel 19 e nel 20 per arrivare a finire nel 2022. Quindi è chiaro che durante lo shock che c'è stato, c'è stata un'accelerazione e i risultati li vedremo nel 2024. Cioè ci sono circa due anni di tempo avanti. L'Italia ha un problema... L'Italia parte bene perché ha una dotazione di rinnovabili già alta, c'è molto idroelettrico, c'è molto geotermia, c'è sole, c'è vento. Cioè è un paese che è molto fortunato dal punto di vista della dotazione naturale. Poi... C'è chiaramente un paesaggio, un territorio molto piccolo, non particolarmente ampio, quindi ci sono dei limiti su quello che certe fonti energetiche possono dare. Però... Quello che si sta vedendo, si è visto durante il 2022, è che mentre i grandi impianti vanno lenti perché i processi autorizzativi sono molto lunghi c'è un sacco di difficoltà, di burocrazia dietro, gli impianti piccoli sono esplosi. Cioè noi nel 2022 abbiamo visto triplicare la produzione delle reti degli impianti distribuiti infatti dalle persone o delle aziende, passando da circa 50-60 mila impianti all'anno a circa 210 mila durante il 2022. Quindi 2.300 megawatt di energia di capacità produttiva messa dagli italiani durante quell'anno lì. E quest'anno i primi tre mesi triplica ancora. Quindi noi a fine di quest'anno probabilmente gli italiani non sanno di quello che è l'Italia a livello del PNE che dovrebbe fare 4.000-4.500 megawatt. Fare per il 2023. Quindi l'Italia è un paese strano, ci sono tanti modi in cui reagisce a queste situazioni. Oggi quello che sta succedendo è che gli italiani hanno capito che è loro convenienza generare energia elettrica in maniera rinnovabile lo fanno. Quindi ci arriverà in modo diverso rispetto a quello che inizialmente i pianificatori avevano pensato come spesso succede in questo paese. Tra l'altro ci può arrivare perché noi abbiamo in Italia la migliore rete digitale che c'è per la trasmissione distribuzione di energia elettrica in parte gli investimenti del PNE che noi abbiamo cercato di aumentare mirano proprio a far sì che la digitalizzazione della rete renda possibile la produzione distribuita che in Italia in questo momento esplode. Noi abbiamo superato il milionesimo impianto connesso alle reti nel 2022. Stiamo parlando di più di un milione di impianti di famiglie e di piccole imprese che si autoproducono in realtà. Questa cosa chiaramente porta nella stessa direzione che dicevo prima. Ci sono quelli che l'hanno capito. Poi penso che il governo ha fatto qualcosa per cercare di migliorare il tempo di attraversamento delle autorizzazioni questo si cominci a vedere, i grandi impianti però hanno bisogno di più tempo quindi voi vedrete salire in rigolpo i megawatt installati delle rinnovabili dei grandi impianti dal 2023 in avanti perché i tempi sono circa due anni quindi dal 2024-2025 dici che succede? Perché si è sbloccato nel 2022. Quindi ce la possiamo fare. Grazie per questa spinta ottimistica perché sembra una fase veramente complicata. Torno un attimo indietro perché comunque l'idea è un po' di dare un flash su quello che sta succedendo anche a livello globale. Quando Erin Enel, la vostra azienda che ha tantissime attività negli Stati Uniti si è posizionata per accedere alla valanga di incentivi fiscali che il governo Biden sta mettendo in campo proprio per spingere questo settore. Rinnovabili, una maggiore indipendenza energetica quant'altro. L'Enel farà una mega fabbrica di pannelli negli Stati Uniti però anche negli Stati Uniti vediamo che c'è un tema simile c'è un dibattito ora sulla necessità di alzare il debito pubblico, un tema chiave perché se non si fa gli Stati Uniti andranno in default l'opposizione dei repubblicani batte sul tasto della riduzione della spesa pubblica a partire da tutti questi incentivi fiscali per la transizione. C'è anche lì una spinta di chi non vuole passare al green quindi dei combustibili fossili e quant'altro. Ora posso dire, noi abbiamo cominciato a investire negli Stati Uniti più di 20 anni fa, quindi noi abbiamo visto tanti presidenti Bush, Obama, Bush ancora Trump e adesso Biden, quindi abbiamo visto di tutto e di più e la politica nergetica degli Stati Uniti non è cambiata sostanzialmente perché è guidata dagli Stati, cioè è molto più delocalizzata a livello federale poco, gli incentivi fiscali sono sempre stati rinnovati da tutte le amministrazioni sia repubblicane che democratiche è un tema bipartisan completamente, totale c'è sempre stata una specie di grande battaglia al momento del rinnovo del deficit fiscale americano e tutte le volte è finita nella stessa maniera un altro giro questa volta l'IRA addirittura fa da una visibilità di 10 anni, laddove prima la visibilità era dai 3 o 4 anni, quindi è ancora meglio non sono assolutamente preoccupato su questo, anzi posso dire che, per esempio, è in uno stato repubblicano, l'Oclaoma, l'investimento che adesso l'Ene l'ha appena annunciato sulla fabbrica dei pannelli solari è in un stato repubblicano felicissimo di avere un'installazione che porta investimenti crea posti di lavoro non ne hanno fatto assolutamente un tema politico il tema è soltanto di business quindi questa secondo me è una visione nostra di una realtà che non abbedisce dei criteri così dogmatici, loro hanno una battaglia politica monte sul budget tutte le volte ma non è per le rinnovabili sono di sinistra o di destra sono in the money, come dicono, fanno soldi sì, allora vanno bene in America in questo momento sono ampiamente remunerative quindi vanno bene tutti gli Stati quindi insomma i soldi continueranno a guidare le nostre scelte sono indecisa sulla prossima domanda da farti questa domanda te la voglio fare chiederti, perché proprio ci hai raccontato come è cambiato questo mondo in energia come continuerà a cambiare su queste spinte ti vorrei chiedere, guardando un po' alla tua esperienza, 23 anni in Enel 3 anni come amministratore delegato di Enel Green Power 9 come amministratore delegato di Enel cos'era l'Enel quando tu hai cominciato al tuo percorso, cos'è l'Enel oggi in questi anni quello che ti ha colpito di più ti è rimasto più dentro, che magari pensavi di non riuscire a fare e che invece siete riusciti a fare ma l'Enel era una grandissima azienda quando ci sono entrato dentro e lo è ancora quindi questo anche di più, se vogliamo è cresciuto anche di più quindi siete molto motivata con una missione fondamentale molto semplice proprio stra semplice che è quella di portare la luce a tutti, punto cioè questo è proprio molto basilare cosa fanno le persone dell'Enel? Questo tutto il resto è un dettaglio rispetto a questa missione veramente profonda poi il modo in cui questo si fa dipende dall'evoluzione della tecnologia quando io sono arrivato all'Enel mi ricordo il primo incarico che ho avuto, andare a fare un viaggio in Venezuela per andare a negoziare l'acquisto di una sostanza terrificante che si chiamava Orimulsion, che era una emulsione di petrolio ad alto tenore di zolfo e acqua che veniva ancora usato per bruciarlo nelle centrali dell'Enel quindi c'è un quanto di meno sostenibile che nessuno possa immaginare questo è stato il mio primo giorno all'Enel questo viaggio in Venezuela una cosa che non credevo neanche che ci fosse chiaramente adesso questa cosa non c'è più l'Enel è cambiato tanto però per dire abbiamo fatto una battaglia per circa 10 anni per cercare di convincere le persone che abitavano intorno a una certa centrale che sarebbe dovuta convertirsi da l'Orimulsion al carbone loro tutti quanti non erano d'accordo poi alla fine abbiamo detto ci avete ragione a voi non la facciamo e la gente è rimasta sorpresa come avete cambiato idea, l'Enel ha cambiato idea sì, perché si deve cambiare idea di fronte all'evoluzione delle cose e quindi questa voluzione è stata in mano sempre più evidente ha avuto poi una sua presa di coscienza quando è nata Enel Green Power e quindi abbiamo fatto proprio nascere il nuovo volto dell'Enel quando abbiamo messo un sacco di contatori digitali in giro di seconda generazione abbiamo fatto digitalizzare tutta la rete, quindi il cambiamento c'è stato ma è stato un cambiamento che era già dentro l'Enel nelle persone, le persone già lo sapevano che sarebbe successo, lo volevano fare non c'è stata una battaglia, c'è stata una liberazione di vincoli, quindi è stato più facile di quello che sembra, abbiamo soltanto dovuto togliere dei concetti sbagliati e lasciare la gente vedere la realtà, dopodiché il cambiamento è successo velocemente d è merito dei colleghi dell'Enel noi li abbiamo soltanto tolto, ripeto, queste sovrastrutture logiche e sbagliate per il resto hanno fatto tutto loro credo che questo sia a credito di tutte le persone che lavorano, cioè quando noi siamo andati a chiudere 23 centrali elettriche perché non funzionavano più perché non erano più economiche e gli operai che ci stavano dentro lo sono stati primi a dire meno male che ve ne siete accorti, era da un po' lo sapevamo già prima che andavano chiuse adesso che succede? Quindi la domanda era a me cosa succede? Quale è il mio lavoro? Quindi il nostro lavoro è stato per voi c'è questo da fare, non per voi andate a casa quindi lo sforzo del management è dire cosa fai quando le cose cambiano che proposta dai alle persone questo è stato il motivo per cui nel cambiamento è successo abbastanza velocemente senza licenziamenti, senza mandare a casa le persone questo è stato fondamentale il nostro lavoro è stato quello d è una ricetta che molti altri vorrebbero riuscire a replicare sì ma è meno complicato di quello che sembri bisogna soltanto dirsi la verità tra l'altro avete fatto tutto questo senza perdere soldi abbiamo fatto soldi, non le abbiamo persi la transizione non vuol dire perdere soldi visto che ci siamo dentro visto che in questi anni avete attraversato dei momenti difficilissimi, la pandemia, la guerra lo shock energetico, questa volatilità sui prezzi che forse vi ha anche preso un po' in contropiede l'azienda ha avuto le difficoltà, c'è qualche cosa che guardandoti indietro avresti fatto diversamente? Avrei fatto prima certe cose che ho fatto un po' tardi avrei fatto partire prima Enel X che è questa nuova Enel che si occupa di dare tutti i clienti gli strumenti per elettrificare i propri consumi saremmo dovuti riuscire a farla partire un anno o due prima oggi saremmo un anno o due più avanti quindi questo forse è il più grande rimpianto che abbiamo aspettato un po' troppo per farla partire poi sì adesso è facile dirlo però lì per lì magari avremmo dovuto all'inizio di questa guerra capire che sarebbe andata avanti per le lunghe non che non finiva subito Questo adesso dice come è che sembrava che finisse subito però in realtà guardando bene c'erano già i germi i segnali che avrebbero resistito di più che i russi non ce l'avrebbero fatta quindi che questa situazione si sarebbe trascinata per tutto il 2022 e quindi quell'incredibile fiammata di speculazione sul gas avrebbe portato dei risultati devastanti per tutti anche per noi perché noi ci abbiamo rimesso un sacco di soldi noi i nostri clienti che avevano un prezzo fisso noi gli abbiamo cambiato ma ci abbiamo rimesso un sacco di soldi durante il 2022 quindi avere avuto questa intuizione durerà di più di quello che tutti pensano ci sarebbe aiutato sono le due cose che mi posso in qualche maniera improvare hanno tutti e due a che vedere col tempo tempo che è sempre diverso rispetto a quello che tu pensi la cosa era chiara però il tempo in cui sarebbe successo è lì il problema però il tempo soprattutto nel caso delle forniture di energia quindi degli approvvigionamenti delle coperture poi dei contratti di vendita è cruciale per avere un giusto mix e non rimetterci i soldi per altri problemi che hanno avuto anche altre utility tutti ci siamo cascati però uno dice accidenti la prossima volta sto più attento spariglio però visto che vedo che ci sono tantissimi giovani qui che stanno seguendo questa intervista è una cosa molto bella perché rano vestiti tutti in primo banco avrete il voto poi perché l'esperienza dell'ingegnere è importante per capire anche cosa andrà funzionerà sarà utile saper fare in futuro quindi a questi ragazzi magari qualcuno di loro vuol lavorare nel settore energia secondo te quali sono le materie del futuro di questo settore? Guarda io volevo studiare leggi poi quando sono andato a iscrivermi all'università leggendo i titoli degli esami mi sono sentito proprio male ho detto che per 4 anni non riuscirò a studiare queste cose quindi ho fatto ro a Milano all'epoca sono andato a cercare tutte le università che c'erano a Milano i corsi di esame in base ai titoli degli esami quello che mi sarebbe piaciuto fare o no quindi non posso dare grandi consigli a nessuno perché io ho scelto soltanto così mi piace e non mi piace ho passato un weekend da agricoltura a zoologia alla fine ho scelto ingegneria nucleare e mio padre mi ha detto ma sei sicuro perché tu vuoi fare l'avvocato adesso c'è qualcosa che non va però mi sono trovato molto bene quindi l'unico consiglio posso dare per chi non ha proprio la vocazione perché poi c'erano dei miei compagni uno è bravissimo latino è andato a fare professore di latino cioè quelli che non hanno proprio la vocazione interna segui un po' quello che ti piace perché poi alla fine comunque studiare è faticoso lavorare pure se non ti piace ancora peggio almeno ti deve piacere ti deve interessare di avere qualcosa che ti prende dentro poi chiaro quello che c'è il campo se dovessi adesso rifare una scelta forse sceglierei sempre qualcosa di scientifico ma diciamo più che altro la scienza dei materiali cioè le cose sono fatte di materiali se uno ci fa caso migliorano sempre cioè i materiali con cui sono fatte le cose continuano a migliorare, sono più leggeri, più resistenti costano meno, più riciclabili che cosa c'è dietro? Cioè come fanno a fare sempre la stessa cosa sempre più leggera, sempre più performante dietro c'è l'incredibile trasformazione della scienza dei materiali che in questo momento è alla base di tanta dell'evoluzione tecnologica nel caso nostro dell'energia sono due le forze che hanno fatto questo cambiamento scienza dei materiali e i suoi progressi e la digitalizzazione la combinazione di queste due cose spiega quasi tutto quello che succede quindi io mi metterei a vedere se la scienza dei materiali mi piace poi chiaro se io non so niente di matematica non mi interessa la fisica allora ci sono tante altre cose bellissime importante seguire un po' il proprio interesse culturale uno se lo deve sentire dentro che è un po' difficile io per esempio non mi ero mai interrogato mi ricordo che alla fine ho detto mamma mia non ce la farò mai va fino ad allora non mi preoccupavo proprio quindi insomma andate a vedere i titoli degli esami che dovete sostenere posso aggiungere una cosa per le ragazze mi verrebbe da dire di non avvicinarsi a queste materie che tu ci hai descritto pensando che non sono un mondo per noi donne ma purtroppo c'è un retaggio culturale che ci porta invece io da donna che ha seguito per tanti anni quello che hanno fatto loro mi sono accorta che mi piaceva tantissimo forse qualche cosa ci capivo pure questo è un tema è un limite che abbiamo che secondo me va superato hai detto che sei un ingegnere nucleare allora questo è un tema quello del settore nucleare che in Italia è stato bandito per tanti anni la paura i vari casi insomma Fukushima, Chernobyl, eccetera oggi però di nucleare si ricomincia a parlare ci sono state anche degli ordini del giorno delle emozioni approvate in Parlamento che impegnano il governo a riaprire un po' soprattutto la ricerca, lo studio nel settore prima di andare via anche voi in Enel avete siglato per fare approfondimenti sul mininucleare ha senso parlare? può questa tecnologia veramente aiutarci nella transizione energetica? ma allora ci sono tanti nucleari quindi c'è il nucleare che viene dallo sviluppo passato che è un nucleare che utilizza come combustibili fissili o l'uranio o il plutonio quindi lo sviluppo di questa tecnologia è arrivata in una specie di cul de sac di binario morto, quindi costruire impianti nuovi con questa tecnologia oggi è estremamente costoso a tempi troppo lunghi noi abbiamo finito di costruire una centrale in Slovacchia quest'anno, tre mesi fa partita nel 2008 quindi 15 anni per fare un reattore di 400 megawatt tutti contenti perché i tempi medi sono intorno ai 20 anni ma era il doppio del tempo che inizialmente si era previsto alzavamo 7 sono diventati 15 anche lì tutti contenti invece di tre volte perché la media è quella quindi sono dei mostri molto questa tecnologia è arrivata in una specie di zona di estinzione per quanto riguarda le nuove centrali le centrali che uno ha dal passato le deve continuare a tenere bene farle andare perché sono comunque degli investimenti ormai da utilizzare bene ma farne di nuove di quella generazione lì di quella tecnologia sicuramente non si può fare è un suicidio ci ho detto è finito il nucleare no perché ci sono altri sviluppi di altre tecnologie che oggi si possono mettere in campo che non sempre utilizzano anzi utilizzano in meno possibile uranio e plutonio perché poi l'uranio e plutonio generano scorie fissili che possono essere usate per costruzione di bombe nucleari quindi c'è tutto un tema di proliferazione delle armi atomiche che rende ancora più complicata tutta questa tecnologia ma il torio che è un combustibile fissile che non ha quella deriva militare va benissimo oggi infatti è molto studiato l'accordo che abbiamo fatto all'epoca quando ero dentro era proprio sul torio quindi c'è una ricerca di sviluppi di nucleari diversi non così pesante non così costoso che non ha questa deriva militare che però penso gli esperti lo dicono loro per primi arriva a una maturità commerciale tra il 2030 e il 2040 quindi non è una cosa che oggi dice che si costruiscono le centrali domani devi aspettare che i prototipi siano vagliati che tutto sia chiarito e quindi parliamo di una tecnologia che comincia a diventare commerciale quindi questo è verso l'inizio del 2040 quella è un po' la traiettoria del nucleare ce ne sarà bisogno, sì penso di sì nel tempo potrebbe essere utile a patto che ripeto queste evoluzioni tecnologiche arrivino a buon fine quindi si dimostrino sicure si dimostrino economicamente compatibili come sempre se una tecnologia non è economicamente compatibile poi si muove su un principio completamente diverso anche lì tempi lunghissimi poi impianti enormi quindi difficilmente replicabili quindi anche le io mi sono laureato nel 1980 quindi non è una cosa che si può fare quindi non è una cosa che si può fare quindi non è una cosa che si può fare quindi non è una cosa che si può fare io mi sono laureato nel 1980 quindi parliamo purtroppo di 43 anni fa già c'era la fusione nucleare già c'era il confinamento magnetico del plasma a temperature folli rimaneva in equilibrio per un miliardesimo di secondo adesso non mi ricordo, e tutti dicevano ci siamo quasi, sono passati 43 anni c'è ancora il plasma, c'è ancora la temperatura folle quindi un miliardesimo è un decimiliardesimo cioè è una cosa che non vedrò io, non vedrete voi non vedranno neanche i vostri figli né i vostri figli è fantascienza ed è di fatto ricerca di base quindi molto bene perché aiuta a capire materiali aiuta a capire la struttura subatomica aiuta a fare tante cose nella nostra esistenza e nella resistenza dei ragazzi che abbiamo qua davanti per capire in sintesi che di cosa stiamo parlando stiamo parlando del fatto che dobbiamo fare esplodere una bomba all'idrogeno contenere l'energia rilasciata utilizzandola questa è una sfida, è assolutamente difficile con i materiali che abbiamo adesso con la tecnologia che c'è adesso in un tempo di almeno un centinaio d'anni forse poi ci sono quelli che dicono che arriva domani oppure ci sono quelli che dicono non arriva mai per me hanno tolto tutte e due, chiaramente arriverà forse ma non parliamo prima di cent'anni da adesso quindi un discorso carino, come tutte le cose che si sa che tanto non succedono se ne può parlare quanto uno vuole ma non è una cosa praticamente utilizzabile nel breve Senti, parlando del 2040, tra cent'anni eccetera abbiamo visto cosa è accaduto in Emilia-Romagna in Italia è scoppiato il dibattito tra i negazionisti del cambiamento climatico quant'altro mi è colpito in questi giorni un'intervista che ha fatto il fotografo di fama mondiale Salgato lui raccontava che è stato 58 volte in Amazonia ha fotografato i cambiamenti di questo pianeta delle sue popolazioni negli anni per tantissimo tempo secondo lui dice, posso testimoniare che la velocità di istruzione legata sul riscalamento del pianeta cresce in modo sponenziale e l'umanità è già condannata siamo così? non lo so, però io ti dico una cosa che se tu prendi un signore anziano di Trento della mia età prendi un signore di Trento gli dici, ma è uguale? ti dirà subito di no, c'era molta più neve i ghiacciai si vedevano, non si vedono più è vero che c'è questo fatto, ormai è inutile che ci prendiamo in giro sta succedendo? è chiaro quindi ce la facciamo a rallentare questa deriva? sì, ce la potremmo anche fare basta che ci impegniamo un pochino di più quindi non sarei così in questo momento dell'Amazonia uno vede più da vicino la devastazione per questo magari Salgado che ci sta dentro ha questa sensazione angosciosa più di noi non ho questa sensazione che spareremo dalla faccia della terra domani però sicuramente qualcosa bisogna cominciare a fare in maniera un po' più concreta soprattutto smettere di raccontarci che ci è sempre stato così di chi se ne frega, perché questo è un pochino ogni tanto senti dire queste cose, questo è sbagliato la verità è che è un fenomeno che sta succedendo deriva dall'attività umana quindi spetta all'uomo cercare di metterci un pochino il freno tutto qua, ma si può fare ok, ti faccio l'ultima domanda il domandone, perché adesso tutti ci chiediamo che cosa farai adesso? ti riposi un po' magari, ma ci aspettiamo che qualcosa farai mi sono iscritto a legge non ve lo posso dire lo dirò tra poco ma non farai l'amministratore delegato di qualche società? dopo aver fatto l'amministratore delegato di Enel quindi scorpiremo a breve ne studierò legge se qualcuno vuole fare una domanda abbiamo ancora una manciata di minuti a disposizione se c'è qualche curiosità non so se si può portare un microfono non so se lei può fare questa previsione non si sente però continui a parlare voglio cercare di capire se lei può fare questa previsione razionalmente da qua a 10 anni quale potrà essere la quota di rinnovabile che in Italia riusciremo ad avere? il 20, il 30, l'80% sarei curioso di sapere se rimaniamo su percentuali modeste o se davvero possiamo andare verso percentuali importanti cosa ci mettiamo in questo mix? le solite cose, l'eolico, l'idroelettrico o se entrerà qualcosa da qua a 10 anni, no a 100 non è difficile fare questo conto se entrino 4-5 mila megawatt di impianti solari distribuiti cosa che ormai è partita, non si ferma più non cresca di più penso che sarà ancora di più ma se si ferma 4-5 mila megawatt di impianti solari solo quelli distribuiti ci metta sopra un altro migliaio o due di impianti grandi quindi in 10 anni 70 mila megawatt poi ci mettiamo altri 30 mila megawatt di eolico offshore o rifacimenti di eolici esistenti che semplicemente a parità di terreno utilizzano l'energia in maniera migliore lei aggiunge 100 mila megawatt di rinnovabili all'attuale situazione che vuol dire che questi fanno circa il doppio dell'energia che in questo momento sono da fonte fossile noi oggi produciamo in Italia da fonte fossile circa metà del fabbisogno italiano quindi circa 120 TWh quindi questi 70 le fanno le fanno quasi 160 TWh quindi praticamente arriva a quasi annullare la produzione termica in 10 anni comunque la domanda elettrica tenderà a salire lei può fare un'ipotesi grossolanamente di dire che avremo l'85-90% prodotto da fonti rinnovabili un 10% prodotto da fonti termiche solo perché ogni tanto ci saranno dei buchi da riempire durante l'arco dell'anno questo succederà senza che nessuno se ne accorga verrà sotto i nostri occhi piano piano una cosa è fattibilissima non è neanche a livello di consumo di suolo tenete presente che gran parte degli impianti di cui ho parlato sono sui tetti, quindi non sono impianti che occupano terreno va bene, io direi che siamo arrivati alla conclusione di questo evento ringrazio l'Ingegnero Strato Grazie anche a tutti voi per essere stati qui arrivederci a presto Grazie Grazie Grazie
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