Africa: l'impegno di un missionario
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Africa: l'impegno di un missionario
Padre Kizito Sesana è un religioso comboniano che ha fondato l’Associazione Amani e tre case famiglia, una a Lusaka (in Zambia) e due a Nairobi (in Kenya). L’esperienza della solidarietà concreta e attiva verso i più poveri della terra nel racconto di un uomo di Chiesa.
e un mista chiacchierata e di questa sera e mi devo presentare brevemente mi chiamo sale un arto addis vengo dal congo brazzaville quindi sulla parte destra del fiume congo non la parte sinistra che il congo ex belga noi siamo il congo ex francese sono giornalista lavoro a roma lavorato per la rai lavoro per nigrizia e di cure per tutti quelli che me lo chiedono per l'africa e e presentò renato renato è un personaggio molto difficile da presentare e nato a lecco è sacerdote dal 1970 e dal 73 al 75 ha diretto la rivista nigrizia nel 77 oltre ai suoi studi per prepararsi al sacerdozio filosofia e teologia si è laureato in scienze politiche a padova e qualche mese dopo parte dell'africa quindi l'anno prossimo renato kizito sesana festeggerà i suoi trent'anni d'africa parte per l'africa prima di tutto in zambia e poi nella parte più orientale sudan e kenya dove vive tuttora a nairobi la città di nairobi e da li fa delle incursioni escursioni poi ce lo spiegherà nei monti nuba soprattutto ma in sudan in generale ha creato lì una comunità che siamo a comunità koinonia di cui penso ci parlerà a tanto a questo porta avanti un'intensa attività pubblicistica cura una rubrica molto apprezzata sul sunday nation ha creato africa news una piccola agenzia di africani che raccontano l'africa un rivista trimestrale di teologia africana africa chiamata african scribe e del presidente di amani onlus un range che opera qui in italia sui temi dell'africa della cooperazione dell'educazione alla pace di cui troverete all'uscita del materiale per chi volesse approfondire comincerei questa conversazione raccontandovi come ho conosciuto acquisito cesana io molto sono molto diffidente proprio per le mie origini sono molto diffidenti degli europei che parlano dell'africa perché perché sul nostro continente si sono sedimentate nel corso dei secoli dei saperi non sempre positivi delle percezioni non sempre positivi della nostra realtà e allora per la prima volta sono andato a sentire una conferenza di quesito mi ha entusiasmato ho cominciato a leggere i suoi iscritti e da quel momento nei suoi confronti mi sento un po come il piccolo bambino protagonista della favola di kirikù chirico e un piccolo bambino in un villaggio africano del sel un villaggio alle prese con tanti problemi di sopravvivenza l'acqua che non c'è i campi che non producono a sufficienza gli uomini che scompaiono e c3 è certo e questa strega che incombeva sul villaggio la strega cattiva la strega karabà in un momento di particolare difficoltà per il villaggio il bambino va alla ricerca di una soluzione e questa soluzione la trova nel passato in qualche modo la trova nella saggezza di un anziano visita non è molto anziano però per me anche per il physique du role che ha ha assunto il ruolo di questo di questo assaggio di questo saggio noi in africa diciamo che un anziano è una biblioteca vivente che ha attraversato davvero tutta la storia del continente africano una buona parte del continente africano dal 77 che l'ha vissuto che l'ha amato che ha talmente amato questo continente di aver inserito come suo nome quesito lì si chiamava renato sesana ora si chiama quesito ha preso il nome da uno dei martiri africani del 1886 quindi vorrei invitarvi stasera ad ascoltare quesito con questo stesso spirito col quale in un momento di difficoltà come lo dice un proverbio africano se non sai dove vai ritorna da dove sei venuto e quindi con lui vorrei un po ripercorrere la storia di questo continente le vicende economiche le vicende politiche e siccome un religioso anche la vicenda religiosa di questo continente e pagherei proprio da bauman anche per collegarmi all'incontro di questo di questo pomeriggio e bauman che uno dei grandi maestri di di analisi di riflessione sulla globalizzazione e descrive il mondo come un mondo che è fatta da flussi flussi di merci flussi di investimenti flussi di informazione dove da un lato ci sono i protagonisti della globalizzazione coloro che animano che loro che la informano la riempiono di contenuti e poi e globalizzati quelli dice bauman che sono inchiodati alla loro tragica realtà e mi pare che il mondo dove vivi non la nairobi scintillante delle luci non non malindi non bassa il mondo dove vivi e proprio corrisponda a questa descrizione la prima banda che ti faccia come il mondo dell'economia globale e vista da nairobi grazie buonasera cosa ci andrà mai innanzitutto mi sento di dover dire che io parlo non da esperto senz'altro non da esperto di economia in questo festival dell'economia parlo da una persona che ha vissuto in un continente quale l'africa e lì si è trovato di fronte a delle cose si è trovato di fronte a dei problemi ma soprattutto di fronte delle persone così per esempio i bambini di strada a nairobi a lusaka che sono venuti a battere alla porta di casa mia di casa nostra della comunità in cui vivono i bambini soldato pure sono venuti a nairobi da noi oppure quando sono andato sui monti norma mi è capitato di trovarmi sotto le bombe del governo di khartum uno si trova in altre situazioni cerca di capire ricerca di approfondire io sono parlo in veste così di una persona che ha fatto delle esperienze ha incontrato delle persone e cerca di rispondere di capire di analizzare di capire la realtà in cui vive per quanto riguarda la tua prima domanda c'è un neonato a me viene in mente una cosa così un po unificati va simbolica per rispondere a questo quando sono arrivato in zambia nel 77 ho cominciato a studiare la lingua locale che si chiama ci mangia e ho scoperto una cosa che per me allora era curiosa che era nuovissima insignia già non esiste l'albo avere e credo che non esiste neanche nella tua lingua originale non esiste il verbo avere se uno deve dire io ho deve dire io sono con una cosa e questo già da tutta una filosofia di vita di come come gli africani si vedono presenti nel mondo la prima cosa è la cosa più importante è l'essere ho trovato che per esempio la parola povertà non esiste sarebbe impossibile tradurre in insignia già il tema dell'incontro il tema del festival qui a trento ricchezza e povertà la parola che indica l'idea che a noi da povertà cioè noi con notiamo povertà come una cosa è una mancanza di mezzi materiali non c'è le parole più vicine indicano la mancanza di amici la mancanza di relazioni umane ecco questo già da subito tutto un'idea che si vive in un mondo diverso e che per capire questo mondo diverso è importante e necessario fare silenzio lasciare che tutti i tuoi pregiudizi adagio da joan si si si sciolgano e che è e imparare alle domande imparare a chiedere a chiedere onestamente delle spiegazioni non presumere di avere risposte non presumere di direbbe ma come mai questi questo fanno una cosa così strana non capiscono niente hanno bisogno che io gli faccia scuola cioè invece chiedere perché allora ti accorgi che se fai una domanda onesta ricevi una risposta onesta e capisci che sei di fronte a un altro mondo ti devi mettere tutta in un'altra prospettiva ecco allora che arriviamo un po a rispondere tre domande iniziare in un mondo così il i flussi della società occidentale influssi della modernità arrivano molto attenuati sono un qualche cosa di molto distante che hanno delle conseguenze importanti evidentemente sulla vita normale quotidiana della gente ma che vengono percepiti come lontani come in qualche cosa diciamo che viene da un altro mondo proprio letteralmente viene da un mondo diverso e per questo sono ancora più dannosi e pericolosi perché non sono una cosa mia non sono una cosa nostra quindi non li so dominare non so come reagire non so come oppone per cui esempio mi ricordo quando si è stato l'episodio dell'undici settembre e in occidente si dice il mondo non sarà più lo stesso nel quartiere di nairobi in cui io vivo in realtà non è cambiato niente e non c'è stata la percezione che sia cambiato qualcosa è un qualcosa tutto sommato di molto distante e molto lontane molto lontano perché da un punto di vista pratico materiale io questo nella mentalità della gente che vive in mezzo meno insieme non questa io non ho la possibilità di reagire non posso fare niente di positivo per fermare questo fatto che viene che avviene così lontano e che può avere delle conseguenze su di noi quindi la frustrazione per esempio in kenya per il fatto che come conseguenza del dell'undici settembre come conseguenza del bombardamento del tentativo completamento che sembra sia stato fatto da gente di al qaeda che hanno tentato di abbattere un aereo israeliano hanno assaltato il causato dei morti in kenya il bombardamento dell'ambasciata americana ancora studente all 11 settembre a nairobi che ha causato ancora una volta tante tantissime vittime keniane e con pochissime vittime americane tutti i fatti che vengono che hanno delle radici lontane però il quale io non posso intervenire sono vittima di questa cosa e sono una vittima che non ha in questa storia nessun diritto sono emarginato e non conto niente questa è la percezione per esempio in occasione della del bombardamento sul l'albergo israeliano sulla costa del kenya i giornali keniani non hanno potuto fare a meno di sottolineare una cosa con grande amarezza che sono state pubblicate le fotografie dei corpi dilaniati da bomba dei corpi keniani non è stata pubblicata nessuna fotografia degli israeliani morti come non è stata pubblicata nessuna fotografia delle vittime dell 11 settembre per fortuna ma i keniani nel contiamo di meno noi proprio nella stampa internazionale non siamo rispettati non abbiamo neanche da morti abbiamo la dignità che hanno i bianchi quindi territori ricordo come diceva bauman inchiodati alla loro tragica realtà e senza possibilità nemmeno di essere protagoniste mi viene in mente una tua definizione della globalizzazione molto plasticamente ben rappresentata da questa espressione quesito definiva la globalizzazione come il matatu e qui devo spiegare perché non è stato in kenya che cosa è aumentato il mattatore un autobus possiamo chiamarlo così e qualche con un 4 ruote di sangue che cammina e lui diceva la globalizzazione come un bastato chi sta dentro seduto chiede all'autista di accelerare di andare più veloce e chi sta sopra e ci sono più persone sopra che dentro chiede invece che il ritmo sia più più lento perché l'appoggio e molto precario c'è in questa immagine una comunanza di destino tra chi sta dentro e chi sta fuori perché se poi l'autista e impazzite ubriaco si sa chi è dentro sia fuori allora questo rallentare il ritmo della globalizzazione è un elogio alla lentezza nell'economia può essere questo anche in memoria di quello che hai detto sui ritmi diversi su l'accento posto su cose diversa più sulla relazione che sul avere certo io credo che in africa si vede con preoccupazione che l'aumento della ricchezza dell'occidente e vertiginoso mentre l'africa si impoverisce sempre di più quindi c'è questo distacco e chi è appunto fuori smaltato su questi mezzi pubblici che trasportano la gente a volte proprio cavalla ta questa gente rischia di cadere chi è sulla strada non verrà preso non avrà mai l'opportunità di entrare c'è forse come una battuta si può dire che forse lo stesso c'è un destino comune perché questo matato magari finirà la benzina possa succedere anche la nostra globalizzazione che finisca la benzina e si fermino ma certamente al momento si percepisce di essere parte di un mondo che resta ancorato che fa fatica a muoversi che non riesce a crescere alla misura degli altri quindi si vorrebbe vedere un po più di attenzione un po più di di lentezza un'altra cosa che ricordo appena arrivato in africa quando cercavo di avviare promuovere attività che aiutassero la gente a uscire dalla situazione di povertà e di attività commerciali piccole cose una piccola attività e la mia impazienza quando vedevo che le cose andavano troppo ad asia lo vedevo addirittura anche qualcuno riusciva ad avere dei vantaggi economici e poi questi vantaggi venivano spesi in cose che non aiutavano poi a progredire nella nostra mentalità nov eni avanzati per mandare a scuola il figlio di un nipote venivano abusati il profitto del piccolo business si sperperava diciamo in piccoli rivoli senza riuscire a preparare un creare un capitale sufficiente per poter ingrandire il business e quando dicevo questo la risposta più comune era sì ma vedi padre noi noi andiamo avanti spalla spalla se vado avanti io devono venire avanti anche i miei non posso andare avanti da sola questo senso profondo della comunità che è un valore ma che può anche anche causare dei ritardi delle lentezze ecco a proposito di ritardo e con questa parola che hai pronunciato se noi guardiamo oggi tutti i dati macroeconomici sul continente africano il pil belle sul pil siamo un po siamo un po meglio del dell'italia come media però il pil le strutture sanitarie la scuola tutti gli indicatori sono al rosso e si parla tutti si chiedono gli sembra l'india sta decollando la cina ha già decollato ne abbiamo parlato in questi giorni perché l'africa è rimasto lì ferma in situazione di stagnazione in qualche in qualche casi anche di regressione eppure quando sei arrivato in africa nel 77 c'era ancora tutta la come dire l'entusiasmo per lo sviluppo di un'africa che sarebbe andata andato molto bene e velocemente to arrivare molto probabilmente con questo in mente e io facendo un po i calcoli stavo terminando il mio liceo e a noi in questa prima generazione del dopo indipendenza era stato affidato un compito quasi prometeico studiate andati in europa andate a rubare agli europei il segreto della loro potenza riportate dall africa e in pochissimi anni l'africa si svilupperà siamo venuti abbiamo rubato quanto abbiamo potuto tanti di noi sono tornato non è vero che non sono tornati oggi l'elite che abbiamo in africa e più formata oggi quanto non lo fosse 30 40 anni fa che cosa non ha funzionato in queste teorie dello sviluppo che in quegli anni erano portato avanti sia dei governi sia dal fondo monetario internazionale sia da quelli che hanno prestato i soldi in africa dove che sia inceppato il meccanismo ma io penso si potrebbero pensare molte cause diverse alcune a un livello più profondo a livello proprio di mentalità non è per esempio il fatto di dare la priorità alle relazioni umane rispetto alle cose quindi questa è una cosa che è positiva ma può essere anche negativa guardarla dal punto di vista strettamente economico che realmente lo curano il ma non certo e la ricchezza viene vista in altre cose noi probabilmente potremmo imparare qualcosina ma perché il senso imparare che il senso della la felicita e il senso di avere una vita umana compiuta piena può esserci anche senza tante cose questo lo vedo ancora quotidianamente dell'ambiente in cui vivo che tu hai visto un po è un ambiente dove le persone che si alzano al mattino non sanno se riusciranno a mangiare quel giorno eppure al partono le giornata affrontano la vita con grande serenità con grande gioia la vita è bella poi ci sono anche dei problemi ma che li risolveremo come si presentano quindi questo senso è come mandato non ci sono problemi quindi questo senso di vivere la vita con allegria con gioia che loro percepiscono invece quando vengono quindi ai ragazzi una prima reazione ma non c'è gioia non c'è allegria non c'è riso non c'è ma questo è un livello più profondo a un livello diciamo di cause possiamo pensare tante alcune cause esterne importanti come ad esempio il debito estero che in quegli anni non c'era ma si è poi accumulato in quegli anni e che ha causato il disastro che tutti sappiamo non sto a ripetere delle solite statistiche sul debito estero ma sostanzialmente oggi l'africa nera da a noi più soldi come restituzione dell'interesse sul debito non del debito in se stesso che non gli aiuti che riceve in forma di grant in forma di aiuti allo sviluppo in genere quindi questo debito estero che si è accumulato che è andato di pari passo con le con i leader devianti che sono venuti fuori in tutta l'africa quelli de che hanno fatto solo i loro interessi e non hanno fatto gli interessi del loro popolo questo con la connivenza di chi dava i soldi no perché sappiamo benissimo per famiglia avuto famiglia i sani abacha i dittatori africani hanno accumulato ricchezze enormi nelle banche svizzere e chi prestava i soldi sapeva che i soldi non si muovevano c'era una connivenza in questo in quel momento sembrava una cosa fattibile sembrava una cosa ragionevole probabilmente chi l'ha fatta quindi questi due fattori hanno senz'altro avuto un peso estremamente negativo ma perché succede questo cioè perché in africa si può fare l'altra domandano perché sono immersi dei leader che sono stati così incapaci che non hanno aiutato la loro gente perché imboccasse l'idea mini imbuti sani abacha sono venuti fuori in africa io penso che si può darsi possa dare una risposta in questo tipo la cultura africana tradizionale che ha tanti grandi valori è una cultura che è stata bloccata nel suo crescere storico dallo schiavismo dal colonialismo e l'africa non ha sviluppato diciamo le grandi istituzioni le grandi burocrazia nel migliore dei casi il governo la gestione del potere politico era affidata a persone attraverso una specie di democrazia faccia a faccia il capo di un popolo conosceva tutti i capi famiglia quando c'era una decisione importante da prendere ci si sedeva tutti insieme questo l'ho visto ancora adesso viene per esempio sui monti movano è raro che servano dei delegati che vengono da lontano tutti si conoscono le decisioni vengono prese con grande democrazia insieme ad unanimità è il capo è la persona che sancisce la decisione della comunità non è una persona che prende una decisione così a secondo le sue idee quindi una cultura di questo tipo bisognerebbe tratteggiare la più a fondo ma una cultura di questo tipo è una cultura che non è abituata a manovrare a dominare o a manipolare le grandi istituzioni di fatto lo stato così come è impiantato in africa i partiti i parlamenti tutte le istituzioni grandi sono stati importati imposti a volte con dei confini imposti cosa che aggrava che aggrava il problema ma l'africano medio che vive ancora pienamente i valori della tradizione si trova sprovveduto di fronte a questi grandi burocrazie non le sente sue nella sua cultura traver la sua cultura non hai i meccanismi le chiavi per capirle per cambiarle quindi in questa situazione che si impadronisse del potere come è successo sono stati di fatto gli arrivisti le persone che hanno i piedi in due scarpe quelli che non rappresentavano già più veramente la loro gente ma che erano capaci di vivere nei due mondi nel mondo diciamo della modernità o dell'occidente e del mondo della tradizione e di usare questi due mondi a loro profitto senza che la gente riuscisse veramente a fare sentire la propria voce questo mi sembra anche possiamo usare questa spiegazione per spiegare come mai ancora oggi la cosiddetta società civile è così stentano ci sono noi a kibera nel più grande slum di nairobi 4 5 anni fa abbiamo censito oltre 80 gb era a circa 700 800 mila abitanti abbiamo censito oltre 80 lupi che lavoravano per il superamento degli scontri tribali e per la giustizia e la pace molti di questi gruppi pensavano di essere gli unici non avevano collegamento con gli altri ma non è una mancanza di di buona volontà di legarsi agli altri e proprio non e non rendersi conto che mettendoci insieme si può ottenere una trasformazione in kenya sono stati fatti dei passi avanti in questo senso fonde diverse campagne che ci sono state le stesse ultime elezioni che hanno visto e presi sempre il presidente mori uscire e un nuovo presidente po migliore prendere il potere sono state il frutto di coalizioni però è ancora una cosa che sta avvenendo ecco io penso questo è una delle ragioni profonde che non ha lasciato non sa o meglio ha lasciato che l'africa andasse alla deriva perché la gente e prendeva in mano le responsabilità locali ma non sapeva come agire sulle responsabilità a livello nazionale per dire una cosa un po per fare un esempio che è un po esagerato però però rende un po l'idea noi abbiamo a tivoli nella casa dove vivo abbiamo del personale che fa i guardiani notturni per esempio ti fanno queste attività e sono abbiamo molti dei persone che vengono dai popoli nomadi del kenya masahiro samburu qualche anno fa uno di questi ragazzi viene a dirci che si sta per sposare e noi gli diciamo senti benissimo allora visto che ti sposi fai un finalmente una carta d'identità iscriviti alla sicurezza sociale così ti metti a posto e ha un lavoro stabile se qui con noi siamo ben contenti perché lavori bene lui prima reazione è stata il fatto di avere una carta d'identità che non ne vedeva molto l'utilità non perché diciamo come io sono vivo qui perché c'è bisogno di un e carte perché avevo bisogno di dimostrare a qualcuno che che esistono lo sanno tutti tutte le persone che mi conoscono sanno che esiste e questa è la cosa importante superato questo fatto è l'altra sua domanda è noi viviamo a 13 km dal centro della città di nero dice ma allora devo andare in kenya per lui andare a farsi la carta d'identità aveva dire andare in kenya il kenya e ancora questa cosa misteriosa portata dal di fuori che non ha radici locali questa questa è la mentalità di un una persona che era un nomade fino a pochi mesi prima però rappresenta bene la situazione in cui credo si trovano molte african sintesi nell'incapacità di reagire contro queste grandi forze che vengono dal di fuori interessante quello che stava dicendo che possiamo leggere un po come la doppia solitudine dei popoli dell'africa o la solitudine rispetto ai grandi meccanismi della globalizzazione economici dei grandi centri geopolitici e un solitudine rispetto alla loro stessa dirigenza politica locale qui il discorso sarebbe molto molto lungo riguarda il ruolo dell'educazione riguarda i contenuti che vengono veicolati e nella scuola che sono solo contenuti alienanti nel senso che proprio sono convenuti che allontanano i formandi e rispetto al proprio territorio ma in interessava di più invece tutta la parte dell'economia informale che si riallaccia a questi gruppi che faticosamente comincia non può apprendere delle piccole consapevolezza e l'economia informale è diventato in europa quanto meno un luogo molto frequentata anche un po infatti data l'altra africa dell'economia e addirittura latouche ci ha scritto un libro e indicandola come una specie di modello addirittura alternativa quello occidentali o per personalmente non sono d'accordo penso che l'economia informale è prima di tutto una reazione di sopravvivenza rispetto a un'economia formale che non funziona e una economia interessante per noi perché ha riattivato tutte le cose che l'economia ufficiale ha fatto uscire raccontarvi prima dei soldi che non riescono a produrre utili come mia esperienza quotidiana di mia stessa madre a cui mando i soldi e puntualmente minimi mi dice al telefono che gli ha speso mangiando e bevendo con le sue amiche facendo dal suo punto di vista un investimento sociale perché i miei soliti molti arrivano a volte non arrivano ma sa che sulle sue amiche può sempre contare quindi l'investimento che quelle che colta e quell'investimento relazionale e sociale l'economia informale 70 per cento delle famiglie africane sono rette da questa economia economia caotica diciamo sotto punto di vista delle misurazioni econometriche nessuno riesce a misurarla il mio dubbio però che questa economia informale rischia di andare all'infinito in modo parallelo rispetto all'economia ufficiale va bene che fanno nutre la gente va bene che introduce i valori diversi ma quando si incontreranno sull'economia ufficiale e quella informale quando è che qualcuno tradurrà in progetto politico coerente tutta questa immensa creatività e vitalità produttiva nei luoghi della miseria della clochard izzazione dove la gente quotidianamente produce e riproduce i beni non in qualche modo è bene che rimanga lì è bene che si formalizzi come tu ben sai vi accennavo prima la scuola uno dei problemi è che da noi lavorare vuol dire lavorare in un servizio e qualcun altro è diventato è diventato sinonimo il lavoro dipendente con il lavoro la gente non si è abituata a considerare il lavoro quello che fa a casa sua il lavoro dei campi perché questo anche per una scelta delle delle delle autorità coloniali in tutta l'africa in modi diversi quando per esempio all'inizio verso gli anni venti del secolo scorso sia nelle colonie francesi che nelle colonie inglesi è stato imposto ai capifamiglia di pagare una tassa è l'unico modo per pagare la tassa era avere dei soldi in contanti e l'unico modo per avere dei soldi in contanti era andare a lavorare per i bianchi che questa tassa è stata imposta proprio per costringere almeno uno della famiglia ad andare a lavorare nelle miniere nel caso della zambia andare a lavorare in città quindi il fenomeno dell'urbanizzazione tra l'altro è nato in quel periodo lì come una imposizione però ha creato anche questo danno ha creato l'idea che chi non viene salariato non lavora quindi cos'è l'economia informale tutto questo settore di persone che si danno da fare per sopravvivere ogni giorno che chi la donna che si mette immagine della strada e fa le frittelle delle frittelle l'amica che fa la pennetta la pettinatrice sempre immagini della strada o il la persona che torna al villaggio magari poco lontano dalla città durante il weekend lavori campi porta poi un po di gallina un po di frutta o di verdura da rivendere tutte queste attività che sono le attività che permettono alla gente di sopravvivere come farla entrare io non so rispondere alla tua domanda come riuscirà mai a uscire da questa marginalizzazione di questo essere classificata sia dagli studiosi sia veramente stesse della gente che la pratica come un'attività di seconda categoria che non è quasi neanche lavoro come succederà questo non lo so vedo vedo che la situazione dovrà continuare così ancora per molti anni perché non vedo che ci sia nelle zone che io conosco dove vivo uno sviluppo imminente che permetta di uscire da questa situazione come andrà a finire certamente non sei un profeta non lo puoi sapere una cosa è sicura è che oggi chiunque possa pensare soluzioni per l'economia africana e non può non partire da questa vitalità da questa creatività dal basso che visto che siamo in un festival di economia mio avviso ha restituito all'economia la sua funzione primaria di oikos lo mons attenzione alle cose della casa e le cose della casa per la maggior parte delle persone in africa e mangiare bere avere accesso all'alfabetizzazione avere accesso alle medicine di base e quindi ripartire da questo perché siamo in presenza di un continente che ha perso quasi le sue difese immunitarie dal punto di vista economico un organismo talmente indebolito che qualunque azione oggi deve passare per la restituzione delle condizioni minime di vita allora il tempo sta scorrendo volevo arrivare un po a questo punto se tutto quello che abbiamo detto fino adesso è vero e penso che sia vero e che senso hanno oggi le parole come aiuti cooperazione obiettivi del millennio e così se ne sta riparlando in questo momento siccome ne abbiamo visti tanti di progetti in direzione dell'africa l'aiuto la cooperazione alcuni di quelli che sono qua presenti molte le mete sono interessate come si possono rileggere tutto questo cambiando anche le modalità di presenza modalità di azione sono stati scritti molti libri su queste cose non certamente noi possiamo fare una riflessione di base importante sono 40 anni che si danno aiuti all'africa e non è cambiato niente cioè di aiuti non sono stati ufficiali e efficace certamente c'è un errore da qualche parte normalmente facendo una rilettura di quello che abbiamo visto fare le colpe vengono date al fatto che i progetti sono stati fatti senza tener conto della realtà locale soprattutto delle persone locali sono fatti i famosi elefanti bianchi e c'è stata corruzione abbiamo sentito ieri purtroppo io ho perso quell'incontro che nel caso dell'uganda mi hanno riferito che il relatore diceva che solo il 20 per cento degli aiuti arrivano in uganda arrivano in uganda la corruzione parte già da qui a monte quindi e poi su quel 20 per cento di aiuti certamente ci sarà un ulteriore parte che non arriva la gente per la corruzione locale quindi c'è il progetto easy teschi che non rispondono necessità della gente progetti fatti senza consultare la gente senza vedere che necessità effettive la gente aveva la corruzione ci sono molte concause che hanno portato a questo disastro adesso il disastro è talmente grave che io ho questa impressione in africa quando si dice in un villaggio non stiamo adesso arriveranno si fa questo progetto nella mentalità della gente ormai i progetti li hanno visti tutti fallire e quindi fallirà anche questo è diventato una cosa che si ripete allora visto che questo progetto fallirà cosa faccio se mi impiegano se mi danno lavoro se in qualche modo entro nel giro di questo progetto va bene accetto ma con la convinzione che non durerà quindi ne traggo il maggior beneficio possibile finché dura questo è negativissimi perché si parte già già in un modo sbagliato cos'è importante fare loro io non lo so certamente ho letto ho letto diverse recentemente un esperto americano diceva la cosa migliore da fare è tagliare gli aiuti umanitari tagliare i fondi che passano attraverso lo ng ridurli al 50 per cento o al 30 per cento e costringere lo ng a lavorare con meno soldi perché siano più efficienti non lo so questa è una proposta che veniva da questa persona a me sembra che la cooperazione che funzionano proprio per le caratteristiche della cultura africana che dicevamo all'inizio è la cooperazione è fatta da persona a persona o meglio da comunità comunità cioè una cooperazione che abbia una che preveda anche una conoscenza personale quindi la scuola con le scuole alla parrocchia con la parrocchia e il comune la provincia io ho l'esperienza che la cooperazione decentrata in italia funziona mente quella quella del ministero degli esteri non funziona non funziona per niente adesso non hanno più neanche i soldi anche quando li avevano era molto problematico vedere in qualche cosa che funzionasse bene quindi fare la cooperazione faccia a faccia è più facile che funzioni anche le bisogna stare attenti bisogna fare delle scelte serie e oculate informarsi bene è però si possono vedere dei risultati concreti e si possono dare le persone crescere per me è senz'altro è fondamentale che ogni progetto preveda la crescita delle persone locali una crescita che può essere perché fanno dei bei dei corsi che danno loro le competenze necessarie perché hanno le responsabilità che li rendono dignitosamente responsabili di se stessi eccetera eccetera cioè se un progetto non da non prevede immediatamente fin dall'inizio la crescita delle persone locali allora non serve è un aiuto secondo me a questo punto è quasi meglio non venga data non possiamo in questo discorso sulla cooperazione l'economia e lo sviluppo la società africane non parlare dell'aids che è un flagello terribile che sta falcidiando intere generazioni in africa modificandone la sociologia anche toccando nell'economia e nairobi kenya la zona della eastern africa dove tu a gissi e la zona più più toccata di tutta l'africa ecco non ti chiedo che cosa fate anche se voi ce lo racconti e puoi raccontare forse come sta impattando questa realtà sulla società sulla società e sull'economia mi raccontavi che in città come nairobi da qui al 2010 saranno due milioni di orfani mi paiono realtà terribili sotto questo punto di vista secondo alcune statistiche nel 2010 nell'africa sud sarà ci saranno dai 40 ai 50 milioni di bambini orfani di entrambi i genitori a causa dell'aids bambini con meno di 12 anni di questi 40 milioni o 50 milioni circa 2 milioni saranno in kenya cosa succede presso i bambini finiranno sulla strada avranno ci sarà un impatto gravissimo quindi bisogna intervenire e dare la possibilità a questi bambini di crescere quindi c'è un problema che economico perché quelli che muoiono sono giovani adulti spesso sono giovani adulti che hanno appena terminato un ciclo di istruzione quindi sono persone che avrebbero potuto diventare economicamente produttive e invece muoiono e lasciano in eredità un peso i bambini che devono ancora crescere che devono esser treaty che devono essere mandati a scuola ma il problema più grave secondo me è ancora più profondo è quello dell'educazione se questi bambini non riceveranno più l'educazione tradizionale non riceveranno più non avranno più i genitori che sono loro le cose più normali che si insegnano bambino ma ti comporti in una determinata situazione quali sono i valori fondamentali non nasco non hanno più agitatore che gli racconta le storie con il si con la morale finale non perderanno tutta la cultura tradizionale e questo è una cosa su cui si riflette poco ed è una sfida veramente difficile perché il bambino che cresce così rischia di diventare un bambino una sociale di si deve diventare un delinquente rischia di cercare di sopravvivere sulla strada ma senza proprio più nessuna regola nessuna adesso questo non è ancora avvenuto secondo me la società tradizionale anche in posti come nairobi la trasmissione della cultura tradizionale e così forte che avviene anche se il bambino non ai genitori direttamente anche se vive sulla strada volte riesco il resto sorpreso anch'io non per esempio come ben sai nei riti di del funerale tradizionale che c'è in tutti i diversi popoli africani che sono in genere molto elaborati e durano anche molto lunga nei villaggi anche se le cose stanno cambiando ma il cambiamento è relativo cioè nei villaggi duo per esempio in kenya facevano qualche anno fa il funerale durava una settimana intera oggi in città dura tre giorni fa sono tre giorni molto coinvolgenti e tre giorni che prevedono tutta una serie di riti e di partecipazione che è abbastanza codificata a noi capita di andare alcuni di questi funerali con dei bambini dei nostri bambini che sono cresciuti sulla strada a volte sono nati sulla strada bene andiamo e questi bambini sanno cosa fare ma chi te l'ha insegnato come mai come sai che a questo punto del rito tuo bambino per esempio devi uscire lo sanno ancora la società e così la cultura tradizionale così forte che riesce a trasmettersi ma prima o poi questo ingranaggio si inceppa quando troppi adulti verranno mancare e quindi noi cerchiamo di affrontare anche questo problema che è legato poi non abbiamo approfondito no a tutto il problema dell'educazione di educazione occidentale che spesso è diventata solo nozionismo le potenze coloniali andate via hanno lasciato un syllabus un programma scolastico che è puramente nozionistico e spesso i governi locali non sono stati capaci non hanno avuto la volontà di fare niente per cambiare questa situazione questi studi ha qualcosina che so io nelle scuole del kenya c'è qualcosina sulla costituzione del kenya ma in realtà è minima lei il ragazzo keniano e qui si entra in un discorso ancora si ritorna su un discorso non molto basse il ragazzo keniano non sa non acquisisce a scuola una conoscenza vera che gli è utile per la vita che il ragazzo keniano è più facile che sappia c'è tutta questa questa come dire questi processi che isolano una persona per cui è più facile che sappia che conosca le squadre di calcio inglesi piuttosto che le squadre di calcio della tanzania che richiamano voi o dell'uganda tutto tutto il riferimento resta ancora al di fuori di noi è da qualche altra parte ne sa qualcosa io che a sei anni dopo l'indipendenza del mio paese ancora imparavo che i miei antenati erano i galli e in piena foresta equatoriale o ho imparato a memoria alle cime innevate dei nostri monti e evidente quindi c'è sicuramente una funzione della scuola che che è molto importante mi avvio alle ultime domande prima di passare la parola questa domanda tela poco invece come sacerdote e hai fondato la comunità con ironia e in una delle spiegazioni di questa comunità la tua idea quella di restituire alle comunità di base in africa la parola la bibbia il vangelo e allora ti faccio una cosa scherzosa e una più seria quella scherzosa e che mi ha fatto pensare alla battuta di desmond tutto che ridendo fragorosamente dice sempre diffidate di questa gente quando è arrivata noi avevamo a terra e loro la bibbia dopo pochi mesi ma avevamo la bibbia e loro la terra a parte questa battuta scherzosa di restituire la parola alle comunità dicevi in modo che riscoprono le essenziale e che tolgano tutta l'impalcatura l'impalcatura culturale che noi bianchi europei abbiamo portato e lì c'è stata una strada che è stata fatta all'interno della chiesa la riscoperta dell'inculturazione di cultura zione cioè il tentativo di tradurre nelle lingue locali la fede e così via dicendo c'è un teologo camerunese molto combattivo molto di terreno un po come te che dice a noi non basta ballare e cantare in chiesa questo lo facciamo meglio fuori e adesso vogliamo che questa teologia questa parola ci restituisca capacità di liberazione teologia della liberazione in africa tu la fai la pratichi quotidianamente questa teologia della liberazione in questo senso se sembra che ci son affanno nella chiesa africana nell'esprimere queste potenzialità di liberazione sì forse possiamo fare per la chiesa lo stesso discorso che facevo prima per le grandi istituzioni che vengono dal di fuori cioè la chiesa è una di queste grandi burocrazie perlomeno questo è un aspetto negativo che la chiesa presenta è una grande burocrazia che viene dal di fuori è che noi non sappiamo dico noi pensando di essere africano è che noi non sappiamo dominare non sappiamo maneggiare spesso parlando con tre team anche con vescovi africani addirittura si ha l'impressione che sono nella chiesa perché credono nel vangelo ma di fronte all'aspetto organizzativo della chiesa si sentono dei nani che non contano niente anche nel caso di alcuni grandi vescovo di alcuni grandi personaggi si sentono degli discepoli come dire più degli alunni degli scolaretti che aspettano che vengano le direttive da roma e questo frena moltissimo invece la l'effervescenza la capacità di impegno che c'è nei laici e laici sarebbero pronti secondo me a prendere molta più responsabilità nella chiesa africana ma si trovano continuamente frenati dal clero africano che è invece più timoroso è più legato a roma che non prende neanche delle iniziative che avrebbe tutto il diritto di prendere ma che vuole essere più osservante e più papista del papa c'è questa mentalità che danneggia molto secondo me la chiesa africana quindi le comunità di base laddove esistono ancora come nel caso della società civile non hanno trovato la forza di organizzarsi la forza di far sentire la propria voce forza di contare non ti di aiutare a cambiare ma speriamo che a reggio da ge si vada in quella direzione certamente come dicevi la teologia africana e soprattutto negli anni dopo il concilio si è impegnata sul problema dell'inculturazione come come rendere il vangelo africano come esprimerlo come li esprimono in termini africani siamo ancora molto lontani ma un cammino è stato fatto mentre invece per l'impegno proprio sociale l'impegno nella società nella comunità intorno dei cattolici l'impegno t che è tipico delle comunità di base in america latina ancora è appena agli inizi qui a parlare a lungo di queste cose mi avvio alla mia ultima domanda che mi pare centrale di fronte a un pubblico di europei e rifacendo mia uno straordinario romanzo africano si chiama l'ambigua ventura dice kami dukan e dove un vecchio vecchio più vecchio di te sicuramente e diceva questa fase di grande saggezza parlando dell'arrivo della modernità nel suo villaggio la modernità degli altri attraverso la scuola e vice ma noi africani in fondo abbiamo dovuto trarre conseguenze da premesse che non abbiamo voluto parlando della colonizzazione e della tratta degli schiavi le grandi saggezza abbiamo tratto conseguenze da premesse con abbiamo voluto però rivolta agli europei li diceva oggi è la fine del nostro mondo il mondo africano ma è anche la fine del vostro mondo perché nessuno può vivere della sola preservazione di sé e disse questa frase oggi forse profetica noi e voi europei non abbiamo avuto lo stesso passato avremo rigorosamente lo stesso futuro non mi senta calderoli non è in sala ecco questa idea questa idea questa idea questa idea del dell'africa come continente gemello dell'europa come la si può declinare oggi tu che hai questa preoccupazione di essere italiano di essere di lecco lo riafferma vi oggi io continuo a essere italiano lavori li profondamente inserito lì però con la preoccupazione di dire attenzione se io sono qua qualche cosa deve anche cambiare da questa parte mi pare che oggi c'è in africa con quasi una stanchezza di vedere questa aiuti umanitari che arrivano una specie di divisione del lavoro i piromani e vigili del fuoco arrivano sugli stessi aerei l'idea di dire ma non potrebbero mettersi d'accordo a casa loro lo scontro è avvenuto noi non possiamo più tornare indietro all incontro fra europa e africa è venuto così com'è avvenuto storicamente io guardando un po più lontano ripensavo durante la conferenza di baume nonesi pomeriggio2 ha presentato come genio dell'europa se ho ben capito è presentato proprio la saggezza la capacità di insegnare la convivenza io credo che questo sia anche una cosa profondamente africana sia parte profonda dell'anima africana degli studi anche recenti ci dimostrano che secolo vii al secolo xii e xiii per esempio in africa c'è stato un grande periodo di pace pur nella convivenza di popoli che avevano tutte le premesse per invece fare guerra che in altre parti del mondo si sono sì si sono sono scaturiti in conflitto propoli pescatori di fianco popoli cacciatori popolo i cacciatori fianco popoli agricoltori per molti secoli hanno convissuto in pace poi si è scatenato la schiavitù il colonialismo hanno causato un'alienazione profonda hanno causato dei problemi sul fronte allora abbiamo anche come conseguenza hanno creato delle perdite di identità drammatiche abbiamo come conseguenza secondo me il genocidio del ruanda abbiamo queste cose ma è rimasto nell'anima africana la capacità di convivenza la solidarietà ecco che diventa anche solidarietà concreta cioè l'africa secondo me ci può insegnare a convivere e anche a condividere come fa la gente a sopravvivere nei negli slam più squallidi di m che non ha lavoro non persone che sono tagliate fuori intanto in modo in modo moderno con vivono perché c'è qualcuno che condivide con loro quindi questa con vivere e condividere che nell'anima profonda dell'africa secondo me possiamo ritrovarci su quello possiamo tentare di costruire un futuro comune ritornando alle nostre radici più vere mentre sentivo che separano miss mini mi venivano in mente i versi del poeta senghor che sognava allora l'appuntamento dell'universale appuntamento del dare e del ricevere e lui collocava questo appuntamento geograficamente nel mediterraneo dove le culture arabo berbera africane greco romane si sarebbero incontrate per per questo e per adesso purtroppo questo questo punto di incontro ideale tra europa e africa se si sta trasformando in un gigantesco cimitero sotto acqua per migliaia e migliaia di giovani africani candidati all'immigrazione ecco però ecco la speranza in questo mare torni a essere quello che se ancora non ha sognato abbiamo ancora pochi minuti per delle domande dal dalla sala c'è un microfono vi prego solo di presentarvi e di essere brevi nelle domande da rivolgere a padre renato kizito sesana onorevole al mio letto no volevo solo confermare una cosa la vicenda dell'aise delle malattie dimenticate è tremenda si è conclusa l'assemblea mondiale della salute organizzata settimana scorsa dall'onu con documento che comincia a dire che si può fare cerca di là dei brevetti che la responsabilità sarà la sua salute e degli stati ma sono parole ancora molto molto piccole c'è un problema fondamentale che guardare accesso ai farmaci e con i brevetti che durano 20 anni i paesi africani non potranno mai accedere ai farmaci potranno avere alcune centinaia di persone che verranno trattate ad alcune associazioni punto e basta quindi questa questione drammatica e siamo sul 1,3 per cento della spesa dei numero di nuovi farmaci sono i farmaci che servono per il paese del sud nel sud del mondo e questa cosa qui chiama in causa noi perché le grandi multinazionali farmaco stanno tutte in europa e nel resto del negli stati uniti sostanzialmente e se non si interviene il quadro è esattamente quello vorrei solo aggiungere una cosa che uno dei problemi è che molti di quei bambini che vivranno per strada saranno a loro volta sieropositivi perché avranno contratto il virus dalla madre e per evitare la trasmissione materno fetale basta veramente pochissimo che quelli sono i farmaci che costano meno ma anche quali non sono disponibili quindi qualcosa possiamo fare anche noi anche quelli che non va in africa qui per cercare di cambiare queste regole del mercato globale per farsi per esempio che le regole sui farmaci non dipendono dalla donazione mondiale del commercio ma più esempio se non mondiale della salute vi mette al primo posto i farmaci e non invece l'accesso ai farmaci erano invece i profitti sono la situazione la mente drammatica non solo su online solo questo grazie cioè sono giorgio richiamato consigliere provinciale e magari qualcosa sinteticamente sulle guerre dimenticate l'africa purtroppo anche questo triste primato noi siamo informatissimi ogni giorno sul numero di vittime in iraq in afghanistan non si parla quasi mai dei milioni di morti in africa significa anche connivenza dei grandi multinazionali perché i maggiori conflitti sono là dove ci sono grandi risorse c'è tutta la questione del commercio delle armi e in particolare di armi leggeri leggere che vede purtroppo l'italia ai primi posti nelle esportazioni no sono zecchini dell'associazione amici dei lebbrosi io volevo sentire un po un opinione perché recentemente è uscita una statistica internazionale dove si dice che negli ultimi 30 anni alcuni dati sulla povertà alcune caratteristiche la povertà presentano per cento a mente una diminuzione questo sarebbe un dato positivo soprattutto per quelle associazioni di volontariato internazionale che di fronte a tutto quello che si è detto soprattutto in africa spesso si trovano a disagio perché il loro lavoro la loro solidarietà si traduce spesso in in qualche cosa che che non ha futuro oppure si circoscrive a piccole aree e senza che il problema fondamentale della povertà possa avere avere una uno sviluppo importante e positivo e io credo che questo dato possa essere positivo per le associazioni perché proprio fa capire che qualche cosa qualche piccola cosa può essere utile anche per chi volontariamente si dedica alla lotta alla povertà ci sono però anche dei versanti non positivi negativi prima che queste statistiche parlano di percentuali di riduzione di poco 10 per cento il 20 per cento su alcuni settori non so l'istruzione la la mortalità infantile i vaccini eccetera e questo in tempo colossale perché 30 anni sono parecchi e il secondo aspetto negativo è che queste statistiche fanno vedere che non si affrontano i problemi radicali quelli che la piccola o grande o angie non riesce a risolvere sono i problemi e politici socio economici che io penso potranno avere una loro importanza solo se tutti insieme dico tutti non solamente i volontari ma anche la cittadinanza riescono a far sì che chi governa affronti questo problema anche in senso generale come prioritario al di là delle delle campagne di vaccinazione o campagne di alfabetizzazione grazie grazie possiamo dare la parola a chi sito cesana per la risposta siamo quasi in chiusura stanno fiorendo in titoli discordi coda quindi brevemente per rispondere un po insieme queste fasi guerre divisa in date ecco io penso che come premessa parlo parlo da cristiano parlo da missionario da cristiana io penso che noi dobbiamo affrontare questi problemi da su un ventaglio molto vasto e ciascuno dovrebbe cercare perlomeno di essere informato su tutto ma ciascuno poi alla sua funzione cioè voglio dire è importantissimo l'impegno politico perché si cambiano le politiche perché le cause le case farmaceutiche siano in qualche modo controllate e lavorino veramente per la salute di tutti è importantissimo che si chiedono nuove regole nel commercio internazionale è importantissimo quindi che tutti noi facciamo il nostro principe ndiamo le nostre responsabilità per cambiare la situazione generale politica ma e anche importante che si intervenga anche chiamiamola pure con un nome che è andato un po in disuso con la carità concreta con come dire lavorando per anche una sola persona concreta cioè per fare per essere più precisi io al bambino che viene a bussare alla porta di casa a kivuli in kenya e che si è fatto una ferita perché andava a cercare i rifiuti ea la ferita che vale saturazione la gamba che sta marcendo non dico torna fra 15 anni quando avremo realizzato gli obiettivi del millennio potevo prendere adesso lei perché lui ha bisogno in questo momento nello stesso tempo mi devo cambiare impegnare perché fra 15 anni queste cose non succederà più quindi io direi non dobbiamo scoraggiarci se apparentemente le cose non vanno avanti non dobbiamo pensare perché siamo una piccola associazione che si è impegnata seriamente per vent'anni o per 50 anni cindy un determinato campo o con una determinata genter ottenendo risultati non molto quantificabili no non impressionante dal punto di vista della quantità non dobbiamo scoraggiarci e cerca delle braccia e smettere di fare quello che stiamo facendo anzi ciascuna incoscienza sarà quello che ha fatto e se l'ha fatto bene se non l'ha fatto bene quindi continuiamo a impegnarci su tutti i campi continuiamo a impegnarci anche per esempio parte dell'impegno politico che ciascuno di noi dovrebbe avere è il conoscere queste guerre e sapere perché avvengano cioè adesso non vorrei entrare nei dettagli non la guerra del sudan che conosco bene in darfur quello che sta succedendo adesso in darfur la somalia questi paesi che poi entrano per qualche giorno per qualche settimana per qualche mese nel grande circo dei media e per un po di tempo sappiamo tutto di quello che succede poi vengono dimenticati non se ne parla più nessuno sa più niente cosa sta succedendo in somalia non lo sappiamo più alla somalia non è che stia meglio di cinque anni fa o di dieci anni fa o di 15 anni fa anzi forse la situazione si è deteriorata ancora di più quindi certamente ci sono degli interessi anche in queste grandi guerre ci sono dei delle manovre che vengono fatte dal di fuori ma se noi teniamo sveglia l'attenzione forse se riusciamo a fare pressioni e tenere sveglia l'attenzione forse otteniamo qualche cambiamento per esempio io adesso sono molto preoccupato perché voi sapete è stata firmata una pace in sudan il 9 gennaio dello scorso anno fra il nord e il sud è continuata la guerra in darfur ci sono dei tre dei trattati il patch in corsa io da quando è stata firmata la pace continua a dire ci vuole l'attenzione della comunità internazionale che sorvegli perché altrimenti questa pace non diventa mai effettiva e presto ricadremmo in una nuova guerra una settimana scorsa già abbiamo sentito avvisaglie di scontri nuovi che stanno succedendo nel sud del sudan il rischio che si torna la nuova ancora a combattere anche nel sud è un rischio reale se non c'è un intervento serio e con queste cose le possiamo fare solo se ci teniamo informati se chiediamo informazioni insistentemente se teniamo facciamo pressione su chi ha la possibilità di decidere però non dimentichiamo anche l'intervento più spicciolo l'intervento che va direttamente alla persona che ha bisogno di un aiuto in quel momento lino quindi è proprio una una cosa a 360 gradi purtroppo è difficile ma è impegnativo ma se vogliamo essere cittadini dell'europa e dell'africa e del mondo moderno dobbiamo essere sempre di più informati e capace di intervenire grazie grazie sante sana se si direbbe dalle parti di nairobi grazie a renato per la sua testimonianza per averci guidato con intelligenza e sapienza nei problemi nelle speranze del continente gemello dell'europa grazie a voi tutti di aver partecipato e buona serata grazie
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